Scoprite un auto-analisi delle sue composizioni
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Scoprite un auto-analisi delle sue composizioni
Autoanalisi VINCENZO PALERMO Il mio pensiero di compositore oggi (1999) In un epoca di pluralismo di pensiero e d’arte come quella che viviamo a fine di secolo, trovo necessario ritrovare i miei punti di riferimento affidandomi a quell’istinto che mi portò a comporre le prime note ad appena sette anni, quando la musica, nella sua forma primordiale e schietta, occupava quasi tutti i pensieri della mia giornata. Crescendo, l’idea di esserne parte mi ha incoraggiato allo studio e alla esigenza primaria di “esprimermi attraverso”, e, soprattutto, di ricercare continuamente le ragioni d’essere che mi spingono continuamente a creare nuova musica. Rifiuto sia il rétro che la vecchia avanguardia, sinonimo nel migliore dei casi (quando fatto con la dovuta sincerità) di cromatismo totale e di dense fioriture micropolifoniche che, comunque, pure io ho impiegato, e con entusiasmo, nella mia musica giovanile quali esperienze necessarie di passaggio. In ogni caso ho sempre evitato il rumorismo che sin da giovane ho sempre trovato meramente fine a se stesso, e la musica aleatoria, troppo distante, a mio vedere, dalle mie esigenze di musicista. Musicista che sente di esprimersi con la creazione musicale piuttosto che con la sua esecuzione, arte quest’ultima indispensabile per qualsiasi genere di musicista e imprescindibile, a mio modo di vedere, dall’arte di comporre. Sono per un’armonia trasparente e in possesso di determinate consonanze non intese però quali generatrici del cosiddetto “riposo” a cui si contrappone la dissonanza-movimento come per la tonalità tradizionale. L’armonia risulta essere il campo di genesi per una polifonia consistente in una fitta rete di voci che seguono logiche totalmente diverse dalla antica tonalità e che si basano essenzialmente sulla cinesi. Ogni voce si collega o si muove rispetto alle altre rapportandosi non secondo un attrazione gravitazionale verso un grado tonale o modale ma rispettando le regole cinetiche imposte dalla mia volontà. In questi termini l’armonia sembrerebbe essere un fattore risultante la cui incidenza potrebbe essere ancor più casuale. In effetti il mio modo di comporre non è dissimile da molti compositori di oggi, alcuni riconosciuti a pieni titoli e con notevole successo sul piano internazionale (Part, Gorecki, etc.) che hanno intrapreso questi sentieri da molto tempo. Credo pertanto che proprio l’armonia (intesa come metodo di costruzione verticale dei suoni e non come insieme di vettori tonali) sia l’elemento più personale che posso esprimere nella mia musica mentre la serialità esprime la mia esperienza. La mia ricerca personale affonda le sue radici tanto in un razionale e misurato controllo della struttura quale elemento portante, quanto fin al più piccolo elemento motivico. Il tutto servendomi della tecnica minimalistica per le zone di reiterazione, necessarie laddove l’intreccio dei micromotivi è divenuto così complesso da costringermi a ciò allo scopo di chiarire con sincerità le coordinate d'ascolto piuttosto che immergere lo spettatore solamente nel tipico stato ipnotico-emotivo. Leggermente diverso il discorso per l’Opera lirica, forma che ritengo indispensabile proseguire e approfondire ai giorni nostri, che a mio modo di vedere, richiede una maggiore cura nel mediare le esigenze teatrali con le strutture musicali che ho in mente. Nelle due Opere che ho sinora composto, Raimondo De Sangro e Sibilla, i microframmenti diventano così zone di cantabilità e le reti polifoniche si traducono in un continuo ricorso a strutture polifoniche vocali. Nel brano che è allegato alla presente opera, la Canzonetta n.3, dal cui titolo si evince una volontà di esprimere un momento intimo, personale, senza pretese di particolari itinerari accademici o di costruzioni forzatamente di alto respiro, ho voluto quindi adoperare con serenità semplici elementi modali conferendo loro una rarefatta libertà melodica, pertanto mettendoli sempre in stretto legame tra loro non solo secondo canoni seriali e strutturali a me tanto cari, ma anche motivato dall'affascinante tema della stilizzazione, operazione estetica che ai giorni nostri sento quanto mai attuale. Nonostante la dichiarata semplicità del brano a differenza di altre mie composizioni dove ho ben oltre spinto la mia ricerca, si possono avvertire, seppur in formato “tascabile”, alcuni, se non quasi tutti gli elementi che ho sopra esposto. Pertanto mi è sembrato logico, per il tempo sul compact disc a mia disposizione, proporre proprio questo brano piuttosto che un frammento di un altro brano di dimensioni ben più maggiori. Brano che è tra i miei più cari in fatto di semplicità e di sincerità.