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COLLABORAZIONI
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IL ROBOT, QUESTO SCONOSCIUTO
di Delia Pertici
La mungitura robotizzata sta
guadagnando rapidamente
popolarità in Italia e nel resto
d’Europa, dove, come da noi, la
manodopera è scarsa e costosa, gli
allevamenti sono piccoli e le nuove
generazioni non sono disposte a
dedicare tutta la loro vita alla sala
mungitura.
Molti sostengono che la mungitura
con robot sostituirà presto la vecchia
mungitura a macchina, così come
quest’ultima ha sostituito, in passato,
quella a mano. Forse non sarà un
passaggio altrettanto immediato, ma
quello che si prevede con certezza è
che tutti i fornitori di impianti di
mungitura metteranno presto sul
mercato anche un sistema
robotizzato.
Abbiamo quindi pensato fosse
interessante rivedere insieme i
principi base della tecnica di
mungitura robotizzata e quello che
essa implica in termini di gestione,
costi, organizzazione e quant’altro.
Infatti, chiunque decidesse di
installare un robot di mungitura
dovrebbe sapere che questa scelta
non influirà solo sul modo in cui
vengono munte le vacche, ma anche
sulla organizzazione di tutta
l’azienda, e persino sul
comportamento dello stesso
allevatore. Vediamo perché.
schetta per il concentrato si riempie e
un braccio che termina con delle specie di scovolini di gomma si sposta
per lavarle i capezzoli.
Quando gli scovolini si ritraggono
e i capezzoli sono lavati, un sensore
laser identifica la posizione dei capezzoli e “comunica” la loro posizione al braccio del robot che porta il
gruppo di mungitura (in alcuni impianti la identificazionbe viene fatta
subito, prima del lavaggio).
Il computer è stato impostato in
modo da “ricordarsi” dove aveva trovato i capezzoli la volta precedente,
ed è quindi in grado di “dire” al braccio dell’attacco dove può cominciare
a cercarli quando la bovina ritorna
per farsi mungere.
Ogni tettarella viene quindi attaccata e, non appena il flusso del latte
scende sotto un valore prestabilito, si
stacca.
Il cancello quindi si apre e la vacca
esce mentre il computer registra il peso totale del latte prodotto. Le tettarelle vengono disinfettate con uno
spray, e la porta di ingresso si riapre
per fare entrare un’altra vacca. E si ri-
comincia.
COME È FATTO UN ROBOT
DI MUNGITURA
Il robot di mungitura è costituito
da 6 parti:
– uno o più box per la mungitura;
– un robot di mungitura;
– un impianto completo di mungitura;
– un sistema per regolare l’accesso
degli animali alla sala mungitura;
– sensori specifici per registrare
eventuali problemi e segni di calore;
– un sistema di supporto per la gestione.
La sala mungitura
La costruzione della sala mungitura
richiede particolare attenzione al fine
di limitare i movimenti della vacca
una volta entrata, e per dare al braccio del robot spazio sufficiente per
l’accesso ai capezzoli.
Consiste in un box con una entrata
ed una uscita sul fianco. La porta di
ingresso si apre quando il box è vuo-
Un box visto dalla parte opposta da dove entra la vacca
a mungitura con robot inizia
quando la vacca entra dalla porta laterale di una stalla e viene
identificata per mezzo di un computer. Se non deve essere munta, la porta di uscita della stalla si apre per farla uscire. Se invece va munta, la porta da cui è entrata si richiude, la va-
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to. La vacca entra e si avvicina spontaneamente al distributore di cibo e,
così facendo, permette ai sensori di
identificarla e di controllare se deve
essere munta o meno. In alcuni sistemi è necessario che la lunghezza del
box si adatti automaticamente alla
lunghezza dell’animale con lo spostamento della mangiatoia. Per aumentare la possibilità di accesso ai capezzoli, il blocco è costruito in modo che
le gambe posteriori siano divaricate,
ed in certi modelli le gambe anteriori
si trovano su una piattaforma leggermente rialzata.
Il robot di mungitura
Il robot ha tre importanti funzioni:
– pulire la mammella e i capezzoli;
– localizzare la mammella e i capezzoli;
– posizionare il gruppo mungitura
e attaccare le tettarelle ai capezzoli.
I sistemi adottati per pulire mammella e capezzoli non funzionano ancora al 100% e non possono competere con i metodi manuali. L’attenzione dei tecnici si sta concentrando sulla possibilità di inserire un sistema
che permetta di bagnare, pulire e
quindi asciugare i capezzoli.
La ricerca della posizione esatta
dei capezzoli viene fatta dai sensori
ogni volta che l’animale entra nel
box. Anche se il computer ha memorizzato questi dati, la ricerca deve essere fatta ogni volta in quanto i dati si
modificano a seconda dello stadio di
lattazione, delle ore trascorse tra una
mungitura e l’altra, e persino della
posizione che la bovina aveva prima
di entrare a farsi mungere, cioè se era
stata sdraiata o in piedi.
In alcuni modelli vengono utilizzati
due sensori ad ultrasuoni che localizzano il capezzolo anteriore destro e
un sensore rotante che, prendendo
come riferimento il primo, trova gli
altri tre capezzoli. Altri modelli usano
un sensore laser che stabilisce la posizione dei capezzoli prendendo come riferimento un punto fisso sul
braccio del robot. Una volta localizzati i capezzoli, il braccio del robot si
sposta sotto la mammella e attacca le
tettarelle, o in una sola volta, o una
ad una.
una ad una) e un impianto di pulitura. Il latte viene immediatamente trasferito in cisterna dai condotti. In caso di bisogno, il latte può anche essere raccolto e separato dal resto (colostro, latte di animali trattati, eccetera).
Per consentire il proseguimento della
mungitura durante lo svuotamento e
la pulizia della cisterna, è utile installare un’altra piccola cisterna per il raffreddamento. Infatti, diversamente da
quanto avviene con il metodo tradizionale, con il robot di mungitura
piccole quantità di latte appena munto continuano a scorrere per tutto il
giorno verso la cisterna di raffreddamento e, anche se non sembra che
sia un problema mischiare un po’ di
latte caldo con il latte già raffreddato,
per evitare possibili effetti negativi, è
possibile installare un’ulteriore piastra
di raffreddamento o pre-raffreddamento.
L’accesso degli animali
alla sala mungitura
La pianificazione delle stalle dovrebbe essere fatta in modo che gli
animali si presentino spontaneamente
alla mungitura, o almeno, per questo
sono stati predisposti tutti i sistemi
robotizzati attualmente a disposizione.
Siccome lo scopo è quello di invogliare le bovine a presentarsi regolarmente alla mungitura, il “traffico” degli animali deve essere programmato
in modo che non ci siano ostacoli. Ci
sono due modi diversi per organizzare gli spostamenti degli animali:
1. circolazione libera, cioè le vacche possono andare liberamente dalle cuccette alla zona di esercizio alla
mangiatoia e viceversa,
2. circolazione a un unico senso,
nel caso alle vacche venga permesso
di andare dalle cuccette alla sala di
esercizio passando dalla sala mungitura.
In entrambi i casi, si possono aggiungere altri optional, tipo:
– una unità di smistamento (can-
cello), installato di fronte all’ingresso
della sala mungitura, che permette di
decidere prima se la vacca deve proseguire verso la sala mungitura o andare verso il recinto dell’esercizio;
– una sala di attesa tra la zona di
smistamento e la sala mungitura a di
selezione;
– un’altra zona di riposo, dove gli
animali possano camminare e bere,
situata nelle vicinanze della sala mungitura, dove isolare le vacche problema.
Rispetto a quanto avviene con le
attuali sale di mungitura, per ora, il
numero delle vacche che un robot
riesce a mungere è limitato (8-12 all’ora). Di media, il robot riesce a
mungere circa 60 vacche al giorno, a
seconda del sistema usato e della frequenza raggiunta. Quindi, per sfruttarlo al massimo, il robot di mungitura dovrebbe funzionare per tutta la
giornata (tabella 1).
Rilevazione dei calori
ed eventuali problemi
La mungitura robotizzata fornisce
all’allevatore una varietà di accorgimenti a supporto della gestione dell’allevamento. Si possono utilizzare
vari tipi di sensori e sistemi computerizzati che consentono di misurare
e/o registrare uno o più parametri, o
che servono come avvertimento e segnalazione di modifiche che si sono
verificate nello stato di salute e/o riproduttivo dell’animale. Le vacche
con problemi possono essere automaticamente selezionate e separate.
Possono essere inseriti come optional:
– un sensore per misurare la temperatura del latte;
– un sensore per misurare la conducibilità del latte;
– un rilevatore dei calori;
– un pesalatte per misurare la produzione;
– sistemi più sofisticati per monitorare e prendere decisioni sulla frequenza delle mungiture, le quantità
Tabella 1
Confronto tra i due metodi di gestione del traffico di animali alla sala
mungitura (libero o a senso unico) sulla base di una ricerca su 53 vacche
L’impianto di mungitura
L’impianto specifico di un sistema
robotizzato consiste di un sistema
classico sotto vuoto, un pulsatore, tubi di raccolta, misuratori del latte, tettarelle, un sistema di rimozione del
collettore (esiste solo un sistema che
offre la possibilità di scegliere se rimuovere le tettarelle tutte insieme o
Visite al robot per vacca
Vacche bloccate da mungere
N. vacche che aspettano di essere munte
Libero
A senso unico
7
7,4
4,6
2,5
7
15
N. mungiture per vacca (min. 7 ore intervallo)
2,8
2,8
N. mungiture per vacca (min. 10 ore intervallo)
2,0
2,0
Fonte: Veepro magazine, dic. 97
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di concentrato e foraggio necessari a
ciascuna bovina, e per regolare il traffico degli animali.
La temperatura e la conducibilità
elettrica del latte servono per avere
informazioni su possibili infezioni
della mammella. La produzione di latte viene automaticamente registrata
dopo ogni mungitura con un pesalatte elettronico. L’attività di ogni animale viene misurata per mezzo di un
sensore montato o sull’arto anteriore
o sul collare. Un cambiamento della
attività indica o che la vacca è in calore o che ci sono problemi agli arti. I
dati riguardanti temperatura, conducibilità e produzione sono sempre più
completi rispetto ai dati ottenuti dalla
valutazione dei singoli parametri per
avere informazioni sulla salute della
mammella, sul calore o sullo stato di
salute generale.
Il sistema di supporto
alla gestione
È evidente, da quanto detto finora,
che, insieme al robot di mungitura,
questo metodo fornisce all’allevatore
un vero e proprio “pacchetto” di
informazioni, e quindi di strumenti
per la gestione aziendale. Di fatto,
per beneficiare davvero del robot e
delle installazioni ausiliarie, è necessario usare un sistema di supporto alla gestione completa, cosa che non
tutte le ditte produttrici offrono.
Per quanto accurati, sofisticati e
ben fatti possano essere questi programmi, la continua osservazione del
bestiame rimane un fattore indispensabile al successo dell’allevamento. La
combinazione tra le osservazioni fatte
dall’allevatore e la conoscenza di dati
obiettivi e individuali, porta a veloci e
accurate decisioni, le quali, a loro
volta, portano la gestione a livelli ancora più alti.
PRODUZIONE E QUALITÀ
DEL LATTE
più manodopera e impegnano troppo
anche da un punto sociale, non sono
molte diffuse né in Italia né in Europa, dove molte aziende sono aziende
familiari. D’altra parte, grazie al miglioramento genetico ed alle nuove
tecniche di gestione, oggi ci sono bovine con produzioni tali da giustificare, di fatto, la necessità di mungiture
più frequenti. Questo aumento della
frequenza sarebbe accompagnato da
un aumento della salute e del benessere dell’animale, ovviamente a condizione che vengano contemporaneamente applicati buoni metodi di gestione (tabella 2).
La qualità del latte
Per evitare che si sviluppino troppi
acidi grassi liberi nel latte, l’intervallo
tra due mungiture dovrebbe essere
sempre superiore alle 6 ore. Con intervalli più brevi diminuiscono le cellule somatiche. Uno studio svolto negli Stati Uniti evidenzia gli effetti favorevoli delle 3 mungiture sulla prevenzione delle mastiti. Tutto lo stato
generale della mammella migliora
con mungiture più frequenti, ma allo
stesso tempo aumenta il rischio di infezioni incrociate durante la mungitura. Quindi questo aspetto merita maggiore attenzione in futuro. L’efficacia
con cui viene lavata la mammella prima della mungitura influenza il numero di cellule somatiche presenti
nel latte. Con un robot di mungitura
vengono applicati i maggiori standard
igienici per la stalla e i suoi dintorni,
ma è essenziale che gli animali si presentino con la mammella pulita al robot.
Due o tre pulizie dei condotti del
latte dovrebbero essere sufficienti, ma
va ricordato che la pulitura automatica dell’impianto richiede da mezz’ora
a due ore e mezza al giorno, a seconda del metodo di pulizia adottato. Resta il fatto che, a causa della ridotta
lunghezza dei condotti del latte, si richiede l’uso di molta meno acqua.
Le tre mungiture, che richiedono
Tabella 2
Effetti del n. di mungiture (x) sulla produzione
(kg latte e kg grasso + proteine) *
Stadio latt.
1-12 mesi
13-25 mesi
26-35 mesi
36-42 mesi
2x
3x
4x
latte
gr + pr
latte
gr + pr
latte
gr + pr
37,9
30,2
21,9
17,1
2.962
2.476
1.885
1.571
41,6
34,6
26,0
29,6
3.151
2.677
2.174
1.896
41,7
33,8
26,2
21,9
3.157
2.618
2.231
1.948
* È importante rilevare che i risultati si riferiscono a ricerche fatte con i correnti sistemi di mungitura
ALIMENTAZIONE E ROBOT
DI MUNGITURA
L’introduzione della mungitura robotizzata porta notevoli cambiamenti
all’interno dell’azienda, non ultimo
quello relativo alla alimentazione.
L’aumento di produzione di latte
richiede anche una ulteriore ingestione di cibo e quindi le razioni devono
essere adattate a questa necessità,
dando particolare attenzione alla
energia.
Più energia con più ingestione
L’aumentata richiesta di cibo che
viene dalla maggiore produzione ottenuta con il robot di mungitura, deve essere compensata da una razione
contenente sufficiente energia glicogenica. Buoni foraggi e concentrati
ad hoc sono una necessità inderogabile. Una corretta formulazione delle
razioni deve prevenire la mobilitazione di eccessive quantità di riserve
metaboliche nelle vacche appena
munte. Questo porterebbe ad una eccessiva perdita di peso, a problemi di
fegato, a minore produttività e fertilità
e ad altri disordini metabolici.
Una ingestione più elevata di energia si ottiene con una dieta che stimoli una maggiore ingestione di sostanza secca. L’insilato di mais dovrebbe avere un 30-32% di sostanza
secca, amido sufficiente ed alta digeribilità. Allo stesso modo l’insilato di
graminacee dovrebbe avere sufficiente sostanza secca (dal 35% al 45%),
appetibilità e struttura sufficiente per
evitare problemi nel rumine.
Ma tutto questo non basta. L’allevatore deve adattare la gestione in
funzione del massimo della ingestione della razione, sarà quindi necessario adottare le seguenti pratiche:
– distribuzione più frequente di cibo fresco durante l’arco della giornata;
– possibilità di una razione miscelata (anche a strati successivi);
– fornire sufficienti concentrati.
Le vacche molto produttive richiedono maggiori concentrati rispetto alle altre. Di solito le vacche ricevono
parte della razione di concentrati che
spetta loro in sala mungitura, ma non
tutti i concentrati possono essere dati
in sala mungitura perché vi passano
poco tempo. Le vacche più produttive riescono a ingerire dai 7 agli 8 chili di concentrato (300-400 gr al minuto) in un minimo di 4 visite al robot,
quindi sarà necessario mettere a disposizione altro concentrato da un dispenser localizzato vicino alla mangiatoia.
Va data anche una dose giusta di
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proteine ed energia per avere più latte senza problemi.
Dal punto di vista economico l’azienda con un robot di mungitura ha
alcuni vantaggi rispetto alle altre in
quanto necessita di un minor numero
di razioni, un minor numero di animali (più produzione per vacca, quindi meno vacche totali), una maggiore
efficienza dei minerali, un fattore che
avrà sempre più importanza in futuro.
LA GENETICA ED IL ROBOT
DI MUNGITURA
Con un robot di mungitura il punto chiave è quello di avere vacche
che possono essere munte senza problemi. Di fatto, invece, ogni vacca è
diversa dall’altra per morfologia (anteriore della mammella, profondità
della mammella, attacco posteriore,
legamento, posizione e lunghezza dei
capezzoli, posizione degli arti) e per
comportamento (nervose, calme, sonnolente...), caratteristiche che per di
più tendono a mutare con il tempo.
Per esempio, il volume della mammella varia tra due successive mungiture quando cambia il periodo che
intercorre tra esse, così come cambia
secondo la stadio di lattazione.
Sebbene le difficoltà inerenti la
mungitura con robot si possano superare (anche se ci sarà sempre una minima percentuale di casi difficili), l’allevatore dovrà comunque prestare
molta attenzione alle sue scelte di selezione se non vuole avere problemi.
Le vacche con capezzoli non bene distanziati, o legamenti troppo forti,
gambe posizionate male e capezzoli
troppo piccoli, avranno sempre dei
problemi con l’attacco del gruppo di
mungitura e inevitabilmente aumenteranno le vacche che lasciano l’allevamento.
Con un robot di mungitura i migliori risultati si possono ottenere
quando le caratteristiche della mammella soddisfano i seguenti requisiti,
non necessariamente uguali per i diversi sistemi oggi in commercio:
– la distanza tra la punta del capezzolo e il pavimento è di 35 cm
minimo rispetto a tutti i capezzoli;
– l’angolazione dei capezzoli: per i
numeri 1 e 3 (vedi schema) l’angolazione in avanti, indietro e di lato non
supera i 30 gradi; per il numero 4 (il
capezzolo preso come riferimento da
alcuni impianti), l’angolazione massima è di 10 gradi. Quando il capezzolo n. 4 è inclinato all’indietro, è sicuro
che ci sono dei problemi.;
– mammella sbilanciata: la differenza in altezza tra le punte dei capezzoli più bassi e quelli più alti non
supera i 5 cm;
– la distanza tra due capezzoli è
quella riportata in tabella 3;
– pastoie: per cercare e seguire il
capezzolo di riferimento è essenziale
che la vacca stia ferma il più possibile. Le vacche con problemi ai piedi o
alle pastoie tendono a muoversi durante l’attacco delle tettarelle per alleggerire la pressione sui piedi;
– lunghezza della bovina: la lunghezza ideale per il robot di mungitura è dai 110 ai 130 cm, misurando la
distanza tra i garretti anteriori e i posteriori;
– comportamento: nessuno vuole
vacche nervose o difficili da trattare,
neppure il robot, quindi bisogna selezionare di conseguenza.
Tabella 3
Distanze tra capezzoli raccomandate per il robot di mungitura
Capezzoli n.
Distanza min-max (in cm)
1-2
3-4
1-4
2-3
1-20
10-25
8-18
6-18
Schema
1
3
MANODOPERA E GESTIONE
È evidente che, in presenza del robot di mungitura, il lavoro del responsabile dell’azienda diventa più
un lavoro di supervisione, davanti al
computer e in stalla, con le vacche. Il
tempo che avrebbe dedicato alla
mungitura l’allevatore, o il responsabile dell’azienda, potrà dedicarlo ad
una più attenta osservazione dei singoli animali, per verificare che tutto
funzioni e per stabilire, in caso di bisogno, gli interventi necessari. Insomma, la presenza del responsabile dell’azienda sarà indispensabile, esattamente come lo era prima, con la differenza che sarà concentrata su altri
problemi che non la mungitura. In
pratica, il robot di mungitura avrà un
grosso impatto sul tipo e sulla qualità
del lavoro quotidiano.
L’aspetto economico
L’acquisto di un robot di mungitura
costituisce un notevole investimento
economico, quindi la decisione va
presa dopo averne attentamente valutato i pro e i contro. Secondo gli
esperti, dal punto di vista della economicità della scelta, il momento migliore per passare ad un robot di
mungitura è quando si deve già modificare o modernizzare la vecchia sala di mungitura, anche se - a livello
pratico - gli impianti a disposizione
sul mercato possono essere installati
con facilità anche su strutture già esistenti. Per confrontare la spesa, anche
se quello economico è un problema
diverso da azienda ed azienda, bisognerebbe prendere in considerazione:
– il costo delle due alternative;
– la differenza dei costi di manutenzione;
– la differenza di manodopera necessaria ed il costo della manodopera;
– la differenza in produzione di
latte;
– la possibilità di un miglioramento
dello stato di salute degli animali.
Per concludere
2
In momenti di profonde mutazioni
e grande rinnovamento, la mungitura
robotizzata potrebbe essere la scelta
più logica per molti allevamenti.
Mentre la ricerca continua per trovare
il modo di risolvere gli ultimi problemi pratici connessi con questo tipo di
mungitura, rimane l’incognita sul se e
quando questa nuova tecnica sarà
davvero accettata da tutti gli allevatori, come è avvenuto con la mungitura
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