intervista… - Stallergenes
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✪❉❂❈✽✄✸✽✄✸✽❇✷❉❇❇✽❃❂✹ INTERVISTA… con il Dr D.Y. Wang, (Singapore). Expressions. Come si usa l'immunoterapia nel suo ospedale? Dottore D.Y. Wang: L'immunoterapia è un trattamento standard e noi lo usiamo il più precocemente possibile e non dopo che altri trattamenti hanno fallito. La SCIT è internazionalmente riconosciuta come il solo trattamento che può alterare il corso naturale della malattia allergica ed anche prevenire la comparsa dell'asma nel paziente già affetto da rinite allergica. Con essa, qualche inconveniente può essere la necessità di visite cliniche, ma il trattamento della malattia sottogiacente ha un effetto durevole che è di grande vantaggio. Minimi sono d'altronde i rischi con l'uso degli estratti migliorati e con l'aderenza alle linee guida pubblicate dalle varie organizzazioni professionali mediche, tra le quali il WHO. E. Lei usa l'immunoterapia sublinguale? Dr D.Y. W: La stiamo usando ora per un trial clinico sostenuto dal National Medical Research Coucil di Singapore. Abbiamo in corso il trattamento di 20 pazienti, tra i quali io stesso, con rinite perenne da acari. Per ora posso dire che funziona bene e che è facile da assumere; più comoda perché i pazienti la assumono a casa. E. Che tipo di pazienti tratta? Dr D.Y. W: Il nostro problema e quasi esclusivamente quello degli acari. Trattiamo patologie delle vie aeree superiori, ma il Dipartimento di Pediatria vede bambini con asma. Gli acari della polvere gradiscono il nostro clima caldo-umido e circa il 13% della popolazione ha rinite allergica col 25% circa che ha uno dei quattro sintomi maggiori. INTERVISTA… Expressions. La misura dell'ossido d'azoto frazionato (FENO) è secondo lei un utile strumento di ricerca o ha anche un valore clinico? Professore W.J. Pichler: Parecchi studi hanno dimostrato il valore della quantificazione dello NO esalato nei controlli normali, nei pazienti portatori di atopia ma con sola rinite, e nei pazienti con asma allergico o non-allergico. È risultato chiaramente che i rilievi dello NO in queste differenti popolazioni differiscono fra loro e che un dato elevato di NO non correla necessariamente con la gravità dell'asma. E non vi è una stretta correlazione neppure con l'iperreattività bronchiale, con l'eosinofilia e con i livelli sierici di eosinophil cationic protein, ECP. Ecco perché molti pneumologi sono scettici nei confronti del FENO. Ma io credo che il FENO sia un parametro a sé, con il suo valore proprio. È in altre parole uno dei diversi parametri che informano sulla malattia del paziente e noi lo usiamo correntemente e non soltanto per la ricerca. Ha una netta utilità nel monitoraggio E. Che altre qualità di allergeni trovate a Singapore? Dr D.Y. W: Da noi il polline non è un grosso problema a causa dell'umidità, ma esiste, beninteso, l'allergia alla cosiddetta Bermuda grass, una Graminacea che usata sui campi da golf, e il polline della palma da olio costituisce un caso di sensibilizzazione, specie nelle aree rurali della Malesia. Anche alle muffe piace il nostro clima ed esse crescono rapidamente negli ambienti poco ventilati. Gli allergeni fungini sono davvero un punto caldo per la ricerca del futuro, dato anche il numero delle specie. Abbiamo degli acari particolari. Uno, la Blomia tropicalis, viene detto acaro dei depositi, ma è in realtà una specie domestica, tipica del clima tropicale e largamente diffusa nell'Asia Sud-Orientale. con il Prof. W.J. Pichler, (Svizzera). della terapia e io, come allergologo, trovo particolarmente interessante correlare il FENO all'esposizione allergenica e osservare quello che accade dopo la rimozione dell'allergene. E. Le prove dell'NO possono sostituire qualcuno degli esami standard? Prof.W.J. P: Credo che il FENO abbia un valore e un significato suoi propri. È quello che riflette meglio l'esposizione all'allergene dei soggetti sensibili. Però va tenuto presente che ciò non significa necessariamente asma! In pazienti atopici abbiamo trovato alti valori FENO durante l'esposizione agli acari, con rapida riduzione dopo sottrazione all'allergene. Un parametro di questo genere è dunque prezioso per l'allergologo perché dimostra la risposta del soggetto sensibile alle misure di evinzione dell'allergene, oppure al trattamento sintomatico. Ciò ci risparmia il test di livello ambientale dell'allergene. E i pazienti stessi, col FENO, rivelano se le misure di sottrazione allergenica stanno funzionando. Il FENO, naturalmente, è importante anche quando si tratta di studiare delle allergie occupazionali. Esso è un test unico nel suo genere e si è dimostrato uno strumento utile, per esempio, negli studi di follow-up nel corso di trattamenti con steroidi topici. E. La misura dell'NO ha valore prima o durante l'immunoterapia specifica? Prof. W.J. P: Oggi si considera l'immunoterapia, ITS, come uno strumento per indurre la tolleranza nei confronti dell'allergene. La tolleranza, nel paziente atopico, significa che egli comincia a reagire all'allergene come il soggetto normale, non atopico, che ha un FENO normale. Pertanto, facendo l'esempio delle persone allergiche al polline di Graminacee, la reattività al FENO dovrebbe ridursi o azzerarsi a seguito di un'ITS ben riuscita. La misura dell'NO stagionale potrebbe essere utile nel monitoraggio dell'ITS in quanto rifletterebbe la normalizzazione della risposta immune quando l'ITS stessa ha esito positivo. Ma abbiamo bisogno di altri studi perché questo sia dimostrato. 13