Dipartimento di biotecnologie: da Verona un aiuto contro il diabete

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Dipartimento di biotecnologie: da Verona un aiuto contro il diabete
INFORMAZIONE PROMOZIONALE
Speciale SALUTE - DIABETOLOGIA - Aziende Eccellenti
Diabete sport training
Diabete, Sport e Volontariato
A
GDI (Coordinamento Nazionale Associazioni Giovani
con Diabete) pone in cima alle sue priorità la qualità
della vita dei bambini e ragazzi con DM1. Diabete Sport
Training è un progetto sostenuto dalla Fondazione Vodafone Italia con lo scopo di avvicinare i giovani con DM1
all’attività fisica e confermare i benefici che essa apporta al controllo metabolico. Equipe mediche e preparatori
atletici professionisti hanno seguito oltre 1100 giovani
in 8 campi di educazione sportiva su tutto il territorio nazionale fornendo ai ragazzi la necessaria formazione per
poter praticare attività fisica in sicurezza. A presentare il
diabete ai bambini all’esordio ci pensa “Lino”, un orsetto
di peluche con fasce colorate nelle zone del corpo dove
praticare le iniezioni d’insulina.
Anche la Scuola è al centro dell’azione di AGDI e il “Documento Strategico per l’inserimento del bambino con
DM1 a scuola” redatto con il MIUR e il MIN SALUTE ne è
la testimonianza.
Per saperne di più visita www.agditalia.it
L’impegno di AstraZeneca Al via Campagna di Informazione sul
in diabetologia
diabete infantile: serve la diagnosi precoce
C
on 387 milioni di persone colpite nel mondo e 537 mila
decessi tra gli adulti in Europa nel 2014, il diabete costituisce un’emergenza sanitaria mondiale che impone un progetto di lungo termine. Per questo motivo il diabete rappresenta un pilastro fondamentale nella strategia di investimento in
Ricerca & Sviluppo di AstraZeneca per la scoperta di nuove
terapie che possano migliorare le condizioni di vita dei pazienti e ridurre il peso della malattia. L’azienda oggi vanta un
portafoglio unico di farmaci innovativi ed è la prima che offre
terapie in 3 nuove classi di trattamenti, gli inibitori del DPP4,
gli agonisti del recettore del GLP-1 e gli inibitori del SGLT-2.
In particolare, in queste ultime classi, ci sono alcune molecole che hanno dimostrato risultati positivi su diversi parametri
di controllo metabolico (glicemia, pressione, peso corporeo).
Dipartimento di biotecnologie: da
Verona un aiuto contro il diabete
Brevettato il modo per produrre un vaccino che
potrebbe prevenire il diabete autoimmune (di tipo 1)
I
l Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, negli anni, si è contraddistinto tra le realtà più attive nell’ambito della
ricerca e della sperimentazione per la lotta contro il diabete autoimmune. Non è un
caso, quindi, che, proprio all’interno dell’ateneo veneto sia stato brevettato il sistema per
produrre un vaccino che ha lo scopo di prevenire tale malattia su quella parte di popolazione definita “a rischio”. Il dato importante
è che tale azione viene attuata prima che si
sviluppi la malattia. Un passo avanti fondamentale per la lotta contro il diabete. Il risultato è stato raggiunto tramite l’utilizzo di piante
transgeniche di tabacco, sfruttate per la pro-
duzione della molecola GAD65, utile alla
prevenzione. È proprio da questa scoperta
che Mario Pezzotti e Linda Avesani, docenti a Verona, con Alberto Falorni dell’Università di Perugia, hanno fondato uno spin off
universitario denominato “Officina Biotecnologica”: “In questo incubatore abbiamo realizzato un sistema per produrre in maniera
sostenibile questo potenziale vaccino. Sono
tuttavia richiesti ulteriori fondi indispensabili per la realizzazione del prodotto finale”,
spiega Linda Avesani. Esperimenti condotti
da Officina Biotecnologica dimostrano che
è possibile, servendosi di piante transgeniche, produrre tale molecola a costi molto più
La Dott.ssa Linda Avesani e il Prof. Mario Pezzotti
competitivi rispetto ai sistemi convenzionali.
“Dopo 10 anni di ricerche abbiamo verificato la fattibilità di produzione del vaccino in sistemi vegetali grazie a finanziamenti dell’Ateneo veronese, del Ministero dell’Istruzione
e della Ricerca scientifica e della comunità
europea”. Ma non è tutto. All’interno del dipartimento si sta sviluppando un altro progetto legato al molecular farming (ovvero l’ utilizzo di piante geneticamente modificate per
la produzione di molecole di interesse farmaceutico) per la diagnosi e la terapia dell’artrite reumatoide e della sindrome Sjogren. Su
quest’ultimo caso, recentemente, è stato prodotto dai ricercatori veronesi del team “Diamante” (www.diamante.tech) un kit diagnostico che ha conquistato il Premio Nazionale
Innovazione nel 2015 a Cosenza.
P
arte nel mese di gennaio 2016 la
Campagna Nazionale di Informazione per promuovere la diagnosi precoce
del diabete infantile, che colpisce circa
20.000 bambini in Italia e la cui diffusione è raddoppiata negli ultimi 15
anni. È di grande importanza che genitori ed insegnanti, ma anche i pediatri di famiglia, riconoscano al più
presto i sintomi dell’esordio della malattia: la disidratazione del bambino,
con urina abbondante e di conseguenza sete costante, oltre ad eventuale dimagrimento. Sintomi, questi, che possono aggravarsi fino ad un quadro clinico
di chetoacidosi, la grave complicanza
che può essere fatale ai bambini a causa delle lesioni cerebrali che può provocare. Promuovere la diagnosi
precoce del diabete infantile è
quindi indispensabile per evitare che i bambini arrivino in
Pronto Soccorso in condizioni
critiche.
L’iniziativa è a cura di SIEDP,
Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica,
con il contributo non condizionato di Bayer Diabetes Care Division:
prevede la distribuzione di materiale informativo nelle scuole di tutta Italia oltre
che presso gli studi di 10.000 pediatri
di famiglia. In programma anche la trasmissione periodica di una newsletter informativa.
Questa Campagna di Informazione rappresenta uno strumento pratico per aiutare subito i genitori dei bimbi affetti da
diabete infantile ma anche il pediatra di
famiglia. L’apposizione della locandina
nei loro ambulatori fornirà a mamme e
papà preziose informazioni sui sintomi
della malattia ed aiuterà il medico a non
sottovalutare l’eventuale presenza di sintomi e di indirizzare il bambino nel Centro di riferimento specializzato più vicino. L’iniziativa sarà di estrema utilità per
i docenti: la scuola è infatti l’ambito dove
i bambini passano più tempo, quindi il
luogo dove vi sono maggiori probabilità
il bicarbonato) potranno prevenire lesioni cerebrali e salvare la vita a molti bambini.
Bayer Diabetes Care Division ha prodotto in questi anni una lunga serie di
innovazioni tecnologiche, tra le quali
nuovi standard diagnostici per il monitoraggio del diabete. Per semplificare la vita delle persone con diabete
e degli operatori sanitari, da anni si
impegna a fornire sia sistemi innovativi per la misurazione della glicemia sia
materiali educazionali di supporto.
che si manifesti per la prima volta il diabete. La distribuzione di materiale informativo negli Istituti scolastici prevista
dall’iniziativa servirà a preparare gli insegnanti nel gestire efficacemente e senza timori un’eventuale emergenza.
La Campagna di Informazione contribuirà quindi in modo significativo al riconoscimento precoce dei sintomi del diabete
infantile da parte dei genitori oppure degli insegnanti, oltre che da parte del pediatra di famiglia. Il tempestivo trasporto
del bambino in un Centro Specializzato
e l’osservanza da parte dei medici del
Pronto Soccorso delle Linee Guida recentemente elaborate dai medici specialisti proprio per la gestione della chetoacidosi (sono fondamentali le prime due
ore nel corso delle quali bisogna prima
reidratare il paziente e solo successivamente somministrare l’insulina, con tempi e volumi ben precisi, evitando invece
Il piede diabetico, una sfida terapeutica
che si vince in équipe
CMSO: tu al centro delle cure
L’esperienza della Sezione Dipartimentale Piede Diabetico dell’Azienda
Ospedaliero-Universitaria Pisana, un centro di eccellenza con 25 anni di attività
Q
I
l diabete mellito interessa circa 5 milioni di persone in Italia, e le sue complicanze croniche costituiscono la maggior
fonte di spesa per il Servizio
Sanitario Nazionale nel campo delle patologie croniche.
Tra queste, quelle a carico degli arti inferiori, il cosiddetto
“piede diabetico”, interessano intorno alle 300.000 persone e rappresentano la causa
piu frequente di ricovero nei
pazienti diabetici, nonché la
causa più importante di amputazione degli arti inferiori, non
solo in Italia, ma in tutto il mondo, tanto che si calcola che un
arto viene amputato ogni 20
secondi nel mondo a causa
del diabete.
Il piede diabetico è la diretta
conseguenza del progressivo
deterioramento del sistema
nervoso e arterioso a carico
degli arti inferiori a causa del
diabete e delle sue complicanze infettive, e viene considerato un indicatore di gravità
delle condizioni generali dei
pazienti, dal momento che si
associa alla presenza delle altre complicanze croniche, soprattutto cardiovascolari.
Il decorso e l’evoluzione della patologia a carico dei piedi sono per lo più asintomatici
a causa della neuropatia periferica che maschera i sintomi
precoci rivelatori della malattia, tanto che frequentemente
gli episodi acuti si manifestano
in maniera improvvisa, con un
decorso drammatico, che può
portare appunto all’amputazione e talora mettere a rischio
la vita stessa del paziente.
Per queste caratteristiche, e
per la patogenesi multifattoriale, il piede diabetico costituisce una vera e propria sfida clinica, che impegna tutte
le componenti del percorso di
cura dei pazienti, dalle fasi
preventive, alla cura degli episodi acuti, alla riabilitazione.
Presso la Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana è attiva
fin dal 1991 la Sezione Dipartimentale Piede Diabetico, fondata e diretta dal dottor Alberto
Piaggesi, che nel 2016 compie
i 25 anni di attività, un punto
di riferimento a livello sia nazionale che internazionale, che
ha sviluppato e costantemente
implementato nel corso degli
anni un paradigma di cura dei
La “Foot Clinic” della Sezione Piede Diabetico: ogni giorno più
di 40 pazienti vengono visitati da un team composto dal medico
specialista coadiuvato dalla podologa
La sala operatoria della
Sezione Dipartimentale
Piede Diabetico della
Azienda ospedalieroUniversitaria pisana:
nel corso di 25 anni di
attività sono stati eseguiti
più di 4000 interventi
su pazienti con piede
diabetico
pazienti con piede diabetico
che è stato preso a modello ed
esportato in Italia ed in altri paesi del mondo.
L’impostazione multidisciplinare e la condivisone degli obiettivi terapeutici tra i diversi specialisti coinvolti in un percorso
di cura integrato con la coordinazione del diabetologo, che
è il responsabile della gestione
del paziente, è stata fin dall’inizio la caratteristica principale dell’approccio “pisano” alla
cura del piede diabetico, fin
dai tempi in cui questa patologia era di fatto orfana di padri.
Questa modalità, unitamente
all’introduzione delle moderne tecniche di rivascolarizzazione e di chirurgia del piede
diabetico, che a Pisa viene
svolta direttamente dai diabetologi, ha portato a risultati
di assoluta eccellenza, tanto
che in uno studio comparativo svolto nel 2007, lo studio
“eurodiale”, il centro di Pisa è
risultato il migliore tra 14 centri altamente specializzati nella cura del piede diabetico in
10 paesi europei.
Nel corso degli ultimi 15 anni
sono stati trattati più di 7.500
pazienti, sono stati effettuati 4.000 interventi chirurgici
e 5.000 rivascolarizzazioni,
con una percentuale di successo superiore al 95% dei casi.
Un aspetto particolare dell’attività del gruppo pisano è legato all’aumento nel corso degli
anni del grado di complessità
dei casi trattati e dell’età dei
pazienti, che tuttavia non si è
accompagnato ad un peggioramento dei risultati, a testimonianza dell’efficacia del modello terapeutico e della sua
evoluzione nel tempo, con l’adozione di nuove tecnologie e
soluzioni terapeutiche in grado di dare risposte ai casi più
gravi e complessi.
Questa esperienza è stata nel
tempo trasferita sia ai diabetologi e ai podologi formati
presso l’Università di Pisa, che
attualmente operano presso i
servizi di diabetologia del servizio sanitario della regione
Toscana, sia ai medici, infermieri e podologi provenienti
dalle altre regioni italiane, tramite corsi residenziali annuali, che nell’arco di 18 anni di
ininterrotto svolgimento hanno
formato più di 600 specialisti
a livello nazionale.
Nel 2009 è stata varata la
versione internazionale del
corso pisano, che è attualmente l’unico riconosciuto a
livello mondiale dall’International Diabetes Federation
per la formazione di secondo livello degli specialisti nel
piede diabetico.
Complicanze del diabete infantile molto
diffuse, specie nei bambini sotto i 6 anni
Sulla base di un’analisi del Gruppo di
Studio sul diabete infantile della SIEDP
condotto in 68 centri di Diabetologia Pediatrica su tutto
il territorio nazionale su circa
2.500 bambini cui è stato diagnosticato il diabete infantile, è
emerso che il 38,5% ha esordito con la grave complicanza della chetoacidosi, di cui
il 72% ha un’età inferiore ai
6 anni. La complicanza che la
Campagna di Informazione si propone
di prevenire, quindi, è particolarmente
diffusa e colpisce soprattutto i bimbi molto piccoli.
I sintomi dei diversi stadi di gravità delle
complicanze del diabete infantile
Il bambino può essere sveglio ed avere
parametri vitali normali: in questo caso
si tratta di chetoacidosi lieve; se è in uno
stato di sonnolenza con un aumento della frequenza cardiaca, la pelle flaccida,
gli occhi affossati, una secchezza orale,
ci si trova di fronte ad una chetoacidosi
di media e grave severità. Le situazioni a
maggior rischio di sviluppare edema cerebrale sono la giovane età, chetoacidosi all’esordio di diabete infantile, lunga
durata dei sintomi. I sintomi per riconoscere l’edema cerebrale sono: cefalea,
riduzione del battito cardiaco ed aumento della pressione arteriosa.
Un approccio innovativo per il diabete
uali sono i reali bisogni dei pazienti diabetici? A questa domanda intende rispondere in modo
pieno il Centro Medico Specialistico Orio CMSO di Salerno, centro
antidiabetico di eccellenza nazionale. “Tu al centro delle nostre
cure” è lo slogan scelto che
rappresenta l’operato del
centro ed il suo approccio moderno ed innovativo
nella cura e prevenzione
del Diabete e delle malattie endocrino-metaboliche.
Centralità del paziente, organizzazione, professionalità
ed innovazione caratterizzano
l’operato di questa nuova realtà
sanitaria con una specificità: il
lavoro di squadra. Più professionisti - tra cui spicca il prof. Francesco Orio, tra i più giovani professori d’Italia in Endocrinologia
riconosciuto a livello mondiale
tra i massimi esperti di Sindrome dell’Ovaio Policistico ed Endocrinologia ginecologica - operano in sinergia, unendo le loro
competenze per affrontare tutti
gli aspetti della malattia, mirando soprattutto alla prevenzione delle complicanze del diabete.
Al CMSO l’approccio nutrizionale è
basilare: non la classica “dieta” ma
un regime alimentare personalizzato cucito intorno alle esigenze di vita
e dell’attività lavorativa dei pazienti.
Base di partenza la dieta mediterranea, cui si abbina la gestione del calcolo dei carboidrati o l’approccio a
chetogenesi controllata volto a diminuire l’assunzione di farmaci ed in grado di abbassare l’insulino-resistenza.
Obiettivo: mantenere la glicemia nei
valori ottimali.
La cura “a 360°” prevede
il monitoraggio costante
del percorso dei pazienti, i cui bisogni vengono
soddisfatti ritagliando le
scelte terapeutiche intorno
alle personali esigenze di
vita e di salute (come la
gestione del calendario
di visite basate sulle necessità organizzative dei
pazienti) e relegando al centro tutte le
preoccupazioni di gestione della malattia. Da qui la scelta dello slogan: La
persona “al centro delle cure”.
Il CMSO si differenzia anche per la
riduzione considerevole delle tempistiche di screening completi e check-up
diabetologici: i pazienti possono conoscere il loro stato di salute e lo stadio della patologia in poche ore.
Il ruolo dell’innovazione, fondamentale nella gestione del Diabete, si evince dall’ausilio delle ultime tecnologie
come l’holter glicemico, strumento in
grado di seguire in modo continuo
Esempio di Holter glicemico
l’andamento della glicemia (nell’immagine); si tratta di un sistema semplice e maneggevole che consente per
la prima volta di verificare in tempo
reale l’andamento della glicemia in
base allo stile di vita, all’alimentazione ed alla terapia seguita. Il diabetico può finalmente
“vedere” e “capire” ciò che
influisce direttamente sulla
sua glicemia migliorandola o peggiorandola: in tal
modo il CMSO stabilisce
anche un approccio “educativo” al diabete unico.
Mediante questo strumento si
possono seguire in maniera continua per 5 giorni i valori della
glicemia visualizzandone l’andamento, si può intervenire nel
modo più opportuno sia con la
terapia che con lo stile di vita.
Per il CMSO fondamentale è dunque la tecnologia così come fondamentale è il web. Il sito www.
cmso.it consente ai pazienti un
contatto diretto con il centro per
un accesso facilitato alla struttura
e ai servizi; il blog tratta le ultime
novità dal mondo medico-scientifico
proponendo utili consigli sulla salute e
sullo stile di vita, veicolati direttamente
dai professionisti del centro.
Sfida vinta per il direttore Sanitario
del CMSO, il dott. Marcello Orio, che
dopo l’esperienza di formazione alla
Cornell University di New York ha deciso di importare in Italia un modello di efficienza ed organizzazione di
stampo americano, creando una nuova realtà imprenditoriale nel panorama medico italiano. Visione etica
della cura, prevenzione del Diabete
e delle patologie endocrino-metaboliche, organizzazione e
approccio medico multidisciplinare rendono oggi
il centro medico CMSO
di Salerno un unicum nel
settore, unendo la visione
d’insieme propria della
“Scuola Medica Salernitana” e l’attenzione ai
bisogni della persona caratteristica della medicina
del futuro.
INFORMAZIONE PROMOZIONALE
Speciale SALUTE - TELEMEDICINA - Aziende Eccellenti
Telemedicina e Sanità digitale in Italia:
sviluppo con metodo scientifico SIT
L
a Società Italiana di Telemedicina
(SIT), costituita a Roma nel 2007, oggi
annovera numerosi soci, medici, ingegneri, informatici, ricercatori, avvocati, che si
occupano dei molteplici aspetti di Telemedicina e Sanità digitale. La SIT agisce
per migliorare i servizi sanitari e aumentare la qualità di vita dei Cittadini attraverso la diffusione di sperimentazioni e di
sistemi di sviluppo per la Telemedicina, la
Sanità digitale e tutte le applicazioni ad
esse collegate.
L’obiettivo della SIT è promuovere e valorizzare le tecnologie più efficaci per la
salute dei cittadini e le tendenze gestionali e organizzative più all’avanguardia
per gestirle. Ovvero, permettere ai professionisti della Sanità la realizzazione di
sistemi e servizi maggiormente adeguati
alle esigenze dei cittadini e sostenibili sul
piano economico.
Tale visione sistemica, multidisciplinare,
della SIT permette di elaborare proposte
di sviluppo con rigoroso metodo scientifico, così da supportare le scelte locali in
materia sanitaria e valorizzarne anche il
coordinamento a livello nazionale. Il paziente lavoro che la SIT ha svolto negli
anni con il Ministero della Salute, le Regio-
ni e Provincie Autonome, l’Istituto Superiore di Sanità, il CNR, il CIRSFID, il Garante
Privacy e molte Società e Associazioni
scientifiche italiane, ha certamente facilitato numerose spinte innovative proprio
nel campo della Medicina e Chirurgia Telematica, che ora stanno profondamente
coinvolgendo tutte le nostre Regioni.
Nell’ottica di sviluppo, anche economicosociale, la SIT sta promuovendo intensamente da alcuni anni partnership con
varie imprese italiane su concrete idee
progettuali, insieme ad un team di consulenti specializzati. In particolare, SIT
ha iniziato a collaborare, per l’innovazione tecnologica in Sanità, con il Cluster
of Health, Innovation and Community
(C.H.I.CO.), promosso da Unindustria Lazio. www.medicinatelematica.it
Telemedicina e Fascicolo Sanitario Elettronico
I
recenti sviluppi normativi (DPCM 29
settembre 2015 n. 178, AGID - Specifiche tecniche per l’interoperabilità tra i
sistemi regionali di FSE, Linee di indirizzo sulla Telemedicina del Ministero delle Salute) e i progressi delle tecnologie
legate all’ICT, hanno dato nuovo impulso alle attività connesse da un lato allo
sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), dall’altro alle applicazioni
di Telemedicina. Se finora entrambe le
tematiche hanno avuto percorsi di cre-
Testi: di solito accompagnano
ogni altro tipo di dato sotto forma
di storia clinica del paziente, dati
anagrafici, ecc.
Immagini: sia digitalizzate a partire
da fonti analogiche sia direttamente
digitali, riguardano molte discipline
(radiologia, dermatologia, anatomia
patologica, …)
La Telemedicina dell’INRCA:
Tecnologia al servizio degli anziani
Audio: per esempio suoni provenienti da uno stetoscopio
L’
Video: immagini da endoscopia, ecografia, videoconferenza nel consulto
su paziente (per es. Tele psichiatria)
Istituto Scientifico INRCA di Ancona da
circa 16 anni ha dotato la sua U.O. di
Cardiologia-UTIC diretta dal Dott. Roberto
Antonicelli, di un Centro di Telecardiologia.
Durante questo periodo sono stati “testati”
numerosi modelli assistenziali con particolare riferimento agli anziani.
I modelli che hanno dimostrato la maggiore
efficacia sono stati:
- TeleRete delle Case di Riposo;
- Telecontrollo domiciliare al Cardiopatico;
- Dimissione Protetta del Cardiopatico aritmico;
- Teleassistenza Domiciliare di Pazienti
con Scompenso Cardiaco Cronico.
In relazione a quello della TeleRete delle
Case di Riposo si utilizza un terminale ECG
a 12 derivazioni che consente anche a personale non specializzato di effettuare un
ECG e trasmetterlo con una normale telefo-
nata. Tenendo presente da un lato l’elevata
morbilità cardiovascolare della popolazione anziana, s’intuisce come questo modello
di teleassistenza cardiologica possa essere
utile agli anziani cardiopatici, ospiti in strutture (spesso localizzate in zone disagiate)
ed i notevoli risparmi, anche economici,
che questi innovativi modelli assistenziali
possono generare nel SSN.
Da tempo anche in relazione al progressivo
cambiamento di funzione delle farmacie da
meri “distributori” di farmaci a Centri della Salute, il Centro è collegato a numerose
Farmacie della Regione che adesso possono offrire anche questa prestazione ai loro
clienti.
Nel corso di tutti questi anni si è avuto un
concreto riscontro di come la Telecardiologia risponda in maniera efficace ai bisogni
della popolazione in generale e degli an-
ziani in particolare, evidenziando così sul
“campo” che questo modello assistenziale
può dare un contributo nel migliorare il livello qualitativo dell’assistenza cardiologica erogata nella Regione Marche.
Per tutti quelli che fossero interessati ad avere informazioni, il Call Center
è attivo per informazioni dalle 8 alle
20 al n° 071 8003202 od alla mail:
[email protected]
Altri dati monodimensionali: segnali ECG e altri segnali provenienti da
monitoraggio di parametri fisiologici
scita totalmente indipendenti, è ormai
opinione condivisa tra gli esperti del
settore che un utilizzo efficiente ed efficace delle applicazioni di sanità digitale richiederà in futuro un approccio
integrato.
In primo luogo, la potenziale produzione di enormi moli di informazioni
sanitarie nell’ambito dei servizi ICT realizzati per la Telemedicina pone un
problema di disponibilità ed accessibilità di tali informazioni ai diversi attori
coinvolti nella erogazione e fruizione.
Inoltre, nell’ambito di un’applicazione
di Telemedicina sarebbe estremamente
vantaggioso poter consultare la storia
clinica del paziente in esame, accedendo ad informazioni e documenti presenti nel FSE.
La natura delle informazioni trattate
nell’ambito di un servizio di telemedicina può rivelarsi piuttosto eterogenea
(vedi Tabella).
Molte di queste informazioni potrebbero e dovrebbero confluire nel FSE, in
maniera conforme a quanto definito
nel DPCM 178 del 2015. Tuttavia, ad
oggi, non è disponibile una metodologia atta a definire le modalità di integrazione di tali informazioni con il FSE,
ed in grado di identificare la tipologia
dei dati che ha senso registrare nel FSE
(fisiologici, immagini, comportamentali, ambientali, etc.), il formato e la modalità di rappresentazione dei dati da
memorizzare secondo gli standard esistenti, la localizzazione della sezione
Giuseppe De Pietro, Direttore Istituto di Calcolo e
Reti ad Alte Prestazioni CNR
del FSE atta a contenere tali dati.
Inoltre, la pubblicazione nel FSE delle
informazioni generate in regime di Telemedicina, e la relativa consultazione,
richiederebbe da un lato l’interazione
delle applicazioni di Telemedicina con i
servizi offerti dai sistemi di FSE, dall’altro la progettazione di nuovi e specifici
servizi di fascicolo (es. servizi di data
stream, generazione report, etc.).
Appare evidente l’impossibilità di proporre un approccio che contempli la
progettazione e l’implementazione di
servizi di fascicolo in grado di connettersi ad una qualsiasi applicazione di
Telemedicina; è quindi necessario pensare alla realizzazione di una piattaforma tecnologica dedicata, in grado
di facilitare nel miglior modo possibile l’integrazione e l’interoperabilità dei
dati e delle applicazioni rispettando,
nel contempo, i requisiti di sicurezza e
di privacy propri del FSE.
In tale ottica, nell’ambito del progetto
“Ehealthnet: Ecosistema Software per
la Sanità Digitale” co-finanziato dal
MIUR, l’ICAR CNR - sede di Napoli è
impegnato nella progettazione e realizzazione di una piattaforma software
evoluta in grado di fornire, tra l’altro,
funzionalità e servizi per l’integrazione tra FSE ed applicazioni di telemedicina. Attraverso tale piattaforma,
che sarà resa disponibile in modalità
open-source e rilasciata entro Dicembre 2016, si fornirà un contributo importante all’utilizzo sempre più pervasivo ed efficace della telemedicina nei
processi di diagnosi e cura.
CardioCalm srl: la sfida italiana per
l’innovazione tecnologica in ambito
cardiovascolare
Vree Health Italia: il successo grazie
a modelli di gestione delle cronicità
semplici, flessibili ed efficaci
Da Brescia un ponte tra Italia e Stati Uniti per unire le eccellenze hardware e
software in un sistema innovativo di telecardiologia
V
I
nnovazione tecnologica, network internazionale e prevenzione: sono queste le parole chiave che caratterizzano la
mission aziendale di CardioCalm srl, una società di telemedicina con sede a Montichiari
(BS), specializzata nel settore
dell’analisi dei segnali cardiovascolari. Fondata nel 2010
da Fabio Badilini, ingegnere
biomedico e honorary fellow
dell’American College of Cardiology, CardioCalm punta a
trasferire in Italia alcune delle
migliori esperienze statunitensi
nel campo del software ed hardware cardiologico. Grazie
alla partnership strategica con
AMPS-llc (società leader mondiale nel settore dei software
per l’analisi quantitativa dei
segnali cardiovascolari) e con
MORTARA
INSTRUMENTS
INC (uno dei player più affermati nel mercato mondiale
dell’hardware cardiologico),
CardioCalm ha lanciato un
sistema di telecardiologia in
grado di effettuare a distanza
un elettrocardiogramma a tutti
gli effetti diagnostico. “Il nostro
sistema - spiega Fabio Badilini
- consente di eseguire un elettrocardiogramma pienamente
rispondente alle linee guida
degli enti regolatori internazionali: l’ECG è a 12 derivazioni registrate in simultanea ed
il segnale acquisito viene trasmesso via digitale al centro
di refertazione, senza alcuna
perdita di informazione e/o
distorsione”. Il sistema sviluppato da CardioCalm si caratterizza inoltre per il fatto che i
centri di refertazione sono cardiologie ospedaliere, aspetto
determinante sia per garantire
la qualità del servizio offerto
sia per consentire alle aziende ospedaliere di fare rete con
il proprio contesto territoriale.
Residenze per anziani, medici
di medicina generale, farmacie, stabilimenti termali, sono
molteplici le realtà che possono beneficiare di tale servizio,
sfruttando le possibilità offerte
dalla tecnologia. Il sistema è
stato sperimentato con successo nel contesto bresciano, in
partnership con il Dipartimento cardiovascolare di Fondazione Poliambulanza, diretto
da Claudio Cuccia, una delle
primissime realtà a scommettere sul sistema di telecardiologia di CardioCalm. “La collaborazione con le cardiologie
ospedaliere è per noi strategica - afferma Badilini -. Uno degli obiettivi del nostro sistema
è infatti quello di mettere la nostra tecnologia a servizio della
prevenzione, promuovendo proget-
Elettrocardiografo digitale
Mortara ELI10: un dispositivo
che garantisce elevati livelli di
precisione e di usabilità
Il modello di funzionamento del servizio di
telecardiologia promosso da CardioCalm srl
ti di screening su alcune delle
principali patologie cardiovascolari. Le possibili applicazioni in questo contesto sono davvero molteplici, con un impatto
significativo in termini sia sociali sia economici: cito, a titolo di esempio, l’attività di screening della fibrillazione atriale
per la prevenzione dell’ictus”.
Nell’ottica di consolidare ed
ampliare il rapporto con le
cardiologie ospedaliere ed attuando una politica aziendale
di costante miglioramento dei
servizi offerti, CardioCalm lancerà nel 2016 un nuovo sistema di refertazione, che sarà
interamente web-based. “Si
tratta di un nuovo prodotto che
completa e migliora il sistema
esistente - spiega Badilini - e
che, associato ad un sistema
di firma remota, permetterà
ai cardiologi di eseguire la refertazione da qualsiasi postazione connessa ad internet,
ottimizzando i tempi di refertazione e garantendo un eleva-
to livello di flessibilità. Il nuovo
prodotto renderà più accessibile l’inserimento di nuove
cardiologie ospedaliere nel
sistema e permetterà inoltre
alle aziende ospedaliere interessate di dotarsi di un sistema di refertazione digitale
a costi accessibili”. Accanto al sistema di telecardiologia, CardioCalm ha inoltre
sviluppato un sistema per la
misurazione dello stress, attraverso l’analisi di segnali
cardiovascolari correlati al
sistema nervoso autonomo.
Anche su questo versante, la
società ha inteso promuovere
un approccio innovativo, che
punta a trovare applicazione
nell’ambito della medicina
del lavoro e della medicina
dello sport, fornendo strumenti di analisi supportati da
ampia letteratura. Tutte le informazioni su CardioCalm e
sui servizi offerti possono essere reperite dal sito internet.
www.cardiocalm.com
ree Health Italia è una società del gruppo MSD Italia,
certificata ISO 9001, interamente dedicata alla realizzazione e commercializzazione di servizi di healthcare,
per il cittadino e il sistema sanitario.
La mission aziendale è disegnare, sviluppare e offrire soluzioni innovative per migliorare:
- la presa in carico e la gestione dei pazienti con patologie croniche,
- l’implementazione di modelli assistenziali integrati che
coinvolgono tutti gli operatori sanitari,
- i livelli assistenziali e favorire un utilizzo razionale delle risorse.
Vree Health offre soluzioni per l’implementazione di modelli
organizzativi innovativi, basati sulla gestione di percorsi di
cura predefiniti. I servizi sono realizzati per supportare gli
attori del sistema sanitario nell’affrontare le complesse sfide
di gestione delle patologie croniche, attraverso l’innovazione organizzativa e di processi al fine di favorire un appropriato utilizzo delle risorse.
I servizi offerti da Vree Health si basano su di un insieme di competenze e
sistemi che permettono di realizzare
piani diagnostici e terapeutici e piani assistenziali
individuali per i pazienti
cronici, volti a migliorare le condizioni di salute
della persona ed a garantire una gestione più ordinata
ed efficiente dei percorsi di
cura. La flessibilità del servizio e la capacità di integrazione con i principali
gestionali medici presenti sul territorio rappresenta
la principale funzionalità del
servizio in grado di favorirne
l’implementazione territoriale senza sconvolgimenti per gli
end-users.
Attraverso piani di cura personalizzati e basati sui PDTA
il Sistema Sanitario riesce a garantire la compliance alla
terapia del paziente, l’aumento della consapevolezza del
paziente sulla propria/e patologia/e arrivando a gestire
di conseguenza le risorse in maniera più razionale.
In particolare per implementare il servizio Vree Health mette a disposizione:
- una centrale servizi che monitora il percorso assistenziale del paziente cronico, assicurando un continuo raccordo con il medico, favorendo l’empowerment e l’aderenza al proprio percorso di cura,
- un sistema informativo certificato in grado di assicurare
la comunicazione e l’integrazione tra tutti gli attori del
percorso assistenziale,
- tecnologie “e-health” innovative per la Telemedicina, il
Telemonitoraggio e il Teleconsulto,
- soluzioni di outcome analysis per la produzione di evidenze scientifice basate sull’efficacia clinica e gestionale
dei modelli implementati.
L’atto di indirizzo strategico per il 2016 del Ministero ha
indicato in modo estensivo, in diversi capitoli, come l’uso
della Tecnoassistenza sia un fattore abilitante necessario
per velocizzare la riorganizzazione dell’assistenza primaria (“necessità di definire un sistema di rete che permetta
l’integrazione delle soluzioni di Telemedicina/Tecnoassistenza tra le modalità erogative delle prestazioni su tutto
il territorio nazionale) superando il concetto indicato nel
Patto per la Sanità Digitale di riconoscimento di tariffe regionali provvisorie per le sperimentazioni che rischiano di
frammentare uno sviluppo
organico su tutto territorio
nazionale. L’approccio sistemico sembra essere la
chiave di volta per accelerare i processi di modernizzazione delle cure.
Vree Health è tra le realtà maggiormente radicata sul territorio nazionale sia per estensione
dei suoi progetti in essere
(Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Lazio, Marche,
Abruzzo, Puglia, Calabria) che per numerosità di pazienti, grazie anche al recente ingresso nella gestione dei pazienti all’interno del sistema lombardo dei Chronic RElated
Group (CREG).
La visione, supportata dall’esperienza maturata in questi
ultimi anni, fa credere che solo attraverso un modello “condiviso” e “misurabile” si possa concretamente migliorare il
livello di assistenza. Questo non può che essere raggiunto
grazie dialogo tra Istituzioni, Società Scientifiche e aziende leader del settore.
Speciale SALUTE - OFTALMOLOGIA - Aziende Eccellenti
Non più solo cura, anche prevenzione
e riabilitazione visiva
A.I.Or.A.O e Ortottisti
Assistenti in Oftalmologia
P
L’Associazione Italiana Ortottisti Assistenti
in oftalmologia da 47 anni riferimento della
professione
revenzione e riabilitazione visiva sono
le due grandi dimenticate del nostro sistema sanitario, incentrato quasi esclusivamente sulla cura delle malattie oftalmiche,
attraverso i farmaci o con la chirurgia. L’allungamento dell’età media e la necessità
di garantire un’adeguata qualità della vita,
spingono i sistemi sanitari a riorganizzarsi
per assicurarne sostenibilità economica,
efficacia ed efficienza. In questo scenario
si inserisce l’Agenzia Internazionale per la
prevenzione della Cecità-IAPB Italia onlus,
che da circa 40 anni lavora per creare nella popolazione e nelle istituzioni la cultura
per la prevenzione della disabilità visiva e
la riabilitazione degli ipovedenti. Prevenzione e riabilitazione restano enunciazioni
teoriche se non sono mirate a conoscere i
fattori di rischio, a consentire di diagnosticare tempestivamente la malattia e ad ac-
cedere alla riabilitazione visiva. Per questo la IAPB Italia organizza programmi
di educazione sanitaria nelle fasce della
popolazione a rischio, offre visite oculistiche gratuite con camper oftalmici (info su
www.iapb.it), fornisce informazioni con la
linea verde oculistica (800068506), eroga servizi di riabilitazione visiva attraverso
il proprio Polo Nazionale di ricerca per la
prevenzione della cecità e la riabilitazione
visiva, con sede al Policlinico Gemelli di
Roma, divenuto Centro di Collaborazione
dell’OMS. Particolare importanza inizia
a rivestire la riabilitazione visiva a livello
internazionale, grazie alla leadership che
l’Italia ha assunto attraverso il Polo Nazionale, per indurre il suo sviluppo strutturale
nei sistemi sanitari di tutti i Paesi del mondo. Si è appena conclusa a Roma la prima International Consensus Conference,
Riabilitazione di ipovedente presso
il Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva
organizzata dal Polo Nazionale per la
definizione condivisa del concetto di riabilitazione visiva e degli standard minimi. All’evento hanno partecipato oltre 60
tra i maggiori esperti mondiali. Solo con
lo sviluppo della prevenzione e della riabilitazione visiva riusciremo a vincere la
lotta contro la cecità evitabile.
MAGI: 10 anni di esperienza della
rete di oftalmologia e genetica
Un approccio multidisciplinare alle malattie genetiche oftalmiche
Bertelli - Stirpe - Lombardo - Ziccardi
U
n laboratorio che si occupa della diagnosi delle malattie genetiche e rare ancora orfane di una assistenza sanitaria nel
nostro Paese. È partita da questa ricerca,
dieci anni fa, l’attività di MAGI EUREGIO,
cooperativa non-profit di Bolzano che promuove la diagnosi e la ricerca su malattie
genetiche e rare, in maniera particolare, su
quelle della retina della cornea e del nervo
ottico. A volte, infatti, non si pone la dovuta attenzione sulle attività diagnostiche che
permettono un notevole risparmio sanitario.
MAGI EUREGIO, oggi, è in grado anche
di sopperire all’assenza di centri in cui i pazienti possono percorrere tutto l’iter clinico
fino alla conferma diagnostica e alla strutturazione di un piano terapeutico o riabili-
tavo. Nella “Rete per le malattie genetiche
oftalmiche” oltre a MAGI EUREGIO partecipano i centri di riferimento del Policlinico
Gemelli dove opera Benedetto Falsini, del
San Paolo di Milano (diretto da Luca Rossetti) e Leonardo Colombo, del Luigi Sacco
di Milano (diretto da Giovanni Staurenghi).
Sono presenti anche l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo dove lavora Leopoldo Zelante, l’IRCCS
Fondazione Bietti (diretto da Mario Stirpe)
con la collaborazione per l’oftalmogenetica di Lucia Ziccardi e di Marco Lombardo.
Ultimo ma non meno importante l’IRCCS
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con
l’impiego di Luca Buzzonetti e di Giancarlo Iarossi. Gli obiettivi sono quelli di dare
ai pazienti il meglio in termini di diagnosi,
riabilitazione e accesso alle sperimentazioni. Al tempo stesso si vuole generare un risparmio per il SSN, evitando esami inutili e
migrazione all’estero dei malati. Far lavorare assieme il genetista clinico con l’oculista
retinologo è stata una svolta per i pazienti
e per la spesa pubblica. Questo modello
assistenziale ha fatto crescere ulteriormente le capacità diagnostiche fino a portare
ad un livello elevatissimo di test positivi, per
alcune malattie anche del 90%, solo in un
caso su 10 la malattia ipotizzata non è confermata e si rendono necessarie nuove e costose analisi.
U
nica Associazione riconosciuta da Decreto Ministeriale rappresentativa della professione e come tale interlocutore di
Ministeri e Istituzioni, AIOrAO riunisce, su base volontaria, gli
Ortottisti che esercitano la loro attività in Italia. Scopi: tutela morale e professionale della figura, vigilanza deontologica, lotta
all’abusivismo. Promuove e affianca ogni iniziativa per il miglioramento giuridico e culturale. Ha prodotto Guida e Core
Competence della professione. È provider di formazione, dall’inizio del programma ECM (formazione continua in medicina)
ha erogato 250 eventi. Svolge attività di certificazione ECM
per professionisti iscritti. Secondo Co.Ge.A.P.S. l’appartenenza
alla comunità che ogni Associazione crea e rappresenta è un
dato positivo per la garanzia della qualità professionale, questa appartenenza crea un circolo virtuoso di adesione a valori professionali e consapevolezza del ruolo di responsabilità: i
professionisti certificabili iscritti sono risultati 4 volte i non iscritti.
Promuove ricerca scientifica e potenziamento
studi universitari; partecipa stesura linee-guida.
Patrocina azioni sanitarie e educative, collabora con associazioni di cittadini per tutelare la
salute e fare conoscere la figura, perché anche
se di elevata competenza (laurea triennale a
numero chiuso) non sempre conosciuta dall’utenza. L’ortottista è una professione sanitaria
che appartiene all’area della riabilitazione e
tratta i disturbi motori e sensoriali della visione ed effettua le tecniche di semeiologia strumentale oftalmologica. La prima scuola universitaria è nata nel 1955 con l’obiettivo di
preparare su difetti di rifrazione (esame della
vista e correzione ottica), disturbi oculomotori
e ambliopia (valutazione, prevenzione, trattamento). Nel 1977 al titolo di Ortottista si è aggiunto quello di Assistente in Oftalmologia con
attribuzione di nuove competenze: esecuzione
di tutta la diagnostica strumentale oftalmica e assistenza oftalmologica, attività oggi richiesta anche nelle sale operatorie di oftalmologia. L’Ortottista unico professionista sanitario riconosciuto
in ambito oftalmologico a fianco dell’oftalmologo, ha competenze in prevenzione, valutazione, trattamento, compensazione,
riabilitazione, semeiotica strumentale, assistenza oftalmica. Presente in équipe multidisciplinari (neuropsichiatria, diabetologia,
riabilitazione, medicina del lavoro ecc..) è figura determinante nella riabilitazione dell’ipovedente. L’invio all’Ortottista è del
medico oculista ma parimenti del medico di base, del pediatra,
del neurologo, e così via. L’Ortottista trova impiego in strutture
sanitarie pubbliche e private. Va potenziata la presenza sul territorio dove può avere un ruolo strategico presso pediatri, medici di base, presidi sanitari di primo livello, domicilio di pazienti
con difficoltà di mobilità. Gli ortottisti si adoperano per la prevenzione visiva in tutte le età biologiche e per appropriatezza
professionale-organizzativa. AIOrAO si è sempre impegnata a
superare gli squilibri territoriali di offerta di cura sorvegliando la
formazione base attraverso la presenza agli esami abilitanti, l’identificazione degli standard professionali e delle competenze
necessarie alle nuove esigenze dei cittadini e del SSN. Lavori
in corso: in collaborazione con le istituzioni semplificare norme
di accesso alla professione per la libera circolazione dei professionisti in Europa rispettando il principio di non discriminazione
e di proporzionalità; insieme all’OCE, Associazione Europea,
definire piattaforma formativa comune; assieme alle altre professioni sanitarie lavorare all’eHealth,valutare potenzialità, soluzioni e tecnologie, specialmente
telemedicina,buone pratiche e impiego etico
delle risorse. La storia della professione e quella dell’Associazione si intrecciano come trama
e ordito di una tela. AIOrAO ha festeggiato i
sessant’anni della professione con un evento
aperto a tutti gli ortottisti nella sede del Ministero della Salute. La storia dell’Associazione
unita alla storia della Professione all’interno
della storia della Sanità Italiana: ricordare per
progettare il futuro al servizio della persona.
Nuova Chirurgia in Oculistica: il Robot
CENTRO NAZIONALE DI ALTA TECNOLOGIA / Centro di Eccellenza in Oftalmologia dell’Università
G. d’Annunzio di Chieti-Pescara. La chirurgia robotica in Oculistica rappresenta l’innovazione più recente
e il suo utilizzo è ormai esteso a diversi settori dell’oftalmologia permettendo al chirurgo di eseguire
procedure complesse con elevata precisione e con risultati clinici superiori a quelli ottenuti
con le tecniche manuali tradizionali
C
ome eliminare gli Occhiali: SMILE
Rapido recupero, nessun dolore
Oggi è possibile correggere definitivamente la maggior parte
dei difetti della vista in modo sicuro ed efficace. L’ultima innovazione nel campo della chirurgia refrattiva è rappresentata
da una piattaforma robotizzata che consente di effettuare, attraverso un laser velocissimo, incisioni di assoluta precisione
tali da riprodurre l’effetto di un vero e proprio bisturi luce. In
questo modo è possibile ottenere un rimodellamento personalizzato della cornea che consente a ciascun paziente di
correggere, in modo molto preciso, anche difetti di miopia ed
astigmatismo molto elevati.
Questo avanzamento chirurgico va oltre le tecniche di superficie come la LASIK o la PRK, ed è attualmente rappresentato dalla tecnica SMILE (Small Incision Lenticule Extraction). Si
tratta di una procedura di profondità minimamente invasiva
navilas
e sul successivo irraggiamento con raggi UV. In questo modo
si riesce ad irrobustire la cornea e fermare il Cheratocono.
Smile
Eliminare la Cataratta e
contemporaneamente gli occhiali
L’intervento di cataratta attualmente rappresenta l’operazione chirurgica più eseguita al mondo e la continua evoluzione
scientifica ci permette oggi di raggiungere risultati insperati
solo fino a qualche anno fa. È in quest’ottica che si inserisce
l’ultima innovazione nel campo della chirurgia della cataratta
che ora può finalmente avvalersi esclusivamente dell’utilizzo
della Robotica Laser per la sua rimozione. (La Clinica Oftalmologica dell’Università G. d’Annunzio,) Il Centro di Eccellenza in Oftalmologia dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara e Centro Nazionale di Alta Tecnologia, è stato il primo
centro pubblico in Italia a dotarsi di questa innovativo laser
robotizzato. È necessario che il chirurgo programmi in tempo
reale, attraverso il monitor di un computer dedicato, il giusto
trattamento chirurgico per ciascuna tipologia di cataratta. A
questo punto una piattaforma “All-Laser Femto-Nano” realizza
tutte le fasi più delicate del trattamento in modo personalizzato e velocissimo, garantendo sicurezza e precisione. Il Robot
Femto-Nano incide la cornea e realizza la vaporizzazione
del cristallino terminando quindi tutta la procedura in pochissimi secondi per poter infine inserire lenti intraoculari personalizzate per la correzione di ciascun difetto refrattivo: Miopia,
Ipermetropia, Astigmatismo e Presbiopia. Evitando gli ultrasuoni della tecnica convenzionale, l’infiammazione post-operatoria sarà praticamente nulla ed il paziente, in tempi di recupero rapidissimi, potrà riprendere le normali abitudini di vita
recuperando una qualità della visione ottimale.
(nella foto: programmazione della chirurgia sul monitor del
robot laser per l’intervento di cataratta).
Chirurgia della Retina e delle Maculopatie con la
Il Direttore del Centro:
Prof. Leonardo
Mastropasqua
Robotica - Laser Retinico Navigato
Il Sistema Laser Navilas è in grado di eseguire trattamenti
di fotocoagulazione retinica personalizzati e pianificati sulla
base delle immagini della retina del paziente. Può essere utilizzato nel trattamento della retinopatia diabetica, nell’edema
maculare e nelle Maculopatie, evitando possibili errori dovuti
alla mano umana o alla scarsa collaborazione del paziente.
Chirurgia del glaucoma con la Robotica
Ciclocoagulazione ad ultrasuoni (UCCC)
Questa recentissima metodica, oggi a disposizione per la terapia chirurgica del glaucoma, utilizza la tecnologia HIFU
(high intensity focused ultrasound: ultrasuono ad alta intensità
focalizzato) una procedura ad alta precisione che attraverso
l’emissione di onde sonore gestite da un Robot riscalda e distrugge i tessuti. Il sistema UCCC consente dunque l’ablazione focalizzata dei corpi ciliari, le strutture ghiandolari dell’occhio deputate alla produzione dei liquidi ed all’aumento della
pressione intra-oculare. Il sistema UCCC è utilizzato prevalentemente nel trattamento dei glaucomi incontrollabili; tuttavia,
visti i risultati ottimali e l’estrema sicurezza della metodica, si
sta diffondendo anche nel trattamento dei glaucomi primari a
rischio per la chirurgia tradizionale.
www.clinicaoftalomologica.it
femtocataract
che, grazie al Robot ed al Laser a Femtosecondi, realizza una
microincisione di 2mm evitando altri tagli e correggendo il
difetto refrattivo senza intaccare la superficie oculare, garantendo tempi di recupero rapidissimi, nessun dolore post-operatorio, assenza di occhio secco e di cicatrizzazioni anomale
che potrebbero causare un residuo o un ritorno della miopia.
Crosslinking Corneale:
come bloccare il Cheratocono
Il Crosslinking, associato alla Iontoforesi, è un trattamento a
bassa invasività che aumenta la rigidità e la resistenza del
tessuto corneale ed è in grado di bloccare patologie corneali
progressive, prima fra tutte il Cheratocono. Si basa sull’imbibizione della cornea effettuata con una soluzione di Riboflavina
crosslinking cheratocono
UCCC glaucoma