Dipartimento di biotecnologie: da Verona un aiuto contro il diabete
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Dipartimento di biotecnologie: da Verona un aiuto contro il diabete
INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale SALUTE - DIABETOLOGIA - Aziende Eccellenti Diabete sport training Diabete, Sport e Volontariato A GDI (Coordinamento Nazionale Associazioni Giovani con Diabete) pone in cima alle sue priorità la qualità della vita dei bambini e ragazzi con DM1. Diabete Sport Training è un progetto sostenuto dalla Fondazione Vodafone Italia con lo scopo di avvicinare i giovani con DM1 all’attività fisica e confermare i benefici che essa apporta al controllo metabolico. Equipe mediche e preparatori atletici professionisti hanno seguito oltre 1100 giovani in 8 campi di educazione sportiva su tutto il territorio nazionale fornendo ai ragazzi la necessaria formazione per poter praticare attività fisica in sicurezza. A presentare il diabete ai bambini all’esordio ci pensa “Lino”, un orsetto di peluche con fasce colorate nelle zone del corpo dove praticare le iniezioni d’insulina. Anche la Scuola è al centro dell’azione di AGDI e il “Documento Strategico per l’inserimento del bambino con DM1 a scuola” redatto con il MIUR e il MIN SALUTE ne è la testimonianza. Per saperne di più visita www.agditalia.it L’impegno di AstraZeneca Al via Campagna di Informazione sul in diabetologia diabete infantile: serve la diagnosi precoce C on 387 milioni di persone colpite nel mondo e 537 mila decessi tra gli adulti in Europa nel 2014, il diabete costituisce un’emergenza sanitaria mondiale che impone un progetto di lungo termine. Per questo motivo il diabete rappresenta un pilastro fondamentale nella strategia di investimento in Ricerca & Sviluppo di AstraZeneca per la scoperta di nuove terapie che possano migliorare le condizioni di vita dei pazienti e ridurre il peso della malattia. L’azienda oggi vanta un portafoglio unico di farmaci innovativi ed è la prima che offre terapie in 3 nuove classi di trattamenti, gli inibitori del DPP4, gli agonisti del recettore del GLP-1 e gli inibitori del SGLT-2. In particolare, in queste ultime classi, ci sono alcune molecole che hanno dimostrato risultati positivi su diversi parametri di controllo metabolico (glicemia, pressione, peso corporeo). Dipartimento di biotecnologie: da Verona un aiuto contro il diabete Brevettato il modo per produrre un vaccino che potrebbe prevenire il diabete autoimmune (di tipo 1) I l Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, negli anni, si è contraddistinto tra le realtà più attive nell’ambito della ricerca e della sperimentazione per la lotta contro il diabete autoimmune. Non è un caso, quindi, che, proprio all’interno dell’ateneo veneto sia stato brevettato il sistema per produrre un vaccino che ha lo scopo di prevenire tale malattia su quella parte di popolazione definita “a rischio”. Il dato importante è che tale azione viene attuata prima che si sviluppi la malattia. Un passo avanti fondamentale per la lotta contro il diabete. Il risultato è stato raggiunto tramite l’utilizzo di piante transgeniche di tabacco, sfruttate per la pro- duzione della molecola GAD65, utile alla prevenzione. È proprio da questa scoperta che Mario Pezzotti e Linda Avesani, docenti a Verona, con Alberto Falorni dell’Università di Perugia, hanno fondato uno spin off universitario denominato “Officina Biotecnologica”: “In questo incubatore abbiamo realizzato un sistema per produrre in maniera sostenibile questo potenziale vaccino. Sono tuttavia richiesti ulteriori fondi indispensabili per la realizzazione del prodotto finale”, spiega Linda Avesani. Esperimenti condotti da Officina Biotecnologica dimostrano che è possibile, servendosi di piante transgeniche, produrre tale molecola a costi molto più La Dott.ssa Linda Avesani e il Prof. Mario Pezzotti competitivi rispetto ai sistemi convenzionali. “Dopo 10 anni di ricerche abbiamo verificato la fattibilità di produzione del vaccino in sistemi vegetali grazie a finanziamenti dell’Ateneo veronese, del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca scientifica e della comunità europea”. Ma non è tutto. All’interno del dipartimento si sta sviluppando un altro progetto legato al molecular farming (ovvero l’ utilizzo di piante geneticamente modificate per la produzione di molecole di interesse farmaceutico) per la diagnosi e la terapia dell’artrite reumatoide e della sindrome Sjogren. Su quest’ultimo caso, recentemente, è stato prodotto dai ricercatori veronesi del team “Diamante” (www.diamante.tech) un kit diagnostico che ha conquistato il Premio Nazionale Innovazione nel 2015 a Cosenza. P arte nel mese di gennaio 2016 la Campagna Nazionale di Informazione per promuovere la diagnosi precoce del diabete infantile, che colpisce circa 20.000 bambini in Italia e la cui diffusione è raddoppiata negli ultimi 15 anni. È di grande importanza che genitori ed insegnanti, ma anche i pediatri di famiglia, riconoscano al più presto i sintomi dell’esordio della malattia: la disidratazione del bambino, con urina abbondante e di conseguenza sete costante, oltre ad eventuale dimagrimento. Sintomi, questi, che possono aggravarsi fino ad un quadro clinico di chetoacidosi, la grave complicanza che può essere fatale ai bambini a causa delle lesioni cerebrali che può provocare. Promuovere la diagnosi precoce del diabete infantile è quindi indispensabile per evitare che i bambini arrivino in Pronto Soccorso in condizioni critiche. L’iniziativa è a cura di SIEDP, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, con il contributo non condizionato di Bayer Diabetes Care Division: prevede la distribuzione di materiale informativo nelle scuole di tutta Italia oltre che presso gli studi di 10.000 pediatri di famiglia. In programma anche la trasmissione periodica di una newsletter informativa. Questa Campagna di Informazione rappresenta uno strumento pratico per aiutare subito i genitori dei bimbi affetti da diabete infantile ma anche il pediatra di famiglia. L’apposizione della locandina nei loro ambulatori fornirà a mamme e papà preziose informazioni sui sintomi della malattia ed aiuterà il medico a non sottovalutare l’eventuale presenza di sintomi e di indirizzare il bambino nel Centro di riferimento specializzato più vicino. L’iniziativa sarà di estrema utilità per i docenti: la scuola è infatti l’ambito dove i bambini passano più tempo, quindi il luogo dove vi sono maggiori probabilità il bicarbonato) potranno prevenire lesioni cerebrali e salvare la vita a molti bambini. Bayer Diabetes Care Division ha prodotto in questi anni una lunga serie di innovazioni tecnologiche, tra le quali nuovi standard diagnostici per il monitoraggio del diabete. Per semplificare la vita delle persone con diabete e degli operatori sanitari, da anni si impegna a fornire sia sistemi innovativi per la misurazione della glicemia sia materiali educazionali di supporto. che si manifesti per la prima volta il diabete. La distribuzione di materiale informativo negli Istituti scolastici prevista dall’iniziativa servirà a preparare gli insegnanti nel gestire efficacemente e senza timori un’eventuale emergenza. La Campagna di Informazione contribuirà quindi in modo significativo al riconoscimento precoce dei sintomi del diabete infantile da parte dei genitori oppure degli insegnanti, oltre che da parte del pediatra di famiglia. Il tempestivo trasporto del bambino in un Centro Specializzato e l’osservanza da parte dei medici del Pronto Soccorso delle Linee Guida recentemente elaborate dai medici specialisti proprio per la gestione della chetoacidosi (sono fondamentali le prime due ore nel corso delle quali bisogna prima reidratare il paziente e solo successivamente somministrare l’insulina, con tempi e volumi ben precisi, evitando invece Il piede diabetico, una sfida terapeutica che si vince in équipe CMSO: tu al centro delle cure L’esperienza della Sezione Dipartimentale Piede Diabetico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, un centro di eccellenza con 25 anni di attività Q I l diabete mellito interessa circa 5 milioni di persone in Italia, e le sue complicanze croniche costituiscono la maggior fonte di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale nel campo delle patologie croniche. Tra queste, quelle a carico degli arti inferiori, il cosiddetto “piede diabetico”, interessano intorno alle 300.000 persone e rappresentano la causa piu frequente di ricovero nei pazienti diabetici, nonché la causa più importante di amputazione degli arti inferiori, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, tanto che si calcola che un arto viene amputato ogni 20 secondi nel mondo a causa del diabete. Il piede diabetico è la diretta conseguenza del progressivo deterioramento del sistema nervoso e arterioso a carico degli arti inferiori a causa del diabete e delle sue complicanze infettive, e viene considerato un indicatore di gravità delle condizioni generali dei pazienti, dal momento che si associa alla presenza delle altre complicanze croniche, soprattutto cardiovascolari. Il decorso e l’evoluzione della patologia a carico dei piedi sono per lo più asintomatici a causa della neuropatia periferica che maschera i sintomi precoci rivelatori della malattia, tanto che frequentemente gli episodi acuti si manifestano in maniera improvvisa, con un decorso drammatico, che può portare appunto all’amputazione e talora mettere a rischio la vita stessa del paziente. Per queste caratteristiche, e per la patogenesi multifattoriale, il piede diabetico costituisce una vera e propria sfida clinica, che impegna tutte le componenti del percorso di cura dei pazienti, dalle fasi preventive, alla cura degli episodi acuti, alla riabilitazione. Presso la Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana è attiva fin dal 1991 la Sezione Dipartimentale Piede Diabetico, fondata e diretta dal dottor Alberto Piaggesi, che nel 2016 compie i 25 anni di attività, un punto di riferimento a livello sia nazionale che internazionale, che ha sviluppato e costantemente implementato nel corso degli anni un paradigma di cura dei La “Foot Clinic” della Sezione Piede Diabetico: ogni giorno più di 40 pazienti vengono visitati da un team composto dal medico specialista coadiuvato dalla podologa La sala operatoria della Sezione Dipartimentale Piede Diabetico della Azienda ospedalieroUniversitaria pisana: nel corso di 25 anni di attività sono stati eseguiti più di 4000 interventi su pazienti con piede diabetico pazienti con piede diabetico che è stato preso a modello ed esportato in Italia ed in altri paesi del mondo. L’impostazione multidisciplinare e la condivisone degli obiettivi terapeutici tra i diversi specialisti coinvolti in un percorso di cura integrato con la coordinazione del diabetologo, che è il responsabile della gestione del paziente, è stata fin dall’inizio la caratteristica principale dell’approccio “pisano” alla cura del piede diabetico, fin dai tempi in cui questa patologia era di fatto orfana di padri. Questa modalità, unitamente all’introduzione delle moderne tecniche di rivascolarizzazione e di chirurgia del piede diabetico, che a Pisa viene svolta direttamente dai diabetologi, ha portato a risultati di assoluta eccellenza, tanto che in uno studio comparativo svolto nel 2007, lo studio “eurodiale”, il centro di Pisa è risultato il migliore tra 14 centri altamente specializzati nella cura del piede diabetico in 10 paesi europei. Nel corso degli ultimi 15 anni sono stati trattati più di 7.500 pazienti, sono stati effettuati 4.000 interventi chirurgici e 5.000 rivascolarizzazioni, con una percentuale di successo superiore al 95% dei casi. Un aspetto particolare dell’attività del gruppo pisano è legato all’aumento nel corso degli anni del grado di complessità dei casi trattati e dell’età dei pazienti, che tuttavia non si è accompagnato ad un peggioramento dei risultati, a testimonianza dell’efficacia del modello terapeutico e della sua evoluzione nel tempo, con l’adozione di nuove tecnologie e soluzioni terapeutiche in grado di dare risposte ai casi più gravi e complessi. Questa esperienza è stata nel tempo trasferita sia ai diabetologi e ai podologi formati presso l’Università di Pisa, che attualmente operano presso i servizi di diabetologia del servizio sanitario della regione Toscana, sia ai medici, infermieri e podologi provenienti dalle altre regioni italiane, tramite corsi residenziali annuali, che nell’arco di 18 anni di ininterrotto svolgimento hanno formato più di 600 specialisti a livello nazionale. Nel 2009 è stata varata la versione internazionale del corso pisano, che è attualmente l’unico riconosciuto a livello mondiale dall’International Diabetes Federation per la formazione di secondo livello degli specialisti nel piede diabetico. Complicanze del diabete infantile molto diffuse, specie nei bambini sotto i 6 anni Sulla base di un’analisi del Gruppo di Studio sul diabete infantile della SIEDP condotto in 68 centri di Diabetologia Pediatrica su tutto il territorio nazionale su circa 2.500 bambini cui è stato diagnosticato il diabete infantile, è emerso che il 38,5% ha esordito con la grave complicanza della chetoacidosi, di cui il 72% ha un’età inferiore ai 6 anni. La complicanza che la Campagna di Informazione si propone di prevenire, quindi, è particolarmente diffusa e colpisce soprattutto i bimbi molto piccoli. I sintomi dei diversi stadi di gravità delle complicanze del diabete infantile Il bambino può essere sveglio ed avere parametri vitali normali: in questo caso si tratta di chetoacidosi lieve; se è in uno stato di sonnolenza con un aumento della frequenza cardiaca, la pelle flaccida, gli occhi affossati, una secchezza orale, ci si trova di fronte ad una chetoacidosi di media e grave severità. Le situazioni a maggior rischio di sviluppare edema cerebrale sono la giovane età, chetoacidosi all’esordio di diabete infantile, lunga durata dei sintomi. I sintomi per riconoscere l’edema cerebrale sono: cefalea, riduzione del battito cardiaco ed aumento della pressione arteriosa. Un approccio innovativo per il diabete uali sono i reali bisogni dei pazienti diabetici? A questa domanda intende rispondere in modo pieno il Centro Medico Specialistico Orio CMSO di Salerno, centro antidiabetico di eccellenza nazionale. “Tu al centro delle nostre cure” è lo slogan scelto che rappresenta l’operato del centro ed il suo approccio moderno ed innovativo nella cura e prevenzione del Diabete e delle malattie endocrino-metaboliche. Centralità del paziente, organizzazione, professionalità ed innovazione caratterizzano l’operato di questa nuova realtà sanitaria con una specificità: il lavoro di squadra. Più professionisti - tra cui spicca il prof. Francesco Orio, tra i più giovani professori d’Italia in Endocrinologia riconosciuto a livello mondiale tra i massimi esperti di Sindrome dell’Ovaio Policistico ed Endocrinologia ginecologica - operano in sinergia, unendo le loro competenze per affrontare tutti gli aspetti della malattia, mirando soprattutto alla prevenzione delle complicanze del diabete. Al CMSO l’approccio nutrizionale è basilare: non la classica “dieta” ma un regime alimentare personalizzato cucito intorno alle esigenze di vita e dell’attività lavorativa dei pazienti. Base di partenza la dieta mediterranea, cui si abbina la gestione del calcolo dei carboidrati o l’approccio a chetogenesi controllata volto a diminuire l’assunzione di farmaci ed in grado di abbassare l’insulino-resistenza. Obiettivo: mantenere la glicemia nei valori ottimali. La cura “a 360°” prevede il monitoraggio costante del percorso dei pazienti, i cui bisogni vengono soddisfatti ritagliando le scelte terapeutiche intorno alle personali esigenze di vita e di salute (come la gestione del calendario di visite basate sulle necessità organizzative dei pazienti) e relegando al centro tutte le preoccupazioni di gestione della malattia. Da qui la scelta dello slogan: La persona “al centro delle cure”. Il CMSO si differenzia anche per la riduzione considerevole delle tempistiche di screening completi e check-up diabetologici: i pazienti possono conoscere il loro stato di salute e lo stadio della patologia in poche ore. Il ruolo dell’innovazione, fondamentale nella gestione del Diabete, si evince dall’ausilio delle ultime tecnologie come l’holter glicemico, strumento in grado di seguire in modo continuo Esempio di Holter glicemico l’andamento della glicemia (nell’immagine); si tratta di un sistema semplice e maneggevole che consente per la prima volta di verificare in tempo reale l’andamento della glicemia in base allo stile di vita, all’alimentazione ed alla terapia seguita. Il diabetico può finalmente “vedere” e “capire” ciò che influisce direttamente sulla sua glicemia migliorandola o peggiorandola: in tal modo il CMSO stabilisce anche un approccio “educativo” al diabete unico. Mediante questo strumento si possono seguire in maniera continua per 5 giorni i valori della glicemia visualizzandone l’andamento, si può intervenire nel modo più opportuno sia con la terapia che con lo stile di vita. Per il CMSO fondamentale è dunque la tecnologia così come fondamentale è il web. Il sito www. cmso.it consente ai pazienti un contatto diretto con il centro per un accesso facilitato alla struttura e ai servizi; il blog tratta le ultime novità dal mondo medico-scientifico proponendo utili consigli sulla salute e sullo stile di vita, veicolati direttamente dai professionisti del centro. Sfida vinta per il direttore Sanitario del CMSO, il dott. Marcello Orio, che dopo l’esperienza di formazione alla Cornell University di New York ha deciso di importare in Italia un modello di efficienza ed organizzazione di stampo americano, creando una nuova realtà imprenditoriale nel panorama medico italiano. Visione etica della cura, prevenzione del Diabete e delle patologie endocrino-metaboliche, organizzazione e approccio medico multidisciplinare rendono oggi il centro medico CMSO di Salerno un unicum nel settore, unendo la visione d’insieme propria della “Scuola Medica Salernitana” e l’attenzione ai bisogni della persona caratteristica della medicina del futuro. INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale SALUTE - TELEMEDICINA - Aziende Eccellenti Telemedicina e Sanità digitale in Italia: sviluppo con metodo scientifico SIT L a Società Italiana di Telemedicina (SIT), costituita a Roma nel 2007, oggi annovera numerosi soci, medici, ingegneri, informatici, ricercatori, avvocati, che si occupano dei molteplici aspetti di Telemedicina e Sanità digitale. La SIT agisce per migliorare i servizi sanitari e aumentare la qualità di vita dei Cittadini attraverso la diffusione di sperimentazioni e di sistemi di sviluppo per la Telemedicina, la Sanità digitale e tutte le applicazioni ad esse collegate. L’obiettivo della SIT è promuovere e valorizzare le tecnologie più efficaci per la salute dei cittadini e le tendenze gestionali e organizzative più all’avanguardia per gestirle. Ovvero, permettere ai professionisti della Sanità la realizzazione di sistemi e servizi maggiormente adeguati alle esigenze dei cittadini e sostenibili sul piano economico. Tale visione sistemica, multidisciplinare, della SIT permette di elaborare proposte di sviluppo con rigoroso metodo scientifico, così da supportare le scelte locali in materia sanitaria e valorizzarne anche il coordinamento a livello nazionale. Il paziente lavoro che la SIT ha svolto negli anni con il Ministero della Salute, le Regio- ni e Provincie Autonome, l’Istituto Superiore di Sanità, il CNR, il CIRSFID, il Garante Privacy e molte Società e Associazioni scientifiche italiane, ha certamente facilitato numerose spinte innovative proprio nel campo della Medicina e Chirurgia Telematica, che ora stanno profondamente coinvolgendo tutte le nostre Regioni. Nell’ottica di sviluppo, anche economicosociale, la SIT sta promuovendo intensamente da alcuni anni partnership con varie imprese italiane su concrete idee progettuali, insieme ad un team di consulenti specializzati. In particolare, SIT ha iniziato a collaborare, per l’innovazione tecnologica in Sanità, con il Cluster of Health, Innovation and Community (C.H.I.CO.), promosso da Unindustria Lazio. www.medicinatelematica.it Telemedicina e Fascicolo Sanitario Elettronico I recenti sviluppi normativi (DPCM 29 settembre 2015 n. 178, AGID - Specifiche tecniche per l’interoperabilità tra i sistemi regionali di FSE, Linee di indirizzo sulla Telemedicina del Ministero delle Salute) e i progressi delle tecnologie legate all’ICT, hanno dato nuovo impulso alle attività connesse da un lato allo sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), dall’altro alle applicazioni di Telemedicina. Se finora entrambe le tematiche hanno avuto percorsi di cre- Testi: di solito accompagnano ogni altro tipo di dato sotto forma di storia clinica del paziente, dati anagrafici, ecc. Immagini: sia digitalizzate a partire da fonti analogiche sia direttamente digitali, riguardano molte discipline (radiologia, dermatologia, anatomia patologica, …) La Telemedicina dell’INRCA: Tecnologia al servizio degli anziani Audio: per esempio suoni provenienti da uno stetoscopio L’ Video: immagini da endoscopia, ecografia, videoconferenza nel consulto su paziente (per es. Tele psichiatria) Istituto Scientifico INRCA di Ancona da circa 16 anni ha dotato la sua U.O. di Cardiologia-UTIC diretta dal Dott. Roberto Antonicelli, di un Centro di Telecardiologia. Durante questo periodo sono stati “testati” numerosi modelli assistenziali con particolare riferimento agli anziani. I modelli che hanno dimostrato la maggiore efficacia sono stati: - TeleRete delle Case di Riposo; - Telecontrollo domiciliare al Cardiopatico; - Dimissione Protetta del Cardiopatico aritmico; - Teleassistenza Domiciliare di Pazienti con Scompenso Cardiaco Cronico. In relazione a quello della TeleRete delle Case di Riposo si utilizza un terminale ECG a 12 derivazioni che consente anche a personale non specializzato di effettuare un ECG e trasmetterlo con una normale telefo- nata. Tenendo presente da un lato l’elevata morbilità cardiovascolare della popolazione anziana, s’intuisce come questo modello di teleassistenza cardiologica possa essere utile agli anziani cardiopatici, ospiti in strutture (spesso localizzate in zone disagiate) ed i notevoli risparmi, anche economici, che questi innovativi modelli assistenziali possono generare nel SSN. Da tempo anche in relazione al progressivo cambiamento di funzione delle farmacie da meri “distributori” di farmaci a Centri della Salute, il Centro è collegato a numerose Farmacie della Regione che adesso possono offrire anche questa prestazione ai loro clienti. Nel corso di tutti questi anni si è avuto un concreto riscontro di come la Telecardiologia risponda in maniera efficace ai bisogni della popolazione in generale e degli an- ziani in particolare, evidenziando così sul “campo” che questo modello assistenziale può dare un contributo nel migliorare il livello qualitativo dell’assistenza cardiologica erogata nella Regione Marche. Per tutti quelli che fossero interessati ad avere informazioni, il Call Center è attivo per informazioni dalle 8 alle 20 al n° 071 8003202 od alla mail: [email protected] Altri dati monodimensionali: segnali ECG e altri segnali provenienti da monitoraggio di parametri fisiologici scita totalmente indipendenti, è ormai opinione condivisa tra gli esperti del settore che un utilizzo efficiente ed efficace delle applicazioni di sanità digitale richiederà in futuro un approccio integrato. In primo luogo, la potenziale produzione di enormi moli di informazioni sanitarie nell’ambito dei servizi ICT realizzati per la Telemedicina pone un problema di disponibilità ed accessibilità di tali informazioni ai diversi attori coinvolti nella erogazione e fruizione. Inoltre, nell’ambito di un’applicazione di Telemedicina sarebbe estremamente vantaggioso poter consultare la storia clinica del paziente in esame, accedendo ad informazioni e documenti presenti nel FSE. La natura delle informazioni trattate nell’ambito di un servizio di telemedicina può rivelarsi piuttosto eterogenea (vedi Tabella). Molte di queste informazioni potrebbero e dovrebbero confluire nel FSE, in maniera conforme a quanto definito nel DPCM 178 del 2015. Tuttavia, ad oggi, non è disponibile una metodologia atta a definire le modalità di integrazione di tali informazioni con il FSE, ed in grado di identificare la tipologia dei dati che ha senso registrare nel FSE (fisiologici, immagini, comportamentali, ambientali, etc.), il formato e la modalità di rappresentazione dei dati da memorizzare secondo gli standard esistenti, la localizzazione della sezione Giuseppe De Pietro, Direttore Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni CNR del FSE atta a contenere tali dati. Inoltre, la pubblicazione nel FSE delle informazioni generate in regime di Telemedicina, e la relativa consultazione, richiederebbe da un lato l’interazione delle applicazioni di Telemedicina con i servizi offerti dai sistemi di FSE, dall’altro la progettazione di nuovi e specifici servizi di fascicolo (es. servizi di data stream, generazione report, etc.). Appare evidente l’impossibilità di proporre un approccio che contempli la progettazione e l’implementazione di servizi di fascicolo in grado di connettersi ad una qualsiasi applicazione di Telemedicina; è quindi necessario pensare alla realizzazione di una piattaforma tecnologica dedicata, in grado di facilitare nel miglior modo possibile l’integrazione e l’interoperabilità dei dati e delle applicazioni rispettando, nel contempo, i requisiti di sicurezza e di privacy propri del FSE. In tale ottica, nell’ambito del progetto “Ehealthnet: Ecosistema Software per la Sanità Digitale” co-finanziato dal MIUR, l’ICAR CNR - sede di Napoli è impegnato nella progettazione e realizzazione di una piattaforma software evoluta in grado di fornire, tra l’altro, funzionalità e servizi per l’integrazione tra FSE ed applicazioni di telemedicina. Attraverso tale piattaforma, che sarà resa disponibile in modalità open-source e rilasciata entro Dicembre 2016, si fornirà un contributo importante all’utilizzo sempre più pervasivo ed efficace della telemedicina nei processi di diagnosi e cura. CardioCalm srl: la sfida italiana per l’innovazione tecnologica in ambito cardiovascolare Vree Health Italia: il successo grazie a modelli di gestione delle cronicità semplici, flessibili ed efficaci Da Brescia un ponte tra Italia e Stati Uniti per unire le eccellenze hardware e software in un sistema innovativo di telecardiologia V I nnovazione tecnologica, network internazionale e prevenzione: sono queste le parole chiave che caratterizzano la mission aziendale di CardioCalm srl, una società di telemedicina con sede a Montichiari (BS), specializzata nel settore dell’analisi dei segnali cardiovascolari. Fondata nel 2010 da Fabio Badilini, ingegnere biomedico e honorary fellow dell’American College of Cardiology, CardioCalm punta a trasferire in Italia alcune delle migliori esperienze statunitensi nel campo del software ed hardware cardiologico. Grazie alla partnership strategica con AMPS-llc (società leader mondiale nel settore dei software per l’analisi quantitativa dei segnali cardiovascolari) e con MORTARA INSTRUMENTS INC (uno dei player più affermati nel mercato mondiale dell’hardware cardiologico), CardioCalm ha lanciato un sistema di telecardiologia in grado di effettuare a distanza un elettrocardiogramma a tutti gli effetti diagnostico. “Il nostro sistema - spiega Fabio Badilini - consente di eseguire un elettrocardiogramma pienamente rispondente alle linee guida degli enti regolatori internazionali: l’ECG è a 12 derivazioni registrate in simultanea ed il segnale acquisito viene trasmesso via digitale al centro di refertazione, senza alcuna perdita di informazione e/o distorsione”. Il sistema sviluppato da CardioCalm si caratterizza inoltre per il fatto che i centri di refertazione sono cardiologie ospedaliere, aspetto determinante sia per garantire la qualità del servizio offerto sia per consentire alle aziende ospedaliere di fare rete con il proprio contesto territoriale. Residenze per anziani, medici di medicina generale, farmacie, stabilimenti termali, sono molteplici le realtà che possono beneficiare di tale servizio, sfruttando le possibilità offerte dalla tecnologia. Il sistema è stato sperimentato con successo nel contesto bresciano, in partnership con il Dipartimento cardiovascolare di Fondazione Poliambulanza, diretto da Claudio Cuccia, una delle primissime realtà a scommettere sul sistema di telecardiologia di CardioCalm. “La collaborazione con le cardiologie ospedaliere è per noi strategica - afferma Badilini -. Uno degli obiettivi del nostro sistema è infatti quello di mettere la nostra tecnologia a servizio della prevenzione, promuovendo proget- Elettrocardiografo digitale Mortara ELI10: un dispositivo che garantisce elevati livelli di precisione e di usabilità Il modello di funzionamento del servizio di telecardiologia promosso da CardioCalm srl ti di screening su alcune delle principali patologie cardiovascolari. Le possibili applicazioni in questo contesto sono davvero molteplici, con un impatto significativo in termini sia sociali sia economici: cito, a titolo di esempio, l’attività di screening della fibrillazione atriale per la prevenzione dell’ictus”. Nell’ottica di consolidare ed ampliare il rapporto con le cardiologie ospedaliere ed attuando una politica aziendale di costante miglioramento dei servizi offerti, CardioCalm lancerà nel 2016 un nuovo sistema di refertazione, che sarà interamente web-based. “Si tratta di un nuovo prodotto che completa e migliora il sistema esistente - spiega Badilini - e che, associato ad un sistema di firma remota, permetterà ai cardiologi di eseguire la refertazione da qualsiasi postazione connessa ad internet, ottimizzando i tempi di refertazione e garantendo un eleva- to livello di flessibilità. Il nuovo prodotto renderà più accessibile l’inserimento di nuove cardiologie ospedaliere nel sistema e permetterà inoltre alle aziende ospedaliere interessate di dotarsi di un sistema di refertazione digitale a costi accessibili”. Accanto al sistema di telecardiologia, CardioCalm ha inoltre sviluppato un sistema per la misurazione dello stress, attraverso l’analisi di segnali cardiovascolari correlati al sistema nervoso autonomo. Anche su questo versante, la società ha inteso promuovere un approccio innovativo, che punta a trovare applicazione nell’ambito della medicina del lavoro e della medicina dello sport, fornendo strumenti di analisi supportati da ampia letteratura. Tutte le informazioni su CardioCalm e sui servizi offerti possono essere reperite dal sito internet. www.cardiocalm.com ree Health Italia è una società del gruppo MSD Italia, certificata ISO 9001, interamente dedicata alla realizzazione e commercializzazione di servizi di healthcare, per il cittadino e il sistema sanitario. La mission aziendale è disegnare, sviluppare e offrire soluzioni innovative per migliorare: - la presa in carico e la gestione dei pazienti con patologie croniche, - l’implementazione di modelli assistenziali integrati che coinvolgono tutti gli operatori sanitari, - i livelli assistenziali e favorire un utilizzo razionale delle risorse. Vree Health offre soluzioni per l’implementazione di modelli organizzativi innovativi, basati sulla gestione di percorsi di cura predefiniti. I servizi sono realizzati per supportare gli attori del sistema sanitario nell’affrontare le complesse sfide di gestione delle patologie croniche, attraverso l’innovazione organizzativa e di processi al fine di favorire un appropriato utilizzo delle risorse. I servizi offerti da Vree Health si basano su di un insieme di competenze e sistemi che permettono di realizzare piani diagnostici e terapeutici e piani assistenziali individuali per i pazienti cronici, volti a migliorare le condizioni di salute della persona ed a garantire una gestione più ordinata ed efficiente dei percorsi di cura. La flessibilità del servizio e la capacità di integrazione con i principali gestionali medici presenti sul territorio rappresenta la principale funzionalità del servizio in grado di favorirne l’implementazione territoriale senza sconvolgimenti per gli end-users. Attraverso piani di cura personalizzati e basati sui PDTA il Sistema Sanitario riesce a garantire la compliance alla terapia del paziente, l’aumento della consapevolezza del paziente sulla propria/e patologia/e arrivando a gestire di conseguenza le risorse in maniera più razionale. In particolare per implementare il servizio Vree Health mette a disposizione: - una centrale servizi che monitora il percorso assistenziale del paziente cronico, assicurando un continuo raccordo con il medico, favorendo l’empowerment e l’aderenza al proprio percorso di cura, - un sistema informativo certificato in grado di assicurare la comunicazione e l’integrazione tra tutti gli attori del percorso assistenziale, - tecnologie “e-health” innovative per la Telemedicina, il Telemonitoraggio e il Teleconsulto, - soluzioni di outcome analysis per la produzione di evidenze scientifice basate sull’efficacia clinica e gestionale dei modelli implementati. L’atto di indirizzo strategico per il 2016 del Ministero ha indicato in modo estensivo, in diversi capitoli, come l’uso della Tecnoassistenza sia un fattore abilitante necessario per velocizzare la riorganizzazione dell’assistenza primaria (“necessità di definire un sistema di rete che permetta l’integrazione delle soluzioni di Telemedicina/Tecnoassistenza tra le modalità erogative delle prestazioni su tutto il territorio nazionale) superando il concetto indicato nel Patto per la Sanità Digitale di riconoscimento di tariffe regionali provvisorie per le sperimentazioni che rischiano di frammentare uno sviluppo organico su tutto territorio nazionale. L’approccio sistemico sembra essere la chiave di volta per accelerare i processi di modernizzazione delle cure. Vree Health è tra le realtà maggiormente radicata sul territorio nazionale sia per estensione dei suoi progetti in essere (Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Puglia, Calabria) che per numerosità di pazienti, grazie anche al recente ingresso nella gestione dei pazienti all’interno del sistema lombardo dei Chronic RElated Group (CREG). La visione, supportata dall’esperienza maturata in questi ultimi anni, fa credere che solo attraverso un modello “condiviso” e “misurabile” si possa concretamente migliorare il livello di assistenza. Questo non può che essere raggiunto grazie dialogo tra Istituzioni, Società Scientifiche e aziende leader del settore. Speciale SALUTE - OFTALMOLOGIA - Aziende Eccellenti Non più solo cura, anche prevenzione e riabilitazione visiva A.I.Or.A.O e Ortottisti Assistenti in Oftalmologia P L’Associazione Italiana Ortottisti Assistenti in oftalmologia da 47 anni riferimento della professione revenzione e riabilitazione visiva sono le due grandi dimenticate del nostro sistema sanitario, incentrato quasi esclusivamente sulla cura delle malattie oftalmiche, attraverso i farmaci o con la chirurgia. L’allungamento dell’età media e la necessità di garantire un’adeguata qualità della vita, spingono i sistemi sanitari a riorganizzarsi per assicurarne sostenibilità economica, efficacia ed efficienza. In questo scenario si inserisce l’Agenzia Internazionale per la prevenzione della Cecità-IAPB Italia onlus, che da circa 40 anni lavora per creare nella popolazione e nelle istituzioni la cultura per la prevenzione della disabilità visiva e la riabilitazione degli ipovedenti. Prevenzione e riabilitazione restano enunciazioni teoriche se non sono mirate a conoscere i fattori di rischio, a consentire di diagnosticare tempestivamente la malattia e ad ac- cedere alla riabilitazione visiva. Per questo la IAPB Italia organizza programmi di educazione sanitaria nelle fasce della popolazione a rischio, offre visite oculistiche gratuite con camper oftalmici (info su www.iapb.it), fornisce informazioni con la linea verde oculistica (800068506), eroga servizi di riabilitazione visiva attraverso il proprio Polo Nazionale di ricerca per la prevenzione della cecità e la riabilitazione visiva, con sede al Policlinico Gemelli di Roma, divenuto Centro di Collaborazione dell’OMS. Particolare importanza inizia a rivestire la riabilitazione visiva a livello internazionale, grazie alla leadership che l’Italia ha assunto attraverso il Polo Nazionale, per indurre il suo sviluppo strutturale nei sistemi sanitari di tutti i Paesi del mondo. Si è appena conclusa a Roma la prima International Consensus Conference, Riabilitazione di ipovedente presso il Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva organizzata dal Polo Nazionale per la definizione condivisa del concetto di riabilitazione visiva e degli standard minimi. All’evento hanno partecipato oltre 60 tra i maggiori esperti mondiali. Solo con lo sviluppo della prevenzione e della riabilitazione visiva riusciremo a vincere la lotta contro la cecità evitabile. MAGI: 10 anni di esperienza della rete di oftalmologia e genetica Un approccio multidisciplinare alle malattie genetiche oftalmiche Bertelli - Stirpe - Lombardo - Ziccardi U n laboratorio che si occupa della diagnosi delle malattie genetiche e rare ancora orfane di una assistenza sanitaria nel nostro Paese. È partita da questa ricerca, dieci anni fa, l’attività di MAGI EUREGIO, cooperativa non-profit di Bolzano che promuove la diagnosi e la ricerca su malattie genetiche e rare, in maniera particolare, su quelle della retina della cornea e del nervo ottico. A volte, infatti, non si pone la dovuta attenzione sulle attività diagnostiche che permettono un notevole risparmio sanitario. MAGI EUREGIO, oggi, è in grado anche di sopperire all’assenza di centri in cui i pazienti possono percorrere tutto l’iter clinico fino alla conferma diagnostica e alla strutturazione di un piano terapeutico o riabili- tavo. Nella “Rete per le malattie genetiche oftalmiche” oltre a MAGI EUREGIO partecipano i centri di riferimento del Policlinico Gemelli dove opera Benedetto Falsini, del San Paolo di Milano (diretto da Luca Rossetti) e Leonardo Colombo, del Luigi Sacco di Milano (diretto da Giovanni Staurenghi). Sono presenti anche l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo dove lavora Leopoldo Zelante, l’IRCCS Fondazione Bietti (diretto da Mario Stirpe) con la collaborazione per l’oftalmogenetica di Lucia Ziccardi e di Marco Lombardo. Ultimo ma non meno importante l’IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con l’impiego di Luca Buzzonetti e di Giancarlo Iarossi. Gli obiettivi sono quelli di dare ai pazienti il meglio in termini di diagnosi, riabilitazione e accesso alle sperimentazioni. Al tempo stesso si vuole generare un risparmio per il SSN, evitando esami inutili e migrazione all’estero dei malati. Far lavorare assieme il genetista clinico con l’oculista retinologo è stata una svolta per i pazienti e per la spesa pubblica. Questo modello assistenziale ha fatto crescere ulteriormente le capacità diagnostiche fino a portare ad un livello elevatissimo di test positivi, per alcune malattie anche del 90%, solo in un caso su 10 la malattia ipotizzata non è confermata e si rendono necessarie nuove e costose analisi. U nica Associazione riconosciuta da Decreto Ministeriale rappresentativa della professione e come tale interlocutore di Ministeri e Istituzioni, AIOrAO riunisce, su base volontaria, gli Ortottisti che esercitano la loro attività in Italia. Scopi: tutela morale e professionale della figura, vigilanza deontologica, lotta all’abusivismo. Promuove e affianca ogni iniziativa per il miglioramento giuridico e culturale. Ha prodotto Guida e Core Competence della professione. È provider di formazione, dall’inizio del programma ECM (formazione continua in medicina) ha erogato 250 eventi. Svolge attività di certificazione ECM per professionisti iscritti. Secondo Co.Ge.A.P.S. l’appartenenza alla comunità che ogni Associazione crea e rappresenta è un dato positivo per la garanzia della qualità professionale, questa appartenenza crea un circolo virtuoso di adesione a valori professionali e consapevolezza del ruolo di responsabilità: i professionisti certificabili iscritti sono risultati 4 volte i non iscritti. Promuove ricerca scientifica e potenziamento studi universitari; partecipa stesura linee-guida. Patrocina azioni sanitarie e educative, collabora con associazioni di cittadini per tutelare la salute e fare conoscere la figura, perché anche se di elevata competenza (laurea triennale a numero chiuso) non sempre conosciuta dall’utenza. L’ortottista è una professione sanitaria che appartiene all’area della riabilitazione e tratta i disturbi motori e sensoriali della visione ed effettua le tecniche di semeiologia strumentale oftalmologica. La prima scuola universitaria è nata nel 1955 con l’obiettivo di preparare su difetti di rifrazione (esame della vista e correzione ottica), disturbi oculomotori e ambliopia (valutazione, prevenzione, trattamento). Nel 1977 al titolo di Ortottista si è aggiunto quello di Assistente in Oftalmologia con attribuzione di nuove competenze: esecuzione di tutta la diagnostica strumentale oftalmica e assistenza oftalmologica, attività oggi richiesta anche nelle sale operatorie di oftalmologia. L’Ortottista unico professionista sanitario riconosciuto in ambito oftalmologico a fianco dell’oftalmologo, ha competenze in prevenzione, valutazione, trattamento, compensazione, riabilitazione, semeiotica strumentale, assistenza oftalmica. Presente in équipe multidisciplinari (neuropsichiatria, diabetologia, riabilitazione, medicina del lavoro ecc..) è figura determinante nella riabilitazione dell’ipovedente. L’invio all’Ortottista è del medico oculista ma parimenti del medico di base, del pediatra, del neurologo, e così via. L’Ortottista trova impiego in strutture sanitarie pubbliche e private. Va potenziata la presenza sul territorio dove può avere un ruolo strategico presso pediatri, medici di base, presidi sanitari di primo livello, domicilio di pazienti con difficoltà di mobilità. Gli ortottisti si adoperano per la prevenzione visiva in tutte le età biologiche e per appropriatezza professionale-organizzativa. AIOrAO si è sempre impegnata a superare gli squilibri territoriali di offerta di cura sorvegliando la formazione base attraverso la presenza agli esami abilitanti, l’identificazione degli standard professionali e delle competenze necessarie alle nuove esigenze dei cittadini e del SSN. Lavori in corso: in collaborazione con le istituzioni semplificare norme di accesso alla professione per la libera circolazione dei professionisti in Europa rispettando il principio di non discriminazione e di proporzionalità; insieme all’OCE, Associazione Europea, definire piattaforma formativa comune; assieme alle altre professioni sanitarie lavorare all’eHealth,valutare potenzialità, soluzioni e tecnologie, specialmente telemedicina,buone pratiche e impiego etico delle risorse. La storia della professione e quella dell’Associazione si intrecciano come trama e ordito di una tela. AIOrAO ha festeggiato i sessant’anni della professione con un evento aperto a tutti gli ortottisti nella sede del Ministero della Salute. La storia dell’Associazione unita alla storia della Professione all’interno della storia della Sanità Italiana: ricordare per progettare il futuro al servizio della persona. Nuova Chirurgia in Oculistica: il Robot CENTRO NAZIONALE DI ALTA TECNOLOGIA / Centro di Eccellenza in Oftalmologia dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara. La chirurgia robotica in Oculistica rappresenta l’innovazione più recente e il suo utilizzo è ormai esteso a diversi settori dell’oftalmologia permettendo al chirurgo di eseguire procedure complesse con elevata precisione e con risultati clinici superiori a quelli ottenuti con le tecniche manuali tradizionali C ome eliminare gli Occhiali: SMILE Rapido recupero, nessun dolore Oggi è possibile correggere definitivamente la maggior parte dei difetti della vista in modo sicuro ed efficace. L’ultima innovazione nel campo della chirurgia refrattiva è rappresentata da una piattaforma robotizzata che consente di effettuare, attraverso un laser velocissimo, incisioni di assoluta precisione tali da riprodurre l’effetto di un vero e proprio bisturi luce. In questo modo è possibile ottenere un rimodellamento personalizzato della cornea che consente a ciascun paziente di correggere, in modo molto preciso, anche difetti di miopia ed astigmatismo molto elevati. Questo avanzamento chirurgico va oltre le tecniche di superficie come la LASIK o la PRK, ed è attualmente rappresentato dalla tecnica SMILE (Small Incision Lenticule Extraction). Si tratta di una procedura di profondità minimamente invasiva navilas e sul successivo irraggiamento con raggi UV. In questo modo si riesce ad irrobustire la cornea e fermare il Cheratocono. Smile Eliminare la Cataratta e contemporaneamente gli occhiali L’intervento di cataratta attualmente rappresenta l’operazione chirurgica più eseguita al mondo e la continua evoluzione scientifica ci permette oggi di raggiungere risultati insperati solo fino a qualche anno fa. È in quest’ottica che si inserisce l’ultima innovazione nel campo della chirurgia della cataratta che ora può finalmente avvalersi esclusivamente dell’utilizzo della Robotica Laser per la sua rimozione. (La Clinica Oftalmologica dell’Università G. d’Annunzio,) Il Centro di Eccellenza in Oftalmologia dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara e Centro Nazionale di Alta Tecnologia, è stato il primo centro pubblico in Italia a dotarsi di questa innovativo laser robotizzato. È necessario che il chirurgo programmi in tempo reale, attraverso il monitor di un computer dedicato, il giusto trattamento chirurgico per ciascuna tipologia di cataratta. A questo punto una piattaforma “All-Laser Femto-Nano” realizza tutte le fasi più delicate del trattamento in modo personalizzato e velocissimo, garantendo sicurezza e precisione. Il Robot Femto-Nano incide la cornea e realizza la vaporizzazione del cristallino terminando quindi tutta la procedura in pochissimi secondi per poter infine inserire lenti intraoculari personalizzate per la correzione di ciascun difetto refrattivo: Miopia, Ipermetropia, Astigmatismo e Presbiopia. Evitando gli ultrasuoni della tecnica convenzionale, l’infiammazione post-operatoria sarà praticamente nulla ed il paziente, in tempi di recupero rapidissimi, potrà riprendere le normali abitudini di vita recuperando una qualità della visione ottimale. (nella foto: programmazione della chirurgia sul monitor del robot laser per l’intervento di cataratta). Chirurgia della Retina e delle Maculopatie con la Il Direttore del Centro: Prof. Leonardo Mastropasqua Robotica - Laser Retinico Navigato Il Sistema Laser Navilas è in grado di eseguire trattamenti di fotocoagulazione retinica personalizzati e pianificati sulla base delle immagini della retina del paziente. Può essere utilizzato nel trattamento della retinopatia diabetica, nell’edema maculare e nelle Maculopatie, evitando possibili errori dovuti alla mano umana o alla scarsa collaborazione del paziente. Chirurgia del glaucoma con la Robotica Ciclocoagulazione ad ultrasuoni (UCCC) Questa recentissima metodica, oggi a disposizione per la terapia chirurgica del glaucoma, utilizza la tecnologia HIFU (high intensity focused ultrasound: ultrasuono ad alta intensità focalizzato) una procedura ad alta precisione che attraverso l’emissione di onde sonore gestite da un Robot riscalda e distrugge i tessuti. Il sistema UCCC consente dunque l’ablazione focalizzata dei corpi ciliari, le strutture ghiandolari dell’occhio deputate alla produzione dei liquidi ed all’aumento della pressione intra-oculare. Il sistema UCCC è utilizzato prevalentemente nel trattamento dei glaucomi incontrollabili; tuttavia, visti i risultati ottimali e l’estrema sicurezza della metodica, si sta diffondendo anche nel trattamento dei glaucomi primari a rischio per la chirurgia tradizionale. www.clinicaoftalomologica.it femtocataract che, grazie al Robot ed al Laser a Femtosecondi, realizza una microincisione di 2mm evitando altri tagli e correggendo il difetto refrattivo senza intaccare la superficie oculare, garantendo tempi di recupero rapidissimi, nessun dolore post-operatorio, assenza di occhio secco e di cicatrizzazioni anomale che potrebbero causare un residuo o un ritorno della miopia. Crosslinking Corneale: come bloccare il Cheratocono Il Crosslinking, associato alla Iontoforesi, è un trattamento a bassa invasività che aumenta la rigidità e la resistenza del tessuto corneale ed è in grado di bloccare patologie corneali progressive, prima fra tutte il Cheratocono. Si basa sull’imbibizione della cornea effettuata con una soluzione di Riboflavina crosslinking cheratocono UCCC glaucoma