Il bluff Tremonti
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Il bluff Tremonti
il mensile del vivere naturale n.164 marzo 2011 distribuzione gratuita slovenia a tutto carbone il bluff tremonti giovani e trasporto pubblico spazziamo la spazzatura gli appuntamenti di marzo MAGNESIO SUPREMO naturalmente ANTISTRESS La carenza di magnesio si può manifestare con: • stress • stanchezza • irritabilità, nervosismo • mal di testa • sonno agitato • difficoltà ad addormentarsi • sindrome premestruale • spasmi e crampi muscolari • irrigidimento e dolori muscolari • fragilità ossea • stitichezza PERCHÉ MAGNESIO SUPREMO ®: Formula originale. Ciclo di produzione dedicato senza contaminazione di sostanze estranee. Selezione accurata delle materie prime. No OGM. Acido citrico da fermentazione naturale. pH e RDA (dose giornaliera consigliata) ottimali per una completa assimilazione. OLO ALE ! 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Nel frattempo l’ineffabile sottosegretaria agli esteri, Stefania Craxi (una che di corrotti s’intende), il 18 febbraio – mentre la polizia libica stava massacrando i manifestanti - dichiarava: “le critiche al governo di Tripoli sembrano non scalfire il forte rapporto tra Gheddafi e il suo popolo”, mentre il 19 gennaio, in visita a Tunisi dopo la fuga di Ben Alì, aveva detto che: “il regime per anni ha consentito sviluppo… non bisogna correre il rischio di buttare il bambino con l’acqua sporca”. D’altronde anche Berlusconi il 19 febbraio, alla domanda se avesse chiamato l’alleato-amico Gheddafi nei giorni della rivolta, aveva risposto: “La situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno”. In effetti le decine di morti dei primi giorni stavano diventando centinaia: come si fa a importunare chi è tanto occupato ad organizzare una strage? SOMMARIO 4 Slovenia a tutto carbone 13 Spazziamo la spazzatura 14 La mia città. Unica. Auguri da parte di tutta la redazione di Konrad a Luciano Comida per una pronta guarigione Konrad Mensile di informazione di Naturalcubo s.n.c. Redatto dall’Associazione Konrad via Corti 2a - 34123 Trieste Fax 1782090961 [email protected] - www. konradnews.it Aut. Trib. di Udine n. 485 del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste Direttore editoriale: Roberto Valerio Direttore responsabile: Dario Predonzan Il treno dei faraoni 5 Il bluff Tremonti 6 Nel magma di Piumini 7 Giovani e trasporto pubblico 8 Debito ecologico e sociale nell'Ecuador 9 Serge Latouche a Trieste 10 Libri 12 Chi ha paura di aver paura? Siamo tutti intelligenti 2 15 Assistenti familiari straniere e comunità locale 16 Trieste "musicalissima" Trieste is rock 17 Belarus Free Theatre 18 Cinema 19 Teatri di confine 20 Alimentazione 21 La pecora istriana 22 Cinofilia 23 Colonna vertebrale 24 Il bastone o la carota? 27 Appuntamenti di marzo Pubblicità: Alex Cibin cell. 340 4000934 [email protected] Copertina: Foto di Tiziana Gramaglia Hanno collaborato: Sara Biasutti, Maria Grazia Beinat, Nadia e Giacomo Bo, Lia Brautti, Felice Mill Colorni, Luciano Comida, Stefano Crisafulli, Adriana De Caro, Daniela De Narda, Giorgio Dendi, Sergio Franco, Óscar García Murga, Francesco Gizdic, Gianfranco Manfredi, Luisella Pacco, Guido Pesante, Giuliano Prandini, Livio Prodan, Riccardo Redivo, Marco Segina, Gianni Ursini, Severino Zannerini, Barbara Žetko Grafica e stampa: Tip. Villaggio del Fanciullo - Opicina Trieste - [email protected] Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. Konrad inoltre non si assume la responsabilità dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzati non è di responsabilità dell’editore. è vietata la riproduzione e l’utilizzazione esterna del materiale qui pubblicato, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Informativa sulla legge che tutela la privacy. In conformità della legge 675/96 sarà nostra cura inserire nell’archivio informatico della redazione i dati personali forniti, garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per l’invio del giornale. Ai sensi dell’art. 13 della legge 675/96 i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla redazione. 4 Konrad marzo 2011 Slovenia a tutto carbone Non c’è solo il nucleare a minacciare il nostro futuro. Il Governo italiano ha infatti in programma un rilancio in grande stile di questa fonte, contro ogni logica. Anche altri Governi (non molti, in verità) sembrano intenzionati a costruire nuove centrali atomiche. Tra questi c’è la vicina Slovenia, che sta cercando partner stranieri – risulta che il premier Pahor ne abbia parlato con Obama durante la sua recente vista negli USA – per il raddoppio della centrale di Krško. Ad entrare nel business di questo impianto com’è noto sono anche altri, come il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Tondo, supportato dagli industriali nostrani e non solo. Si tratta però di progetti a lungo termine, che dovranno superare molti ostacoli, economici e normativi – per non parlare dell’opposizione delle comunità locali - prima di concretizzarsi. In Italia si terrà poi, la prossima primavera, anche un referendum sulla legge voluta dal Governo per riaprire la strada al nucleare. Ci sono però altri progetti, non meno perniciosi per l’ambiente, che stanno procedendo senza troppi ostacoli. Sono quelli per la riconversione a carbone di centrali ad olio combustibile (è il caso, in Italia, delle centrali ENEL di Porto Tolle, nel delta del Po, e di Civitavecchia), o per l’”ammodernamento” di centrali a carbone esistenti. Come sta per accadere in Slovenia, a Šoštanj. Qui, a 22 km in linea d’aria da Celje, esiste dagli anni ’50 una centrale con quattro gruppi alimentati a carbone, per complessivi 725 MW (più 84 MW su turbine a gas), che produce 3.500-3.800 GWh/anno di elettricità (circa un terzo del consumo annuo della Slovenia), più 200-450 GWh/anno di energia termica, usata per il teleriscaldamento nelle aree abitate circostanti. La centrale consuma 3,5 – 4,2 milioni di tonn/ anno di lignite (il carbone più “sporco” che ci sia), estratta dalla miniera di Velenje. La società che gestisce l’impianto, Slovenske Elektrarne, ha deciso però di sostituire i vecchi gruppi a carbone con uno nuovo e più efficiente da 600 MW. Ciò comporterebbe, sostiene il gestore, un grande vantaggio ambientale, poiché le emissioni di anidride carbonica (CO2) passerebbero dagli attuali 1,25 kg per kWh prodotto a 0,87 kg/kWh. Un valore, in ogni caso, più che doppio rispetto alle moderne centrali a ciclo combinato a metano, che emettono 0,36 kg/kWh di CO2. Il fatto è che rinnovando la centrale di Šoštanj la Slovenia si condanna ad emettere, per molti decenni, CO2 in eccesso, rispetto all’obiettivo, confermato dai leader dell’Unione Europea nel summit sui problemi energetici tenutosi ai primi di febbraio, di ridurre le emissioni dell’80-95% (rispetto ai valori del 1990) entro il 2050. Quest’obiettivo, per essere raggiunto, richiederebbe “una rivoluzione dei sistemi energetici che deve iniziare ora”, attraverso investimenti nello sviluppo delle fonti rinnovabili, la promozione dell’efficienza energetica, la costruzione di “smart grids” (le reti elettriche intelligenti, fondamentali per un La centrale termoelettrica di Šoštanj futuro energetico a bassa intensità di carbonio), ecc. Il carbone, in uno scenario del genere, non può – o non dovrebbe – trovare alcuno spazio. Invece, le principali banche istituzionali dell’UE, la EIB (European Investment Bank) e l’ERDB (European Bank for Reconstruction and Development), hanno pensato bene di concedere un prestito agevolato di 750 milioni di Euro, su un investimento totale di 1,2 miliardi, per la costruzione del nuovo gruppo da 600 MW a lignite della centrale di Šoštanj. Sconcertante la risposta data dagli uffici del Commissario europeo all’ambiente, Janez Potočnik (che per inciso è sloveno), di fronte alle proteste di varie ONG contro i finanziamenti alla nuova centrale: “Ovviamente incoraggiamo gli Stati membri a muoversi verso le tecnologie più pulite, ma la questione (della centrale di Šoštanj, ndr) non infrange nessuna regola e dunque è competenza degli Stati membri”. Ponzio Pilato non avrebbe saputo dire meglio. Dario Predonzan Il treno dei faraoni Le osservazioni del WWF sulla TAV Venezia - Trieste Oltre cinquanta pagine di relazioni trasportistiche, idrogeologiche, ambientali, con raffronti progettuali, citazioni di leggi e direttive comunitarie, dati precisi e dettagliati: è solo la “prima rata” di osservazioni per la VIA sul progetto preliminare della TAV Venezia-Trieste, presentate dal WWF il 21 febbraio scorso, ultimo giorno utile. Un documento cui hanno collaborato ingegneri, naturalisti, speleologi ed esperti di infrastrutture, che contesta nel merito le svariate migliaia di pagine consegnate alla fine di dicembre da RFI-Italferr. è stato uno sforzo immane di analisi dei documenti (683 solo per la Ronchi-Trieste e 446 per la Portogruaro-Ronchi) e di integrazione fra i dati, anche a causa dello “spezzatino” (o project splitting) in quattro tronconi in cui i proponenti hanno suddiviso il progetto della linea veneto-friul-giuliana, avviando altrettante procedure VIA distinte. Una pratica, peraltro, più volte censurata dalla Commissione Europea. Di qui la decisione dei WWF Veneto e Friuli Venezia Giulia di presentare un reclamo alla Commissione europea, richiedendo l’avvio di una nuova procedura VIA dopo che i quattro tronconi saranno stati riuniti in un unico progetto e gli studi saranno stati integrati con le parti mancanti, cioè l’analisi costi-benefici ed il piano economico-finanziario. Mancanze, queste, evidenziate anche nelle osservazioni che, punto per punto, smontano il castello di argomenti di RFI-Italferr a giustificazione della mega infrastruttura ferroviaria. A partire dal confronto con il progetto del 2003 per la tratta Ronchi-Trieste, ritirato perché bocciato sia dal Ministro dei Beni Culturali, sia dalla Commissione VIA del Ministero dell’ambiente, e in rapporto al quale l’attuale tracciato non comporta minori criticità ambientali, specie per quanto concerne gli impatti sul patrimonio speleologico carsico (sono previsti 24 km di gallerie). Le osservazioni del WWF si soffermano anche sulla quantità (quasi 9 milioni di metri cubi di roccia!) e sul destino dei materiali di scavo, sugli impatti relativi al traffico (circa 900 mila viaggi di camion sulla rete viaria locale solo per il trasporto della roccia scavata…) e le conseguenti emissioni inquinanti nell’atmosfera, nonché sulle alternative non considerate. è addirittura umoristico che l’unica “alternativa” menzionata da RFI-Italferr sia proprio l’assurdo progetto del 2003, bocciato ignominiosamente – come si è detto – dai ministeri competenti. Quanto all’impatto sugli ecosistemi, la TAV Venezia -Trieste è definita “insostenibile sia in rapporto agli obiettivi di conservazione della rete Natura 2000 sia, più genericamente parlando, in rapporto al territorio attraversato”. Manca soprattutto una seria motivazione della necessità dell’opera, definita “strategica” solo perché inserita nell’elenco di quelle previste dalla “Legge Obiettivo”, senza che ne sia in alcun modo dimostrata (a fronte di un costo stimabile in ben oltre 6 miliardi di Euro) l’effettiva capacità di trasferire quote rilevanti di traffico passeggeri e merci dalla gomma alla rotaia. La durata stimata dei lavori della Venezia-Trieste è di alcuni decenni, ma sia i programmi di crescita dei traffici portuali, sia l’insostenibile situazione del trasporto merci e passeggeri nel nord est d’Italia, troppo sbilanciata a favore di auto e TIR, richiederebbero interventi a breve-medio termine, per migliorare e rendere efficiente il trasporto ferroviario (sfruttando la capacità inutilizzata delle linee attuali), senza sprecare tempo e risorse su progetti faraonici che con ogni probabilità non saranno mai realizzati. O se saranno iniziati, non saranno mai portati a termine. D.P. Nel sito www.wwf.it/friuliveneziagiulia, sezione “documenti”, sottosezione “trasporti e grandi opere”, il testo integrale delle osservazioni del WWF sulla TAV Venezia-Trieste e molto altro materiale attinente 5 Konrad marzo 2011 il bluff tremonti Giovanni La Torre è un economista di scuola keynesiana, per molti anni manager del settore finanziario. Ha scritto per le edizioni Melampo (la casa editrice fondata da Nando Dalla Chiesa) un pamphlet sull’“opera intellettuale” del ministro Tremonti (Il grande bluff. Il caso Tremonti: vita, opere e pensiero del genio dell’economia italiana, pp. 204, 16 euro). “Opera intellettuale”, più che semplice attività di governo. Perché il ministro ritiene che «viviamo in un tempo in cui l'intellettuale è politico, e il politico, se non è intellettuale, non è». Quel tempo sembra in realtà passato da un bel po', ma tanto vale prenderlo in parola, ha pensato La Torre. Del resto, Tremonti non è Previti, non è Cuffaro, non è Carfagna, non è Minetti. E non è neppure assimilabile ai suoi amici o sodali Bossi e Berlusconi. È uno che ha toccato l'apice del successo come avvocato tributarista, ma è anche uno che scrive libri, parecchi libri: un'eccezione, insomma. La Torre quei libri se li è letti e studiati tutti, sorpreso dal fatto che quasi nessun altro sembrasse averlo fatto. Quando un importante ministro in carica pubblica un libro, in un paese cortigiano come il nostro, di solito lo si recensisce con qualche rispetto, ma prudentemente ci si guarda bene dal prenderlo sul serio, salvo si appartenga alla specie degli accademici superciliosi e ancora consapevoli del proprio ruolo che, come l’economista del Corriere Francesco Giavazzi, gli hanno dato in buona sostanza dell’ignorante («Se gli chiedo che cos'è un grafico Is-lm o che cosa sono i classici, lui non lo sa»). Altri, come l’ex liberale (ora berlusconiano) Piero Ostellino, se la sono cavata attribuendogli diplomaticamente «troppa intelligenza», adatta a uno che forse è «più un teologo medievale che uno statista». Per il resto, grandi ossequi al ministro intellettuale: se poi il ministro in questione si atteggia a critico del "mercatismo" - termine, nota La Torre, inesistente nella scienza economica e intraducibile in altre lingue - anche qualche esponente un po' naïf dell'opposizione "antagonista" (è stato il caso di Bertinotti) si sentirà chiamato in causa e lusingato nei panni dell'interlocutore preso sul serio. A proposito, sarà forse a causa delle difficoltà di traduzione che un intellettuale di tale livello risulta poco esportabile, se si eccettua una traduzione in portoghese comparsa in Brasile e una sponsorizzata (vulgo: pagata) dal locale Istituto italiano di Cultura in Giappone. Si è detto che La Torre è economista di scuola keynesiana, e non ne fa mistero. Il suo libro può però piacere altrettanto a chi ne condivida le opinioni in materia di economia quanto al più radicale dei liberisti, dato che in sostanza dimostra come, nel corso di pochi anni, Tremonti abbia sostenuto tutte le tesi e il loro esatto opposto. L'assenza totale di una "veduta lunga", che è la caratteristica più catastrofica della politica occidentale contemporanea e su cui aveva richiamato l'attenzione in uno dei suoi ultimi interventi Tommaso Padoa-Schioppa, il predecessore di Tremonti, goffissimo comunicatore politico, ma statista di tutt’altra caratura politica e intellettuale, è quel che soprattutto consente alla politica di prendersi gioco dei cittadini, dei media, degli avversari sprovveduti. Così Tremonti può impunemente vantarsi di avere previsto e ammonito il pubblico e i colleghi dell'avvicinarsi del crollo dell'economia finanziaria occidentale, quando La Torre dimostra, citazioni alla mano, che ne prese atto solo dopo che la crisi era già iniziata da oltre un anno; di avere messo per tempo in guardia contro i rischi della eccessiva finanziarizzazione dell’economia internazionale, quando in precedenza aveva indicato come modello da seguire in tutto e per tutto quello irlandese e aperto agli enti locali italiani la via a speculazioni disastrose da effettuare col denaro dei contribuenti; di avere prima affermato che «non ci sono giustificazioni» per qualunque forma di condono, soprattutto fiscale, equiparandolo a una «indulgenza plenaria per i peccatori del fisco», e di esserne stato poi il principale sostenitore; di combattere da sempre la prevalenza della finanza sulle scelte della politica, quando in precedenza aveva proposto, letteralmente, l’abolizione di ogni norma regolatrice salvo solo quelle previste dalle leggi penali; di avere sostenuto l’idea di passare dalla tassazione delle persone a quella delle cose e a un radicale “federalismo fiscale”, salvo aver poi concorso ad abolire l’ICI, sola tassa federalista e patrimoniale esistente nell’ordinamento italiano; di predicare un convinto europeismo – e perfino, e giustamente, gli eurobonds – oggi che il crack sarebbe assicurato per un’Italia costretta a navigare da sola nel mare della crisi avendo lui e B. come nocchieri, dopo aver sostenuto un sostanziale smantellamento delle istituzioni europee; di avere sempre affermato il primato della politica e della volontà popolare, capace in sostanza di lavare berlusconianamente da sola ogni delitto commesso dai governanti, quando all'epoca di Tangentopoli aveva salutato nel pool di "Mani pulite" il risorgere del «giudice vindice medievale» contro le malefatte della cleptocrazia (“governo dei ladri”: formula, anche questa, non sua, ma copiata da Giulio Sapelli). Per non parlare dello sciocchezzaio degli ultimi anni, segnati dalla svolta clericale dell’ex commentatore socialista del “Manifesto”. «Per la prima volta nella storia ciò che è tecnicamente possibile non è automaticamente lecito dal punto di vista morale»: risulta che l’avesse già sostenuto Tibullo a seguito dell'invenzione delle spade. O delle fantasie complottarde e delle geremiadi contro la modernità - tutta la modernità, salvo come ovvio e prevedibile la televisione - con la conclusione finale che «questo è un punto della storia in cui non devi andare a leggere i libri di economia, ma la Bibbia». E questo è il pensiero economico di uno considerato fra i meno peggio dei nostri attuali governanti. Felice Mill Colorni Banca Etica nella regione Friuli Venezia Giulia Promotori finanziari Alice Pesiri - Via Donizetti 5/A, Trieste - tel. 040 638472 - 347 2690400 - [email protected] Dario Francescutto - Via S.Francesco 37 - Udine - tel. 0432 500744 - [email protected] Punti informativi Gorizia – Referente Rita Calligaris (Staranzano) tel. 348 7722120 - [email protected] Pordenone – c/o “L’altra metà”, Via della Motta - tel. 0434 524228 - [email protected] Trieste – Via Donizetti 5/A - tel. 040 638472 - [email protected] - www.bancaetica.org/trieste Udine – Via San Francesco, 37 - tel. 0432 500744 - www.bancaetica.org/udine Tolmezzo – c/o Comunità di Rinascita - Via G.Bonanni 15 - tel 0433 40461 6 Konrad marzo 2011 Nel magma di Piumini Roberto Piumini (che ho incontrato nella sua casa di Milano il 5 gennaio di quest’anno) è un vulcano perennemente attivo: nato nel 1947, è poeta per bambini, per adulti, scrittore, attore, cantante… L’ingegno, le idee, le esperienze di Piumini sono un magma colante di vita non circoscrivibile in un’intervista. Qui di seguito troverete un piccolo estratto dal suo magma incandescente, un fiume narrativo che qui paleserà la propria densità in qualche goccia. Buona avventura! [Con la marea piuminiana, la mia domanda iniziale sulla messa in musica dei suoi testi si è perduta, è colata a picco per emergere in risposte che la sfiorano] Il mio problema, forse l’hai capito, è quello della – non è snobberia – totale incapacità, insofferenza, ad applicarmi alla difesa, promozione, valorizzazione delle mie cose. Per cui io non ho tutti i miei libri, perché sarebbe impossibile, non li curo, non sto a preoccuparmi […] se si trovano, se non si trovano, se mi scrivono: “ma non troviamo il suo libro”: che ci posso fare? Chiedetelo, non so. Vivo nella palese illusione che gli editori facciano il loro lavoro. […] Ecco, una cosa – che poi ha a fare con la musica (perché molte di queste cose sono diventate anche opere o elaborazioni musicali) – sono i miei famosi “scritti locali”: io, nel corso di un periodo in particolare della mia carriera, […] dagli ottanta fino al ’95, ho scritto una quarantina di testi poetici su materiali locali, cioè materiali che mi venivano dati (fotografie, disegni, memorie, mappe, oggetti, testimonianze, disegni anche artistici, anche elaborazioni fantastiche, reperti sonori, oggettini trasportabili), tutti in scatoloni, con insegnanti che stavano al gioco perfettamente. Io li frequentavo, prima mi sputtanavo con delle classi, facendo vedere il poeta, “eccomi qua, io puzzo come tutti, non sono uno fuori… Bello bello, bravissimo. …sono uno che faccio delle parole, no? Sono uno bravo a fare delle parole, ma bravo cosa vuol dire? Adesso vediamo, facciamo un gioco e lo scopriamo. Datemi qualcosa di qui, del paese, che io non conosco, ma datemelo in una forma abbondante, non esagerata; ragionate un po’ su che cosa può servire a uno che non è di qui per sentire certe cose, per sapere certe cose…. Mettete tutto in uno scatolone tridimensionale, quindi non su carta bianca… poi vengo a prenderlo, me lo porto a Milano, me lo tengo due mesi come voi avete impiegato due mesi a raccogliere il vostro materiale. Mi prendo un bel tempo anch’io, perché tanto contemporaneamente sto facendo altra roba, abbiate pazienza, e io vi giuro e vi prometto che vi porto, primo, una poesia”. Perché? Perché con la poesia sono libero: posso reagire con la poesia molto più liberamente che con la prosa, che avrei bisogno di un ordine, di una… tattica, di una sequenza; invece con la poesia posso darci dentro, poi dopo sarà in realtà una poesia molto riconoscibile, molto narrativa, però sul piano microlinguistico, più micro che macro, potrò fare quello che vorrò. Sarò molto più giocoso con la poesia. “Prometto che sarà una poesia e che avrà dentro tantissime cose vostre. Come? Non lo so, ma vi assicuro che ci saranno tante”, e infatti facevo tutte ’ste robe: mi ricordo ogni tanto entravo in casa, stendevo tutte queste cose, che soprattutto erano cose visive. Gli insegnanti capivano che meno formalizzavano in parole il materiale dei ragazzi, meno loro si creavano aspettative testuali, cioè erano più legati all’emozione, poi avrebbero avuto un atteggiamento, no?, più sensoriale rispetto al testo, rispetto che se avessero creato… Che classi? Beh, prevalentemente medie, ma dal secondo ciclo alle superiori, modello che poi ho continuato a fare con Giovanni [Caviezel] in microlaboratori veloci, chiamati “Immagine e parola”, anche per adulti, per molti anni a seguire. […] Quindi un lavoro bello, per me, stimolante. Bellissima anche la risultanza poi, soprattutto dove c’era l’insegnante che sapeva scavare con il testo, con una facoltà di, come dire, apprendimento dei ragazzini, evidentemente all’ennesima potenza rispetto a Dante, con rispetto parlando, che si trova sul libro, perché a me mi conoscevano, li avevo fatti ridere, li avevo sfidati… Tu sei vivo e sei lì. Sono lì in situazione, poi simpatizzando. Ebbene qui, questa roba grandiosa, è stata la prima ed anche la più bella, questa esperienza […] con cinque classi, coordinate da questa signora professoressa, che poi ha dato origine a rappresentazioni teatrali […], dei filmati e una mostra in una chiesa sconsacrata, in cui c’era il testo mio, e poi tutti i riferimenti che i ragazzi in lettura avevano trovato… cioè una linguistica meravigliosa, da un punto di vista proprio di base. E poi, dopo, pubblicazioni locali, litigi col sindaco, perché c’era stata una strega nel poema che aveva detto certe cose… Vabbé, va benissimo… …e via. Ecco, su quel modello lì ne ho fatte altre, sull’onda di quell’entusiasmo, di quella scoperta: ne ho fatte un’altra quarantina, sparse un po’ dappertutto […]. Chiaro, ci dovevano essere delle persone che avessero cultura, voglia di togliere tutte le sottoculture sulla poesia, eccetera, sufficienti insegnanti un minimo decodificatori (non impauriti o intimiditi dalla poesia) e anche un amichevole sostegno politico per le questioni logistiche e monetarie – perché noi lo facevamo pagare, poco, ma comunque era un lavoro che mi impegnava per periodo lunghi, in cui facevo cinque, sei, sette volte le visite. Quindi una cosa di cui io sono più orgoglioso da un punto di vista, chiamiamolo, politico di tutta la mi scrittura, perché è un modo diverso di essere… […] Spesso mi chiedono: “tu preferisci scrivere per bambini o per adulti?” […] [per bambini] è più facile, certamente, però non è neanche l’ora di spiegargli il perché. Ultimamente io me la cavo così, allora: se per “scrivere per” vuol dire la scrittura proprio letteraria, mi piacciono tutte due le cose: in una faccio un certo tipo di gioco, consapevole, accettato, perché se scrivi per bambini – non ci sono santi – sai che scrivi per bambini, magari non parlerai di gnocca, questo non gliene frega nulla a loro, non farai psicologismi, anche perché non gliene frega nulla. Accetti, no?, il codice, ma non è che fai il bambino tu: lo sai, come quando giochi fisicamente col bambino, non è che usi tutta la forza che hai, con tutte le malizie… Moderi. Moderi, accetti alcune regole, dentro quelle però ti lasci, fai tutto, lo stupisci, lo stimoli, lo sconvolgi, all’interno di un’area di sconvolgibilità linguisticamente chiara. Quando scrivo per adulti è un altro gioco, lì non c’ho che un adulto consenziente davanti a me, posso sfogarmi, anzi tendenzialmente faccio giochi più elaborati. Difatti, come autore per adulti, sono più letterario, molto più letterario degli autori medi per adulti, che mi fanno solo per adulti, perché per compensazione, non perché mi manca questa cosa, ma perché sono giochi che, non facendo da una parte, posso… son due cose belle tutt’e due, e mi piacciono tutt’e due, non vedo il motivo per smettere. Ma se per “scrivere per” gli uni o per gli altri vuol dire l’esperienza globale, non c’è paragone, è infinitamente più bello scrivere per i bambini. Perché? Ma perché se scrivo per adulti cosa mi faccio? Non ti dico una cosa simpatica, mi faccio una pippa mia, bella, mistica, singolare, la metto giù, ah che bravo che sono, c’ho un orgasmo narcisistico, prendo la cosa, la infilo in un libro privato, un oggetto che se ne va attraverso canali monodimensionali in un altro, davanti a un altro singolo che si legge la cosa, gli piace, non gli piace, non sa un cazzo neanche lui, ma da solo; rarissimamente scrive all’autore (“quanto sei bravo”, “quanto sei bello” o “quanto sei coglione”), di solito si consuma la sua esperienza in solitudine. Schak, schak! [batte le mani come per scrollarsi la polvere] Finita lì. Se scrivo ai bambini, per gruppi, per famiglie, per mamme e bambini, per situazioni teatrali, per classi, per gruppi teatrali, mi chiamano, mi scrivono, mi mandano cazzate pazzesche, elaborazioni, disegni tremendi su quello che fanno; ma non importa, mi vogliono incontrare, creano situazioni o le creo io per loro, faccio incontri, spettacoli, trasformo quella roba lì in uno spettacolo, poi glielo facciamo vedere… Tutta un’altra risposta. Riccardo Redivo 7 Konrad marzo 2011 trasporti e ambiente Giovani e trasporto pubblico Cerchi informazioni sul risparmio energetico? vieni La rivista “Trasporto Pubblico”, numero di ottobre del 2010, dedica un lungo articolo a firma di Corinna F. Dora a quello che i giovani chiedono al trasporto pubblico. La giornalista cita in proposito una ricerca dell’Associazione Trasporto Pubblico e dell’istituto Hermes, che parla di un nuovo modello di comportamento dei giovani, applicato anche ai loro spostamenti su mezzi pubblici e cioè l’uso del cosiddetto “multitasking”, ossia la messa in pratica di azioni multiple. Se nel trasporto delle persone le automobili continuano a fare la parte del leone, le nuove tecnologie di intrattenimento di cui sono dotate (navigatore satellitare, dvd, lettore di ipod) non sono sempre conciliabili con una guida attenta e responsabile, afferma la giornalista. Invece nel trasporto pubblico locale si può creare un rapporto virtuoso con le nuove tecnologie. Insomma la cosiddetta “net generation” (cioè della generazione che si serve prevalentemente del computer per acquisire informazioni ed altro) può trovare un motivo di preferenza per il mezzo pubblico, dove servirsi tranquillamente di telefonino e degli altri strumenti preferiti senza correre rischi, che sono fin troppo presenti quando il giovane è alla guida di un mezzo a quattro o, addirittura, due ruote. La ricerca in questione dedica anche un’attenta analisi alle politiche tariffarie agevolate in favore dei giovani. Non mancano numerosi esempi in varie parti d’Italia. Per esempio a Genova l’Azienda municipale prevede un abbonamento vantaggio per tutti i giovani (e non soltanto per gli studenti) al di sotto dei 26 anni. L’Azienda di trasporti di Alessandria, invece, prevede abbonamenti per i giovani a partire da soli 9 euro al mese in base al reddito. E poi c’è l’esempio un po’ sorprendente di Bari, dove l’Azienda di trasporti concede nel periodo natalizio la circolazione gratuita ai giovani sino ai 18 anni. Agevolazioni simili si riscontrano anche a Cosenza, Forlì, Lecco, ecc. Non mancano iniziative settoriali come a Roma, dove quattro autobus ecocompatibili sono messi a disposizione degli studenti e dei dipendenti dell’Università La Sapienza, per non parlare del servizio notturno per le discoteche, che ha trovato applicazione anche a Trieste, per garantire ai giovani il ritorno sicuro a casa. La giornalista di “Trasporto Pubblico” così commenta: “I nativi digitali, che mentre si spostano scrivono sms, parlano al telefonino, smanettano sull’ipod e intanto magari mangiano un panino e bevono una Coca Cola, sono più sicuri sui mezzi pubblici”. A parte il curioso modo di definire i giovani d’oggi come “nativi digitali”, anche se si capisce il perché, l’autrice dell’articolo ricorda il numero di incidenti stradali inaccettabile, a livello europeo ben 41.600 morti nel 2005 e in Italia 14 morti al giorno. Certamente ciò dipende anche dal numero enorme di quanti si spostano quotidianamente in Italia: nel 2008 sono state oltre 32 milioni le persone che hanno dichiarato di spostarsi giornalmente per recarsi nei luoghi di studio e di lavoro. Ben oltre 10 milioni sono studenti, dei quali il 26 per cento dichiara di spostarsi a piedi, mentre la stragrande maggioranza utilizza mezzi di trasporto. Fra i diversi mezzi utilizzati la statistica ci ricorda ancora una volta che l’auto privata prevale. Si spostano con tram e bus circa il 12 per cento e con i pullman circa la medesima percentuale. Tuttavia i giovani non hanno alcun pregiudizio nei confronti del trasporto pubblico e sarebbero pronti a preferirlo a certe condizioni, soprattutto legate alla libertà di cui possono disporre nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Parecchi esempi ci vengono da altri Paesi, principalmente dagli Stati Uniti, di accesso gratuito a internet tramite wi-fi sugli autobus. In Italia il primo esperimento del genere si è registrato a Pordenone a partire dal settembre 2008, con la possibilità, cito testualmente dall’articolo, ”di collegarsi senza costi in modalità wi-fi su due autobus oppure telefonare in modalità voip”. Confesso che ignoro alcuni di questi termini e lascio ai lettori giovani la loro piena comprensione. all’ECOSPORTELLO! Punto informativo gratuito della Provincia di Trieste progettato e realizzato da LEGAMBIENTE orario:martedì dalle 10.00 alle 12.00 venerdì dalle 17.00 alle 19.00 a Trieste in via Donizetti, 5/a telefono:366-5239111 fax: 040-9890553 e-mail: [email protected] www.legambientetrieste.it/Ecosportello.htm l’Ecosportello è anche a Muggia, in via Roma, ogni giovedi dalle 17.00 alle 19.00 Presso l’ECOSPORTELLO riceverai informazio- ni sugli aspetti normativi e sulle agevolazioni fiscali e tariffarie in materia di isolamento termico, sui finanziamenti bancari, sugli impianti solari fotovoltaici e termici e sul risparmio energetico attraverso l’impiego di apparecchiature a elevata tecnologia che possano garantire una riduzione dei consumi e nel contempo ottimizzare le prestazioni. Rendere le nostre abitazioni efficienti energeticamente vuol dire consumare meno energia a parità di confort, quindi risparmiare! è possibile ottenere questi risultati senza sacrifici, mantenendo lo stesso benessere nelle abitazioni, o addirittura migliorandolo. Oggi l’uso dell’energia negli edifici rappresenta circa il 40% della domanda finale di energia. è dunque inevitabile che a scelte energetiche attente corrispondano un risparmio in bolletta e un maggior benessere sociale. Sergio Franco circolo verdeazzurro - trieste Servizio realizzato in collaborazione con Banca Popolare Etica e Arci Nuova Associazione Trieste 8 Konrad marzo 2011 Le farfalle e le cavallette Debito ecologico e sociale nell'Ecuador Discarica L’Ecuador presenta una proposta ai Paesi più sviluppati per ridurre l’emissione di CO2 e il danno che questo causa al pianeta. Nei campi petroliferi di Ishpingo, Tambococha, Tiputini (ITT), all’interno del parco nazionale dell’Yasuni, in territorio ecuadoriano, vicino alla frontiera con il Perù, ci sono importanti giacimenti di petrolio grezzo calcolati in 900 milioni di barili. Non è facile estrarre una simile quantità, giacché per ogni barile di petrolio si producono 4 barili d’acqua inquinata, e l’acqua deve essere reinserita nell’ambiente purificata, altrimenti si rischiano gravissimi danni alla natura e alla foresta amazzonica. L’Ecuador propone ai Paesi industrializzati di organizzare un fondo pari alla metà dell’ammontare che il Paese ricaverebbe da questo petrolio. In cambio, l’Ecuador vieterebbe qualunque perforazione nella giungla amazzonica del parco e userebbe il fondo per pagare il debito esterno. Questa soluzione innovativa serve a proteggere la foresta amazzonica ed evitare dei danni costosissimi, come è successo nell’altro parco amazzonico ecuadoriano di Nuova Loja, o Lago Agrio, dove la Texaco, in seguito assorbita dalla Chevron, è accusata di aver sversato in 30 anni (1964-1990) 68,5 miliardi di litri di acque inquinanti e 64,5 milioni di litri di petrolio (23 milioni di litri in più di quello versato dall’Exxon Valdez), lasciando centinaia di discariche all’aperto di prodotti tossici e producendo una “Chernobyl ambientale”. È in atto contro la Chevron una class-action per oltre 28 miliardi di euro promossa dalle 30.000 persone che abitano questa zona, perché i danni alla loro salute e alla qualità della vita hanno creato delle vere emigrazioni ambientali. È allucinante pensare che le multinazionali, quando sono in gioco i loro progetti, considerano le popolazioni dei Paesi poveri simili ad articoli “usa e getta” di nessun valore. Le popolazioni autoctone dell’America Latina conoscono questo problema. La ricchezza che la Spagna trovò nel Nuovo Continente non era soltanto l’oro, ma anche la schiavitù. Non era chiaro per i conquistatori se gli indios avessero un’anima, pertanto ritenevano che per convincere gli autoctoni a convertirsi al cattolicesimo anche la violenza fosse giustificata. La croce e la spada. La conversione era pagata con lo sfruttamento che subivano sotto gli “encomenderos”, coloro Gas Flaring Indigeno dell'Amazzonia Mappa dei parchi naturali dell'Ecuador a cui il re di Spagna aveva conferito l’incarico, “encomienda”, di cristianizzare gli indigeni. Due romanzi, quello dello scrittore tedesco Reinhold Schneider “Las Casas vor Karl V” dell’editrice Suhrcamp Verlag, e il magnifico racconto “La guerra de los capinegros” dello scrittore spagnolo Francisco Pérez de Antón residente da oltre 40 anni in Guatemala, sintetizzano la crudele storia della conquista e della colonizzazione dell’America da parte della Spagna, ma anche la presa di coscienza di Carlo V, di Fray Bartolomé de Las Casas e dei “Fratelli Capinegros” che, resisi conto di tanta infamia, cercarono di fermare il massacro spagnolo. I due racconti si sviluppano nel periodo 1542 e 1545. Le date indicate sono lontane nel tempo; purtroppo, i fatti che si discutevano allora, sono ancora attuali. Sfruttamento, violenza, sottovalutazione delle culture autoctone da parte dei nuovi conquistatori, distruzione del loro habitat e distruzione delle culture locali sono i frutti che le multinazionali portano al Nuovo Mondo. La sola differenza sta nel fatto che, come nel racconto biblico, forse questa volta Davide riuscirà a sconfiggere Golia. Il 3 novembre 1993 inizia la causa contro la Texaco, portata avanti dal giovane avvocato Pablo Fajardo. Nel 1994 si costituisce il Frente de defenza de las Amazonas (Fronte di difesa dell’Amazzonia). Nel 1995 la Texaco promette di rimediare ammettendo di fatto di aver inquinato l’ambiente ed incomincia una bonifica che si protrae per 3 anni. In realtà si tratta di sola cosmetica. Nel 2001 la Texaco viene assorbita dalla Chevron, formando una nuova compagnia TexacoChevron con sede in California. Nel 2003, in Ecuador, ha inizio la class-action supportata dalla magistratura della California. Qualunque sentenza verrà emessa in Ecuador avrà effetto anche negli USA. Wilson Fajardo, fratello di Pablo Fajardo viene assassinato nel 2004. In molti ritengono che si tratti di uno scambio di persona. Nel 2005 gli avvocati difensori dei 30.000 contadini ricevono minacce di morte e di rapimento. Tali minacce hanno termine solo grazie all’intervento dei media internazionali. Nel 2008 l’avvocato Pablo Fajardo e l’organizzatore sociale Luis Yanza ricevono il prestigioso Goldman Environmental Prize, che rappresenta una specie di Premio Nobel nel mondo degli ambientalisti. Questo fatto scatena contro Fajardo e Yanza una guerra mediatica attraverso le più importanti testate dei mass media da parte della Chevron. Nel 2008 l’esperto del tribunale Richard Cabrera, valuta i danni in 28 miliardi di euro. A tutt’oggi la causa prosegue. È chiaro che una proposta come quella dell’Ecuador per il parco di Yasuni ha una profonda matrice ecologica e di protezione ambientale. Il disastro ambientale mette in ginocchio il mondo e colpisce duramente le popolazioni, come ci hanno insegnato ad esempio le recenti catastrofiche alluvioni in Pakistan, in Germania, in Guatemala, in Brasile, in Italia e in tante altre nazioni. In Australia, nella regione del Queensland le recenti inondazioni hanno sommerso un’area grande quanto Francia e Germania messe assieme. È indispensabile prendere coscienza dell’enorme problema e affrontarlo prima che sia troppo tardi. Óscar García Murga Fonti Reinhold Schneider, Las Casas vor Karl V, Suhrcamp Verlag, Drittes Kapitel, Seite 110 – 115 Bartolomé de las Casas y Carlos V, Reinhold Schneider, Narrativas –Edhasa Policia Nacional del Ecuador, Informe 2004-56-SubjP.J.Shu 12 agosto 2004 http://chevrontoxico.com/about/ http://es.wikipedia.org/wiki/Pablo_Fajardo_ Mendoza#Biograf.C3.ADa http://newmedia.ufm.edu/gsm/index.php/ Emprendedoresperezdeanton http://www.quetzal-leipzig.de/ 19. April 2010 | Ecuador: Streit um neue Ölverträge und Drohung der Enteignung http://www.liveyasuni.org/ 9 Konrad marzo 2011 Serge Latouche a Trieste Martedì 8 marzo, Serge Latouche terrà una lectio magistralis destinata agli operatori comunali dell’educazione presso l’Università di Trieste. Il giorno successivo, mercoledì 9, alle ore 17.00, nell’aula magna del liceo scientifico G. Galilei (via Mameli 4) terrà una conferenza rivolta alla cittadinanza. Sabato 12 si svolgeranno nell’ edificio H2 bis (Centro di calcolo) dell’Università di Trieste, otto laboratori di buone pratiche, introdotti da Francesco Gesualdi, già allievo di don Milani, e conclusi da Paolo Cacciari: si tratta di due tra i più influenti teorici della decrescita italiani. Ciascuno dei laboratori sarà imperniato su una delle “R” che Latouche propone quali motori della decrescita stessa. Serge Latouche: già professore di scienze economiche all’Università di Parigi XI e all’Istituto di Studi di Sviluppo Economico e Sociale di Parigi, è oggi uno dei principali teorici della decrescita: sul tema ha scritto libri fondamentali quali “La scommessa della decrescita“ e “Breve trattato sulla decrescita serena”; ma cos’è la decrescita? La decrescita: per capire di cosa si tratti è fondamentale aver presente la distinzione tra beni (apportatori di maggiore benessere) e merci (cioè i beni che passano attraverso il mercato e che sono contabilizzati dal PIL): non tutti i beni sono merci, non tutte le merci sono beni; possiamo dire che il paradigma di decrescita focalizza questa distinzione, che invece l’economia tradizionale cancella, e indica come obiettivo una diminuzione delle seconde, non necessariamente dei primi: anzi, una decrescita può essere indotta da una crescita di beni autoprodotti e di beni scambiati gratuitamente, in sostituzione di merci equivalenti; parallelamente, il paradigma di decrescita non confonde lavoro con occupazione retribuita e valuta il lavoro in rapporto alla sua utilità sociale, non in rapporto alla remunerazione monetaria (che potrebbe benissimo essere priva di relazione con l’utilità sociale del lavoro stesso). Per quanto, ovviamente, il modello di consumo di decrescita implichi sobrietà, la decrescita non predica ascetismo e mortificazione; anzi, una “recessione ben temperata” racchiude intrinsecamente un fattore di felicità, perché è un processo che punta a miglioramenti nella qualità della vita e degli ecosistemi, purché, accanto alla riduzione del consumo di merci, aumenti nella collettività la capacità di autoproduzione e la capacità di dono, cioè la capacità di approvvigionamento non monetario di beni. Un modello di questo tipo impone un elevato standard tecnologico, ma la tecnologia al servizio della riduzione d’uso di materiali e di energia non ha fine in sé stessa, come accade alla tecnologia applicata alla crescita - che ormai deve inventare i bisogni per poter generare assorbimento delle merci prodotte a ritmi sempre più accelerati - ma guarda alla qualità della vita (alla felicità dei singoli e alla conservazione attiva degli ecosistemi). Impone inoltre una riduzione della specializzazione lavorativa: solo chi non sa fare nulla deve comprare tutto dagli altri e quindi deve rifornirsi di merci; ed è stata la necessità di accrescere la produttività dei sistemi economici ad imporre una divisione del lavoro sempre più spinta: una necessità che la logica di decrescita, oggi, nega. Ed ancora, la logica di decrescita lavora ad un recupero della solidarietà dello scambio gratuito, contro l’agonismo interpersonale della concorrenza nella produzione e nell’acquisto di merci sul mercato. Le otto R sono i motori della decrescita. Le otto R Rivalutare. Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, cambiando quelli che devono esser cambiati. Ricontestualizzare. Modificare il contesto concettuale ed emozionale di una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da mutarne completamente il senso. Questo cambiamento si impone, ad esempio, per i concetti di ricchezza e di povertà e ancor più urgentemente per scarsità e abbondanza, la “diabolica coppia” fondatrice dell’immaginario economico. L’economia attuale, infatti, trasforma l’abbondanza naturale in scarsità, creando artificialmente mancanza e bisogno. Ristrutturare. Adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita. Rilocalizzare. Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da aziende sostenute dall’economia locale. Ridistribuire. Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza. Ridurre. Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare, sia gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta. Riutilizzare. Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla società dei consumi, dell’obsolescenza degli oggetti e la continua “tensione al nuovo”. Riciclare. Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività. Guido Pesante nutribar Pe r Farmacia Alla Borsa le novità e re e c s s no l me co de ito a visit il s Trieste - Piazza della Borsa, 12 tel. 040 367967 - www.farmaciaallaborsa.it il primo Fast Good a Trieste via Felice Venezian 24/a - Trieste 040 2460420 - 334 1896029 [email protected] - www.zoefood.com 10 Konrad marzo 2011 Libri Bosnia Express Dei conflitti, si parla. Di ciò che viene dopo, no. La pace non fa notizia, non commuove, non tocca. Sulle strade distrutte, come sulle anime devastate, cala l’indifferenza. Quanti di noi sanno cosa sia la Bosnia oggi, a tre lustri dalla guerra? Luca Leone - saggista e giornalista di quelli veri, che vanno sul campo a vedere e a soffrire, che si sporcano le mani, che rinunciano agli alberghi per dormire sotto un cielo malato, Bosnia Express. Politica, religione, che parlano con le persone comuni nazionalismo e povertà in quel che guardandole negli occhi - ci dice le resta della porta d'Oriente cose non dette di tutti questi anni, ci di Leone Luca € 12,00 illumina di verità tristissime. Ci dà uno 2010, 160 pagine - Infinito edizioni schiaffo. La Bosnia - scrive Leone, con immenso amore e una vena di poesia (lo stesso amore e la stessa poesia che conosciamo in Paolo Rumiz) - è religiosa e puttana, giovane e antica, libera e incatenata, ricca fin’allo stordimento e povera fin’allo sgomento, limpida e impenetrabile. È femmina e bella, ferita nel profondo e piagata, in tutto e per tutto violentata. Dopo quindici anni, la Bosnia è un piatto in cui tutti hanno messo la forchetta, fregandosene delle conseguenze. È un paese in cui c’è sempre qualcosa che non quadra. Ascoltando la gente, il musicista, l’avvocato, l’agente immobiliare, l’ingegnere, Leone indaga sulla Bosnia oggi, sulle sue incongruenze, sulle sue corruzioni, sulle sue improbabili prospettive. La Bosnia non ha prospettive. Tutti sperano che non sia così ma ogni bo- sniaco - e sopra tutti i più giovani – sanno che purtroppo questa è la realtà. Il destino della Bosnia giace nelle mani e nelle mire di coloro che ne gestiscono le risorse. La Bosnia è un paese che fa gola, è un business mondiale sotto moltissimi aspetti. Ha una invidiabile posizione geografica, strategica dal punto geopolitico, e le risorse sono imponenti. C’è carbone, bauxite, zinco, e... petrolio. Per decine di miliardi di euro di valore. Il paese possiede anche un immenso patrimonio boschivo che produce legname di primissima qualità. Leone ha visitato personalmente a Visoko una fabbrica in cui vengono assemblati mobili e pianali per cucine, importati da aziende italiane (e la cucina poi sarà, chissà come mai, made in Italy...) Ma il territorio viene aggredito, il rimboschimento è insufficiente, e tra qualche anno il deturpamento sarà evidente. Paradossalmente, se una parte delle bellezze naturali si salverà, sarà “per merito” delle mine... Per sminare il territorio occorrono soldi e sminatori che oggi non ci sono. L’acqua è l’altra importantissima ricchezza bosniaca. Risorse immense sistematicamente svendute a società estere, che imbottigliano o utilizzano l’acqua per produrre bevande commerciali. Non società qualsiasi... Parliamo di Nestlè o di Coca Cola. Ma la risorsa davvero più importante della Bosnia – e quella più sprecata – è costituita dalle persone. La società civile ha perduto il senso della libertà, dell’espressione del pensiero. Ha perduto la speranza. Ha girato le spalle a se stessa, e al futuro. Luca Leone, con questo ottimo lavoro carico di sdegno e di passione, fa la sua parte nel difendere un paese e un popolo che meriterebbero, davvero e finalmente, un destino migliore. Luisella Pacco Come diventare italiani in 24 ore Di questa scrittrice indiana, ma triestina d’adozione, ho già scritto qualche mese fa (per il suo romanzo Amiche per la pelle). Anche per quest’ultimo libro, uscito lo scorso novembre, vale il medesimo discorso fatto allora: Laila Wadia ci fa riflettere su molti temi importanti, sì, ma in maniera sempre leggera, ironica, gioiosa. Con Laila si sorride sempre. La protagonista di Come diventare italiani in 24 ore è una studentessa indiana (Laila stessa?) che arriva in Come diventare italiani in 24 ore Italia e si trova a dover battagliare con Di Laila Wadia una lingua che è ricchissima, difficile e € 12,90 buffa, e con le abitudini di un popolo 2010, 148 p. Editore Barbera (collana Radio Londra) (ammettiamolo, ahinoi) abbastanza eccentrico… Arrivai a Roma all’età di ventun’anni con una valigia piena di vestiti fuori moda e due certezze: che mi avrebbero rubato il portafoglio e pizzicato il sedere. […] Con mio grande stupore, non successe né l’una né l’altra cosa, e non vi so dire quale delle due ferì di più il mio amor proprio. Cosa non era imbottito a sufficienza da risultare irresistibile, il portafoglio o il mio sedere indiano? Inizia così il resoconto che ci permette di seguire la giovane indiana nella sua scoperta dell’Italia e un po’ nella scoperta di sé. Integrarsi in un paese straniero, infatti, è come rinascere, sperimentare nuovi modi di essere vivi. Alla nostra protagonista l’energia non manca, la curiosità nemmeno. Instancabile e acuta osservatrice, la ragazza persegue con determinazione ferrea il suo obiettivo: alzare il proprio QI. No no, non il quoziente d’intelligenza… Bensì, il quoziente d’italianità! Il suo diario è un delizioso susseguirsi di incontri, sorprese, frustrazioni e successi. E per far dono della ventennale esperienza ad altri “alieni” che sbarcano oggi in Italia, Laila Wadia, nella seconda parte del libro, riassume tutti i trucchi per diventare italiani presto e bene. Come si rilassano gli italiani, come si truccano le italiane, come fanno colazione, come guidano, come leggono i giornali, come fanno la spesa, come si vestono, come fanno le valigie, come gesticolano, eccetera eccetera… Una guida utile per gli stranieri che tentano di capirci nelle nostre stravaganze. E uno specchio (spietatamente fedele) per i lettori italiani che riconosceranno tutte, e dico tutte!, le caratteristiche che Laila ci attribuisce. Chi ha autoironia, ne riderà di gusto. Chi non ne ha, sarà travolto dalla vergogna di sapersi così strambo, e si metterà a scrivere un altro libro, Come smettere di essere italiani. Sarà sicuramente un successo! L.P. 11 Konrad marzo 2011 L’anno dei dodici inverni Ma esistono in Friuli Venezia Giulia dei bravi scrittori di fantascienza? Certo che esistono. Il friulano Tullio Avoledo (è nato a Valvasone nel 1957, ed attualmente vive a Pordenone), ama la science fiction con tutto il suo cuore, e si vede. Le sue opere sono perfettamente all’altezza di quelle dei migliori scrittori anglosassoni. E pensare che per vivere fa l’impiegato di banca, uno dei mestieri meno avventurosi che ci siano. Il primo romanzo che ho letto di lui è stato Tullio Avoledo L'anno dei dodici inverni “La ragazza di Vajont” (Einaudi 2008). Einaudi, 2009 È la storia di un amore impossibile, pp. 377, Euro 19.00) sullo sfondo apocalittico di un Nord-Est “parallelo” tormentato da una guerra civile e dai fantasmi della pulizia etnica. Poiché mi era piaciuto un sacco, sono corso a procurarmi pure i suoi romanzi precedenti, e cioè “L’elenco telefonico di Atlantide” e “Mare di Bering”, ambedue pubblicati da Sironi nel 2003. Devo dire che non sono rimasto deluso. Si tratta di romanzi fantastici nei quali la speculazione scientifica si coniuga con visioni profetiche, catastrofiche e molto pessimistiche, il tutto accompagnato da citazioni di alcuni tra i più importanti scrittori di fantascienza americani ed inglesi, di quelli pubblicati sulla rivista “Urania” della Mondadori dei tempi migliori, come Cliff Simak, Theodore Sturgeon, Robert Heinlein, Alfred E. Van Vogt, Fritz Leiber, John Wyndahm, ecc. ecc. tutti autori di ottimo livello sprofondati ingiustamente nell’oblio. Certo, lo scienziato britannico Arthur C. Clarke (il cui romanzo “Le sabbie di Marte” fu pubblicato nel primo numero dei “Romanzi di Urania” uscito nell’ottobre del 1952), ha acquisito fama imperitura grazie al film di Stanley Kubrick “2001, Odissea nello Spazio” ed Isaac Asimov verrà ricordato per sempre grazie alle tre leggi della robotica, ma tutti gli altri? Oggi si fa un gran parlare di Philip K. Dick, ma cinquant’anni fa costui era considerato solamente uno dei tanti scrittori di genere fantascientifico, e nemmeno dei più importanti. Le cose migliori che ci ha lasciato sono dei racconti brevi e lancinanti ai limiti della narrativa horror, come il celeberrimo “Impostore” pubblicato nella mitica antologia “Le meraviglie del possibile” stampata da Einaudi nel lontano 1959. I suoi romanzi invece mi sono sempre sembrati noiosi ed eccessivamente complicati. Preferivo di gran lunga le saghe spaziali. In ogni caso tutta questa sua esaltazione post mortem (è scomparso nel 1982), a causa delle sue numerose opere adattate per il cinema, mi appare sinceramente esagerata, ed anche lo scrittore Tullio Avoledo sembra essere della mia stessa opinione. Infatti nel romanzo “L’anno dei dodici inverni” si ipotizza che nel 2028 tutto il mondo occidentale sarà dominato dalla “Chiesa della Divina Bomba”, un movimento religioso ispirato alla santificazione dello scrittore americano, di gran lunga più potente dello stesso Cristianesimo. L’autore insiste molto sul fatto che il culto di San Filippo Dick avrà un’enorme importanza nel mondo futuro, e siccome nello “slang” (gergo) americano la parola “dick” viene usata per indicare quell’affarino che hanno tra le gambe i maschietti e che serve per fare la pipì ed anche altre cose, l’affermazione della sacralità di roba simile in tale contesto appare perlomeno stravagante. D’altra parte basta dare un’occhiata alle prime pagine dei giornali in questo inizio dell’anno 2011, con tutte quelle notizie relative alla vita sessuale pubblica e privata dell’attuale capo del governo italiano, per rendersi conto che alle volte la realtà può superare la fantasia più sfrenata. E per fortuna che il nostro premier non possiede ancora il segreto della macchina del tempo come invece nel romanzo di Tullio Avoledo succede alle alte gerarchie della Chiesa della Divina Bomba: altrimenti, chissà che uso strampalato e nocivo ne farebbe! In realtà Emanuele Libonati, il protagonista del romanzo ambientato nella prima parte in Italia tra Trieste, Udine e le spiagge della Toscana e poi in Inghilterra e Islanda, è un famoso poeta che viene incaricato di scrivere il nuovo Vangelo di San Filippo Dick. In cambio lui chiede di poter utilizzare la macchina del tempo per un breve periodo, in modo da rimediare ad alcuni errori che ha commesso nel corso della propria esistenza. Che cosa fareste se si potesse viaggiare nel passato? Uccidere Hitler e Stalin ancora in fasce? Assistere alla crocifissione di Gesù Cristo? Vedere le sette meraviglie del mondo antico? Andare a caccia di dinosauri? Beh, il protagonista del romanzo non fa nulla di tutto questo. Si limita a mettere un po’ d’ordine nella propria esistenza e a migliorare la vita di alcune persone vicine a lui. Tutto qua. Non vi sembra abbastanza? Ma io vi assicuro che il risultato è una storia molto affascinante, che si legge tutto d’un fiato e che riempie completamente le 377 pagine di questo ottimo libro, uno delle più belle opere di fantascienza scritte da autori italiani che io abbia letto negli ultimi anni. Gianni Ursini Guida sentimentale di Trieste Una città raccontata al femminile, rivissuta come luogo della propria soggettività, guardata con amore, con quella dose di disincanto e ironia, con dolore, con gioia, con nostalgia, con rimpianto, con la voglia di ripercorrere ambienti e spazi che hanno a che fare con le storie private di ognuna. E’ un modo di riprendere confidenza con i luoghi che hanno accompagnato le esperienze di ogni crescita, di ogni passaggio importante di vita, dall’infanzia e giovinezza, alla maturità e al presente, collocati in un contesto concreto di spazi che connotano la città, la sua fisionomia, rivelano tracce della sua storia, mostrano il suo aspetto contemporaneo. Come si presenta la città nelle narrazioni delle donne? Certamente questa è una “Guida” sbilanciata, che non cerca oggettività, nella quale si dà spazio ai particolari, agli umori, agli incontri imprevisti. È come se le autrici parlando della città parlassero anche d’altro: dei rapporti tra le persone, dell’impatto con l’ambiente, dei ricordi intimi, dei momenti di vita intensamente vissuta, dei desideri che le attraversano e motivano le azioni. E Trieste assume un volto nuovo, meno ufficiale o imponente, meno “commerciale” o letterario. È una città che non lascia indifferenti. Questo libro è un rimando di sguardi. Scopre occhi che rivelano un amore profondo per la città, anche là dove si intravede una sofferenza, una osservazione critica o una presa di distanza, e la speciale connotazione di Trieste - usata, abusata, decantata, mitizzata, inventata - in tanti scritti di tanti autori contemporanei e del passato, trova qui una corrispondenza nei tratti di un sentimento espresso da chi la abita, sentimento che filtra tra le parole e ne forgia l’alone dei significati. Trieste città delle contraddizioni, città di carta, città dei matti, città di frontiera, città dei commerci, incrocio di civiltà, centro delle periferie, crogiuolo di culture, città mitteleuropea, nostalgica del suo passato, città plurilingue, città da cui si fugge ma a cui si torna, non luogo, città di “scontrosa grazia”, personaggio città, città senza pace, città della bora: sono tanti i fantasmi che aleggiano sulle sue strade o si incarnano – provvisoriamente – in una pietra sporgente da un palazzo. E anche se i suoi cittadini sorridono con ironia a tutta questa abbondanza di definizioni che restano sfuggenti, incapaci di catturare se non effimeri frammenti della sua realtà, tuttavia hanno un modo particolare di immaginare la sua specificità e la sua seduzione: diverso per ognuno – a seconda dei caratteri – trova dei presupposti comuni nella convinzione di vivere in un magnifico luogo “extratempo”. Anche il fascino che la città diffonde su chi la visita e cercando di capirla percorre le sue strade, entra nei musei e nelle chiese, sale le molte scalinate e si incanta davanti a uno scorcio, si dispiega in un effetto alone di natura contemplativa, di cui si coglie l’irrequietezza segreta e la disposizione distaccata e ironica. f.c. 12 Konrad marzo 2011 Chi ha paura di aver paura? Ulteriori pensieri di Gianfranco Manfredi sul suo ultimo libro Il mio romanzo è terrorizzante? Non so, credo abbia ragione Luciano: l’effetto è soggettivo. Al di là di questo, io credo che la paura abbia senso se non ce ne compiacciamo troppo. è un’esperienza che è utile e importante attraversare, anche per imparare a distinguere i segnali di paura immaginari da quelli fondati. Per questo, più che l’horror io prediligo il gotico, che ci conduce attraverso i “fantasmi”, facendocene sempre dubitare, e che oltre i fantasmi ci indica il cielo. È stato il grande padre Dante a insegnarci, dopotutto, che si viaggia all’Inferno, per poi uscire a “riveder le stelle”. Se si va all’Inferno soltanto per godersi lo spettacolo dei suoi orrori senza fine, rischiamo di finirne prigionieri. Quando mi è capitato di scrivere degli episodi di Dylan Dog c’era un fatto che mi turbava un poco, da scrittore… il personaggio tende un po’ troppo a compiacersi delle sue paranoie. Quando ho inventato il personaggio di Magico Vento, uno sciamano lakota che vive esperienze piuttosto angosciose, mi sono sforzato sempre di mostrare come per gli indiani d’America, provare paura ha un fine preciso: trovare il coraggio di superarla. I ragazzini lakota, quando si cominciava a siamo tutti intelligenti 2 Qualche giorno fa ho ricevuto alcune mail da ragazzi incontrati in scuole di tutta Italia, che mi segnalavano la curiosità della data: era l’11 febbraio scorso. Infatti scrivendo la data in forma ggmmaaaa (come sugli F24, per chi paga le tasse…) si scrive 11022011: numero palindromo, oppure, come dicono i puristi, palindromico (visto che è aggettivo), cioè che si può leggere anche iniziando dal fondo. Palindromo, ovviamente, è un termine che deriva dal greco, ed è composto da πάλιν, che indica ripetizione, e da δρóμος, che indica una corsa (pensiamo alle parole autodromo o ippodromo). Anche cercando su internet, ho visto che tanti hanno notato la curiosità della data, ma… si può andare avanti? Intanto, esistono infiniti numeri palindromi: basta scrivere a caso con la tastiera le prime cifre; infatti da 65498114 ottengo 654981141189456, e quindi non sono rari. Sono rari se si vuole che le cifre formino un numero di un dato tipo, ad esempio una data. Ma una data… di che tipo? Se fossimo americani (che scrivono prima il mese, poi il giorno), 11022011 indicherebbe non l’11 di febbraio, ma il 2 di novembre, e qualche data che per noi risulterebbe possibile, nel loro calendario potrebbe non esistere; dobbiamo poi pensare se preferiamo indicare l’anno con due o con quattro cifre. Una situazione analoga risulta per le parole: onorarono per noi è parola palindroma, ma ritengo che in nessun’altra lingua capiti una combinazione analoga, traducendo quel vocabolo. Ma pensando al nostro 11022011, mi è venuta la voglia di fare il suo quadrato, cioè di moltiplicarlo per se stesso. Risultato: 121.484.726.484.121. Che sorpresa! Il numero è “quasi palindromo”, cioè se solo il 7 fosse un 6, oppure il 6 fosse un 7, il numero sarebbe palindromo, e che palindromo: 15 cifre. è una situazione abbastanza strana, dal momento che numeri palindromi anche piccoli, se elevati alla seconda, non sempre danno numeri palindromi; ad esempio 414 x 414 = 171.396; ma già 66 x 66 = 4356. Naturalmente a tutto c’è una spiegazione, anche al fatto che il numero da noi trovato sia “quasi palindromo”. Il fatto ancora più curioso è che dividendo in pezzi di tre cifre il numero, trovo 4 volte dei quadrati perfetti che sono numeri palindromi, e quadrati di numeri palindromi (per capirci, ad esempio, il numero formato dalle prime tre cifre è 121, che è palindromo e che è il quadrato perfetto di 11, che è un altro palindromo; così accade pure per 484, quadrato di 22). Le caratteristiche che si possono trovare sui numeri sono davvero tante, ma… mica le devo trovare tutte io, no? Buon lavoro, e arrivederci alla prossima data palindroma, che sarà il…??? © Giorgio Dendi istruirli a diventare guerrieri, li si lasciava soli nelle Grandi Pianure, dopo adeguata preparazione, perché imparassero a cavarsela da soli. È certo una strana cultura rispetto alla nostra attuale. Noi ai figli vorremmo risparmiare qualsiasi rischio. Però questo non è il modo migliore per farli diventare adulti. Non è un caso che l’horror sia diventato così popolare tra i ragazzini: è, se non altro, un’esperienza di paura simulata, molto utile alla crescita. Chi ha paura d’aver paura, è doppiamente schiavo della paura. Si rinchiude in casa a doppia mandata, schiavo delle proprie paranoie. Agli adulti, poi, è chiesto un coraggio ulteriore, che è quello di non rinunciare mai a interrogarsi sul senso della vita. Sono convinto che un vero lettore cerchi anche questo in un romanzo: non semplicemente una storia avvincente, ma una traccia per mantenere vivi in noi certi interrogativi (filosofici, religiosi, scientifici, sociali, psicologici e sentimentali) senza i quali vivremmo davvero come bruti. Riguardo ai sogni di immortalità, attualmente la prospettiva è un’altra (e nel mio romanzo se ne parla parecchio), e cioè non quella del prolungamento della vita, bensì quella del prolungamento ad libitum della vecchiaia. Quando sento promettere enfaticamente per il prossimo futuro una vita media di 120 anni, la cosa mi dà i brividi. Ho passato i 60… sono soltanto alla metà? Mi scompensa questo pensiero. La vita sarà in futuro composta da un’infanzia sempre più corta, un’adolescenza troppo prolungata, e una vecchiaia largamente prevalente? Questo non sta già producendo da tempo distorsioni inquietanti nella nostra società? Non pretendete che io dia risposta a questi interrogativi nel romanzo: non li do e non saprei darli. Non credo nemmeno sia compito dei romanzi dare risposte o insegnamenti come se i lettori fossero degli ingenui “da istruire”. Credo che un romanzo possa e debba invece offrire delle occasioni narrative per riflettere e perché ciascuno possa trovare le sue risposte. Non bisogna mai negare al lettore questa sua libertà. Uno scrittore non deve mai supporre di essere più intelligente di chi lo legge. Pena fare la figura del saccente, o peggio, del fesso. Dal blog http://letteratitudine.blog.kataweb. it/2010/10/14/tecniche-di-resurrezione/ Collabora con Konrad Gianfranco Manfredi. Cantautore politico e ironico negli anni Settanta (Ma non è una malattia, Zombie di tutto il mondo unitevi), autore di fumetti (Magico Vento, Volto Nascosto), romanziere tra i più eclettici in Italia (Magia rossa, Ho freddo, Una fortuna d’annata, il recentissimo Tecniche di resurrezione), sceneggiatore cinematografico. 13 Konrad marzo 2011 Spazziamo la spazzatura Vik Muniz, “Atalanta and Hippomenes after Guido Reni”. Muniz è famoso per le sue reinterpretazioni di quadri e immagini famose con spazzatura e materiali di scarto. Come tutte le parole sporche che si rispettino, “spazzatura” ha molti sinonimi: uno è “rifiuti” termine sottilmente consumistico e schizzinoso, che allude al disconoscimento, quasi al ripudio di un qualcosa che magari fino a poco prima si trovava in salotto, su uno scaffale o perfino nel nostro piatto. “Pattume” è oggi poco usato: è una parola di origine toscana, da “pattóna”, che indicava la polenta di farina di castagne. “Immondizia” per me è una parola estremamente immaginifica: il suo riferirsi a ciò che è “immondo” mi sa molto di Medioevo, di peste e lazzaretti, di degrado fisico, morale e spirituale. Trovo divertente che questo vocabolo sia usato da quelle persone che vogliono essere raffinate. Nel dialetto triestino troviamo un termine insostituibile: semplici e ruspanti, casalinghe e per niente tossiche, le “scovàze” sono quasi gente di famiglia. Lungi dall’essere qualcosa di indesiderabile il rifiuto è qualcosa che fa parte della vita. Il nostro corpo stesso può essere visto come una splendida macchina che trasforma merende e manicaretti in spazzatura ed energia. Ogni cellula del nostro corpo produce in continuazione anidride carbonica – incurante del protocollo di Kyoto – nonché molecole di scarto di ogni forma, razza e dimensione. Il più grande produttore di rifiuti è però l’universo stesso: nato da un luminoso e abbagliante Big Bang, ora non può fare altro che andare in discesa, consumando la materia e degradando la propria energia. Il futuro remoto potrebbe assomigliare a un’immane discarica uniforme e grigia. Un altro scenario prevede un ben più eccitante e divertente “Big Crunch”, la grande implosione che chiuderà il sipario del mondo e forse ne aprirà un altro, sempre che il Creatore intenda fare un nuovo universo in materiale riciclato. Alcuni credono che l’era moderna abbia portato a un regresso piuttosto che a un progresso: si tratta di un falso storico, almeno per quanto riguarda la La famosa carne in scatola “Spam”, da cui proviene il nome “spam” dato alla posta spazzatura che tormenta quotidianamente tutti i possessori di computer. Spazzatura marina. Nell’Oceano Pacifico a causa dei giochi delle correnti si è formato fin dagli anni Cinquanta il famoso “Pacific Trash Vortex” con un’estensione stimata tra i 700.000 e i 10 milioni di km2 e una massa attorno ai 100 milioni di tonnellate. spazzatura, ve lo posso assicurare dall’alto della mia laurea in discaricologia. I rifiuti di un tempo erano di cattiva qualità, erano estremamente deperibili ed erano buoni solo come concime o cibo per i maiali. Con la rivoluzione industriale l’offerta dell’immondizia si è diversificata, finché sono apparsi i primi rifiuti non biodegradabili. Per la prima volta nella storia gli esseri umani hanno potuto accumulare scorte a sufficienza di questa preziosa materia ultima (“materia ultima” è un termine tecnico coniato dal grande discaricologo Bottino De Italspurghis). Il ventesimo secolo ha portato alla scoperta e alla produzione su vasta scala di rifiuti plastici, caratterizzati da una durata e da una resistenza senza eguali. Un ulteriore passo avanti è rappresentato dalle scorie radioattive, che promettono di accompagnarci per milioni di anni. Ma ultimamente sono venuti alla ribalta tipi di spazzatura ancora più raffinati. Come saprete da alcuni decenni siamo usciti dal mondo moderno per entrare nel postmoderno. Questo ha portato ad enormi cambiamenti in campo ideologico, sociale, artistico e spazzaturologico. L’enorme domanda di immondizia ha fatto sì che per la prima volta nella storia la spazzatura da umile sottoprodotto delle attività umane diventasse non solo qualcosa di desiderabile, ma addirittura venisse prodotta appositamente, su vasta scala e a beneficio di tutti. Spazzatura da esibire, da assaporare e naturalmente spazzatura da comprare. Alludiamo qui anche e soprattutto a quella spazzatura prodotta dall’arte, dalla cultura, dalla moda e dai media. Da alcuni anni la parola d’ordine è “trash”. Essendo ormai a corto di sinonimi per definire un mondo interessante e sfaccettato come quello dell’immondizia, abbiamo deciso di adottare questo termine d’oltremanica. Un vocabolo molto apprezzato dagli odierni spazzativori, che come gli stercorari cari agli antichi Egizi cercano Dopo 50 anni la rivincita della sporta ecologica L'era del sacchetto di plastica per la spesa, inquinante e non sostenibile, finalmente si è conclusa. Dal 2011 è vietato produrre sacchetti non biodegradabili per l'asporto di merci. Purtroppo i commercianti sono autorizzati a finire le scorte, ma non a chiedere di pagare i sacchetti. Quelli nuovi devono essere biodegradabili e compostabili. Ma gli ambientalisti scelgono di usare le borse di tela o comunque di quelle durevoli. Per sostenere il processo di cambiamento il WWF aderisce all'iniziativa promossa dall'Associazione Comuni Virtuosi "Porta la Sporta" che si svolgerà dal 16 al 23 aprile, per invogliare cittadini e amministrazioni a ridurre l'uso della plastica. Le modalità dell'iniziativa verranno comunicate successivmente. Lia Brautti referente rifiuti WWF F.V.G. e raccolgono indefessamente rifiuti per farne il loro tesoro. La parola “trash” denota espressioni artistiche di cattivo gusto e di basso profilo, come film, programmi televisivi, musica, eccetera. Fin qua niente di strano, i gusti sono gusti, quello che per me è rivoltante per un altro può essere oro, e viceversa. Se non che “trash” è venuto ad indicare in certi ambiti culturali ed artistici qualcosa di molto “in” e chic. Frugando nelle immondizie troviamo tra le altre cose la “tv spazzatura”, giunta ora allo stadio della maturità. Se un tempo per realizzare certi capolavori televisivi si utilizzavano cascami ed idee avariate tratte da altri programmi, ora che il riciclaggio – parola ignobile e raccapricciante, indegna di un paese moderno e civile – non basta più, ecco la nuova sintesi, per cui registi, sceneggiatori e conduttori lavorano tutti assieme per produrre direttamente, con enormi vantaggi per i telespettatori, il pattume necessario, fresco e di prima mano. La “posta spazzatura” o “junk mail” esiste da un bel po’, ma solo con Internet è diventata un fenomeno del tutto paragonabile alle piaghe bibliche. Anni fa mi rattristavo perché la mia casella di posta elettronica era quasi vuota. Possibile che fossi così scarso di amici? Ora la situazione è cambiata. Sono stato contattato da Su Ning, governatore della Banca Popolare della Cina, da Mrs Judith Williams, malata terminale con quattro milioni di dollari in banca, mentre le Poste Italiane mi scrivono quasi ogni giorno email sul tipo “ne hai uno nuovo messaggio privato” o “la sua adressa di email e il suo conto sarano cambiate”. In compenso, quando scrivo ai miei amici, due volte su tre i filtri automatici o i miei amici stessi mi scambiano per uno “spammer” e mi gettano nel cestino di Windows. Tornando al mondo concreto troviamo il “cibo spazzatura”. Si tratta di cibo il cui valore energetico è più comodo da misurare in chilowatt anziché in chilocalorie, e in cui il colesterolo deve avere dei minimi di legge garantiti (in caso ciò non sia possibile, in paninoteca sono obbligati a darti una bustina di colesterolo puro come condimento). Ci sarebbero ancora tanti cassonetti in cui frugare, mille discariche da esplorare. Ma personalmente ne ho abbastanza, e credo anche voi. Il mondo ha circa 48 abitanti per chilometro quadrato, se ci mettiamo tutti insieme non dovrebbe essere difficile pulirlo. “Spazza i rifiuti, rifiuta la spazzatura”, come diceva il grande De Italspurghis. Francesco Gizdic [email protected] - www.bazardelbizzarro.net 14 Konrad marzo 2011 La mia città. Unica. Voci e colori di un paesaggio. Trieste, città dalla statica bellezza, alla ricerca costante di uno sviluppo cercato ma non voluto, immobile nelle sue contraddizioni attraverso lo scorrere perpetuo del tempo. In questo periodo di stasi per quanto riguarda le esposizioni – piccole e di breve durata, mentre per quanto concerne la programmazione nei musei di una certa importanza tutto è silente – ho rivisitato luoghi della mia città attraverso le immagini di una mostra fotografica che si sta svolgendo presso il Teatro Stabile Sloveno di via Petronio 4 a Trieste. Accolta da persone gentilissime – colgo anzi l’occasione per ringraziare la receptionist che si è informata sull’apertura del teatro e il gentile Piero che mi ha aperto il palazzo e la mostra in un giorno di festa e di chiusura – ho avuto l’onore e la fortuna di assaporare sola, immersa in un silenzio irreale una poco pubblicizzata e magnifica mostra fotografica sulla nostra amata città. Avvolto da una sensazione di leggera decadenza (purtroppo al giorno d’oggi comune a molti luoghi interessanti, minati da tagli di bilancio), il teatro stabile sloveno, appartenente a una lingua e a una cultura a me lontana, mi ha accolto con grazia, soavemente, per farmi capire che tutti i luoghi (e le persone) hanno un’anima comune dove l’unico idioma parlato è quello del cuore. Le immagini colpiscono nella loro grandiosità. Si giunge a Trieste via mare, un mare in tempesta mosso e agitato dal vento famoso in mille lidi chiamato bora: vi si giunge tra immagini moderne e antiche. Vecchie immagini di Borsatti risalenti al 1956, dove bora e gelo toccavano un’intensità ormai dimenticata, si fondono con fotografie di Roberto Cettin, Marco Covi, Claudio Ernè, Neva Gasparo e Nika Furlani, dove il colore raggiunge svariate tonalità di blu e azzurro, dove il blu del mare agitato si amalgama con il celeste della calma piatta, dove la bora si tocca e si percepisce attraverso un etereo velo mosso dal vento e dove con un gabbiano avvertiamo la bellezza del volo. Il viaggio prosegue a bordo del tram di Opicina tra i colori di una splendida giornata di sole di Marino Sterle che ci porta in gallerie sconosciute della Val Rosandra e sull’altipiano, toccando boschi inondati di luce insieme a Fabrizio Giraldi e Roberto Pastrovicchio. Il tram prosegue il suo percorso con Sterle toccando la vedetta di Moccò, il laghetto di Percedol per giungere fino al Santuario di Monrupino sfiorato lievemente dal sole in una magica atmosfera di pace. Il tram arriva al capolinea e il cammino procede a piedi attraverso un mondo di pietra, immobile nei tempi e nelle ere, un mondo di case e pozzi di pietra, un mondo visitato attraverso la forza e l’intensità di Claudio Ernè, Tullio Stravisi e Neva Gasparo per giungere nel sottosuolo fino alla grotte del Carso. Il viaggio prosegue e veniamo trasportati in un nuovo universo fatto di modernità, quasi stonata, nel verde della natura attraverso le immagini di Gabriele Crozzoli e Sterle che ci conducono nel Campus di Ricerca facendoci visitare il laboratorio di luce del Sincrotrone per giungere con Ernè nella nostra tanto odiata Ferriera attraverso delle immagini che la trasformano in un paesaggio artistico. L’esplorazione tocca il porto vecchio con alcune bitte abbandonate insieme a Marco Corvi per imbarcare il passeggero verso il Castello di Duino insieme a Gasparo mentre Cettin ci permette di ammirare le falesie in autunno per ritornare quindi ai giardini di Barcola con una visione alternativa grazie a Pastrovicchio. E il lungo cammino sta per giungere al suo termine con un itinerario nella lande che ha ci lascia un sapore di antico tra pecore e nozze carsiche grazie a Giuliano Koren e Mario Magajna che ha documentato le prime nozze del Carso nell’anno 1968 per arrivare alla visita del patriarca serbo ortodosso insieme a Giovanni Montenero e al Natale serbo ortodosso con Andrea Lasorte. Koren ci accompagna anche attraverso un momento importantissimo quale è stato l’abolizione dei confini, frontiera culturale e territoriale che ha diviso popoli tra dolore e ingiustizie fino a giungere ai profughi provenienti dalla Bosnia di Cettin, immagini fortissime che ci riportano alla nostra felice realtà, rendendoci consapevoli della fortuna avuta nel nascere in questa splendida e multiculturale città dal sapore provinciale. Al piano superiore il viaggio viene completato dall’incontro con persone che hanno dato molto a questa splendida e controversa Trieste come ad esempio Margherita Hack, Fiorella Kostoris, Claudio Magris, Boris Pahor, Paolo RUmiz e Don Mario Vatta, che prendono vita grazie alle immagini di Marco Covi, gigantografie che ci salutano, imprimendoci nell’anima un sapore di fierezza e di appartenenza. La mostra sarà visitabile fino al 12 giugno 2011 presso il Teatro Stabile Sloveno di via Petronio 4, da lunedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 15.00. Consiglio, a tutti i triestini e non, di assaporare queste splendide immagini rese vive e dotate di un’intensa anima grazie a questi bravissimi fotografi. Adriana De Caro L’unico negozio a Trieste specializzato in tè spezie, sali, pepe, accessori per il tè e tanto altro via del Monte 1 Trieste 040 2458403 facebook teatime trieste www.teatimetrieste.com 15 Konrad marzo 2011 Il Friuli Venezia Giulia è una Regione con un elevato tasso di persone anziane, delle quali molte vivono sole o assieme ad un altro anziano. Una molteplicità di fattori permette l’allungamento della vita, ben oltre quella che veniva definita la “terza età”; ora, infatti, si può parla di “quarta età” e di “grandi vecchi”. Questo scenario sociale è caratterizzato dalla necessità di assicurare alle persone anziane, soprattutto se non autosufficienti, adeguate prestazioni di cura, assistenziali e relazionali che la prevalenza degli anziani desidera ricevere al proprio domicilio. Servono politiche socio-sanitarie a supporto della domiciliarità, affinché il diritto a poter vivere nella propria casa sia realizzabile consentendo la miglior qualità di vita possibile all’anziano, ma anche alla sua famiglia e a chi presta l’attività di care. Appurato l’aumento del bisogno di assistenza, considerata la fragilità nel compito di care da parte dei familiari (congiunti anziani senza tenuta psico-fisica, figli giovani, ma non conviventi…), riconosciuta la presenza dei servizi socio-sanitari territoriali che, assieme all’azione solidale del volontariato, rappresentano risorse fondamentali, ma comunque insufficienti a soddisfare le esigenze della domiciliarità, le famiglie hanno dovuto inevitabilmente ricorrere ad una nuova e preziosa risorsa, qual è l’immigrazione femminile soprattutto dai Paesi dell’Est. Dall’incontro tra la domanda di assistenza da parte dell’anziano e la domanda di lavoro da parte dell’assistente familiare straniera (comunemente chiamata badante) nasce un nuovo modello di cura, in cui il valore aggiunto è la consapevolezza della reciprocità: ognuno ha comunque bisogno dell’altro, il bene dell’uno è collegato al bene dell’altro e promuovere reciprocamente benessere e qualità di vita è una dinamica dall’impatto fondamentale. è in questo scenario che il Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito distrettuale 3.1 “Gemonese, Canal del Ferro, Val Canale” in delega all’A.S.S. n. 3 “Alto Friuli” ha proposto il progetto “Assistenti familiari straniere e comunità locale”, grazie anche al finanziamento della legge regionale 24/2004. Assistenti familiari straniere e comunità locale Il progetto prevede iniziative volte alla qualificazione e al sostegno dell’attività di assistenza delle badanti ed eventi, pensati in un’ottica di sviluppo di comunità, finalizzati alla promozione dell’incontro tra di esse e la comunità per una reciproca conoscenza culturale e valoriale, propedeutica al dialogo interetnico, all’integrazione e all’inclusione sociale; con auspicate ricadute in termini di benessere sia sulle donne immigrate, sia sugli anziani assistiti e anche sulle rispettive famiglie. Il progetto si è articolato in tre fasi: la prima, ha visto circa ottanta badanti impegnate in un corso formativo, al termine del quale si è costituito un “gruppo di progetto” formato da operatori, badanti e rappresentanti delle associazioni, che ha dato avvio alla seconda fase; questa, tuttora in corso, prevede la coorganizzazione con tutti gli attori coinvolti di eventi socio-culturali per promuovere la visibilità delle badanti, oltre al loro lavoro di cura, nonché far conoscere le loro storie, i valori e la cultura dei Paesi di provenienza. Si è già realizzato: in collaborazione con “La Cineteca del Friuli” la proiezione del film “Mar Nero” di Federico Bondi, che descrive il rapporto tra una badante e un’assistita e l’allestimento della mostra fotografica di Roberta Valerio “Onora il padre e la madre. Badanti” in collaborazione con l’associazione culturale “vicino/lontano” di Udine che l’ha ideata e prodotta nel 2008, e il Comune di Gemona del Friuli che l’ha ospitata nel mese di febbraio (la mostra è già stata esposta a Udine, Tolmezzo, Cividale, Milano e Trieste). Il reportage, che è nato dalla volontà di riconoscere e comprendere la condizione delle badanti, rappresentandone per immagini il processo di “trasferimento” e di vero e proprio “trasloco” di emozioni e affetti dal loro paese e dalla famiglia di origine verso un mondo nuovo, evoca questo complesso fenomeno attraverso l’esperienza di quattro donne dell’Est che nelle fotografie sono rappresentate in tre momenti: “la propria casa”, “il viaggio”, “la solitudine”. La terza fase del progetto, infine, partirà dalla valutazione del percorso realizzato da tutta la Rete costituitasi per attuare future iniziative (allestimento di uno spazio di aggregazione?). Daniela De Narda La Carità a Trieste La mostra è composta da una raccolta di immagini di icone sacre riprese in vari angoli della città di Trieste abbinate ad una cassettina per la raccolta di offerte destinate ai poveri o ad opere caritatevoli. Le immagini sono composte da due fotografie: la prima rappresenta l'icona sacra e la cassettina per la raccolta delle offerte, la seconda contestualizza la prima. L'effigie sacra è stata stampata a colori per attrarre l'osservatore su un particolare che solitamente sfugge al passante frettoloso, distratto dai suoi pensieri, dalle sue occupazioni e preoccupazioni. La "contestualizzazione" invece lo aiuta ad individuare il luogo di quel "particolare" che gli è spesso rimasto sconosciuto. Scopo della mostra fotografica è documentare una carità "obsoleta" quasi non più in uso. Intende promuovere un sentimento di carità diverso dalle piccole offerte in denaro che, pur mantenendo la loro importanza, non riescono tuttavia a soddisfare una povertà oggi cambiata. Diversi sono i tempi rispetto al periodo in cui queste icone e queste cassettine sono state installate sui vari edifici della città. Le povertà oggi sono rappresentate dalle persone svantaggiate, dai pensionati, dagli emarginati, dagli extracomunitari, dai disoccupati, dai tossicodipendenti,… e differenti sono di conseguenza i bisogni che la Carità deve affrontare e soddisfare. La mostra è visiitabile fino al 5 marzo a Trieste in via dei Capitelli 3 da lunedi a venerdi 8-20 - sabato 8-18 16 Konrad marzo 2011 Trieste “musicalissima” che ci auguriamo di rivedere nel nostro Teatro e uno splendido spettacolo a conferma di un brillante inizio di stagione quale garanzia di qualità, per affrontare un periodo di difficoltà economiche che si preanuncino da tempo e dai tagli del FUS dei nostri Enti Lirici. Lirica - Al Teatro Verdi “I due Foscari”, una grande Opera verdiana, e un grande successo a conferma di una produzione indovinata e saggiamente equilibrata nel secondo melodramma del cartellone di questa stagione (22-29 gennaio). Felice la coproduzione dell’allestimento con “L’Associacion Bilbaina de Amigos De La Opera” di Bilbao. Il tutto ruota attorno a un grande cilindro disegnato da Orlandi dove si sviluppano felici e circolari situazioni sceniche; eccellente la “scena della prigione” e il suggetivo fondale illuminato dal dolce profilo dell’isola di S.Giorgio che fa da sfondo a una briosa “festa in maschera” mossa dalla coreografa Marta Ferri. Non abbiamo sentito eccessive differenze vocali e interpretative tra i due cast vocali. Le voci di Luca Sala e Sebastian Catana (Francesco Foscari), di Steno Secco e Riccardo Massi (Jacopo Foscari), oltre a Maria Josè Siri e Latonia Moore (Lucrezia Contarini) sono di buon livello, così pure i numerosi “comprimari”, molti dei quali provenienti dal Coro della nostra Fondazione. Il Direttore d’orchestra Renato Palumbo ha affrontato con piglio deciso la guida di un’Opera che non è tecnicamente facile. Il collegamento tra il palcoscenico e la buca è stato quasi sempre perfetto, raramente il contatto ha “ballato”. Gli attacchi decisi e simultanei e di sicura chiarezza, grazie al suo gesto più da direttore d’opera che di sinfonico, ne hanno avvantaggiato e facilitato l’esecuzione d’assieme. Un bravo direttore Gli "Amici della Lirica Giulio Viozzi", Giacomo Puccini e Raffaello De Banfield. Serata piena di novità, rarità e di ricordi musicali, quella proposta lunedì 24 gennaio nella bella Chiesa Evangelica Luterana di Largo Panfili dagli “Amici della Lirica” Giulio Viozzi di Trieste. L’Associazione “recupera” ogni anno, grazie a un contributo Regionale, gli Autori musicali della nostra città che spesso per disattenzione e pigrizia culturale, vengono trascurati non avendo quelle sollecitazioni tradizionali dei compositori ancora viventi o per macanza di “sponsor”. L’Opera Giocosa, stretta collaboratrice degli “Amici della Lirica”, ne condivide le finalità culturali dei “recuperi” musicali, e, dopo aver affrontato ed eseguito opere di Illersberger, Viozzi, Bugamelli, e Sinico, si è avvicinata alle prime “Liriche Giovanili” di Raffaello De Banfield. Il grande compositore triestino, recentemente scomparso, amava parlare spesso delle sue “Liriche Giovanili”, scritte a Venezia e da lui dirette. La scrittrice Liliana Ulessi nel volume a lui dedicato “Raffaello de Banfield. La musica e il teatro: una luce nella mia vita” traccia un felice ritratto giovanile del compositore così pieno di speranze, aspirazioni e soprattutto entusiasta dei primi approcci con il pubblico, che lo porteranno nel corso degli anni della maturità a una importante carriera internazionale. Le 6 Liriche sono state presentate con 2 belle voci soliste che hanno avuto recentemente degli importanti successi internazionali. Marianna Prizzon (soprano), ha ottenuto nel 2010 due grossi successi legati all’Opera “Marinella” di Giuseppe Sinico, con le esecuzioni del 3 gennaio (Sala Tripcovich) e 24 ottobre (Teatro Verdi). L’altra solista della serata, Guisela Zannerini Neri (mezzosoprano) ha vinto nel 2010 il Concorso Europeo, per il posto nell’Organico del Coro del Gran Teatro “Liceu” di Barcellona, e il concerto della serata è stato un piacevole rientro musicale nella sua città. Il gruppo della “Giocosa”, recentemente allargato a un folto numero di giovani- la seconda generazione dell’Associazione-, ha ben assecondato e garbatamente accompagnato le due affermate soliste, con un sottofondo sonoro idoneo e velato, le 6 Liriche in particolare quelle più “sognanti e personali del Maestro: “La rosa del commiato”, (R.Pastonchi), “Sogno” (R.M.Rilke), Chiostri” (J.P.Vassière), “Speranze, memorie” (G.Pascoli). Nella prima parte della serata, sempre in tema di composizioni giovanili, sono state eseguite le prime Liriche di Giacomo Puccini ancora in cerca di fortuna artistica, e studente all’Istituto “Pacini” di Lucca. Il giovane Giacomo muoveva i primi passi e già stendeva, sia pure in maniera- embrionale (ma non troppo)-, i primi temi che dopo qualche anno diverranno l’ossatura di “Boheme”, “Manon Lescaut”, “Gianni Schicchi”, “La Rondine” e la “Messa di Gloria. Nel programma pucciniano, già eseguito dall’opera Giocosa nel 2008 al Festival Opera Barga (LU), si è aggiunto alle due soliste il noto tenore Francesco Paccorini, e l’interpretazione delle 12 liriche grazie alla loro sicurezza, e “bel canto”, hanno coinvolto il pubblico presente con una richiesta di due applauditissimi fuori programma. Severino Zannerini Più che un nome... una realtà! “Il tempo è come una miccia, è corto e si brucia subito” Chi di noi può essere in disaccordo con questa affermazione dei Metallica, storica band statunitense degli anni 90? Praticamente nessuno, infatti, bisognerebbe sempre cercare di sfruttare al meglio il tempo a nostra disposizione, ma non sempre ci si riesce. L’Associazione “Trieste is Rock”, invece, sembra proprio aver imparato bene la lezione!! Nata quasi per caso poco più di un anno fa, con l’ambizioso progetto di riportare la città di Trieste sulla cartina geografica del Rock, attraverso l’organizzazione di eventi, concerti, conferenze, incontri, workshop con artisti noti e meno noti al grande pubblico e collaborando anche con associazioni già presenti sul territorio. Arduo direte voi. Può essere. Ma grazie a “Trieste is Rock”, nell’ultimo anno la nostra città ha avuto il piacere di ospitare artisti del calibro di Willie Nile e Joe D’Urso, gruppi come i Ramones - band punk rock statunitense degli anni ’70, che con il loro “hey oh let’s go” continua ad infiammare le platee a distanza di anni. L’associazione ha poi dato spazio e, continua a darne, ad artisti e gruppi italiani come i Miami and the Groovers - giovane band riminese - o Pino Scotto pietra miliare dell’heavy metal italiano. Supporta la scena dei numerosi artisti triestini, organizzando vari eventi e facendo esibire i gruppi della città alabardata, in apertura dei concerti più importanti. Insomma, questi ragazzi non perdono un attimo!! I prossimi eventi in programma sono tre concerti: il 5 marzo con gli italianissimi Cheap Wine, che presentano il loro ultimo lavoro “Stay Alive” e promettono rock senza tregua con chitarre a palla e ritmi pazzeschi. A seguire il 24 marzo, all’interno del circolo Etnoblog, risuoneranno note rock blues grazie un gruppo triestino, i Pork Chop Express, assieme ad uno elvetico capitanato da Joe Colombo, artista blues che si è ritagliato uno spazio nel panorama musicale del rock, suonando in Europa e Stati Uniti d’America. Ultimo evento in calendario (per ora, non disperate!) il 07 aprile, sempre all’ Etnoblog, Jesse Malin ci delizierà con una serata punk rock imperdibile! Tutto questo per unire giovani, giovanissimi, ma anche appassionati ormai brizzolati di un genere musicale che finalmente, anche nella nostra città trova il suo spazio. Sembra proprio che a Trieste ora pulsi un cuore rock!! Per ulteriori informazioni visitate il sito www.triesteisrock.it Sara Biasutti 17 Konrad marzo 2011 Belarus Free Theatre: Natalia Kolyada è libera! Dimostrazione di protesta a Minsk (foto tratta da: /mmet.livejournal.com Leonid Varlamov) Il Belarus Free Theatre è arrivato a New York! Hanno dovuto dividersi in tre gruppi, cambiare nomi e documenti, partire da un altro paese perché direttamente dalla Bielorussia non era possibile. Era la prima volta che succedeva nella storia del teatro, ma ce l´hanno fatta e ora possono presentare il loro spettacolo “Being Harold Pinter”. Natalia Kolyada, che con il marito Nikolai Khalezin ha fondato il teatro, era stata arrestata; in prigione pure il manager del teatro Tema Zhaliazniak, mentre Nikolai è alla macchia ricercato dal KGB. Subito dopo il suo rilascio Natalia ha dichiarato: “Ma non è niente in confronto a quanto accaduto a candidati dell´opposizione alla presidenza come Andrei Sannikov e Vladimir Neklyaev picchiati gravemente e lasciati senza cure. O Vitaliy Rimashevskiy e Natalia Radina colpiti alla testa e nessuno che li aiutasse. Le autorità vogliono sottrarre Danik Sannikov, il bambino di tre anni di Andrei Sannikov e Irina Khalip, ai suoi nonni e metterlo in un orfanatrofio!” A Minsk, il 19 dicembre scorso, in seguito alla manifestazione di protesta contro la quarta rielezione alla presidenza del dittatore Alexander Lukashenko, al potere dal 1994, settecento persone sono state arrestate e i principali candidati democratici rischiano una condanna a quindici anni di prigione per aver chiesto libere elezioni. Natalia ricorda tutti gli artisti che hanno espresso solidarietà al Belarus Free Theatre: Harold Pinter, Tom Stoppard, Vaclav Havel... “Solo se voi alzate la voce il vostro governo potrebbe far pressioni sul governo della Bielorussia affinchè siano liberate le persone in prigione. Semplicemente parlate, perché abbiamo bisogno che le vostre voci siano sentite! Semplicemente parlate perché il vostro governo deve sentire le vostre voci per cambiare la situazione, per far finire l´ultima dittatura in Europa!” Il 19 gennaio The Public Theater e Amnesty International hanno indetto una manifestazione di solidarietà per gli artisti e gli attivisti perseguitati, presso la Missione della Bielorussia alle Nazioni Unite a New York. Assieme al Belarus Free Theatre hanno presentato una petizione all´Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite affinché vengano svolte indagini sulle violazioni alla libertà degli artisti in Bielorussia e sui gravi incidenti dopo le contestate elezioni presidenziali. Manifestazioni sono state programmate nel mese di febbraio presso le ambasciate della Bielorussia a Mosca e Londra affinché vengano liberati i prigionieri di opinione, si indaghi sulle denunce di maltrattamenti, cessino le vessazioni contro la società civile. Fondato nel 1995 il Belarus Free Theatre è costretto a lavorare in clandestinità convocando gli spettatori all´ultimo momento. Se ritorneranno in Bielorussia gli artisti rischiano una condanna da cinque a quindici anni. Dedicato al drammaturgo inglese recentemente scomparso, “Being Auto [email protected] www.apnu.net Per informazioni e per iniziare un sostegno: 348 9035858 Harold Pinter” è stato presentato anche in Italia. Il lavoro tratta il tema della violenza, dell´oppressione ed è basato su lettere di prigionieri politici Bielorussi, testi di Harold Pinter (“Tornando a Casa”, “Il Bicchiere della Staffa”, “Lingua di Montagna”), il suo discorso quando ricevette il Premio Nobel. Bielorussia. Violazioni dei Diritti Umani nel 2010: violazioni dei diritti alla libertà di espressione, di associazione e di riunione, maltrattamenti e uso sproporzionato della forza, detenzioni arbitrarie, preoccupazioni relative ai processi equi e alla mancanza di cure mediche ai detenuti in seguito alla manifestazione di protesta del 19 dicembre. Pena di morte: unico paese in Europa che mantenga la pena di morte. Il luogo della sepoltura dei condannati viene mantenuto segreto, i corpi non sono restituiti ai famigliari. La segretezza che circonda le esecuzioni costituisce un´ulteriore punizione, un trattamento inumano per le famiglie. Sono stati uccisi Andrei Zhuk e Vasily Yuzepchuk. Processi equi e tortura: ci sono prove credibili che la polizia ricorra talvolta alla tortura per estorcere confessioni e che queste siano ammesse come prova in tribunale. Pavel Levshin, arrestato perché sospettato di furto, ha denunciato inutilmente di essere stato torturato, come comprovato da un referto medico, al Procuratore di Minsk. Prigionieri di coscienza: numerose persone sono costrette agli arresti domiciliari per aver partecipato a una protesta pacifica nel 2008. Di questi Tatyana Tishkevich ha lasciato la Bielorussia dopo esser stata espulsa dall´università per le sue idee politiche, Alyaksei Bondar e Mikhal Kryvau sono pure riparati all´estero. Nel loro paese rischiano una condanna a tre anni di carcere. Difensori dei diritti umani: organizzazioni della società civile sono state ostacolate nel presentare domanda di registrazione; all’organizzazione per i diritti umani Nasha Viasna (La Nostra Primavera) è stata rifiutata. Libertà di stampa: il governo controlla i mezzi di comunicazione di massa. realizzazione e se r v izio Giuliano Prandini all’umanità Meditazione - Ser vizio so ciale i Y Corsi d oga e cucina v e g e tariana Cene indiane per benefic en za Ananda Marga Organizzazione Umanitaria Cordenons PN - Piazza San Pietro 10 Tel. 0434 931364 - Cell. 348 9035858 www.apnu.net 18 Konrad marzo 2011 cinema DRAMMI FAMILIARI e WESTERN al galoppo Il discorso del re di Tom Hooper; Another Year di Mike Leigh; Rabbit Hole di John Cameron Mitchell; Il Grinta di Joel ed Ethan Coen. Il cinema è un'invenzione nata nel 1897 a scopo di intrattenimento, ma con il passare degli anni si è evoluto fino a sviluppare una notevole componente intellettuale, e non a caso oggi viene chiamato anche "La Settima Arte". Una definizione simile si adatta perfettamente al film di Tom Hooper Il discorso del re, che riesce a coniugare i drammi individuali di personaggi piccoli e grandi con la visione dei grandi accadimenti storici. Mi ricordo che da bambino mia madre amava raccontarmi la storia romantica del Duca di Windsor che divenuto re con il nome di Edoardo VIII, nel 1936 preferì abdicare piuttosto di rinunciare all'amore della bella divorziata americana Wallis Simpson. In esso Edoardo VIII e Wallis Simpson fanno una pessima figura. Lui è pavido ed egoista, lei manipolatrice ed amica dei nazisti. Figura centrale è il Duca di York Alberto (Colin Firth) il quale, nella necessità di sostituire il fratello, diventa re con il nome di Giorgio VI. Chiamato nell'intimità Bertie, egli è sposato con Lady Lyon (Helena Bonham Carter), ed è padre affettuoso di Elisabetta (futura regina Elisabetta II) e Margaret. Purtroppo Bertie soffre di balbuzie, ed è obbligato suo malgrado a parlare in pubblico e dentro i microfoni della radio. Per ovviare all'inconveniente il re è costretto ad affidarsi alle tecniche poco convenzionali di Lionel Logue (Geoffrey Rush), logopedista di origine australiana che insiste a trattarlo confidenzialmente da pari a pari. Il film si consuma fra avvenimenti di portata storica (l'ascesa al potere di Adolf Hitler, la pavidità del primo ministro Anthony Eden, la lungimiranza di Winston Churchill ecc. ecc) e lo scontro di personalità fra il recalcitrante Bertie ed il testardo Lionel, fino al fatidico discorso alla vigilia della seconda guerra mondiale. Prodotto da Inghilterra ed Australia, il film è una felice sintesi che affronta la Storia da un punto di vista assolutamente originale. Un altro film inglese che affronta i problemi famigliari a livello molto meno sensazionalistico è Another Year di Mike Leigh. Film sulla vecchiaia e sulla solitudine, ma anche sulla gioia di vivere nonostante tutto. Il film è diviso in capitoli che corrispondono alla stagioni dell'anno, e racconta la storia di un'anziana coppia che vive in periferia coltivando pomodori a tempo perso. In realtà si tratta di personaggi abbastanza benestanti ed acculturati: Gerry è psicologa, Tom è geologo. Hanno un figlio trentenne, Joe, avvocato, che viene a trovarli spesso, ed un gruppo d'amici piuttosto sbandati ed infelici. Mike Leigh, grande regista britannico e splendido sceneggiatore, torna ai suoi soggetti preferiti: le persone colte nel loro quotidiano con i piccoli e grandi problemi del vivere e con le piccole gioie ed i grandi dolori, accompagnando gentilmente i protagonisti durate un anno della loro vita, generando negli spettatori un senso di pacificazione ed appagamento. Non c'e nessuna pacificazione invece nel film americano Rabbit Hole di John Cameron Mitchell. La vita di Becca ed Howie Corbett, una coppia benestante del Queens è rimasta sconvolta dalla morte del figlio, investito da una macchina all'età di Riequilibrio energetico attraverso l’uso della voce Trattamenti Reiki per adulti e bambini Seminari su“La voce del Cuore”metodo creativo per la Connessione alle energie della Nuova Terra “C’è Una sola Musica che puoi imparare a suonare... ed è quella del tuo Cuore... Impara ad ascoltare... potrai scoprire davvero come cambiare e migliorare la tua Vita.” Studio Olistico Rosa Sacra di Silvestri Edda Via Udine, 2 - Trieste - Per prenotazioni tel. 366 1453698 quattro anni. Dopo otto mesi le loro esistenze scorrono ancora nel tunnel dell'infelicità mascherata da un falso perbenismo che vorrebbe salvare le apparenze. In realtà la loro vita è un vero inferno. Howie tende semplicemente a obliare l’evento, facendo rivivere ogni sera la presenza del figlio attraverso i filmati del proprio telefonino; Becca cerca invece volontario isolamento, dedicandosi alla cura del giardino, della cucina e alla sistematica eliminazione di tracce e ricordi. In questo limbo che sembra impossibile superare, Howie comincia a legare con una donna conosciuta durante una seduta di terapia di gruppo, mentre Becca incontra per caso il giovane adolescente che era alla guida della macchina quel giorno fatale, e decide di aprirsi a lui. Dramma intimista interpretato con professionalità impeccabile da Nicole Kidman. Regista teatrale dell'off-Broadway con una passione per i fumetti, John Cameron Mitchel inserisce nel film disegni labirintici di imbuti e gallerie senza uscita che spiegano il titolo del film Rabbit Hole, che in inglese significa "La tana del coniglio". E adesso, qualcosa di completamente diverso. I fratelli Joel ed Ethan Coen sono dei registi alquanto discontinui. Sono capaci di produrre pellicole demenziali come Fratello, dove sei? (2000) lontanamente ispirato all'Odissea di Omero, dove l'insensatezza confina con la follia, ma sono anche maledettamente in gamba nel realizzare film tratti da opere letterarie. Questo si era già visto nel film Non è un paese per vecchi (2007), tratto dal romanzo di Cormac McCarthy, e lo si vede ancora di più ora con Il Grinta, remake del vecchio film del 1969 diretto da Henry Hathaway. Nel film dei fratelli Coen invece lo spirito dell'opera letteraria viene rispettato al massimo, ampliando la narrazione in prima persona fatta da Mattie Ross (Hailee Steineld) la quale, dopo che il padre era stato ucciso da un pistolero di nome Tom Chaney, decide di avere la sua vendetta. Per ricevere aiuto, assolda il più duro dei Marshall del West, Reuben J. ‘Rooster’ Cogburn (Jeff Bridges), che accetta con riluttanza. Mattie vuole accompagnarlo nella caccia all’uomo di cui è stato incaricato. A loro si unisce poi un Texas Ranger di nome LaBoeuf (Matt Damon), da tempo sulle tracce di Chaney. Il senso del viaggio nel lontano passato con cui si apre la sequenza iniziale, e il finale ambientato 25 anni dopo con Mattie Ross ormai quarantenne che cerca invano di incontrare per l'ultima volta Rooster Coburn sono inesistenti nel film originale e ci fanno toccare con mano la distanza temporale e psicologica in cui svolgono gli avvenimenti narrati. Perfetta la fotografia di Roger Deakins ed ottime le musiche nostalgiche di Carter Burwell. Gli amanti del cinema western non possono assolutamente mancare all'appuntamento, ma il film è consigliato anche a tutti i semplici appassionati di cinema che vogliono passare un paio d'ore emozionanti ed avvincenti. Gianni Ursini 19 Konrad marzo 2011 teatri di confine Otello, Jago e la gelosia Un mostro dagli occhi verdi, che quando ti prende non ti lascia più. è lei, la gelosia. Una piaga dell’animo umano che, come al solito, Shakespeare descrive con precisione in uno dei suoi massimi capolavori di sempre, l’Otello. Eppure questo dramma rappresentato in mille versioni sceniche e cinematografiche (da citare assolutamente quelle di Orson Welles e di Pasolini), ancora oggi non ha perso la sua forza: lo dimostra il regista Arturo Cirillo che firma al Rossetti sabato 12 febbraio, per la stagione dello Stabile regionale, una versione asciutta e convincente della tragedia, interpretando pure la parte di Jago, il deus ex machina di tutta la faccenda. Prodotto dal Teatro Stabile delle Marche assieme a Eliseo Nuovo Teatro, l’Otello, tradotto mirabilmente dalla poetessa Patrizia Cavalli e ben impersonato da Danilo Negrelli, è una macchina scenica che non offre scampo allo spettatore. Efficaci anche le mura semoventi di Dario Gessati che costituiscono l’unica, scarna, scenografia, sia che si tratti delle calli veneziane, punto di partenza della storia d’amore tra il Moro e Desdemona, sia che rappresentino la fortezza cipriota (quasi un omaggio a Buzzati) nella quale si consumerà il tragico finale. La trama è nota: Otello, divenuto generale della flotta veneziana per meriti sul campo, sposa Desdemona e la porta con sé a Cipro. Assieme al Moro viaggiano anche il luogotenente Cassio e il perfido Jago. Quest’ultimo è invidioso di Cassio e cerca di mandarlo in disgrazia per prendere il suo posto. Per raggiungere lo scopo Jago fa leva sulla gelosia di Otello, insinuando sospetti con grande abilità retorica e producendo false prove. Alla fine Otello ucciderà l’incolpevole Desdemona e si ucciderà. Arturo Cirillo costruisce uno Jago più machiavellico che mai, utilizzatore finale delle nefandezze altrui, bacato fino al midollo, ma sempre parco nei movimenti. Come un consumato giocatore di scacchi, porterà il Moro alla follia e il pubblico agli applausi, più che meritati. Stefano Crisafulli Fino all'ultimo respiro: la versione di Šerbedžija Quando arriva, la piccola sala al terzo piano della libreria Feltrinelli è già piena. L’attore Rade Šerbedžija, celebre per aver preso parte a film come ‘Prima della pioggia’ e ‘Eyes wide shut’ di Kubrick, siede accanto a Giorgio Pressburger e al giornalista del ‘Piccolo’ Mezzena Lona, si toglie il suo cappello e lo appoggia sulle ginocchia. Invitato martedì 25 gennaio nell’ambito del Trieste Film Festival per presentare il film ‘72 giorni’ del figlio Danilo, qui si rivela nell’inedita veste di scrittore, grazie al suo libro ‘Fino all’ultimo respiro’ (ed. Zandonai, 2010). ‘L’ho scritto’ - esordisce Šerbedžija - ‘perché ho voluto raccontare quei dieci anni che hanno insanguinato il mio paese. Io non ho voluto prender parte al conflitto, ma allora, se non eri con qualcuno, eri contro qualcuno. Perciò ho dovuto lasciare il paese e ho perso tutto’. L’attore, nato in Croazia ma di origine serba, che ha indossato i panni di Tito in un film, racconta un aneddoto: ‘Quattro giorni fa ero a Sarajevo per un concerto e il tassista che mi ha portato in albergo mi ha riconosciuto e mi è saltato addosso urlando: “Caro il mio Tito!”. Io sono stato sempre un dissidente, ma ho conosciuto Tito e ancora adesso tengo la sua foto nella mia cucina’. Dal teatro a Hollywood, per Šerbedžija è stato un bel salto, soprattutto per la lingua: ‘Una volta che hai perduto la tua lingua sei uno straniero nel mondo. All’inizio per me è stato difficile, ma ora mi piace. Quando sono andato a Hollywood ho continuato a fare il mestiere che facevo prima. Certo, ora recito in inglese, anche se non lo parlo bene, ma forse per un attore è meglio così, perché in questo modo non smette mai di voler migliorare’. Immancabile una domanda sulla sua esperienza con Kubrick: ‘Una volta – racconta – ero in studio per un problema tecnico e lui era lì e taceva, come ogni persona geniale. Allora gli proposi di aggiungere una scena. Lui mi guardò e mi disse: ‘Sei un idiota..’, per poi aggiungere: ‘...ma veramente brillante!’. S.C. La Bottega delle Spezie erboristeria dott. Manuela Zippo spezie e tè dal mondo - cioccolate selezionate integratori alimentari - fitocosmesi via combi 12 - trieste - tel. 040 303555 La canzone di Nanda 'The times they are A-changin' cantava Dylan negli anni '60, mentre Allen Ginsberg, Gregory Corso, William Burroughs e Jack Kerouac, i magnifici quattro della Beat Generation sconvolgevano l'America con parole di fuoco. E in Italia? Fu Fernanda Pivano a diffondere le loro opere ed è proprio a lei che l'attore, musicista e scrittore Giulio Casale ha dedicato il suo personale omaggio, 'La canzone di Nanda', andato in scena giovedì 10 febbraio al Teatro Comunale di Monfalcone. Tratto dai 'Diari 1917-1973' della Pivano e diretto da Gabriele Vacis, lo spettacolo si è avvalso delle scenografie e delle immagini video di Lucio Diana. Giulio Casale non è nuovo ad esperimenti di contaminazione tra diversi linguaggi artistici: in particolare ha portato avanti negli anni la formula del teatro-canzone di gaberiana memoria. E infatti nel 2006 ha reinterpretato, con successo, proprio lo spettacolo di Gaber 'Polli d'allevamento'. Aiutato, dunque, da immagini d'epoca, giochi di luce e da una chitarra che utilizzerà con un po' troppa parsimonia, Casale si presenta sul palco accompagnato da un flusso caotico e discontinuo di nomi, parole, musiche e avvenimenti. Sullo schermo si affastellano i volti dei magnifici quattro e della Pivano, ma anche di Martin Luther King, di Hemingway, di Jim Morrison, di Henry Miller e di tantissimi altri, come in un gigantesco blob senza capo né coda. Si capisce che molti di questi hanno avuto un rapporto con la vita e l'opera di 'Nanda', ma stavolta la regia di Vacis fatica a tenere assieme un materiale così debordante e dispersivo. Anche le canzoni, che Casale spesso canta con la base preregistrata, si perdono in questo mare, mentre alcune poesie recitate, come il celebre 'Urlo' di Ginsberg, scivolano via senza riuscire a imporre uno scarto nel ritmo complessivo. E alla fine il teatro-canzone di Casali, pur tra gli applausi del pubblico, resta indeciso tra l'una e l'altra forma. Ma almeno, come auspicava Bob Dylan, i tempi sono cambiati? Certo: in peggio, purtroppo... S.C. 20 Konrad marzo 2011 ALIMENTAZIONE Il piacere e il valore dei cibi fatti in casa Ricette, consigli e tanto divertimento! In questa rubrica abbiamo già citato Erri De Luca, ma vale la pena farlo nuovamente: “Noi moderni siamo abituati all’indifferenza per la materia prima e al culto per il prodotto finito”. In meno di cent’anni lo stile di vita è cambiato profondamente e l’alimentazione ne è una prova evidente. I nostri nonni mangiavano ciò che la loro terra forniva, ed erano capaci di preparare praticamente tutto. Sapevano coltivare, allevare gli animali, tagliare la legna, costruire le case, farsi i vestiti, medicarsi con metodi naturali. Quasi non esistevano i negozi di alimentari, perché la gente non ne aveva bisogno. I nostri genitori hanno vissuto l’avvento dell’era industriale e del moderno stile di vita. Hanno visto svilupparsi la grande distribuzione con i supermercati e sono rimasti affascinati dalla comodità di comprare il cibo, invece che doverlo coltivare. Noi abbiamo fatto un ulteriore passo avanti: non solo non dobbiamo più coltivare, ma nemmeno preparare a casa il cibo, perché oggi esistono i ‘piatti pronti’, il prodotto finito e già pronto all’uso. Basta comprarlo e mangiarlo! Negli Stati Uniti da decenni il reparto più grande del supermercato sono i piatti surgelati già pronti. Con il microonde, in pochi minuti si mangia! Grazie a questo sviluppo tecnologico non dobbiamo più perdere tempo a cucinare e possiamo dedicarlo ad altre attività, come il lavoro, il tempo libero e così via. Ma siamo sicuri che preparare il cibo sia tempo perso? Prendiamo ad esempio il pane, l’alimento simbolo della nostra cultura. Ai vecchi tempi si faceva una volta la settimana. Le donne preparavano a casa l’impasto e andavano al forno del paese per cuocerlo tutte insieme. Mentre aspettavano chiacchieravano e passavano momenti felici. Quel pane durava una settimana perché era fatto con la pasta acida e non con il lievito di birra che, come dice il nome, è adatto alla birra ma non al pane. Ecco allora una semplice ricetta per il pane in casa: si parte dalla pasta acida (fatevela dare da qualche vostro amico oppure acquistatela secca nei negozi di alimenti biologici), si aggiunge 1kg di farina semi-integrale biologica, acqua, Cucina vegetariana e prodotti biologici Cena Giapponese venerdì 25 marzo prenotate! 333 1070983 vendita dei nostri prodotti bio ogni mercoledì al mercato di Monfalcone un pizzico di sale. Si impasta per una ventina di minuti e si lascia riposare in una terrina di vetro in un luogo caldo (20-25 gradi) per 12-24 ore, coperto con un panno bagnato. Quando la pagnotta è gonfiata, si stacca un pezzo grosso come un pugno e lo si conserva in frigorifero in un barattolo di vetro. Si cuoce il pane a 180 gradi per 45 minuti – 1 ora. La volta successiva basterà sciogliere in acqua la pasta madre conservata in frigo aggiungendo la farina, e ripetendo il procedimento descritto. Scoprirete un pane completamente diverso come gusto e consistenza, ma soprattutto mangerete un alimento sano perché ricco di enzimi utili per il nostro organismo. Parlando di enzimi, un altro cibo straordinario è lo yogurt fatto in casa, perché quello industriale - essendo pastorizzato – ne è quasi completamente privo. Acquistate nei negozi biologici i fermenti per lo yogurt (oppure usate 4-5 cucchiai di yogurt intero biologico), aggiungete 1-2 litri di latte fresco biologico (meglio ancora se appena munto – fatelo bollire se non vi sentite sicuri della sua igienicità), mettendo il tutto in un barattolo di vetro con il tappo. Lasciatelo però aperto, coperto solo con una garza tenuta ferma da un elastico; in questo modo i batteri presenti nell’aria andranno nello yogurt e lo arricchiranno. Tenete il barattolo all’aperto in un luogo caldo (d’estate potete anche metterlo fuori casa sul davanzale) per 1224 ore. Quando vedrete che il latte è diventato denso come un budino lo yogurt è pronto. Conservatelo in frigorifero. Qual è il vantaggio di uno yogurt di questo tipo? Che è un prodotto vivo, pieno zeppo di fermenti e batteri utili per la nostra flora intestinale. In modo molto simile si può fare il formaggio. Partendo da 2-3 litri di latte fresco (o appena munto) scaldare a 35 gradi, versare lentamente un limone spremuto mescolando continuamente, e alla fine lasciare riposare per 1 ora. Il latte caglia e forma una massa densa che dovrà essere spezzettata con un mestolo di legno e poi filtrata in una garza o in un colino a maglie molto strette. Ciò che rimarrà sarà appunto formaggio fresco. Salate e mangiate a piacere, oppure fate delle forme e lasciatele stagionare su taglieri di legno in un luogo fresco e areato, avendo cura una volta la settimana di spalmare dell’olio su tutta la superficie della formaggetta per evitare le muffe. Ecco una ricetta semplice per i crauti: tagliare finissimo un cavolo cappuccio e metterlo in una terrina di vetro insieme a un pugno di sale. Mescolare e spappolare con le mani il cavolo in modo che si impregni bene con il sale e rilasci la sua acqua. Quando questa acqua ricopre completamente il cavolo, lasciare riposare coperto per 1-2 giorni, aggiungendo un po’ di succo di limone. Alla fine, conservare i crauti in un barattolo di vetro in frigo e consumare entro una settimana. Qual è la differenza rispetto al prodotto industriale? Di nuovo, un alimento vivo pieno di batteri positivi che rinforzano il nostro sistema immunitario. Quali altri cibi si possono preparare facilmente in casa? Biscotti, torte dolci e salate, pasta fresca, marmellate, frutta secca, birra, verdure fermentate, pizza e focacce, gnocchi e ravioli, gelato, caramelle, seitan e tofu, hamburger vegetali, succhi di frutta e molto altro. Conosciamo l’obiezione che fa la maggior parte delle persone: “ci piacerebbe ma non abbiamo tempo”. Il realtà il tempo c’è, solo che è impiegato per altre cose, quindi è una questione di scelta personale. Un ultimo consiglio da genitori a genitori: coinvolgete i vostri figli in queste attività perché per loro è un sano divertimento, un piacere nello stare insieme e una grande possibilità di conoscere meglio cosa sono i cibi e come si preparano in modo naturale. Nadia e Giacomo Bo www.ricerchedivita.it 21 Konrad marzo 2011 LA PECORA ISTRIANA La pecora istriana, razza autoctona formatasi attraverso i secoli con diversi apporti genetici, dalle caratteristiche corna a spirale aperta, appartiene alla specie ovina mediterranea, presente in Istria da tempi remotissimi, come ci testimoniano i resti ossei ritrovati a Nesazio, antica capitale pre-romana degli Istri. Animale da lana, da carne e da latte, era un tempo allevata anche dalle famiglie più povere specie per la lana, preziosa materia tessile prima dell’arrivo delle fibre sintetiche. L’ovinicoltura aveva nel passato un ruolo importantissimo nell’economia rurale istriana. La sua diffusione nel passato viene documentata dal censimento del 1869, secondo il quale il numero di pecore in Istria ammontava allora a 160.000, mentre nel secondo dopoguerra era sceso a 100.000. L’abbandono dei villaggi, un nuovo stile di vita ed il calo demografico sono fattori che hanno concorso ad un ulteriore drastico calo del numero delle pecore istriane. Oggi in Istria si contano circa 12.000 pecore, di cui solo 1.000 di razza autoctona, mentre il resto appartiene ad altre razze provenienti dai Balcani, portate negli anni ‘80 e di qualità decisamente inferiore. Per contrastare questa tendenza negativa il governo croato nel 1998 ha inserito anche questa razza tra quelle a rischio di estinzione. Inoltre, nel 2005 è stata fondata a Sanvincenti l’Associazione degli allevatori della pecora istriana, dove si tiene ogni anno una mostra in cui vengono premiati i migliori esemplari. Ho voluto incontrare uno degli ultimi pastori istriani, Joze R., un cinquantenne che vive a Brest (Olmo), vicino alle falde del Monte Maggiore, per avere delle informazioni sull’argomento di prima mano. Gli ho posto tante domande e di seguito riporto le risposte più significative: Quando ha iniziato ad allevare le pecore e quante ne conta il suo gregge? La mia è una lunga tradizione di famiglia ed ho iniziato quest’attività da ragazzo insieme a mio padre. Ho un centinaio di pecore e tre montoni, tutti di razza istriana. Una volta nel nostro paese c’erano numerosi pastori, poi col tempo la gente se n’è andata in varie città (Fiume, Pola, ecc…) o all’estero, oggi siamo una trentina di persone, ma io sono l’unico ad allevare le pecore. Che cosa caratterizza questa razza? Presenta caratteristiche peculiari, è mite, robusta e di colore prevalentemente nero o a chiazze. La femmina pesa circa 80 kg, mentre il montone può raggiungere anche 100 kg. Quando si fa la tosatura? Due volte all’anno: in primavera nel mese di maggio e in autunno in settembre, dopo il rientro dai pascoli alti. Da ogni pecora si ricava circa un kg di lana ma, purtroppo, mentre nel passato la lana veniva ricercata, ora praticamente la buttiamo via, nessuno la vuole. Come vengono alimentate? Nel passato esisteva la transumanza: le greggi in ottobre lasciavano i nostri pascoli per avviarsi, percorrendo dei sentieri tradizionali (che toccavano anche Cerovlje, Gimino e Sanvincenti), a svernare in pianura nelle zone più miti dell’Istria meridionale e occidentale fino ai primi di maggio. Oggi prepariamo in tempo il foraggio necessario per le pecore per l’inverno, dopo il loro ritorno dai monti in settembre. Nel periodo della lattazione diamo alle madri anche dei cereali. Quando si effettua la mungitura? Ogni mattina in groppa al mio asino raggiungo i pascoli e le stalle situate in alto sull’altipiano Osijak, dove faccio la mungitura, poi il latte viene lavorato artigianalmente e trasformato nel delizioso pecorino istriano in forme dai due ai quattro chili, poste a stagionare su assi appese al soffitto. Bisogna girarle ogni giorno. Dopo circa due mesi di stagionatura il pecorino è al massimo della sua bontà. Una curiosità: una volta si adoperavano come caglio pezzetti di stomaco dell’agnello o del maiale, messo a essiccare per durare a lungo. Quali sono i più grandi problemi e difficoltà che incontra nel suo lavoro? Ogni anno ho una perdita del 10-15% del gregge, dovuta a vari fattori: la vita media delle pecore oggi si è abbassata drasticamente, dai 10 anni di una volta si è passati a 3-5 anni, altre perdite sono dovute al morso delle vipere cornute annidate nell’erba e, a volte, all’aggressione di qualche orso… Il mio lavoro è un impegno continuo, non esistono sabati e domeniche liberi. Nonostante tutto ciò mi piace moltissimo e non lo cambierei con nessun altro. Io conosco tutte le mie pecore ed esse mi riconoscono dalla voce. So quando stanno male, le aiuto e le assisto quando partoriscono e loro mi dimostrano gratitudine. Ha dei problemi con la vendita dei prodotti? (ridendo) Guardi, è l’unico problema che non ho, infatti, i miei formaggi sono prenotati ancora prima di essere prodotti! Non ho dubbi e mi convince subito facendomi assaggiare il suo pecorino stagionato, che si scioglie in bocca emanando tutti i profumi di quel pascolo che le sue pecore stanno brucando. Livio Prodan Ristoro Agrituristico & Alloggi Aperto i weekend, festivi o su prenotazione Si accettano prenotazioni per il pranzo di Natale e per il Cenone di fine Anno tel./fax 040 226901 cell. 346 0180611 - 340 6733919 Strada per Pesek - a 2 km da Basovizza Erboristeria Antichi Segreti di Raffaela Ruju Erborista Diplomata Vasto assortimento di Piante officinali Tisane - Infusi di frutta - Spezie da tutto il mondo Estratti Vegetali - Integratori alimentari - Oli essenziali Argille - Cosmesi naturali - Detergenti ecologici Viale R. Sanzio 5/1 - Trieste - Tel. 040 54369 Via San Giuliano, 35 - Pordenone tel./fax: 0434 28043 - [email protected] 22 Konrad marzo 2011 cinofilia I volontari nei canili comunali La legge regionale n. 39 del 4/9/1990 prevede che i Comuni assicurino, in forma singola o mediante adeguate forme associative o di cooperazione, la custodia ed il mantenimento dei cani trovati vaganti nel loro territorio. La successiva legge n. 244 del 24/12/2007, che integra la legge nazionale n. 281/91, garantisce la presenza nelle strutture convenzionate di volontari iscritti alle associazioni zoofile riconosciute e che sono preposti alla gestione delle adozioni e degli affidamenti dei cani. I volontari devono essere perciò iscritti ad un’associazione legalmente riconosciuta, devono aver raggiunto la maggiore età, aver frequentato un corso di formazione, essere assicurati contro gli infortuni, malattie e responsabilità verso terzi. L’attività che il volontario svolge all’interno dei canili non è soltanto quella di interagire con i cani per riabituarli, se necessario, a relazionarsi nel modo più adeguato sia con l’uomo sia con gli altri animali, o di condurre il cane al guinzaglio in passeggiate, ma anche quello di accogliere ed accompagnare i visitatori interessati all’adozione, trasferendo le proprie conoscenze ed aiutandoli nelle scelte più opportune, senza mai imporre il cane. Il volontario deve pertanto essere una persona responsabile ed equilibrata, con una buona dose di esperienza e conoscenza cinofila, non deve mai lasciarsi guidare dall’emotività o dal desiderio impaziente di affidare il cane: le adozioni frettolose si concludono molto spesso con il ritorno dell’animale al canile dopo breve tempo e ciò implica uno stress emotivo non indifferente per la bestiola, costretta soltanto a vedersi rifiutata per la seconda volta. Non si tratta soltanto di trovare un cane adeguato alle esigenze del futuro proprietario, ma d’instaurare un rapporto di rispetto e conoscenza reciproca che faciliti il buon esito dell’adozione. Troppo spesso si sente parlare della necessità d’insegnare al cane le regole dell’obbedienza, dimenticando che non sempre sono gli animali ad aver bisogno d’insegnamenti ma piuttosto i proprietari, specie se sono alla loro prima esperienza. Naomi: giovanissima cagnolina taglia media contenuta, dal mantello nero cioccolato, carattere stupendo, docile e affettuosa, se non troverà subito un proprietario per lei si apriranno le porte del mega canile convenzionato fuori provincia Un Balto: giovane incrocio labrador sano, vaccinato di costituzione forte, socievole ed affettuoso: un peccato saperlo dietro le sbarre cane adottato dal canile, soprattutto se recluso da tempo, aggiunge al suo affetto una consapevole gratitudine e riconoscenza nei confronti di coloro che gli hanno ridato una nuova vita ed il calore di una casa. Dopo l’affidamento il volontario dovrà seguire l’animale in modo da verificare che il cane sia inserito correttamente all’interno della famiglia e che vengano salvaguardati i suoi diritti e la sua dignità, come previsto dalle leggi vigenti in materia di tutela e benessere animale. Non bisogna dimenticare che la quasi totalità dei canili assistenziali convenzionati sono gestiti da privati, il cui obiettivo primario non è certamente l’adozione dei cani, che rappresentano esclusivamente una redditizia fonte di guadagno. Molti gestori sono al contempo allevatori di cani di varie razze e questa ulteriore attività genera sicuramente un conflitto d’interessi: la presenza dei volontari all’interno delle strutture è pertanto indispensabile. Non sono pochi gli episodi incresciosi verificatisi in alcuni canili della nostra regione, dove cani definiti dai gestori aggressivi, pericolosi e di difficile gestione, si sono invece rivelati degli ottimi cani da compagnia, ubbidienti e docili una volta arrivati nelle nuove famiglie. Questi animali condannati a rimanere nei canili per il resto della loro vita sono stati adottati grazie alla caparbietà ed alla costanza di alcuni volontari, che con coraggio e competenza si sono battuti per la loro liberazione e non si sono lasciati intimidire dalle parole di chi li definiva erroneamente pericolosi! Ribadiamo che l’attività dei volontari è molto importante, non può essere improvvisata e superficiale ma deve essere condotta in modo serio e responsabile per il bene dei cani e dei loro futuri compagni di vita. Mariagrazia Beinat Associazione “il Capofonte” ONLUS Per info adozioni: “il Capofonte” al numero 040 571623 scrivere a: [email protected] per vedere altri cani da adottare: www.ilcapofonte.it Gruppo di studio sulla vaccinazione antirabbica In seguito all’articolo “Vaccinazione antirabbica: è necessario farla ogni anno?” apparso sul Konrad n. 163 del febbraio 2011, l’associazione Alister Friuli Venezia Giulia (Associazione per la Libertà di Scelte delle Terapie Mediche - www.alister.it) sta costituendo un gruppo permanente di studio sulla vaccinazione antirabbica degli animali domestici. Promuovere un’informazione corretta e imparziale, raccogliere storie di non previste reazioni vaccinali, trovare modo di far attualizzare la normativa e gli obblighi di legge sulla vaccinazione antirabbica sono alcuni degli obbiettivi di questo gruppo. Chi è interessato ad avere maggiori informazioni o partecipare attivamente, può mettersi in contatto con la segreteria di Alister allo 040 393536, oppure inviare una mail all’indirizzo: [email protected]. El Alma de Dogo Argentino Siamo un'associazione di volontari nata ai primi di ottobre del 2008, che opera su tutto il territorio italiano, allo scopo di tutelare e salvaguardare quotidianamente cani abbandonati, ospitati in strutture pubbliche o private, e cani di privati che non possono più essere accuditi. I cani che assistiamo, spesso provengono da situazioni di disagio sociale, in cui i maltrattamenti fisici e psichici ne rendono molto difficile la reintegrazione senza interventi medici ed educativi adeguati; ci attiviamo cioè per dare al cane ciò che purtroppo le istituzioni spesso faticano ad elargire: cure mediche, sostegno comportamentale, affetto, ricerca attiva di qualcuno che possa ridare loro una vita. Lo scopo principale del nostro lavoro è infatti l'adozione di questi cani da parte di terzi; mediante un'attenta valutazione dell'idoneità dell'adottante ed un costante monitoraggio dello stato di mantenimento del cane adottato: è importante infatti che il cane finisca in buone mani, amato e curato come merita. Noi soci di El Alma de Dogo Argentino siamo volenterosi amanti della razza, felici possessori di un'anima bianca. Noi tutti, assieme, lavoriamo ogni giorno dedicando tempo ed energie alla nostra causa; abbiamo fatto molto grazie al sostegno di persone comprensive e generose, a cui troppe storie tristi e racconti infelici hanno toccato l'animo. Siamo riusciti a far adottare molti dei cani che avevano bisogno del nostro aiuto. Ora che siamo avviati, il nostro unico obiettivo aiutare anche tutti gli atri a trovare una famiglia che li accolga e li ami come si meritano per vivere quella serenità che, un modo o nell'altro, gli è stata negata. Chiamateci pure o visitate il sito per chiarimenti e approfondimenti www.elalmadedogoargentino.it [email protected] Daniela Barraco 333 4981137 23 Konrad marzo 2011 colonna vertebrale L’osteoporosi ed i crolli vertebrali Come prevenirla e come curarla Nel numero di novembre scorso abbiamo già trattato in parte l’argomento, molti pazienti e lettori ci hanno chiesto di approfondire maggiormente la problematica “Osteoporosi” che spesso viene tirata in ballo come principale causa dei problemi alla schiena dell’anziano/a ed in particolare delle donne. Prima precisazione: l’osteoporosi non è dolorosa! Proprio così, l’osso fragile non fa male. sollecitazioni traumatiche possono essere di minima entità: una piccola caduta, un colpo oppure un peso troppo grande sollevato in una postura scorretta. In alcuni casi anche un gradino mancato che ci fa fare un passo falso e subire un contraccolpo può essere sufficiente a creare la rottura. Esistono numerosi fattori che peggiorano l’osteoporosi, alcuni modificabili altri no. Tra i fattori di rischio che ciascuno di noi può modificare rientrano: - la dieta (che dovrebbe essere più ricca di calcio e vitamina D) - il peso corporeo (che dovrebbe essere mantenuto basso) - L’alcool, il fumo, ed i farmaci cortisonici (che accelerano il processo di demineralizzazione) - ultima ma non meno importante la sedentarietà che andrebbe evitata. L’osteoporosi diventa dolorosa solo quando iniziano a verificarsi i primi “crolli” o “cedimenti”, che sono delle vere e proprie microfratture della struttura ossea che collassa sotto il carico oppure per un colpo. L’osteoporosi inizialmente si manifesta solamente con una diminuzione del tono calcico nella massa ossea (definita osteopenia). Le ossa più facilmente interessate dalla diminuzione del contenuto minerale sono le vertebre dorso-lombari, il femore e il polso. Come detto, sopratutto all’inizio rimane ASINTOMATICA, e così avviene per due terzi delle persone. Le prime manifestazioni compaiono con le fratture; il dolore alle ossa e alla muscolatura ad esempio è tipico della presenza di fratture o cedimenti ossei, ma esse possono anche non essere avvertite dall’individuo e possono avvenire anche al minimo evento traumatico. Nei crolli vertebrali, solitamente il dolore è localizzato alla schiena; è di tipo acuto e si aggrava in presenza di carico o in determinate posture errate. A lungo andare, i continui crolli vertebrali possono portare ad accentuare la cifosi dorsale e l’anteposizione del capo. Quando l’osteoporosi è ormai severa, le Dunque l’attività fisica regolare ed alcuni esercizi specifici possono aiutare a migliorare nel lungo periodo il contenuto di calcio nelle ossa e contestualmente ridurre il rischio di fratture patologiche. Perché si dovrebbero fare degli esercizi per prevenire l’osteoporosi? Essenzialmente perché l’osso è come il muscolo: se non lo si allena, se non lo si usa, allora non si rinforza e perde progressivamente resistenza. Si possono fare degli esercizi per aumentare il contenuto di calcio nelle ossa! Per esempio esercizi di carico abbinati ad esercizi per migliorare l’equilibrio, il tutto associato ad un’attività fisica aerobica, la cui funzione è quella di migliorare l’irrorazione, cioè la quantità di sangue che giunge ai tessuti. (con tutti i relativi materiali nutritivi, con l’ossigeno ma anche con gli eventuali farmaci che sono stati prescritti.) Attenzione: non tutti gli esercizi sono uguali e non vanno bene proprio a tutti! Gli esercizi di carico e l’aerobica vanno bene solo per chi non ha ancora perso la resistenza dell’osso ma vuole fare della prevenzione perché la mamma o la nonna si sono incurvate progressivamente con il passare degli anni o hanno avuto una frattura di femore o del polso a causa dell’osteoporosi. Per chi invece ha già una perdita di massa ossea, (e quindi l’osso non è in grado di sopportare più il carico normalmente) sono necessari altri esercizi più specifici e selezionati un po’ più attentamente. Cosa c’entrano gli esercizi di equilibrio con la salute dell’osso? In effetti non c’entrano direttamente con l’osteoporosi. Hanno, infatti, a che fare con il trauma da evitare! Ossia servono ad evitare la caduta e relativa frattura. Infatti, se l’osso si è già indebolito, da un lato dobbiamo aiutarlo a non perdere ulteriormente resistenza, dall’altro migliorare tutte quelle capacità fisiche che consentono di evitare la frattura. Tra queste l’equilibrio è essenziale, insieme alla coordinazione ed alla capacità di movimento in generale, come un’attività fisica ben fatta per adulti ed anziani dovrebbe sempre prevedere. Riassumendo, che esercizi possiamo fare per le nostre ossa? a) Quando stiamo bene e vogliamo solo fare della prevenzione, dobbiamo fare dell’attività aerobica e di carico sulle ossa (per esempio fare le scale o qualche corsetta). b) Quando abbiamo già verificato che c’è una perdita di massa ossea, allora va ancora bene l’aerobica, ma si devono fare anche esercizi di equilibrio e di rinforzo muscolare più specifici. c) Se invece abbiamo una vera osteoporosi, magari con già una frattura o crollo vertebrale pregresso, il discorso cambia: dobbiamo evitare di sovraccaricare l’osso sia con gli esercizi, sia soprattutto nella vita quotidiana; evitare di piegare troppo in avanti il busto perché le vertebre potrebbero cedere, e rivolgerci da uno specialista per un programma di trattamento specifico, che prevederà si anche esercizi, ma adattati alla condizione. Quindi se sto già soffrendo di dolori vertebrali e so di soffrire di osteoporosi? In questo caso, bisognerà escludere la presenza di crolli vertebrali acuti ed identificare, anche attraverso eventuali esami clinici e strumentali le possibili altre cause di dolore che andranno poi trattate. Il paziente dovrà evitare certe attività e posture per un po’, (sopratutto le posizioni e i movimenti “compressivi” per le vertebre.) Ed una volta risolto il problema acuto che genera il dolore, dovrà iniziare un programma di esercizi (equilibrio, rinforzi specifici, movimenti di riequilibrio muscolare ed articolare) adattato per lo stato di salute generale e d’osteoporosi in cui si trova, con lo scopo preventivo a lungo termine. Marco Segina 24 Konrad marzo 2011 Il bastone o la carota? Le regole imposte all’edilizia del futuro Non più di un paio di settimane fa ricevetti una telefonata da un caro amico. Parlando del più e del meno, il discorso ad un certo punto cadde sulle case passive. “Sai“ mi disse il mio amico “mio cugino si è costruito una casa che è completamente autonoma da un punto di vista energetico. Oltre a essere termicamente molto ben isolata, ad avere tutti gli elettrodomestici a bassissimo consumo e l’illuminazione a LED, il fabbisogno di quel poco di energia che gli serve viene coperto interamente sfruttando l’energia solare, trasformata in energia termica ossia calore dai pannelli solari e in energia elettrica dai pannelli fotovoltaici. Sono andato a trovarlo recentemente” proseguì entusiasta “e il benessere che si prova all’interno di quella casa è indescrivibile“. Ho ripensato a lungo a quella conversazione e mi sono detta quanto due realtà possano coesistere ed allo stesso tempo essere talmente distanti tra loro. Da una parte c’è la realtà dello sviluppo tecnologico, delle innovazioni, della ricerca che con le sue scoperte aumenta la qualità della vita. Dall’altra parte c’è la mentalità della gente comune, le loro preoccupazioni per i problemi quotidiani, il loro attaccamento alle abitudini e alle tradizioni. Da una parte c’è la casa passiva, dall’altra il modo di costruire tradizionale. Da una parte c’è il futuro, dall’altra il presente che sta diventando già passato. Potranno mai unirsi queste due realtà, distanti anni luce? Dovranno farlo, prima o poi, perché saranno costrette a farlo. La Direttiva Comunitaria 2010/31/CE parla chiaro: entro il 2020 tutte le nuove costruzioni dovranno essere a consumo quasi zero di energia primaria (ossia energia ricavata da fonti fossili). Sembra impossibile, una meta irraggiungibile, eppure dobbiamo essere preparati perché questo è quello che ci aspetta. Come tutti sappiamo, le Direttive vengono recepite dagli Stati membri dell’Unione Europea e diventano leggi nazionali; a quel punto non avremo più la possibilità di scegliere come costruire. Saremo obbligati a seguire determinati criteri, rispettare certi parametri e seguire regole fisse. In caso contrario, ci aspetta… il bastone. Non che adesso non ci siano limiti, tutt’altro. La normativa è molto severa: i valori da raggiungere per quel che riguarda la trasmittanza termica dell’involucro esterno degli edifici sono decisamente bassi, per contro il rendimento degli impianti di riscaldamento deve essere elevato. Ma ora possiamo usufruire, come ben sappiamo, degli incentivi economici che il governo ci concede se riqualifichiamo energeticamente un edificio. In tanti lo facciamo, attratti da quella carota rappresentata da un vantaggio economico tutt’altro che trascurabile. è solo così che si muove il mondo? Bastone o carota? Non ci sono alternative? È pura utopia ritenere che si possa indirizzare i cittadini a seguire volontariamente una strada in cui regni l’idea che l’edilizia attenta all’ambiente sia l’unica accettabile se vogliamo salvaguardare il nostro futuro? È una sfida che dovremmo fare con noi stessi: dimostrare di essere aperti, curiosi, capaci di accettare le novità cogliendone il valore, di vivere protesi a raccogliere quello che il futuro ci può offrire e non con la testa ruotata all’indietro rimpiangendo un passato che non esiste più. Abbiamo fra le mani un’ottima occasione per dimostrare di essere pronti ad accettare il grande cambiamento che sta avvenendo nel settore dell’edilizia. Questa occasione è rappresentata dal protocollo VEA o più precisamente dalla conoscenza dello stesso. Partendo dal fatto che una legge regionale, ossia la n. 23 del 2005 (Disposizioni in materia di edilizia sostenibile), lo abbia scelto come metodo per la valutazione della qualità energetica ed ambientale di un edificio, risulta forse opportuno precisarne i contenuti. Capire cosa è importante considerare quando andiamo a costruire o ristrutturare una casa - perché poi questa verrà esaminata e valutata attentamente - diventa fondamentale se vogliamo che il nostro edificio conservi nel tempo un valore significativo. Gli aspetti che il protocollo VEA prende in considerazione sono molteplici e interessano sia l’edificio in sé che l’ambiente circostante. Analizzarli tutti in poche righe è un’impresa impossibile; gli spazi ristretti di un articolo consentono solo di accennare ai problemi principali che si devono affrontare e risolvere se vogliamo ottenere un edificio da classificare come sostenibile e quale il contesto migliore in cui esso dovrebbe collocarsi. Le aree di valutazione previste dal protocollo VEA sono in tutto sei: oltre alle prime due, fondamentali, sull’efficienza energetica e il ricorso all’utilizzo di impianti per la produzione Esempi di case passive di energia da fonti rinnovabili, la terza si occupa dei materiali utilizzati nella costruzione, la quarta di risparmio idrico e permeabilità dei suoli, la quinta e la sesta della qualità esterna e interna all’edificio. Ogni singola area è poi suddivisa in sottoclassi che affrontano temi anche molto diversi tra loro: si spazia dalla riciclabilità dei materiali all’umidità nelle pareti, dal recupero delle acque al comfort acustico, dalla raccolta differenziata dei rifiuti al controllo del gas radon, dal trasporto pubblico locale all’inquinamento elettromagnetico. Come chiunque può facilmente capire, i fattori da tenere in considerazione sono parecchi, come pure notevoli sono le capacità tecniche che i progettisti sono tenuti a possedere per far fronte ad un compito tanto arduo, come quello di costruire un edificio che non sia solo esteticamente piacevole o funzionalmente adeguato, ma che si preoccupi anche del benessere di chi lo abita e dell’influsso che esso può esercitare sull’ambiente. Pur non essendo ancora obbligatoria l’applicazione del protocollo VEA, è essenziale capire che lo sviluppo dell’edilizia si sta muovendo in questa direzione. Se le date di entrata in vigore previste dalla legge non verranno rimandate, fra meno di un anno le nuove costruzioni, quelle soggette a ristrutturazione e gli edifici che si affacceranno sul mercato immobiliare saranno posti di fronte a questo nuovo sistema di valutazione. Certamente all’inizio l’impatto sarà modesto, ma entro qualche anno le richieste degli acquirenti non saranno più interessate solamente ai mq dell’alloggio, alla facilità di trovare parcheggio sotto casa o alla tranquillità della zona. La gente comincerà senza dubbio a dimostrarsi più attenta anche ai consumi di energia, ai materiali con i quali è costruito l’immobile e a quel benessere indoor che è difficilmente quantificabile, ma nettamente percepibile dalle persone che quell’immobile utilizzano. Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, può consultare il protocollo VEA direttamente su internet (va precisato che si tratta comunque di un testo tecnico rivolto ai certificatori), visitando il sito dell’Agenzia Regionale per l’Edilizia Sostenibile (www. aresfvg.it). Barbara Žetko 25 Konrad marzo 2011 Experience… Finland_TRIESTE Al Museo Revoltella la mostra promossa dall’Ordine degli Architetti della provincia di Trieste: architettura e design dove l’uomo è al centro Dopo Torino, Roma, Catania e Firenze anche Trieste ospiterà al Museo Revoltella, dal 26 marzo all’8 maggio 2011 (tutti i giorni 1018, martedì chiuso), “Experience…Finland”, l’evento culturale che promuove una serie di iniziative nell’ambito dell’architettura e del design per conoscere la cultura finlandese. L’originalità dell’iniziativa sta nella possibilità di conoscere da vicino edifici a carattere residenziale, pubblico, commerciale e sociale realizzati negli ultimi anni e selezionati non solo per le loro qualità costruttive, estetiche e funzionali, ma anche per la capacità di rappresentare un’architettura a misura d’uomo, particolarmente fruibile e vivibile. La centralità dell’uomo rispetto alla spettacolarità e all’esasperazione progettuale: un esplicito riconoscimento, giunto dopo tante audaci sperimentazioni, all’attenzione per l’essere umano, ai suoi ritmi, al suo desiderio di vivere in ambienti confacenti ai suoi bisogni e pretese. L’utilizzo di materiali naturali come legno e vetro e la scelta di ambienti luminosi e spaziosi sono il suggello a questa nuova visione di Architettura. L’iniziativa, promossa dall’Ambasciata di Finlandia in Italia congiuntamente all’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Trieste, prodotta da ATL – Association of Finnish Achitect’s Offices di Helsinki con progetto grafico dell’architetto Heikki Pälviä, Workshop Pälviä Ltd, è curata dall’architetto romano Arianna Callocchia. Collaborano all’iniziativa il Comune di TriesteAssessorato alla Cultura e il Museo Revoltella. Fondamentale per la realizzazione dell’iniziativa, il sostegno di Wärtsilä Italia, un punto di riferimento per il tessuto economico triestino e un esempio di proficua collaborazione tra il nostro Paese, e in particolare Trieste, e la Finlandia. La mostra verrà inaugurata venerdì 25 marzo alle ore 18.00 al Museo Revoltella di Trieste (via Diaz, 27). Partecipazioni d’eccezione al vernissage: dall’Ambasciatore di Finlandia in Italia Petri Tuomi-Nikula all’architetto finlandese Janne Teräsvirta, dello studio Ala Architects Ltd di Helsinki, che presenterà in esclusiva per il pubblico triestino il nuovo progetto del Kilden Performing Art Center in una conferenza dal titolo “Paesaggi Nordici”. Alle ore 20.00, per assaporare aspetti meno noti della cultura finlandese, l’appuntamento è con “Enjoy…Finland”, allo showroom Perizzi “SPAZIOCAVANA” (via San Sebastiano, 1). Immersi in un’atmosfera conviviale, a base di video, musica, drink e piatti tipici finlandesi, gli ospiti potranno godere di alcune installazioni di design degli ultimi prodotti delle aziende Iittala, Marimekko, Artek e firmati da designer del calibro di Eero Aarnio. Info: 040/362636 – [email protected] Tri Alpe Adria 2011 10 e 11 marzo Terzo simposio internazionale sull’architettura ad alta efficienza energetica “Risanamento ad elevata efficienza energetica di abitazioni vecchie”: sarà questo il tema centrale attorno a cui ruoterà la terza edizione di tri Alpe Adria 2011, simposio internazionale dedicato all’efficienza energetica, diventato punto d’incontro per tutti gli esperti del settore che operano nella regione Alpe Adria. Il convegno, che si svolgerà come per le precedenti edizioni, nella pittoresca cornice del lago Weissensee in Carinzia, intende offrire una panoramica sul concetto del costruire nel rispetto degli standard dell’eco-building, analizzando sia le tematiche di tipo generale sia quelle più tecniche legate al mondo dell’edilizia sostenibile degli edifici. Riparare e mettere mano al tessuto edilizio esistente per adeguarlo ai nuovi standard di efficienza e prestazione energetica è l’obiettivo comune per il benessere abitativo del prossimo futuro. I potenziali di risparmio sono enormi: rinnovando un edificio secondo criteri di elevato rendimento energetico, non di rado si possono ridurre i costi fino all’80%. “Cresce sempre di più il numero di architetti, ingegneri, imprenditori, funzionari pubblici, ma anche semplici cittadini – spiegano gli organizzatori di tri Alpe Adria – che ci contattano e si iscrivono al convegno, perché sono interessati a conoscere tutte le potenzialità progettuali e le opportunità legislative che offre il settore. La finalità del simposio è proprio questa: diffondere la cultura dell’efficienza energetica, analizzando le problematiche che il progettista affronta quotidianamente, fornendo soluzioni ed esempi pratici ed efficaci. Sono stati invitati illustri docenti e rinomati professionisti europei, che attraverso interventi mirati forniranno utili informazioni sulle forme di consumo energetico più responsabili e meno energivore. Non mancherà, come di consueto, il tour on the road, grazie al quale i partecipanti potranno toccare con mano e vedere alcuni edifici restaurati secondo i più recenti standard della casa passiva, che saranno presentati in loco dagli architetti autori dei singoli progetti.” Dove: centro per manifestazioni e seminari Weissensee-Haus, lago Weissensee, Carinzia - Austria. Per scaricare il programma in italiano e per la registrazione al convegno: www.tri-alpe-adria.com 26 Konrad marzo 2011 a pesca su http://www.youtube.com/watch?v=RTaGTFFdeH4&feature=related Roberto Vecchioni e PFM: Chiamami ancora amore Chiamami ancora Roberto. Roberto Vecchioni è nato a Casate Brianza nel giugno del 1943, quando ancora fischiavano le bombe. Quindi non è più un ragazzino di primo pelo. Però ha saputo presentare una canzone come “Chiamami ancora amore” che parla al cuore dei giovani in maniera pulita, e che ha meritatamente vinto il primo premio al Festival di San Remo. Questa volta la professionalità, la coerenza, il rifiuto di ogni compromesso e l’impegno sociale hanno trionfato sull’ipocrisia dilagante nel mondo dello spettacolo. La fantascientifica scenografia miliardaria luccicante del palcoscenico sanremese mi è sembrata sinceramente superflua. La bellezza della canzone, la presenza scenica e la grande professionalità di Roberto Vecchioni avrebbero brillato come una stella di prima grandezza anche sul piccolo palcoscenico di un teatrino di periferia. Quanto alla Premiata Forneria Marconi (PFM per gi amici ), è un gruppo che mi ricorda i tempi rivoluzionari della mia lontana giovinezza. Non sapevo nemmeno che fossero ancora vivi, ma ascoltarli di nuovo è stata una lietissima sorpresa. Non sono mai stato un assiduo spettatore del Festival di San Remo, ma quest’anno il verdetto della giuria mi ha trovato completamente d’accordo. G.U. "VOGLIAMO UN MONDO BASATO SULLA GIUSTIZIA SOCIALE, SULLA SOLIDARIETÀ, SUL RISPETTO RECIPROCO, SUL DIALOGO, SU UN’EQUA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE" e tu che moNdo vuoi? vieNi a coNoscere il maNifesto di emergeNcy e la sua Nuova rivista Con giNo strada e giaNNi mura 2 marzo ore 20.30 teatro Stabile Sloveno via Petronio 4 - trieste EMERGENCY www.emergency.it presenta due laboratori di TEATRO TERAPIA L’Associazione ACTIS presente da anni nel settore del Teatro, della danza e delle arti visive, attenta a nuove proposte all’ interno di un percorso formativo e propositivo nella produzione di eventi culturali, da risalto al miglioramento personale e collettivo creando nuove sinergie e proposte sia nel campo della formazione che dello spettacolo. Nell’ambito di queste iniziative a marzo si terranno, presso la sede dell’ACTIS a Trieste in via Corti 3/A, due open class introduttive per i corsi di “Teatro Terapia Donna” e “Il colore delle Emozioni” condotti da Silvia Padula, tecnico di Teatro Terapia, attrice e regista diplomata all’ Accademia di Teatro Olistico e Teatroterapia “Nonchiamateciattori” di Milano. Gli incontri sono aperti a coloro che desiderano sperimentare un approccio a questa disciplina specifica orientata a promuovere l’integrazione psico-fisica, cognitiva, emotiva e relazionale dell’individuo, sviluppando e migliorando attraverso il lavoro di gruppo la qualità della vita. Il metodo Teatroterapia ad indirizzo espressivo – bioenergetico© è riconosciuto dalle Associazioni di Psicoterapia e dalla Federazione Italiana Teatroterapia. Entrambi i laboratori avranno durata di 3 mesi a cadenza settimanale: “Teatroterapia Donna” (7 marzo) è un percorso espressivo per sole donne che conduce all’Essenza del sé femminile. Ogni donna può accedere ad una profonda accoglienza della propria femminilità osservando e riscoprendo senza giudizio i propri condizionamenti, lasciando poi alla libertà, all’accettazione e alla pace interiore il tempo e lo spazio di rifluire. “Il colore delle emozioni” (9 marzo) è interamente dedicato all’espressione, al riconoscimento e all’accettazione delle proprie emozioni, e sulla loro influenza nel quotidiano. La finalità del laboratorio è quella di prendere confidenza col proprio modo di esprimere le emozioni, per conoscersi ed accettarsi a sostegno del proprio benessere. Grazie all’utilizzo di strumenti scenici (monologhi, improvvisazione, scrittura creativa), elementi di bioenergetica e lavoro espressivo si ha la possibilità di “allenarsi” ad esprimere le proprie emozioni, riconoscendo quali gesti, quali parole, azioni e reazioni ci appartengono, ci fanno soffrire o ci fanno sentire autentici. Open class di Teatroterapia condotte da Silvia Padula, tecnico diplomato di Teatroterapia presso la sede dell’ACTIS di Trieste in via Corti 3A: “Teatroterapia Donna” (7/3 h21), percorso sulla femminilità, e “Il colore delle emozioni” (9/3 h21), dedicato al riconoscimento e all’espressione delle emozioni. Incontri per sperimentare un approccio a questa disciplina orientata a promuovere il benessere psico-fisico ed emozionale. Per informazioni e prenotazioni : ACTIS – Via Corti, 3/A Trieste – lun. e mer. 18 – 20, cel. 328 1744960 lun-ven 15 - 19 - [email protected], [email protected] 27 Konrad marzo 2011 APPUNTAMENTI DI marzo Trieste 1 martedì ingresso libero Elaborazione del lutto La Società Antroposofica organizza un incontro con il gruppo di sostegno per l’elaborazione del lutto, seguendo il testo “Confrontarsi con la morte” Ed. Novalis in via Mazzini 30, Ip ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, lorenzolucchetti18@ gmail.com, www.rudolfsteiner.it 1 martedì ingresso libero Institute of Yogic Culture Riapre la segreteria dal lunedì al venerdì con orario dalle 17 alle 19 fino al giorno 25, dalle 17 alle 18.30 in seguito. Via San Francesco 34. Info 040 635718, [email protected], www. yogawaytrieste.org 1-3 da martedì a giovedì Energie sottili e sciamanismo Una settimana al mese D.A. Spachtholz Master Reiki, sciamana, naturopata esperta in energie sottili effettua conferenze gratuite, corsi, seminari ed incontri individuali presso Ass. Rachmiel Trieste. Info 335.5409328 Daniela, www.tecnichedelbenessere. com, studio@tecnichedelbenessere. com 2 mercoledì ingresso libero Bioenergetica Esercizi di bioenergetica per regalarsi uno spazio di riconquista del proprio benessere psico-corporeo. Il Laboratorio è aperto a tutti per una prova gratuita. Alle ore 19.45 all'Ass. Il ricordo di sé in via XXX Ottobre 4. Info 328 7429516, [email protected] 2 mercoledì Mamma in... forma! in gravidanza Movimento, Respiro, Rilassamento. Per entrare in ascolto del tuo corpo e del tuo bimbo, vivendo al meglio la gravidanza. Tutti i mercoledì dalle ore 17.30 alle 19. Info 329 0932066 ostetrica Sara, ostsara@ gmail.com 2 e 7 mer. e lun. ingresso libero Ass. Ombellyki - Danza del Ventre In un percorso di conoscenza e consapevolezza che riduttivamente chiamiamo "Danza del Ventre" risveglieremo la Dea che è in noi. Corsi di primavera dell'Associazione OmBellyKi: da Mercoledì 2 Marzo Danza del Ventre Base 19-20.15, Intermedio 20.30-21.45 allo Studio Massaggi, via Marconi 14 Ip; da Lunedì 7 Marzo Pilates 16.30-17.30 e Danza del Ventre su www.konradnews.it gli annunci di aprile entro il 19 marzo Base 17.45-19 al Giardino di Iside, piazza Benco 4 IIIp. Su richiesta corsi al mattino ed incontri mensili. Info 333 4573184, www.ombellyki.it insegnanti dell'Institute of Yogic Culture, venerdì alle 19 o sabato alle 10.30, in via S.Francesco 34. Info e adesioni 040 635718, [email protected] 3 giovedì ingresso libero L'educazione di base del cane Conferenza con Massimo Visentin e Costantino Di Iorio, addestratori esperti in psicologia canina. Ore 17.45 Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it 4-25 ogni venerdì 3 giovedì ingresso libero Film al circolo Stella Alpina Cosmonauta (Italia - 2008) miglior film 2009 nella Sezione Controcampo Italiano, all’associazione Stella Alpina Onlus continua la rassegna cinematografica Il Leone di Venezia arriva a Trieste, dove vengono presentati dei film che, nel corso del decennio appena trascorso sono stati premiati alla Mostra del Cinema di Venezia ma che, in alcuni casi, sono stati dimenticati dai circuiti ufficiali. Le proiezioni si tengono presso il Centro Servizi del Volontariato in via San Francesco 2 – 2 p. (salone Trieste) alle ore 17.30. 6 domenica 3-31 giovedì ingresso libero Mamme & papà separati Associazione per la tutela dei diritti dei figli nella separazione, rivolge i propri servizi a chiunque sia coinvolto direttamente o indirettamente nelle problematiche inerenti le separazioni coniugali in presenza di figli, offre gratuitamente sostegno psicologico e legale servendosi del volontariato di professionisti quali psicologi, avvocati e pedagogisti, nonché della presenza di Soci che già hanno vissuto in prima persona le esperienze della separazione. Incontri ogni giovedì alle ore 20.30 nella sede di Banca Etica in via Donizetti 5/a. Info 040 9896736, [email protected], www.mammepapaseparati.org 4 venerdì ingresso libero La ricchezza Essere o diventare ricchi: quali sono le ricchezze e le loro valenze; come essere soddisfatti in una vita ricca. Serata colloquiale con Shanti Benussi. Alle ore 20.30 all'Associazione Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12. Info www.shanticenterts.it 4-12 ven./sab. ingresso libero Yoga: vieni a provare? Lezioni dimostrative gratuite con gli dott. Majaron Leonarda Bilanciamento craniosacrale - Cromopuntura Test intolleranze alimentari - Fiori di Bach Dieta Psicosomatica Associazione Regionale Via San Lazzaro, 7 - Trieste Biodinamica Cranio Sacrale 347 6910549 www.bcstrieste.it Centro Trattamento e Formazione [email protected] ESERCIZIO FARMACEUTICO dott. Marco Esposito FARMACI SENZA OBBLIGO DI RICETTA OMEOPATIA - ERBORISTERIA - ARTICOLI SANITARI Misurazione della pressione, glicemia e colesterolo. Convenzionato A.S.S. per alimenti per celiaci www.parafarmaciaesposito.wpeople.it Trieste - via Giulia, 61/a - tel 040 5708329 Pratiche filosofiche Parole e scrittura per raccontare l'attraversamento delle linee d'ombra della vita. 4 incontri con la filosofia pratica. Seminario con il dott. A. Di Grazia, consulente filosofico. Info 349 1250 632, [email protected] ingresso libero Cineforum: Cinema Fede e Attualità Sia fatta la mia volontà, film-documentario sul tema del funerale civile e del testamento biologico. Inizia il terzo cineforum realizzato dalla Chiesa Valdese e dalla Chiesa Metodista di Trieste, alle ore 17 nei locali della Chiesa Metodista di Scala dei Giganti 1. Alla fine della proiezione sarà possibile partecipare al dibattito. 6 domenica ingresso libero Apertura centro visite Domenica il Centro didattico naturalistico di Basovizza, località Basovizza 224 a Trieste, sarà aperto dalle 9 alle 17. Continua la mostra "RiciclArt" di Graziano Cuberli. Info 040 3773677, 336 6867882. 7 lunedì ingresso libero Reiki Presentazione del Reiki originale trasmesso dal Rev. Hizuguchi e scambi di trattamenti in vista del seminario del 12 marzo. Ass. Espande, ore 20.30, v. Coroneo 15. Info 380 7385996, www.reiki-do.it 7-28 ogni lunedì ingresso libero Meditazione di luce per la terra Un invito di cuore a tutti e a chi si chiede il perchè dei cambiamenti in atto, dove stiamo andando, perchè siamo qui ora? Meditazione di Luce per il Passaggio della Terra e dell' Umanità, guidata da Arleen, in connessione i regni della natura e rete di luce del pianeta; l'incontro sarà introdotto da una breve spiegazione a titolo informativo, e dopo la meditazione seguirà un aggiornamento sull'Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 7-28 ogni lunedì ingresso libero Serate di Pranic Healing Il Pranic Healing è una tecnica che utilizza il Prana (o energia vitale) e la meditazione, per ristabilire l'equilibrio e la salute fisica, emozionale, mentale, facilitando i processi di gruarigione. Incontri aperti a tutti in cui faremo la Meditazione sui Cuori Gemelli e trattamenti dimostrativi di Pranic Healing. Tutti i lunedì alle 20,30 all'Ass. Alma, via Tor San Pietro 16. Info 340 6858339. 8 e 9 martedì e mercoledì Timeline analysis (PNL) a Trieste Psicogenealogia e PNL. Vuoi conoscere la configurazione della tua Linea Temporale? Prenota la tua Timeline Analysis! Siamo presenti all'Hotel Victoria in via Oriani 2. Info 334 3983434. 8-22 martedì Corso di pittura L'Ass. Agricoltura Biodinamica organizza un corso guidato dalla pittrice Roseta Peternelli avente per tema la poesia di Goethe “La metamorfosi della pianta”-via Mazzini 30 1p. 17.4519.30. Info 333 7864810. 9 mercoledì ingresso libero Oltre la donna la dea riscoprire attraverso la conoscenza della cultura andina "la forza che ogni donna ha dentro di sè". Insegnamenti appresi da un percorso di crescita con il curanderos h.h.mamani. Presentazione del percorso alle ore 20 presso Joy Center in via San Francesco 34. Info 335 6499025, 329 1161724. 10 giovedì ingresso libero Due "eretici" in epoche dive Flacio Illirico e Marsilio da Padova. Due "eretici" in epoche diverse, propugnatori della laicità dello Stato. Conferenza del Centro Studi Albert Schweitzer - Associazione culturale evangelica alle ore 17.30 chiesa riformata elvetica e valdese basilica di San Silvestro. 10 giovedì ingresso libero Punto vegetariani Incontro mensile dal titolo: "L'Anima saggia degli animali, anche quelli da cibo", con Susanna Beira e Marco Bertali, medici delegati dell'Associazione Vegetariana Italiana. Dalle 17 alle 18.30, presso la Banca Etica-via Donizetti 5/a 28 Konrad marzo 2011 APPUNTAMENTI DI marzo Trieste 10 giovedì ingresso libero Sos-cervello Campagna sociale di psicofarmaco-vigilanza dal titolo: "La segreta gerarchia delle emozioni", con lo psichiatra Marco Bertali, dalle 18.45 alle 20.15 presso la banca Etica-via Donizetti 5/a. 10 giovedì ingresso libero La cucina naturale L’Associazione annadana presenta il suo progetto di educazione alimentare, cucinando in armonia con la Natura; orario 19.30–20.30, via Venezian 24/a. Info 333 4409669, [email protected] 10 e 21 gio. e lun. ingresso libero Autostima e benessere Autostima per donne e tante attività per il corpo alla Casa Internazionale via Pisoni 3, dalle ore 17 alle 20. Presentazione aperta a tutti anche bambine/i. Info 334 7685315. 11 venerdì Corso - Oli essenziali - Cosa sono? L'importanza di conoscere le proprietà, i metodi di utilizzo. Corso con Cristina Zupan. 5 incontri per tot. 10 ore c.base alle 17.30. Info e iscrizioni 040 360072, Ass.ne Krut via Cicerone 8b. 11 venerdì Registro testamento biologico Il Registro per la raccolta della Direttive di fine vita, a cura delle Chiese Valdese e Metodista di Trieste, apre dalle 17 alle 19, presso Scala dei Giganti 1. Info e per ricevere il modulo 040 632770 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30, [email protected] 11 venerdì ingresso libero Bioenergetica. La voce del corpo Il corpo è fluido, cambia continuamente e quando diviene più rigido e statico, quando si bloccano i processi di cambiamento, si ammala. Dare voce al corpo significa essere vivi, sentire ed essere coscienti di sé. Seminario con Sauro Tronconi, allievo di Lowen. Ass. Espande, dalle ore 20 alle 23. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it 11 venerdì ingresso libero Yoga aspettando un bambino Come l'antica scienza dello Yoga può concorrere al benessere di mamma e bambino. Incontro con Patrizia Milocchi alle ore 20.30 presso l'Institute of Yogic Culture, via S.Francesco 34. Info 040 635718. 12 sabato Petalouda - via al femminile Conoscere, esprimere ed accrescere il potenziale femminile attraverso disegno, movimento, musica e contatto. Seminario con la dott. ssa Donatella De Colle (psicologa, musicoterapeuta, operatrice olistica) e Michela Grimsig (master Reiki, operatrice Shiatsu, insegnante di movimento consapevole). Orario 9.30-12.30 presso Therapeia in v.le XX Settembre 24. Info 347 9263965, [email protected] 12 sabato L'abbraccio - vivere l'ascensione Un'occasione per tutti quelli che han- su www.konradnews.it gli annunci di aprile entro il 19 marzo no bisogno di riscoprirsi lasciandosi andare, oltre i tabù, oltre le meschinità e le bassezze dell'anima, nel rispetto e nell'armonia; Un'occasione per vivere e ricevere il sostegno e la forza del gruppo; Un'occasione di guarigione e vero nutrimento di luce per l'anima; e per chiunque semplicemente desideri ricevere e donare il proprio abbraccio all'altro e al mondo. Seminario pratico esperenziale, a cura di Arleen Sidhe, dalle ore 15 alle 20, presso Assoc. LAM-Il Sentiero in p.zza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 12 sabato Reiki I livello Seminario di Reiki I livello con Sauro Tronconi, secondo gli insegnamenti del Rev. Hizuguchi, secondo Sensei in linea diretta dal maestro Usui. Info 380 7385996, www.reiki-do.it 12 e 27 sabato e domenica Corso di Euritmia L'insegnante B. Berden guiderà il corso di Euritmia ad Opicina presso la Casa-Dom Brdina, ore 10-12. Organizza l'Ass. Agricoltura Biodinamica. Info 333 7864810. 13 domenica ingresso libero Cineforum: Cinema Fede e Attualità 21 grammi, film con Sean Penn, Naomi Watts e Benicio del Toro. Secondo appuntamento del cineforum "Cinema fede e attualità" realizzato dalla Chiesa Valdese e dalla Chiesa Metodista di Trieste. alle ore 17, nei locali della Chiesa Metodista di Scala dei Giganti 1. Alla fine della proiezione sarà possibile partecipare al dibattito. 14 lunedì Inizio corsi di Hatha Yoga Inizio dei corsi trimestrali di Hatha Yoga per tutti, pre parto, per bambini, soft, personalizzato, di tecniche mentali, ginnastica cinese e ginnastica energetica. Associazione Culturale Shanti Trieste, via Carducci 12. Info www.shanticenterts.it 14 lunedì Corso di ginnastica energetica Tecniche di riequilibrio muscolare, tecniche di respirazione, tecniche di ginnastica orientale, per alleviare il mal di schiena, per incamerare più energia, per ridurre i livelli di stress. Ogni lun. 10.30 -> 12, 13.30 -> 15, o ogni giov. 17.45 -> 19.15, all'Assoc. Shanti Trieste, via Carducci 12. Info Sabrina 334 1559187. 14 lunedì ingresso libero Programmazione neuro corporea Il corpo comunica, attraverso i sintomi, un linguaggio proprio, imparare a riconoscere la sua programmazione ci permette di ritrovare l'equilibrio e l'armonia con Sandro alle ore 20.30 all'Ass. Rachmiel in via Mazzini 30. Info 334 6728109. 15 martedì ingresso libero Contro il logorio della vita moderna I rimedi per i malanni della nostra epoca. Conferenza con la dottoressa Silene Piscanec, medico chirurgo medicina olistica e la dottoressa Barbara Toros, psicologa, vicepresidente Ass.Psicoattività. Ore 17.45 Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it 15 martedì Scuola del Vedere/Arte Corso di Ritratto da foto e da model- la diretto dall'artista Raffaella Busdon, 12 lezioni, al martedì. Ad aprile, corso di acquerello. Scuola del Vedere, Trieste, via Ciamician 9, [email protected], www.scuoladelvedere.it 15 martedì ingresso libero Film al circolo Stella Alpina Il segreto di Vera Drake (Gran Bretagna - 2004) premiato con il Leone d’Oro nel 2004. All’associazione Stella Alpina Onlus continua la rassegna cinematografica Il Leone di Venezia arriva a Trieste, dove vengono presentati dei film che, nel corso del decennio appena trascorso sono stati premiati alla Mostra del Cinema di Venezia ma che, in alcuni casi, sono stati dimenticati dai circuiti ufficiali. Le proiezioni si tengono al Centro Servizi del Volontariato in via San Francesco 2 – 2 p. (salone Trieste) alle ore 17.30. 16 mercoledì ingresso libero L’impatto ambientale dell’Università di Trieste Conversazione con Marta Mancin che illustrerà la sua ricerca delle linee guida per la redazione di un bilancio ambientale dell’Università di Trieste. Alle ore 18 nella sala conferenze WWF in via Rittmeyer 6. 16 mercoledì Corso massaggio decontratturante 6 lezioni di massaggio base Ayurvedico, per rilassare e sciogliere tensioni muscolari ed articolari. Con attestato finale. Ogni mercoledì ore 18-20.30 all'Assoc. Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12. Info Sabrina 334 1559187. 16 mercoledì Grafologia conferenza Grafologia e tipologia psicologica di Carl Gustav Jung. Relatore prof. Massi, Università di Urbino, ore 18 - 19 45, sala conferenze studio Erre, Trieste, via Fabio Severo 14/b, vicino al tribunale. Costo 12 Euro, soci Agi 10 Euro. Organizzazione AGI Trieste. Info www.grafologiatrieste.it 17 giovedì ingresso libero Salute e piacere: scegliere il benessere, mangiare bene e camminare di più. Conferenza con il dr. Giacomo Bo, esperto di salute e alimentazione naturale, alle ore 17 presso la Sala Baroncini delle Assicurazioni Generali in via Trento 8. 18 venerdì ingresso libero Spiriti di natura e madre terra Gli Esseri che danno Luce, forma e ordine ai Regni della Natura e alla Creazione; i Deva gli dei costruttori, e il "piccolo popolo" gli Elementali di terra-fuoco-acqua-aria, creazione e interazione con la Terra e il corpo umano; lo Spirito di Servizio nelle leggi di ordine cosmico e armonia; la grande opera di trasformazione in corso e la collaborazione dell' uomo con gli spiriti di natura nella fase attuale di ascensione planetaria. Conferenza a cura di Arleen Sidhe, alle ore 20.30, presso Assoc. LAM-Il Sentiero in p.zza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 18 venerdì ingresso libero Tibet: lhasa e i ghiacciai Sul tetto del mondo, al confine tra terra e cielo. Proiezione fotografica di immagini raccolte da Paolo Benussi nell'agosto 2010, alle ore 20.30 all'Associazione Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12. Info www.shanticenterts.it 20 domenica Corso cucina vegetariana biologica Per imparare divertendosi l’arte di cucinare vegetariano senza latticini. Comprensivo di pranzo e ricettario. A cura di Susanna Berginc e Paolo Segulin. Info 347 9842.995, [email protected] 20 domenica Piccoli cuochi per grandi alimenti Laboratorio di cucina ed educazione alimentare per bambini da 7 a 10 anni, a San Pelagio, nel cuore del Carso; orario 15-17. Info 333 4409669, [email protected], www.annadana.it 22 martedì ingresso libero Presenze guida Angeli, arcangeli ed esseri di luce, presenze guida nella nostra vita quotidiana. Conerenza con Annamaria Poclen alle ore 18 al circolo Krut, in via Cicerone 8b. Info 040 360072. 22 martedì ingresso libero Le cure di primavera Incontro a cura dell'erborista Walter Pansini. Ore 17.45 Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it 22 martedì ingresso libero Bioenergetica Presentazione del Laboratorio di classi di esercizi di bioenergetica. E' un insieme di tecniche di lavoro corporeo ideate da A.Lowen finalizzate ad accrescere la vitalità, l'autostima e il piacere di conoscere se stessi Studio Psicoterapia Marghi - Pizzi I viaggi della mente. Sono aperte le iscrizioni ai corsi e per-corsi: Sicura-Mente-corso: per migliorare la propria autostima. Amorevol-Mente-corso: per migliorare le proprie relazioni. Separata-Mente-percorso: per persone separate. Libera-Mente-percorso: per chi è stanco di essere condizionato e non teme di entrare nei meandri della propria psiche. Dove? A Trieste, in via Dante Alighieri, 7. Quando? A partire da marzo 2011 Corsi: 1 incontro al mese per 6 incontri di 4 ore ciascuno Percorsi: 2 incontri al mese, per 10 incontri di 2 ore ciascuno Info e iscrizioni: 347 4146028, [email protected], www.psicologoonline.it 29 Konrad marzo 2011 APPUNTAMENTI DI marzo iniziando dal corpo. Alle ore 20 all'Istituto per le Biodiscipline "Arkai" in via Marconi 14. Info 328 7429516, s.bio@ hotmail.it Specchiari Stefano Gestalt counselor e insegnante di esercizi di bioenergetica. 23 mercoledì ingresso libero L'esperto risponde. Omeopatia Domande e risposte con Maria Luisa Tognon, medico. Ore 17.30 Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it 23 mercoledì ingresso libero Garcinia mangostana Salute e benessere: le proprietà benefiche della Garcinia mangostana. Conferenza con il dott. Gianluigi Giacconi, psicologo, naturopata, alle 20.30 alla Casa della Pietra ad Aurisina a cura dell'Associazione-Društvo Noè. Info [email protected], 349 8419497. 24 giovedì ingresso libero Attacchi di panico Differenti approcci terapeutici per uno stesso disturbo. Casistica. Incontro con la psicologa dottoressa Fulvia Fragiacomo. Ore 17.45 Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it 24 giovedì ingresso libero Allattamento materno Domande e risposte con Antonella Chiurco, consulente professionale IBCLC. Ore 10.30 Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it 25 venerdì ingresso libero I linguaggi dell'amore Serata di formazione per scoprire il proprio modo di comunicare e cercare amore. Prenotazione obbligatoria. Ore 20.30 Centro Yoga, via S. Francesco, 34. Info Marta 393 9895861, [email protected] 26 sabato Registro testamento biologico Il Registro per la raccolta della Direttive di fine vita, a cura delle Chiese Valdese e Metodista di Trieste, apre dalle ore 15 alle 17 presso Scala dei Giganti 1. Info e per ricevere il modulo 040-632770 dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.30 alle 12.30, [email protected] 26 sabato ingresso libero Il meraviglioso mondo degli odori Laboratorio gratuito per bambini dai 5 anni in su, organizzato dal Comitato Pro-Fondazione ELIC alle ore 16.30 in via Mazzini 30, 5° piano. Info 040 2602395, 320 0488202. 27 domenica ingresso libero Cineforum Cinema Fede e Attualità Contact di Robert Zemeckis, con Jodie Foster e su www.konradnews.it gli annunci di aprile entro il 19 marzo Matthew McConaughey. Quarto appuntamento del cineforum "Cinema fede e attualità" realizzato dalla Chiesa Valdese e dalla Chiesa Metodista di Trieste. Alle ore 17 nei locali della Chiesa Metodista di Scala dei Giganti 1. Alla fine della proiezione sarà possibile partecipare al dibattito. 27 domenica Corso sui Fiori di Bach Due giornate 27/03 e 03/04 con prove pratiche per trovare i fiori giusti, fascicolo, attestato e spazio per domande. Con Susanna Berginc naturopata. Info 347 9842995, [email protected] 29 martedì ingresso libero Famiglia in trasformazione La Società Antroposofica organizza l'incontro mensile per una possibile comprensione delle tematiche familiari, seguendo il testo “La famiglia in trasformazione” Ed.Novalis in v. Mazzini 30, Ip ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, lorenzolucchetti18@gmail. com, www.rudolfsteiner.it 29 martedì ingresso libero Patologie mediche e psicologia Patologie mediche affrontate e risolte con l'apporto della psicologia. A cura del dottor Francesco Strano psicologo, psicoterapeuta. Ore 17.45 Farmacia Alla Borsa piazza della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it 30 mercoledì ingresso libero Fisiatria-ortopedia Domande e risposte con il dottor Zeljko Vucenic. Ore 16.30 Farmacia Alla Borsa piazza della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it 31 giovedì ingresso libero Medicina tradizionale cinese Prevenire le malattie secondo i principi della medicina tradizionale cinese. Con la dottoressa Maria Luisa Tognon, medico esperto in omeopatia. Ore 17.45 Farmacia Alla Borsa piazza della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it Corsi di Restauro Ligneo Il laboratorio D'Eliso & Tomè organizza, presso la propria sede, corsi amatoriali teorico pratici di restauro del mobile e dei manufatti lignei. Potete visitarci in via Alfieri 10/a, a Trieste. Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it Come strutturi il tuo spazio-tempo? I conflitti non risolti ci fanno perdere il contatto con le vere emozioni. Cronogenetica è un modo risolutivo per eliminare le problematiche emozionali ereditate dagli antenati. Info 334 3983434, www.cronogenetica.it Nadayoga, il canto il suono la voce L'uso del suono e della voce quale mezzo riequilibrante del benessere psicofisico; NadaYoga e Mantra; Ricerca del proprio Suono fondamentale o tonica individuale; Effetti e uso consapevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea e organi interni; Gestualità, voce e corpo; Canti, stili, espressione; Armonizzazione dei chakra e dei corpi sottili; I Suoni creatori di luce, forme e colori; Il Canto Armonico e Overtones. Lezioni individuali, frequenza e orari personalizzati; a richiesta si organizzano corsi, laboratori e seminari di gruppo. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] Corso slides Alleggeriamo il fisico, la mente e lo spirito, ritroviamo armonia ed equilibrio con noi stessi. Come? Allenandoci con delle "pattine" scivolose. Divertimento, elasticità, propriocezione e libertà di movimeto assicurati. Fisioforma studio Galleria Fenice 2. Info 040 4702286, [email protected] Corso no stress! Una pausa dal frastuono di traffico e vita moderna! Lezioni di tonificazione, allungamento e rilassamenteo con sottofondo di musica classica selezionata per garantire la massima concentrazione ed il relax più profondo. Fisioforma Studio Galleria Fenice n.2. Info 040 4702286, [email protected] Incontri di erboristeria Inizio giovedì 7 aprile alle ore 20.30 presso La Mandragola in via San Lazzaro 20. Per informazioni e iscrizioni 040 661200. Yoga-rimedi floreali in gravidanza Yoga e Rimedi Floreali in gravidanza. Ciclo di 8 incontri di Yoga e di 4 dedicati ai Rimedi Floreali. Dal 16 marzo alla Casa Internazionale delle Donne-Trieste. Info Vanna Viezzoli 347 8461831, Rita Jurada 347 4437922. Entusiasmo e interesse cercansi Finalmente una compagnia interessata a prevenzione, rispetto per l'ambiente e che rinuncia ad usare elementi tossici nei prodotti per la cura della persona. Per creare attività indipendente ed etica. Info 334 7963754, [email protected] Società Antroposofica di Trieste Ogni martedì 20-21.30 studio sul testo di R. Steiner "Massime antroposofiche". Ogni sabato 17.30-19 studio sul testo "Teosofia" di R.Steiner. Le attività sono gratuite in sede, v.Mazzini 30, I p. Info 339 7809778, lorenzolucchetti18@ gmail.com, www.rudolfsteiner.it Ass. Agricoltura Biodinamica Ogni mercoledì 20-21.30 incontro con la Sezione di Biodinamica di Trieste e Gorizia sul testo di R. Steiner "Uomo sintesi armonica” presso la sede v. Mazzini 30, I p. Info 333 7864810. Conosci i migliori prodotti bio? erboristeria Il Fiore dell’arte di sanare del dott. Dario Blasich Ronchi dei Legionari (GO) - Via Carducci 21 - Tel. 0481 475545 Incontri con Legambiente Puoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20 nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il punto informativo dei soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 040 577013, 366 3430369, fax 040 9890553, info@ legambientetrieste.it, Segui le nostre iniziative su www.legambientetrieste.it Mamma in... forma! in gravidanza Movimento, Respiro, Rilassamento. Per entrare in ascolto del tuo corpo e del tuo bimbo, vivendo al meglio la gravidanza. Tutti i Mercoledì dalle 17.30 alle 19. Info 329 0932066 ostetrica Sara, [email protected] Gorizia 4 venerdì ingresso libero Bibo, dalla palude ai cementi Una storia esemplare è il libro, appena pubblicato, che l’Autrice presenterà a Monfalcone – sala conferenze del Comitato Rione Centro di Monfalcone, con ingresso da Androna del Campanile, alle ore 18. Reportage di una grande battaglia ambientalista, combattuta e documentata nel corso di oltre vent’anni, contro la realizzazione di una breve autostrada, l’A28, colossale nella sua retorica progettuale. Nadia Breda è ricercatrice e docente di Antropologia dell’ambiente all’Università degli studi di Firenze. Una collaborazione di WWF Trieste e Associazione WWF Isontino “Eugenio Rosmann”. 10-17 giovedì ingresso libero Programmazione neuro corporea Il corpo comunica, attraverso i sintomi, un linguaggio proprio, imparare a riconoscere la sua programmazione ci permette di ritrovare l'equilibrio e l'armonia. Conferenza alle ore 20.30 all'Ass. Delfino Blu a Ronchi dei Leg. Info 349 2840064. Associazione Spazio organizza: Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì dalle ore 9 alle 10.30 ed il martedì dalle ore 17.30 alle 19. Corso di qi gong (ginnastica tradizionale cnese) il giovedì dalle ore 17.15 alle 18.15, presso la Palestra Spazio in via Marega 26 a Lucinico. Info 0481 32990. Associazione Wu Zhen Italy organizza: Corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30, ed ogni giovedì mattina dalle oe 9.30 alle 11, nella Palestra Corpo Libero in via Roma 15 a Ronchi dei Legionari. Info 0481 777737, Anna 0481 32990. Essenze, fiori di Bach, aura-soma, incensi, cristalli, fitocosmesi, miele, alimenti biologici, libri... 30 Konrad marzo 2011 APPUNTAMENTI DI marzo Gorizia Eustress Non lasciarti influenzare Vaccinati contro lo stress. Date 19 marzo e 2 aprile, dalle 9 alle 18 a Ronchi d. L. P.le Falzari 11 . Iscrizione 15 euro + Dono. Info e prenotazioni 388 8548049, [email protected] Vacanza disintossicante Dal 23 al 31 maggio a Grado. L'alimentazione si basa su limoni, tisane, brodi vegetali, integratori. Esercizi di respirazione, tai chi, passeggiate, pittura, incontri trà gli interessati di erboristeria, digiuno. Per riprendere nuova energia mentale e fisica. Info 393 4242113, [email protected] su www.konradnews.it gli annunci di aprile entro il 19 marzo 4 venerdì ingresso libero Costellazioni Familiari Dimostrazione di costellazioni Familiari con Giacomo Bo che mostrerà in modo pratico le potenzialità di questo straordinario metodo che risolve i problemi della vita. Ore 20.30, via S. Rocco 142. Info www.lecostellazionifamiliari.net 5 e 6 sab. e dom.ingresso libero Corso di meditazione gratuito Scopri la Pace interiore. Corso pratico gratuito di 4 incontri. I primi 3 si terranno sabato 5 ore 20.30, domenica 6 ore 18.00 e 20.30 presso Ass. Energioia, viale Ledra 64. Info Samviraja 340 9047420. 10 giovedì 6 domenica ingresso libero Shiva Ratri: cerimonia per Shiva Celebrazione hindu per onorare la Divinità dello Yoga: Shiva. Dalle ore 17, presso Sangha, viale Tricesimo 103 (sopra la concessionaria Ferrari). Canti Devozionali, ritualità di buon auspicio. Rinfresco con cibo indiano preparato da India Matha. Con la partecipazione della Comunità Indiana di Udine. Si consiglia di segnalare la propria presenza (capienza sala), si possono indossare abiti tradizionali, comunque comodi per la sistemazione su stuoie. Info Gianna 340.2233994, [email protected] 27 domenica 11-13 da venerdì a domenica Pordenone 6 domenica ingresso libero Cristalli: meraviglia e intelligenza Da sempre stupiscono per la bellezza ma cosa ci insegnano e come aiutano. E la cristalloterapia a cosa serve? Conferenza con Cinzia Visentin sala ex latteria Ranzano Fontanafredda dalle ore 9.30 obbligatoria l'iscrizione per posti limitati. Ass. La Ceiba Info 349 2879089 [email protected]. Sedute di cronogenetica a Pordenone Cronogenetica è un modo risolutivo di utilizzare la PNL nel campo della Psicogenealogia e Costellazioni Familiari. Serve a eliminare i conflitti emozionali ereditati dagli antenati. Info Caterina 334 3983434. ingresso libero Il lato oscuro della luna: La luna nera Un percorso alla scoperta dei significati reconditi e misteriosi della Luna nera con Eleonora Boscarato a Fontanafredda dalle ore 9. Obbligatoria l'iscrizione per posti limitati. Ass. La Ceiba Info 349 2879089 [email protected]. Udine 4 venerdì ingresso libero Biodanza-sistema Rolando Toro Una disciplina complementare alle cure tradizionali. Conferenza con la dr Meta Nicole Shaw, istruttrice, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 11 venerdì ingresso libero Psicologia al femminile: la sessualità e i segreti dell’intimità. Conferenza con la dott.ssa Laura Calligaris psicologa e psicoterapeuta, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. Power Vinyasa Yoga Power Yoga- Running Retreat. Retreat internazionale residenziale a Pulfero (UD). Info Dario 334 3529943, www. poweryogaitaly.com 12-13 sabato e domenica Corso di costellazioni spirituali Il metodo più avanzato delle Costellazioni Familiari che lavorerà sui conflitti interiori e con il mondo esterno, per ritrovare pace e armonia in se stessi e con gli altri. Info Giacomo Bo 0432 728071, www.lecostellazionifamiliari.net 12-13 sabato e domenica Corso di massaggio californiano Rivolto a professionisti e principianti, 2 giorni dedicati a apprendere la sequenza completa e esplorare il mondo del prendersi cura. Corso con Aditi Roberta Beghi, Assoc. Tra Cielo e Terra a Pradamano. Info 349 2828221 [email protected] 15 martedì ingresso libero Costellazioni Familiari Vieni a provare le costellazioni Familiari con Giacomo Bo che darà una dimostrazione pratica di questo straordinario metodo che risolve le dinamiche familiari che impediscono il successo nella vita. Ore 20.30, via S. Rocco 142. Info 0432 728071. 16 mercoledì ingresso libero Programmazione neuro corporea Il corpo comunica, attraverso i sintomi, un linguaggio proprio, imparare a riconoscere la sua programmazione ci permette di ritrovare l'equilibrio e l'armonia con Sandro, alle ore 20.30, alla Bioteca in via Villa Glori 41. Info 334 6728109. 18 venerdì ingresso libero La fisiologia mistica La fisiologia mistica: dalle religioni alle nuove terapie. Conferenza con il dott. Stefano De Prophetis, sociologo della salute ed antropologo delle religioni, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 18 venerdì ingresso libero La scienza della vita Grande occasione per conoscere il maestro yoga Amadio Bianchi e il suo nuovo libro presso il centro Panta Rei in via S. Rocco 142, ore 21. L'autore condividerà la sua ampia esperienza nello yoga e nell'Ayurveda. Info 0432 728071. 20 domenica Seminario costellazioni familiari Guarire i legami con il passato per prendere forza nel presente e realizzare il futuro. Conferenza con Nicoletta Campisi a San Vito al Torre. Info Antonella 333 5343049. 23 mercoledì ingresso libero Rebirthing - il potere del respiro! Straordinaria tecnica che scioglie le tensioni e i blocchi energetici nel corpo e nella mente. Giacomo Bo ne parlerà approfonditamente e risponderà alle domande del pubblico. Ore 20.30, via S. Rocco 142 Info 0432 728071. 25 venerdì ingresso libero Lo stato di salute organica Lo stato di salute organica come espressione del modo di vivere. Conferenza con il dott. Samir Habchi, medico libanese, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 25 venerdì ingresso libero Allergie primaverili Cure naturali e accorgimenti alimentari per sostenere la risposta immunitaria. Conferenza con Ilaria Forte, Medico esperto in omeopatia, omotossicologia, naturopatia e Giuliana Cossettini, Naturopata, alle ore 20.30 all'Ass. Gem in via Canova 13 a Feletto U. (UD). Info 0432 574002, www.nutrivita.it 25-27 da venerdì a domenica Scuola di Geomanzia di M. Pogacnik Sono aperle le iscrizioni alla scuola di Geomanzia organizzata da CosmoGea. Le lezioni tenute da Marko Pogacnik si svolgeranno ad Osoppo e sul territorio regionale. Info e costi Manuela 349 4070431 - Tiziana 340 6092388, segreteria.cosmogea@ libero.it 26 sabato Conoscersi attraverso il movimento Le costellazioni del movimento armonioso di testa, collo e anche... libera le spalle e dà respiro all’intera colonna vertebrale. In Viale Venezia 12 a Udine. Continuano le lezioni settimanali e tematiche. Info 347 8188431, www.grmfeldenkrais.it 26 e 27 sabato e domenica Conosci le costellazioni familiari! Sabato ore 15-18.30: "crescere nel contatto con le radici familiari". Domenica ore 9,30-17,30: "l'incontro con IL Padre". Via Canova 13 Feletto. è possibile partecipare anche solo uno dei due giorni. Info e costi: Mario Franchi 335 5977306, www.ilmutamento.it 27 domenica Eft corso base (ex 1° livello) L'Associazione EFT Friuli organizza il corso Base EFT al Punto Riflesso in via Veneto 114 a Cussignacco Udine. Una tecnica che affascina tutto il mondo. Info Franco 335 8445140, [email protected] Escursioni 20 domenica ingresso libero Yoga e Natura Escursione transfrontaliera con semplici pratiche yoga e osservazioni sull'ambiente, a cura di Franco Salvi dell'Institute of Yogic Culture. Info e adesioni (per motivi organizzativi!) Info 040 635718. BENVENUTO SANGHA! Nel mutare delle Stagioni è sorto Sangha, oasi delle Discipline Naturali per Nutrire l'Essere. Il termine utilizzato deriva dalla lingua sanscrita ed indica una "comunità di ricercatori del Sè". Ci è parso consono ai nostri intenti. Di fatto, il Centro è frequentato da persone in cammino; una comunità che ha scopi affini: la ricerca del benessere psico-fisico, di una propria dimensione interiore. Mentre Diabasi è approdato in altri lidi con il suo legittimo ideatore, noi - Gianna, Stefano, Paolo condurremo questa neonata realtà con modalità che rispecchino le nostre personalità ed i nostri vissuti. Cogliamo l'occasione per esortare sin d'ora gli operatori olistici che desiderano unirsi alla nostra cordata a contattarci. Sangha, viale Tricesimo 103, Udine Gianna Gorza - [email protected] - tel. 340.2233994. nat_spaziocorti Trieste, via Corti 2 (vicino a Piazza Venezia) tel. 040 9990006 orario: da martedì a sabato 10-13 e 15.30-19.30 fuori orario su appuntamento [email protected] - www.natdesign.it