Il congedo matrimoniale? Anche alle coppie gay
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Il congedo matrimoniale? Anche alle coppie gay
Regione Attualità Corriere del Veneto Sabato 12 Luglio 2014 7 VE Lavoro e società Il colosso delle spedizioni ha sperimentato nella sede veneziana il nuovo integrativo aziendale, ora esteso a tutto il gruppo Il congedo matrimoniale? Anche alle coppie gay Intesa rivoluzionaria alla Dhl: «La diversità rappresenta un vantaggio competitivo» Per loro niente licenza Maurizio e Michele, coppia gay italiana: i due si sono sposati a Oporto (Portogallo) VENEZIA – Per la prima volta il congedo matrimoniale sarà concesso anche per le unioni di fatto, dunque pure alle coppie gay. E non per estemporanea concessione di un’impresa sfiancata da un impiegato insistente, bensì in maniera stabile a tutti i dipendenti (complessivamente 2.500) che ne faranno richiesta, in base a quanto previsto dal nuovo contratto integrativo aziendale. Accadrà alla Dhl, colosso delle spedizioni espresso e della movimentazione merci, protagonista con le organizzazioni sindacali di un’innovativa intesa che contiene avanzate misure di conciliazione dei tempi del lavoro e della famiglia, a lungo sperimentate nella sede veneziana di Marcon (Venezia) e ora estese al resto delle filiali italiane anche grazie alla spinta di un manager padovano, da poco diventato direttore del personale per l’Italia. Il gigante tedesco conta in Veneto centri logistici e call center sparsi fra Venezia, Pa- ratteristica tutelata dalla legge, rappresenta un punto di forza che permette a Dhl un vantaggio competitivo in termini di massima produttività possibile, creatività ed efficienza». Per questo, i quindici giorni solitamente dedicati alla luna di miele saranno accordati anche agli addetti che non possono (o non vogliono) sposarsi, purché presentino uno stato di famiglia che attesti lo stato di convivenza per almeno un anno. «Sto con la mia compagna da undici anni – esulta Denise Beccalli, dipendente di un’unità lombarda di Dhl – e vorrei fruire di questa opportunità il giorno in cui i matrimoni fra persone dello stesso sesso saranno legali anche in Italia. Ma se ci vorrà troppo tempo, mi sa che ne beneficerò anche prima. Peccato non possa farlo anche la mia fidanzata, visto che lavora per un’altra azienda». Non alla Dhl, infatti, impresa che non nasconde di aver fatto i propri conti, ma in maniera responsabile. «Siamo un’azienda di servizi che è fatta da persone – riflette Piermattia Menin, responsabile delle risorse umane per l’Italia – e abbiamo riscontrato che le persone lavorano meglio quando stanno meglio». Come le donne che, oltre al part time verticale e solidale, potranno ottenere pure quello reversibile fino al compimento dei 3 anni del figlio. «Se ci siamo fatte una famiglia, è stato anche grazie a un’azienda che ha saputo venirci incontro», dice Sara Lapiccirella, delegata della Filt Cgil nella sede di Marcon. Hanno detto Piermattia Menin In azienda le persone lavorano meglio quando stanno meglio Federica Vedova Un’apertura straordinaria, vorrei dire addirittura rivoluzionaria dova, Treviso, Vicenza, Verona e Belluno, con una presenza femminile pari mediamente al 70%, quota che si alza all’85% a Marcon. È qui che sono state testate inedite soluzioni pensate in particolare per le mamme. «Una sensibilità verso la persona – commenta Federica Vedova, segretaria regionale della Filt Cgil – che abbiamo visto riflessa anche nell’apertura straordinaria, vorrei dire addirittura rivoluzionaria per i tempi che corrono, nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici omosessuali, o comunque non sposati, che vivono ugualmente in coppia. Finalmente si è ragionato di valori, segnando una vera e propria svolta culturale». Il cambio di marcia è sintetizzato in un passaggio del verbale di accordo, in netta controtendenza rispetto a vicende come quella di Maurizio Sammito, il bancario trevigiano convolato a nozze in Portogallo col compagno Michele, ma costretto a fare causa al gruppo Intesa San Paolo per la mancata assegnazione della licenza matrimoniale: «Come azienda operante in un settore globale, la diversità, intesa come di genere, di razza, di religione, di età, di disabilità, di orientamento sessuale, di nazionalità e di qualsiasi altra ca- Sposarsi in Veneto Quelli che scelgono la nostra regione Dagli scozzesi con il kilt alla sposa in bianco che scende sullo snowboard Le folli nozze degli stranieri TREVISO – Se è prevista acqua alta, fa trovare agli sposi gli stivaloni impermeabili usa e getta in albergo (bianchi per le signore, neri per i gentiluomini). Spiega loro che no, non possono arrivare a cavallo in piazza San Marco. Se vogliono una torta con un teschio il problema non si pone nemmeno, torta con teschio sarà. E se intendono convolare a nozze in mezzo alla neve, e celebrare il matrimonio ad alta quota, anche questo si può fare. Basta chiedere. È il lavoro della wedding planner, attività che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede, ma stavolta c’è un dettaglio che fa la differenza: le richieste arrivano da coppie straniere che scelgono il Veneto come contesto per il loro giorno più bello. La città più ambita è – manco a dirlo – Venezia, ma sono gettonate anche Verona, dove vince il fascino della Casa di Giulietta; Malcesine, dove il Comune Gemma offre una terrazza con panoramica sul Lago di Spagnol Garda; Asolo e i suoi La richiesta colli e Treviso. Proprio più strana? A qui, ieri mattina, sono convolati a nozze dopo San Marco 23 anni di vita insieme con i cavalli Stuart David Henderson e Marie Summers McLeod, scozzesi: lui in kilt, come vuole la tradizione, lei in un luminoso abito bianco. Le testimoni erano le rispettive figlie e in prima fila c’era il figlio della coppia – rigorosamente in kilt, of course. Si erano innamorati della Marca durante un viaggio, qualche anno fa, e hanno voluto pronunciare in città il fatidico sì, accompagnati dalla famiglia e dagli amici. Sono arrivati da Clydebank, una città del West Dunbartonshire, in camper: quattro settimane in giro per l’Europa, al centro delle quali sta proprio il matrimonio di ieri. Ma organizzare un evento simile abitando oltreManica non è proprio facile. E così ci ha pensato Gemma Spagnol, che assieme alla socia Daniela Biscaro ha aperto nel 2007 un’agenzia di wedding planner, la Italy2wed, per stranieri: Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA Matrimoni dal mondo A sinistra, il matrimonio scozzese ieri a Treviso; sopra, la sposa scende in snowboard da un rifugio a Cortina; a destra un superclassico: sposi a Venezia. (foto di Alfonso Lorenzetto) «Pensiamo a tutto, dall’assistenza burocratica all’accompagnamento in consolato, dal fotografo, ai fiori, alle prenotazioni nei ristoranti e nelle ville. A volte troviamo anche i testimoni, se gli sposi sono in viaggio da soli». GUARDA LA FOTOGALLERY I matrimoni degli stranieri in Veneto su www.corrieredelveneto.it Di aneddoti su questi pazzi matrimoni, in tanti anni di attività, ce ne sarebbero da riempire un libro. Unico nel suo genere rimane quello di due giovani inglesi che, lo scorso aprile, si sono sposati in un rifugio, a 2.500 metri, sopra Cortina: gli ospiti (compreso il celebrante) sono arrivati con sci e scarponi in seggiovia, e dopo il sì gli sposi sono scesi sullo snowboard. Singolare è stato anche un matrimonio emo-gotico, con gli invitati vestiti di A Jesolo Mendicante romeno, era stato filmato a Venezia mentre camminava senza problemi Il falso disabile scoperto grazie al video su Fb JESOLO — Lo avevano ripreso mentre passeggiava senza alcun problema tra le calli veneziane e poi avevano postato il video su Facebook. E il filmato è diventato virale in pochi minuti, tanto da raggiungere centinaia di condivisioni. Anche grazie al tam tam sul social network, la polizia locale di Jesolo è riuscita a incastrare un finto invalido che chiedeva l’elemosina sulle strade della provincia veneziana. Raggiungeva il «luogo di lavoro» a piedi, camminando normalmente. Ma poi, tutto ad un tratto, si trasformava. Gli bastava estrarre un bastone e cominciava improvvisamente a zoppicare, tutto tremolante, supplicando i passanti di fargli un’offerta. In molti ci saranno cascati, a vederlo muoversi con tanta difficoltà. Ma non le forze dell’ordine, che lo hanno subito riconosciuto. I vigili jesolani lo hanno pizzicato proprio mentre cercava di elemosinare del denaro lungo via Verdi. E così C.T., romeno di 56 anni, in Italia senza fissa dimora, è stato denunciato. Gli agenti sono riusciti a riconoscerlo grazie al filmato condiviso da molti veneziani sui social network. Il video, pubblicato ai primi di giugno, ha permesso di identificare il mendicante furbetto e di smascherarlo. Accompagnato al comando di polizia locale per essere fotosegnala- to, il romeno non ha mai cercato di ribellarsi. Anzi, non appena i vigili lo hanno scoperto, ha rinunciato alla sua finta invalidità e ha camminato normalmente durante il tragitto. C.T. è stato quindi denunciato per avere abusato della credulità popolare, violazione punita dall’articolo 661 del codice penale. Il romeno rischia una condanna all’arresto fino a tre mesi e una multa che supera i mille euro. Nell’occasione, la polizia gli ha sequestrato anche il bastone, che il mendicante utilizzava per sembrare più credibile agli occhi dei passanti. Eleonora Biral © RIPRODUZIONE RISERVATA GUARDA IL VIDEO Falso disabile cammina corrieredelveneto.it nero e la torta decorata con un teschio. E quello di una coppia di attori che ha scelto abiti fluo. C’è chi ha voluto figuranti mascherati ad accompagnare la sposa in chiesa o chi si è portato il «master of ceremony» in divisa rossa. Gli stranieri che scelgono il Veneto non sono necessariamente dei «paperoni», talvolta colgono l’occasione per unire matrimonio e luna di miele. Gli sposi sono sempre carichi di entusiasmo, ma a volte bisogna riportarli alla realtà: «Una ragazza americana voleva arrivare a San Marco su una carrozza trainata dai cavalli e avere nelle foto, come sfondo, le Dolomiti – rivela la wedding planner -. Un’altra, di religione protestante, mi ha chiesto di potersi sposare a San Pietro, e che a officiare fosse il Papa». Non tutte le storie sono a lieto fine, però. «Purtroppo – ammette Gemma con un velo di tristezza - è successo che dopo un anno di lavoro e la cura di ogni dettaglio, e dopo che 15 persone erano arrivate in aereo dal Canada, la sposa non se l’è più sentita e ha mandato a monte tutto. Mi ha chiamata alle 6 e 20 del mattino in cui dovevano celebrarsi le nozze. Tutto cancellato». Col corteo nuziale che, invece di lanciare il riso, se n’è andato a spasso per Venezia. La wedding planner non passa le giornate a parlare di fiori e pasticcini, diventa punto di riferimento per tutto. «Una volta ho accompagnato lo sposo a fare il vaccino in ospedale, una sera mi sono ritrovata a dar da mangiare a un bambino mentre in sala tutti festeggiavano, e bisogna correre per presentare i documenti che talvolta arrivano incompleti». Ci sono il rito civile in Comune, quello religioso cattolico o ebraico, il rinnovo dei voti e anche il matrimonio simbolico di chi è già ufficialmente legato ma vuole trasformare una firma in un giorno davvero speciale, in spiaggia o in un castello. «Una coppia statunitense – racconta Spagnol – si era sposata in un ufficio perché lui era un militare. Ma lei sognava il vestito bianco e ha voluto che il suo sogno si avverasse Venezia». Sono esigenti gli sposi stranieri? «Sì, certo. Ma mai quanto gli italiani». Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA