la storia di amalfi
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la storia di amalfi
LA STORIA DI AMALFI Sono numerose le leggende circa la fondazione della città di Amalfi, ma tutte hanno in comune l’origine romana. Ciò è dimostrato anche da rinvenimenti archeologici relativi all’età imperiale tra i quali il ninfeo di una villa probabilmente edificata ai tempi dell’imperatore Tiberio. Lo stesso termine “Amalfi” è di estrazione latina. Secondo una delle leggende che circondano la fondazione di Amalfi Ercole, il dio pagano della forza, amava una ninfa di nome Amalfi: ma il suo amore ebbe breve vita: ella si spense ed Ercole volle darle sepoltura nel posto più bello del mondo e per immortalarla ne diede il nome alla città da lui costruita. Per la storia invece fu fondata dopo la morte di Costantino; essa trae le sue origini da famiglie romane che, imbarcate per Costantinopoli, furono travolte dalla tempesta nel golfo di Policastro, vi avrebbero fondato una «Melphes» l'attuale Melfi, poi trasferitisi più a nord, avrebbero preso dimora nel luogo dell'attuale Amalfi, fondandola col nome di <<A-Melphes>>. In seguito alle incursioni germaniche del V sec d.c. molti profughi romani delle città campane si rifugiarono sui Monti Lattari e diedero impulso al villaggio di Amalfi trasformandolo in una città che nel 596 divenne sede vescovile. Il vescovo assolveva funzioni religiose e provvedeva alla difesa della città. In seguito si andò formando una aristocrazia di grandi proprietari terrieri, i quali privarono il vescovo del potere politico. Fino alla prima parte del IX sec Amalfi e il territorio della costiera appartennero al ducato romanobizantino di Napoli dal quale si staccarono il 1 settembre 839 dando origine ad una repubblica automa. Quest’ ultima, costituita per difendere i commerci marittimi dagli attacchi dei Longobardi, fu governata prima dai Conti eletti annualmente, poi dai Prefetti ed infine dai Duchi divenendo una sorta di monarchia ducale. Sull’ elezione dei <<duchi dogi>> avevano un formale diritto di conferma gli imperatori d'Oriente, ma in realtà la città si amministrava in piena libertà, con leggi magistrati e monete proprie. Il ruolo di Amalfi nella politica mediterranea medioevale fu quello di mediazione tra civiltà differenti quali l’araba, la bizantina e l’occidente romano-barbarico. Torre Saracena, chiamata un tempo "Torre di San Francesco". Era parte delle difese amalfitane, come Repubblica Marinara, contro gli attacchi esterni dei Saraceni; con la sua posizione strategica permetteva di controllare una vasta area di mare. La struttura aveva anche la funzione di proteggere l'Antico Convento che sorge alle sue spalle, voluto e fatto costruire da San Francesco nel 1222. Entrambi gli edifici (Torre e Convento) vengono tutt'ora utilizzati da un noto e rinomato albergo locale, in cui hanno soggiornato anche famosi attori e divi del cinema come Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Roberto Rossellini. Per rispondere ad esigenze difensive Amalfi fu spesso spinta ad allearsi con i saraceni contro i bizantini che volevano ripristinare i. L'alleanza con i saraceni fu comunque instabile e poco duratura. Questi infatti, nel 915, dopo una furiosa battaglia furono battuti e definitivamente cacciati dal territorio amalfitano. Nel 920 sempre per mano degli amalfitani furono cacciati da Reggio Calabria. Per tutto il X e XI sec. la ricchezza di Amalfi fu tale che Guglielmo Appulo scrisse che nessuna città era più ricca d'oro, di argento e di stoffe di ogni sorta e che vi si incontravano arabi, siculi, africani e persino indiani. Si spiega così la ricchezza delle sue consuetudini marittime, che ebbero dagli amalfitani una delle loro più antiche codificazioni, nella famosa «Tabula Amalphitana» che era il codice marittimo più accreditato di tutte le nazioni marinare dell'epoca. Esso regolamentava i rapporti fra padrone di nave e marinai e fra marinai e mercanti. La stessa leggenda di Flavio Gioia, vissuto probabilmente agli inizi del XIV secolo, conferma ad Amalfi il vanto d'aver per prima perfezionato la bussola a vantaggio della navigazione e fornito materiale delle prime carte nautiche medievali. Dominatrice del mercato delle spezie, dei profumi, della seta e dei tappeti preziosi, nel X secolo coniò il soldo d'oro, il tarì d'oro e d'argento, che erano in circolazione nell'impero greco, in Africa e nei principati longobardi. Queste monete erano simili a quelle musulmane ciò a dimostrazione del fatto che i rapporti commerciali erano più sviluppati con gli arabi che con i bizantini. Monete normanne Le tavole amalfitane Il notevole sviluppo di Amalfi era dovuto in gran parte alla indipendenza di cui godeva; ma la limitatezza del territorio e la debolezza militare per la carenza dell'appoggio bizantino rendeva insicura questa indipendenza. Nel 1039 Guaimario V, principe di Salerno si impadronì del ducato di Amalfi stabilendo il dominio dei salernitani sulla città. Pressati dai salernitani, gli amalfitani governati da Sergio IV si rivolsero a Roberto il Guiscardo nel 1073. Salerno capitolò ma gli amalfitani dovettero lasciar occupare la loro città dai Normanni, riavendo la pace a costo della libertà. Nel 1135 Amalfi subì un orribile saccheggio da parte dei Pisani «traditori» chiamati in soccorso contro la prepotenza normanna. E' da questo periodo che ha inizio la decadenza di Amalfi. Nel 1343 una spaventoso maremoto, descritto dal Petrarca, investì la costiera; gran parte dell'abitato andò distrutto (con esso probabilmente anche il palazzo Ducale, citato in un documento come «palatium amalphitanum»), furono sommerse le fortificazioni, i cantieri navali, i magazzini e le attrezzature marittime. MAIOLICA DI PIAZZA FLAVIO GIOIA Maiolica situata nella piazza principale, all’ingresso di Amalfi raffigurante la potenza marinara e con alcuni accenni di storia di Amalfi, come la frase: "Ma quei d'Amalfi, cui la lunga spada era misura, a patria più lontana andavano; ché già s'avean contrada e forno e bagno e fondaco e fontana per tutto, "tratta dal libro quarto di Gabriele D'Annunzio "Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi". Invece la sottostante frase "Contra hostes fidei semper pugnavit Amalphis" è il motto degli Amalfitani, che furono benemeriti in molteplici interventi in difesa della Santa Sede come Prima Repubblica Marinara d'Italia. Cinque anni dopo, la famosa peste del 1348, descritta dal Boccaccio, completò l'opera di distruzione fra gli uomini. Amalfi e tutte le cittadine della costa che erano state splendide località popolate e fortificate, ricche di sontuosi palazzi, ornati di affreschi, marmi, colonne, fontane, si avviavano a diventare modesti paesi che, privi della ricchezza che veniva dal mare ritornarono alla economia tradizionale della pesca, dell'artigianato locale e dell'agricoltura. Soltanto sul finire dell'Ottocento l'affermarsi del fenomeno turistico ridiede incremento ad una città che costituisce l'epicentro economico di tutta la costiera che da Amalfi prende il nome. Oggi la città è una delle principali mete turistiche della regione Campania; oltre che da uno spettacolare aspetto paesaggistico essa è caratterizzata da un ricco complesso di architetture che ne rispecchiano la storia. Tra queste ultime sicuramente la più imponente è la cattedrale. Duomo di Amalfi, con un'imponente scala di 57 gradini e la facciata policroma in maiolica. Risalente al X secolo ed eretto al tempo della fondazione della Repubblica Marinara di Amalfi, per volontà del doge Mansone III. Nel Duomo sono conservate ancora le spoglie del Santo, consegnate dal Cardinale Pietro Capuano l'8 maggio del 1208 alla chiesa d'Amalfi, a fine lavori del transetto e della cripta A CURA DI: D’Errico Stefania Bibliografia: www.comune.amalfi.sa.it/origini.asp; https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Amalfi