COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE Bruxelles, 15.10.2003 COM(2003) 610 definitivo COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO per preparare il VI incontro euromediterraneo dei ministri degli Esteri, Napoli, 2-3 dicembre 2003 (Barcellona VI) INTRODUZIONE 1. Durante il 6° incontro, organizzato a Napoli, i ministri degli Esteri del partenariato euromediterraneo vorranno rivolgere un messaggio che sottolinea gli interessi comuni, i valori condivisi e la solidarietà fra l'Europa e i suoi vicini meridionali; riaffermare l'interesse congiunto di rafforzare la sicurezza e la stabilità nella regione; e garantire che il fondamentalismo estremo e il terrorismo non possano intralciare i progressi in materia di riforme politiche ed economiche. Promuovere il dialogo e la cooperazione per migliorare la comprensione reciproca corrisponde all'obiettivo principale del processo di Barcellona. Il partenariato rappresenta il modo migliore per affrontare le sfide che si trovano di fronte tutti i partner, che si tratti di minacce alla sicurezza, problemi e opportunità posti dalla migrazione, globalizzazione economica o ambiente. Quell'obiettivo, che è sempre stato al centro del processo, è ancora più pertinente nelle attuali circostanze. 2. Oltre al messaggio politico di solidarietà, i ministri desidereranno esaminare i progressi ottenuti dal partenariato e concludere i lavori su tre questioni specifiche: – L'assemblea parlamentare euromediterranea – Una Banca euromediterranea controllata dalla BEI o uno strumento di prestito BEI potenziato per gli investimenti euromediterranei – La Fondazione euromediterranea per il dialogo tra le culture L'accordo su tali questioni favorirà una maggiore cooperazione politica, un sostegno più mirato per la riforma economica e lo sviluppo del settore privato, nonché iniziative per promuovere il dialogo e la comprensione interculturali. Tutte e tre sposteranno il fulcro del partenariato ancora di più verso la società civile, producendo così risultati pertinenti per la gente comune. Per quanto riguarda i metodi di lavoro, il Piano d'azione di Valencia, concordato dai ministri degli Esteri nella riunione dell'aprile 2002 e riveduto nell'incontro ministeriale intermedio di Creta, contiene gli impegni globali più recenti per sviluppare il partenariato. I ministri dovrebbero nuovamente fare il punto sui progressi e fornire orientamenti per il lavoro futuro, conformemente a quanto delineato nella presente comunicazione. 3. I ministri dovrebbero inoltre esaminare i progressi in materia di attuazione della nuova politica di vicinato dell'Europa ampliata, la cui importanza è sottolineata nel progetto di trattato costituzionale, e discutere come essa può rafforzare la cooperazione mediante l'acquis del processo di Barcellona. Tale politica dovrebbe dare all'Unione un nuovo impeto per contribuire a raggiungere gli obiettivi della dichiarazione di Barcellona. All'incontro la Commissione presenterà un documento distinto su questa materia, comprese le prospettive per il Nuovo strumento di prossimità, che pertanto non è discusso nei dettagli nella presente comunicazione. PARTENARIATO POLITICO E DI SICUREZZA 4. In previsione dell'incontro di Napoli sarebbe opportuno uno sforzo concertato per dare maggiore sostanza alla cooperazione politica e sulla sicurezza. Bisogna riconoscere che si dovrebbe continuare ad evitare collegamenti diretti tra il processo 2 di pace in Medio Oriente e il processo di Barcellona, ma che è indubbiamente vero che gli sviluppi positivi verificatisi, di tanto in tanto, nel primo hanno contribuito fortemente a creare un'atmosfera più positiva per eventuali progressi nel secondo. È vero anche il contrario, in particolare in materia di cooperazione politica e sulla sicurezza. Tutti i partner devono pertanto riconoscere il loro interesse nell'attuare il Tracciato (Road Map) e tornare ai negoziati. 5. L'attuale dialogo politico e sulla sicurezza fra alti funzionari dovrebbe pertanto proseguire e prefiggersi di concordare ulteriori misure per la creazione di partenariati in materia di sicurezza; se necessario, tali misure potrebbero prevedere la partecipazione di un numero limitato di partner ma essere aperte ad altri in seguito. Gli incontri ad hoc sul terrorismo dovrebbero portare a creare una rete di contatti a fini di preallarme e scambio d'informazioni tra i partner che lo desiderano. La restante cooperazione in materia di terrorismo avverrà nell'ambito di programmi regionali e bilaterali di formazione e assistenza tecnica per migliorare la capacità di lottare contro il terrorismo nonché altre forme di crimine organizzato, fermo restando il rispetto dei diritti umani e della democrazia. 6. L'avvio della cooperazione nell'ambito della PESD (Politica europea di sicurezza e difesa) deve essere accolto favorevolmente. Il dialogo con il Comitato politico e di sicurezza dell'UE e a livello di esperti può rappresentare uno strumento utilizzabile nell'ambito del processo di Barcellona. Tale dialogo dovrebbe contribuire a familiarizzare i partner mediterranei con gli obiettivi e gli strumenti della PESD e portarli gradualmente a partecipare a numerose attività PESD. Dovrebbe riflettere il fatto che alcuni partner mediterranei collaborano già con l'UE in attività di mantenimento della pace (Balcani, Africa) sotto l'egida dell'ONU, al fine di allargare la partecipazione in futuro. Un notevole contributo alla creazione di partenariati verrebbe da ulteriori misure complementari, come la formazione di civili per la gestione delle crisi, la cooperazione tra autorità di protezione civile (proseguimento del progetto sulla gestione delle calamità, se la valutazione dei risultati sarà soddisfacente) e formazione di personale civile e militare sull'assistenza umanitaria post-conflitto. L'UE dovrebbe adoperarsi per rendere i partner consapevoli delle opportunità e incoraggiarli a partecipare individualmente o in gruppo a future operazioni PESD. La Commissione è disposta a svolgere il proprio ruolo per agevolare la cooperazione. 7. La cooperazione sul rispetto dei diritti umani e della democrazia è essenziale per il successo del partenariato. La Commissione ha già spiegato in modo completo e preciso come ritiene che dovrebbero essere ottenuti progressi in materia1. Propone di basarsi sul dialogo con i partner per concordare piani d'azione congiunti, che delineerebbero i mezzi per attuare efficacemente gli impegni decisi dai partner a livello internazionale mediante la regolamentazione e la legislazione nazionali. Questi piani potrebbero ottenere il sostegno finanziario di MEDA. Inoltre, i partner disposti ad attuare tali piani riceverebbero un'indennità nelle assegnazioni nazionali di MEDA. La riunione ministeriale dovrebbe essere in grado di sostenere questo approccio e di accogliere con favore i progressi ottenuti dalla Commissione e dai partner nel dar vita a tali piani d'azione. 1 Comunicazione della Commissione "Imprimere un nuovo impulso alle azioni dell'UE coi partner mediterranei nel campo dei diritti umani e della democratizzazione - Documento d'orientamento strategico" COM(2003) 294 def. del 21.5.2003. 3 8. Infine, nell'ambito della cooperazione politica e sulla sicurezza, si auspica che i ministri potranno includere nel quadro del processo di Barcellona una nuova Assemblea parlamentare euromediterranea, con funzione consultiva. A tal fine la Commissione esorta il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali dei partner euromediterranei a giungere a un accordo. PARTENARIATO ECONOMICO E FINANZIARIO ZONA DI LIBERO SCAMBIO 9. La dichiarazione di Barcellona indica il 2010 come termine previsto per la creazione della Zona di libero scambio euromediterranea. La zona di libero scambio viene creata per mezzo dello smantellamento tariffario nel quadro degli accordi di associazione (AA) euromediterranei e di accordi fra i partner mediterranei stessi. L'obiettivo per gli scambi in agricoltura e nei servizi è la progressiva liberalizzazione. A metà strada dei 15 anni previsti, la situazione globale del libero scambio può essere così sintetizzata: · Nord-Sud. Sono stati firmati accordi fra l'UE e 11 dei 12 partner, due dei quali (Cipro e Malta) sono paesi in via di adesione. È in corso di attuazione un accordo di unione doganale con la Turchia, paese candidato. Sono in vigore accordi con Tunisia, Israele, Marocco, Giordania e Autorità palestinese2. In attesa della ratifica e dell'entrata in vigore di accordi completi, il Libano ha firmato un accordo interinale e l'Egitto potrebbe fare lo stesso prossimamente. L'Algeria finora ha rifiutato di firmare un accordo interinale. Sono in corso negoziati per un accordo di associazione con la Siria. Il termine dei periodi di transizione per lo smantellamento tariffario varia dal 2008 (Tunisia) al 2014 (Libano). Per l'Egitto e l'Algeria il periodo di transizione durerà oltre il 2014. · Sud-Sud. Una grande proliferazione di accordi scollegati e caratterizzati da poca coerenza, periodi di transizione, settori contemplati e norme di origine diversi, non ha consentito di valorizzare la dimensione Sud-Sud della Zona di libero scambio euromediterranea. Nonostante gli sforzi continui, la Turchia non è stata in grado di concludere accordi con altri partner mediterranei tranne che con Israele, con cui ha un accordo dal 1997. L'Accordo di Agadir (Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia) sembra essere un'iniziativa promettente per rimediare alla mancanza di progressi del libero scambio Sud-Sud, ma non è stato ancora firmato dopo essere stato siglato nel gennaio scorso. Occorre incoraggiare i partner a garantire che esso evolva verso disposizioni specifiche e tangibili sulla liberalizzazione degli scambi e sia attuato efficacemente. L'accordo dovrebbe essere firmato in tempo per poter entrare in vigore prima dell'adesione all'UE dei nuovi Stati membri. Per la sua attuazione è stato approvato un programma di sostegno finanziato da MEDA. · Cumulo diagonale. Nel luglio 2003 la conferenza euromediterranea dei ministri del Commercio ha deciso di estendere ai partner mediterranei il sistema del cumulo dell'origine paneuropeo. Il cumulo diagonale fra tre o più paesi aventi 2 L'accordo con l'Autorità palestinese è interinale. 4 accordi di libero scambio sarà possibile dopo l'inclusione del nuovo modello di protocollo d'origine negli accordi di associazione. Gli elementi della zona di libero scambio previsti dalla dichiarazione di Barcellona vengono così attuati costantemente, anche se il ritmo è più lento di quanto sperato, specialmente per quanto riguarda gli scambi Sud-Sud. In pratica il processo è già irreversibile. 10. In questo contesto vanno considerate le nuove iniziative seguenti per approfondire ed estendere la zona di libero scambio euromediterranea: · Ulteriore liberalizzazione reciproca del commercio dei prodotti agricoli. Tutti gli accordi di associazione contengono disposizioni per l'ulteriore liberalizzazione del commercio in materia di agricoltura e pesca. Finora sono stati conclusi protocolli addizionali sull'ulteriore liberalizzazione agricola con due paesi (Tunisia e Israele), mentre le discussioni sono in fase avanzata col Marocco. Nell'accordo con il Libano vi è un approccio più aperto sulla liberalizzazione agricola, basato su un elenco negativo di prodotti soggetti a restrizioni, invece che su un elenco positivo di prodotti totalmente o parzialmente liberalizzati. In seguito a quanto raccomandato dal piano d'azione di Valencia, la Commissione ha avviato uno studio dell'impatto della liberalizzazione degli scambi in agricoltura, che dovrebbe essere ultimato entro la fine dell'anno. La riforma della PAC adottata il 26 giugno 2003 e i negoziati dell'Agenda di sviluppo di Doha apriranno nuove opportunità per un miglior accesso al mercato UE. L'obiettivo del completamento della zona di libero scambio euromediterranea dovrebbe essere proseguire l'approccio esistente per accelerare la liberalizzazione reciproca progressiva. L'ulteriore liberalizzazione progressiva in agricoltura dovrebbe andare di pari passo con uno sviluppo rurale globale ed equilibrato dei partner mediterranei e con la protezione della sicurezza dei consumatori nella zona di libero scambio euromediterranea. Un mercato agricolo UE più aperto offrirà nuovi sbocchi alle esportazioni dei partner mediterranei. Il processo di liberalizzazione dovrebbe essere coerente con l'uso sostenibile delle scarse risorse idriche e con la protezione ambientale, che saranno discussi nel prossimo vertice dei ministri dell'Agricoltura a Venezia. Inoltre, la Commissione europea sta effettuando una valutazione dell'impatto sulla sostenibilità della zona di libero scambio. · Libero scambio di servizi. Gli AA euromediterranei differiscono molto nelle disposizioni riguardanti i servizi. Alcuni contengono disposizioni sul diritto di stabilimento e presenza commerciale (Giordania, Algeria), mentre in altri vi sono clausole dette di rendez-vous per l'ulteriore liberalizzazione dei servizi (Marocco, Tunisia, Libano, Giordania). La conferenza dei ministri del Commercio di Palermo ha adottato un approccio regionale secondo cui dovrebbe essere concordato un protocollo quadro con i partner quale base per avviare negoziati bilaterali. · Integrazione regionale. Le dogane hanno un importante ruolo nell'agevolare il commercio legittimo. A Palermo, i ministri del Commercio hanno adottato una serie di misure in materia di semplificazione delle procedure doganali. Ora spetta 5 ai paesi mediterranei attuare le misure, di cui beneficeranno gli operatori economici e le amministrazioni doganali. Oltre che dalla semplificazione delle procedure, la liberalizzazione del commercio dipende anche dalla convergenza delle regolamentazioni tecniche e delle disposizioni relative alla libera circolazione delle merci. A Palermo, i ministri del Commercio hanno lanciato una nuova iniziativa sul ravvicinamento della legislazione in materia di norme, regolamentazioni tecniche e procedure di valutazione della conformità, che costituisce un passo essenziale verso la creazione della zona di libero scambio. L'obiettivo sarebbe concludere con le parti interessate accordi che consentano la libera immissione sul mercato interno di determinati prodotti, senza ulteriori test e certificazioni. · Libero scambio multilaterale. Altri partner dovrebbero aderire dopo la firma dell'Accordo di Agadir. Anche i partner mediterranei sono incoraggiati ad avanzare verso il libero scambio fra di loro. Ciò comporta la firma e la messa in atto quanto prima di veri e propri accordi di libero scambio tra i partner mediterranei, al fine di rispettare l'impegno comune per una zona di libero scambio euromediterranea globale nel 2010. Anche gli altri partner mediterranei dovrebbero essere incoraggiati a rispondere positivamente alle iniziative della Turchia per concludere accordi di libero scambio. Queste proposte potrebbero consentire ai ministri di giungere a un accordo sulle iniziative seguenti per completare la zona di libero scambio. AZIONI PER COMPLETARE LA CREAZIONE DELLA ZONA DI LIBERO SCAMBIO EUROMEDITERRANEA a) Entro il 1° maggio 2004, quando aderiranno all'UE i dieci nuovi Stati membri, dovrebbero essere ratificati tutti gli accordi di associazione euromediterranei già firmati, dovrebbe essere firmato e ratificato l'Accordo di Agadir e dovrebbero terminare i negoziati con la Siria. Il protocollo sulle norme di origine contenuto in tutti gli accordi dovrebbe essere sostituito dal protocollo paneuromediterraneo. b) Lo studio sull'impatto della liberalizzazione del commercio agricolo dovrebbe essere terminato entro il dicembre 2003. Conformemente alle sue conclusioni, la Commissione dovrebbe essere invitata a proporre nella prima metà del 2004 un tracciato (road map) preciso per far tesoro delle intese esistenti per raggiungere un più alto livello di liberalizzazione reciproca progressiva. c) Dovrebbero essere messi a punto con i partner mediterranei programmi di cooperazione sull'assistenza tecnica e la formazione al fine di promuovere la convergenza di regolamentazioni e norme con quelle del mercato interno dell'UE. d) Il prossimo incontro dei ministri del Commercio nel 2004 esaminerà i progressi ottenuti riguardo alla liberalizzazione degli scambi di servizi in base all'approccio di Palermo. La messa a punto di un protocollo quadro comune a tutti i paesi mediterranei fungerà da base per garantire la coerenza. Dovrebbero quindi essere avviati negoziati bilaterali, riguardanti sostanzialmente tutti i settori. Sebbene non siano escluse alcune differenze di ritmo e portata, l'obiettivo ultimo è raggiungere una liberalizzazione omogenea nell'intera regione euromediterranea. 6 e) Il gruppo di lavoro sull'integrazione regionale dovrebbe presentare all'incontro dei ministri del Commercio nel 2004 un rapporto di avanzamento sull'attuazione del piano d'azione in materia di introduzione del libero scambio per i prodotti industriali. I programmi e i progetti specifici di assistenza tecnica nella regione mediterranea dovrebbero essere usati per sostenere il piano d'azione e in prospettiva la conclusione di accordi per la valutazione della conformità. f) L'Accordo di Agadir dovrebbe essere esteso al altri partner mediterranei. Altri partner mediterranei dovrebbero acconsentire di avviare il libero scambio con la Turchia. PIÙ INVESTIMENTI PER PIÙ POSTI DI LAVORO 11. Vi è un consenso generale sul fatto che la mancanza di sviluppo del settore privato e di investimenti sufficienti nei paesi partner mediterranei ostacola fortemente la possibilità di avere tassi di crescita maggiori e la creazione di posti di lavoro. L'UE ritiene che la priorità nel sostegno agli investimenti dell'UE debba andare al settore privato; nel marzo 2002 il Consiglio europeo di Barcellona ha deciso di intensificare le attività della BEI creando uno strumento al suo interno (FEMIP), il quale ha iniziato ad operare nel settembre 2002. La Commissione ha avviato una valutazione d'impatto estesa del FEMIP, riguardante entrambe le opzioni attualmente considerate, vale a dire mantenere il FEMIP o integrarlo in una società controllata dalla BEI (vedi COM(2003) 587 def. del 15.10.2003). Un esame da parte del Consiglio della futura scelta politica è previsto per il 25 novembre 2003. Tale esame e il suo esito saranno elementi importanti per le conclusioni della conferenza di Napoli. 12. Senza giudicare anticipatamente le conclusioni del Consiglio, l'obiettivo principale dovrebbe essere prestare maggiore attenzione al settore privato. I partner mediterranei saranno in grado di sfruttare pienamente il libero scambio soltanto se vi sarà una parallela accelerazione dello sviluppo del settore privato, che a sua volta dipende dall'accelerazione delle riforme economiche. Gli investimenti privati nazionali e stranieri dovrebbero diventare il principale motore di crescita e di creazione di posti di lavoro della regione, la quale deve essere resa più attraente per gli investitori dal mantenimento di un quadro macroeconomico stabile, da notevoli riforme regolamentari e istituzionali e dal ravvicinamento alle migliori pratiche internazionali. Il successo delle politiche economiche richiederà riforme più audaci nei partner mediterranei. Sono previste l'adozione e l'attuazione di una Carta euromediterranea per l'imprenditorialità come documento di riferimento per la semplificazione delle politiche volte a sostenere la creazione e lo sviluppo delle PMI e il miglioramento del clima commerciale. Tali questioni devono continuare ad essere affrontate in profondità nelle strutture create nell'ambito della messa in atto degli accordi di associazione e possono essere promosse ulteriormente nel contesto dell'Europa ampliata. 13. La ricerca e lo sviluppo tecnologico (RST) sono strumenti importanti per la stabilità e la crescita economiche di tutti i paesi del bacino mediterraneo. L'UE dispone già di accordi con Cipro, Israele, Malta e la Turchia, che li associano al programma quadro RST. Recentemente sono stati firmati accordi con la Tunisia e il Marocco, mentre sono in corso negoziati con l'Egitto, per accordi di cooperazione scientifica e tecnologica. 7 14. L'apertura dello spazio di ricerca europeo (SRE) a tutti i partner mediterranei rafforzerà l'integrazione regionale a breve termine e contribuirà a una crescita sostenibile, alla creazione di posti di lavoro ad alto valore aggiunto e alla nascita di economie competitive nella regione. L'obiettivo dell'SRE, aperto all'intera regione mediterranea, è trasformare l'UE nella società della conoscenza più competitiva del mondo, secondo gli obiettivi di Lisbona. La cooperazione dell'UE e dei suoi Stati membri con i partner mediterranei in tale campo si è sviluppata a partire dalla creazione del partenariato e svolge un ruolo catalizzatore per il successo della zona di libero scambio. Sono pertanto necessarie sinergie tra diversi strumenti UE, come MEDA e il programma quadro per la RST, per sostenere la ricerca e l'innovazione nei partner mediterranei. INTERCONNESSIONE DELLE INFRASTRUTTURE 15. Per essere integrata e favorevole agli investimenti, la regione euromediterranea ha bisogno di reti di telecomunicazione, trasporto ed energia efficienti. In seguito ai risultati della conferenza euromediterranea dei ministri dell'Energia del 21 maggio 2003, le interconnessioni e le infrastrutture energetiche saranno discusse in una conferenza a Roma alcuni giorni prima della conferenza di Napoli. Gli obiettivi sono consolidare i legami esistenti, agevolare nuovi investimenti e sviluppare strategie comuni e politiche coordinate. La presenza di infrastrutture regionali e subregionali sicure e competitive e le necessarie riforme settoriali volte ad aprire i mercati sono essenziali per promuovere il commercio, migliorare la competitività delle esportazioni dei partner mediterranei e agevolare l'accesso di beni, servizi e risorse energetiche ai rispettivi mercati. 16. La riunione ministeriale di Napoli dovrebbe accogliere con favore gli sviluppi nel settore, in particolare le priorità energetiche per gli anni 2003-2006 concordate ad Atene, ed incoraggiare le iniziative prese in tale occasione riguardo al mercato dell'elettricità del Maghreb, al gruppo di lavoro tripartitico tra Israele, l'Autorità palestinese e la Commissione europea sulle interconnessioni energetiche e alla necessità di fornire al Forum euromediterraneo dell'energia un sostegno logistico ad hoc. 17. Per quanto riguarda la cooperazione sui trasporti, a Napoli i ministri dovrebbero compiacersi dei progressi ottenuti finora, in particolare i lavori in corso nell'ambito del progetto di trasporto euromediterraneo, che dovrebbe definire una rete d'infrastrutture di trasporto regionale e identificare un elenco di progetti prioritari. I ministri dovrebbero inoltre sostenere l'avvio anticipato di nuovi progetti regionali in materia di sicurezza marittima e navigazione mediante satellite (GALILEO) e accogliere con favore l'inizio delle discussioni su questioni di trasporto aereo nel quadro del Forum euromediterraneo dei trasporti. 18. L'incontro dovrebbe accogliere con favore i progressi ottenuti nella creazione di un'infrastruttura di comunicazione euromediterranea per la ricerca e l'istruzione (EUMEDCONNECT). I ministri dovrebbero confermare l'importanza dell'uso razionale ed economico dell'acqua nella regione e incoraggiare l'ulteriore approfondimento della cooperazione regionale e subregionale in materia, anche attraverso la componente mediterranea dell'iniziativa dell'UE sull'acqua. Dovrebbero sottolineare la necessità di prendere adeguatamente in considerazione i progetti di interconnessione fra infrastrutture nel quadro del nuovo strumento di prossimità e 8 inoltre confermare che è opportuno promuovere fortemente la cooperazione subregionale in questo contesto, in particolare nel Maghreb. 19. I ministri dovrebbero sottolineare la necessità di attuare politiche per la protezione ambientale e lo sviluppo sostenibile. Ciò dovrebbe avvenire conformemente alla dichiarazione scaturita dall'incontro euromediterraneo dei ministri dell'Ambiente tenutosi ad Atene nel luglio 2002 e al piano di attuazione del Vertice mondiale di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile. L'ambiente dovrebbe essere inserito in tutti i settori del partenariato. PARTENARIATO SOCIALE, CULTURALE E UMANO 20. In materia di dialogo interculturale l'incontro ministeriale dovrebbe decidere di consolidare i risultati del partenariato rafforzando gli strumenti e i programmi regionali attuali e, nel contempo, garantire il lancio di nuovi strumenti, il principale dei quali è la Fondazione Euromed, che sarà l'aspetto più visibile delle attività in questo campo. 21. I ministri dovrebbero compiacersi del successo dell'attuazione dei programmi in corso: Patrimonio Euromed entrato nella terza fase nel 2003, Euromed Audiovisivo che prepara la seconda fase, Euromed Gioventù che prepara la terza fase e infine il lancio della Piattaforma Gioventù Euromed che sostiene il dialogo fra i rappresentanti dei giovani e i governi sulle politiche a favore dei giovani. 22. La creazione della Fondazione Euromed per promuovere il dialogo fra culture e civiltà dovrebbe essere ultimata a Napoli. Il lancio di questo nuovo strumento indipendente manderà un chiaro messaggio d'impegno per un vasto dialogo interculturale euromediterraneo. La Fondazione dovrebbe diventare un catalizzatore di tutte le iniziative per aumentare il dialogo e la comprensione comune. La sua organizzazione, come rete di reti con una struttura amministrativa leggera, consentirà un dialogo regolare, segnatamente fra circoli culturali all'esterno dei forum diplomatici e culturali officiali. I partner dovrebbero confermare la loro disponibilità a fornire notevoli contributi finanziari al fine di garantire il successo del lancio. 23. La relazione del Gruppo ad alto livello del Presidente Prodi (“Gruppo dei saggi”) presentata in ottobre ad Alessandria d'Egitto contribuirà a definire i principi essenziali del dialogo fra popoli e culture della regione che dovrebbe guidare il lavoro della Fondazione. 24. I ministri dovrebbero rilevare i progressi ottenuti nell'attuazione del programma regionale in materia di giustizia, polizia e migrazione. Per la prima volta nel quadro del partenariato, esperti e professionisti dei paesi euromediterranei lavoreranno insieme alla cooperazione giudiziaria, alla lotta contro il terrorismo, la droga e il crimine organizzato e a un approccio congiunto sulla migrazione. I partner dovrebbero garantire il pieno sostegno a questa prima esperienza concreta di lavoro di squadra, sulla formazione dei giudici e delle forze di polizia e sullo sviluppo di uno strumento comune di osservazione e analisi dei flussi migratori nel Mediterraneo. Se avranno successo, queste azioni potrebbero migliorare notevolmente il partenariato in questi settori sensibili e forse portare a un programma più ambizioso in futuro. 9 25. I ministri potrebbero riaffermare l'importanza della migrazione ed esprimere il parere che, se gestita con attenzione, la migrazione può essere un fattore positivo per la crescita socioeconomica dell'intera regione. Il dialogo e la cooperazione sulla migrazione avviati con alcuni partner mediterranei dovrebbero essere estesi a tutti e riguardare le cause fondamentali della migrazione nonché le possibilità di promuovere la migrazione legale e di lottare contro quella illegale. Sono in corso negoziati formali tra la CE e il Marocco in materia di riammissione. Questo dovrebbe avvenire anche con altri partner. Il successo in questa materia delicata, che deve far parte di una strategia globale sulla migrazione, dipende da un approccio globale bilanciato sulla migrazione, che non si concentri soltanto sulle disposizioni tecniche. I ministri dovrebbero confermare un approccio che coniughi le preoccupazioni in materia di sicurezza e la gestione dei flussi migratori, da un lato, e l'integrazione sociale dei migranti, dall'altro. 26. I ministri dovrebbero concordare di intensificare gli sforzi per l'istruzione quale strumento di base per il dialogo interculturale e la comprensione reciproca. A livello regionale, i programmi UE da poco aperti ai partner mediterranei rappresentano un passo importante in tale direzione. L'estensione di Tempus ai partner mediterranei rafforzerà la cooperazione nell'istruzione superiore e nella formazione professionale post-secondaria e consentirà alle autorità di proporre azioni strutturali specifiche. La conferenza di Alessandria d'Egitto sulla cooperazione nell'istruzione superiore e sul dialogo interculturale nel Mediterraneo segna formalmente il lancio del programma ed ha riunito rappresentanti accademici e politici dell'Unione europea e dei partner mediterranei per discutere le prospettive di sviluppo della cooperazione sull'istruzione superiore e sul dialogo interculturale, conformemente al nuovo quadro politico di vicinato. I programmi Netd@ys ed eSchola per il miglioramento dell'uso di nuove tecnologie nell'insegnamento primario e secondario contribuiscono a migliorare il settore. I ministri dovrebbero inoltre sostenere gli sforzi dei prossimi programmi regionali in materia di formazione e sul ruolo delle donne nella vita economica. 27. I ministri dovrebbero altresì compiacersi del crescente ruolo della società civile nel processo di Barcellona. Oltre alla partecipazione della società civile ai programmi culturali di Barcellona, l'incontro dovrebbe rilevare i risultati ottenuti dal Civil Forum di Napoli che si terrà prima di Barcellona VI. Nell'ambito di tale forum, le organizzazioni della società civile dovrebbero essere in grado di concordare il modo per garantire la continuità e la coerenza delle loro attività e così aumentare l'efficacia della loro influenza sul partenariato. CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI 28. Il Piano d'azione di Valencia adottato dai ministri euromediterranei il 23 aprile 2002 ha costituito il quadro delle attività del partenariato dell'ultimo anno e mezzo. Per consolidare i risultati occorre adottare importanti decisioni e nuove iniziative. 29. L'obiettivo comune del partenariato è un Mediterraneo meridionale stabile e più prospero, in stretta interdipendenza benefica con l'Europa. La politica sull'Europa ampliata dovrebbe contribuire a fornire all'Unione un nuovo impeto per raggiungere gli obiettivi della dichiarazione di Barcellona. La politica sosterrà gli sforzi dei partner mediterranei per garantire la coesione sociale e il dinamismo economico e per fare grandi progressi nell'attuazione delle riforme politiche, istituzionali ed 10 economiche necessarie per trarre i frutti del libero scambio. I piani d'azione nazionali dell'Europa ampliata fungeranno da catalizzatori e renderanno più dinamico e ambizioso il processo di Barcellona. 30. Conformemente a questi obiettivi, la Commissione raccomanda ai ministri riuniti nella conferenza di Napoli di adottare le decisioni e iniziative seguenti. Queste azioni possono essere adottate con l'attuale quadro di bilancio e non comportano la necessità di avere nuove risorse nell'ambito delle attuali prospettive finanziarie. Raccomandazione 1 I ministri dovrebbero riaffermare il loro impegno nei confronti del processo di Barcellona quale quadro della cooperazione per garantire la solidarietà tra l'UE e i suoi vicini meridionali al fine di promuovere la riforma politica ed economica per la sicurezza e la stabilità. Raccomandazione 2 I ministri dovrebbero compiacersi dell'introduzione della nuova politica di vicinato dell'Europa ampliata e convenire che dovrebbe essere utilizzata per imprimere un nuovo dinamismo per raggiungere gli obiettivi degli accordi di associazione e del processo di Barcellona in tutti i settori. Raccomandazione 3 Dovrebbe essere proseguito il dialogo politico e sulla sicurezza e dovrebbero essere concordate nuove misure di creazione di partenariati in materia di sicurezza con i partner interessati. Il dialogo dovrebbe portare al coinvolgimento dei partner mediterranei in numerose attività PESD e azioni complementari, in particolare la creazione di reti fra autorità di protezione civile e l'eventuale formazione in gestione delle crisi. Raccomandazione 4 I ministri dovrebbero sostenere l'approccio proposto dalla comunicazione della Commissione "Imprimere un nuovo impulso alle azioni dell'UE coi partner mediterranei nel campo dei diritti umani e della democratizzazione" ed incoraggiarne l'attuazione congiunta da parte dell'UE e di ciascun partner mediterraneo. Raccomandazione 5 I ministri dovrebbero essere in grado di includere una nuova assemblea parlamentare euromediterranea, in veste consultiva, nel quadro del processo di Barcellona. Raccomandazione 6 I ministri dovrebbero concordare le iniziative necessarie da prendere per completare la zona di libero scambio: aumento della liberalizzazione reciproca degli scambi in agricoltura e servizi, ratifica degli accordi di associazione in sospeso, sostituzione dei protocolli sulle norme di origine da parte del protocollo paneuromediterraneo, entrata in vigore dell'accordo di Agadir. Gli elementi iniziali dovrebbero esistere già al momento dell'adesione all'UE dei nuovi Stati membri il 1° maggio 2004. 11 Raccomandazione 7 Conformemente alla decisione che prenderanno i ministri dell'UE, i partner dovrebbero decidere misure adeguate per potenziare gli investimenti privati e il settore privato nei paesi partner, tenendo presente la raccomandazione della Commissione sul FEMIP (vedi COM(2003) 587 def. del 15.10.2003). Raccomandazione 8 Al fine di accrescere il sostegno alla creazione di innovazione e alla ricerca nell'area mediterranea, i partner dovrebbero cercare di rafforzare le sinergie tra gli strumenti UE, come MEDA e il programma quadro per la ricerca e lo sviluppo. Raccomandazione 9 I partner dovrebbero confermare il loro sostegno attivo allo sviluppo delle infrastrutture della regione, in particolare attuando le necessarie riforme settoriali volte ad aprire progressivamente i mercati e incoraggiare gli investimenti privati. Dovrebbero inoltre sottolineare il ruolo della cooperazione subregionale a questo proposito. Raccomandazione 10 La sostenibilità dovrebbe essere integrata in tutti i settori del partenariato attraverso un approccio adeguato; la componente mediterranea dell'iniziativa UE sull'acqua dovrebbe essere sviluppata. Raccomandazione 11 I partner dovrebbero confermare la disponibilità a fornire contributi finanziari adeguati per la creazione della Fondazione euromediterranea per il dialogo tra le culture e le civiltà e concordare le modalità per darle vita. Raccomandazione 12 Dovrebbe essere sottolineata l'importanza dell'aumento degli sforzi congiunti in materia di istruzione quale strumento di base per il dialogo e la comprensione reciproca. Raccomandazione 13 I partner dovrebbero compiacersi dei progressi sul programma regionale riguardante la giustizia, la lotta contro il terrorismo, la droga, il crimine organizzato e la cooperazione nel settore della migrazione, e auspicare che vi sia un ulteriore sviluppo di detta cooperazione. 12