traslochi - LietoColle
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Franca Alaimo TRASLOCHI LietoColle Libriccini da collezione ~7~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle ~8~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle La gioia dei sensi “Adesso sento il mio corpo una cosa fra le cose”. Mi occorre partire da questo verso per orientarmi nel tripudio dei sensi che nonostante qualche ombra emana e grida la sua intatta forza dalle poesie di “Traslochi” di Franca Alaimo. Sempre avevo amato nella sua poesia il “sì” alla vita che illuminava la tavolozza di colori con cui questa poetessa così colta e così dotata di natura, così poetessa di statuto e di stato, tesseva la tela della sua scrittura confusa con quella della vita, in una rima perfettamente baciata. M’incanta ancora l’attenzione alla fenomenicità dell’esistenza con cui questa poesia della maturità mi entra dentro con la ferocia del canto di una habanera, sensuale e tenera, fedele alle forme che gridano sempre la loro forza. Sarei tentato di dare una patria a questa così precisa fedeltà ai sensi. E nominerei la Sicilia, come ampio letto dell’anima di Franca. Un’anima che ha una bocca, un corpo, dei capelli, una carne tremula da baciare … Perché è un paradiso dei sensi quello cui aspira a comporsi l’ansia terrestre e non celeste di questa sua poesia. Nulla di teologico e mistico si trova nella sua scrittura, così arresa alla bellezza dei sensi, alla sacralità immanente della vita e delle sue forme. Come è nella letteratura siciliana, se si pensa a Verga e a Pirandello. Senza dimenticare che “Traslochi” è la scrittura di una donna. Nominiamo allora almeno alcune delle mille e una forma a cui si affida… Ecco i ponteggi che in poche ore mutano la facciata del palazzo di un condominio e la promuovono quasi a selva magica, con gli operai dai “capelli vaporosi come i piumaggi dei passeri” che lavorano come a un gioco. Ecco la frutta non consumata nei mercati, che nella notte, sognata dalla poetessa, se ne va nei carichi dei furgoni, a non più donare l’esuberanza dei suoi sapori e colori a qualche dolce bocca. Ecco Dio che si fa ragazzo accoccolato ai margini della strada, intento a cercare la vena dove iniettarsi la droga, “per sapere come si cade in stessi”. Ecco la gatta offesa per il cambio di casa, stupita di quella padrona che ha scambiato un Eden dove viveva, per un inferno. Ecco i tanti pezzi di carta in cui Franca segna le assillanti spese, fra mille desideri di cose che le vetrine dei negozi ostentano e nella notte occhieggiano sole, come lei, che si ripete “non sento più l’anima leggera”. Ecco i condomini della casa di via Bonanno, che “vanno e vengono tutto il giorno e poi /… tornano, come a un grande albero gli uccelli”. E ancora “vecchie signore trascinano sporte da cui escono fuori/ verdi gambi di sedano e toscanelli appena sfornati:/ sem~9~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle brano calme, come mari in bonaccia,/ anche se nuotano dentro il panico segreto della morte”. Anche un muro può animarsi alla doppia vista di Franca: “mentre guardo come uno schermo il muro / dove improvvisamente una macchina/ proietta un occhio giallo di luce”. Il mondo così fedelmente attraversato nella umiltà di un altro faticoso giorno da vivere a ogni risveglio, mi ricorda “la calda vita” di Saba, poeta pure così attento a illuminare le cose, con eguale sentimento di epicità del quotidiano. E, come Saba, Franca Alaimo ha la coscienza del privilegio della Poesia, che torna a visitarla anche nella nuova casa, dove inaugura la sua solitudine eppure non è mai sola se la Musa viene a soccorrerla : “È rimasta muta per molto tempo, lei,/ sepolta sotto un cumulo di neve/ come un animale morto./ Pensavo che m’avesse abbandonata. / Invece l’altro ieri è tornata”. Chi si inoltrerà nella foresta di forme e colori di questa nuova raccolta di Franca Alaimo, sentirà come me quel tocco magico che Leopardi definiva “accrescimento della vitalità” proprio soltanto della poesia vera, quella sottile febbre che sa comunicarsi subito al lettore quando ha la fortuna di trovare un testo che lo inquieta per la voglia di scorrere le pagine, subito calamitato dall’energia della scrittura. Roberto Pazzi 18 gennaio 2016 ~ 10 ~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle Traslochi ~ 11 ~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle ~ 12 ~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle Separati in casa Mi separa da lui un muro così sottile che il suo respiro giunge nel mio orecchio come il ronzio ostinato di un insetto. Lui dorme con la testa rivolta ad Occidente e nascono dall’osso della sua fronte le ombre del tramonto che come teli viola coprono a lutto anche le fondamenta. Io scruto con occhi insonni il Settentrione e la sua stella colma di tempesta. Talvolta, al principio del mattino, s’incrociano i nostri passi sulla soglia, ma più si fanno i nostri corpi vicini più le lingue s’inceppano sopra i sassolini gettati di traverso dall’Orgoglio. ~ 13 ~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle Trasloco Il gesto era sempre identico: piegare la tovaglia alzando gli orli e lasciare cadere le briciole sulle piastrelle del terrazzo. Arrivavano i passeri a becchettarle, timidi, tra rapidissimi frulli, ed i colombi ritti sulle zampine color delle rose di maggio, gli occhi d’oro sempre attoniti. Per i residui più minuti faticavano due file di formiche. A primavera i calabroni sembravano proiettili impazziti, finché, pietosa, aprivo per loro le finestre e si tuffavano nello specchio dell’aria con voluttà rapinosa. Le lucertole con i loro alfabeti neri sulla pelle smeraldo correvano paurose a nascondersi dietro i vasi di gerani rosa. Stava la mia gatta a spiarle con le sue lunelle d’oro, immobile come una dea di pietra, per ore. L’estate scorsa non capivo da dove provenisse un ronzio come di una vecchia radio accesa. E solo oggi, durante il trasloco, mi accorgo delle case d’argilla lasciate dalle vespe tra le pagine dei libri. Penso – e mi commuovo – che li hanno scambiati per serre traboccanti di parole odorose. La mia casa era un minuscolo zoo ~ 14 ~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle dove vivevano tante creature: c’erano le zanzare, le libellule e le mosche noiose, e piccole farfalle così chiare che appena si distinguevano dal muro. E io e lui eravamo gli animali più infelici. ~ 15 ~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle Da sola Indugiando tra le cose un’ombra visita la stanza e taglia l’aria alle mie spalle. Mi stacca il corpo dalla parete dove si appoggiava con la vita, ed io impallidisco all’improvviso, guardo per un istante la finestra e la gioia vermiglia del geranio. Mi chiedo dove comincia il luogo, lo zero della morte; mi sembra di gridare senza suono di voce, ma uno stridio di gomme sul selciato mette in moto l’ardore del giorno, mi ridona al tormento del corpo ed alle trafitture addominali. ~ 16 ~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle Benvenuta in città, o mia poesia! È rimasta muta per molto tempo, lei, sepolta sotto un cumulo di neve come un animale morto. Pensavo che m’avesse abbandonata. Invece l’altro ieri è tornata: era appoggiata allo stipite della porta. Al vederla tutta livida di graffi, uscita a forza dalla sua scorza, così spossata, ne fui sorpresa: era vibrante di dolore, ma mi voleva, ancora. Con il suo piercing rotondo sulla lingua baciandomi mi fece male al palato molle, l’acqua della sua bocca aveva gusto di metallo e tintinnavano i denti al passaggio del suo respiro. Mi promise la diversità del desiderio. Ora io e lei, all’alba, ci alziamo da letti duri di cemento, sporche di ruggine e colature, mentre le saracinesche stridono sopra il mutismo della strada. Ogni tanto mi chiedo perché ha abbandonato il suo placido celarsi dentro le foglie ed i petti caldi e innocenti degli animali in volo. La morte era cosa da poco dentro il fiore, un piegarsi leggero e sgualcito, mentre qui anche il colore del cielo è trafitto dall’alone delle lampade fluorescenti e le ombre dei passanti barcollano agli angoli delle strade. C’è chi stringe tra le mani un volante per lacerare l’insonnia (Là i grilli - ricordo - erano cantori ossessionanti di canzoni estive adatte alla più oniriche visioni); ~ 17 ~ Franca Alaimo, Traslochi, Aretusa – LietoColle