Cosa significa biodiversità? La biodiversità o - U

Transcript

Cosa significa biodiversità? La biodiversità o - U
F.A.Q
Cosa significa biodiversità?
La biodiversità o diversità biologica, secondo la definizione data durante la
Conferenza di Rio de Janeiro nel 1992, è “la varietà e la variabilità degli
organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono ed include la diversità
a livello genetico, di specie e di ecosistema”.
In altre parole, la biodiversità può essere definita come la ricchezza di vita
coevoluta sulla Terra: i milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi
contengono ed i complessi ecosistemi naturali di cui le specie sono parte.
Perché è importante la biodiversità?
La perdita e/o alterazione della biodiversità mette in pericolo la funzionalità e la
sopravvivenza degli ecosistemi naturali. Ogni specie che si estingue è persa per
sempre, e, con essa, le relazioni che la legano alle altre specie e che
determinano il funzionamento dei sistemi naturali. Perdere la biodiversità
significa buttare al vento elementi e relazioni indispensabili che l’evoluzione in
milioni di anni ha costruito. Gli esseri umani, uno degli infiniti “granelli” della
biodiversità, hanno il dovere di difenderla e tutelarla per le attuali e future
generazioni.
La biodiversità è quindi essenziale per la vita degli esseri umani e la sua qualità.
Infatti, i sistemi naturali, in equilibrio dinamico, sono componenti del ciclo
atmosferico, idrico e di vitalità dei suoli che consentono di fornire nutrimento
(vegetali e animali), fibre per tessuti (cotone, lana ecc.), materie prime per la
produzione di energia (legno e minerali fossili) e la base per la medicina. La
perdita e l’impoverimento della biodiversità hanno impatti pesanti sulle società,
riducendo la qualità e la disponibilità di risorse alimentari, idriche, atmosferiche,
di vitalità dei suoli, energetiche e medicinali.
Per la nostra specie, la perdita di biodiversità è anche un danno ai valori
paesaggistici, estetici, etici e culturali che compongono parte importante della
qualità della nostra vita sulla Terra.
Che cosa significa specie autoctona e specie alloctona?
Ogni specie è legata ad un preciso ambito geografico nel quale si è originata e
nel quale ha sviluppato, nel corso dell’evoluzione, complessi legami con tutte le
altre componenti degli ecosistemi naturali.
Una specie, animale o vegetale, viene definita autoctona (dal greco autòs =
medesimo e chthòn = terra) quando essa ha avuto origine nel medesimo areale
in cui si trova. Una specie viene indicata come alloctona (dal greco àllos =
diverso e chthòn = terra) quando è stata rilasciata a causa dell'azione,
intenzionale o accidentale, dell’uomo in aree diverse da quelle in cui si è
originata ed è coevoluta. I canali di introduzione sono diversi e possono essere
volontari (commerciali, pesca, agricoltura, motivi ornamentali, ecc) o accidentali
(trasporto con altre merci, acque di zavorra, ecc.).
Una specie alloctona viene definita invasiva quando, nei territori in cui è stata
introdotta, si espande rapidamente (rispetto ai tempi dell’evoluzione naturale)
creando impatti tangibili su altre specie ed ecosistemi.
Perché conservare lo scoiattolo comune o rosso?
Lo scoiattolo rosso è una tessera dello straordinario mosaico di biodiversità che
caratterizza l’Europa e va tutelato in quanto elemento unico. Lo scoiattolo
comune è la sola specie di scoiattolo arboricolo coevoluta in Europa ed è una
specie fondamentale nel processo di rinnovamento del bosco. Ha l’abitudine di
sotterrare in autunno le sue scorte invernali nella terra o tra le radici degli
alberi, molti dei semi nascosti saranno poi recuperati dagli animali in inverno e
in primavera, ma una parte sarà dimenticata. I semi lasciati nel terreno avranno
quindi la possibilità di germinare e dare origine a nuove piante. Lo scoiattolo
comune è anche uno straordinario disseminatore di spore di funghi e tartufi, di
cui si nutre. Quest’azione è anch’essa molto importante perché i funghi sono
essenziali per la crescita di molte piante, grazie alla simbiosi che si instaura tra
questi e le radici delle piante stesse ad opera di particolari filamenti, detti ife
fungine.
Le reciproche e strettissime relazioni tra lo scoiattolo rosso ed il suo ambiente
naturale spiegano perché è importante difenderlo.
Perché si dice che lo scoiattolo rosso è in pericolo, se non è incluso nelle
Liste Rosse?
Senza agire sarebbe solo una questione di tempo perché sia inserito in tali liste.
Lo scoiattolo rosso, infatti, non è ancora incluso nella Lista Rossa dell’Unione
Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) o nella Lista Rossa dei
Vertebrati Italiani tra le specie minacciate, ma i dati scientifici a disposizione
indicano chiaramente che la competizione con lo scoiattolo grigio porta, in
genere pochi anni, alla sua estinzione locale. Nel caso dello scoiattolo rosso
l’IUCN indica che, sebbene sia descritto come diffuso nella maggior parte del
suo areale, sono ben documentati i casi di declino di popolazioni locali e sono
note le forti riduzioni degli areali già avvenute nel Regno Unito, in Irlanda e in
Italia e sempre la IUCN riporta come causa del trend demografico negativo la
competizione con l’alloctono scoiattolo grigio, che lo pone in pericolo.
Gli scoiattoli rossi sono più importanti degli scoiattoli grigi?
Non c’è una specie più importante di un’altra, ma è importante salvaguardare le
specie native nel proprio luogo di origine al fine di proteggere la biodiversità. Lo
scoiattolo grigio è una componente importante degli ecosistemi e della
biodiversità nord americana mentre lo scoiattolo rosso è una componente
importante degli ecosistemi e della biodiversità europea. Lo scoiattolo grigio è
una specie americana importata e rilasciata dall’uomo in Gran Bretagna, Irlanda
e Italia: in queste aree costituisce una concreta minaccia per le popolazioni di
scoiattolo rosso causandone l’estinzione. È quindi importante conservare lo
scoiattolo grigio in Nord America e lo scoiattolo rosso in Europa.
Gli scoiattoli rossi e grigi possono riprodursi tra loro?
No, si tratta di due specie nettamente separate e gli individui delle due specie
non si accoppiano (ibridano) tra loro.
Gli scoiattoli rossi e grigi vivono bene insieme?
No, purtroppo il grigio è causa dell’estinzione del rosso. In Gran Bretagna dei
circa 3.500.000 di scoiattoli rossi oggi, a seguito dell’introduzione del grigio, ne
sopravvivono solo circa 130.000.
Da dove viene lo scoiattolo grigio?
Lo scoiattolo grigio è originario della porzione centro-orientale del Nord America.
L’areale è racchiuso a sud dalle coste settentrionali del Golfo del Messico, ad
ovest dal limite delle foreste decidue degli Stati Uniti e a nord dalle porzioni
meridionali degli stati canadesi del Quebec e Manitoba. Successivamente il suo
areale è stato ampliato dall’uomo con ripetute introduzioni, nel corso dei secoli,
nelle province canadesi del Quebec, Ontario, New Brunswick, Manitoba,
Saskatchewan, British Columbia, Nuova Scozia e in altri stati americani
(California, Oregon, Washington e Montana).
Dove è stato introdotto, in Italia e in Europa, lo scoiattolo grigio?
In Italia lo scoiattolo grigio è presente: in Piemonte, dove è stato portato per
motivi ornamentali nel 1948; in Lombardia, in diverse aree localizzate
prevalentemente nella porzione centro-occidentale della regione; in Veneto, nei
pressi della città di Padova; in Liguria, nel parco di Genova Nervi, dove era stato
introdotto nel 1966, e in Umbria dove è presente dall’inizio degli anni 2000.
Distribuzione dello scoiattolo grigio in Italia
In Europa lo scoiattolo grigio è stato introdotto anche in Gran Bretagna e in
Irlanda. In Gran Bretagna la prima introduzione di cui si hanno riscontri certi è
del 1876, quando alcuni individui furono rilasciati nel Cheshire per scopi
ornamentali. Da quell’anno e fino al 1929 si sono susseguite diverse introduzioni
e traslocazioni in tutta la Gran Bretagna. L’importazione della specie è stata
successivamente vietata, nel 1937, con il documento “Grey squirrel prohibition
of importation and keeping order”.
In Irlanda l'introduzione ha avuto luogo presso il castello di Forbes, contea di
Longford (porzione centrale dell’isola), nel 1911, quando sei coppie di scoiattoli
grigi vennero rilasciate, anche in questo caso per motivi ornamentali.
In entrambe le isole, lo scoiattolo grigio ha ben presto iniziato la sua
espansione, seguita dalla estinzione quasi ovunque dello scoiattolo rosso.
Attualmente, lo scoiattolo grigio ha colonizzato gran parte dell’Inghilterra e del
Galles e si sta espandendo in Scozia. Nel frattempo, lo scoiattolo rosso è
diventata una delle specie a maggior rischio di estinzione in questi paesi.
Quali sono gli impatti dello scoiattolo grigio sulle popolazioni dello
scoiattolo rosso e sulla biodiversità?
La conseguenza più diretta della presenza dello scoiattolo grigio in Umbria, così
come in tutte le aree di introduzione in Europa, è la progressiva estinzione
dell’unica specie autoctona di scoiattolo arboricolo del Vecchio continente, lo
scoiattolo comune europeo o rosso. E, principalmente come conseguenza di
questa estinzione, è tutta la biodiversità forestale a patire la sua espansione.
La sostituzione dello scoiattolo rosso da parte dello scoiattolo grigio è basata
sulla competizione per lo spazio e per le risorse alimentari tra le due specie.
Fin dalla sua introduzione in Gran Bretagna lo scoiattolo grigio, oltre ad aver
provocato un’enorme riduzione dello scoiattolo rosso, ha causato ingenti danni
alle superfici forestali tramite l’azione di scortecciamento (detta bark-stripping)
su tronchi e rami degli alberi, cosa che non fa il rosso. Tale azione facilita la
penetrazione di parassiti nel tronco, mettendo a rischio la sopravvivenza
dell’albero stesso e di interi boschi. Per questo, si stima un danno di circa 17
milioni di euro all’anno nel Regno Unito.
La sostituzione dello scoiattolo rosso con lo scoiattolo grigio è un
processo naturale, perché interferire?
L’introduzione delle specie operata dall’uomo non è un processo naturale. Le
specie, sia in tempi geologici che biologici, si sono adattate in risposta ai grandi
fenomeni naturali (dinamiche dei continenti, fenomeni vulcanici su ampia scala,
cambiamenti sostanziali delle condizioni climatico-ambientali) evolvendosi e
instaurando rapporti e relazioni con l’ambiente. Gli spostamenti delle specie
causati dall’uomo, enormemente aumentati a causa della facilità e velocità dei
commerci e dei viaggi, sono un processo artificiale rapidissimo, analogamente a
inquinamento e distruzione degli habitat e del suolo. La competizione tra
scoiattolo grigio e rosso, che sta avvenendo a causa dell’uomo, non consente
alcun adattamento naturale.
Quante e quali sono le specie alloctone che causano danni in Italia?
Molte, è un fenomeno in costante evoluzione. Oggi in Italia, tra animali e piante,
si contano almeno 2.654 specie alloctone. Le specie alloctone sono state
introdotte in tutti gli ecosistemi, dagli ambienti terrestri, alle acque interne, fino
agli ambienti marini.
Tra le specie alloctone le più pericolose sono quelle definite invasive e per
quanto riguarda le piante si possono ricordare la robinia pseudoacacia e
l’ailanto, mentre per quanto riguarda gli animali, tra i mammiferi la nutria, il
visone americano e lo scoiattolo grigio, tra gli uccelli il parrocchetto monaco, tra
i rettili la tartaruga dalle orecchie rosse, tra i pesci il siluro e tra gli invertebrati
il gambero rosso della Louisiana, la zanzara tigre, il punteruolo rosso e la vespa
cinese del castagno. Quasi tutte queste specie sono presenti anche in Umbria.
È possibile acquistare, detenere, commerciare o allevare esemplari di
scoiattolo grigio?
No, il commercio, l’allevamento e la detenzione, su tutto il territorio nazionale,
dello scoiattolo grigio americano (Sciurus carolinensis) e di altre due specie di
scoiattolo alloctone (Callosciurus erythraeus, scoiattolo di Pallas e Sciurus niger,
scoiattolo volpe) è vietato dal decreto interministeriale del 24 dicembre 2012
(emanato dal Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare di
concerto con il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e il Ministro
dello Sviluppo economico).
Dal 20 agosto 2014 è inoltre obbligatorio per legge (Legge n. 116/2014)
l’eradicazione o comunque il controllo delle specie alloctone presenti allo stato
libero in Italia.
È vero che l’Europa chiede di intervenire nei confronti delle specie
alloctone invasive, compreso lo scoiattolo grigio?
Dal 1 gennaio 2015 è entrato in vigore il Regolamento europeo recante
disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie
esotiche invasive (Regolamento n. 1143/2014), che obbliga i Paesi dell’Unione a
prendere provvedimenti stringenti per la gestione delle specie alloctone. In
particolare, quando sarà formalmente adottato l’elenco delle specie alloctone
invasive di rilevanza unionale (cioè quelle specie per cui l’UE riconosce una
priorità assoluta di intervento), diventerà obbligatorio attivarsi, entro tre mesi
dal rilevamento, per l’eradicazione di tali specie. La prima lista di specie di
rilevanza unionale, che comprende anche lo scoiattolo grigio, sarà formalmente
adottata entro dicembre 2015. Il mancato rispetto di queste disposizioni
comporterà per l’Italia di incorrere in nuove procedure di infrazione.
Che cosa sono i programmi LIFE+?
Il LIFE (L'Instrument Financier pour l'Environnement), istituito nel 1992, è il
principale strumento finanziario a sostegno della politica ambientale dell'Unione
europea. Attraverso il LIFE vengono cofinanziati progetti a carattere ambientale
e di conservazione della natura. LIFE Plus (LIFE+) è stato lo strumento
finanziario per la difesa dell’ambiente per il periodo 2007-2013. Dal 2014,
sempre con le stesse finalità, è partita una nuova fase della programmazione
finanziaria della UE, con lo strumento LIFE 2014-2020.
Il Programma LIFE+ è articolato in tre componenti tematiche: LIFE+ "Natura e
Biodiversità"; LIFE+ "Politica e Governance Ambientali"; LIFE+ "Informazione e
Comunicazione".
LIFE+ "Natura e biodiversità" permette di perseguire l'obiettivo di tutela e
conservazione degli habitat naturali e delle specie di interesse comunitario
presenti nel territorio dell’Unione europea, al fine di arrestare la perdita di
biodiversità.
Quanto costa il progetto e quanto dura?
U-SAVEREDS (Management of grey squirrel in Umbria: conservation of red
squirrel and preventing loss of biodiversity in Apennines) è un progetto europeo
finanziato nell’ambito del programma LIFE. Complessivamente il progetto dura 4
anni (dal 2014 al 2018) ed ha un budget complessivo di un milione e
quattrocento mila euro. Di questi, la metà sono messi a disposizione dall’Unione
Europea. I restanti sono messi come co-finanziamento dai partner. Il vero punto
di forza è che dalle casse degli Enti pubblici usciranno circa 65.000,00 euro che
rappresentano il 5% dell’intero progetto. Tali fondi, se utilizzati
autonomamente, non avrebbero consentito alcuna azione finalizzata alla tutela
dello scoiattolo rosso. Il beneficiario coordinatore (capofila) è l’Istituto Superiore
per la Protezione e Ricerca Ambientale, che è affiancato dai seguenti partner:
Regione Umbria, ARP Lazio, Comune di Perugia, Istituto Oikos, Istituto
Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche e Legambiente Umbria.
Nelle difficoltà economiche attuali com'è possibile investire tutte queste
risorse per un problema così?
Proprio la difficile situazione economica chiama ulteriormente le Istituzioni e i
privati ad utilizzare al meglio tutte le opportunità ed i fondi disponibili, compresi
quelli per la tutela della natura come il programma LIFE+.
Inoltre, così come avviene a seguito di altri fenomeni in natura che producono
ingenti danni (alluvioni, frane, ecc.) le attività di prevenzione e di intervento
rapido sulle specie alloctone invasive riducono moltissimo i danni alla
biodiversità e alle attività umane e, conseguentemente, il costo che le comunità
si troverebbero a sostenere.
Si può fornire il proprio aiuto al progetto?
La tutela della biodiversità dipende dalla consapevolezza e dalla collaborazione
attiva di ciascuna persona. È possibile reperire tutte le informazioni relative al
progetto in corso sul sito web www.usavereds.eu e anche sui social network
dedicati. Ogni cittadino ha la possibilità di essere parte attiva segnalando la
presenza dello scoiattolo grigio al fine di facilitare la raccolta di dati ed
informazioni e concordando con i ricercatori l’accesso nei propri spazi verdi per il
miglior svolgimento delle attività.
Il progetto si limiterà allo studio/progettazione o interverrà sullo
scoiattolo?
Il Progetto ha una durata di 4 anni e prevede attività di studio e di gestione.
Dal 2015 sono previste le attività sul campo per definire più accuratamente la
presenza dello scoiattolo grigio, che, in base ai dati di partenza, sembra esser
presente in un’area di circa 50 km2 intorno alla città di Perugia. Vi sono anche
alcune segnalazioni della specie nell’Alta Valle del Tevere.
Parallelamente, è previsto l’avvio di una campagna di informazione rivolta alla
popolazione perugina ed umbra sui pericoli che corre lo scoiattolo rosso,
sull’importanza della sua difesa come tassello insostituibile della biodiversità
forestale e sulla necessità di rimuovere la minaccia principale costituita dalla
presenza ed espansione dello scoiattolo grigio.
Dal 2016 prenderanno il via le operazioni di gestione, con la rimozione degli
scoiattoli grigi che consisterà nella loro cattura e sterilizzazione o soppressione.
Circa il 10% della popolazione sarà interessato dalla “rimozione indiretta”, ossia
la cattura, sterilizzazione chirurgica e successivo rilascio degli animali, quota
prevista in relazione ai principali fattori limitanti, rappresentati dal numero di
aree idonee e dai tempi di realizzazione.
Contemporaneamente, si agirà sul miglioramento delle condizioni vitali dello
scoiattolo rosso in città, attraverso la piantumazione di piante particolarmente
appetibili per il rosso e attraverso il ripristino/rinforzo di un paio di popolazioni
oggi in difficoltà a causa della presenza dello scoiattolo grigio. Saranno adottate
tecniche di derattizzazione innovative che serviranno a scongiurare qualsiasi
possibile impatto sulle popolazioni di scoiattolo e altre specie non-target, e più
in generale a non contaminare l’ambiente con sostanze nocive. Gli scoiattoli
grigi soppressi saranno oggetto di uno specifica indagine sanitaria, finalizzata ad
assicurare aspetti di sicurezza veterinaria.
In altri contesti geografici lo scoiattolo grigio è un problema? Come
intervengono?
Lo scoiattolo grigio è considerato un problema a livello globale, tanto da
rientrare nella lista stilata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della
Natura, che comprende 100 delle specie invasive più pericolose - 100 of the
World's Worst Invasive Alien Species.
Nei territori in cui è presente lo scoiattolo grigio è oggetto di attività di
rimozione: nelle Isole Britanniche tale attività è condotta dagli Enti Pubblici, dai
proprietari terrieri e da molti gruppi e associazioni per la conservazione dello
scoiattolo rosso. In Gran Bretagna il controllo dello scoiattolo grigio viene
effettuato tramite l’uso di esche avvelenate, il trappolamento o lo sparo.
Nel Nord Italia la specie è stata oggetto di gestione attraverso un progetto LIFE,
finalizzato a fermare l’espansione della specie in Piemonte, per la rimozione in
Lombardia e la sterilizzazione della popolazione presente nel parco di Genova
Nervi, in Liguria.
Perché devono essere sempre gli animali a pagare per gli errori degli
uomini?
Ogni volta che si ha la consapevolezza di aver creato un problema occorre
cercare - con responsabilità - di porvi rimedio. In questo caso, nel rispetto delle
linee guida europee in materia di tutela della biodiversità, è necessario fermare
l’espansione dello scoiattolo grigio, poiché l’alternativa sarebbe semplicemente
quella di condannare all’estinzione in molte aree lo scoiattolo rosso, perdendo
un tassello unico degli ecosistemi forestali e compromettendo, quindi, la
conservazione della biodiversità. Nel far ciò, dovendo intervenire su esseri
senzienti, vengono adottate le migliori misure disponibili per ridurre ogni
sofferenza e garantire di salvare il massimo di animali possibile.
Esistono dati oggettivi che testimoniano la diminuzione dello scoiattolo
rosso in Umbria e che questa diminuzione sia imputabile alla presenza
dello scoiattolo grigio?
Le osservazioni raccolte in Umbria confermano che il processo di sostituzione
competitiva dello scoiattolo rosso da parte dello scoiattolo grigio è in atto.
All’interno del Parco “Città della Domenica”, dove è stato rilevato un nucleo di
circa 280 scoiattoli grigi, lo scoiattolo rosso è estinto e i dati raccolti nelle aree
limitrofe mostrano che lo scoiattolo rosso è in decremento in tutto il settore sud
di Monte Malbe e nella porzione occidentale della periferia di Perugia, dove fino
a qualche anno fa era invece ampiamente diffuso, anche in parchi e giardini
sub-urbani.
Quanti sono gli scoiattoli grigi?
Nell’ambito dell’Azione A.3 del Progetto, tramite una metodologia di
osservazione diretta degli animali è stato possibile rilevare la presenza, su
un’area di circa 50 km2, di almeno 600 animali, come numero minimo certo. La
stima complessiva invece oscilla tra i 2.000 e i 3.000 animali.
Quanto costa l’operazione di eradicazione?
Con il termine di eradicazione si intende il processo che porta alla rimozione
totale di una specie alloctona da un’area in cui essa è invasiva. L’eradicazione
può essere attuata con metodologie molto differenti tra di loro. Nel caso
dell’eradicazione tramite cattura e soppressione eutanasica degli individui,
mediante inalazione di anidride carbonica, soluzione prevista nell’ambito del
progetto, è stimato un costo per esemplare di circa 35,00 euro. Questa stima
tiene conto del costo del personale impegnato nel progetto, nonché di materiali
e attrezzature necessari per le catture e soppressione eutanasica.
Perché sono scartate altre soluzioni rispetto a quella di uccidere gli
scoiattoli grigi?
Nessuna eradicazione finora è mai stata realizzata senza ricorrere alla
soppressione degli animali, ad esempio utilizzando solo la sterilizzazione o la
traslocazione degli individui in altre aree. L’unico esempio noto è quello di
Genova Nervi, dove è stato possibile rimuovere con successo una piccola
popolazione di scoiattoli grigi utilizzando la sterilizzazione chirurgica, ma è stato
possibile solo perché si trattava di un nucleo piccolo di scoiattoli (ca 300
soggetti) ed erano presenti altre aree urbane limitrofe in cui, senza alcun
impatto su altre specie, potevano essere rilasciati gli scoiattoli grigi sterilizzati.
Infatti, analizzando il database sulle eradicazioni
(http://diise.islandconservation.org/), fatto dalle Università di Auckland - Nuova
Zelanda e di Santa Cruz - California (riferito solo ad ambienti insulari, ma in
grado di fornire una buona base di informazioni), su 1.437 eradicazioni
completate con successo nel mondo, relative complessivamente a 59 specie
invasive, circa 400 sono state fatte mediate il trappolamento o lo sparo, 726
hanno utilizzato veleni o in casi minori degli agenti patogeni introdotti nelle
popolazioni.
Tra queste tecniche il trappolamento è la più efficace e quella in grado di ridurre
al minimo la sofferenza agli animali. In particolare, l’inalazione di CO2 tra le
tecniche di eutanasia è quella che, per i roditori, garantisce massima selettività,
limitazione di stress e sofferenza negli animali e sicurezza dell’operatore (AVMA
2006). L’azione narcotica della CO2 è rapidissima, l’animale perde coscienza
dopo pochi secondi, senza avvertire dolore. La morte, senza percezione alcuna,
sopraggiunge in circa 1min e 30 sec.
Perché non si possono trasferire gli scoiattoli grigi in altre zone?
L’introduzione delle specie alloctone è vietata dalla legislazione vigente. La
cattura, la sterilizzazione chirurgica e il rilascio in altre aree degli animali
sterilizzati è una procedura possibile solo per piccoli nuclei di animali. Infatti
oltre agli aspetti sanitari, il rilascio di animali sterilizzati deve essere preceduto
dall’individuazione di aree urbane idonee, nelle quali non siano presenti
scoiattoli rossi, e dove non siano prevedibili significativi impatti negativi su altre
specie animali e vegetali.
Quanto costa sterilizzare uno scoiattolo?
Il costo della sterilizzazione chirurgica di uno scoiattolo può variare tra i 25,00
ed i 50,00 euro, ai quali vanno aggiunte le spese per il trasposto degli animali e
il costo per la cattura degli animali che si aggira, per un individuo, intorno ai
30,00 euro.
Non è possibile rimandare gli scoiattoli grigi in America?
Riportare gli scoiattoli grigi in Nord America avrebbe forti rischi di introduzione
di parassiti e patogeni non presenti in quel continente, con effetti non valutabili
a priori sugli scoiattoli grigi presenti e sugli altri animali. Inoltre, va considerato
che lo scoiattolo grigio in Nord America è una specie cacciabile.
Se non si intervenisse, che cosa succederebbe e in quali tempi?
Lo scoiattolo rosso andrebbe incontro dapprima ad estinzioni locali, come sta
avvenendo nei dintorni di Perugia, e, successivamente, ad estinzioni su ampia
scala, con gravi ripercussioni anche per gli ecosistemi forestali di cui lo
scoiattolo comune è un tassello unico. Ad oggi, in seguito alle prime analisi
effettuate, è possibile affermare che nell’arco di 30 anni lo scoiattolo grigio
potrebbe raggiungere l’Appennino Umbro-Marchigiano, zona di Gualdo Tadino e,
in 40 anni, occupare quasi la metà della superficie regionale. Qualora venissero
confermate le segnalazioni della specie alloctona nell’Alta Valle del Tevere, lo
scenario nel medio-lungo periodo sarebbe ancora più rapido.
Quali sono le probabilità di successo del progetto?
Gli obblighi normativi vigenti che impongono all’Italia di intervenire e la diversità
di competenze ed esperienze del partenariato pubblico e privato coinvolto nel
progetto sono una ragionevole garanzia di raggiungimento degli obiettivi nei
tempi previsti dal progetto. Un’ampia e diffusa partecipazione e collaborazione
offerta dai cittadini umbri ai ricercatori contribuirà a velocizzare le azioni,
contribuendo a salvare un maggior numero di animali e piante in pericolo e
anche di scoiattoli grigi. Infatti, la maggiore rapidità di intervento ridurrà il
numero di scoiattoli grigi presenti su cui l’Italia è obbligata ad intervenire con la
rimozione.