Salò Tam tam per salvare il teatro Appello al Fai: «È un luogo del
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Salò Tam tam per salvare il teatro Appello al Fai: «È un luogo del
14 GARDA E VALSABBIA Sirmione Il «ganfo» diventa fogna LUNEDÌ 25 AGOSTO 2014 GIORNALE DI BRESCIA SIRMIONE Scorre per 400 metri nell’entroterradi Lugana ilcorsod’acqua denominato «Chiese». Nel tratto conclusivo attraversa l’abitato ed è da tanti anni fonte di problemi e lamentele. Le ha esplicitate recentemente con due esposti al Comune ed ai carabinieri Luciano Visentini che da 41 anni abita in via Mantegna 20. Il ganfo(questo ilnome tecnico del tratto) costeggia anche la sua proprietà e spesso viene invaso da scarichi fognari che lo trasformano in una cloaca a cielo aperto che si ripulisce solo dopo un forte temporale. «Chi non abita a lato del canale non si rende conto del disagio causato specie nei mesi estivi, della puzza della Salò Tam tam per salvare il teatro Appello al Fai: «È un luogo del cuore» Segnalazioni al Fondo ambientale italiano per recuperare lo stabile inaugurato nel 1873 con il Rigoletto. Il sindaco Cipani spera di coinvolgere molti sponsor SALÒ La rete si mobilita per segnalare perché oggi il teatro non dispone più il teatro comunale di Salò al censimendegli spazi necessari per funzionare a to nazionale «I luoghi del cuore» prodovere; dal punto di vista economico mosso dal Fai, che chiede a tutti i cittaperché, al di là dei costi di ristrutturadini di individuare i piccoli e grandi tezione, si ritiene che gli oneri per la gesori che amano e che vorrebbero salvastione della struttura sarebbero insore. stenibili per le casse comunali. Non la Ieri i voti ottenuti dal vecchio teatro sapensa così il sindaco. lodiano erano 38, ma il tam tam sui soE mentre in città di discute sulla fattibicial network è appena cominciato. Inlità dell’operazione, in questi giorni si tanto attorno al golfo si riaccende il disusseguono, sollecitati anche dal grupbattito sul futuro della struttura, inaupo Facebook «Sei di Salò se…» (2.332 gurata il 1° novembre 1873 con il Rigoiscritti), gli appelli per fare del teatro saletto di Verdi e caduta in disuso dagli lodiano un «Luogo del cuore» Fai. Nel anni Sessanta, il cui recupegennaio 2013 il vecchio tearo sta particolarmente a cuotro era invece finito tra i «Bere al sindaco Giampiero Cini culturali invisibili» indiviUN GIOIELLO pani. duati dalla Fondazione TeL’edificio Nel programma dell’Ammilecom Italia. L’espressione nistrazione si legge: «Si ritie«beni invisibili» si riferisce è stato censito ne impegno prioritario il redalla Fondazione ai giacimenti d’arte che si cupero e restauro del teatro trovano nei depositi dei noTelecom comunale, dove dar vita a stri musei, ma anche ai beni fra i beni una stagione di spettacoli di immobili non visibili perrespiro internazionale così ché chiusi e abbandonati, culturali da soddisfare le esigenze che invece potrebbero diinvisibili non solo della città, ma ventare, con un progetto di dell’intero territorio gardevalorizzazione, una risorsa sano e valsabbino, nonché economica e turistica. Tra quelle di un pubblico turistico europeo questi, appunto, il teatro salodiano, digravitante sul lago di Garda». Il tema, ventato protagonista di un video in cui dibattuto da anni, è stato affrontato anla ballerina classica Lucia Monaco danche in Consiglio comunale: «Mi si dirà za sulle punte in quel che resta del teaha detto Cipani - che non ci sono le ritro, un gioiello che, come tanti in Italia, sorse. Evidentemente non possiamo è abbandonato da anni al suo decadenpensare di sistemare il teatro a breve. te destino.Il video, intitolato «Lo spettaMa a medio termine si individueranno colo invisibile» (lo trovate su youtube), modi e fondi per farlo: troveremo risordiretto e montato da Giulio Tonincelli, se all’interno del nostro bilancio e non è frutto del lavoro di un gruppo di giovaè detto che non si possano individuare ni artisti bresciani e l’anno scorso riacsoggetti privati che, debitamente coincese il dibattito sulla necessità di recuvolti, ci aiutino e realizzare questo pero della struttura. Altre esortazioni obiettivo, che è un grande sogno». in tal senso giungono ora dal censimenPer molti, invece, è un’operazione imto del Fai. Simone Bottura praticabile: dal punto di vista logistico Fuoriedentro ■ Immagini in bianco e nero del teatro comunale di Salò, un «gioiello» abbandonato dagli anni Sessanta del secolo scorso ALTO GARDA E VALSABBIA Guardia medica, telefoni a posto ■ È stato risolto il problema alla linea telefonica della guardia medica di Alto Garda e Valle Sabbia. Le linee erano rimaste mute alle 21 di venerdì sera, dopodiché le chiamate dirette ai presidi dell’area compresa tra Gargnano, Salò, Gavardo, Vestone, Bagolino e Sabbio, quelle con numerazione a prefisso 0365, erano state girate alla centrale operativa del 118, da dove poi si provvedeva a mettere in contatto gli utenti con i medici. Ora il disguido è stato risolto e tutto è tornato alla normalità. Maderno La Remiera al mondiale dragonboat Tre atleti e un tecnico selezionati per partecipare alla sfida di Poznan L’equipaggio della Remiera di Toscolano Maderno in azione a bordo del dragonboat TOSCOLANO MADERNO Il Garda entra nell’Olimpo del dragonboat. Sono ben quattro i gardesani, atleti della Remiera di Toscolano Maderno, selezionati per rappresentare la nazionale azzurra al campionato del mondo di questa disciplina remiera emergente, che si svolgerà a Poznan, in Polonia, dal 28 al 31 agosto. Sono Elisa Chimini, Paola Inselvini, Massimo Fontana e, in qualità di tecnico, il VCzHMdPuYVghkmD+3fGjkFwrQ0MEB0kula0xeDfiCAE= presidente della Remiera, Paolo Rosina. Si tratta della terza edizione del mondiale per dragonboat, dopo Ungheria 2010 e Milano 2012, in cui la Remiera, punto di riferimento per i gardesani contagiati dalla passione per questo sport, darà il suo contributo alla nazionale. «È più di un anno - spiega Rosina - che questi atleti si allenano e fanno selezioni per portare all’appuntamento iridato il meglio del dragonboat italiano». Il dragonboat, conosciuto anche come «canoa cinese», è praticato da un equipaggio di 20 pagaiatori, un tamburino e un timoniere. Non è una disciplina molto diffusa in Italia, ma negli ultimi anni, grazie anche all’attività promozionale della Federazione italiana canoa e kayak, sta prendendo piede in molte zone. La Remiera di Toscolano è una delle realtà di punta, a livello nazionale, di questo sport. Lo confermano i risultati ottenuti in occasione del campionato italiano 2014 disputato a Sabaudia: un prestigioso argento sulla distanza dei 500 metri e un dignitoso quarto posto sui 200 metri (con podio mancato solo per pochissimi centesimi). Nel 2014 il nome della Remiera è salito agli onori delle cronache sportive anche per i risultati ottenuti nelle discipline della canoa, del kayak e della canadese biposto. Soddisfazioni sono giunte anche dalle bisse: la Remiera ha concluso il tradizionale campionato remiero gardesano al quinto posto. Ma la stagione non è ancora finita e ora c’è l’appuntamento in Polonia. presenza dellezanzare cheporta la fognatura.C’èpoi da considerareil danno ambientale perché recita una dellesegnalazioni tutto vienepoi scaricato a lago a circa 200 metri di distanza da dove si fa il bagno. I disagi più recenti si sono verificati a inizio e metà agosto quando il fossato si è trasformato in una fognatura». Polpenazze È impossibile stabilire il sesso di «Gabry» POLPENAZZE Il mistero non sarà svelato. Nemmeno le più sofisticate tecniche d’indagine degne di Csi, consentiranno di dare un volto definitivo a Gabry. Di dire cioè se quel cranio venuto alla luce nel 2012 nel corso degli scavi nel sito preistorico del Lucone risalente a circa 4 mila anni fa, apparteneva ad un bimbo o ad una bimba. Di Gabry si è saputo molto, ma non si è riusciti a stabilire il sesso. Il teschio fu rinvenuto nell’estate del 2012 nel corso della campagna di scavo estiva nel sito del Lucone, dove era emersa nel 1965 la piroga della preistoria, resa famosa dalla prima pagina della Domenica del Corriere disegnata da Walter Molino. Il cranio quasi intero giaceva appoggiato sopra due pali e attorniato da pezzi di corteccia di ontano. Fu battezzato «Gabry» in onore del suo scopritore Gabriele Bocchio. L’esperto, dall’esame della dentatura, aveva subito stabilito che il piccolo aveva un’età compresa fra 3 e 4 anni. E, ovviamente, ci si interrogò sul sesso e su cosa ne avesse provocato la morte. Fu appurato che non fu colpa dell’incendio che distrusse la palafitta nel 1969 a.c., cioè 3.975 anni fa, ma una malattia. Stroncato più precisamente da un’infezione all’orecchio sommata ad una forma di anemia. A stabilirlo era stato il prof. Alessandro Canci, paleontologo, docente dell’Università di Padova grazie alla presenza nell’osso del cranio di una malformazione. Il passo successivo consisteva nell’individuazione del sesso del bimbo dell’età di 3, al massimo 4 anni. Doveva essere il prof. Cristiansen ad effettuare in Danimarca l’accertamento attraverso il prelievo e l’utilizzo di un dente. Ma l’operazione è stata abbandonata perché è emerso che con questo sistema non si riuscirebbe ad estrarre Dna capace di dare una risposta. La notizia è stata data da Marco Baioni, direttore del museo archeologicodella Valsabbia di Gavardo e degli scavi in corso fino a settemmor bre sempre nel sito del Lucone.