COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
Bruxelles, 15.10.2003
COM(2003) 610 definitivo
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE
AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO
per preparare il VI incontro euromediterraneo dei ministri degli Esteri, Napoli,
2-3 dicembre 2003 (Barcellona VI)
INTRODUZIONE
1.
Durante il 6° incontro, organizzato a Napoli, i ministri degli Esteri del partenariato
euromediterraneo vorranno rivolgere un messaggio che sottolinea gli interessi
comuni, i valori condivisi e la solidarietà fra l'Europa e i suoi vicini meridionali;
riaffermare l'interesse congiunto di rafforzare la sicurezza e la stabilità nella regione;
e garantire che il fondamentalismo estremo e il terrorismo non possano intralciare i
progressi in materia di riforme politiche ed economiche. Promuovere il dialogo e la
cooperazione per migliorare la comprensione reciproca corrisponde all'obiettivo
principale del processo di Barcellona. Il partenariato rappresenta il modo migliore
per affrontare le sfide che si trovano di fronte tutti i partner, che si tratti di minacce
alla sicurezza, problemi e opportunità posti dalla migrazione, globalizzazione
economica o ambiente. Quell'obiettivo, che è sempre stato al centro del processo, è
ancora più pertinente nelle attuali circostanze.
2.
Oltre al messaggio politico di solidarietà, i ministri desidereranno esaminare i
progressi ottenuti dal partenariato e concludere i lavori su tre questioni specifiche:
– L'assemblea parlamentare euromediterranea
– Una Banca euromediterranea controllata dalla BEI o uno strumento di
prestito BEI potenziato per gli investimenti euromediterranei
– La Fondazione euromediterranea per il dialogo tra le culture
L'accordo su tali questioni favorirà una maggiore cooperazione politica, un sostegno
più mirato per la riforma economica e lo sviluppo del settore privato, nonché
iniziative per promuovere il dialogo e la comprensione interculturali. Tutte e tre
sposteranno il fulcro del partenariato ancora di più verso la società civile,
producendo così risultati pertinenti per la gente comune.
Per quanto riguarda i metodi di lavoro, il Piano d'azione di Valencia, concordato
dai ministri degli Esteri nella riunione dell'aprile 2002 e riveduto nell'incontro
ministeriale intermedio di Creta, contiene gli impegni globali più recenti per
sviluppare il partenariato. I ministri dovrebbero nuovamente fare il punto sui
progressi e fornire orientamenti per il lavoro futuro, conformemente a quanto
delineato nella presente comunicazione.
3.
I ministri dovrebbero inoltre esaminare i progressi in materia di attuazione della
nuova politica di vicinato dell'Europa ampliata, la cui importanza è sottolineata
nel progetto di trattato costituzionale, e discutere come essa può rafforzare la
cooperazione mediante l'acquis del processo di Barcellona. Tale politica dovrebbe
dare all'Unione un nuovo impeto per contribuire a raggiungere gli obiettivi della
dichiarazione di Barcellona. All'incontro la Commissione presenterà un documento
distinto su questa materia, comprese le prospettive per il Nuovo strumento di
prossimità, che pertanto non è discusso nei dettagli nella presente comunicazione.
PARTENARIATO POLITICO E DI SICUREZZA
4.
In previsione dell'incontro di Napoli sarebbe opportuno uno sforzo concertato per
dare maggiore sostanza alla cooperazione politica e sulla sicurezza. Bisogna
riconoscere che si dovrebbe continuare ad evitare collegamenti diretti tra il processo
2
di pace in Medio Oriente e il processo di Barcellona, ma che è indubbiamente vero
che gli sviluppi positivi verificatisi, di tanto in tanto, nel primo hanno contribuito
fortemente a creare un'atmosfera più positiva per eventuali progressi nel secondo. È
vero anche il contrario, in particolare in materia di cooperazione politica e sulla
sicurezza. Tutti i partner devono pertanto riconoscere il loro interesse nell'attuare il
Tracciato (Road Map) e tornare ai negoziati.
5.
L'attuale dialogo politico e sulla sicurezza fra alti funzionari dovrebbe pertanto
proseguire e prefiggersi di concordare ulteriori misure per la creazione di partenariati
in materia di sicurezza; se necessario, tali misure potrebbero prevedere la
partecipazione di un numero limitato di partner ma essere aperte ad altri in seguito.
Gli incontri ad hoc sul terrorismo dovrebbero portare a creare una rete di contatti a
fini di preallarme e scambio d'informazioni tra i partner che lo desiderano. La
restante cooperazione in materia di terrorismo avverrà nell'ambito di programmi
regionali e bilaterali di formazione e assistenza tecnica per migliorare la capacità di
lottare contro il terrorismo nonché altre forme di crimine organizzato, fermo restando
il rispetto dei diritti umani e della democrazia.
6.
L'avvio della cooperazione nell'ambito della PESD (Politica europea di sicurezza e
difesa) deve essere accolto favorevolmente. Il dialogo con il Comitato politico e di
sicurezza dell'UE e a livello di esperti può rappresentare uno strumento utilizzabile
nell'ambito del processo di Barcellona. Tale dialogo dovrebbe contribuire a
familiarizzare i partner mediterranei con gli obiettivi e gli strumenti della PESD e
portarli gradualmente a partecipare a numerose attività PESD. Dovrebbe riflettere il
fatto che alcuni partner mediterranei collaborano già con l'UE in attività di
mantenimento della pace (Balcani, Africa) sotto l'egida dell'ONU, al fine di allargare
la partecipazione in futuro. Un notevole contributo alla creazione di partenariati
verrebbe da ulteriori misure complementari, come la formazione di civili per la
gestione delle crisi, la cooperazione tra autorità di protezione civile (proseguimento
del progetto sulla gestione delle calamità, se la valutazione dei risultati sarà
soddisfacente) e formazione di personale civile e militare sull'assistenza umanitaria
post-conflitto. L'UE dovrebbe adoperarsi per rendere i partner consapevoli delle
opportunità e incoraggiarli a partecipare individualmente o in gruppo a future
operazioni PESD. La Commissione è disposta a svolgere il proprio ruolo per
agevolare la cooperazione.
7.
La cooperazione sul rispetto dei diritti umani e della democrazia è essenziale per il
successo del partenariato. La Commissione ha già spiegato in modo completo e
preciso come ritiene che dovrebbero essere ottenuti progressi in materia1. Propone di
basarsi sul dialogo con i partner per concordare piani d'azione congiunti, che
delineerebbero i mezzi per attuare efficacemente gli impegni decisi dai partner a
livello internazionale mediante la regolamentazione e la legislazione nazionali.
Questi piani potrebbero ottenere il sostegno finanziario di MEDA. Inoltre, i partner
disposti ad attuare tali piani riceverebbero un'indennità nelle assegnazioni nazionali
di MEDA. La riunione ministeriale dovrebbe essere in grado di sostenere questo
approccio e di accogliere con favore i progressi ottenuti dalla Commissione e dai
partner nel dar vita a tali piani d'azione.
1
Comunicazione della Commissione "Imprimere un nuovo impulso alle azioni dell'UE coi partner
mediterranei nel campo dei diritti umani e della democratizzazione - Documento d'orientamento
strategico" COM(2003) 294 def. del 21.5.2003.
3
8.
Infine, nell'ambito della cooperazione politica e sulla sicurezza, si auspica che i
ministri potranno includere nel quadro del processo di Barcellona una nuova
Assemblea parlamentare euromediterranea, con funzione consultiva. A tal fine la
Commissione esorta il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali dei partner
euromediterranei a giungere a un accordo.
PARTENARIATO ECONOMICO E FINANZIARIO
ZONA DI LIBERO SCAMBIO
9.
La dichiarazione di Barcellona indica il 2010 come termine previsto per la creazione
della Zona di libero scambio euromediterranea. La zona di libero scambio viene
creata per mezzo dello smantellamento tariffario nel quadro degli accordi di
associazione (AA) euromediterranei e di accordi fra i partner mediterranei stessi.
L'obiettivo per gli scambi in agricoltura e nei servizi è la progressiva
liberalizzazione. A metà strada dei 15 anni previsti, la situazione globale del libero
scambio può essere così sintetizzata:
· Nord-Sud. Sono stati firmati accordi fra l'UE e 11 dei 12 partner, due dei quali
(Cipro e Malta) sono paesi in via di adesione. È in corso di attuazione un accordo
di unione doganale con la Turchia, paese candidato. Sono in vigore accordi con
Tunisia, Israele, Marocco, Giordania e Autorità palestinese2. In attesa della
ratifica e dell'entrata in vigore di accordi completi, il Libano ha firmato un
accordo interinale e l'Egitto potrebbe fare lo stesso prossimamente. L'Algeria
finora ha rifiutato di firmare un accordo interinale. Sono in corso negoziati per un
accordo di associazione con la Siria. Il termine dei periodi di transizione per lo
smantellamento tariffario varia dal 2008 (Tunisia) al 2014 (Libano). Per l'Egitto e
l'Algeria il periodo di transizione durerà oltre il 2014.
· Sud-Sud. Una grande proliferazione di accordi scollegati e caratterizzati da poca
coerenza, periodi di transizione, settori contemplati e norme di origine diversi,
non ha consentito di valorizzare la dimensione Sud-Sud della Zona di libero
scambio euromediterranea. Nonostante gli sforzi continui, la Turchia non è stata
in grado di concludere accordi con altri partner mediterranei tranne che con
Israele, con cui ha un accordo dal 1997. L'Accordo di Agadir (Egitto, Giordania,
Marocco e Tunisia) sembra essere un'iniziativa promettente per rimediare alla
mancanza di progressi del libero scambio Sud-Sud, ma non è stato ancora firmato
dopo essere stato siglato nel gennaio scorso. Occorre incoraggiare i partner a
garantire che esso evolva verso disposizioni specifiche e tangibili sulla
liberalizzazione degli scambi e sia attuato efficacemente. L'accordo dovrebbe
essere firmato in tempo per poter entrare in vigore prima dell'adesione all'UE dei
nuovi Stati membri. Per la sua attuazione è stato approvato un programma di
sostegno finanziato da MEDA.
· Cumulo diagonale. Nel luglio 2003 la conferenza euromediterranea dei ministri
del Commercio ha deciso di estendere ai partner mediterranei il sistema del
cumulo dell'origine paneuropeo. Il cumulo diagonale fra tre o più paesi aventi
2
L'accordo con l'Autorità palestinese è interinale.
4
accordi di libero scambio sarà possibile dopo l'inclusione del nuovo modello di
protocollo d'origine negli accordi di associazione.
Gli elementi della zona di libero scambio previsti dalla dichiarazione di Barcellona
vengono così attuati costantemente, anche se il ritmo è più lento di quanto sperato,
specialmente per quanto riguarda gli scambi Sud-Sud. In pratica il processo è già
irreversibile.
10.
In questo contesto vanno considerate le nuove iniziative seguenti per approfondire ed
estendere la zona di libero scambio euromediterranea:
· Ulteriore liberalizzazione reciproca del commercio dei prodotti agricoli. Tutti
gli accordi di associazione contengono disposizioni per l'ulteriore liberalizzazione
del commercio in materia di agricoltura e pesca. Finora sono stati conclusi
protocolli addizionali sull'ulteriore liberalizzazione agricola con due paesi
(Tunisia e Israele), mentre le discussioni sono in fase avanzata col Marocco.
Nell'accordo con il Libano vi è un approccio più aperto sulla liberalizzazione
agricola, basato su un elenco negativo di prodotti soggetti a restrizioni, invece che
su un elenco positivo di prodotti totalmente o parzialmente liberalizzati.
In seguito a quanto raccomandato dal piano d'azione di Valencia, la Commissione
ha avviato uno studio dell'impatto della liberalizzazione degli scambi in
agricoltura, che dovrebbe essere ultimato entro la fine dell'anno. La riforma della
PAC adottata il 26 giugno 2003 e i negoziati dell'Agenda di sviluppo di Doha
apriranno nuove opportunità per un miglior accesso al mercato UE. L'obiettivo del
completamento della zona di libero scambio euromediterranea dovrebbe essere
proseguire l'approccio esistente per accelerare la liberalizzazione reciproca
progressiva.
L'ulteriore liberalizzazione progressiva in agricoltura dovrebbe andare di pari
passo con uno sviluppo rurale globale ed equilibrato dei partner mediterranei e
con la protezione della sicurezza dei consumatori nella zona di libero scambio
euromediterranea. Un mercato agricolo UE più aperto offrirà nuovi sbocchi alle
esportazioni dei partner mediterranei. Il processo di liberalizzazione dovrebbe
essere coerente con l'uso sostenibile delle scarse risorse idriche e con la
protezione ambientale, che saranno discussi nel prossimo vertice dei ministri
dell'Agricoltura a Venezia. Inoltre, la Commissione europea sta effettuando una
valutazione dell'impatto sulla sostenibilità della zona di libero scambio.
· Libero scambio di servizi. Gli AA euromediterranei differiscono molto nelle
disposizioni riguardanti i servizi. Alcuni contengono disposizioni sul diritto di
stabilimento e presenza commerciale (Giordania, Algeria), mentre in altri vi sono
clausole dette di rendez-vous per l'ulteriore liberalizzazione dei servizi (Marocco,
Tunisia, Libano, Giordania). La conferenza dei ministri del Commercio di
Palermo ha adottato un approccio regionale secondo cui dovrebbe essere
concordato un protocollo quadro con i partner quale base per avviare negoziati
bilaterali.
· Integrazione regionale. Le dogane hanno un importante ruolo nell'agevolare il
commercio legittimo. A Palermo, i ministri del Commercio hanno adottato una
serie di misure in materia di semplificazione delle procedure doganali. Ora spetta
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ai paesi mediterranei attuare le misure, di cui beneficeranno gli operatori
economici e le amministrazioni doganali.
Oltre che dalla semplificazione delle procedure, la liberalizzazione del commercio
dipende anche dalla convergenza delle regolamentazioni tecniche e delle
disposizioni relative alla libera circolazione delle merci. A Palermo, i ministri del
Commercio hanno lanciato una nuova iniziativa sul ravvicinamento della
legislazione in materia di norme, regolamentazioni tecniche e procedure di
valutazione della conformità, che costituisce un passo essenziale verso la
creazione della zona di libero scambio. L'obiettivo sarebbe concludere con le parti
interessate accordi che consentano la libera immissione sul mercato interno di
determinati prodotti, senza ulteriori test e certificazioni.
· Libero scambio multilaterale. Altri partner dovrebbero aderire dopo la firma
dell'Accordo di Agadir. Anche i partner mediterranei sono incoraggiati ad
avanzare verso il libero scambio fra di loro. Ciò comporta la firma e la messa in
atto quanto prima di veri e propri accordi di libero scambio tra i partner
mediterranei, al fine di rispettare l'impegno comune per una zona di libero
scambio euromediterranea globale nel 2010. Anche gli altri partner mediterranei
dovrebbero essere incoraggiati a rispondere positivamente alle iniziative della
Turchia per concludere accordi di libero scambio.
Queste proposte potrebbero consentire ai ministri di giungere a un accordo sulle
iniziative seguenti per completare la zona di libero scambio.
AZIONI PER COMPLETARE LA CREAZIONE DELLA ZONA DI LIBERO
SCAMBIO EUROMEDITERRANEA
a)
Entro il 1° maggio 2004, quando aderiranno all'UE i dieci nuovi Stati membri,
dovrebbero essere ratificati tutti gli accordi di associazione euromediterranei già firmati,
dovrebbe essere firmato e ratificato l'Accordo di Agadir e dovrebbero terminare i negoziati
con la Siria. Il protocollo sulle norme di origine contenuto in tutti gli accordi dovrebbe essere
sostituito dal protocollo paneuromediterraneo.
b)
Lo studio sull'impatto della liberalizzazione del commercio agricolo dovrebbe essere
terminato entro il dicembre 2003. Conformemente alle sue conclusioni, la Commissione
dovrebbe essere invitata a proporre nella prima metà del 2004 un tracciato (road map) preciso
per far tesoro delle intese esistenti per raggiungere un più alto livello di liberalizzazione
reciproca progressiva.
c)
Dovrebbero essere messi a punto con i partner mediterranei programmi di
cooperazione sull'assistenza tecnica e la formazione al fine di promuovere la convergenza di
regolamentazioni e norme con quelle del mercato interno dell'UE.
d)
Il prossimo incontro dei ministri del Commercio nel 2004 esaminerà i progressi
ottenuti riguardo alla liberalizzazione degli scambi di servizi in base all'approccio di Palermo.
La messa a punto di un protocollo quadro comune a tutti i paesi mediterranei fungerà da base
per garantire la coerenza. Dovrebbero quindi essere avviati negoziati bilaterali, riguardanti
sostanzialmente tutti i settori. Sebbene non siano escluse alcune differenze di ritmo e portata,
l'obiettivo ultimo è raggiungere una liberalizzazione omogenea nell'intera regione
euromediterranea.
6
e)
Il gruppo di lavoro sull'integrazione regionale dovrebbe presentare all'incontro dei
ministri del Commercio nel 2004 un rapporto di avanzamento sull'attuazione del piano
d'azione in materia di introduzione del libero scambio per i prodotti industriali. I programmi e
i progetti specifici di assistenza tecnica nella regione mediterranea dovrebbero essere usati per
sostenere il piano d'azione e in prospettiva la conclusione di accordi per la valutazione della
conformità.
f)
L'Accordo di Agadir dovrebbe essere esteso al altri partner mediterranei. Altri
partner mediterranei dovrebbero acconsentire di avviare il libero scambio con la Turchia.
PIÙ INVESTIMENTI PER PIÙ POSTI DI LAVORO
11.
Vi è un consenso generale sul fatto che la mancanza di sviluppo del settore privato
e di investimenti sufficienti nei paesi partner mediterranei ostacola fortemente la
possibilità di avere tassi di crescita maggiori e la creazione di posti di lavoro. L'UE
ritiene che la priorità nel sostegno agli investimenti dell'UE debba andare al settore
privato; nel marzo 2002 il Consiglio europeo di Barcellona ha deciso di intensificare
le attività della BEI creando uno strumento al suo interno (FEMIP), il quale ha
iniziato ad operare nel settembre 2002. La Commissione ha avviato una valutazione
d'impatto estesa del FEMIP, riguardante entrambe le opzioni attualmente
considerate, vale a dire mantenere il FEMIP o integrarlo in una società controllata
dalla BEI (vedi COM(2003) 587 def. del 15.10.2003). Un esame da parte del
Consiglio della futura scelta politica è previsto per il 25 novembre 2003. Tale esame
e il suo esito saranno elementi importanti per le conclusioni della conferenza di
Napoli.
12.
Senza giudicare anticipatamente le conclusioni del Consiglio, l'obiettivo principale
dovrebbe essere prestare maggiore attenzione al settore privato. I partner
mediterranei saranno in grado di sfruttare pienamente il libero scambio soltanto se vi
sarà una parallela accelerazione dello sviluppo del settore privato, che a sua volta
dipende dall'accelerazione delle riforme economiche. Gli investimenti privati
nazionali e stranieri dovrebbero diventare il principale motore di crescita e di
creazione di posti di lavoro della regione, la quale deve essere resa più attraente per
gli investitori dal mantenimento di un quadro macroeconomico stabile, da notevoli
riforme regolamentari e istituzionali e dal ravvicinamento alle migliori pratiche
internazionali. Il successo delle politiche economiche richiederà riforme più
audaci nei partner mediterranei. Sono previste l'adozione e l'attuazione di una
Carta euromediterranea per l'imprenditorialità come documento di riferimento per la
semplificazione delle politiche volte a sostenere la creazione e lo sviluppo delle PMI
e il miglioramento del clima commerciale. Tali questioni devono continuare ad
essere affrontate in profondità nelle strutture create nell'ambito della messa in atto
degli accordi di associazione e possono essere promosse ulteriormente nel contesto
dell'Europa ampliata.
13.
La ricerca e lo sviluppo tecnologico (RST) sono strumenti importanti per la stabilità
e la crescita economiche di tutti i paesi del bacino mediterraneo. L'UE dispone già di
accordi con Cipro, Israele, Malta e la Turchia, che li associano al programma quadro
RST. Recentemente sono stati firmati accordi con la Tunisia e il Marocco, mentre
sono in corso negoziati con l'Egitto, per accordi di cooperazione scientifica e
tecnologica.
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14.
L'apertura dello spazio di ricerca europeo (SRE) a tutti i partner mediterranei
rafforzerà l'integrazione regionale a breve termine e contribuirà a una crescita
sostenibile, alla creazione di posti di lavoro ad alto valore aggiunto e alla nascita di
economie competitive nella regione. L'obiettivo dell'SRE, aperto all'intera regione
mediterranea, è trasformare l'UE nella società della conoscenza più competitiva del
mondo, secondo gli obiettivi di Lisbona. La cooperazione dell'UE e dei suoi Stati
membri con i partner mediterranei in tale campo si è sviluppata a partire dalla
creazione del partenariato e svolge un ruolo catalizzatore per il successo della zona di
libero scambio. Sono pertanto necessarie sinergie tra diversi strumenti UE, come
MEDA e il programma quadro per la RST, per sostenere la ricerca e l'innovazione
nei partner mediterranei.
INTERCONNESSIONE DELLE INFRASTRUTTURE
15.
Per essere integrata e favorevole agli investimenti, la regione euromediterranea ha
bisogno di reti di telecomunicazione, trasporto ed energia efficienti. In seguito ai
risultati della conferenza euromediterranea dei ministri dell'Energia del 21 maggio
2003, le interconnessioni e le infrastrutture energetiche saranno discusse in una
conferenza a Roma alcuni giorni prima della conferenza di Napoli. Gli obiettivi sono
consolidare i legami esistenti, agevolare nuovi investimenti e sviluppare strategie
comuni e politiche coordinate. La presenza di infrastrutture regionali e subregionali
sicure e competitive e le necessarie riforme settoriali volte ad aprire i mercati sono
essenziali per promuovere il commercio, migliorare la competitività delle
esportazioni dei partner mediterranei e agevolare l'accesso di beni, servizi e risorse
energetiche ai rispettivi mercati.
16.
La riunione ministeriale di Napoli dovrebbe accogliere con favore gli sviluppi nel
settore, in particolare le priorità energetiche per gli anni 2003-2006 concordate ad
Atene, ed incoraggiare le iniziative prese in tale occasione riguardo al mercato
dell'elettricità del Maghreb, al gruppo di lavoro tripartitico tra Israele, l'Autorità
palestinese e la Commissione europea sulle interconnessioni energetiche e alla
necessità di fornire al Forum euromediterraneo dell'energia un sostegno logistico ad
hoc.
17.
Per quanto riguarda la cooperazione sui trasporti, a Napoli i ministri dovrebbero
compiacersi dei progressi ottenuti finora, in particolare i lavori in corso nell'ambito
del progetto di trasporto euromediterraneo, che dovrebbe definire una rete
d'infrastrutture di trasporto regionale e identificare un elenco di progetti prioritari. I
ministri dovrebbero inoltre sostenere l'avvio anticipato di nuovi progetti regionali in
materia di sicurezza marittima e navigazione mediante satellite (GALILEO) e
accogliere con favore l'inizio delle discussioni su questioni di trasporto aereo nel
quadro del Forum euromediterraneo dei trasporti.
18.
L'incontro dovrebbe accogliere con favore i progressi ottenuti nella creazione di
un'infrastruttura di comunicazione euromediterranea per la ricerca e l'istruzione
(EUMEDCONNECT). I ministri dovrebbero confermare l'importanza dell'uso
razionale ed economico dell'acqua nella regione e incoraggiare l'ulteriore
approfondimento della cooperazione regionale e subregionale in materia, anche
attraverso la componente mediterranea dell'iniziativa dell'UE sull'acqua. Dovrebbero
sottolineare la necessità di prendere adeguatamente in considerazione i progetti di
interconnessione fra infrastrutture nel quadro del nuovo strumento di prossimità e
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inoltre confermare che è opportuno promuovere fortemente la cooperazione
subregionale in questo contesto, in particolare nel Maghreb.
19.
I ministri dovrebbero sottolineare la necessità di attuare politiche per la protezione
ambientale e lo sviluppo sostenibile. Ciò dovrebbe avvenire conformemente alla
dichiarazione scaturita dall'incontro euromediterraneo dei ministri dell'Ambiente
tenutosi ad Atene nel luglio 2002 e al piano di attuazione del Vertice mondiale di
Johannesburg sullo sviluppo sostenibile. L'ambiente dovrebbe essere inserito in tutti i
settori del partenariato.
PARTENARIATO SOCIALE, CULTURALE E UMANO
20.
In materia di dialogo interculturale l'incontro ministeriale dovrebbe decidere di
consolidare i risultati del partenariato rafforzando gli strumenti e i programmi
regionali attuali e, nel contempo, garantire il lancio di nuovi strumenti, il principale
dei quali è la Fondazione Euromed, che sarà l'aspetto più visibile delle attività in
questo campo.
21.
I ministri dovrebbero compiacersi del successo dell'attuazione dei programmi in
corso: Patrimonio Euromed entrato nella terza fase nel 2003, Euromed
Audiovisivo che prepara la seconda fase, Euromed Gioventù che prepara la terza
fase e infine il lancio della Piattaforma Gioventù Euromed che sostiene il dialogo
fra i rappresentanti dei giovani e i governi sulle politiche a favore dei giovani.
22.
La creazione della Fondazione Euromed per promuovere il dialogo fra culture e
civiltà dovrebbe essere ultimata a Napoli. Il lancio di questo nuovo strumento
indipendente manderà un chiaro messaggio d'impegno per un vasto dialogo
interculturale euromediterraneo. La Fondazione dovrebbe diventare un catalizzatore
di tutte le iniziative per aumentare il dialogo e la comprensione comune. La sua
organizzazione, come rete di reti con una struttura amministrativa leggera, consentirà
un dialogo regolare, segnatamente fra circoli culturali all'esterno dei forum
diplomatici e culturali officiali. I partner dovrebbero confermare la loro disponibilità
a fornire notevoli contributi finanziari al fine di garantire il successo del lancio.
23.
La relazione del Gruppo ad alto livello del Presidente Prodi (“Gruppo dei saggi”)
presentata in ottobre ad Alessandria d'Egitto contribuirà a definire i principi
essenziali del dialogo fra popoli e culture della regione che dovrebbe guidare il
lavoro della Fondazione.
24.
I ministri dovrebbero rilevare i progressi ottenuti nell'attuazione del programma
regionale in materia di giustizia, polizia e migrazione. Per la prima volta nel quadro
del partenariato, esperti e professionisti dei paesi euromediterranei lavoreranno
insieme alla cooperazione giudiziaria, alla lotta contro il terrorismo, la droga e il
crimine organizzato e a un approccio congiunto sulla migrazione. I partner
dovrebbero garantire il pieno sostegno a questa prima esperienza concreta di lavoro
di squadra, sulla formazione dei giudici e delle forze di polizia e sullo sviluppo di
uno strumento comune di osservazione e analisi dei flussi migratori nel
Mediterraneo. Se avranno successo, queste azioni potrebbero migliorare
notevolmente il partenariato in questi settori sensibili e forse portare a un programma
più ambizioso in futuro.
9
25.
I ministri potrebbero riaffermare l'importanza della migrazione ed esprimere il
parere che, se gestita con attenzione, la migrazione può essere un fattore positivo per
la crescita socioeconomica dell'intera regione. Il dialogo e la cooperazione sulla
migrazione avviati con alcuni partner mediterranei dovrebbero essere estesi a tutti e
riguardare le cause fondamentali della migrazione nonché le possibilità di
promuovere la migrazione legale e di lottare contro quella illegale. Sono in corso
negoziati formali tra la CE e il Marocco in materia di riammissione. Questo dovrebbe
avvenire anche con altri partner. Il successo in questa materia delicata, che deve far
parte di una strategia globale sulla migrazione, dipende da un approccio globale
bilanciato sulla migrazione, che non si concentri soltanto sulle disposizioni tecniche.
I ministri dovrebbero confermare un approccio che coniughi le preoccupazioni in
materia di sicurezza e la gestione dei flussi migratori, da un lato, e l'integrazione
sociale dei migranti, dall'altro.
26.
I ministri dovrebbero concordare di intensificare gli sforzi per l'istruzione quale
strumento di base per il dialogo interculturale e la comprensione reciproca. A livello
regionale, i programmi UE da poco aperti ai partner mediterranei rappresentano un
passo importante in tale direzione. L'estensione di Tempus ai partner mediterranei
rafforzerà la cooperazione nell'istruzione superiore e nella formazione professionale
post-secondaria e consentirà alle autorità di proporre azioni strutturali specifiche. La
conferenza di Alessandria d'Egitto sulla cooperazione nell'istruzione superiore e sul
dialogo interculturale nel Mediterraneo segna formalmente il lancio del programma
ed ha riunito rappresentanti accademici e politici dell'Unione europea e dei partner
mediterranei per discutere le prospettive di sviluppo della cooperazione
sull'istruzione superiore e sul dialogo interculturale, conformemente al nuovo quadro
politico di vicinato. I programmi Netd@ys ed eSchola per il miglioramento dell'uso
di nuove tecnologie nell'insegnamento primario e secondario contribuiscono a
migliorare il settore. I ministri dovrebbero inoltre sostenere gli sforzi dei prossimi
programmi regionali in materia di formazione e sul ruolo delle donne nella vita
economica.
27.
I ministri dovrebbero altresì compiacersi del crescente ruolo della società civile nel
processo di Barcellona. Oltre alla partecipazione della società civile ai programmi
culturali di Barcellona, l'incontro dovrebbe rilevare i risultati ottenuti dal Civil
Forum di Napoli che si terrà prima di Barcellona VI. Nell'ambito di tale forum, le
organizzazioni della società civile dovrebbero essere in grado di concordare il modo
per garantire la continuità e la coerenza delle loro attività e così aumentare l'efficacia
della loro influenza sul partenariato.
CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI
28.
Il Piano d'azione di Valencia adottato dai ministri euromediterranei il 23 aprile
2002 ha costituito il quadro delle attività del partenariato dell'ultimo anno e mezzo.
Per consolidare i risultati occorre adottare importanti decisioni e nuove iniziative.
29.
L'obiettivo comune del partenariato è un Mediterraneo meridionale stabile e più
prospero, in stretta interdipendenza benefica con l'Europa. La politica sull'Europa
ampliata dovrebbe contribuire a fornire all'Unione un nuovo impeto per raggiungere
gli obiettivi della dichiarazione di Barcellona. La politica sosterrà gli sforzi dei
partner mediterranei per garantire la coesione sociale e il dinamismo economico e
per fare grandi progressi nell'attuazione delle riforme politiche, istituzionali ed
10
economiche necessarie per trarre i frutti del libero scambio. I piani d'azione
nazionali dell'Europa ampliata fungeranno da catalizzatori e renderanno più
dinamico e ambizioso il processo di Barcellona.
30.
Conformemente a questi obiettivi, la Commissione raccomanda ai ministri riuniti
nella conferenza di Napoli di adottare le decisioni e iniziative seguenti. Queste azioni
possono essere adottate con l'attuale quadro di bilancio e non comportano la
necessità di avere nuove risorse nell'ambito delle attuali prospettive finanziarie.
Raccomandazione 1
I ministri dovrebbero riaffermare il loro impegno nei confronti del processo di Barcellona
quale quadro della cooperazione per garantire la solidarietà tra l'UE e i suoi vicini meridionali
al fine di promuovere la riforma politica ed economica per la sicurezza e la stabilità.
Raccomandazione 2
I ministri dovrebbero compiacersi dell'introduzione della nuova politica di vicinato
dell'Europa ampliata e convenire che dovrebbe essere utilizzata per imprimere un nuovo
dinamismo per raggiungere gli obiettivi degli accordi di associazione e del processo di
Barcellona in tutti i settori.
Raccomandazione 3
Dovrebbe essere proseguito il dialogo politico e sulla sicurezza e dovrebbero essere
concordate nuove misure di creazione di partenariati in materia di sicurezza con i partner
interessati. Il dialogo dovrebbe portare al coinvolgimento dei partner mediterranei in
numerose attività PESD e azioni complementari, in particolare la creazione di reti fra autorità
di protezione civile e l'eventuale formazione in gestione delle crisi.
Raccomandazione 4
I ministri dovrebbero sostenere l'approccio proposto dalla comunicazione della Commissione
"Imprimere un nuovo impulso alle azioni dell'UE coi partner mediterranei nel campo dei
diritti umani e della democratizzazione" ed incoraggiarne l'attuazione congiunta da parte
dell'UE e di ciascun partner mediterraneo.
Raccomandazione 5
I ministri dovrebbero essere in grado di includere una nuova assemblea parlamentare
euromediterranea, in veste consultiva, nel quadro del processo di Barcellona.
Raccomandazione 6
I ministri dovrebbero concordare le iniziative necessarie da prendere per completare la zona di
libero scambio: aumento della liberalizzazione reciproca degli scambi in agricoltura e servizi,
ratifica degli accordi di associazione in sospeso, sostituzione dei protocolli sulle norme di
origine da parte del protocollo paneuromediterraneo, entrata in vigore dell'accordo di Agadir.
Gli elementi iniziali dovrebbero esistere già al momento dell'adesione all'UE dei nuovi Stati
membri il 1° maggio 2004.
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Raccomandazione 7
Conformemente alla decisione che prenderanno i ministri dell'UE, i partner dovrebbero
decidere misure adeguate per potenziare gli investimenti privati e il settore privato nei paesi
partner, tenendo presente la raccomandazione della Commissione sul FEMIP (vedi
COM(2003) 587 def. del 15.10.2003).
Raccomandazione 8
Al fine di accrescere il sostegno alla creazione di innovazione e alla ricerca nell'area
mediterranea, i partner dovrebbero cercare di rafforzare le sinergie tra gli strumenti UE, come
MEDA e il programma quadro per la ricerca e lo sviluppo.
Raccomandazione 9
I partner dovrebbero confermare il loro sostegno attivo allo sviluppo delle infrastrutture della
regione, in particolare attuando le necessarie riforme settoriali volte ad aprire
progressivamente i mercati e incoraggiare gli investimenti privati. Dovrebbero inoltre
sottolineare il ruolo della cooperazione subregionale a questo proposito.
Raccomandazione 10
La sostenibilità dovrebbe essere integrata in tutti i settori del partenariato attraverso un
approccio adeguato; la componente mediterranea dell'iniziativa UE sull'acqua dovrebbe essere
sviluppata.
Raccomandazione 11
I partner dovrebbero confermare la disponibilità a fornire contributi finanziari adeguati per la
creazione della Fondazione euromediterranea per il dialogo tra le culture e le civiltà e
concordare le modalità per darle vita.
Raccomandazione 12
Dovrebbe essere sottolineata l'importanza dell'aumento degli sforzi congiunti in materia di
istruzione quale strumento di base per il dialogo e la comprensione reciproca.
Raccomandazione 13
I partner dovrebbero compiacersi dei progressi sul programma regionale riguardante la
giustizia, la lotta contro il terrorismo, la droga, il crimine organizzato e la cooperazione nel
settore della migrazione, e auspicare che vi sia un ulteriore sviluppo di detta cooperazione.
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