il segreto del deserto
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il segreto del deserto
Il potere che distrugge e il bene che salva: IL SEGRETO DEL DESERTO Erano passati dieci anni da quando Albert aveva perso la memoria in seguito alla caduta dalla gondola sulla quale era salito per scoprire gli intenti dei mercanti. Quel giorno era il suo compleanno, o meglio lo era diventato. Infatti si festeggiava il giorno in cui la carovana di monaci lo aveva trovato all’estremo delle forze, dopo che aveva affrontato una terribile tempesta di sabbia ed era rimasto senza viveri per giorni. Alla mattina tutti i monaci si erano svegliati molto presto per preparare una colazione speciale per Albert. Quando questo si svegliò era sorpreso soprattutto perché, il monaco supremo, Sommu lo aveva convocato nella sala prima della biblioteca verso le 8 e un quarto. Già alle otto era davanti alla sala, Albert era molto ansioso soprattutto perchè non sapeva che aspettarsi. Il monaco Sommu era come un padre per il giovane, lui lo aveva allevato ed educato, gli aveva insegnato molte lingue, per le quale Albert era davvero portato, ma soprattutto era il suo punto di riferimento. Dopo quindici minuti la voce bassa di Sommu si sentì nella sala :- Sapevo che saresti arrivato in anticipo è tanto che aspetti questo momento.- Albert non poteva non accennare un sorrisetto dopo queste parole, il monaco proseguì: - Ebbene oggi, finalmente, entrerai nella sacra biblioteca. Ora ti lascio entrare ma non andare nella sezione proibita, mi raccomando. Sommu si diresse verso la grande porta in legno scuro della biblioteca, disse alcune parole incomprensibili e la porta si spalancò. Albert che aveva visto la scena non si chiedeva neanche come avesse fatto la porta a spalancarsi senza che nessuno la toccasse, era rimasto talmente sbalordito che non vide neanche il monaco andarsene. Stava lì immobile sull’entrata ad ammirare. Appena messo un piede dentro capì che era un luogo sacro; il soffitto era altissimo e di color perlato e gli scaffali, in legno scuro altrettanto antichi, arrivavano quasi a toccarlo. Le pareti erano affrescate da pitture raffiguranti creature mitologiche che davano all’ambiente un'atmosfera magica. Ma ciò che rendeva la biblioteca un luogo davvero importante erano le migliaia di volumi e papiri sottilissimi scritti in lingue ormai sconosciute, che solo i monaci studiano ancora. Albert sfogliò le pagine impolverate di uno dei libri e sentì l’odore di vecchio e dell’inchiostro. La biblioteca era strutturata in modo semplice e ordinato; i vari generi si trovavano nelle sezioni a loro assegnate. Ad esempio i libri di scienza e matematica facevano parte della sezione 1 che si trovava sulla destra vicino all’entrata dopo di questa c’era la sezione dei libri di storia del mondo, belle arti, storia della lingua antica… I più importanti erano i libri sacri e quelli riguardanti l’alchimia che stavano sull’ultima parete in fondo, opposta alla porta d’entrata. Questi erano quelli che Sommu aveva vietato al ragazzo. Albert passò l’intera mattina a gironzolare per le varie file di scaffali. Dopo che furono passate all’incirca due ore era arrivato nella sezione dei miti, quando, scorse verso la fine della fila una pergamena arrotolata per terra. Era di un marroncino tenue, e Albert non esitò ad aprirla anche se sapeva che era proibita. All’interno c’era una profezia: “ Un medaglione, un ragazzo che non per nulla è stato salvato, un monaco lo ha allevato. Un medaglione, un ragazzo e la sua storia dimenticata, ma il deserto l’ha conservata. Poiché egli deve salvare e dalla schiavitù liberare”. Letto ciò Albert rimase senza parole guardò il medaglione d’oro a forma di dinosauro che portava al collo e lo girò dietro aveva inciso il suo nome e lo lesse ad alta voce, in quel momento esatto una nube verdastra lo avvolse e quando svanì ad Albert era tornata la memoria, ricordava della sua famiglia, del suo villaggio, della spezia e dei DINOSAURI! Non aspettò un secondo di più e corse nel cortile sul retro della torre a nord-ovest, dove i monaci stavano pregando in ginocchio, tra questi c’era anche Sommu. Si diresse verso di lui e gli disse ad alta voce:- Sommu dobbiamo parlare!-. Questo si alzò e lo trascinò in un angolo del giardino e lo rimproverò per la maleducazione ma Albert non si pentì e disse diretto:- Ho letto una pergamena proibita che ho trovato sul pavimento, parlava di una profezia e di un ragazzo con un medaglione come il mio, che salverà tutti dalla schiavitù. E dopo averla letta ho ricordato tutto, so chi è la mia famiglia, il mio villaggio e i dinosauri, so chi sono io: Albert di Pietra…-. Il monaco subito lo guardò con sguardo severo ma quando finì di parlare gli scappò un sorriso e aveva un’aria sollevata inoltre aggiunse:- So tutto, la pergamena l’ho lasciata là io. Ora hai sedici anni e sei grande è tuo diritto ricordare tutto, ma adesso dimmi cos’hai intenzione di fare?- Albert era un po’ confuso ma decisione la prese subito: voleva scoprire le intenzioni dei mercanti/ladri. Il monaco approvò la decisione del ragazzo, inoltre gli disse di preparare dei bagagli per la mattina seguente, sarebbe partito il giorno dopo. L’alba era giovane quando Albert si svegliò, era troppo agitato per dormire ulteriormente, se ne stava sdraiato a fissare il soffitto bianco incrostato. Di lì a pochi minuti arrivò un monaco ad avvisarlo che Sommu lo aspettava nella biblioteca. Il ragazzo era prontissimo raccolse le sue cose e vi si diresse. Davanti allo scaffale dei libri sacri e di alchimia si trovava il monaco supremo, Albert si mise di fianco a lui in silenzio; passarono alcuni istanti prima che Sommu si decidesse a parlare:- Io verrò con te non voglio obiezioni, al comando del monastero momentaneamente ci sarà Bramemu desidera questa carica da sempre. Dobbiamo prendere un mezzo efficace e veloce! Conosci City of Sand?Albert scosse il capo e il monaco proseguì:- Quella città è l’unica, dopo il monastero, a non essere su un dinosauro tutti puntano ad arrivarci ma in realtà ci vivono solo i mercanti ladri. Se vuoi salvare tutti è là che dobbiamo arrivare.- infine il monaco si avvicinò alla libreria e prese un libro, intanto Albert chiese:- Ma i mercanti perché vogliono la spezia?- Il monaco sembrava sapere che il giovane avrebbe fatto quella domanda e aprì il libro, il quale aveva una copertina rosso antico e lo porse ad Albert, sulla pagina c’era un’immagine di una sostanza che diventava un metallo. Il monaco spiegò ad Albert che la spezia veniva tramutata in oro se si compivano alcune lavorazioni perciò era molto importante. Successivamente Sommu si riavvicinò alla libreria e appoggiò due dita sul libro vicino a quello che aveva preso prima e lo tirò verso il basso e si allontanò. Lo scaffale, che era appoggiato al muro si aprì e svelò una stanza enorme e buia illuminata da qualche candela appesa lungo le pareti. Al centro si trovava una barca in legno chiaro si vedevano i chiodi delle assi brillare alla luce delle candele ma ciò che la rendeva unica erano le vele, queste le consentivano di volare rendendola un ottimo mezzo per viaggiare in sicurezza e con velocità. Appena Albert la vide rimase a bocca aperta mentre il monaco disse soddisfatto:- La conservo da molto tempo, me la regalò mio nonno e mi disse che un giorno mi sarebbe servita, non so come abbia fatto ma penso che sapesse cosa sarebbe successo. Ma adesso non abbiamo tempo da perdere. Sali! Svelto!Albert non se lo fece ripetere due volte salì sulla barca volante lanciando la sua sacca in un angolo. Sommu andò dritto verso il timone e dopo averlo afferrato urlò a squarciagola:- Alzati e parti più in alto che puoi, il vento cavalca anche per noi! Alzati e parti sono serio, vola questo è il mio desiderio!La barca si alzò in volo e un’altra entrata si aprì ma nella direzione opposta rispetto a quella di prima, scese subito in picchiata per poi planare e volare su nel cielo. Albert era felicissimo e le emozioni che provava non si potevano descrivere. Si trovava nell azzurro del cielo limpido, poi andò a guardare il deserto dall’alto e gli tornarono in mente le parole della profezia. La nave era ben rifornita di cibo e di acqua che si trovavano sotto coperta insieme alle due brandine. Passarono due giorni di viaggio quando finalmente scorsero da lontano la città di City of Sand era una città grandissima. Aveva grandi mura che erano costruite da un impasto di sabbia, acqua e rocce sbriciolate che le rendevano molto resistenti ai pericoli tipici del deserto; dentro esse era nato un mondo diverso, nuovo, strano, pericoloso ma magnifico. Le case erano alte e strette e sorgevano ovunque in fitte masse poco distanti le une dalle altre : sulle montagne, su sopraelevate artificiali e in gole profondissime. Le strade praticamente non esistevano si vedevano raramente tra qualche casa poiché tutto il terreno era occupato dalle abitazioni; Sommu e Albert atterrarono in una zona disabitata, quando scesero il monaco aveva una sacca con del cibo che porse subito al ragazzo e gli disse:- Caro Albert il mio viaggio termina qui spetta a te continuare questo è il tuo destino non il mio, io torno al monastero. Abbi cura di te e tieni questa borsa, ha dei viveri che ti saranno utili- poi gli porse il libro- tieni anche questo ti aiuterà.- Ad Albert scesero delle lacrime dagli occhi che il monaco asciugò con un fazzoletto estratto dalla tasca destra della tunica nera; e poi si diresse verso la nave. Albert all’ultimo aggiunse:- Sarai sempre con me! Non ti dimenticherò mai!- e strinse fra le mani il medaglione. Sommu pronunciò la filastrocca magica e partì. Albert ora aveva lo sguardo diretto verso il centro della città, pensò fra sé e sé che non sarebbe importato quante fatiche arebbe fatto ma lui avrebbe salvato il suo popolo dalla schiavitù e non si sarebbe dato per vinto facilmente.