Festa per 50mila «Nuova Darsena regalo di Expo

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Festa per 50mila «Nuova Darsena regalo di Expo
LUNEDÌ 27 APRILE 2015
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● 1 Imbarcazioni a remi in acqua e folla lungo le sponde, nella grande festa di Milano per la riapertura della Darsena, dopo 18 mesi di lavori 2 Una veduta panoramica dell’area rimessa a nuovo: strisce di verde, due
passeggiate lungo il tratto d’acqua e in fondo la rinnovata piazza XXIV Maggio, restituita alla città 3 Il ponte che attraversa la Darsena, una delle zone prese d’assalto ieri dai curiosi, per un’attesa foto-ricordo FOTOGRAMMA
Festa per 50mila
«Nuova Darsena
regalo di Expo»
re e una spesa di quasi 20 milioni di euro. Questa Darsena «è un
regalo doveroso che Expo fa a
Milano» ha detto il commissario
unico Giuseppe Sala, presente
al taglio del nastro.«La società
Expo ha finanziato la riqualificazione, è un’eredità che rimarrà dopo l’evento così come la
Carta di Milano». Per il recupero dell’antico porto che per secoli ha caratterizzato Milano, e
della sua navigabilità, una festa
lunga tutto un giorno tra gare di
canottaggio, gite gratuite in
battello sui Navigli, concerti
musicali, dj set, laboratori per
bambini e mostre.
1Invasione di milanesi in uno dei luoghi
FESTA PER 50.000 Dalle 10 del
mattino a tarda sera più di
50mila persone sono passate ad
omaggiare la Darsena riqualificata che prima nessun milanese
ha potuto conoscere. La contestazione di alcuni residenti per
l’abuso di cemento e il muretto
che circonda il bacino non ha
guastato i festeggiamenti resi
possibili grazie alla collaborazione tra Comune di Milano,
Consigli di Zona 5 e 6, DUC Navigli, Navigli Lombardi Scarl,
Fondazione Milano, Fondazione Triennale, Associazioni di
categoria, nonché le tre Canottieri di Milano (Olona, Milano e
San Cristoforo). In migliaia
hanno attraversato le due passerelle che congiungono ora i
lati della Darsena (una di 35 m
e l’altra di 12). Un via vai di gente di ogni età; tante le famiglie e
i bambini che hanno così ritrovato un nuovo angolo della città, chi a piedi, chi in bicicletta,
centinaia in passeggino. Qualche papà si è pure portato il canotto mentre altri, come Andrea Dacò, 34 anni, di Cinisello,
la macchina fotografica:«Lavoro qui vicino, ho seguito i lavori
ma dal vivo è proprio un bell’impatto». «Speriamo che non
venga sciupata dall’inciviltà»
commenta invece la signora Jolanda D’Angelo, 73 anni, che
con suo marito Claudio è seduta su una delle due sponde ad
ammirare la nuova prospettiva
di uno degli scorci più affascinanti della città.
più amati rimesso a nuovo. L’a.d. Sala:
«E’ un’eredità che rimarrà nel tempo»
Annabella D’Argento
L’
ultimo finesettimana che
anticipa l’apertura della
grande Esposizione Universale si chiude con una domenica da ricordare. Dopo le celebrazioni per i 70 anni dalla Liberazione del 25 aprile, uno dei
luoghi storici più amati e suggestivi di Milano è stato restituito
ai cittadini che ieri hanno assistito alla rinascita della Darsena, definita già come l’eredità
più importante di Expo alla città.
IL SINDACO «La Darsena è un
luogo unico, tutti i milanesi
hanno nel cuore un ricordo di
vita legato ai Navigli, alla Darsena, a questo spazio che sembra
avere mille vite, e le ha avute
davvero, e che oggi torna veramente alla vita, torna a rappresentare la bellezza di Milano«.
Queste le parole del sindaco
Giuliano Pisapia all’inaugurazione di uno dei luoghi più frequentati della città che mostra
finalmente il suo nuovo volto
dopo anni di incuria e di degrado. Oltre 75mila mq visitabili a
La grande festa per la nuova Darsena è durata fino a tarda sera FOTOGRAMMA
piedi, con più verde, un nuovo
mercato e un ricostituito specchio d’acqua con ai lati due passeggiate. Tra le novità, la riapertura del canale del Ticinello (interrato negli anni ’30), attraverso due ponti del ‘500 e del ‘700
riportati alla luce dopo oltre 80
anni e restaurati. Ecco la nuova
Darsena e la nuova piazza XXIV
Maggio dopo 18 mesi di cantie-
«LA DARSENA TORNA
FINALMENTE
A RAPPRESENTARE
LE BELLEZZE DELLA
NOSTRA CITTÀ»
GIULIANO PISAPIA
SINDACO DI MILANO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL COMMENTO
di FRANCO
ARTURI
DA UN ALLEVAMENTO DI RATTI
AL MIRACOLO CHE FARÀ TENDENZA
G
ente a bocca aperta.
A decine di migliaia.
Un angolo di Parigi e
dei suoi Lungosenna, o se
preferite, di Amsterdam e
dei suoi canali, si
materializza a Milano. In
un’atmosfera che sarebbe
piaciuta a De Sica, come
quando il sindaco della
città «in mezzo alle terre»
taglia il nastro della nuova
Darsena su un vaporetto,
come potrebbe fare il suo
collega di Venezia. Un
miracolo di questa città che
ha trasformato il più
grande allevamento di ratti
a cielo aperto — questo era
diventata l’area fetida e
degradata da decenni — in
uno spicchio di buon gusto,
pulizia, architettura, classe.
La nuova passeggiata lungo
l’antico porto cittadino
(che ancora non molti
decenni fa era fra i primi 15
italiani per merci sbarcate)
diventerà, ne siamo certi,
uno dei simboli più
caratteristici e identitari
della città. Un luogo per
innamorati, manager in
pausa, signore pensose,
bambini impegnati nei loro
giochi. Un posto che farà
tendenza.
Un luogo-emblema della
Milano che conquista il
mondo, quella del design e
del lavoro. In questi Navigli
ci sono tanti studi del genio
di Leonardo, qui sono
arrivate migliaia di
tonnellate di materiale per
realizzare il Duomo, l’unica
cattedrale al mondo
sempre in costruzione,
metafora di una metropoli
in cui l’operosità non si
ferma mai. Marmi preziosi
trasportati su barconi
trainati controcorrente da
cavalli sui due sentieri che
costeggiavano il canale, le
alzaie. Suoni e rumori che
sono stati tipici della città
per secoli e che gli
interventi urbanistici della
prima metà del Novecento
e la copertura di gran parte
dei canali interni avevano
quasi rimosso dalla
memoria collettiva.
Restavano come baluardo i
Navigli, che però
sfociavano nello sconcio.
Milano sa adeguatamente
nascondere i suoi molti
tesori. Sembra quasi
vergognarsi di esibirli
insieme alle tante città
d’arte d’Italia. Ma guai a
non saper guardare sotto la
superficie appena
dissimulata. E comunque
non sarà possibile in
avvenire non notare questa
placida distesa di acqua
attrezzata che rivitalizza
un intero quartiere e
rappresenta una sfida a noi
stessi: siamo capaci, o lo
saremmo, delle migliori
prodezze una volta
demolita la cortina di
porcherie, dalla corruzione
in giù, che spesso
sommerge la nostra
volontà e i nostri sogni.
Questo pensavamo
seguendo quei remi
nell’acqua, avendo l’età per
commuoverci, dopo aver
visto per tanto tempo
un’immonda discarica al
posto della fabbrica di
magie che ci hanno
restituito. Sapessi com’è
strano sentirsi vogatori e
marinai a Milano.
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