Articolo n. 13 del 3 settembre 2007: … anche quest`anno il
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Articolo n. 13 del 3 settembre 2007: … anche quest`anno il
Articolo n. 13 del 3 settembre 2007: … anche quest’anno il pidocchio “ripetente” si è iscritto a Scuola… Con l’avvio dell’anno scolastico si ripresenta il “problema pidocchi”; questo piccolo insetto sembra essere il più assiduo frequentatore della Scuola; anche quest’anno, infatti, il pidocchio si siederà tra i banchi. Per capire di cosa si tratta, come affrontare l’annoso problema, di cui spesso si parla con una certa ritrosia, abbiamo intervistato il dott. Lorenzo Brusa, (nella foto) Referente per l’Educazione alla Salute nell’ASL n. 13 . Innanzittutto dottor Brusa, vuole chiarirci il concetto di pediculosi? Il pidocchio da cui nasce la pediculosi del capo vive sul cuoio capelluto umano, nutrendosi del sangue del suo ospite. Non trasmette malattie e spesso non presenta sintomi, se non a volta una sensazione di prurito; infezioni causate da abrasioni o escoriazioni che nascono dall’atto del grattarsi. Quanto vive questo fastidioso insetto? Il ciclo vitale di un pidocchio non supera i 30 giorni. Le femmine, sono in grado di deporre da 4 a 10 uova (lendini) al giorno che sono visibili a occhio nudo e si schiudono in 7-10 giorni. Spesso il pidocchio è associato alla sporcizia ed alla trascuratezza, ma in realtà come si trasmette? Il contagio non è influenzato dall’igiene personale, avviene da un individuo all’altro tramite contatto diretto. L’epidemia si propaga prevalentemente in luoghi affollati (scuole, oratori, colonie…) e la sopravvivenza di questo insetto in un ambiente che non sia il cuoio capelluto è molto limitata nel tempo. Come si può evitare il contagio e cosa può fare un gentore? Non si può prevenire la pediculosi del capo con trattamenti e prodotti, infatti, il fenomeno si ripresenta ciclicamente, è possibile però controllarlo e rilevarlo in tempo grazie a un controllo settimanale dei capelli, considerandoli come le altre parti del corpo di cui ci si prende cura quotidianamente (ad es. le mani, i denti….) Un genitore controlla i capelli ed il cuoio capelluto usando un pettine a denti stretti, con cui fare scorrere lentamente ogni ciocca di capelli, partendo dalla nuca e nella zona dietro le orecchie. Molto utile può essere anche l’uso di una lente di ingrandimento, per un controllo ancora più accurato. E’ importante non confondere le lendini con innocui residui di forfora che si staccano facilmente. Come si cura la pediculosi? Il trattamento più risolutivo prevede l’uso di prodotti appositi, prescritti dal Medico o consigliati dal Farmacista, che comprendono permetrina e piretrine naturali, queste ultime in forma di mousse (creme), efficaci non solo sui pidocchi, ma anche sulle uova. In seconda battuta possono essere utilizzati anche preparati a base di malathion (se ne sconsiglia l’uso con bambini di età inferiore ai sei anni). Da evitare le formulazioni di shampoo, in quanto meno efficaci. Resta sempre di particolare importanza la rimozione manuale della uova dal capello con l’aiuto del pettinino. Il trattamento va ripetuto dopo una settimana per eliminare i pidocchi nati da eventuali uova sopravvissute. E’ opportuno sottolineare che il trattamento non previene l’infestazione, quindi non va eseguito a scopo preventivo. Altri consigli…. E’ consigliabile lavare in lavatrice a 60° o a secco federe, lenzuola, asciugamani e indumenti a contatto con il capo e con il collo e passare con l’aspirapolvere divani, materassini e tappeti. I nostri nonni consigliavano di usare ad es. l’olio d’oliva; sono ancora i rimedi naturali?. Tutte le metodologie casalinghe per risolvere il problema come l’uso di alcool, olio di oliva, maionese, burro sciolto e derivati dal petrolio e cherosene, così come la drastica rasatura dei capelli, non risultano efficaci al 100%, quindi sono da evitare, mentre, l’utilizzo dell’aceto unito ad acqua tiepida ed ad un prodotto medicale può facilitare l’eliminazione di pidocchi e uova.