Appunti di Viaggio - Movimento Studenti Cattolici

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Appunti di Viaggio - Movimento Studenti Cattolici
Appunti di Viaggio
Dal diario di una neofita
- Giorno I Suona. Non suona. Suona. Non suona.
Ora, potete tutti immaginare quanto possa essere poco digeribile un’ultima ora di matematica..
visualizzate quindi questo valore ingrandito esponenzialmente e avrete come risultato il quadro
tragico dell’Attesa. Attesa per cosa?, chiedete. Semplice: siamo in partenza per Fiuggi dove
seguiremo il nostro primo convegno del Movimento Studenti Cattolici.
Sono seduta sul banco un po’ scomodo di scuola e non ho minimamente idea di cosa mi riserverà
questo viaggio a Fiuggi: in cuor mio spero davvero che riesca a non annoiarmi. Finalmente la
campanella suona e l’esiguo gruppetto di prescelti ha ordine di incontrarsi sul ballatoio della
scuola. Sciopero dei mezzi permettendo, raggiungiamo la stazione Termini, affollata di quella razza
a parte di essere umani che sono i viaggiatori, con gli occhi un po’ distratti e la mente altrove.
Trascorre così un quarto d’ora circa, se non poco più, di chiacchiere e di scambi d’opinioni: si
discute di come sarà l’hotel, di cosa si farà e di cosa si parlerà -ci hanno detto che personaggi
importanti tratteranno argomenti importanti, quindi abbiamo tutti un’espressione professionale
mentre parlottiamo- e del fatto che metà di noi, se non tutti, si sono dimenticati il pranzo al sacco.
Binario 17, arriviamo! E’ proprio il nostro, non sto scherzando: ci guardiamo un po’ superstiziosi…
Dal canto mio non ho di questi problemi , quindi riesco a godermi qualche scorcio di campagna
laziale, i raggi pigri del sole che scendono sulle poltrone del treno e il brusio emozionato degli altri.
E’ una nuova esperienza per noi, e più passa il tempo e più cresce l’attesa, e più cresce l’attesa più
sono contenta di non aver indagato troppo sull’MSC e sul programma che seguiremo... Tutto sa
molto di avventura, mi dico.
Intorno alle 16.00, affamati, approdiamo ad Anagni e ci troviamo a dover seriamente cercare un
rimedio a quel pranzo al sacco dimenticato sul tavolo della cucina questa mattina. Ho appena il
tempo per guardarmi un po’ attorno per accorgermi che siamo un bel numero di ragazzi, provenienti
da diverse parti d’Italia, che i miei occhi sono calamitati dall’insegna gialla di un Bar… ed è proprio
quel Bar che ci vede protagonisti di un pranzo a base di patatine e coca cola, nell’attesa dei pullman
che ci porteranno tutti a Fiuggi.
Ad arrivare in città non ci impieghiamo molto e il dì termina in un tramonto grigiastro tendente al
porpora che dipinge la città di Fiuggi con suggestive pennellate malinconiche, romantiche ed
invernali. Io resto con la fronte attaccata al freddo vetro del pullman per tutta la traversata e i
commenti degli altri sono stati unanimi: Fiuggi ci piace, ha quel ‘qualcosa’ che pizzica l’anima
delicatamente.
Ore 17.30 –circa-: l’hotel è tutto per noi. Tante teste svettano nel grigiore della sera, tante voci. Ci
dividiamo le stanze e ci viene dato il manuale di sopravvivenza-convegno: coprirsi tanto,
‘albeggiare’ poco, rendersi partecipi. Abbiamo giusto il tempo di portare le valigie in camera che
veniamo travolti dal richiamo del nostro accompagnatore e degli altri ragazzi. Raggiungiamo quindi
l’Hotel Silva Splendid, dopo aver constatato sulla nostra pelle e sui nostri nasi quanto sia più rigido
qui il freddo rispetto alla più temperata capitale: scese le scale in pietra, indicazioni amichevoli ci
guidano fino alla sala conferenze. Mi accomodo in quarta fila, mentre il Convegno ha inizio. Dopo
un primo saluto da parte di Padre Angelo Celani, ecco comparire il coordinatore del Movimento,
Alessandro Palombo, seguito poi da Antonio de Napoli. Piano piano si entra in sintonia con lo
Spirito del Convegno e si riscopre il piacere nell’ascoltare in silenzio qualcosa di formativo. Quello
stesso pomeriggio è il Professor Luca Diotallevi ad aprire le danze con un ferrato e filosoficamente
logico discorso sulla politica, l’Identità e il concetto di Progetto. Non so se il professore avesse
come intento quello di scuotere gli animi e mettere in discussione le nostre certezze. Con me ci è
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riuscito: la sua è stata una ‘stoccata’ che mi ha permesso di interpretare in modo alternativo molti
concetti che credevo sedimentati e immobili dentro di me.
A cena ho un’espressione meditabonda. Mi rendo conto di aver preso sul serio il Convegno, che il
Convegno stesso mi ha presa sul serio, e che la mia testa continua a girare attorno alle parole del
professor Diotallevi, come una farfalla impazzita. Dopo cena e un po’ di chiacchiere, risate e
compagne perse per i corridoi dell’hotel dietro a qualche aitante ragazzo del sud a chiudere i balli ci
sono le morbide lenzuola e il cuscino soffice dei nostri letti in camera.. Fiuggi dorme con noi e io
spendo qualche minuto di buio per cercare di ordinare le idee. Una cosa è certa: alcuni ingranaggi
della mia testa mugghiano e sfrigolano, rimettendosi in moto.
-Giorno IISveglia alle 8.00, colazione al piano terra. Non avete idea di quanto sia divertente nel mio caso di
pigrite acuta mattiniera ‘slalomare’ tra i tavoli rotondi per raggiungere il self service con i suoi
yogurt bianchi, i cornetti da riempire e farcire con varietà diverse di confetture… Una bella mattina
davvero: il colore freddo del sole con la sua contrastante luce calda nel cielo e la cittadina di Fiuggi
che formicola reattiva dietro i vetri dell’hotel.
Tra un boccone e l’altro diamo un’occhiata al programma e ci rendiamo conto che ci aspettano ben
cinque ore di attenzione, concentrazione, appunti e soprattutto Formazione. Allacciare le cinture,
ragazzi, si riparte! La carrellata di nozioni è profumata e succulenta: avremo uno scorcio del mondo
delle Telecomunicazioni, mostratoci cordialmente dal Redattore Capo di canale 5, Fabrizio
Summonte; un interessante discorso che ci verrà esposto dal professor Gabriele di Giovanni col
cuore in mano su quanto sia importante la NOSTRA identità; la voce rappresentativa
dell’Onorevole Marco Verzaschi per quanto riguarda l’impegno che noi cattolici dobbiamo avere in
Politica e infine, dopo un break che ci vedrà in giro per una serale Fiuggi dalle luci sfavillanti e pre
natalizie, la chiusura dei dibattiti e delle discussioni giornaliere con la proiezione di filmati sportivi
e la presentazione del CSI. (N.B.: i filmati sono stati apprezzati dalla stragrande maggioranza dei
ragazzi, che hanno voluto renderlo noto applaudendo al duplice comparire sullo schermo di
Maradona).
A tutto questo segue la parte forse più intima e personale del Convegno: il lavoro di gruppo! Nel
mio caso il Gruppo A, composto dai tredici coraggiosi che relazioneranno e discuteranno le
argomentazioni del professor Diotallevi: la ciliegina sulla torta per la mia testa che non ha smesso di
lavorare dalle nove del mattino. Eppure non ci si rende mai conto di quanto la sopportazione e la
concentrazione possano arrivare lontano fino a che non lo si prova. Difatti i ragionamenti della sera
prima sono usciti fuori, trasformandosi in parole, e le parole in sguardi complici da parte degli altri
ragazzi che facevano parte del nostro gruppo. Titubanti un poco nell’esporci ci siamo spiaggiati in
ambienti filosofici abbastanza astratti, finendo con una, nessuna, centomila verità. A fine lavoro di
gruppo, però, mi è rimasto dentro una sorta di temporalesco moto riflessivo: non avevo che quesiti
tra le mani.
-‘Mapi’ ci fa capire a fine convegno che non riscontreremo effetti visibili alla prima applicazione.
Roma non è stata costruita in un giorno! Il convegno e le sue idee, i suoi insegnamenti, sarebbero
germogliati in noi come fa il chicco di grano sotto la neve d’inverno. Ci sarebbero state una
primavera e un’estate di raccolta in tempi diversi per ognuno di noi.Quella notte Fiuggi ha visto tra le sue strade noi ragazzi dell’MSC, a braccetto, in fila,
trotterellando, canticchiando, parlottando, con gli abiti per la festa. Ballare e scatenarsi un po’,
vivere e sorridere, fino all’alba sotto le note di una musica elettronica che fa tremare e riscalda i
muscoli –e fa tanto male ai piedi, ahi ahi, la mattina seguente!-.
La regola era per tutti: non chiudere occhio! C’è qualcuno che ci è riuscito: per quanto mi riguarda..
vi assicuro.. io ci ho provato!
-Giorno IIISquilla il telefono della nostra camera.
Nelle nebbie del mio sonno profondo cerco di far fruttare le parole di Fratel Gabriele inerenti
l’Identità personale.. sì.. io, Silvia Rognone, sono a Fiuggi, nel mio letto, e alle 9.00 devo essere in
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piedi perché.. sgrano gli occhi e rispondo al telefono. E’ solo la sveglia dell’hotel, ma il terrore di
arrivare in ritardo basta ed avanza per farci uscire stile zombie dalle nostre camere per far
colazione.
Quando copriamo il tratto di strada tra il nostro hotel e quello che ci ospita per il Convegno, le
campane suonano nelle nostre orecchie e nell’aria mattutina della città, le note del loro canto
rimbalzano tra le mura delle abitazioni. Il loro suono mi richiama ad un senso di pace e di cose
buone: e quando Monsignor Lorenzo Loppa, Vescovo di Anagni, principia la santa messa dicendo
che è felice di vedere tanti giovani io annuisco dentro di me e so che è vero, che è una cosa bella.
La benedizione del Vescovo e i saluti finali fanno trillare in ognuno di noi il campanello d’allarme:
siamo in dirittura d’arrivo! Mano alle penne: è l’ora di scrivere dediche sulle cartelline che
raccolgono i vari fogli del convegno.
Salutiamo Fiuggi e l’Hotel Silva Splendid all’ora di pranzo, prendendo posto sulle navette che ci
ricondurranno fino a casa.
Mentre sono seduta e i miei occhi catturano le immagini di un Lazio verdeggiante, sento che sono
stata parte di qualcosa di importante, di significativo: sono stata parte di un Progetto in cui molti
credono. Che la mia voce di studentessa può essere udita da altri: che l’Identità esiste ed è Diritto
così come è Dovere.
Arrivederci a presto, Spirito del Convegno. Da una neofita che guarda ai tuoi insegnamenti con
affetto,
Silvia.
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