IL MAIS MON810 FA MALE MA NESSUNO LO BLOCCA
Transcript
IL MAIS MON810 FA MALE MA NESSUNO LO BLOCCA
LO CONFERMA UNA RICERCA ITALIANA IL MAIS MON810 FA MALE MA NESSUNO LO BLOCCA di GIUSEPPE ALTAMORE Meglio tardi che mai: una ricerca finanziata dal ministero per le Politiche agricole ci comunica che il mais Mon810 è pericoloso per la salute. Ma non è una novità. Altre indagini scientifiche condotte all’estero avevano già indotto sei Paesi europei a vietare il mais creato nei laboratori della Monsanto: il Mon810, un “mostro” vegetale ottenuto inserendo nel Dna il gene cry1Ab, estratto dal Bacillus thuringiensis subsp. Questa sorta di incrocio tra un microbo e un cereale è stato inventato con lo scopo di ottenere una varietà di mais resistente alla piralide e alla sesamia, parassiti che distruggono la pianta. Grazie alla mutazione transgenica, il mais diventa tossico per gli insetti, ma pure per gli umani. Lo dimostra la ricerca dell’Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione), finanziata dal ministero per le Politiche agricole: la tossina del mais Ogm fa male ai topi di laboratorio. Variazioni del sistema immunitario sono state infatti riscontrate nei roditori nutriti con Mon810. Variazioni che possono provocare forti reazioni allergiche. Indagini, certo, ancora da approfondire, ma in base al principio di precauzione, il nostro Paese dovrebbe vietarne la commercializzazione. Ma al momento l’Italia non sembra intenzionata a bloccare il mais Frankenstein. Troppi interessi in gioco, soprattutto quelli degli allevatori che alimentano polli, bovini e suini proprio con mais e soia geneticamente modificati. Con quali pericoli per la salute umana? Grazie a una ricerca pubblicata sulla rivista Plant Molecular Biology del 2008, si è saputo che il gene inserito nella varietà Mon810 ha “spezzato” un gene importante, già presente nella pianta, e ha portato alla formazione di elementi non previsti originariamente nel cereale. La conseguenza? La formazione di strane proteine che possono avere un effetto sconosciuto sulla salute, per esempio le allergie. All’interno ENERGIA ELETTRICA L’offerta migliore Addio lampadina 2 4 PREVIDENZA Prestazioni e reddito, da luglio si cambia 6 ADOZIONI Chi è solo e bisognoso trova una famiglia 8 REFERENDUM Un voto per cambiare la legge elettorale 11 RISPARMIO Investire fino al 10% 12 TELEFONI Suonerie condannate 15 SICUREZZA Il furto d’identità 16 GIOIELLI La gemma giusta 18 TURISMO Vacanza assicurata 20 All’estero senza rischi 22 Viaggio “responsabile” 24 A CURA DI 2C EDIZIONI NOTES 1 GIUGNO 2009 TARIFFE Trovare l’offerta per ridurre la bolletta ora è più facile l mercato libero dell’energia elettrica permette a chiunque di scegliere il proprio fornitore, cercando tra le diverse offerte quella più conveniente. Sono passati due anni da quando è iniziato il processo di liberalizzazione I del mercato, ma spesso le famiglie si trovano in difficoltà nel capire quale sia la soluzione migliore per le loro esigenze. L’Autorità dell’energia ha messo a punto il “Trova offerte”, un calcolatore che confronta le proposte di 12 venditori di elettricità (A.B. Energie, Agsm Energia, A2A, Edison Energia, Enel Energia, Eni gas&power, Flyenergia, Hera Comm, Iride, Sorgenia, Italcogim Energia, Trenta). La scelta di cambiare fornitore è legata sia alle proprie abitudini di consumo dell’energia, sia in vista dell’obbligo – a partire da gennaio 2010 – del passaggio alla tariffa bioraria per gli utenti rimasti nel “Servizio a maggiore tutela”. Ma la bioraria, IMPORTI CHIARI DA LEGGERE L’Autorità per l’energia ha imposto a tutti i venditori di energia elettrica di uniformare le proprie bollette, così da rendere facile la lettura e trasparente il confronto tra le tariffe. Per comprendere quali sono le caratteristiche della propria utenza e valutare le migliori soluzioni per risparmiare, è bene saper leggere i dati riportati in bolletta, in particolare la quantità di energia prelevata (in Kwh), la potenza disponibile e impegnata al momento del contratto (Kw) e il corrispettivo annuo per pagare i costi di commercializzazione o vendita. Gli importi vengono determinati dal tipo di residenza, 2 GIUGNO 2009 NOTES prima o seconda casa e dalla potenza disponibile, in genere di 3 Kw per le utenze domestiche (indicate come D2, mentre le altre sono D3). Dal totale, però, si deve poi distinguere l’importo dell’elettricità fatturata, le tasse e l’Iva: sarà la prima voce quella da mettere a confronto per la scelta dell’operatore, anche se l’utente potrà tenere conto di altri servizi offerti, come le modalità di pagamento o le diverse tariffe proposte (ad esempio mono o biorarie). In separate voci, inoltre, devono essere indicati eventuali residui di credito, bollette non pagate e i costi per lavori straordinari di manutenzione. cioè il costo diverso in base agli orari di utilizzo, conviene solo a chi concentra almeno due terzi dei consumi di sera o nel fine settimana e può essere applicata solo là dove esistono i contatori elettronici. Perché l’utente si renda conto di come cambierà in concreto la bolletta dal 1° giugno i fornitori devono comunicare la ripartizione dei consumi: sulla fattura dovrà essere specificato quanti Kwh sono stati consumati, suddivisi per fasce orarie e raggruppamenti mensili. L’Autorità per l’energia, infatti, sta mettendo a punto un sistema che tenga conto anche della stagionalità: si pagherà di più nei mesi in cui la richiesta di energia è più alta (gennaio, febbraio, giugno, luglio, novembre, dicembre) e meno negli altri. I vari fornitori propongono comunque anche alternative diverse, dalle soluzioni monorarie a quelle a prezzo bloccato. PREVENTIVI A PORTATA DI CLICK Il sistema sul sito Internet dell’Autorità dell’energia (www.autorita.energia.it/trovaofferte.htm) permette di confrontare i prezzi degli operatori che forniscono energia nella propria città: è sufficiente inserire il cap e specificare se si è residenti o meno. Se non si conosce la potenza utilizzata (in genere per le utenze domestiche inferiori ai 3 Kw) e la media di consumo annuo, il price calculator permette di ipotizzare una stima, specificando gli elet- UN SERVIZIO PER CONFRONTARE I PREZZI PRATICATI DAGLI OPERATORI trodomestici che si utilizzano abitualmente in casa (forno, lavatrice, lavastoviglie, etc.) e per quanti giorni a settimana. Per un “preventivo” su misura è necessario, nel caso delle tariffe biorarie, indicare anche il consumo durante il giorno, distinguendo le fasce orarie. Il sistema visualizza, in base ai parametri inseriti, tutte le offerte disponibili, compresi gli sconti fissi e distinguendo anche le opzioni sulla modalità di pagamento e durata del contratto. Le differenze tra un operatore e l’altro possono cambiare di molto, fino a 100 euro l’anno: le offerte cambiano in base al territorio, anche se tutta l’Italia ha circa lo stesso numero di possibilità tra cui scegliere. Bisogna comunque ricordare che il “Trova offerte” include solo dodici operatori che hanno aderito all’iniziativa, garantendo alti livelli di trasparenza delle proprie offerte: oltre a questi è possibile che sul proprio territorio vi siano altri fornitori, magari più piccoli, da prendere in considerazione per una scelta completa. Un sistema simile si può trovare anche sul sito dell’associazione Altroconsumo (www.altroconsumo.it) dove sono incluse le offerte di 15 operatori presenti sul mercato nazionale o locale. RISPARMIARE SUI CONSUMI Tuttavia va detto che trovare la tariffa più conveniente non è l’unica soluzione per avere bol- PIÙ TEMPO PER RICHIEDERE IL BONUS È stata prorogata al 30 giugno la scadenza per presentare la richiesta del bonus energia, destinato alle famiglie che versano in condizioni di disagio economico o in grave condizioni di salute. Il bonus, che vale 12 mesi ed è rinnovabile, riguarda i nuclei familiari fino a quattro componenti, con lette meno salate. È importante infatti anche saper gestire il consumo di elettricità, stando attenti a perdite di acqua calda se si ha uno scaldabagno oppure scegliere un impianto di illuminazione ad alto rendimento: la luce indiretta, per esempio, ottenuta quando un apparecchio viene rivolto verso il soffitto, crea una bella luce diffusa, ma a basso rendimento e quindi con un maggiore consumo di energia. Inoltre è importante scegliere lampade a basso consumo per le stanze dove si passano molte ore con la luce accesa e utilizzare dei regolatori là dove non è sempre necessario avere la stessa intensità di illuminazione. Ancora, nel periodo estivo gran parte dei consumi sono legati all’uso del condiziona- potenza di 3 Kw e reddito Isee non superiore a 7,5 mila euro; oppure per famiglie numerose (oltre i quattro componenti), potenza di 4,5 Kw e reddito Isee fino a 20 mila euro. Tuttavia, se in famiglia vi è un ammalato grave, anche non a carico, che deve utilizzare macchinari salvavita, non sono previste limitazioni di potenza impegnata e si ha diritto a un bonus di 150 euro per il 2008 e di 144 euro per l’anno in corso. Negli altri casi lo sconto viene applicato direttamente in bolletta e prevede una riduzione che varia, in base a reddito e nucleo familiare, tra i 60 e i 150 euro. tore: le pale al soffitto consumano molto meno, ma per chi preferisce un apparecchio esistono dei criteri per risparmiare. In primo luogo, la collocazione deve essere in una posizione d’ombra (5% di consumo in più se sotto il sole), il termostato deve essere regolato in modo da mantenere una differenza di massimo sei gradi rispetto all’esterno e si deve utilizzare la funzione di deumidificazione (il valore ideale di umidità è del 4060 per cento). Eleonora Della Ratta ” A DUE ANNI DALLA LIBERALIZZAZIONE DELL’ENERGIA ELETTRICA PARTE Per tagliare i costi il condizionatore deve essere installato in una posizione d’ombra ” NOTES 3 GIUGNO 2009 DIRETTIVA UE Le lampadine incandescenti ormai hanno i giorni contati LA RIVOLUZIONE PERMETTERÀ UN RISPARMIO ANNUO A FAMIGLIA DI 25-50 EURO E DI ABBATTERE 32 MILIONI DI TONNELLATE DI CO2 ” Le lampade ad alta efficienza sostituiranno quelle tradizionali entro il 2012 ” a vecchia lampadina elettrica ad incandescenza, con il filo di tungsteno, inventata dal genio di Edison, è ormai destinata ad andare in pensione entro il 2012. La rivoluzione contribuirà così a tagliare i costi della bolletta per le famiglie e al contempo a raggiungere l’obiettivo dell’aumento del 20% dell’efficienza energetica dell’Unione europea, entro il 2020, con un abbattimento di 32 milioni di tonnellate di emissioni di Co2. Ne è convinta la Commissione europea che ha previsto la scomparsa dal mercato, se pur graduale, delle lampadine tradizionali. L La Commissione Ue, infatti, di recente (lo scorso 18 marzo), ha approvato in modo definitivo due regolamenti che stabiliscono, sia nelle case private sia in ogni edificio pubblico, ufficio, strada, azienda, la sostituzione con le nuove lampadine ad alta efficienza energetica. Un’approvazione, quella della Commissione europea che formalizza in via definitiva la decisione, già presa l’8 dicembre scorso dai rappresentanti dei Governi dei Ventisette Paesi in un comitato Ue di regolamentazione e poi avallata dal Parlamento europeo. Ma il ritiro dal mercato verrà realizzato per fasi, ogni anno a settembre: si parte da quest’anno con quelle trasparenti da 100 Watt (e le smerigliate di qualsiasi potenza), per poi passare a quelle di consumo inferiore, fino alla completa messa al bando nel settembre 2012. La seconda fase scatterà nel 2010, sempre a settembre, quando i negozi non verranNo più riforniti di lampade inefficienti da 75 Watt. Poi, a settembre del 2011, sarà la volta delle lampadine da 60 Watt e infine, un anno dopo, di tutte le altre (da 40, 25 e 15 Watt). Dunque, a partire da settembre 2012, verranno vendute soltanto lampade di efficienza energetica A, B o C, indipendentemente dalla loro potenza. A prendere il posto sui lampadari dovranno essere le lampade compatte fluorescenti (che permettono fino all’80% di risparmio) o le alogene di nuova generazione (dal 25 al 50% di minor consumo). Ma quanto faranno risparmiare? La Commissione Ue prevede un risparmio annuo per famiglia nell’ordine di 25-50 euro. È vero che i nuovi prodotti costano di più, in quanto per una lampadina si passa, in media, da 0,50 a 5 euro, ma si potrà risparmiare sulla bolletta (circa l’80% in meno per ogni lampadina) e fare affidamento su lampade a durata più lunga rispetto a quelle a incandescenza, in quanto si arriverà a 610 anni di vita contro 1-2 anni di prima. Durante tutto il ciclo di vita di una lampadina ad alta efficienza, il risparmio stimato è di circa 60 euro. La rivoluzione ha però ammesso delle eccezioni: si tratta delle lampadine da frigo e freezer o da forno, quelle usate in neonatolo- gia e quelle per le incubatrici negli allevamenti. Da un’indagine condotta dal settimanale di informazione per i consumatori «Il Salvagente» che ha messo a confronto 20 lampade fluorescenti compatte di diverse marche (Osram, Lexman ecc., tutte di manifattura cinese tranne quelle della Philips prodotte in Polonia), che promettono una luce calda e una resa luminosa come una lampada da 100 Watt, è risultato che in genere “brillano per i consumi, di 5 volte inferiori, e per la durata, in media di 10 volte più lunga”. Le forme sono differenti: possono essere a spirale, a tubi standard scoperti, a globo. Così come diversa è anche la velocità con cui si accendono e con cui raggiungono la piena luminosità. LO SMALTIMENTO È IMPORTANTE Va però detto, come suggerisce ancora «Il Salvagente», che c’è un rovescio della medaglia: le lampadine a basso consumo sono rifiuti speciali in quanto contengono mercurio e polveri fluorescenti SOTTO CONTROLLO IL CONSUMO DELLO “STAND-BY” Quando si spegne la Tv con il solo telecomando resta accesa una spia rossa, quella è la lucina dello “stand-by”. Ma oggi la maggior parte degli elettrodomestici sono dotati di una funzione chiamata anche “sleep mode” con la quale, però, il consumo di energia, se pur ridotto, non 4 GIUGNO 2009 NOTES si annulla. Ovvero gli elettrodomestici, anche se spenti, continuano a consumare quantità minime di energia, in quanto collegati alla rete elettrica. Ecco allora che a partire dal 2010 in Europa non potranno più essere commercializzati prodotti nei quali l’assorbimento dello stand-by superi il consumo previsto dal primo Regolamento attuativo della direttiva EuP (direttiva Eco-design dei prodotti che consumano energia). Se tutto andrà come previsto, entro il 2020, il consumo complessivo degli apparecchi in stand-by sarà diminuito del 75 per cento. Una sfida per i produttori che dovranno verificare che il consumo in stand-by dei loro prodotti sia inferiore a 1 Watt o 2 Watt. Sarà perciò importante per i produttori eseguire le verifiche in maniera accurata e affidabile, rivolgendosi a strutture come per esempio l’Imq (Istituto Italiano del Marchio di Qualità) che grazie a strumentazioni avanzate e forte dell’esperienza maturata, è in grado di controllare con precisione, tramite misurazioni ripetibili e affidabili, che l’assorbimento di energia in modalità stand-by e off-mode rientri nei parametri fissati dalla direttiva. I prodotti interessati dalla normativa sono diversi, fra questi lavatrici, lavastoviglie, forni elettrici, asciugacapelli, radio, Tv, videocamere, ecc. Ch. C. NE BASTA UNA Si legge su una pubblicazione dell’Enea (Ente per le nuove tecnologie) dal titolo “Risparmio energetico con l’illuminazione” – scaricabile all’indirizzo http://www.enea.it/com/web/pubblicazioni/Op5.pdf – che “se tutte le famiglie italiane, circa 21 milioni, sostituissero una lampada a incadescenza da 100 Watt con l’equivalente di una fluorescente compatta da 20 Watt, in un anno si eliminerebbe dall’atmosfera quasi 1 milione di tonnellate di Co2, corrispondente alle emissioni generate dalla produzione di 1.840 Mwh da parte di centrali termoelettriche”. che, se non smaltite correttamente, possono provocare danni all’ambiente; perciò non devono finire nella spazzatura indifferenziata. All’interno dei tubi, infatti, ci possono essere fino a 5 mg di mercurio, un metallo neurotossico e pericoloso. Tuttavia le etichette delle lampadine in commercio si limitano a riportare come precauzione di non impugnare la lampada dai tubi in vetro, in quanto frantumandosi ci si potrebbe tagliare. In base alla recente normativa italiana sui rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) introdotta dal Dlgs 151/2005 per smaltire correttamente una lampadina a basso consumo bisognerebbe recarsi presso i centri di raccolta in un’isola ecologica comunale, una procedura abbastanza scomoda, senza contare che i comuni italiani sono più di 8 mila e questi centri meno di 3 mila. L’elenco si può consultare su www.cdcraee.it . Si sta però cercando di attivare anche un’altra modalità più alla portata di tutti, che consiste nel lasciare in negozio la lampadina esaurita nel momento in cui se ne compra una nuova. Chiara Conti 5 euro È il prezzo massimo che viene richiesto per i nuovi prodotti, mentre 50 centesimi è quanto si spende per i vecchi NOTES 5 GIUGNO 2009 PREVIDENZA LA LEGGE 14/2009 HA INTRODOTTO UNA NUOVA DISCIPLINA CHE PERÒ NON SI APPLICA AGLI ASSEGNI EROGATI PER LA FAMIGLIA LA VERIFICA DELL’INPS 1° luglio di ogni anno La data dalla quale si verifica il diritto alla prestazione e la sua misura n arrivo novità per le prestazioni previdenziali legate al reddito. A partire dal prossimo 1° luglio e con questa scadenza per ogni anno, le prestazioni saranno corrisposte in base ai redditi percepiti nell’anno precedente e stesso discorso vale per le prestazioni collegate al reddito fino al 30 I giugno dell’anno successivo. Pertanto, i dati relativi ai redditi dell’anno precedente, rilevanti ai fini del diritto alle prestazioni, vanno comunicati agli enti previdenziali entro il 30 giugno di ciascun anno e la mancata comunicazione comporta la sospensione della prestazione in godimento. In sede di prima liquidazione si considerano i redditi percepiti nell’anno di decorrenza della prestazione, dichiarati in via presuntiva. Tutte queste novità sono previste dalla legge 14/2009, che reca disposizioni relative alle modalità di accertamento del diritto alle prestazioni collegate al reddito e sono state illustrate dall’Inps con la circolare n. 62/2009. I TRATTAMENTI IN SINTESI Integrazione al trattamento minimo (ai sensi della legge 683/1983 e successive modifiche e integrazioni); integrazione al trattamento minimo dell’assegno ordinario di invalidità (legge 222/1984); pensione sociale (legge 153/1969); assegno sociale (legge 335/1995); maggiorazione sociale (legge 544/1988 e successive modificazioni e integrazioni); aumento della pensione sociale (legge 6 GIUGNO 2009 NOTES 544/1988); maggiorazione dell’assegno sociale (legge 388/2000 e successive modifiche); importo aggiuntivo di 154,94 euro (legge 388/2000); somma aggiuntiva – c.d. quattordicesima – prevista dalla legge 127/2007; riduzione delle pensioni ai superstiti con i redditi di cui alla legge 335/1995; prestazioni agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordomuti. I CARDINI DELLA NORMATIVA La legge prevede che ai fini della liquidazione o della ricostituzione delle prestazioni previdenziali e assistenziali collegate al reddito, l’accertamento del diritto, nonché il calcolo della misura, vadano effettuati in riferimento al reddito conseguito dal beneficiario e dal proprio coniuge nell’anno solare precedente il 1° luglio di ciascun anno. Questo reddito è rilevante ai fini delle prestazioni stesse fino al 30 giugno dell’anno successivo. La nuova disciplina ha previsto due periodi di riferimento per l’accertamento dei redditi: “l’anno in corso”, in caso di accertamento del diritto a una prestazione da riconoscersi in sede di prima liquidazione; “l’anno precedente” per la verifica del diritto al mantenimento della corresponsione di una prestazione collegata al reddito, già liquidata. PRIMA LIQUIDAZIONE Il reddito di riferimento è quello dell’anno in corso dichiarato in via presuntiva, dove, per “anno in corso”, si intende l’anno solare nel quale ricade la decorrenza della prestazione collegata al reddito. La regola si applica sia ai procedimenti di prima liquidazione di prestazioni di base collegate al L’Inps verifica le situazioni reddituali dei pensionati – sulla base dei redditi conseguiti nell’anno solare precedente il 1° luglio di ciascun anno – e provvede, entro l’anno successivo, al recupero di quanto eventualmente pagato in eccedenza. L’Istituto richiede i redditi mediante invio di modelli di comunicazione reddituale che vanno restituiti entro il 30 giugno di ciascun anno con l’indicazione dei dati relativi all’anno prima. A chi, nell’anno precedente, è stata riconosciuta, in prima liquidazione, una prestazione collegata al reddito (considerando il reddito presunto dell’anno in corso) la comunicazione serve ad accertare l’effettivo diritto e la misura delle prestazioni corrisposte nell’anno di decorrenza della pensione e fino al 30 giugno dell’anno successivo e ancora ad accertare il diritto alle stesse prestazioni nel periodo successivo che va dal 1° luglio al 30 giugno. In caso di mancata restituzione dei modelli entro il termine del 30 giugno, l’Inps invia, mediante lettera Raccomandata A.R., un sollecito. Se i destinatari dell’avviso non comunicano i dati richiesti nel termine di 30 giorni dal ricevimento dello stesso, la corresponsione della prestazione collegata al red- dito dovrà essere sospesa a decorrere dal rateo di ottobre. In caso di mancata comunicazione dei redditi da coloro ai quali è stata riconosciuta, in sede di prima liquidazione, una prestazione sulla base del reddito presunto, resta impregiudicata la facoltà dell’Inps di procedere ai controlli di rito e di recuperare le somme indebitamente corrisposte. Non cambia nulla, invece, per l’erogazione dell’assegno per il nucleo familiare (legge 153/1988) a cui continua ad applicarsi la normativa vigente, che già prevede l’erogazione della prestazione prendendo come reddito di riferimento quello conseguito dai componenti del nucleo, nell’anno precedente il primo luglio di quello di erogazione. Inoltre, la nuova disciplina non si applica agli assegni familiari e alle quote di maggiorazione su pensione, dato che anche per queste prestazioni familiari rileva il reddito del nucleo, mentre per quanto riguarda l’individuazione dei beneficiari della prestazione si fa riferimento al diverso criterio del carico. Venendo ora all’erogazione della prestazione, va ricordato che la legge 14/2009 è entrata in vigore lo scorso 1° marzo. Per l’individuazione dell’anno da considerare per il reddito ai fini del riconoscimento delle prestazioni, deve farsi riferimento alla data di decorrenza della prestazione. Per decorrenze successive al 1° marzo 2009 vige la legge 14/09 (anno in corso per le prime liquidazioni). Per le decorrenze dal 1° gennaio fino al 1° marzo 2009 vige la disciplina previgente; pertanto la nuova normativa va applicata anche alle presta- SE DOPO LA PENSIONE SI CONTINUA A LAVORARE All’indomani della crisi diverse aziende hanno battuto anche la strada dei prepensionamenti. Di qui le molte richieste da parte dei lettori circa la possibilità di continuare a lavorare dopo la pensione e circa l’applicazione o meno di trattenute. Dal 1° gennaio 2009 le regole sul cumulo pensionereddito da lavoro, sono cambiate, in seguito alla legge n. 133/2008. Infatti, le pensioni di anzianità e i trattamenti di prepensionamento a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive ed esclusive della stessa sono totalmente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo e dipendente. Per le pensioni di anzianità liquidate con decorrenza anteriore al 1° gennaio 2009 le rate spettanti dal 1° gennaio 2009 sono interamente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo e dipendente. Nulla è cambiato per quanto riguarda il requisito della cessazione del rapporto di lavoro dipendente, richiesto in via generale per il diritto alla pensione di anzianità. zioni di invalidità civile. Per le prestazioni collegate al reddito aventi decorrenza anteriore al 2009, il diritto alla corresponsione delle prestazioni per il periodo anteriore al 1° luglio è riconosciuto sulla base delle disposizioni previgenti. La verifica della sussistenza dal 1° luglio 2009 di questo diritto va fatta sulla base delle dichiarazioni reddituali rese nell’anno 2009 per i redditi del 2008. Gli stessi redditi sono rilevanti per la corresponsione della prestazione fino al 30 giugno 2010. Resta confermato che i redditi del 2008 sono valutati anche al fine di verificare l’eventuale corresponsione indebita di prestazioni o quote di prestazioni erogate nel 2008 sulla base del reddito dell’anno in corso. Aldo Forte ” Prestazioni legate al reddito: da luglio il cambio delle regole reddito (es. assegno sociale, pensioni per invalidi civili) sia ai procedimenti di prima liquidazione che accedono a una prestazione di base (es. integrazione al trattamento minimo ecc.). Il reddito dichiarato in via presuntiva va considerato per il riconoscimento del diritto e della misura della prestazione fino al 30 giugno dell’anno successivo. Per controllare le posizioni l’Inps invia dei modelli che vanno poi restituiti ” NOTES 7 GIUGNO 2009 NON SOLO BAMBINI Chi è solo e bisognoso può avere una famiglia adottiva OLTRE ALLA FORMA TRADIZIONALE LA LEGGE ITALIANA PREVEDE ” L’adottato acquista lo status giuridico di figlio legittimo a tutti gli effetti, cognome compreso ” gni bambino ha diritto di crescere ed essere educato all’interno di una famiglia. A questo proposito, la legge 184/1983 ha garantito al minore (e non solo), di cui sia stato riconosciuto lo stato di abbandono, la possibilità di essere inserito all’interno di un nuovo nucleo familiare. Così l’adottato acquista lo stato di figlio legittimo degli adottanti, ricevendo lo status giuridico definitivo di figlio a tutti gli effetti. La legge regolamenta l’adozione nazionale e internazionale (ossia con uno Stato estero che abbia aderito alla Convenzione dell’Aja per la tutela dei minori o con uno Stato con cui l’Italia abbia stabilito un patto bilaterale in materia di adozione) e fissa i requisiti necessari affinché si possa procedere all’adozione. O LA FORMULA ORDINARIA Le condizioni. I requisiti fondamentali sono i seguenti: 1. Gli adottanti devono essere sposati da almeno 3 anni; non deve sussistere separazione personale neppure di fatto. Il periodo dei 3 anni può essere raggiunto calcolando anche un eventuale periodo di convivenza pre-matrimoniale. 2. La differenza di età tra gli adottanti e l’adottato deve esse- re compresa fra i 18 e i 45 anni. Uno dei due coniugi può avere una differenza superiore ai 45 anni a patto che sia inferiore ai 55 anni. 3. Gli adottanti devono essere idonei a educare, istruire e mantenere i minori che intendono adottare. Questo punto viene verificato dal Tribunale per i minorenni di competenza tramite i servizi socio-assistenziali. L’iter. La procedura di adozione, in verità piuttosto lunga e complessa, deve garantire l’interesse dell’adottando a vivere in una famiglia che nel miglior modo possibile soddisfi le sue esigenze. I coniugi, titolari dei requisiti richiesti, possono presentare domanda al Tribunale per i minorenni, in carta semplice e corredata dei documenti che consentano di confer- ALTRE MODALITÀ FRA CUI QUELLA PER ACCOGLIERE I MAGGIORENNI mare il possesso dei requisiti. La domanda ha validità tre anni e, allo scadere del termine, può essere rinnovata, ripresentando la documentazione per comprovare la permanenza dei requisiti. A questo punto il Tribunale per i minorenni dispone che vengano eseguite una serie di indagini per accertare l’effettiva capacità di educare il minore, la situazione personale ed economica, la salute, l’ambiente familiare, i motivi della domanda. Queste indagini di solito vengono effettuate ricorrendo ai servizi socio-assistenziali degli enti locali, alle professionalità delle aziende sanitarie locali e ospedaliere. In particolare, i servizi degli enti locali hanno il ruolo importante di conoscere la coppia e di valutarne le potenzialità genitoriali. Il lavoro dei servizi è volto alla stesura di una relazione da inviare al Tribunale, che fornirà al giudice gli elementi di valutazio- ne sulla richiesta della coppia. I servizi quindi devono cercare di sondare l’effettiva capacità della coppia di prendersi cura di un minore, l’apertura della stessa all’adozione nonché la situazione socio-economica. Le indagini dovranno essere concluse entro 120 giorni, prorogabili per non più di una volta, e in ogni momento devono essere fornite, su richiesta, informazioni sul procedimento. Solo dopo l’esito delle indagini, il Tribunale sceglierà la coppia più adatta ed emetterà con ordinanza il provvedimento di affidamento pre-adottivo, sentiti il pubblico ministero, gli ascendenti dei richiedenti ove esistano, il minore che abbia compiuto gli anni 12 e in alcuni casi anche il minore di età inferiore. Questa procedura così complessa serve soprattutto per tutelare l’interesse dell’adottando; infatti, quando ricorrano gra- vi difficoltà o si riscontrino inadeguatezze della coppia ad affrontare un cambiamento di vita così radicale, il tribunale (che dà sostegno ma anche controlla) procederà alla revoca dell’affidamento pre-adottivo interrompendo la procedura. Qualora invece non dovessero riscontrarsi difficoltà, decorso un anno dall’affidamento, il Tribunale, se ricorrono tutte le condizioni, pronuncia l’adozione. Solo da quel momento cessa ogni rapporto dell’adottato con la famiglia di origine, acquistando lo stato di figlio legittimo degli adottanti nonché il loro cognome. 120 giorni Le indagini a cura dei servizi sociali devono chiudersi entro questo termine dalla data della richiesta PER CHI HA COMPIUTO 18 ANNI Accanto all’adozione “ordinaria” esistono altri tipi di adozione con finalità e procedure diverse. Innanzitutto, il legislatore con gli artt. 291 - 314 del Codice civile ha disciplinato l’istituto dell’adozione di persone maggiori di età. LA SOLUZIONE “MITE” È UTILE QUANDO IL RIENTRO NON È POSSIBILE Si tratta di un istituto nato come prassi di alcuni Tribunali per minorenni. È una formula studiata per risolvere quei casi di bambini che vengono da situazioni di degrado estremo ma che non possono essere dati in adozione “legittimante” perché sussistono legami, anche se labili, con le famiglie di origine. Consiste in pratica in una forma intermedia tra l’adozione 8 GIUGNO 2009 NOTES ordinaria e l’affidamento familiare in quanto crea uno stabile rapporto con il minore, ma non incide sui rapporti con la famiglia di origine. L’iter riguarda bambini che si trovino in istituti o siano stati dati in affido temporaneo e che dopo un certo periodo si trovino in uno stato di “semi abbandono permanente” o in una sorta di adozione di fatto perché non si verificano le condizioni per il loro rientro a casa. L’istituto ha lo scopo di permettere alle coppie particolarmente motivate, di firmare un documento con cui, nel caso il bambino non possa più tornare nella famiglia di origine, si impegnano a richiederne l’adozione. In questo modo i ragazzi cresciuti e affidati temporaneamente a queste famiglie realizzano il desiderio di sentirsi accolti anche da un punto di vista formale e di essere rassicurati anche sul loro futuro, mentre i genitori affidatari, senza nulla togliere al legame che i ragazzi conservano con le famiglie di origine, realizzano il desiderio di vedere concretizzato e formalizzato un legame serio e duraturo nel tempo. Questo tipo di soluzione non impone limiti di età ed è consentita a volte anche ai single. Va però precisato che le coppie affidatarie sanno di dover fare di tutto per favorire gli incontri con i genitori naturali, favorendo il rientro nella famiglia di origine e sanno anche che, se un giorno riuscissero ad adottare i bambini, questi avrebbero un doppio cognome. Tuttavia questo sistema, pur essendo ancora soltanto una prassi dei Tribunali, non scoraggia chi è realmente intenzionato ad accogliere una nuova persona nella propria famiglia perché a volte, senza interrogarsi troppo sul futuro e anche se forse non si sarà mai una vera famiglia, basta prendere un bambino in braccio, farlo ridere e sentire che la vita ha veramente un senso. NOTES 9 GIUGNO 2009 ALLE URNE ” È data agli anziani l’opportunità di lasciare qualcosa anche quando non si hanno eredi ” 10 GIUGNO 2009 NOTES In questo modo si è permesso a chi non avesse una discendenza legittima di crearne una adottiva, tramandando il proprio cognome e creando nuovi rapporti di natura successori fino a quel momento inesistenti. La ratio dell’istituto può essere individuata nella realizzazione del desiderio di tutte quelle persone che, talvolta per essere meno sole, vogliano far entrare nella loro vita una persona speciale, ad esempio per essere stata particolarmente vicina in momenti di bisogno o perché da sempre trattata come un figlio. Talvolta l’adozione di un maggiorenne può essere così la soluzione anche per le persone anziane che non abbiano una famiglia ma il forte desiderio di lasciare “qualcosa” che sia il cognome, o beni. Nella prassi è servita anche ad assicurare assistenza a persone anziane e a soggetti maggiorenni portatori di handicap. Le condizioni. Può adottare un maggiorenne chi abbia compiuto 35 anni e superi di almeno 18 l’età della persona che si vuole adottare. Non esistono invece limiti di età massima né per l’adottato né per l’adottante. Tuttavia per adottare un maggiorenne è necessario non avere figli, legittimi o legittimati o che i figli, se presenti, siano maggiorenni e consenzienti all’adozione. La Corte di Cassazione, I sezione, sentenza n. 2426/2006 ha però stabilito che la presenza di figli minorenni dell’adottante non sia di assoluto impedimento all’adozione, ma richieda una valutazione caso per caso. Chi viene adottato acquista uno status assimilabile, ma non coincidente, a quello di un figlio legittimo. In primo luogo l’adottato assume il cognome dell’adottante e lo antepone al proprio. Oltre al cognome, acquista anche i diritti successori, con una posizione che è assimilata a quella di un figlio concepito durante un matrimonio. L’adottato quindi entra a pieno titolo nell’asse ereditario sia in relazione alla quota di legittima sia in relazione alle successioni legittime, assume anche il diritto agli alimenti, tuttavia non mutano i diritti e doveri dell’adottato verso la famiglia di origine e non si producono effetti verso i parenti dell’adottante e verso quelli dell’adottato. SOLIDARIETÀ A DISTANZA In alternativa all’adozione ordinaria esiste la possibilità di adottare un minore a distanza per garantire ai minori dei Paesi più poveri e alle loro famiglie un sostegno economico che altrimenti non avrebbero. Lo scopo dell’adozione a distanza, infatti, consiste, attraverso un contributo economico, nel permettere alle famiglie che non siano in grado di prendersi cura dei propri bambini, di sostenere le spese necessarie alla loro crescita, come le spese per l’ istruzione, il vestiario, piuttosto che quelle mediche. L’iter. Adottare a distanza è facile e alla portata di tutti. A volte possono bastare circa 30 euro al mese. Sono numerose le associazioni interessate a questo tipo di adozione e altrettante le comunità a cui rivolgersi per il modulo di richiesta di adesione. Sarà il singolo poi a decidere in che misura contribuire e come pagare. Si tratta, del resto, di un semplice atto di solidarietà che può durare finché il bambino non sia in grado di mantenersi da solo. Si può recedere in ogni momento dando un semplice preavviso di pochi mesi in modo da permettere al bambino di trovare un nuovo genitore a distanza. L’AFFIDAMENTO FAMILIARE Si può poi accogliere, temporaneamente, nella propria casa, un bambino o un ragazzo, per dargli la possibilità di crescere in un ambiente sano e adeguato mentre i suoi genitori si trovino in stato di difficoltà, nel rispetto della famiglia originaria. È il caso dell’affidamento familiare, che non ha carattere definitivo ed è piuttosto un rimedio destinato a operare per un periodo determinato. Presupposto è che, a causa di circostanze transitorie, i genitori del minore non siano in grado di offrirgli le cure di cui ha bisogno. I motivi per cui di solito si ricorre a questa soluzione sono legati a una malattia, allo stato di detenzione, a motivi di tossicodipendenza o di ordine educativo che impediscono alla famiglia di occuparsi di un figlio. Non sono previsti limiti di età e lo possono richiedere anche persone non sposate o addirittura single. Ha una durata di due anni, prorogabili a richiesta dal Tribunale. Il minore affidato non acquista lo status di figlio e conserva ogni rapporto con la famiglia di origine di cui continua a portare anche il cognome. Il genitore affidatario, infatti, ha il dovere di favorire i rapporti in modo da garantirne per quanto possibile il rientro. Se ciò non fosse possibile, i tribunali hanno creato un nuovo istituto, l’adozione “mite” (per cui si veda il box) per facilitare l’ingresso di questi minori nelle famiglie che, se pur per un periodo determinato, hanno contribuito alla loro crescita e sviluppo. Laura Genovese Il referendum sulla legge elettorale COSA POTREBBE CAMBIARE CON LA VITTORIA DEL SÌ IL 21 GIUGNO l prossimo 21 giugno gli italiani sono chiamati per la seconda volta in un mese alle urne – dopo le elezioni europee e amministrative del 6 e 7 giugno – per votare il referendum sulla legge elettorale. Tre le schede che verranno consegnate ai cittadini. Il primo quesito, su scheda di colore verde, è relativo al premio di maggioranza nazionale per la Camera dei deputati e intende abolire le coalizioni. Il secondo, su scheda bianca, chiede la stessa abolizione per il premio di maggioranza, attribuito su base regionale, al Senato. L’attuale legge elettorale (L. 270/2005), infatti, prevede un sistema proporzionale con premio di maggioranza su base nazionale (Camera) o regionale (Senato) che viene attribuito I alla singola lista (cioè partito) o alla coalizione che ottiene più voti. Un sistema che alle ultime elezioni ha portato alla formazione di due grandi coalizioni. Ecco cosa potrebbe cambiare se al referendum vinceranno i sì: il premio di maggioranza (di 340 seggi) viene attribuito alla singola lista – e non più alla coalizione – che ha ottenuto più voti. Alla Camera parteciperanno alla ripartizione dei seggi i partiti che hanno ottenuto almeno il 4% delle preferenze; al Senato, invece, vince il premio regionale, che garantisce il 55% dei seggi della regione, la lista che ottiene più voti e partecipano alla ripartizione i partiti che hanno superato la soglia dell’8 per cento. La terza scheda, di colore ros- LE SCHEDE 1° QUESITO VERDE 2° QUESITO BIANCO 3° QUESITO ROSSO Premio di maggioranza alla lista più votata alla Camera Premio di maggioranza alla lista più votata al Senato Abrogazione delle candidature multiple so, chiede l’abrograzione delle candidature multiple, ovvero la possibilità di candidarsi in più circoscrizioni per la stessa lista, permettendo a chi viene eletto in più di una di scegliere solo in un secondo momento in quale restare, lasciando spazio al “secondo” nelle altre circoscrizioni. Eleonora Della Ratta 55% dei seggi Quanto spetterebbe in ogni Regione alla lista più votata se vincessero i «sì» VOI DOMANDATE GLI ESPERTI RISPONDONO Club3 fornisce ai lettori anche un servizio Gli esperti di Club3 rispondono ad ogni di consulenza da parte dei suoi esperti. Le domande e le risposte di interesse generale potranno essere pubblicate, per gli altri quesiti la risposta sarà privata. Chi desidera usufruire di questa opportunità deve utilizzare il modulo qui a fianco versando un contributo spese di 25,82 Euro. domanda di carattere economico, finanziario, fiscale, normativo e previdenziale purché sia esposta in forma breve e non si tratti di un quesito multiplo. Gli esperti di Club3 si riservano di non dare seguito a quesiti ritenuti impropri, a loro insindacabile giudizio, rimborsando il contributo spese al lettore. Il contributo va versato mediante bonifico sul c/c 000000320800 c/o Banco Desio Ag.42 di Milano ABI 03440 – CAB 01601 IBAN: IT95W0344001601000000320800 intestato a 2C Edizioni. Allegare questo modulo e copia del bonifico e spedire in busta chiusa a: GLI ESPERTI DI CLUB3 c/o 2C Edizioni, Via Albani 21, 20149 Milano. Nome e Cognome Via (o piazza) Cap Provincia Città Telefono Per informazioni su questo servizio si può telefonare ogni mercoledì – dalle 14 alle 15 – al numero 02.36.53.83.08. NOTES 11 GIUGNO 2009 RISPARMIO Anche con la crisi finanziaria è possibile investire al 10% ” CHI NON SI ACCONTENTA DEGLI SCARSI RISULTATI OFFERTI OGGI DAI Bot rendono uno striminzito 1% annuo netto; i Cct vanno poco oltre; i Btp offrono un tasso annuo netto del 3% circa. Per gli italiani la crisi non è solo legata all’economia che va male, alle imprese che non vendono, alla disoccupazione che sale, ma anche alle rendite finanziarie che si sono ridotte al minimo. Chi ha del capitale disponibile oggi trova, nel settore delle obbligazioni e dei titoli di Stato, poche soluzioni valide per cercare di ottenere un reddito da affiancare a quello della pensione. Certo, i titoli di Stato rappresentano, soprattutto in questo momento I In Borsa è bene diversificare guardando alle imprese dei settori “anticiclici” ” BORSA di grande incertezza, un porto sicuro in attesa che la tempesta passi. Tuttavia è proprio nei momenti di grande tensione finanziaria LA CAMPAGNA DIVIDENDI DEL 2009 Come sono andati i bilanci delle società? Abbiamo esaminato i primi 70 titoli di Piazza Affari: 40 azioni dell’indice S&P/Mib e 30 del Midex. L’anno 2008 è stato pesantemente negativo per il settore finanziario. Il peggioramento della situazione generale, gli investimenti effettuati in “titoli tossici” e il forte incremento delle insolvenze hanno costretto le banche a sospendere il pagamento delle cedole (oltre a consigliarle di ricorrere a strumenti di finanziamento straordinari come i “Tremonti bond”). Buono per contro l’andamento dal settore utility. In sintesi 19 società hanno azzerato il dividendo, mentre 20 lo hanno ridotto rispetto all’anno 12 GIUGNO 2009 NOTES precedente. Solo 13 lo hanno invece confermato. Ancora, Cattolica Assicurazioni e Unicredit hanno deliberato di distribuire azioni gratuite in sostituzione del dividendo, una scelta che è un impegno per i manager a distribuire in futuro i dividendi su un numero maggiore di azioni. E per finire, le buone notizie: 14 società hanno deliberato una cedola superiore rispetto all’anno scorso, alcune grazie ai buoni risultati 2008 (Impregilo, Maire Tecnimont, Recordati, Saipem e Tenaris), altre per motivi straordinari (Parmalat distribuisce parte degli incassi delle cause legali, Erg parte dell’incasso dalla cessione della raffineria di Priolo). che, come insegnano i maggiori esperti di finanza, da Rockfeller a Buffet, si possono sfruttare grandi occasioni. Naturalmente, senza correre troppo rischi, evitando di “fare il passo più lungo della gamba”. E la strada che può essere esplorata è quella delle azioni di grandi società sane, che distribuiscono buoni dividendi e che, in certi casi, possono offrire un rendimento del 10% attraverso l’incasso della cedola. LA POLITICA DEL “CASSETTISTA” Una volta si usava il termine “cassettista” per definire un investitore che acquistava un’azione, la chiudeva nella sua cassetta di sicurezza e annualmente staccava la cedola per incassare il dividendo. Un sistema che per decenni è stato seguito dalla stragrande maggioranza di chi investiva in Borsa, nell’ottica di destinare il risparmio ad aziende sane, in grado di generare profitti e di distribuirli agli azionisti. L’av- TITOLI DI STATO PUÒ OPTARE PER AZIONI DI GRANDI AZIENDE SANE vento del trading on line e della speculazione forsennata scatenatasi a cavallo del nuovo millennio hanno un po’ appannato la figura del cassettista, ma in realtà ancora molti effettuano la scelta delle azioni sulla base di un unico elemento, vale a dire il dividendo. Vediamo se questo orientamento oggi può ancora avere un senso. Innanzitutto va fatta una premessa fondamentale: il dividendo (in quanto espressione degli utili conseguiti dalla società, anche se la distribuzione non è sempre totale) è una componente fondamentale nel determi- nare il prezzo dell’azione. La teoria infatti insegna che il prezzo di oggi di un’azione è pari al flusso degli utili futuri: più la previsione è alta, più il prezzo di Borsa è alto e viceversa. Ma non è sempre così, perché sono molti i fattori che influenzano il prezzo delle azioni, alcuni di natura strettamente aziendale (oltre agli utili, contano il fatturato, le esportazioni, ecc.), altri di natura generale (livello dei tassi d’interesse, crescita dell’economia nazionale e internazionale, ecc.), altri infine di natura puramente psicologica (le famose “bolle speculative”). Attual- I RENDIMENTI PIÙ ALTI DEL LISTINO PRINCIPALE A MILANO SOCIETÀ ENEL PARMALAT MEDIASET GEMINA risp FONSAI ENI RCS risp A2A TELECOM risp ALLEANZA TERNA ATLANTIA MEDIOLANUM DIVIDENDI 2009 € * RENDIMENTO % ** 0,42875 0,151375 0,3325 0,04375 0,6125 1,1375 0,04375 0,084875 0,053375 0,2625 0,13825 0,62125 0,13125 13,9% 11,7% 11,7% 10,8% 9,4% 9,2% 8,9% 8,5% 8,1% 7,4% 6,8% 6,6% 6,1% azione, al netto della trattenuta fiscale del 12,5. Al lordo delle spese di commissione *Per Al lordo * della trattenuta fiscale in base alle quotazioni di inzio aprile. mente i titoli che pagheranno alti dividendi sono molto interessanti, perché in un quadro di sostanziale stagnazione economica, chi non ha idee precise preferisce proprio le azioni “tranquille” che pagano buone cedole. Azioni che hanno, mediamente, meno oscillazioni di quelle delle società considerate “speculative”, perché su di esse operano soprattutto cassettisti e fondi d’investimento, che hanno obiettivi di lungo periodo. 14 regine Sono le società che fra i 70 titoli migliori di Piazza Affari quest’anno daranno una cedola superiore al 2008 LA PRUDENZA È D’OBBLIGO Nella scelta di un’azione da acquistare in vista del dividendo va evitato l’errore di raffrontare il prezzo attuale con la cedola indicata sui quotidiani. Questa infatti è relativa all’anno scorso e, in un periodo di grande crisi, non ha alcun valore indicativo e potrebbe portare fuori strada. Facciamo un esempio. Sui giornali si trova che Unicredit vale un po’ più di 1 euro e il dividendo pagato è di 0,26 euro. Un veloce calcolo indica nel 25% il rendimento, che sarebbe un buon risultato se non fosse falso. Infatti Unicredit quest’anno non pagherà il dividendo perché la sua situazione finanziaria non è brillante e non consente di pagare in contanti la cedola. Bisogna cercare i dividendi “previsti”, che le società hanno annunciato di poter pagare quest’anno (a partire da maggio-giugno in poi) e da lì farsi i calcoli di convenien- NOTES 13 GIUGNO 2009 CONSUMATORI ” portante, ma non bisogna pensare di “speculare”, acquistando un’azione pochi giorni prima del pagamento della cedola, convinti di ottenere un alto rendimento in pochi giorni: il dividendo non è equiparabile alla cedola delle obbligazioni, perché rappresenta un valore che è incorporato nel prezzo del titolo e perciò, dopo lo stacco, la quotazione di borsa scende in misura corrispondente (tranne rare eccezioni sulle quali non bisogna fare affidamento); insomma, correre dietro allo stac- co delle cedole è una politica dissennata. La strategia migliore è costruirsi un mix di azioni diverse, puntando a settori come i servizi, la farmaceutica, l’alimentare, che sono tipicamente “anticiclici” e resistono meglio degli altri alle crisi di Borsa; ancora, guardare il trend dei profitti nel tempo e rivedere costantemente le proprie scelte. Insomma, per chi punta soprattutto alla “sicurezza”, le azioni dovrebbero restare tabù; ma per chi invece punta alla redditività e alla crescita nel tempo del capitale la scelta di azioni ad alta cedola è una politica che può dare risultati positivi. Cassettista sì, anche nel mondo del trading on line purché non dorma, ma vegli costantemente sul suo “giardinetto” e lo curi con attenzione. Gianluigi De Marchi TUTTE LE PAROLE DA RICORDARE AZIONE DI RISPARMIO Offre al proprietario notevoli diritti in termini patrimoniali e reddituali, ma pochi in termini di partecipazione alla vita societaria. Hanno diritto al dividendo prima di ogni altra categoria di azioni e di ottenere un dividendo superiore a quello delle azioni ordinarie. Possono offrire anche la garanzia di cumulare per tre anni il diritto alla cedola nel caso il bilancio chiuda in perdita. CASSETTISTA È il risparmiatore che opera in Borsa per effettuare investimenti di lungo periodo 14 GIUGNO 2009 NOTES e non opera con fini speculativi. Mantiene le azioni per molti anni, limitandosi ad incassare le cedole relative ai dividendi distribuiti. Acquista di solito i titoli ritenuti sicuri grazie alla loro solidità patrimoniale e alla loro redditività (come i telefonici, bancari ecc.). CEDOLA È il tagliando unito a tutti i certificati sia obbligazionari che azionari che incorpora il diritto a ricevere la rimunerazione per l’investimento del capitale: interesse nel caso delle obbligazioni, utile nel caso delle azioni. La cedola dei titoli azionari non è fissa, perché le sorti dell’utile dipendono dall’assemblea della società, che può decidere di distribuire un dividendo o meno e può, di anno in anno, variare la sua misura. Per effetto della dematerializzazione dei titoli, la cedola è sparita fisicamente; resta però il termine per esprimere appunto il pagamento dell’interesse o dell’utile. GIARDINETTO TITOLI Espressione del linguaggio corrente che indica l’insieme dei titoli che sono posseduti da un risparmiatore. Secondo le regole della buona gestione, il giardinetto deve essere il più possibile diversificato per ridurre il rischio dell’investimento. RENDIMENTO È il rapporto tra la cedola pagata e la quotazione corrente. UTILE Risultato positivo della gestione di una società. L’utile può essere reinvestito, accrescendo il patrimonio o distribuito ai soci attraverso il dividendo. Ecco i “furbetti delle suonerie”: condannati, ma sempre recidivi L’ACQUISTO DI UNA MUSICHETTA DA UN GESTORE PUÒ DIVORARE LE RICARICHE TELEFONICHE, UN BUSINESS DI CIRCA 300 MILIONI na delle ultime mode, diffusa fra figli e nipotini, è di avere una suoneria del cellulare originale. Non basta più il solito trillo tipico del telefono, piuttosto che la marcia tronfale dell’Aida, ci vuole qualcosa che stupisca, come l’ultima canzone di Vasco Rossi o la colonna sonora dell’ultimo cartone animato. Ma in pochi sanno che la suoneria divora le ricariche telefoniche, perché non si paga solo per installarla (costo “modesto”, 3 euro) ma per utilizzare il servizio. Un vero e proprio business per le società che reclamizzano le suonerie (quasi tutte presenti solo su Internet, in totale assenza di controlli) e per quelle che gestiscono reti telefoniche (che percepiscono laute provvigioni di vendita). Scaricando una suoneria da uno dei siti specializzati, si accetta di utilizzare i “servizi” della società venditrice, che spesso addebitano all’utente somme esorbitanti (fino a 10 euro a settimana, anche se il telefono non squilla mai). La situazione è ben conosciuta dalle associazioni dei consumatori, che hanno più volte denunciato all’Antitrust i “furbetti della suoneria” (Tim e Vodafone in prima fila). Il Garante ha stabilito che si tratta di un comportamento scorretto, un trucco commerciale per intascarsi (senza U che il cliente ne sia veramente conscio) enormi cifre (circa 300 milioni di euro, un giro d’affari da capogiro). Un comportamento che perciò merita una condanna, che è giunta puntuale e precisa. Infatti le società colpevoli sono state sanzionate già due volte con multe di 1,16 milioni (ottobre 2008) e 2,2 milioni (marzo 2009). Tuttavia il danneggiato non ne trae alcun beneficio, perché quando il Garante delle comunicazioni (o la Consob non fa differenza) sanziona il comportamento illecito di una società, la multa viene intascata dall’ente di controllo, non viene restituita a chi ha pagato indebitamente. E così le società specializzate e i gestori di telefonini continuano allegramente a divorare le carte prepagate dei ragazzini ignari, pagano sanzioni che sono tutto sommato modeste rispetto ai benefici che ne traggono (2 milioni pagati contro 300 milioni di fatturati) e incrementano gli utili di bilancio come se nulla fosse accaduto. I ragazzini da parte loro continueranno ad avere la suoneria illegale attiva (perché è praticamente impossibile disattivare il servizio) e le schede continueranno ad essere esaurite settimanalmente. Consiglio per i lettori: inviate subito una raccomandata di reclamo alla società telefonica e alla società che fornisce il “servizio”, pretendete il rimborso delle cifre finora addebitatevi e, se non ottenete ragione, cambiate gestore. E ricordatevi di spiegare a figli e nipoti che non ha senso cercare di essere ”originali” con la suoneria svuotando il conto corrente di genitori e nonni. Appello alle Authority che controllano i vari settori: cambiate le leggi, adattatele ai concetti di giustizia ed equità, non intascatevi le multe, ma obbligate i contravventori delle norme di tutela degli utenti a rimborsare quanto addebitato illecitamente, senza l’avvio di singole cause. E se una società diventa “recidiva”, come avvenuto nel campo delle suonerie, revocate le autorizzazioni ad operare: vogliamo scommettere che certi comportamenti scomparirebbero in pochi minuti? G. D. M. ” ” Subito dopo il pagamento del dividendo la quotazione del titolo ha un calo za. Buone occasioni si possono trovare tra le azioni di risparmio, categoria che premia i piccoli azionisti: in cambio dell’assenza del diritto di voto (che tanto i piccoli non esercitano mai), si ottiene un privilegio nella distribuzione degli utili e addirittura la possibilità di incassare una cedola anche quando l’azione ordinaria non paga nulla. La tabella riportata nella pagina precedente mostra le ”occasioni” migliori del listino, scelte fra le società che a fine marzo avevano già comunicato l’importo del pagamento. Come si vede, alcune società danno rendimenti molto generosi, anche a “doppia cifra”. Dunque, in un periodo di tassi d’interesse molto bassi, la possibilità di ottenere un elevato rendimento grazie alla cedola di un’azione è un fattore im- Allo stato attuale il Garante dà le multe ma i danneggiati non vengono risarciti ” NOTES 15 GIUGNO 2009 SICUREZZA I pirati informatici in azione: in aumento i furti d’identità CRESCE L’ALLARME ANCHE IN ITALIA. CODICI E PASSWORD SONO PIÙ IN PERICOLO DI UN TEMPO. ECCO COME CI SI PUÒ DIFENDERE ” Mai buttare integri nella spazzatura bollette o estratti conto della banca con dati personali ” ladri d’identità sono diventati negli ultimi tempi un grosso problema per le Forze dell’ordine, ma prima ancora per tutti noi. Possono soffiare codici di accesso e password di servizi, aprire in banca un conto addebitando le spese a qualcun altro, dirottare su chiunque le loro bollette. Una ricerca della società Dynamic Market dà un’idea della dimensione del fenomeno: soltanto nel 2008, tra Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Belgio e Olanda, le vittime del reato noto come “furto d’identità” sono state 6 milioni e mezzo. Non sono ancora disponibili numeri sull’Italia, ma la ricerca dell’associazione dei consumatori Adiconsum I dice che il fenomeno è in continua crescita. Occhio dunque alle situazioni a rischio. Un gesto quotidiano come buttare bollette o estratti conto nella spazzatura può avere pesanti conseguenze. «C’è chi rovista nell’immondizia proprio per raccogliere i dati personali delle vittime», avverte Fabio Picciolini, Segretario nazionale di Adiconsum. «Con le informazioni che trova sull’estratto conto o sulle bollette (domicilio, numero di conto, Iban) il truffatore può co- struirsi una nuova identità, andare in un’altra banca ad aprire un conto a nome dell’ignara persona truffata e, per esempio, accendere un mutuo senza rimborsare poi le rate. Quando scatterà l’indagine per ricercare il responsabile, la banca risalirà alla persona truffata, i cui dati personali coincideranno con quelli forniti dal “sosia”. E quando sarà il truffato a chiedere un mutuo, nessuno glielo concederà perché il suo nome risulterà scritto sul libro dei “cattivi pagatori”, elaborato dalle banche e diffuso a tutti gli istituti di credito». Pertanto tutti i documenti personali che finiscono in spazzatura o nella raccolta differenziata vanno prima sminuzzati, in modo da essere resi illeggibili. «L’altro giorno ero in treno e un mio compagno di viaggio stava prenotando via telefono un biglietto aereo», racconta Silvia Landi, ricercatrice dell’Ufficio studi di Adiconsum. «Ho sentito tutto e avrei potuto appuntarmi i suoi dati, carta di credito compresa. Dopo di che con queste informazioni avrei potuto fare acquisti on line addebitandoli a lui, aprire un conto comunicando i suoi dati e tanto tanto ancora». Perciò, mai dare informazioni personali quando ad ascoltare ci sono degli estranei. Il truffatore manda centinaia di e-mail in cui comunica la vincita, ad esempio, di un telefonino o di un esclusivo pc portatile. È facile cascarci anche solo per leggerezza. Si clicca sul link indicato e si va a finire in un sito Web che carpisce i dati personali dell’ignaro. «Se per curiosità si finisce in un sito “da paese dei balocchi” dove tutto è in regalo, è bene diffidare e mai dare informazioni riservate, anzi meglio se in questi siti si evita di arrivarci», ammonisce la Landi. ACQUISTI VIA INTERNET SENZA PROBLEMI Fare shopping su Internet è facile, comodo e, se si prendono le giuste precauzioni, anche sicuro. Ma il rischio che i “pirati” si infiltrino nei siti apparentemente più protetti è sempre più alto. Quindi è indispensabile mettere in atto più strategie di autodifesa per evitare che qualcuno entri nei propri dati personali sottraendo soldi e servizi. La vecchia norma di controllare l’indirizzo della pagina Web dove si fa shopping prima di inserire i dati e il numero della carta è sempre valido, anche se non basta più. All’avvio delle operazioni di pagamento dunque, occhio che l’“http” sia stato sostituito da un “https”, segno che si è Inoltre, ogni operazione ormai richiede una password, un codice, un Pin: servono per i servizi via Internet, per il bancomat, per la casella di posta elettronica, per entrare nel conto via Web ecc. Ecco allora che un’abitudine diffusa, ma sbagliata, è usare sempre lo stesso codice per evitare di dimenticarlo. Ma i truffatori lo sanno bene e se scoprono il codice di accesso allo spazio Internet su PROTEGGERE BANCOMAT E CARTE DI CREDITO Carta di credito e bancomat sono esposte al costante pericolo di clonazione. Tra codici segreti digitati in siti più o meno sicuri su Internet, strisciate in macchine che possono lasciare tracce, Pin che rischiano di essere sottratti con l’imbroglio, l’eventualità che qualcuno 16 GIUGNO 2009 NOTES peschi nei conti correnti clonando la card è sempre meno remoto. Ecco come difendersi. Controllare gli estratti conto, possibilmente in tempo reale su Internet, permette di notare subito movimenti strani. Ma non basta. Si può anche chiedere aiuto alla banca: attivare per esempio un servizio di sms ogni volta che viene eseguito un bonifico o una spesa con la carta di credito permette di allertarsi immediatamente nel caso in cui qualcun altro usi la propria carta. Capita che, quando si paga con la carta, la ricevuta del negozio registri l’intero numero della card stessa e addirittura la data della sua scadenza. Niente di più facile in questo caso che qualcuno cloni quella carta, con tutti i dati in suo possesso. Prima di firmare è bene controllare che le ultime cifre siano cancellate con delle X e se necessario annullarle con una penna. Poi, meglio non frequentare più quel negozio. Ottima abitudine è prelevare sempre allo stesso sportello, coprendo la mano che digita il codice con l’altra o con dei fogli. Occhio, inoltre, allo sportello alla fessura in cui si infila la carta: se ci sono strani fili o sporgenze, va segnalato subito alla banca e l’operazione rimandata. Se la carta richiesta alla banca non arriva dopo circa due settimane, la filiale va subito avvertita. Potrebbe essere solo un ritardo, ma la card potrebbe essere stata intercettata dal ladro. Appena ricevuta la carta, il titolare la deve firmare con inchiostro permanente e attivarla. entrati in un’area protetta e criptata, o che in basso ci sia l’immagine di un lucchetto. Su Internet è sempre meglio utilizzare una carta di credito prepagata: nel caso in cui qualcuno riesca a copiare numeri e codici, la somma a disposizione del ladro sarà comunque più limitata rispetto a quella della card tradizionale. Bando all’avarizia: non si deve risparmiare sugli antivirus. Costano qualche decina di euro all’anno, ma proteggono il computer da potenziali attacchi ai dati personali. Mai memorizzare le password nei siti di e-shopping che vengono abitualmente frequentati. Se qualcuno riesce ad accedere allo spazio personale, magari con la login e trova la parola chiave già a disposizione, le conseguenze sono facilmente immaginabili. una community on line, poco male. Ma se quel codice è lo stesso della casella di posta o del conto, la situazione si complica. Meglio differenziare codici e password e meglio conservarli in un luogo segreto e sicuro, scrivendoli su un foglio di carta e non memorizzandoli sul pc. Se infatti il truffatore riesce a carpire una falsa identità, può creare un falso indirizzo e inventare un falso cambiamento di residenza. Risultato: le bollette finiscono al nuovo domicilio. Peccato però che quelle bollette non siano legate ai consumi del vero intestatario. Solo che il conto da pagare finirebbe comunque al truffato. Per evitarlo è bene segnarsi gli intervalli tra l’arrivo di una bolletta di luce e gas e l’altra. Se si verifica qualche ritardo, chiamare subito le società fornitrici e assicurarsi che il conto da pagare non sia finito a qualche indirizzo che non è il proprio. Isabella Dalla Gasperina 6,5 milioni Sono le persone truffate soltanto nel 2008 fra Regno Unito, Belgio, Irlanda, Germania e Olanda NOTES 17 GIUGNO 2009 PIETRE PREZIOSE Come acquistare diamanti e perle senza correre guai VALE SEMPRE LA PENA DI FARSI CONSIGLIARE DA UN ESPERTO CHE ” Sul valore di un brillante incidono colore, peso, taglio, purezza e fluorescenza ” e pietre preziose sono pezzi di roccia che però hanno colori e trasparenze in grado di produrre bagliori unici. Come si legge nel Manuale di gemmologia (terza edizione) di Speranza Cavenago, che ha introdotto in Italia la disciplina, le pietre preziose sono “quei minerali (perciò prodotto naturale) che opportunamente lavorati offrono requisiti tali da poter essere usati quali ornamento”. Ma riconoscere una gemma di valore non è da tutti e ciò vale soprattutto per il diamante, la pietra più dura ma anche la più amata dall’universo femminile, che al dito di una donna rappresenta da sempre pegno d’amore. L PER INVESTIMENTO MEGLIO SCIOLTE O MONTATE? In questo momento di crisi economica generale, le pietre preziose possono essere una forma alternativa di investimento? E una volta acquistate, è meglio tenerle sciolte o montate? «In genere non fa differenza, in quanto di fatto il loro valore non cambia», afferma Alessandro Zorgno, «il gioiello infatti va indossato e vissuto. Unica accortezza quella di non danneggiare o rompere la gemma montata». Per andare sul sicuro, meglio puntare sui diamanti, che però devono essere accompagnati dal loro certificato di autenticità che ne specifichi le caratteristiche. «Oggi è consigliabile», chiude Zorgno, «non comprare diamanti che superino il carato in modo da poterli rivendere più facilmente». 18 GIUGNO 2009 NOTES LA REGOLA DELLE 4 “C” Come si fa a distinguere un diamante da uno zircone? E quali sono le caratteristiche che lo rendono più pregiato? «Per capire se si è di fronte a un pezzo di valore bisogna in primo luogo rifarsi alla regola delle quattro “C” inglesi, ovvero Colour, il colore, Carat, il carato, cioè il peso, Clarity, la purezza, e infine Cut, il taglio della pietra», dichiara Alessandro Olivero, esperto di diamanti e perle. «Inoltre, la qualità del diamante è garantita quando il certificato che lo accompagna proviene da un istituto autorevole e riconosciuto in tutto il mondo». Primi fra tutti il Gemmology Institute of America di Los Angeles (Gia) o l’International Gemological Institute di Anversa. Per quanto riguarda il colore, il diamante, per essere pregiato, non deve avere sfumature sul giallo; per confrontare queste pietre, il Gia ha creato un sistema internazionale (l’International Diamond Grading System™), ossia una classificazione basata su lettere che indica quanto appare bianca la pietra a un esame ottico. Il grado di massimo biancore è il “D” (bianco eccezionale o river) e si prosegue in scala decrescente fino alla lettera “Z” (molto giallastra). Esistono anche brillanti, più rari, di colore rosa e rosso. Per il peso (Carat), va detto che il prezzo di un diamante non è proporzionale al peso, in quanto i diamanti di grandi dimensioni sono più rari di quelli piccoli, perciò possono costare molto di più. Passando al grado di purezza (Clarity), si fa riferimento alle inclusioni interne alla pietra, cioè a quelle imperfezioni più o meno grandi di solito impercettibili a occhio nudo, che si sono create durante la sua formazione: meno inclusioni presenta la pietra, più sarà trasparente e più il diamante sarà prezioso. Nel dettaglio, si legge sul sito web del Gia (www.gia.edu), che i migliori sono quelli contraddistinti dalla sigla “IF”, che sta per “Internally Flawless”, senza imperfezioni interne. Infine il taglio, che dipende dall’intervento della mano dell’uomo che incide molto sulla brillantezza della pietra. Può essere rotondo brillante (il più comune) o di altre forme: ovale, baguette, taglio smeraldo, navette o marquise, princess, radiant e altri meno comuni. Inoltre, va aggiunta anche la fluorescenza: il 35% circa dei diamanti porta di natura una fluorescenza che può essere CONOSCE BENE LE CARATTERISTICHE E LE PECULIARITÀ DELLA GEMMA da molto leggera a forte ed è una caratteristica di discreta importanza in quanto una fluorescenza troppo accentuata può attribuire una certa lattiginosità ottica e di conseguenza svalorizzare le caratteristiche di brillantezza e trasparenza della pietra. I diamanti insieme allo smeraldo (di colore verde), il rubino (rosso) e lo zaffiro (blu) rappresentano le pietre più preziose. Ma dove è meglio acquistarli? «L’importante sia per i diamanti sia per le altre gemme è che vengano venduti in buste sigillate che portino la garanzia dei più noti istituti di gemmologia», afferma Alessandro Zorgno, titolare di un laboratorio orafo, «a queste condizioni può essere sicuro anche l’acquisto via Internet». Tuttavia, continua Zorgno, «È sempre meglio rivolgersi a un esperto, in modo da vedere le pietre, metterle a confronto e valutare quelle più pregiate. Senza contare che le gemme sono sempre meno naturali e sempre più trattate». LE “ORGANICHE” Fra queste rientra, in primis, la perla, che nasce dall’ostrica, ma anche il corallo, formato dallo scheletro calcareo di colonie di polipetti nei mari caldi o l’ambra, una resina fossile di piante e alberi vissuti milioni di anni fa e oggi estinti. «Oggi le perle naturali sono rarissime, rappresentano solo l’1%, mentre per il resto, per quanto preziose, si tratta di perle coltivate per un anno e mezzo circa, in Giappone, in Indonesia, Birmania, Filippine e Australia», continua Alessandro Olivero. Come per i diamanti il valore della perla dipende dalla combinazione di una serie di caratteristiche ma, a differenza dei primi, non esiste un sistema internazionale standardizzato di classificazione. Innanzitutto la forma: «Le migliori – prosegue Olivero – sono quelle rotonde, poi quelle chiamate “a pera”, a seguire quelle “a bottone” e infine quelle “barocche” di forma irregolare». Per il colore, il più pregiato è quello bianco rosato tendente all’argento, a seguire quelle di colore grigio, chiamate “silver”; ma ne esistono poi di dorate, le “gold”, e quelle di Ta- hiti che vanno da un colore grigio chiaro al nero scuro. Come sempre poi sul valore incidono le dimensioni della perla, se piccole o grandi e le eventuali rifrazioni sulla superficie: la perla più è liscia, levigata e uniforme e più è preziosa; ma potrebbe essere bella liscia ma spenta, invece è importante che sia anche lucente. «È difficile stabilire a priori il costo di una collana di perle: dipende dalla combinazione di forma, colore, lucentezza. Tuttavia, in modo molto indicativo, un filo di perle giapponesi, di media misura e qualità, può costare sui 3-4 mila euro, invece uno proveniente dai mari del Sud a partire dai 6 fino ai 10 mila», conclude Olivero. Chiara Conti 3-4 mila euro È il prezzo medio molto indicativo richiesto per un filo di perle giapponesi LE PAROLE DA SAPERE CARATO Il peso delle gemme si esprime in carati. Il termine carato deriva dall’antichità quando si usavano i semi di carrubo, dal peso sorprendentemente regolare, per pesare le pietre preziose. Il carato è l’unità di misura di tutte le pietre che corrisponde a 1/5 di grammo; ciò significa che un grammo equivale a 5 carati. A sua volta il carato è suddiviso in 100 parti dette “punti” (ad esempio, 100 brillantini da un punto pesano un carato). pietre trasparenti, ossia sostanze liquide, solide e gassose che si sono formate nel cristallo negli anni. LUCENTEZZA È la capacità della pietra di riflettere la luce che dipende anche dal taglio della gemma. INCLUSIONI Si tratta di piccole striature, segni, puntini che si vedono all’interno delle BRILLANTE Il termine nel linguaggio corrente viene utilizzato dai più come sinonimo di diamante. In verità si tratta di un tipo di taglio – taglio “brillante” – che conferisce alle pietre una particolare luminosità. NOTES 19 GIUGNO 2009 TURISMO/ 1 Per ogni rischio “da vacanza” si può stipulare una polizza SOTTOSCRIVERE UN’ASSICURAZIONE È L’UNICA VERA SOLUZIONE CONTRO OGNI EVENTUALE PROBLEMA. MOLTE AGENZIE LA OFFRONO ” Le informazioni riportate sui cataloghi sono vincolanti per il tour operator ” uando si pianifica una vacanza, al mare, in montagna o altrove, è bene essere prudenti e sottoscrivere un’assicurazione di viaggio. Può infatti accadere un evento imprevisto o la meta può rivelarsi molto differente da come l’avevamo vista nel depliant, o ancora possono capitare infortuni o malattie. Nessuno potrà ridare le piacevoli sensazioni andate perse, ma almeno verrà risarcito il danno materiale (alcuni giudizi però ricomprendono già nel “danno da vacanza rovinata” anche il danno esistenziale, quindi quello non patrimoniale). Ecco alcuni tipi di polizze che possono tutelare i viaggiatori. Q NEL CASO DI ANNULLAMENTO Poche ore prima della partenza può sopraggiungere un’influenza o un incidente che costringe a rimandare tutto. Il costo del recesso può salire sensibilmente se la disdetta arriva nell’imminenza della par20 GIUGNO 2009 NOTES tenza, fino a raggiungere anche la totalità del prezzo complessivo del viaggio. Pertanto si sta diffondendo la prassi presso le agenzie e i tour operator di proporre ai clienti una polizza a copertura di questi costi. La polizza va formalizzata entro 8 giorni dalla prenotazione. Tra i motivi che danno diritto al risarcimento ci sono quelli di natura professionale (spostamento delle ferie, licenziamento), malattie che impediscono la partenza, danni al proprio domicilio (furto, crolli) e il non poter raggiungere in tempo utile il punto di partenza per uno sciopero, un incidente o un guasto al mezzo di trasporto. Nel caso nel posto di villeggiatura si verifichi una grave calamità naturale si può scegliere tra un rimborso, un bonus utilizzabile per altri pacchetti o per un cambio di destinazione o data. Un risarcimento per i giorni di vacanza non goduti può essere previsto anche nel caso in cui ci si veda costretti a fare ritorno a casa prima del previsto. Quando la meta è un Paese in cui le condizioni igienico-sanitarie non sono delle migliori, o quando si è a conoscenza del fatto che le even- tuali spese da dover sostenere sono salate, questo tipo di polizza è particolarmente consigliabile. Quando ci si sposta entro i confini dell’Unione europea, invece, basta munirsi della Tessera europea di assicurazione e malattia (Team). Il tesserino è rilasciato dal servizio sanitario nazionale e ha una durata di 5 anni sostituendo quello che una volta era il modello E111. Con questo semplice tesserino da portare con se si è garantiti in caso si dovesse ricorrere urgentemente alle cure mediche. Il nostro Paese ha inoltre stipulato una serie di accordi speciali con altre nazioni del mondo per garantire cure urgenti e delle quali non si può fare a meno. La stragrande maggioranza delle agenzie di viaggi, oggi comunque offre un’assicurazione a copertura di malattie e infortuni, venduta con la vacanza. Di norma la polizza garantisce l’assistenza medica, i medicinali, il trasporto in ospedale, le spese generali da affrontare durante il periodo di degenza, gli eventuali interventi chirurgici a cui ci si deve sottoporre. Se necessario, l’assicurazione può prevedere la possibilità di dover allungare il proprio soggiorno o, al contrario, di dover far rientro a casa anzitempo. Completa la gamma di copertura, il trasporto sia dell’intestatario della polizza sia di un suo parente stretto. È fondamentale leggere con attenzione il contratto: per alcuni trattamenti, può esserci uno scoperto, così come un massimale di spesa. Molto importante è anche la sezione sulle possibilità di esclusione: di solito non è coperto chi ha più di 65 anni, chi soffre di malattie psichiche, patologie croniche o che si manifestano più volte nel corso del tempo. Va poi considerata la garanzia di rimpatrio: le polizze sono diverse, alcune lasciano al viaggiatore la possibilità di decidere quando rientrare, altre prevedono che la decisione sia presa dallo staff medico. I DIRITTI DEL TURISTA Tutte le informazioni riportate in cataloghi e depliant informativi sono vincolanti per il tour operator e il turista può denunciare ogni difformità a titolo di inadempimento contrattuale. Una volta verificato che l’albergo o la sistemazione non è conforme a quanto pattuito, la prima cosa da fare è avvisare tempestivamente per iscritto la propria agenzia affinché possa intervenire subito per risolvere in loco il problema. Sarebbe buona norma scattare fotografie, fare riprese e cercare di raccogliere le testimonianze degli altri villeggianti, tutti elementi che potranno valere in un eventuale giudizio, qualora il danno non venga riparato o non si giunga ad un accordo stragiudiziale. Per poter documentare con esattezza l’avvenuto, vale la pena inoltre di ricordarsi di farsi rilasciare scontrini e ricevute per ogni I SITI WEB DA CONSULTARE www.esteri.it È il sito ufficiale del Ministero degli affari esteri italiano. Un portale che segnala verso quali mete straniere è meglio non mettersi in viaggio. Per chi vuole viaggiare esiste un’intera sezione nella quale trovare indicazioni pratiche utili. www.viaggiaresicuri.mae.aci.it Nel sito dell’ACI sono presenti una serie di informazioni fondamentali sulle varie malattie e sui vaccini a cui provvedere nei diversi stati del mondo. www.prontopolizza.it Il sito di Europ Assistance si muove nella spesa che si sostiene. Per evitare spiacevoli inconvenienti conviene leggere bene le norme che regolamentano le condizioni generali del contratto di viaggio, così come quelle contenute nella polizza assicurativa. Alcuni contratti, ad esempio, prevedono una particolare procedura o specifiche formalità per comunicare disguidi o incidenti. Sapere ciò che si deve fare, può aiutare a tutelare i propri diritti. Ogni documento relativo al viaggio, poi, dovrebbe essere riprodotto in almeno due copie: una da lasciare a casa, l’altra da avere sempre in valigia. Se l’agenzia non pone rimedio ai disguidi mentre siamo in vacanza, entro 10 giorni lavorativi dal rientro occorre indicare in modo dettagliato tramite raccomandata con ricevuta di ritorno tutte le mancanze e i disguidi registrati. Se il tour operator o l’agenzia di viaggi respingono le richieste o offrono un indennizzo insufficiente occorre logica dell’e-commerce e offre la possibilità di scegliere la copertura più adeguata alle proprie esigenze sia che si tratti di viaggi di puro piacere, piuttosto che per studio o per lavoro. www.columbusdirect.com/it Il sito si presenta come uno specialista nel settore. In particolare, viene messo a disposizione dei clienti un prodotto assicurativo del gruppo Sara assicurazioni. Due le proposte principali presenti già sulla home page: l’assicurazione a copertura di un solo viaggio e un’altra soluzione annuale valida per chi viaggia spesso. affidarsi ad un legale e intentare un giudizio, nel corso del quale sarà utile tutto il materiale raccolto nel luogo della “vacanza rovinata”. In caso di furto di denaro o di altri oggetti di valore, va sporta denuncia alle autorità locali di polizia il prima possibile. Il verbale della denuncia va conservato con cura. Proprio per evitare questi spiacevoli inconvenienti, meglio non lasciare mai privi di custodia effetti personali e valigie. Se si ricorre a cure mediche, occorre ricordarsi di richiedere sempre il rilascio di un certificato. Anche le ricevute dei movimenti monetari, come il cambio di valuta o il prelievo dai dispositivi bancari e postali, vanno conservati. Infine, in tutti gli stati della Ue è in funzione un numero telefonico per le emergenze: digitando il numero 112 da cellulare o telefono fisso si è messi in contatto con un operatore di emergenza, ovunque ci si trovi. Marco De Ciuceis 10 giorni Entro questo termine, al rientro, va fatto il sollecito all’agenzia che non risolve la questione “in loco” NOTES 21 GIUGNO 2009 TURISMO/ 2 Così si sceglie la meta del viaggio all’estero sicuro ndare in vacanza all’estero può essere l’occasione giusta per conoscere culture e tradizioni differenti, per vedere le cose da altri punti di vista, lasciandosi alle spalle le preoccupazioni di tutti i giorni. Un’esperienza affascinante, alla quale però è bene prepararsi con attenzione. Con qualche accorgimento, infatti, si può ridurre al minimo il rischio di ritrovarsi in situazioni pericolose. E, sapere come muoversi permette di risolvere eventuali problemi in poco tempo, evitando di rovinarsi la vacanza. A 40,29 euro È la tassa annuale governativa che va pagata per un passaporto che sia valido nei Paesi extra Ue La prima cosa da fare è assicurarsi che la meta prescelta non sia tra quelle considerate a rischio. UNA BANCA DATI Il modo più sicuro per raccogliere informazioni è consultare la banca dati dell’unità di crisi del ministero degli Affari esteri. Basta collegarsi a www.viaggiaresicuri.mae.aci.it, che riporta notizie riguardanti ogni singolo Paese con valutazioni di varie fonti istituzionali italiane ed estere. Oppure si può telefonare al call center ACI, al numero 06-491115 tutti i giorni dalle 8 alle 20. E chi avesse bisogno di avere altre informazioni specifiche riguardanti la propria meta, può contattare la rappresentanza consolare o diplomatica italiana sul posto (l’elenco completo si trova su http://www. esteri.it/MAE/ IT/ Ministero/Rappresentanze) o la rappresentanza estera del Paese in Italia (sul web si veda http://www.esteri .it/MAE/ IT/Ministero/Servizi/ Stranieri/RapprStraniere). Per chi decide di andare comunque in un Paese a rischio, è consigliabile almeno registrarsi su www.dovesiamonelmondo.it: è un servizio della Farnesina che permette di segnalare i propri dati personali per consentire all’unità di crisi di pianificare con rapidità gli interven- VERIFICARE TUTTO QUELLO CHE RIGUARDA IL PAESE OSPITANTE ti di soccorso in situazioni di emergenza. Una volta scelta la destinazione bisogna munirsi di alcuni documenti, necessari per poter viaggiare senza problemi. La prima distinzione da fare è quella tra Stati membri dell’Unione europea e Paesi extracomunitari. Nel primo caso per oltrepassare la frontiera è sufficiente la carta di identità. Quest’ultima però è l’unico documento richiesto anche per andare in altri Stati, come Marocco e Tunisia, ma soltanto se si entra in occasione di viaggi organizzati (per l’elenco completo e le varie modalità previste si veda il sito www.poliziadistato.it alla voce “Documenti validi” per l’espatrio). Per entrare nella maggior parte degli Stati extra Ue, invece, LA PATENTE INTERNAZIONALE DI GUIDA Prima di partire per l’estero con la propria auto è bene assicurarsi di avere tutte le carte in regola. Con la patente italiana si può guidare nei Paesi europei – tranne che nella Federazione Russa – e in alcuni Stati fuori dal nostro Continente (sul sito www.viaggiaresicuri. mae.aci.it, alla voce “Viabilità”, si trovano le informazioni sui singoli Paesi). Nella maggior parte dei casi, fuori dall’Europa è richiesto un permesso 22 GIUGNO 2009 NOTES internazionale di guida, che deve essere utilizzato insieme alla patente nazionale in corso di validità. I permessi che si possono ottenere in Italia sono il modello “Vienna 1968”, che vale 3 anni, e il “Ginevra 1949”, che dura un anno. Alcuni Paesi, come Stati Uniti, Giappone e India, riconoscono solo il “Ginevra 1949”. La richiesta di permesso internazionale di guida va presentata agli uffici periferici della Motorizzazione civile. Per ottenere questa patente, occorre compilare un modello, fare un versamento di 9 euro e un altro di 14,62 su bollettini prestampati che si trovano negli uffici postali e in quelli della Motorizzazione, allegare una marca da bollo del costo di altri 14,62 euro e due foto recenti (di cui una autenticata) e, infine, presentare la patente di guida con relativa fotocopia fronte-retro. serve il passaporto (in alcuni casi è richiesto anche il visto, con modi e tempi per ottenerlo diversi a seconda della destinazione). Si tratta di un documento, sia di viaggio sia di riconoscimento, che ha una validità di 10 anni (dal 2003 è stato abolito l’obbligo di rinnovo quinquennale). Può essere rilasciato e rinnovato da Questura, ufficio Passaporti del commissariato di pubblica sicurezza, stazione dei carabinieri, ufficio postale e comunale (all’estero dalle rappresentanze diplomatiche e consolari). Dal 26 ottobre 2006 il passaporto elettronico ha sostituito i documenti più vecchi. Uno dei vantaggi di questa innovazione sta nel permettere di entrare negli Stati Uniti, per soggiorni inferiori ai 90 giorni, senza bisogno del visto. Ha la stessa possibilità chi ha un passaporto a lettura ottica rilasciato o rinnovato prima del 26 ottobre 2005 o chi ne possiede uno con foto digitale rilasciato tra il 26 ottobre 2005 e il 26 ottobre 2006. Inoltre, per evitare il visto, bisogna viaggiare soltanto per affari o per turismo e avere già un biglietto di ritorno. I VARI TIPI DI PASSAPORTO In tema di passaporti, va ricordato che ne esistono di tre tipi: quello ordinario di 32 pagine (che costa 44,66 euro), di 48 pagine (costo 45,62 euro) e quello collettivo per gruppi di 5-50 persone, rilasciato solo dalle questure in Italia con una validità non superiore ai quattro mesi per motivi culturali, religiosi, sportivi, turistici o altri previsti da accordi internazionali. Per andare nei Paesi che non fanno parte dell’Unione europea, bisogna ricordarsi che il passaporto è valido solo se si paga una tassa governativa annuale del costo di 40,29 euro. Vista l’importanza di avere con sé il passaporto quando si è all’estero, è bene sapere come comportarsi in caso di furto e smarrimento. La prima cosa da fare è denunciare il fatto alle autorità locali, così da evitare responsabilità derivanti da un uso fraudolento del documento da parte di altri. In secondo luogo, bisogno contattare l’ufficio consolare competente, che può emettere un nuovo passaporto oppure un documento sostitutivo provvisorio che permetta di rientrare in Italia. Infine, va ricordato, se pur ancora poco conosciuto, che esiste anche il servizio di protezione consolare europea. Funziona così: quando ci si trova in una situazione d’emergenza in uno Stato in cui l’Italia non ha né un’ambasciata, né un consolato, ogni italiano ha il diritto di godere della tutela da parte di un qualunque altro Stato dell’Unione europea, rappresentato in quel Paese al pari di un suo cittadino (lo prevede l’articolo 20 del Trattato istitutivo della Comunità europea). Marco Bortolato ” PER EVITARE INCONVENIENTI PRIMA DI PARTIRE È CONSIGLIABILE Per le situazioni di emergenza si può ricorrere al servizio di protezione consolare europea ” NOTES 23 GIUGNO 2009 TURISMO/ 3 Per fare i viaggiatori responsabili ora c’è una guida da consultare LA PRIMA REGOLA DEL DECALOGO, NATO PER SENSIBILIZZARE CHI VISITA UNO STATO STRANIERO, È RISPETTARE TERRA, USI E CULTURA ” Un altro gesto di civiltà: non cercare souvenir tra i reperti naturali e archeologici ” ltre alle normali regole della buona educazione, a caratterizzare le vacanze di un turista responsabile è prima di tutto il rispetto per il Paese che si visita. Durante i tour è facile che qualcuno decida di portare via come souvenir reperti naturali o archeologici o decine di flash per immortalare persone di passaggio senza pensare a chiedere il loro consenso. Per sensibilizzare i viaggiatori, Mondial Assistance e l’Aitr (Associazione italiana turismo responsabile) hanno deciso di mettere a punto un vademecum del viaggiatore responsabile, un O IL BONUS VACANZE Per aiutare le famiglie a basso reddito ad andare al mare o in montagna il Governo ha stanziato 5 milioni di euro destinati al “bonus vacanze”. I buoni possono essere utilizzati dal 6 gennaio fino alla prima settimana di luglio e dalla prima settimana di settembre fino al 20 dicembre. Per la gestione dell’acquisto e della distribuzione dei buoni vacanza sono state stipulate convenzioni con strutture turistiche o associazioni no profit, garantendo la possibilità di coprire tutte le spese documentate. Saranno poi gli stessi gestori a predisporre l’elenco dei soggetti che hanno diritto all’agevolazione e ad assicurare il raccordo con la rete di strutture convenzionate. La percentuale del contributo pubblico sulla spesa per la vacanza varia dal 25 al 45%, in base al reddito e ai componenti del nucleo familiare. 24 GIUGNO 2009 NOTES decalogo con semplici norme da seguire durante il proprio viaggio, che sarà distribuito nelle oltre 5 mila agenzie di viaggio che si affidano a Mondial Assistance per i servizi assicurativi: «Cerchiamo di sensibilizzare i viaggiatori verso il delicato tema della responsabilità turistica – sottolinea Enrico Franceschini, Corporate Communications di Mondial Assistance Italia – perciò abbiamo deciso, con Aitr e la collaborazione dell’Icei (Istituto per la cooperazione economica internazionale) di promuovere il vademecum anche on line, su tutti i nostri siti Internet». Il decalogo è scaricabile su www.mondiality.it, www.aitr.it e www.icei.it. Il turismo responsabile e sostenibile è soprattutto importante per i Paesi in via di sviluppo, dove spesso rappresenta la principale ricchezza economica: «Il turismo può essere un fattore economico di sviluppo determinante per tante aree del mondo ancora sottosviluppate – spiega Maurizio Davolio, presidente delle’Aitr –. È però necessario che i viaggiatori smettano di sfruttare, anche se inconsciamente, le ricchezze paesaggistiche e culturali». Tra i suggerimenti c’è l’invito a utilizzare i mezzi pubblici, provare la cucina tipica, acquistare articoli dell’artigianato locale per favorire lo sviluppo economico. Tra l’altro, abitudini come quella di mercanteggiare i prezzi non sono gradite ovunque, quindi è bene informarsi prima della partenza sugli usi locali (lo stesso vale per la mancia). Al contempo è bene rispettare le abitudini del Paese ospitante, a cominciare dall’indossare un abbigliamento consono, soprattutto se si visitano luoghi di culto. La piccola guida raccomanda anche di instaurare rapporti cordiali con le popolazioni locali e rispettarne l’ambiente. Soprattutto nelle aree naturali e protette è bene seguire i sentieri o farsi accompagnare da guide esperte, ma anche non sporcare e non sprecare l’acqua sono piccoli gesti di responsabilità. Purtroppo poi ci sono turisti che partono con scopi meno nobili. A proposito la guida sottolinea che “non esistono popolazioni antropologicamente orientate alla prostituzione” e per combattere i “viaggi del sesso” ricorda come il consenso di minorenni sia irrilevante, così come non è un alibi la collusione di famiglie, albergatori o Forze dell’ordine: la legge italiana persegue i reati sessuali commessi all’estero dagli italiani. Eleonora Della Ratta