Open Office - IISS Ferraris Acireale

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Open Office - IISS Ferraris Acireale
Istituto Istruzione Superiore - Galileo Ferraris - CTIS03300R - Acireale
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Open Office
L'alternativa libera e gratuita a Microsoft Office esce in una nuova versione snellita
e ricca di funzioni utili che mancano alla concorrenza, come il formato PDF. Pur con
qualche pecca, Openoffice.org ? ora un rivale a pieno titolo, anche per chi usa
Windows. Salva in PDF. Questa, in tre parole, la caratteristica che pi? di ogni altra
distingue la nuova suite OpenOffice.org 1.1 dalla concorrenza. Quando spiegate a
qualcuno cos'? OpenOffice.org, ? facile partire dalle cose banali, come il fatto che ?
gratuito e liberamente scaricabile da Internet e distribuibile, che include un
elaboratore di testi, un foglio di calcolo, un programma per presentazioni e uno di
disegno proprio come Microsoft Office, che ? disponibile anche in italiano e che gira
sotto Windows (dalla 95 in su), Linux, Mac OS X, Solaris e FreeBSD. Ma ? quando
nominate la possibilit? di salvare nel formato PDF di Adobe Acrobat con una singola
cliccata che si illumineranno gli occhi del vostro interlocutore, se non ha vissuto in
una caverna sino all'altro ieri. Le ragioni di tanto interesse sono molteplici. La
prima ? che il formato PDF ? uno dei pi? popolari per la distribuzione di documenti
in Rete e non solo, grazie al fatto che ? leggibile da chiunque, a prescindere dal
sistema operativo, e non solo sui PC ma anche sui palmari, e che garantisce che ci?
che vede il destinatario ? esattamente quello che ha impaginato l'autore: cosa che
nessun formato di word processor, men che meno l'onnipresente DOC di Word, ? in
grado di assicurare. Oltretutto il formato PDF non lascia tracce imbarazzanti dentro
i file, come fa invece Word. Chiedete a Tony Blair, lui ne sa qualcosa. La seconda ?
che il salvataggio in formato PDF ? un'opzione altamente desiderabile, che per? in
Microsoft Office non c'?. Il prodotto Microsoft non offre neppure l'esportazione delle
presentazioni e dei disegni in formato Macromedia Flash o il salvataggio dei
documenti in formato AportisDoc (per Palm). Per ottenere l'esportazione in PDF,
con Microsoft Office occorre aggiungere software supplementare, come quello
assai costoso di Adobe o quello economico ma sponsorizzato dalla pubblicit? di
PDF995. Idem per gli altri formati. Con Openoffice.org no: l'esportazione ? gi?
integrata, con un bel pulsantino su cui basta cliccare per generare un documento
Acrobat perfetto, senza spese e senza petulanti r?clame. E' la prima volta che una
suite open source non solo offre le stesse funzioni delle suite commerciali, ma le
estende. Di chi sono i miei dati? Per capire come mai una comunit? di sviluppatori
indipendenti (sia pure coordinata da Sun) offre cose che neppure Microsoft fornisce
ai propri clienti paganti occorre tener presente che la battaglia per il controllo del
mercato del software non si combatte a colpi di programmi, ma sul terreno minato
dei formati. Pensateci. Quando scrivete un documento Word, per esempio, lo
salvate in un formato che soltanto Word riesce a leggere correttamente: gli altri
programmi che leggono il formato Word (compreso OpenOffice.org) lo fanno con
approssimazione spesso notevole. A dire il vero, anche le varie versioni di Word
non sempre riescono a scambiarsi documenti senza alterarne l'impaginazione, ma
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sorvoliamo. Il concetto fondamentale ? che per leggere quel vostro documento
dovrete usare sempre Word. Come farete a leggerlo fra due, tre o vent'anni?
Dovrete comperare il Word in circolazione a quell'epoca, che girer? soltanto sul
Windows in vendita in quel momento. Se non lo fate, il vostro documento sar?
praticamente perso, a meno che paghiate la licenza per il nuovo software. Questo
fenomeno si chiama lock-in: obbligare il cliente a comperare le successive versioni
di software affinch? possa continuare a usare i propri documenti. La societ? di
software diventa cos? intermediaria obbligata fra l'utente e i propri dati, che a
questo punto non sono pi? veramente suoi. Fatemi parlare con il proprietario Il
lock-in piace molto alle societ? di software, perch? garantisce il loro futuro sotto
forma di un flusso di denaro continuo, che il cliente ? costretto a scucire per
accedere ai propri dati. Uno dei metodi preferiti per imporre questo lock-in ?
appunto l'uso di un formato segreto o comunque sostanzialmente non
documentato. Per esempio, la documentazione del formato Word esiste, ma non ?
legalmente utilizzabile per creare prodotti concorrenti, per cui ? come se non
esistesse. Il lock-in ? il motivo per cui, per esempio, Microsoft aveva annunciato
l'uso del formato XML nella nuova versione di Office ma poi l'ha ristretto alle
versioni riservate ai grandi clienti. Se avesse abbandonato il formato DOC in favore
di un formato pubblicamente documentato, nulla avrebbe impedito alla
concorrenza di creare un programma alternativo a Office in grado di leggerne e
scriverne perfettamente i file. Sarebbe scomparso il principale motivo per cui gli
utenti comprano Microsoft Office e i suoi aggiornamenti: non perch? contiene
funzioni mirabolanti, ma per poter leggere i documenti scritti da altri con Microsoft
Office. Apro una breve parentesi per chiarire la distinzione fra formato segreto e
formato proprietario. Proprietario significa semplicemente che il formato ? stato
realizzato da una specifica societ?, che ne possiede i diritti di propriet? intellettuale
(donde il termine). Non significa necessariamente che il formato sia segreto e
utilizzabile soltanto dal suo proprietario: il formato PDF, per esempio, ?
proprietario, ma per scelta di Adobe chiunque lo pu? utilizzare gratuitamente per
creare programmi compatibili, e non ? segreto ma anzi ? pubblicamente
documentato. 1 In altre parole, anche se molti seguaci superficiali del software
libero la pensano diversamente, il fatto che un formato sia proprietario non ? di per
s? un male e non porta automaticamente alla temuta dipendenza da lock-in.
Conflitto di interessi Microsoft Office non offre l'opzione integrata di salvare in
formato PDF perch? questo ridurrebbe il numero di documenti generati nei formati
Microsoft, e quindi ridurrebbe l'incentivo primario ad acquistare Office. Questo
ridurrebbe i guadagni della societ? di Bill Gates, per cui non si fa, anche se gli
utenti ne trarrebbero enorme beneficio. Questo episodio ? una classica
dimostrazione dell'inevitabile conflitto di interessi fra le societa di software (non
solo Microsoft, sia chiaro) e i loro clienti: se una funzione ? altamente desiderabile
per il cliente ma mette a repentaglio i profitti della societ?, la funzione non viene
implementata. Al massimo la implementano altre societ? sotto forma di plug-in. Il
software realizzato senza i vincoli del profitto, invece, non ha questi conflitti. Se gli
utenti richiedono una funzione e non ci sono restrizioni tecniche o legali, la si
implementa, punto e basta. Ecco perch? OpenOffice.org e la versione cugina
StarOffice di Sun offrono l'esportazione incorporata in PDF: la libert? di formato ?
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un veicolo per incentivare la diffusione del prodotto (e per aumentare le vendite di
Sun). Pi? in generale, l'impostazione open source e senza padroni di OpenOffice
garantisce che non ci potranno mai essere scelte che danneggino gli utenti in
favore di esigenze commerciali. OpenOffice non pu? essere ritirato dal mercato,
lasciando orfani i propri utenti; StarOffice e Microsoft Office s?. Questa ? una
garanzia che nessuna societ? che produce software chiuso e proprietario pu? dare.
Teoria e pratica Gran bei principi, almeno in teoria. Ma all'atto pratico,
OpenOffice.org 1.1 funziona? Pu? davvero sostituire la suite a pagamento di
Microsoft? Tempo addietro scrissi di no a proposito di una versione precedente del
programma. Ora per la prima volta mi sento di poter dire di s?. Certo OOo (come lo
chiamano per brevit? i suoi fan) non ? la soluzione a tutti i mali del mondo, ma la
sua versione 1.1 ha raggiunto un livello di prestazioni sufficiente a sostituire
completamente le applicazioni pi? popolari della suite Microsoft (Word, Excel e
PowerPoint). Mettiamola cos?: ormai ha lo stesso livello di magagne e idiosincrasie
di Microsoft Office. Con la differenza che OOo ? gratis e non ha restrizioni di
installazione e quindi si pu? provare senza impegno, mentre il prodotto Microsoft si
paga eccome. Tramite le varie release candidate (versioni di prova intermedie), sto
usando OOo 1.1 da qualche mese in tutti i miei computer, sotto Windows XP e
sotto Linux, anche per progetti molto complessi: manuali, libri, contabilit?. Non mi
sono ancora del tutto assuefatto all'idea di poter iniziare un testo o uno
spreadsheet sotto Windows e proseguirlo sotto Linux in modo esattamente uguale
(specialmente con la comoda utility di importazione font di Linux Mandrake 9.1) e
manipolarlo con la medesima interfaccia. E' questo il vantaggio principale di OOo: ?
multipiattaforma, e quindi consente di condividere i propri file con chiunque, a
prescindere dal sistema operativo. Provate a farlo con la concorrenza, se ci
riuscite. Il formato di file della versione 1.1 di OOo, fra l'altro, ? lo stesso XML delle
versioni precedenti, per cui l'upgrade non ? obbligatorio: un rito al quale invece la
suite Microsoft ci ha addestrati da tempo. OOo rimane tuttavia un elefante rispetto
al prodotto Microsoft. La sua ormai proverbiale lentezza di avvio rispetto
all'alternativa di Redmond ? migliorata leggermente, ma ? tuttora una magagna
che indispone molti utenti, avvezzi all'avvio fulmineo di Word e soci. Poco importa
che Word "bari" sui tempi di avvio perch? viene in realt? precaricato da Windows.
Anche OpenOffice.org ha, sotto Windows, un'opzione analoga di precaricamento,
ma non ? comunque sufficiente a colmare il divario. L'unico rimedio ? avviare OOo
all'inizio della giornata di lavoro e lasciarlo aperto, sfruttando magari i lunghi
secondi di avvio per meditare sui soldi risparmiati usando il software libero e
gratuito. L'installazione di OOo ? ancora una delle pi? brutte e macchinose del
Creato, sia pure leggermente snellita. Per esempio, i dizionari per il controllo
ortografico vengono finalmente installati automaticamente, anzich? richiedere una
complessa procedura separata. Ma l'enigmatica richiesta di Java ? la negazione
totale della usability di cui Microsoft ha invece fatto tesoro in questi anni. E' una
lacuna ancora pi? fastidiosa se si considera che occorre leggersi le FAQ di OOo per
scoprire che OpenOffice.org funziona benissimo anche senza Java, che gli serve
soltanto per cose marginali. E allora perch? non dirlo nelle schermate di
installazione? Mancano inoltre alcune funzioni non proprio secondarie. Per
esempio, per motivi di lavoro trovo estremamente irritante non poter contare
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facilmente le parole contenute in un blocco di testo selezionato, ma mi rendo conto
che magari a voi questa funzione non serve affatto. Un'altra lacuna sgradevole ?
l'impossibilit? di cercare in una o pi? directory quali documenti scritti con OOo
contengono una certa parola. Siccome il formato di OOo ? compresso (un comune
ZIP), la ricerca integrata di Windows fallisce miseramente. Sotto Windows occorre
ripiegare su soluzioni come O3find o Loook (entrambe freeware), mentre gli utenti
Linux sanno meglio di me come usare grep. Compatibilit?, chimera costante La
compatibilit? verso i formati Microsoft ? notevolmente migliorata, ma non ? e non
sar? mai perfetta. Non lo ? neppure quella fra versioni diverse di Microsoft Office,
quindi figuratevi quanto potr? mai esserla quella di una suite che non ha accesso
alla documentazione riservata dei formati di zio Bill. E' vero che OOo 1.1 legge e
scrive i documenti Word, Excel e PowerPoint, oltre a una miriade di altri formati, e
che la conversione ? sufficientemente precisa per la maggior parte delle situazioni
(incespica per esempio su aspetti non vitali come la grafica vettoriale e la
numerazione delle righe), ma rimane sempre il dubbio di perdere qualcosa. Se
manipoliamo il file Word o Excel di un cliente con OOo e si scombina la
formattazione, rischiamo una figuraccia. Se la stessa cosa succede usando il
prodotto Microsoft (e vi assicuro che succede), il cliente non pu? criticarci. E' un
rischio che molti non si sentiranno di correre. Se la vostra idea ? usare OOo per
scambiare file editabili con il mondo Microsoft Office, insomma, andateci cauti. Ma
capita spesso che basti scambiare file di sola lettura con il mondo Microsoft; in tal
caso usate tranquillamente l'esportazione in PDF di OOo, che ? a prova di bomba e
ironicamente garantisce risultati pi? costanti e sicuri che lo scambio diretto di file
scritti con la suite Microsoft. Questa ? la vera forza della nuova funzione di
esportazione in PDF: crea un canale affidabile di comunicazione con chi resta
fedele a Microsoft Office. OpenOffice.org, insomma, esce dal proprio ghetto. Il
concetto fondamentale, in altre parole, ? che adesso potete usare OpenOffice.org
senza il timore di generare file che solo gli altri utenti OpenOffice.org possono
leggere. Qualunque destinatario di un file OOo pu? scaricare gratuitamente e
installare la suite; se non pu? o non vuole, potete mandargli un file PDF. Fra l'altro,
tutte le scuole italiane ora hanno il diritto di installare gratuitamente StarOffice di
Sun, che usa il medesimo formato di OOo. La base di utenti in grado di leggere file
generati da OOo ? quindi tutt'altro che ristretta. Da provare, per non restare
indietro Oltretutto, sia pure tra mille difficolt?, anche la pubblica amministrazione
italiana si sta muovendo verso formati aperti o perlomeno pubblicamente
documentati. Come riferito da Interlex e Governo.it, il ministro Stanca intende
emanare una direttiva che renda obbligatorio per la PA usare almeno un formato
aperto, allo scopo di garantire l'accesso e la tutela del patrimonio informativo. Non
? detto che il formato sar? quello di OpenOffice.org/StarOffice, anche se il PDF ? un
ottimo candidato, ma di certo non sar? quello di Microsoft, salvo svolte epocali
nella politica del gigante di Redmond. La tendenza ? ormai chiara. Conviene
pertanto provare cosa significa lavorare con i formati aperti e con prodotti che
offrono quello che serve all'utente anzich? quello che serve a tutelare la quota di
mercato del produttore, per capirne i vantaggi e per prepararsi alle novit?
prossime venture. Suvvia, OOo ? gratis e non morde. Di cosa avete paura?
1"Adobe PDF ? una specifica di formato di file aperto, disponibile per chiunque
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desideri sviluppare strumenti per creare, visualizzare o manipolare documenti PDF.
Infatti, pi? di 1.800 aziende offrono soluzioni basate sul formato PDF, garantendo
alle organizzazioni che adottano lo standard PDF una variet? di strumenti per
sfruttare pienamente il questo formato e per personalizzare i processi
documentali."
Paolo Attivissimo
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Data: 09 Ottobre 2003 - Autore: Admin - Num. letture: 302 - Sezione: Cultura
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