Appunti per una Regola – Laboratori

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Appunti per una Regola – Laboratori
Laboratori Regola – Martedì 28 luglio-Lunedì 3 agosto
Appunti per una Regola – Laboratori
Le domande
1. Che cos'è una regola di vita? Che senso ha? Perché “spirituale”? A che servono gli appunti? La mia
personale regola di vita spirituale di giovane.
2. Come proporre agli educatori gli appunti? Come proporli ai giovanissimi e ai giovani? Quali gli spazi e
quali i tempi per la proposta? Quali interazioni e integrazioni tra cammini formativi e appunti?
3. Quali figure educative possono accompagnare i giovani e i giovanissimi, aiutandoli ad avvicinarsi agli
appunti, a formulare e a seguire una personale regola di vita? Come aiutare giovani e giovanissimi a
scegliere i propri accompagnatori? Come la nostra associazione può formarne di nuovi?
4. Come proporre alla comunità ecclesiale (parrocchiale e diocesana) gli appunti?
5. Gli appunti e la regola di vita vogliono essere proposte affascinanti estese a tutti i giovani, non solo
quelli “del giro”. Come possono appunti e regola essere un'occasione di (prima) evangelizzazione?
Il confronto nei laboratori potrebbe anche comprendere il racconto della propria esperienza di giovane
relativa alla regola di vita. Dovrebbe, inoltre, condurre i partecipanti del campo a sfogliare e iniziare a
conoscere i nuovi appunti per una regola.
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Laboratori Regola – Martedì 28 luglio-Lunedì 3 agosto
Laboratorio 1 – Introduzione alla regola e agli Appunti
(valutare se sdoppiare il laboratorio e differenziarlo in giovani e giovanissimi)
Obiettivi:
•
Fare emergere come, nella vita di ogni giorno, ognuno di noi si dia una “regola” per raggiungere le
mete desiderate (coltivare un'amicizia o un rapporto affettivo, superare un esame, …). La regola è,
dunque, per la libertà, non contro;
•
Spiegare che cosa è una “regola di vita spirituale” e quale senso ha nella vita di un giovane (la relazione
col Signore; la vita piena e “genuinamente umana”, a immagine di Gesù; …);
•
Confrontarsi sulla propria regola di vita spirituale di giovani;
•
Elaborare insieme le modalità per la proposta (e la ripresa periodica) degli appunti ai giovani o ai
giovanissimi, anche in riferimento ai cammini formativi.
Testi di riferimento:
Nel cristianesimo la spiritualità non è né spiritismo né spiritualismo, ma [...] laicale per eccellenza: cioè la
spiritualità è incarnata, passa attraverso le relazioni quotidiane, passa attraverso la propria storia, lo studio, il
lavoro, gli amici, il ragazzo, la ragazza, la moglie, il marito, i figli, i momenti di divertimento, i momenti di
impegno, anche la preghiera, ma attenzione a non requisire la parola spiritualità tutta alla preghiera. La
preghiera non può essere il reparto spiritualità. La spiritualità cristiana, poiché appunto è vita secondo lo
Spirito, ed è vita incarnata, deve riguardare tutto, la preghiera sarà un momento qualificante della spiritualità
cristiana. La spiritualità è appunto, come dice il titolo, vita, vita concreta secondo lo Spirito […]
E' proprio così: o la nostra vita secondo lo Spirito arriva ad avvolgere i legami forti e profondi della nostra vita
oppure diventerà sempre un settore, la nostra vita sarà come una cassettiera, tiriamo il cassetto della
famiglia, tiriamo questo, tiriamo quello del lavoro, richiudiamo questo, quello della preghierina, richiudiamo
questo, quello del servizio, lo richiudiamo. Ma nella Scrittura non c’è mai scritto che dobbiamo essere una
cassettiera spirituale, ma vivere secondo lo Spirito, cioè lo Spirito deve riuscire a coinvolgere tutta la nostra
esistenza. La nostra esistenza concreta, corporea, è fatta di tre grandi dimensioni, tre grandi – potremo dire –
capacità, qualità che noi abbiamo e che i psicologi conoscono bene perché ci lavorano sopra: l’intelligenza, la
volontà, gli affetti.
Ora, queste tre dimensioni della nostra personalità anche umanamente devono essere il più possibile
integrate, perché altrimenti ci sono dei problemi. Se uno ha una fortissima intelligenza e pochissima forza di
volontà, capisce tutto ma non fa niente, uno ha una fortissima forza di volontà e pochissima intelligenza è
pericolosissima è una mina vagante, uno ha una vita affettiva rigogliosissima ma non ha un minimo di
intelligenza fa dei disastri. Ecco, queste tre dimensioni, che anche umanamente devo essere il più possibile
integrate e determinano proprio quella che si chiama maturità della personalità, sono anche le tre dimensioni
della vita secondo lo Spirito, cioè la spiritualità cristiana le deve investire se non vuole diventare spiritualismo
a partire dall’intelligenza.
Dall'intervento di don Erio Castellucci al seminario giovani “A Regola d'Arte”
Una regola per la vita spirituale? Ma come: non è qualcosa fuori dal mondo parlare di una regola oggi per i
giovani? Le regole sono quelle che si rispettavano a scuola, o al massimo ancora nell’università o al lavoro…
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È difficile immaginare una regola nella nostra vita. Sempre di corsa da una parte all’altra, impegnati in diversi
lavori, spesso spostandoci dalla nostra città, tra lo studio, il gruppo parrocchiale, gli amici, la famiglia, gli
affetti, i viaggi… come pensare di darsi una regola in questa gran confusione? Sembra qualcosa di più adatto a
una comunità di monaci, che non a giovani che vivono nel mondo.
Eppure in tutto ciò che viviamo abbiamo una regola. Nello studio, nel lavoro, ma anche negli affetti e nelle
amicizie, giorno dopo giorno impariamo dagli errori e dalle difficoltà: cerchiamo sempre di fare un passo
avanti, dandoci delle coordinate da rispettare, tracciando un sentiero da seguire, che diventa più evidente
attraverso l’esperienza stessa del cammino. Anche nella nostra vita spirituale è così: impariamo ad
approfondire la nostra interiorità, acquisiamo la capacità di fare silenzio e ascoltare, accogliamo il desiderio di
dialogare con Dio solo con la pratica e l’esperienza graduale e costante del rapporto con il Signore.
La regola allora non è una norma che ci ingabbia, ma un cammino che ci libera: ci guida a mettere in gioco,
liberamente, la nostra intelligenza di figli di Dio e ci aiuta a trovare la nostra strada, a renderci giorno dopo
giorno uomini migliori, allargando progressivamente il nostro cuore e la nostra capacità di amare fino ai
confini del mondo.
È questo, d’altronde, il vero significato della parola regola: deriva dal latino regula, da cui sono venuti pure il
nostro regolo, righello, cioè una lista di legno che serve per fare le righe, per andare diritti.
Si tratta solo di “appunti”, cioè considerazioni, consigli… per aiutarci a tenere la strada giusta! Non esiste
un’unica regola, perché non esiste una sola strada: ciascuno deve trovare il suo percorso, con l’originalità e la
creatività che lo contraddistingue. Ecco perché si parla di appunti: sono indicazioni e suggerimenti per aiutarti
a stendere la tua personale regola di vita. Sta a te trovare il passo giusto in base alle tue forze, individuare le
cose essenziali da portarti dietro senza inutili pesi, scegliere i migliori compagni di strada e trovare un angelo
che ti faccia da guida nel cammino, come il giovane Tobia nella strada verso la Media (Tb 5).
Gli appunti vogliono essere un aiuto a vivere una spiritualità solida e profonda: non si tratta solo di recitare le
preghiere ogni tanto, ma di costruire una vita secondo lo Spirito, dove vivificare i doni che Egli ci ha dato e
imparare a esercitare le virtù della fede, della speranza e dell’amore.
Crescere alla scuola dello Spirito richiede, certo, molto di più di quanto possa offrire un semplice testo: esso
non può sostituire l’ascolto della Parola, il rapporto con la propria guida spirituale, la ricchezza della vita di
comunità. La regola vuole essere semplicemente uno strumento per accompagnarci nel nostro itinerario di
formazione personale, attraverso qualche “dritta” sulla strada da percorrere. Per questo il testo è articolato
intorno a tre parole, i pilastri su cui costruire la propria regola: pregare, condividere, testimoniare. Si tratta di
tre verbi, per esprimere la dinamicità e la progressione: una Regola non vale per sempre ma cammina, muta
con il progredire e il crescere della persona. Tre verbi da coniugare concretamente, che rappresentano tre
dimensioni fondamentali della nostra vita: la dimensione orante, del silenzio, dell’ascolto, del dialogo con Dio;
la dimensione della comunità e della condivisione, incentrata sul mistero dell’eucarestia; la dimensione della
testimonianza coraggiosa e libera di una Parola di speranza in tutti gli ambiti e i luoghi che abitiamo.
Vivere queste tre parole nella nostra esistenza vuole essere un primo passo semplice e concreto per
camminare sulla via della santità. Quando pensiamo ai santi, ci vengono in mente persone straordinarie,
modelli lontani e irraggiungibili, quasi dei supereroi. In realtà i santi sono persone normalissime, come me e
te: l’unica dote da supereroi che hanno… è la straordinaria capacità di amare! È proprio questo il mandato che
Benedetto XVI ha dato all’Azione Cattolica il 4 maggio 2008 in Piazza San Pietro: essere scuola di santità. Non
c’è da spaventarsi se il mandato sembra troppo “alto”: abbiamo tanti giovani testimoni che ci hanno
preceduto su questa strada, da Pier Giorgio Frassati ad Alberto Marvelli, ragazzi e ragazze che hanno
esercitato in modo eroico la virtù dell’amore, giorno dopo giorno, in tutte le dimensioni della loro vita, in
famiglia, con gli amici, verso i poveri, nell’impegno civile e sociale. Giovani che ci sono compagni di viaggio nel
nostro cammino di formazione e di crescita, e che ci guidano a quella “misura alta” della nostra vita che è la
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santità. E proprio un’espressione di Pier Giorgio Frassati, «Verso l’alto», dà il titolo a questi Appunti.
Dall'introduzione di “Verso l'alto.
Appunti per una Regola di vita dei giovani di AC”
Il laboratorio nel dettaglio
Prima parte: una regola per la tua libertà
•
Ognuno dice (o scrive sul quaderno e poi condivide) alcune situazioni quotidiane nelle quali è
importante “darsi una regola”. Si riflette sul fatto che la regola è uno strumento per la libertà, è il
progetto di un itinerario verso una meta desiderata (sarà allora importante imparare a desiderare!);
Seconda parte: la regola di vita spirituale e gli appunti
•
Si leggono i testi suggeriti;
•
Si riflette sulla propria personale esperienza di regola di vita spirituale:
•
Ho mai sentito parlare di “regola”?
•
Se sì, chi me l'ha proposta? Con quali modalità?
•
Penso che per me, in quanto giovane, una regola possa aiutarmi nella vita spirituale? Quali le
potenzialità di una regola? Quali i punti più “deboli”, quali gli aspetti a cui prestare attenzione
(ad esempio, la difficoltà a trovare del tempo, a organizzare il proprio tempo...)?
•
C'è una persona di riferimento nella mia vita spirituale, con la quale mi confronto?
•
Quali aspetti di una regola possono affascinare i giovani della mia età / i giovanissimi?
•
In quali occasioni la regola può essere proposta ai giovani / giovanissimi?
Terza parte
Ci si divide in due sottogruppi e si simula la preparazione di un incontro di gruppo (o di una iniziativa) per
giovani / giovanissimi nella quale si propone la regola, eventualmente nell'ambito di un percorso che ne
consenta la continuità. Ricordare, inoltre, che la proposta è contemporaneamente al gruppo e al singolo
giovane (sarà lui stesso / lei stessa a decidere le future tappe del proprio percorso spirituale personale,
insieme a una guida spirituale).
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Laboratorio 2 – La proposta degli Appunti in diocesi
Obiettivi:
•
Individuare i soggetti a cui presentare gli appunti per una regola dei giovani di AC, ai diversi livelli
(parrocchiale e diocesano), alle quali si può chiedere di proporre gli appunti ai giovani/giovanissimi;
•
Individuare, tra i soggetti precedenti, le figure
nell'accompagnamento personale dei giovani/giovanissimi.
educative
maggiormente
coinvolte
Testi di riferimento:
Gli appunti nel cammino ordinario dell’associazione
Gli Appunti per una Regola di vita spirituale rientrano tra gli strumenti a servizio della proposta formativa che
l’Associazione rivolge ai giovani e giovanissimi: si tratta di un itinerario di formazione globale, umana e
cristiana. Gli Appunti si pongono a fianco di una serie di strumenti che aiutano l’educatore a vivere il proprio
cammino di servizio:
- il Progetto formativo Perché sia formato Cristo in voi, che in più passaggi richiama l’importanza di una
Regola “laicale”;
- le Linee guida per gli itinerari formativi Sentieri di speranza: in particolare, nella sezione dedicata ai
giovani, “Fino in cima”, la Regola è costantemente richiamata come strumento che aiuta a fare sintesi
nella vita di fede dei giovani e dei giovanissimi;
- i cammini annuali per i gruppi giovani e giovanissimi, all’interno dei quali, anno per anno, c’è sempre
un riferimento esplicito a far divenire “Regola” quanto in gruppo, in associazione, in parrocchia, in
diocesi e a livello personale si sperimenta;
- i testi personali per giovani e giovanissimi che aiutano a pregare con il vangelo dell’anno, e che
arrivano a casa di ogni aderente all’inizio dell’anno associativo;
- i sussidi per la preghiera nei tempi forti di Avvento-Natale, Quaresima e Pasqua, che dal 2009-2010
sono differenziati per giovanissimi e giovani.
Con questi strumenti tra le mani, e con i Catechismi della CEI (Io ho scelto voi e Venite e vedrete), l’educatore
può accompagnare i giovanissimi e i giovani a dare coerenza e continuità al loro cammino di vita e di fede.
Gli Appunti sono uno strumento
Gli Appunti per una Regola di vita spirituale non si sostituiscono alla vita ecclesiale e associativa, al gruppo e
all'accompagnamento spirituale. Sono, al contrario, uno strumento che può essere utilizzato dai giovani e dai
giovanissimi solo con l'aiuto di significative figure di riferimento, come gli educatori e gli assistenti: persone
che vivono o cercano di vivere secondo il Vangelo. Cristiani che pregano, condividono e testimoniano e che,
con la loro amicizia, il loro ascolto e il loro gioioso esempio, generano nei giovani e nei giovanissimi che li
circondano lo stesso grande desiderio di un cammino spirituale arduo, ma bello, che essi per primi compiono.
«Prima sono i catechisti e poi i catechismi; anzi, prima ancora, sono le comunità ecclesiali»: il monito de Il
rinnovamento della catechesi1 è oggi più che mai attuale.
Gli Appunti, allora, diventano anche uno strumento per gli educatori. Uno strumento da saper utilizzare e da
saper presentare. A chi? Alla comunità, innanzitutto. È questa che si rende responsabile dell'educazione dei
giovani e dei giovanissimi. Ai genitori, primi educatori e testimoni. E poi, come è naturale, ai giovani e
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CEI, Il rinnovamento della catechesi, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1992
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giovanissimi stessi.
A chi dare gli appunti? E quando?
Gli Appunti sono uno strumento molto flessibile. Certamente vanno consegnati, personalmente, ai giovani e
giovanissimi che frequentano i gruppi di Ac. È importante che l’atto della consegna degli Appunti non sia
“vuoto”, formale, ma che sia debitamente preparato. Al termine di questo breve testo proponiamo una
celebrazione di consegna, che tuttavia ha bisogno anch’essa di un cammino preparatorio in cui sia stato
debitamente illustrato il significato della Regola e il senso degli Appunti.
Ma si tratta di uno strumento che può anche essere offerto a quei giovani e giovanissimi che vogliono avviare
un cammino: nella lettura degli Appunti, infatti, è facile scorgere i tratti salienti della “spiritualità laicale”
tipica dell’Ac. È chiaro soprattutto l’orizzonte della santità a cui tutti sono chiamati, senza distinzioni.
Certamente dalla lettura si può trarre l’immagine di una fede in dialogo con la vita, non astratta né isolata
dalle condizioni concrete in cui un giovanissimo o un giovane vive. Per questo motivo gli appunti sono stati
pensati, sin dall’inizio, anche come strumento “missionario” per giovani e giovanissimi in ricerca, e – perché
no – anche per far nascere delle domande in chi, forse, non ci ha mai pensato.
Quando consegnare gli Appunti?
Alcune idee:
-
all’inizio o al termine di un percorso di gruppo sul tema della Regola;
-
all’inizio o al termine di un’esperienza spirituale e di preghiera forte, parrocchiale o diocesana; in
particolare l’orizzonte della Regola ben si sposa con l’esperienza degli esercizi spirituali, che tanti
giovani di Ac svolgono nel corso dell’anno;
-
al termine di un’esperienza formativa esemplare, come potrebbe essere un campo scuola parrocchiale
o diocesano;
-
in occasione della Settimana della spiritualità: può essere proposto come impegno concreto da cercare
di portare avanti oltre la singola settimana, anche a un giovane che vi partecipa per la prima volta;
-
in un’occasione particolare della vita dei giovani, come il passaggio dei 18-20 anni, periodo in cui si fa
più forte la riflessione sulla propria vocazione e si cominciano a compiere le prime importanti scelte
della vita; ma anche ragazzi che entrano a 14 anni nel Settore Giovani, come piccolo segno di questo
primo significativo passaggio nel loro cammino di vita e di fede;
-
gli Appunti possono essere consegnati anche personalmente, come segno di cura dell’educatore verso
specifici giovani e giovanissimi; come proposta di iniziare fatta a un giovanissimo o a un giovane che
ancora non aderisce o non partecipa al gruppo.
Queste sono solo alcune idee… Certamente la vostra fantasia saprà inventare modi e spazi sia per presentare
gli Appunti, sia per condurre concretamente i giovani e i giovanissimi a scrivere la propria Regola.
Dall'introduzione di “A regola d’arte.
Appunti per gli educatori sulla Regola di vita”.
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Laboratori Regola – Martedì 28 luglio-Lunedì 3 agosto
Il laboratorio nel dettaglio:
Introduzione
•
Si leggono i testi suggeriti;
Prima parte: a chi presentare gli Appunti?
•
Si elencano, su un cartellone, i diversi soggetti ai quali presentare gli appunti per una regola, a livello
parrocchiale e diocesano, ai quali si può chiedere di proporre gli appunti ai giovani/giovanissimi. Da
non dimenticare:
− le famiglie, i genitori;
− a livello parrocchiale: gli educatori, i parroci/gli assistenti, i consigli parrocchiali di ac e
pastorali, le altre associazioni presenti in parrocchia/oratorio, ...
− a livello diocesano: il Vescovo, il consiglio diocesano di ac, la pastorale giovanile, le altre
associazioni, …
− ci si confronta sulle esperienze pregresse nelle diverse diocesi in ambito di presentazione
degli appunti;
Seconda parte: l'accompagnamento spirituale
•
Si individuano, tra i soggetti precedenti, le figure educative maggiormente coinvolte
nell'accompagnamento personale dei giovani/giovanissimi. NB: gli appunti senza l'amicizia e
l'accompagnamento della Chiesa, di figure formate in grado di camminare insieme ai giovani con
sapienza e discrezione, non valgono nulla!
•
Si prova a realizzare un identikit della guida spirituale, delineandone le doti umane e la formazione
necessarie per accompagnare i giovani (attenzione a non essere troppo idealisti: l'accompagnatore è
una persona concreta, che si sforza di vivere il Vangelo nonostante i propri limiti, le proprie
imperfezioni);
•
Pensare, anche in riferimento a quanto già esiste nelle diverse diocesi, a eventuali percorsi di
formazione (associativi e non) per nuovi accompagnatori spirituali;
Terza parte (se c'è tempo)
•
In quale modo gli Appunti possono diventare strumento “missionario”?
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