Omelia - Pie Discepole del Divin Maestro

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Omelia - Pie Discepole del Divin Maestro
Cari fratelli e sorelle, cari amici,
che, ora, conclude il nostro raduno orante ad evidenziarne
La preghiera vespertina che, ogni giorno, al tramonto del
la derivazione e l’orientamento costante a quella stessa
sole, convoca la Chiesa a mettersi in comunione con il
celebrazione che, in mysterio, attualizza la Pasqua
proprio Maestro e Signore Crocifisso, ci invita, in questa
dell’universale salvezza, ovvero, come ama dire il nostro
Domenica della sua Passione, ad entrare nella rilucente
Padre
caligine delle cose di Dio. Queste, come ci avverte
“giustificazione”.
l’Apostolo nella sua prima predicazione ad Antiochia di
L’orazione, diretta a Dio, si presenta articolata in una
Pisidia, riguardano essenzialmente la morte del Signore
parte anamnetica e in una seconda parte epicletica.
Gesù in ligno crucis, la deposizione nel sepolcro e la sua
Nella prima pensiamo di cogliere un’allusione all’inno
risurrezione dai morti il terzo giorno.
cristologico
In questi eventi risiede l’opera della salus mundi ideata
l’assunzione
nel cuore della Trinità, prefigurata nella prima alleanza,
consustanziale
annunziata dalle “voci dei profeti” e attuata dal Verbo che
obbediente della sua passione e morte di Croce di cui, con
è divenuto “carne”.
il verbo “subire” è evidenziata l’ineluttabilità, sono
La preghiera liturgica della Chiesa ci accompagna
entrambi letti e descritti come uno svuotamento e un
nell’oscurità del mistero di Dio che essa cerca di
umiliazione ovvero come la Kenosis salvifica del Figlio
illuminare con la sapiente incessante lettura, rilettura e
di Dio.
autorevole interpretazione della Scrittura.
La stessa parte anamnetica, inoltre, si incarica di dirci che
E’ il caso dell’orazione colletta con la quale abbiamo
il disegno divino di salvezza contempla la kenosis del
avviato questa mattina la celebrazione dell’eucarestia e
Figlio di Dio: perché l’umanità faccia proprio l’
San
Paolo
della
della
al
dell’universale
Lettera
ai
“carne”
Padre
da
così
Filippesi
parte
come
gratuita
nel
del
quale
Verbo
l’accettazione
humilitatis exemplum lasciatoci da Lui. Egli “pur essendo
che ci ha dato come esempio da imitare. Al contrario la
nella condizione di Dio” si è svuotato della sua gloria
preghiera liturgica, sta parlando del cammino, della
divina e si è umiliato fino al punto di sottostare a quella
condizione di vita che il Figlio di Dio ha accettato di
morte di Croce che i pagani qualificano come
vivere in obbedienza al disegno del Padre. Un cammino
“turpissima” e che gli Ebrei, secondo le prescrizioni della
che porta alla umiliazione estrema della Croce già
Legge, riservano ai “maledetti”!
anticipata nella totale accettazione della condizione
L’humanus genus, invece, ossia l’uomo che è in se stesso
umana fino ad assumere su di sé il peccato e a diventare
inconsistente come il vapore acqueo che sale dalla terra,
“peccato”, Lui, che è il tre volte santo!
ha ritenuto di poter stare davanti a Dio e di stendere la
In una parola l’humilitas Christi è il suo cammino
sua mano su di Lui che il testo biblico raffigura
pasquale verso il tradimento, il rifiuto, l’espulsione dal
nell’albero paradisiaco del bene e del male. A questo
suo popolo, i flagelli, gli sputi, le derisioni, la nudità della
autoinnalzamento del nulla sul nulla, quale è l’uomo di
Croce nel silenzio e nell’abbandono di Dio, il Padre!
per sé, non poteva che seguire il suo abbassamento e il
E’il cammino che il Maestro chiede di intraprendere ai
suo asservimento al potere delle tenebre dal quale non
suoi discepoli per essere tali in tutto verità!
trova la via scampo. L’orazione, a questo punto, ci aiuta a
“Chi vuole essere mio discepolo rinneghi se stesso,
comprendere
prenda la sua croce e mi segua”!
cosa
comporta,
in
realtà,
per
noi,
uniformarci, come desidera il Padre, all’ humilitatis
Anche per noi, perciò, non si tratta di praticare
exemplum del suo Figlio?
semplicemente la virtù dell’umiltà, ma piuttosto di
In riferimento a Lui, il nostro Maestro l’humilitas non va
permanere in uno stato di umiliazione, in una condizione
certo semplicemente intesa come una bella virtù o qualità
di abbassamento terra-terra: “adesit pavimento anima
tuo Figlio humilis et patiens per poter anche noi, già da
mea”!
ora, avere parte allo splendore della sua risurrezione.
E’, come ci sembra di comprendere, la nostra consegna al
A quanto mi è dato sapere e sottoponendo il mio giudizio
volere di Dio, l’accettazione della prova, della tentazione,
al vaglio della Chiesa, sento di poter dire che sulla Madre
la disponibilità al perdono pieno e incondizionato, la
Scolastica della quale oggi ricordiamo l’anniversario
rinuncia all’odio, all’inimicizia, alla vendetta, la lotta
della sua morte, si è posato lo sguardo di Dio che l’ha
all’amore smodato di sé. A ragione, perciò, San Bernardo
scelta ed eletta per rendere al vivo e riprodurre, nella sua
può dire: sine humiliatione nulla humilitas a cui possiamo
vita, l’humilitatis exemplum lasciatoci dal Signore nostro
aggiungere: sine humilitas nulla salus!
Gesù Cristo suo e nostro Maestro con il quale ha
A tale riguardo occorre tenere presente che se non
risollevato il mondo dalla sua caduta e ha innalzato
seguiremo spontaneamente il Maestro
l’uomo accanto a sé nella “gloria” quella di Figlio da
nella via
humilitatis, unico accesso alla comunione con Dio, nostra
sempre e per sempre amato dal Padre!
gioia eterna, Egli cercherà in tutti i modi, anche contro
Tutti sappiamo come Ella, sia discesa e rimasta con il suo
nostra voglia di farci camminare in essa. Una simile
Signore, nell’inferno della prova più aspra. Da lì, da quel
sequela Christi è bene sottolinearlo, non è frutto della
suo amoroso stare con Gesù nell’ora oscura della Croce,
nostra buona volontà o del nostro sforzo ascetico: Essa è
Madre Scolastica è passata a condividere con Lui l’ora
dono della grazia di Dio fiduciosamente invocato nella
luminosa della risurrezione. Insieme a Don Alberione
parte epicletica della odierna orazione coletta. Concede
interprete dell’Apostolo, insieme al Beato Timoteo
propitius! Donaci tu Signore nella tua benevolenza, di
Giaccardo,
poter esibire davanti a te l’uniformità della nostra vita al
all’innumerevole schiera di fratelli e sorelle, Madre
alla
Venerabile
Madre
Tecla
e
Scolastica ci invita con la dolcezza d’amore che l’ha
contraddistinta a non aver timore e a metterci
singolarmente e come Famiglia religiosa sulle orme sante
e benedette del Maestro Divino che Ella ha calcato fino
alla fine.
Un santo monaco dei primi secoli ha scritto:
“L’umiltà è il vestito di Dio. Chiunque riveste questo
mantello nel quale il nostro Creatore si è rivelato, riveste
lo stesso Cristo”. (Isacco di Ninive”) Queste parole
dell’antica tradizione della vita religiosa, ben si addicono
a Madre Scolastica che con amore tenerissimo ha
rivestito il suo amato Signore e Maestro humilis et
patiens.
Colletta Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come
modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore,
fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa che
abbiamo sempre presente il grande insegnamento della
sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione.
Egli è Dio e vive …