proposta sui costi della politica

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proposta sui costi della politica
PER UN GOVERNO DELLA CITTA’ DEMOCRATICO, EFFICACE E PARTECIPATO
Non è facile affrontare la questione dei costi della politica e della riorganizzazione della
rappresentanza in una fase turbolenta come questa: da un lato assistiamo al manifestarsi di uno
spirito di aperta ostilità nei confronti del sistema politico da parte di un’opinione pubblica impaurita
e confusa dal drammatico disvelarsi della crisi economica che colpisce duramente il nostro paese e
che ha radici profonde, un’ostilità alimentata da demagogia e populismo alla quale il ceto politico
nella sua sostanziale interezza non è riuscito a dare risposte convincenti. Allo stesso tempo ci
troviamo ad ascoltare esercizi di addizioni e sottrazioni sul numero delle Circoscrizioni cittadine
che non fanno altro che delegittimare nella loro interezza quelli che sono strumenti di
partecipazione dal basso alla vita civile e politica che dovrebbero essere il vanto di ogni sistema
democratico.
Il Partito democratico di Trento non si presta alle semplificazioni né tantomeno rincorre quella parte
di opinione pubblica che dietro alla critica feroce di un sistema politico spesso inadeguato nasconde
rabbia sociale, disperazione o cieco individualismo. Grazie alle sollecitazioni giunte a suo tempo
dai circoli e dai gruppi circoscrizionali del PD dell’Argentario e di Gardolo e trovando terreno
fertile in molte sensibilità del partito cittadino, ci siamo posti il problema prima che ce lo dicessero
gli altri e lo affrontiamo senza affanni dell’ultima ora, forti delle nostre proposte e dell’ampio
dibattito sviluppatosi.
Per noi valgono dunque la parole approvate dal Coordinamento cittadino il 10 febbraio scorso delle
quali questo documento è la prosecuzione naturale:
“Il costo della politica rappresenta uno dei temi più difficili da affrontare, perché a fronte della
grande valenza che una fetta importante dell’opinione pubblica attribuisce alla questione, le
riduzioni di spesa che si potrebbero effettivamente realizzare, pur adottando misure drastiche, non
comporterebbero risparmi di valore assoluto, soprattutto se teniamo conto del volume complessivo
del bilancio pubblico rispetto al quale, è bene ricordarlo, la politica nella sua espressione
amministrativa dovrebbe garantire una gestione efficace e trasparente, Ciò nonostante, per quanto si
parli di una questione tanto sentita quanto esposta a facili demagogie e populismi, assai di rado la
classe dirigente è stata capace di mandare segnali chiari ed inequivocabili che andassero nella
direzione che ora più che mai abbiamo la responsabilità di imboccare, con la consapevolezza che i
tempi ci impongono: quella del risparmio, niente di più e niente di meno che il risparmio, come in
qualunque situazione nella quale le risorse diminuiscano. Non si tratta di inseguire gli umori di
un’opinione pubblica incattivita
dalla crisi economica e dai germi del populismo leghista, e
neppure di ergerci a fustigatori dei costumi altrui, nell’illusione che per evitare la becera
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semplificazione del grillismo (“i partiti sono tutti uguali e sono morti”) sia sufficiente qualche
provvedimento di facciata. Abbiamo troppo rispetto per la storia e per le nostre intelligenze per non
distinguere i costi della politica dai costi della democrazia, che costi non sono, bensì investimenti
finalizzati al bene comune; per non ricordare che i tempi nei quali l’impegno politico e
rappresentativo si basava sul volontariato gratuito erano i tempi nei quali la politica la facevano solo
i ceti privilegiati, e che le indennità parlamentari rappresentano storicamente una grande conquista
della democrazia europea.
Il Partito democratico è nato anche per promuovere un’idea della politica che allontani da sé la
dimensione dell’interesse personale, nella convinzione che la politica debba essere passione,
impegno civile, partecipazione. Tra gli amministratori eletti nelle liste del Partito democratico di
Trento questa consapevolezza è emersa a più riprese, ed è quindi tempo che il partito cittadino
indichi una strada chiara e condivisa da percorrere tutti insieme. Di recente la Giunta comunale
guidata dal Sindaco Andreatta si è ridotta l’indennità, seguita dai presidenti delle Circoscrizioni
della città, mentre il gruppo consiliare del Comune ha avviato a sua volta una riflessione su questo
argomento, condividendo il prolungamento dell’orario delle sedute; nella primavera scorsa alcuni
circoli cittadini, Gardolo e Argentario su tutti, avevano posto con forza il tema della riduzione dei
costi della politica, suscitando un dibattito che non eravamo stati capaci di gestire in modo unitario.
Per questo dobbiamo essere tutti consapevoli che l’obiettivo è comune, così come siamo altresì tutti
concordi nel ritenere che il problema vada affrontato con il senso delle proporzioni ed in una logica
organica e coordinata. A questo riguardo dobbiamo assolutamente evitare di cadere in
semplificazioni che non appartengono alla nostra cultura e alla nostra storia: pensare che le
Circoscrizioni rappresentino un costo evitabile e che la riforma del decentramento vada condotta
nella direzione di un taglio delle stesse finalizzato esclusivamente ad una riduzione delle spese
sarebbe un errore gravissimo. Pensare ad un’operazione chirurgica condotta a tavolino, mappa della
città alla mano, significherebbe tradire i territori, disconoscere la storia della nostra città, privarci di
uno straordinario strumento di partecipazione civica e, in ultima analisi, accettare una logica di
efficientismo centralistico che non può bastarci per rappresentare la nostra idea di politica. Certo, la
riforma del decentramento è urgente e necessaria, e può essere percorsa anche realizzando
importanti risparmi: se è vero che le indennità potrebbero essere abbassate, è altrettanto vero che si
potrebbero fornire almeno ai presidenti di commissione gli strumenti per esercitare al meglio la
propria funzione, così come si potrebbe favorire la partecipazione dei giovani attraverso incentivi
legati al trasporto pubblico o alle spese di carattere culturale e formativo; se possiamo essere
d’accordo su una riduzione generalizzata del numero dei componenti i consigli circoscrizionali,
possiamo altresì pensare a tutelare la rappresentanza dei quartieri, liberando il Consiglio comunale
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dalla dimensione di rappresentanza degli interessi di territorio che troppo spesso ne rende asfittica la
capacità di visione d’insieme della realtà cittadina. A questo riguardo si aprono una serie di
riflessioni che, a partire dal ruolo del Consiglio comunale e sulla scorta del dibattito avviato da
tempo sulla riforma del regolamento, potrebbe condurci sulla strada di una riduzione del numero dei
consiglieri e della ridefinizione delle funzioni delle commissioni consiliari. Come possiamo ben
vedere non si tratta solo di indennità, per quanto queste rappresentino la punta di un iceberg al quale
i cittadini sono legittimamente assai sensibili.”
Non è facile affrontare la questione dei costi della politica e della ricontestualizzazione del sistema
politico degli enti locali in una fase così complessa e incerta come questa, fortemente condizionata
dalle preoccupazioni generate dalla attuale crisi, non solo dell’economia ma anche delle istituzioni e
della politica in generale.
Tuttavia riteniamo che l’attuale momento di crisi costituisca per ciascun cittadino un’opportunità
per riflettere sul proprio agire, sulle proprie scelte e priorità di spese e investimenti e che in
particolare per ogni amministratore e per ogni partito sia oggi più che mai un dovere interrogarsi
responsabilmente e seriamente su quanto la propria attività politica “costi” alla comunità.
Ci riferiamo all’argomento “costi della politica” non considerandolo semplicemente dal punto di
vista di “quanto costa la politica”, in termini di spesa, ma anche nel suo contesto complessivo e di
metodo di gestione della politica, intesa come giusto e qualificato servizio alla comunità, capace di
prendersi cura del bene comune e di amministrarlo nel miglior modo possibile.
Richiamiamo la necessità di approcciare il problema in maniera più estesa: i primi costi della
politica sono gli sprechi che si creano quando essa non riesce a dare risposte efficaci e concrete ai
problemi reali dei cittadini, quando prolunga numero e durata delle riunioni rinviando le decisioni e
i provvedimenti operativi che guardino all’interesse di tutti, quando non sviluppa una progettualità
efficace, quando non misura e non verifica gli esiti dei propri interventi, quando si pone come primo
obiettivo la ricerca del consenso elettorale e degli interessi di parte, quando si preoccupa
dell’apparenza e non della sostanza, …
Tutto questo non solo rallenta le decisioni e l’efficacia dei provvedimenti, ma anche peggiora
l’interesse del cittadino verso la politica, percepita come troppo debole e lontana dalle modalità e
dai tempi con cui si affrontano i problemi della vita reale, nel mondo del lavoro e non solo.
Oggi più di prima è il momento di intensificare in modo concreto, trasparente e partecipato lo
sforzo comune di giungere a delle azioni sostanziali e strutturali che tendano a migliorare l’efficacia
e l’efficienza dei vari livelli delle istituzioni.
Riteniamo che il primo doveroso contributo che gli amministratori del Partito Democratico possano
apportare alla riduzione dei costi della politica sia quello di essere preparati e di adottare un metodo
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di lavoro e una progettualità il più possibile competente, efficace e lungimirante, che sia misurabile
e verificabile rispetto a degli obiettivi condivisi, contribuendo così all’amministrazione del bene
comune con interventi e proposte di qualità.
Per quanto riguarda il Consiglio comunale, le nostre proposte sono le seguenti::
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Riduzione del numero dei consiglieri comunali a 35
-
Riduzione del numero di componenti della giunta a 6, con auspicio a svolgere l’incarico a
tempo pieno
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Prolungamento della durata delle sedute di un’ora (fino alle 22.30)
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Taglio del 20% dei fondi destinati ai gruppi consiliari
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Abolizione dei rimborsi per le spese di viaggio dei consiglieri residenti nel Comune di
Trento, limitandoli a chi risiede al di fuori dei confini del Comune di Trento
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Riduzione del 50% del gettone di presenza nelle commissioni e vincolare l’attribuzione del
gettone di presenza alla partecipazione ad almeno ¾ della riunione stessa
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Riduzione delle commissioni consiliari sia statutarie che permanenti. Passare dalle attuali 9
commissioni a 6 commissioni
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Riduzione del 50% dell’indennità del Presidente del Consiglio comunale e del 20% dei
gettoni di presenza dei consiglieri comunali per la partecipazione al Consiglio
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Istituzione del question time, da tenersi prima dell’inizio del Consiglio, o in sessioni
apposite, al di fuori dell’orario espressamente destinato al Consiglio, e quindi non soggetto
al’erogazione di alcun gettone di presenza, al fine di smaltire interrogazioni e domande
d’attualità.
L’ultimo punto ci dice quanto sia importante spingere per una rapida riforma del Regolamento del
Consiglio comunale, al fine di rendere i tempi di lavoro più efficaci: a questo riguardo il gruppo del
PD, a cominciare dai membri della commissione Statuto, ha elaborato una serie di proposte che il
partito sostiene con convinzione.
-
valorizzazione maggiore del ruolo del Consiglio comunale sia con maggiori competenze (es.
sui progetti preliminari opere pubbliche, ...) che nella valorizzazione delle proposte di
iniziativa consiliare (mozioni e ordini del giorno);
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migliorare la programmazione dei lavori d'aula con equa distribuzione dei tempi fra proposte
della Giunta e proposte del Consiglio e fissando ad esempio, come per le interrogazioni, un
tempo definito ogni tornata consigliare per la discussione delle mozioni e ordini del giorno;
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-
revisione dei tempi d'aula per incrementare l'efficacia del lavoro d'aula, l'uso oculato del
tempo e sfavorire l'uso dell'ostruzionismo gratuito e improduttivo; nuova disciplina sui
tempi di presentazione degli emendamenti e ordini del giorno collegati;
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incrementare l'efficacia del lavoro delle commissioni consiliari anche prevedendo una
diversificazione delle funzioni (consultiva, referente, redigente);
-
aumentare i limiti alla formazione di nuovi gruppi nel corso della consiliatura;
-
garantire la rappresentanza di genere nella giunta comunale;
-
snellimento degli organi istituzionali, con l'eliminazione dell'Ufficio di Presidenza,
assegnazione alla conferenza dei capigruppo delle competenze della commissione Statuto
Per quanto riguarda le Circoscrizioni, il gruppo coordinato da Andrea Robol e composto da
Mariachiara Franzoia, Emanuele Lombardo, Paolo Serra e Roberto Stanchina ha prodotto una
proposta di riforma integrale del regolamento del decentramento che verrà presentata alla
commissione appositamente costituita dall’Assessore al decentramento Tomasi. I punti qualificanti
di questa proposta e di quella del PD sono:
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Abolizione dei gettoni di presenza nelle commissioni circoscrizionali
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Riduzione del 30% dell’indennità del Presidente del Consiglio Circoscrizionale
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Riduzione del 20% dei gettoni di presenza dei consiglieri circoscrizionali per la
partecipazione al Consiglio
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Riduzione del numero dei consiglieri da 15 a 11 nelle Circoscrizioni con più di tremila e
meno di diecimila abitanti e da 19 a 15 nelle Circoscrizioni con più di diecimila abitanti.
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Divieto di candidarsi in più di una Circoscrizione
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Prevedere meccanismi partecipativi che ci avvicinino sempre più a modelli amministrativi di
bilancio partecipato
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In ogni Circoscrizione è costituito un Centro Civico. Il Centro Civico è la sede della
Circoscrizione e punto di riferimento e di incontro dei cittadini. All’interno del centro civico
la Circoscrizione è tenuta ad individuare uno spazio idoneo per i consiglieri circoscrizionali
dove gratuitamente possono utilizzare attrezzature di uso collettivo (personal computer,
stampante, fotocopiatrice,ecc.) per svolgere il loro mandato amministrativo. L’accesso a tale
locale deve essere svincolato dagli orari amministrativi del comune e situato in modo tale
che i consiglieri possono accedere in qualsiasi orario della giornata.
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Almeno una volta all’anno il Presidente del Consiglio circoscrizionale convoca l’assemblea
dei cittadini per discutere delle attività del Consiglio Circoscrizionale, della convocazione
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viene data comunicazione ai cittadini tramite affissione nelle bacheche della propria
Circoscrizione e ove possibile con il giornalino della circoscrizione.
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Auspicare che una quota fissa dei componenti del Consiglio circoscrizionale sia destinata
alla rappresentanza di genere e ai giovani
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Riordino delle funzioni, con l’abolizione di una serie di pareri obbligatori ritenuti non
pertinenti
Per quanto riguarda l’annosa questione del numero delle Circoscrizioni, il PD di Trento rifiuta
semplificazioni e demagogie che poco hanno a che fare con la nostra idea di politica. Non c’è
dubbio che 12 Circoscrizioni appaiano come un numero sproporzionato per una città delle
dimensioni di Trento; ma non possiamo nemmeno negare ai sobborghi il diritto di vedere tutelate e
riconosciute le loro peculiarità, quel patrimonio di storia, tradizioni, coltura, identità che
rappresentano il cemento di una comunità. Chiediamo quindi ai nostri rappresentanti nei Consigli
circoscrizionali ed ai nostri circoli territoriali di avviare percorsi condivisi con gli alleati
(innanzitutto UpT e PATT) per verificare possibili percorsi di accorpamento amministrativo che
non intacchino la rete di servizi al cittadino rappresentata dal decentramento e tutelino la
rappresentanza e l’identità di comunità tanto più preziose quanto più sono piccole e, talvolta,
fisicamente isolate. Il PD ritiene infatti che ci sia la possibilità di accorpare alcune Circoscrizioni
per quanto riguarda l’ambito politico-amministrativo, senza intaccare la rete di servizi al cittadino,
se non per migliorarla (ad es. ambulatori e sportelli circoscrizionali aperti presso diverse sedi ad
orario alternato). Il Comune può puntare ad incentivare il lavoro di team di associazioni simili
presenti su territori adiacenti, evitando così sovrapposizioni di attività analoghe e ottimizzando le
risorse
Il Partito democratico di Trento
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