Linee guida per un dibattito sull`eugenetica

Transcript

Linee guida per un dibattito sull`eugenetica
Linee guida per un dibattito sull’eugenetica
Associazione Culturale Argo
Giorgio Gubbiotti
10-10-2008
1
Introduzione
Nella prefazione al suo più noto romanzo, Frankenstein, Mary Shelley scriveva:
Gli eventi su cui si basa questa storia sono stati giudicati dal
dottor Darwin e da alcuni fisiologi tedeschi non impossibili a
verificarsi.
Cosı̀ noi questa sera cercheremo di capire se anche gli eventi su cui si basa
questo film sono effettivamente non impossibili a verificarsi.
L’eugentica come pseudoscienza ha radici molto antiche, che vanno sicuramente ricercate nella dottrina del filosofo ateniese Platone, che dopo
essere passate in sordina per secoli a causa del mutato clima culturale vennero riprese alla fine dell’ottocento da parte di alcuni cultori del darwinismo,
periodo in cui questa disciplina riceve la sua sistemazione formale.
È inoltre necessario precisare da subito che nell’eugenetica cosı̀ come
si è sviluppata durante la sua sistemazione formale, si scinde in due tronconi, l’eugentica positiva, che prevede la riproduzione scelta dei meritevoli
e l’eugenetica negativa che prevede invece la negazione della riproduzione a
chi non è considerato meritevole.
Sicuramente quella che ha suscitato più scalpore nel corso degli anni
è la seconda che ha raggiunto l’apoteosi di efferatezza con il programma
eugentico del Terzo Reich, denominato Aktion T4.
Seguiremo ora un breve percorso storico, per giungere al dibattito moderno sull’eugenetica.
2
Albori dell’eugenetica
Come già detto l’ideatore dell’eugenetica è sicuramente il filosofo ateniese
Platone. Nella sua opera la Repubblica nell’esplicazione del suo modello
politico questi fonda anche le basi per un programma eugentico. Platone
1
infatti nella Repubblica divide lo Stato in tre ceti: i governanti, i guerrieri e i cittadini. A queste tre classi corrispondono tre specifiche virtù che
sono contemporaneamente sono il riflesso di altrettante orientazioni dell’anima rappresentate a loro volta da tre metalli: il ferro (cittadini), l’argento
(guerrieri), l’oro (governanti).
Le classi platoniche non sono attribuite per nascita, ma secondo le inclinazioni anche se il filosofo ritiene comunque che il simile generi il simile,
cosa che sta anche alla base del moderno fondamento della genetica, dunque
che da genitori ferrei sia più probabile che nasca un bambino ferreo, piuttosto che un argenteo o un aureo. Platone lascia il compito ai magistrati di
osservare i bambini e di constatare la loro effettiva classe di appartenenza.
La possibilità per i magistrati di osservare i bambini deriva dal fatto che
per il filosofo debba esservi la comunanza delle donne, ed uomini e donne
debbano accoppiarsi secondo i programmi eugenetici dello Stato al fine di
procreare figli sani.
Leggiamo a questo proposito un passo della Repubblica
Bisogna, secondo quanto si è già convenuto che gli ottimi maschi
si congiungano il quanto più spesso è possibile con le ottime
femmine, e viceversa i più dappoco con le più dappoco, e la
prole degli uni allevare e degli altri no, se la mandria dovrà esser
quanto mai eccellente. (Platone, Repubblica, Libro VI, 459 trad.
Francesco Gabrieli)
L’eugenetica platonica si propone dunque come una teoria volta a garantire
la salute dello Stato, è dunque di carattere positivo, anche se l’impianto
sociale sul quale è basata sicuramente non appare dei più ”democratici”.
Platone ha avuto infatti diverse letture nei secoli, ricevendo tante critiche
quanti plausi sia da sinistra che da destra. Enfatizzando su questioni quali
il comunismo platonico, sono state fatte diverse letture da sinistra. Dal
lato opposto è ben noto che diversi ufficiali nazisti portassero nel loro zaino
copie della Repubblica, fatto che serve anche a sottolineare come l’ideologia
nazionalsocialista abbia cercato di
”recuperare” propagandisticamente Platone alle sue proprie idee
(N. Abbagnano, G. Fornero, Protagonisti e Testi della filosofia,
Vol. A, Tomo I).
3
La fondazione dell’eugenetica moderna
Sigmund Freud quando nella sua ricerca giunse a classificare le cosiddette ”umiliazioni universali” dell’umanità tra queste pose il darwinismo, soprattutto quanto contenuto nel libro di Darwin stesso L’origine dell’uomo. Quanto
di più rivoluzionario Darwin aveva avuto da proporre lo aveva scritto ben
prima ossia con il testo fondamentale per la biologia moderna (nonostante
2
i suoi errori ovviamente) L’origine della specie (1859). Nel testo erano al
centro della discussione i caratteri trasmissibili geneticamente. Gli individui
che portavano carattari miglioranti la specie sarebbero stati avvantaggiati
dalla ”selezione naturale” ed avrebbero avuto più possibilità di riprodursi e
quindi di trasmettere i loro geni.
Nell’epoca vittoriana quando Darwin pubblicò questo libro, vi erano evidenti tensioni sociali tra il ceto medio-borghese che si riteneva portatore di
valori quali giustizia, onestà e via dicendo, contro il ceto basso che invece
era visto come una mandria di ubriaconi molesti, ignoranti e disonesti. Le
idee darwiniane di selezione passarono in questo milieu sociale dunque in un
modo del tutto particolare. Notando come la classe bassa fosse molto più
prolifica delle classe medie significava che, assumendo che fossero ereditari i
caratteri di cui ho detto sopra, la specie era inevitabilmente condannata ad
essere funestata dal gene della disonestà e dell’imoralità!
Ed è proprio in questo clima che si situa l’opera dell’esploratore e antropologo sir Francis Galton 1 , cugino di Charles Darwin e fondatore del termine
e movimento chiamato eugenetica.
3.1
Francis Galton
L’opera eugenetica di Galton è raccolta sostanzialmente nel trattato Hereditary Genius: An Inquirity into Its Laws and Consequences. Galton partiva
dalla constatazione di come in determinate famiglia i casi di menti particolarmente brillanti sembrino non essere del tutto isolati. Galton per esempio
non considera come però il figlio di un magistrato abbia già la via spianata
a poter diventare un magistrato anch’egli seppur lasci un po’ di spazio alle
condizioni ambientali inventando de facto il binomio natura/ambiente.
Galton con la sua opera semplicemente pensava di poter estendere alla
sfera umana i modi di selezione usati in agricoltura e in zootecnia e proprio
in questo contesto conia il termine eugenetica dal greco unendo la radice
υ− che significa ”bene”, al verbo γιγνoµαι che vuol dire nascere.
Le teorie di Galton proponevano un miglioramento dell’uomo dunque su
basi genetiche, consentendo ai meritevoli la riproduzione e ai non meritevoli
l’impossibilità di generare. Come nella repubblica platonica a prendere le
decisioni sarebbe stato lo Stato.
Unendo i problemi sociali di cui discusso sopra con il clima positivista
che si stava instaurando in Europa queste tesi ebbero molta eco, soprattutto
nell’Inghilterra stessa e in Germania. Con queste promesse di miglioramento
e di controllo dell’evoluzione e del destino umano l’eugenetica ebbe successo
in ambienti che oggi parrebbero decisamente inaspettati (a causa ovviamente
dell’eugenetica nazista) come quello dei liberali di sinistra.
Galton in ogni caso si battè per un approccio positivo all’eugenetica
1
Per il colleghi fisici faccio notare che è proprio il Galton della macchina di Galton
3
ossia incentivando la riproduzione dei meritevoli, non lo stesso successe però
dall’altra parte dell’Atlantico dove le sue idee arrivarono ben presto.
3.2
L’eugenetica negli Stati Uniti
In America si diffuse ben presto un approccio di tipo negativo volto cioè a
sbarazzarsi dei geni cattivi supportato da delle ricerche su famiglie presentanti caratteri ”altamente negativi” o addirittura ”degenerati”. Alla genesi
dell’approccio negativo sta l’ossessione per la degenerazione della razza che
per i suoi sostenitori questi studi non facevano che confermare.
Uno dei più convinti sostenitori del fatto che fosse necessario ”mondare”
il patrimonio genetico americano fu lo psicologo Henry Goddard, attivo nei
primi decenni del XX secolo. Questi introdusse ad esempio metodi di valutazione del QI, importandoli dall’Europa. Però quei test a differenza dei
moderni che tentano di sondare le capacità logiche del soggetto avevano invece la peculiarità di presentare un vasto numero di domande di cultura generale, alcune anche molto specifiche. Dunque la maggior parte delle persone
cui venivano somministrati questi test risultavano dei ritardati, cosa che faceva esaltare ancora di più i sostenitori dell’eugenetismo, poiché confermava
le loro idee sulla degenerazione sociale.
A tale scopo gli eugenetisti, forti della riscoperta delle teorie mendeliane,
sentirono il bisogno di classificare ciò su cui stavano mettendo mano. Cosı̀
mediante una donazione Charles Davenport riuscı̀ a fondare un laboratorio
di ricerca. Qui con il suo team svolse una serie di ricerche, in parte sulla
trasmissione di alcune malattie come l’albinismo o la corea di Huntington,
ma poi si dedicò a tempo pieno della ricerca di una genetica comportamentale e non lo solo. Cercò ad esempio anche geni che codificassero determinate
abilità letterarie, musicale e manuali quali quella di costruire barche [sic!].
Gran parte di queste ricerche paiono ovviamente al giorno d’oggi poco
più di una paccottiglia inutile, in quanto troppo influenzate dall’ambiente
per essere prese sul serio però all’epoca riscossero un certo successo che
comunque non influı̀ più di troppo sullo sviluppo del movimento eugenetico
ormai ben avviato. Si organizzavano ad esempio vere e proprie fiere in cui
premiare i figli delle famiglie migliori e i programmi si delineano sempre
meglio.
Contemporaneamente un chirurgo, tale Harry Sharp, cominciò a propugnare l’uso della vasectomia per impedire i comportamente criminali, basandosi esclusivamente su referti fatti da lui stesso. Diversi stati seguirono il suo
consiglio dal 1907 in poi e su imitazione americana questa prassi si diffuse
anche all’estero, ad esempio in Svizzera e nei paesi scandinavi.
C’è poi da aggiungere come l’eugenetica sia servita fare degli studi di
impronta razzista. Lo stesso Goddard visto prima infatti riuscı̀ a far estendere i suoi test agli immigrati appena sbarcati, che risultavano essere in
gran parte dei minorati mentali, ma questo risultato era ovvio poiché i test
4
oltre come detto prima non essere obiettivi erano anche in inglese, lingua
ignota alla maggior parte degli immigrati. Cosı̀ si diffuse la leggenda sul
fatto che l’immigrazione stesse rovinando quel paradiso in terra che erano
gli USA. L’appello era ovviamente destinato ai solo discendenti europei di
razza nordica come specificato in alcuni testi razzisti di Madison Grant.
In quegli anni ad esempio si situa l’opera di Harry Laughlin, braccio
destro di Davenport, che come consulente del Congresso sull’immigrazione
diede sfogo ai suoi pregiudizi facendoli passare per scienza. Infatti quando
le statistiche non erano dalla sua trovava sempre modo di falsificarle in suo
favore, o meglio in favore degli europei di razza nordica. Fu fautore di molte
leggi sulla sterilizzazione, cui si ispirarono successivamente i nazisti.
Giunge infatti l’ora di vedere da vicino come si sono concretizzate le
ispirazioni e le premesse eugenetiche nella Germania Nazista.
4
4.1
Aktion T4
Premesse
Il programma eugenetico più tristemente noto è sicuramente quello nazista.
Come detto le tesi eugenetiche avevano avuto echi anche in Germania. Un
medico tedesco Alfred Jost pose le basi dell’eugenetica nazista nel 1895 con
un trattato in cui sosteneva che la morte dell’individuo dovesse basarsi su
una scelta dello Stato e che dovesse essere usata per salvaguardare la purezza
del Volk, ossia del popolo tedesco.
Negli anni venti questi temi vennero ripresi ed estremizzati da Alfred
Hoche e Karl Binding, che per primi parlarono di ”gusci vuoti di esseri
umani” e di ”persone mentalmente morte” cioè di ”vite indegne di essere
vissute”, terminologia abbondantemente ripresa poi dai nazisti. Il successo
di queste idee nella Germania del primo dopo guerra si esplica nella seguente
sintesi dello studioso del fenomeno medico nazista Robert Jay Lifton:
Il ragionamento era che i giovani morivano in guerra, causando una perdita per il Volk dei migliori geni disponibili. I geni
di coloro che non combattevano (che erano anche i geni peggiori) potevano quindi proliferare liberamente, accelerando la
degenerazione biologica e culturale. (Lifton, Medici, p. 72)
Gli esponenti dell’eugenetica nazionalisti aderirono con fervore alle idee
nazionalsocialiste e le imposero ai medici tedeschi, tagliando fuori tutti quelli
che osarono opporvisi.
Hitler stesso odiava i disabili e cosı̀ nel suo libro, il Mein Kampf, propone
la sua soluzione al problema:
Chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di
perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino. Qui,
5
lo Stato nazionale deve fornire un enorme lavoro educativo, che
un giorno apparirà quale un’opera grandiosa, più grandiosa delle
più vittoriose guerre della nostra epoca borghese.
Inizia cosı̀ la lotta del nazismo per la cosidetta ”igiene razziale”.
4.2
Sterilizzazione coatta
Da queste premesse inizia una campagna per la sterilizzazione coatta dei
portatori di varie malattie ereditarie. La proposta di legge viene sapientemente rinviata per non ostacolare la firma di un concordato con la Chiesa
Cattolica, ma viene infine approvata a fine luglio del 1933. Le prime stime
del Ministero parlano di 410.000 persone da sterilizzare, ma non esclude che
il numero successivamente aumenti.
Si estende la questione anche a portatori di disabilità non ereditarie
seppur manchi ogni possibile senso logico e diversi gerachi avevano problemi
fisici, chi congeniti come Goebbels, chi acquisiti in guerra. Per i casi di pazzia, si emana un decreto che dice di tener conto del comportamento politico
del soggetto. Risulta quindi essere anche un modo indiretto per punire i
nemici del regime, dichiarandoli pazzi, mentre un ordine di soprassedere per
i fedeli.
Le proteste dei parenti delle vittime sono consistenti, ma non impediscono la sterilizzazione di almeno 200.000 tra il 33 ed il 39.
Con l’avvento della guerra il numero di sterilizzazioni diminuı̀ in quanto
serviva più manodopera per le fabbriche.
I medici tedeschi non fecero resistenza all’uso di questi metodi, già sperimentati in altri paesi. La Chiesa cattolica condannò il provvedimento, ma
si limitò a chiedere di esentare i medici cattolici dall’applicare la legge.
Notiamo infine come la legge segua il modello americano.
4.3
Verso Atkion T4
Appena varato il piano di sterilizzazione, Hitler si dichiarò favorevole alla
soppressione dei malati incurabili, ma egli stesso era cosciente che l’opinione
pubblica avrebbe resistito fortemente ad una misura cosı̀ drastica. In tempo
pace ci sarebbe stata troppa attenzione su questi temi, pensava, ma in tempo
l’opinione pubblica sarebbe stata distratta su altre question e si sarebbero
potute addurre anche nuove giustificazioni, come di creare posti letto per i
militari feriti, ben più meritevoli degli invalidi e degli psicolesi.
Cosı̀ nel 1939 lo scoppio della guerra fornı̀ proprio ciò che ci si aspettava: era diventato intollerabile per le autorità nazionalsocialiste lo spreco di
risorse per i malati.
Prima della guerra per facilitare lo sterminio, si predispose la chiusura
delle case di cura religiose, dirottando tutti i loro pazienti su quelle statali.
6
Dopodiché si pensò ad una campagna propagandistica per sostenere la
necessità sociale di liberarsi di questa categoria.
4.4
Propaganda
Lo sforzo del regime per indirizzare la popolazione verso i suoi aberranti
programmi eugenetici si effettuò con tutti i possibili mezzi disponibili allora,
opuscoli, poster e film. Dei film di propaganda caso emblematico è Ich
Klage an (”Io accuso”, 1941), film che distorce la realtà in favore delle tesi
naziste. Infatti rappresenta un medico che uccide la propria moglie malata
di sclerosi multipla che lo supplica di porre termine alle sue sofferenze. Come
vedremo invece gran parte delle vittime del nazismo saranno tutt’altro che
consenzienti.
Altri grandi eventi propagandistici si effettuarono nelle scuole e ovviamente attraverso l’associazione giovanile (obbligatoria) Hitler-Jugend (”Gioventù Hitleriana”). In tutti i casi si metteva un particolare risalto alla
questione economica del mantenimento dei malati e dei disabili. Per questo
è interessante leggere ad esempio questo brano tratto da una pubblicazione
orientativa distribuita alla fine delle scuola dell’obbligo intitolata Du und
dein Volk (”Tu e il tuo popolo”):
Nel caso degli esseri umani il completo rifiuto della selezione ha
condotto a risultati indesiderati ed inaspettati. Un esempio particolarmente chiaro è l’incremento delle malattie genetiche. [. . . ]
Precedentemente [prima, cioè, dell’avvio del programma di sterilizzazione coatta] gli affetti da questi handicap, se non rinchiusi
[in apposite] istituzioni erano liberi di riprodursi ed in particolare nel caso di ubriaconi ed handicappati mentali il numero dei
figli era spesso molto elevato. Una singola alcoolista nata nel
1810 aveva 890 discendenti nel 1839 [ndt: errore tipografico nell’originale, probabilmente nel 1929]. La metà era mentalmente
ritardata, 181 erano prostitute, 142 mendicanti, 76 gravi criminali, 7 assassini, 40 risiedevano in case per poveri. La donna
è costata complessivamente allo stato 5 milioni di marchi che
hanno dovuto essere pagati da persone sane e di valore. Essa ha aumentato le tasse e ridotto le opportunità per gli altri.
(Reichsleitung der NSDAP, Hauptamt für Erzieher (NSLB). Du
und dein Volk. Munich: Deutscher Volksverlag, 1940. Tratto
dal sito web German Propaganda Archive. Riportato il 15
gennaio 2007.
Questa parte del testo era inserita nel capitolo dei rapporti tra individuo
e stato, dopo il capitolo su ”Il problema ebraico” seguito da ”La grande
importanza del tasso di natalità”. L’andamento mostra il tipico schema
7
nazionalsocialista di eliminazione dei geni negativi e di riproduzione di quelli
positivi.
4.5
L’uccisione di bambini
Nel 1938 una richiesta di eutanasia per una bambino malformato da parte
dei suoi genitori fatta alla Cancelleria stessa del Reich, fece muovere Hitler
ed il suo medico personale, Brandt, in tale senso, arrivando a procedere
senza nessun consenso da parte dei genitori.
Fu creato dapprima un archivio2 di bambini con malformazioni e malattie
ereditarie di età inferiore ai tre anni, ufficialmente con pretesti scientifici. In
realtà questi casi venivano giudicati da una commissione che all’unanimità
poteva decidere la sopressione del bambino.
Ufficialmente i bambini venivano inviati in reparti speciali in cui si diceva
che avrebbero ricevuto cure migliori, ma appena arrivati venivano uccisi con
iniezioni letali e si produceva un finto certificato di morte da inviare ai
genitori.
Dopo lo scoppio della guerra i controlli divennero più blandi e si estese
il margine d’età oltre i tre anni, in qualche caso anche ad adolescenti, con
vari problemi, sindromi borderline e anche delinquenti giovanili.
Col tempo ovviamente tra i genitori iniziò ad esservi sfiducia nei confronti
del governo e vi fu chi si rifiutà di consegnare il proprio figlio. Le reazioni
furono molto dure, quali minacce di revoca della custodia di tutti i figli,
anche quelli non disabili.
Il programma Aktion T4 fu sospeso ufficialmente nel 1941 a causa delle
numerose proteste. Fu il primo caso del genere nella storia del regime
nazista. In ogni caso a livello non ufficiale le uccisioni continuarono fino alla
fine del conflitto ed anche dopo: l’ultimo bambino fu ucciso tre settimane
dopo la fine della guerra. Le stime si attestano ai 5000 uccisi.
4.6
L’uccisione di adulti
Sulla scia del programma per l’eliminazione dei bambini dal 1939 in poi
si passò a quello di sterminio su disabili adulti. Si iniziò sempre con la
creazione di un registro di handicappati mentali e fisici.
Le prime uccisioni di malati si hanno nel settembre del 1939 nelle regioni
della Polonia occupata che i nazisti avevano deciso che sarebbero rientrate
nel territorio del Reich. Qui per la prima volta venne usato il monossido di
carbonio per uccisioni di massa. Pare Heinrich Himmler, il capo delle SS,
abbia notato in quest’occasione come questa tecnica fosse particolarmente
proficua.
L’uccisione di malati negli ospedali arrivò dunque nelle parti della Germania confinanti con la Polonia, su ordine delle autorità territoriali locali.
2
Sulle persone da sterminare i nazisti sembrano essere stati notevolmente meticolosi
8
Il vero e proprio programma iniziò con una lettera di Hitler al suo medico
Brandt nell’ottobre del 1939, ma retrodatata 1◦ settembre per giustificare
le uccisioni in Polonia. Questa lettera fu l’unica base legale del programma, senza che Hitler emanasse decreti o altro. Questo sostanzialmente per
scavalcare il segretario di stato alla Sanità Conti, che Hitler considerava non
abbastanza legato alla visione eugenetica del Reich.
Si dispose agli ospedali, sanatori e case di riposo di riportare su un modulo i pazienti istituzionalizzati da più di cinque anni, i ”pazzi criminali”, i
”non ariani” e quelli che soffrivano di una certa malattia, indicata su un’apposita lista. Alcuni medici ed amministratori credettero che la richiesta
servisse a capire chi tra i pazienti era adatto al lavoro e chi no, dunque
pensando di proteggere i loro assisti ne esagerorono le condizioni.
Tutti i pazienti di origine ebraica vennero cacciati ed uccisi indipendentemente dal loro stato di salute.
Come per i bambini le condizioni erano poste al vaglio di una commissione di esperti che ne avrebbe deciso la sorte.
Le uccisioni inizialmente avvenivano anche quelle come per i bambini,
cioè con iniezioni letali, ma era un metodo troppo lento e dispendioso. Cosı̀
Hitler suggerı̀ a Brandt di procedere col monossido carbonio puro. I pazienti iniziarono ad essere gasati in apposite camere a gas nei centri dell’Aktion T4. Nei centri dell’Aktion T4 furono anche teatro del programma Aktion 14f13, che invece prevedeva l’eliminazione degli internati nei campi di
concentramento ammalati.
Nel corso del 1940 vi furono circa 35.000 vittime, prelevate da autobus
delle SS, uccise all’arrivo negli istituti e subito cremate. Alla fine dell’anno
però le operazioni rallentarono a causa delle proteste popolari. Prima però
che nel 1941 il programma fosse finalmente fermato vi furono altre 35.000
vittime, per un totale di circa 70.000.
Con questo si chiuse il programma eugentico del Terzo Reich, volto a
migliorare la nazione tedesca, ma che in effettivo non fece altro che alienare
consenso al regime.
5
Dibattito attuale
L’eugenetica anche dopo la guerra rimase saldamente legata nell’immaginario alle atrocità dei nazisti. James Watson ricorda che era difficile al
tempo in cui iniziò a fare ricerche genetiche nel laboratorio di Cold Spring
Harbor, quello stesso che era stato la base di Davenport, era quasi vietato
anche solo pronunciare la ”parola con la e”.
La genetica moderna, basata prima sui lavori di Mendel (e quindi anche del suo epigono eugenetista Davenport) poi sulla scoperta del DNA,
offre sicuramente un potere immenso all’uomo attuale. Il fatto che qualcuno abbia potuto concepire un film come Gattaca mostra come anche la
9
scoperta del ”codice della vita” sia passata a livelli di mainstream. Il sogno
degli eugenetisti era di guidare autonomamente il cammino dell’uomo senza affidarsi al caso. La genetica moderna offre sicuramente su questo più
possibilità della semplice ”selezione artificiale”.
Uno dei problemi sicuramente da non sottovalutare è in effettivo se il
semplice intelletto umano può sopperire al lavoro che l’evoluzione (meccanismo le cui basi sono anch’esse oggetti di studio) ha fatto in milioni anni e se
sı̀, se può farlo con successo e senza creare squilibri, alterazioni o mostruosità
degne di quelle naziste.
La problematica delle scoperte recenti della genetica e del loro uso è ben
sottolineata in questo breve passo di Giuliano Amato:
E forse anche quando gli scienziati hanno individuato il codice
genetico dell’uomo hanno aperto il vaso di Pandora sigillato dal
mistero [. . . ] ci hanno messo di fronte alla possibilità concreta
di alterare artificialmente quell’equilibrio, di manipolare in laboratorio quei geni. [. . . ] è proprio questa sua eccezionalità – e
le potenzialità che si intravedono in essa – a farla avvertire da
molti come una minaccia. (Giuliano Amato, Scienza e politica
in Apriamo le porte alla Scienza, Kathleen Kennedy, Umberto
Veronesi (a cura di), 2006 Sperling & Kupfer Editore
Anche se il dibattito, il problema vero del film, ben espresso dallo slogan
”There’s no gene for the human spirit”3 , in fondo forse è un’altro. Forse
è una domanda ancora più profonda: in noi quanto conta ciò che siamo,
cioè quanto contano i geni rispetto all’influenza dell’ambiente. Attualmente
dopo anni di politically correct stanno tornando di moda teorie che danno
al fattore genetico ereditario una certa preponderanza4 .
Preso atto delle passate esperienze5 e delle nuove ricerche, bisogna ancora
stabilire se l’eugenetica è qualcosa che debba rimanere confinata nel ricordo
di un passato buio, oppure possa o anche debba essere ripresa e sviluppata
in nuova forma, più positiva e più scientifica.
3
Lo slogan in italiano recita ”Non c’è un gene per il destino”, che forse è più appropriato,
ma tradisce il senso dello slogan originale
4
Si sono studiati casi in cui condizioni molto simili danno risultati completamente
differenti
5
Forse bisognerebbe prendere soprattutto atto dei passati errori
10
Indice
1 Introduzione
1
2 Albori dell’eugenetica
1
3 La fondazione dell’eugenetica moderna
3.1 Francis Galton . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.2 L’eugenetica negli Stati Uniti . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2
3
4
4 Aktion T4
4.1 Premesse . . . . . . .
4.2 Sterilizzazione coatta .
4.3 Verso Atkion T4 . . .
4.4 Propaganda . . . . . .
4.5 L’uccisione di bambini
4.6 L’uccisione di adulti .
5
5
6
6
7
8
8
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
5 Dibattito attuale
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
9
11
Bibliografia
Per il paragrafo [2] il riferimento principale è dato da:
N. Abbagnano, G. Fornero, Protagonisti e Testi della filosofia, Vol. A, Tomo
I
e ovviamente:
Platone, Repubblica, Laterza 2007 (ne esistono sicuramente più versioni in
commercio)
Per i paragrafi [3] e [5] consiglio il seguente libro a mio avviso è un’ottima
fonte per chi si interessi di biologia e genetica senza essere necessariamente
uno specialista:
James D. Watston DNA, Il segreto della vita, Adelphi 2004
Per i paragrafi [2], [3], ma soprattutto [4]: Wikipedia, l’enciclopedia libera (si vedano le voci eugenetica e Aktion T4 )
Un ultimo riferimento per il paragrafo [5] è:
Kathleen Kennedy, Umberto Veronesi (a cura di), Apriamo le porte alla
scienza, 2006 Sperling & Kupfer Editore
12