LA FONDAZIONE ORPHEON Museo di Strumenti Musicali Storici Al

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LA FONDAZIONE ORPHEON Museo di Strumenti Musicali Storici Al
ANCORA VIVI
LA COLLEZIONE DI STRUMENTI MUSICALI STORICI
VÁZQUEZ
1560 – 1800
www.castellodiduino.it
Per favore, una volta letto questo catalogo, Vi preghiamo di riporlo
dove l’avete trovato così da dare al prossimo turista la possibilità di
leggerlo.
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LA FONDAZIONE ORPHEON
Museo di Strumenti Musicali Storici
Al Servizio di Una Tradizione Vivente
www.orpheon.org [email protected]
Praterstrasse 13/2/11, A-1020 Vienna, Austria
Tel: +43-650-4003731
Venerabili ambasciatori da un remoto passato
La fondazione Orpheon si augura di aprire i vostri occhi e le Vostre orecchie al meraviglioso mondo
degli strumenti ad arco del Rinascimento, del Barocco e del periodo Classico. La collezione al momento
consta di più di 170 violini, viole, violoncelli, viole da gamba, viole d'amore, baryton e archetti antichi tutti
datati quasi esclusivamente dal 1560 al 1780. Gli strumenti sono stati restaurati per tornare alle loro
condizioni originali e, essendo tuttora suonabili, sono stati messi a disposizione dei membri della fondazione
Orpheon, di musicisti professionisti e dei migliori studenti Europei per concorsi, registrazioni, concerti e studi
a lungo termine.
Il propretario, il Professor José Vázquez dell’Università della Musica e delle Arti di Vienna, sostiene
che si tratta di un’eredità acustica tuttora vivente: “Siamo interessati ai suoni che questi strumenti producono
per il pubblico di oggi e non al mero aspetto decorativo come objets trouvés presso residenze aristocratiche di
un passato remoto. Ci auguriamo di poter ascoltare ciò che questi strumenti hanno ancora da dire e speriamo
di imparare da loro tutto ciò che riguarda le modalità espressive della loro eredità musicale del Rinascimento,
del Barocco e del periodo Classico.
La nostra missione
L’obbiettivo della Fondazione Orpheon per l’umanità è qualcosa di singolarmente meraviglioso e
unico forse anche miracoloso: collegare il nostro passato con il nostro presente e il nostro futuro, un processo
che inizia forse quattro secoli fa su un semplice tavolo di lavoro in un modesto atelier, con un uomo
appassionato che dona nuova vita a un mero pezzo di legno …
Il nostro passato
Il liutaio del passato impegnava tutta la sua conoscenza e abilità, ma anche tutta la sua passione, per
creare un oggetto di raro pregio il solo proposito del quale, in ogni caso, era di produrre un suono di
incomparabile bellezza.
Questi maestri artigiani sapevano bene che la qualità del suono delle loro creazioni sarebbe migliorata
e si sarebbe raffinata con il tempo, ma nessuno avrebbe mai sospettato che il violino che lasciava il suo
negozio avrebbe iniziato proprio in quel momento un’avventura che sarebbe durata centinaia di anni. Era
impossibile immaginare che le virtù magiche che l’artigiano aveva così amorevolmente infuso in un oggetto di
legno piccolo e fragile avrebbero deliziato, qualche secolo dopo, un violinista del ventunesimo secolo.
Impossibile prevedere che orecchi umani avrebbero ancora gioito, dopo quasi quattro secoli, delle emozioni
che i suoni eloquenti ed eleganti della creazione di un sapiente artigiano sanno tuttora dare. O forse questo
violino dopo aver superato le avversità del tempo ha quasi raggiunto l’immortalità?
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Per favore, una volta letto questo catalogo, Vi preghiamo di riporlo dove l’avete trovato così da dare al prossimo turista la possibilità di leggerlo.
Senza dubbio i suoni meravigliosi prodotti da questi strumenti creati con sapienza suggerivano con
precisione al compositore di allora capolavori musicali di profonda carica emotiva.
Ma lo stesso compositore non avrebbe mai immaginato che i frutti della sua fatica compositiva
sarebbero diventati ricercati tesori per i musicisti di centinaia di anni dopo, e che i pensieri e i sentimenti più
reconditi che aveva con sapienza messo in frasi musicali avrebbero toccato i cuori e le anime di così tante
generazioni future..
Il nostro presente
Oggi il musicista professionista e lo studente, data loro la possibilità di poter lavorare con strumenti
di simile fattura, raggiungono una conoscenza dell’estetica di quel periodo grazie alla quale sarà loro
possibile interpretare i capolavori poetici dei compositori di allora. Questo musicista, ora in contatto con lo
strumento e la sua musica, si trova nella posizione di poter proporre al pubblico dei giorni nostri quelle
raffinate composizioni suonando proprio lo strumento che un sapiente artigiano aveva creato sul suo banco da
lavoro tre, o anche quattro, secoli fa. L’artigiano e il compositore sono scomparsi molto tempo fa ma la loro
eredità vive ancora e continuerà a farlo per le future generazioni arricchendo la vita di musicisti e ascoltatori
di oggi così come aveva arricchito le vite di molti allora.
La nostra missione per il futuro
La Fondazione Orpheon ha scelto come sua missione il continuare questa tradizione ininterrotta da
quando il violino ha lasciato l’atelier nel quale era stato creato. La ricezione e l’impatto che sia la mostra che i
concerti con gli strumenti musicali storici della collezione hanno avuto nel passato dimostrano che non solo i
musicisti ma anche il pubblico può comprendere ed apprezzare completamente il significato e le profonde
implicazioni di questa missione.
Speriamo che anche Lei decida di accogliere nel Suo cuore questi venerabili ambasciatori dal
remoto passato. Prestategli le vostre orecchie, perché loro hanno il potere di muovere la vostra anima e
cambiare la vostra vita!
Fidatevi delle Vostre orecchie, poiché loro sono in grado di muovere la vostra anima e cambiare la
vostra vita!
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LA COLLEZIONE DI STRUMENTI STORICI
ORPHEON VÁZQUEZ
www.orpheon.org
La Famiglia della Viola da Gamba
e
La famiglia del Violino o della Viola da Braccio
Gli strumenti inclusi nella collezione sono raggruppati in queste due grandi famiglie. E’ importante
notare che le due famiglie, contrariamente alla opinione comune, non sono minimamente imparentate: la viola
da gamba non è affatto uno strumento predecessore del violino. Entrambe sono venute alla luce quasi
contemporaneamente e hanno convissuto per un periodo di trecento anni.
La viola da gamba nasce nel quindicesimo secolo in Valencia, regione spagnola culturalmente
eterogenea. I primi dipinti della viola da gamba suonata da un angelo , trovati a Xativa (Valencia), si possono
datare tra il 1475 – 1485. I tasti, il numero di corde (6) e l’accordatura (in quarte con una terza nel
mezzo)derivano dal liuto o dalla vihuela (un predecessore della chitarra). In sostanza , la viola, come viene
chiamata tuttora la viola da gamba è una chitarra amodificata per essere suonata con un arco. Il nome dello
strumento deriva dal modo di suonarla: la viola viene infatti appoggiata alle ginocchia tra le gambe.
Il violino è arrivato in Italia settentrionale grazie a menestrelli vagabondi, molto probabilmente
provenienti dalla Polonia o comunque dall’estremo nord. I primi dipinti, datati approssimativamente 1535, di
un quartetto di viole da braccio fu eseguito dal raffinato artista del rinascimento Gaudenzio Ferrari e si
trovano in numerose chiese di Saronno. Il violino ha solitamente 4 corde ed è accordato in quinte. Non vi sono
presenti né tasti né tastiere. Le origini del violino sono da ritrovare nel medioevale vielle o rebec, entrambi
suonati appoggiandoli alla spalla e per questo motivo detto anche viola da braccio.
Queste due indipendenti famiglie di strumenti hanno vissuto e lavorato insieme in armonia per circa
250 anni. La viola da gamba sparirà gradualmente nel corso del diciottesimo secolo. Il violino ha infatti
assunto il ruolo di più alta conquista della cultura musicale occidentale. La più semplice orchestra sinfonica si
basa infatti sul suono di questa famiglia di strumenti.
La Famiglia della Viola da Gamba
Come tutti gli strumenti del rinascimento, la viola da gamba è stata realizzata in tutte le dimensioni
in modo da essere in grado di riprodurre i differenti timbri della voce umana. Fanno parte di questa famiglia:
Viola da Gamba Soprano (accordatura: re’’, la’, mi’,do’ sol, re)
Viola da Gamba Alto (accordatura: do’’, sol’, re’, si b, fa, do)
Viola da Gamba Tenore (accordatura: sol’, re’, la, fa, do, SOL)
Viola da Gamba Basso (accordatura: re’, la, m , do, SOL, RE)
Viola da Gamba Contrabbasso (sol, re, LA , FA, DO, SOL SOL)
Viola da Gamba Doppio basso (re, la, mi, DO, SOL SOL, RE RE)
In aggiunta a questi, nel diciottesimo secolo in Francia è stato aggiunto un piccolo strumento il
pardessus de viole, accordato un ottava più alta del tenore (sol ‘’, re’’,la’ fa’, do’, sol) ma talvolta costruito
con solo cinque corde (sol’’, re’’, la’ , re’, sol). All’interno della mostra si possono ammirare tutti i
rappresentanti della famiglia della Viola da Gamba.
La famiglia del Violino o della Viola da Braccio
Violino (mi’’, la’, re’, sol)
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Viola (la’, re’, sol, do)
Violoncello (la, re, SOL, DO DO)
Doppio basso (sol, RE,LA,MI MI e talvolta DO DO)
Anche di questi strumenti ve ne sono alcuni che sono usati molto raramente. Uno, il violoncello
piccolo, è una versione di violoncello a quattro, o talvolta, a cinque corde con l’aggiunta di una corda alta
accordata in mi’.
Un altro, estremamente raro e un violino a cinque corde con accordatura variabile. Tutti i
rappresentanti della famiglia del Violino si possono ammirare all’interno dell’esposizione. Non abbiamo
ancora un violino piccolo al momento ma ne stiamo cercando uno!
La Viola d’Amore
Dal XVII secolo agli inizi del IXX secolo, sono stati suonati saltuariamente altri due tipi di
strumenti a corda. All’alba dell’espansione dell’egemonia europea, le scoperte del lontano oriente,
principalmente avvenute in India e in Cina , ispirarono la costruzione di strumenti musicali in Europa come
nel caso degli strumenti altamente espressivi chiamati Viola d’amore e Baryton.
La viola d’amore è un tipo di violino ma a sei o sette corde di budello, sulla parte superiore della
tastiera, che veniva suonate con l’archetto. Talvolta vi erano presenti sotto la tastiera ulteriori sei o sette
corde in sottile metallo che risuonano quando l’archetto sfiora le corde superiori creando una risonanza
magica e incantata, eterea, che affascinava ogni ascoltatore. Come suggerisce il nome Viola d’Amore, questo
strumento dal particolare colore del suono, era usato per esprimere sentimenti delicati e amorosi.
Il Baryton
Il baryton è sostanzialmente una viola da gamba con sei o sette corde di budello con molte sottili
corde di metallo situate sotto la tastiera. Queste ultime potevano all’occorrenza esser pizzicate dal pollice della
mano sinistra mentre le altre corde venivano suonate dall’archetto: un effetto molto affascinante e divertente.
Poiché il principe Esterhazy adorava (e suonava questo strumento), il suo Capellmeister Joseph Haydn scrisse
un vasto e raffinato numero di composizioni per il baryton.
Due viole d’amore e un baryton si possono ammirare all’interno della collezione Orpheon!
La Collezione di Archetti Originali
La storia dell’archetto e documentata dall’inizio alla fine dagli archetti originali presenti nella
collezione Orpheon (o da copie di archetti nel caso in cui sia stato impossibile trovare archetti originali). Dal
1500 l’archetto ha subito trasformazioni sostanziali che hanno influenzato altamente le performance dell’
artista sul suo strumento. Infatti non tutti sanno che un archetto può trasformare completamente il suono di
una viola o di un violino.
La documentazione acustica e visiva
Un altro importante aspetto della Fondazione Orpheon è la registrazione su compact disc, su
cataloghi, su cartoline (acquistabili all’ingresso del castello) dell’eredità sonora che la collezione rappresenta.
Vi sono registrazioni di gruppi di viola da Gamba, i terzetti di Haydn and Lidl e i monumentali mottetti per
doppio di Johann Ludwig Bach, registrati con nove viole da gamba della collezione.
Queste registrazioni possono essere ordinate dal nostro sito che se volete potrete suggerire anche ai
vostri amici interessati all’argomento. Siamo inoltre interessati a portare questa mostra in altre città e altri
paesi e quindi Le saremmo molto grati per la Sua collaborazione.
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1 - Violino – probabilmente Brescia, XVI secolo
Questo violino mostra tutte le tipiche caratteristiche dei lavori di Andrea Amati (ca. 1505-1577), uno dei
più illustri fabbricatori di violini di tutti i tempi. Tuttavia , sebbene i contorni della cassa e le fessure
armoniche seguano esattamente il modello Amati, il violino è probabilmente una copia contemporanea di un
Amati.
Con ogni probabilità Andrea Amati stesso fabbricò questo strumento che rimase inalterato fino al XVI
secolo. Recenti studi hanno dimostrato che Andrea Amati, che firmava le prime etichette come “Amadi”, era
uno Spagnolo di origine araba (Andreas Hamad), la cui famiglia era stata espulsa durante il fanatismo
religioso della sua nativa Valencia. Accolto dallo spirito libero e aperto della Repubblica Veneziana, si stabilì
successivamente a Cremona per gettare le fondamenta dell’arte della fabbricazione dei violini come la
conosciamo ora. Gli strumenti di Amati mostrano una livello artistico tale che possono essere accostati ai
migliori esempi di pittura, scultura, architettura e letteratura dell’Umanesimo.
2 - Violino - Nicolò Amati - Cremona, 1669
La dinastia fondata da Andrea, che uniformò la fabbricazione di violini, fu portata avanti dai suoi figli e
raggiunse l’apice nella forma perfetta del violino di Nicolò Amati (1596-1684). Nicolò fu anche responsabile
dell’educazione di un intera generazione di eccellenti fabbricatori di violini tra i quali spiccano Andrea
Guarneri, Alessandro Gagliano, Giovanni Battista Rogeri e forse anche Jakob Stainer. Gli strumenti di Nicolò
Amati e Jakob Stainer rimasero i più desiderati durante tutto il XVII e XVIII secolo. La moda degli Stradivari
arrivò solo verso la fine del XVIII secolo e l’inizio del IXX secolo.
L’università di Amburgo ha condotto degli studi dendrocronologici sul legno di questo violino. La
dendrocronologia è la scienza che determina la data degli anelli annuali nei pini o negli abeti per stabilire
quando un albero è stato abbattuto. Il Dottor Peter Klein e la Dottor Micha Beuting hanno stabilito che il
legno della parte superiore dell’amati è databile tra il 1489 e il 1658, indicando che l’albero fu abbattuto nel
1659. Poiché l’etichetta riporta l’anno 1669 e siccome i fabbricanti di violini usavano aspettare alcuni anni per
lasciar asciugare il legno, questo violino è con ogni probabilità stato fabbricato nel 1669 da Amati.
3 - Violino - Carlo Giuseppe Testore - Milano, ca. 1700
I Testore erano una rispettata e rinomata famiglia di fabbricatori di violini di Milano. Vivevano nello
stesso edificio dei Grancino e dei Pasta. Questo violino è rimasto nella condizione iniziale, ovvero con il
manico leggermente inclinato, il capotasto dei bassi più spesso e con corde di metallo. Questo strumento viene
prestato regolarmente a studenti e solisti dell’università di Vienna
4 - Violino - Matthias Albanus - Bolzano, ca. 1680
Questo maestro proveniente dal Tirolo raggiunse la veneranda età di 99 anni, il che spiega come mai il suo
stile subì diverse modifiche. Praticamente lavorò contemporaneamente a Jakob Stainer e Nicolò Amati. Il
Ricciolo di questo strumento è particolarmente bello, il fondo è finemente modellato, la vernice rossa mostra i
tipici e ricercati segni di screpolatura. Arcangelo Corelli possedette e suonò uno di questi violini.
5 – Violino – Antonio Pollusca – Roma, 1741
Il posto di onore nella collezione va riservato a questo violino, il primo violino barocco della collezione
Orpheon che fu comprato dal Professor Vazquez a Chicaco agli inizi dei suoi studi universitari direttamente
da Mr. Kagan (Kagan & Gaines).
6 - Violino - Giovanni Antonio Marchi - Bologna, 1740-1795
Un esperto e raffinato liutaio Bolognese sulla scia di Guidantus, Tononi, Faccini. E’ interessante notare
che questi fabbricatori di violini lavorarono sotto l’influenza di Stainer piuttosto che sotto quella dei loro
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contemporanei cremonesi. Gian Antonio Marchi scrisse un trattato nel 1786, che ora è a Bologna, su come
sistemare un violino, trattato che ora è una fonte utilissima per dettagli tecnici sulla costruzione di uno
strumento.
Ottorino Resphigi ebbe e suonò un violino di questo grande maestro bolognese.
7- Violino – Jakob Horil, Roma, ca. 1750
Questo violino sebbene sia stato costruito in Italia, ricorda, con il ricciolo piegato e le sottili fessure
armoniche rotonde, i lavori della Scuola viennese, portando molti esperti a dubitare sulla sua provenienza.
8 – Violino – Probabilmente Germania, IXX Secolo Precedentemente attribuito alla Scuola di Gofriller
9 - Violino italiano - Cremona o Venezia, ca. 1700
10 – Violino – Scuola Milanese (Italia settentrionale ca. 1700)
Questo violino è stato recentemente identificato di origine milanese dal esperto cremonese, Eric Blot, in
occasione di una Sua visita alla collezione di Vienna.
11 – Violino – Sebastian Dallinger, Vienna, ca. 1780
Sebbene dotato di tutte le caratteristiche di costruzione degli strumenti Stainer, questo violino fu fabbricato
da Sebastian Dallinger, intorno al XVIII secolo. Il suono è di qualità notevole. Ludwig van Beethoven
possedette e suonò uno strumento costruito da Dallinger.
12 – Violino –Johann Christoph Leidolff, Vienna, 1739
13 – Violino –Johann Christoph Leidolff, Vienna, 1745
14 - Violino - Johann Christoph Leidolff - Vienna, 1747
15 - Violino - Johann Christoph Leidolff - Vienna, 1748
La famiglia Leidolff fu una delle più importanti nella Vienna del XVIII secolo. Questo violino presenta il
manico, la tastiera e la barra dei bassi originali. Sono stati sostituiti solo il ponticello e la cordiera. Questo
strumento e il violino sottostante (N°14) formano una coppia gemella a tutti gli effetti: lo stesso legno e la
stessa verniciatura eseguita in contemporanea.
16 – Violino – Joseph Ferdinand Leidolff – Vienna, 1767
17 - Violino - Johann Georg Thir – Vienna, 17__
18 - Violino – Mathias Thir – Vienna, 17__
19 – Violino – Johann Joseph Stadlmann, Vienna 1768
Johann Joseph (1720-1781) era figlio di Daniel Achatius Stadlmann (ca. 1680-1744), il fondatore di una
delle più rinomate dinastie di liutai viennesi del XVIII secolo. A Daniel Achatius infatti era stato affidato il
monopolio imperiale per il commercio del legno per la corporazione dei liutai, il che spiega perché gli
strumenti costruiti dalla Sua famiglia erano sempre fatti con i migliori materiali.
20 - Violino - Johann Schorn - Salisburgo, 1707
Mentre viveva ancora a Innsbruck, a Johann Schorn (1658-1718) furono commissionati (come lo furono a
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Jakob Stainer qualche tempo prima) alcuni strumenti dall’arcivescovo di Salisburgo, Max Gandolph von
Kuenburg (1668-1687), un ecclesiastico aristocratico illuminato, generoso patrone delle arti, i cui ambiziosi
progetti avrebbero trasformato la città nel incomparabile centro dell’arte, dell’architettura e della musica
barocca. Nel 1713 Johann Schorn divenne Fabbricatore di Violini di Corte (Hoff Lauten- und Geigenmacher)
e trasferì il suo laboratorio a Salisburgo. L’influenza del suo collega di Innsbruck Jakob Stainer è così
evidente nei lavori di Schorn, che i suoi violini possono facilmente esser scambiati per violini Stainer.
Avendo lavorato insieme a Heinrich Biber, Johann Schorn può essere di diritto considerato l’inventore
della viola d'amore. La collezione Orpheon ha al suo interno una viola d’amore che sebbene porta l’etichetta
di Johann Christoph Leidolff, non può essere che di Johann Schorn.
Wolfgang Amadeus Mozart possedette e suonò un violino costruito da Johann Schorn. Ludwig van
Beethoven era, come si può vedere al museo di Bonn, proprietario di un violino salisburghese fabbricato
intorno al 1700. Lo strumento di Beethoven, sebbene non riporti alcuna etichetta assomiglia moltissimo ai
violini dei due maestri liutai sopra citati.
21 - Violino - Tirolo, XVIII secolo
22 - Violino - Tirolo, XVIII secolo
23 – Violino – Aegidius (I) Kloz (I), Mittenwald, 1717
24 - Violino – Aegidius (II) Kloz, Mittenwald, 1774
Aegidius Kloz (1733-1805), segue quasi fedelmente ma non completamente le regole del modello Stainer,
così come la maggior parte degli eccellenti rappresentanti della estesa dinastia di liutai di Mittenwald che
influenzò profondamente lo sviluppo del violino a nord delle alpi. La vernice, dorata e translucida, è di qualità
superiore. Il lavoro sul ricciolo e sulla pioliera può farci considerare questo strumento tra i più raffinati dei
violini tedeschi.
25 - Violino - Sebastian Kloz, Mittenwald, 1733
Le due cittadine della Baviera meridionale di Mittenwald e Füssen, vicino alle Alpi, diventarono (sono
tuttora) i centri più importanti della fabbricazione di violini tedeschi. La famiglia più importante per la
fabbricazione dei rinomati violini di Mittenwald erano i Kloz. La collezione Orpheon presenta tre violini a
questo nome, uno per ogni rappresentante della famiglia (Sebastian, Aegidius I e Aegidius II).
26 - Violino – Martin Leopold Widhalm, Norimberga, circa 1760
Leopold Widhalm (1722-1776) nacque a Vienna, ma si stabilì a Norimberga nel 1745,dove rimase per il
resto della Sua vita. Questo violino è in condizioni particolarmente buone ed ha conservato gran parte della
vernice rossa, cosa abbastanza rara per questi violini..
27 - Violino - Joseph Hill - Londra, 1774
Joseph Hill fu il fondatore di una delle più famose dinastie inglesi di fabbricanti di violino, i cui
discendenti continuano a lavorare ad oggi come liutai. Questo violino segue il modello “Amati” molto
apprezzato in Inghilterra.
28 – Violino – Johann Anton Gedler, Füssen, circa 1790
La passione di alcuni liutai della Germania meridionale per la sperimentazione con forme esotiche è ben
evidente in questo esempio. Varianti ancora più stravaganti di questa sono molto conosciute: alcune con teste
di leone, di draghi o di grifoni. Sebbene rari oggigiorno, vi sono molti dipinti del XVI e XVII secolo che li
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raffigurano.
29 – Violino – Scuola Alemanna
La Scuola Alemanna, conosciuta anche come Scuola della Foresta Nera, occupava una posizione a sé tra
le scuole di fabbricazione dei violini. A contraddistinguerla erano le decorazioni stravaganti con cui, molto
spesso, l’intero strumento era arricchito (come in questo esempio). Gli intarsi o i lavori di cesellatura
prevedevano l’utilizzo di legni di differenti colori in modo da dare l’impressione che si trattasse di un dipinto.
La scuola Alemanna si diffuse tra l’inizio del XVII e l’inizio del XVIII secolo nelle regioni tra la Foresta nera
della Germania meridionale e le regioni alpine della Svizzera e dell’Austria (le regioni popolate dalle Tribù
Alemanne). Con il XVIII secolo, lo stile tipico della Scuola Alemanna, scomparse da quelle regioni per
essere probabilmente adottato dai liutai più affermati di Mittenwald, Füssen e dell’Italia settentrionale.
Nonostante le decorazioni pesanti e diffuse su tutto lo strumento, questi violini hanno un suono molto buono.
Purtroppo non è il caso di questo strumento ma forse la causa è da ricercare dalle molte vicissitudini e
esperienze al quale è stato sottoposto.
30 – Violino – _Maestro anonimo Praga
31 – Violino - Anonimo Germania
32 – Violino – Johannes Uldaricus Eberle, Praga, 1758
33 – Violino – Jacobus Koldiz, Rumburgue, 1751
34 – Violino tedesco – XVIII secolo
35 – Anonimo Mittenwald
36 – Anonimo Klingenthal, fine del XVIII secolo
37 - Violino – cinque corde - Joachim Tielke - Amburgo, circa 1700
Questo violino a cinque corde presenta le tipiche caratteristiche degli strumenti che Tielke ha lasciato in
eredità al mondo. Si è preservato in perfette condizioni. Da notare: la bordatura sul fondo e sulla parte
superiore , la testa di leone e le decorazioni floreali in avorio della pioliera. Alcuni compositori, tra i quali
l’imperatore Leopoldo I d’Austria, scrissero espressamente per i violini a cinque corde.
38 –Violino a cinque corde: “Quinton” - Louis Guersan - Parigi, circa 1740
Questo strumento non ha niente in comune con il violino a cinque corde austro-tedesco (strumento n° 37).
Ci troviamo di fronte a una nuova invenzione, che si sviluppo in Francia intorno al 1710 e che aveva
obbiettivi ben diversi. Suonato tra le gambe, questo strumento permetteva di suonare con più facilità il
repertorio di un violino. Madamoiselle Henriette di Francia, figlia di Luigi XV, era una esperta suonatrice di
“Quinton” e della Pardessus viola da Gamba.
39 - Viola - Milano, XVII secolo.
Certificata da Hill e Machold. Questa viola ha subito “un’operazione chirurgica” durante il XVIII e IX
secolo che ha ridotto le dimensioni originali della cassa di forse 3 o 4 centimetri, un destino che subirono
molte delle viole larghe e violoncelli del XVII secolo. Questa riduzione fu eseguita per facilitarne l’uso da
parte dei musicisti. Gli stessi strumenti di Stradivarius furono ridotti da 77-79 cm alla attuale misura standard
di 75 cm. Questa viola misura ora 41,8 cm; un tempo era probabilmente lunga 44 cm.
40 - Viola – Nikolaus Leidolff (circa 1650 – circa 1710)
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Etichetta: Johann Christoph Leidolff - Vienna, 1719
Se questa splendida viola fu fatta dal padre, Nikolas, o da suo figlio, Johann, non è chiaro. Probabilmente
il figlio applicò nello strumento l’etichetta di Nikolas dopo la morte del genitore. Il fondo fu descritto da
Daniel Draley come “uno dei migliori fondi che io abbia mai visto al di fuori dall’Italia”. Dal suo punto di
vista, il fondo di questa viola ricorda il lavoro di Vincenzo Ruggirei, eccellente liutaio di Cremona.
41 - Viola - Johann Georg Thir - Vienna, 17__
Johann Georg Thir (ca. 1710-1779), nativo di Füssen in Allgäu, è giudicato per essere, nel XIII secolo, il
migliore fabbricante di violini di Vienna. I suoi strumenti non hanno infatti nulla da invidiare a quelli costruiti
dai contemporanei italiani.
42 – Viola - Mathias Thir, Vienna, 1786
43 – Viola - Johann Joseph Stadlmann, Vienna, 1764 (Vedere Nr. 19)
Johann Joseph (1720-1781) era figlio di Daniel Achatius Stadlmann (ca. 1680-1744), fondatore di questa
importante famiglia di liutai viennesi del XVIII secolo. A Daniel Achatius era stato affidato il monopolio
imperiale sul commercio del legno per la corporazione dei liutai il che spiega come mai gli strumenti
Sadlmann fossero costruiti con i legni di prima qualità.
44 - Viola - Sebastian Dallinger - Vienna, ca. 1780
Questa viola si presenta nelle sue condizioni originali: il manico e la tastiera sono del costruttore. Non ha
subito alcun cambiamento fino al IXX. secolo. Ludwig van Beethoven possedette e suonò una viola costruita
da questo rinomato liutaio viennese.
45 – Viola – Tirolo, XVII secolo
46 – Viola – Hulinsky, Prague, 1768
47 – Viola – Josephus Antonius Laske, Praga, 1787 (1738-1805)
Josef Anton Laske, prima di tornare a Praga, lavorò a Dresda, a Berlino, a Vienna e a Brunn. Laske
fabbricò, oltre a eccellenti violini, custodie, viole d'amore, arpe e mandolini. In Polonia e in Bohemia la
reputazione degli strumenti di Laske era così importante da superare quella degli strumenti italiani. Questa
viola è un raffinato esempio del lavoro di Laske.
48 - Viola - Germania – circa 1700.
Questa viola ha fortunatamente mantenuto le sue dimensioni originali, 44 cm., tipiche delle viole del XVII
secolo.
49 - Viola - William Smith - Sheffield, Circa 1780
Questo strumento è nel suo stato originale. Perfettamente preservato, è un primo esempio di violino
costruito in Inghilterra dopo la metà del XVIII secolo. Tutte le parti che lo compongono sono originali e non
vi sono danni sulla facciata e sul retro. Sono stati sostituiti solo il ponticello e la cordiera. Le piccole
dimensioni di questa viola la rendono adatta alla musica da camera che si suonava nei salotti. Johann Christian
Bach, Carl Friedrich Abel e altri usavano strumenti simili a questo per i loro concerti.
50 - Viola d’amore - Jean Baptiste Deshayes Salomon - Parigi, circa 1740
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Questa viola d’amore, fabbricata da uno dei migliori liutai parigini, ha 7 corde sopra la tastiera suonabili,
dette melodiche, e altre sette inferiori, dette corde di risonanza. Queste ultime non entrano in contatto con
l’archetto ma semplicemente risuonano liberamente quando le corde superiori vengono sollecitate dal
musicista, dando vita così a un suono che sembra provenire da un altro mondo, un suono magico e incantato
da cui viene il nome dello strumento: viola d’amore. Il nostro strumento è stato acquistato dalla Galleria
Sotheby’s di Londra, è in condizioni perfette e presenta anche i pioli originali.
51 – Viola d’amore – Mathias Fichtl, Vienna, 1711
52 - Viola d’amore - Johann Schorn, Salisburgo, circa 1700
(autografato: Johann Christoph Leidolff - Wien, 1750)
Questo strumento rappresenta il modello originale per la viola d’amore, con sei corde superiori e sei corde
“simpatiche”, o di risonanza. Johann Schorn per inventare la viola d’amore lavorò apparentemente in contatto
con il Capellmeister di Salisburgo Heinrich Ignaz Franz Biber. Di conseguenza questo strumento potrebbe
essere una delle prime viole d’amore della storia, costruito probabilmente qualche tempo prima del 1700! Lo
strumento è nel suo stato originale, con i pioli originali, la tastiera, il cavigliere e quasi sicuramente con alcune
delle corde originali.
53 – Viola d’amore – Joann Joseph Hentschl, Brünn, 1750
54 – Viola d’amore – Thomas Andreas Hulintzky, Praga, 1774
55 - Viola d’amore - Michael Andreas Partl - Vienna, 1751 ?
56 – Violoncello –Italia settentrionale, ca. 1760
Sebbene, a giudicarne il suono, questo strumento sia uno dei migliori della collezione Orpheon, gli
esperti sono in disaccordo sulle sue origini. Eric Blot (Cremona) sostiene che il legno utilizzato per il fondo e
le coste è di un particolare tipo di acero proveniente dall’Appennino italiano e da ragione alla tesi di origine
dello strumento di Charles Beare (Londra): Italia settentrionale ca. 1720. Tuttavia altri esperti sostengono
invece che si tratti di un legno diverso: carpino, salice, ciliegio, pero o melo. Tutti questi legni infatti erano
infatti usati per la costruzione di violoncelli and bassi.
57 - Violoncello - Simone Cimapane - Roma, 1692
Vi sono prove che attestano che questo violoncello fu suonato nell’orchestra di Arcangelo Corelli in
Roma! La Dottoressa Agnese Pavanello, musicologa di Roma che ha scritto la sua tesi sull’orchestra di
Corelli, ci ha informato che sia Simone Cimapane che suo figlio erano membri della rinomata orchestra. E’ n
grande onore avere all’interno della Collezione uno strumento che è stato suonato in presenza del grande
maestro Corelli.
Questo violoncello compare inoltre nel Dictionnaire Universel des Luthiers (Dizionario Universale dei
Liutai) di René Vannes. Questultimo sostenne che il liutaio romano Leonori avesse un violoncello del 1962 di
Cimapane.Questo strumento è stato comprato dalla Signora Leonori, nipote del fabbricatore di violini!
Questo strumento non ha subito variazioni di dimensioni; il fondo misura cm 77, dimensione tipica per i
violoncelli da orchestra del XVII secolo. Ha una chiocciola in una forma inusuale cosa abbastanza rara per i
violoncelli.
58 – Violoncello su modello di Montagnana, Venezia, ca. 1700
60 - Violoncello piccolo –Italia del nord (Veneto), ca. 1700
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Per favore, una volta letto questo catalogo, Vi preghiamo di riporlo dove l’avete trovato così da dare al prossimo turista la possibilità di leggerlo.
Il violoncello piccolo a cinque corde fu spesso, durante il Barocco, usato per brani da solista. Tra i molti
ad aver scritto per questo strumento vi sono Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann. In maniera del
tutto anomala e quasi straordinaria il legno utilizzato per il fondo del violoncello proviene dalle radici di un
albero. Charles Beare, uno dei più maggiori esperti di violini, era molto affezionato a questo violoncello.
61 - Violoncello - Nikolaus Leidolff - Vienna, 1690
Nicolaus Leidolff (ca.1650-ca.1710) nacque vicino Milano intorno al 1650e imparò l'arte di fabbricazione
del violino in Italia. Dopo aver viaggiato in Italia e Svizzera come apprendista, si stabilì a Vienna, nell'atelier
di Isaak Ott, uno dei molti liutai provenienti da Füssen. Nel 1972 Nicolaus, seguendo l'usanza del tempo,
sposò la vedova del suo datore di lavoro e Incominciò a dirigere l'atelier. L'alta qualità del suo operato e il
suono eccellente dei suoi strumenti gli diedero presto una reputazione internazionale che varcò i confini
dell'impero asburgico. Suo figlio, Johann Christoph e suo nipote, Joseph Ferdinand, portarono avanti la
tradizione famigliare fino alla fine del XVIII secolo. Questo violoncello ha mantenuto le dimensioni originali
della cassa il che gli permette di produrre delle vibrazioni basse piene e generose necessarie per un orchestra
barocca.
62 - Violoncello - Anton Posch - Vienna, ca. 1700
E’ molto raro trovare un violoncello nelle sue dimensioni originali. Con un fondo di cm 81,1 Questo
violoncello è il più grande di tutta la collezione, probabilmente uno dei più grandi al mondo! Come già detto
la maggior parte dei grandi violoncelli furono ridotti a una lunghezza di cm 75 (misura oggigiorno considerate
modello). Venne aggiunta una quinta corda bassa, un SOL o FA (come descritto nel Syntagma Musicum di
Michael Praetorius 1619), che da la possibilità di suonare anche l’ottava bassa.
63 - Violoncello - Johann Georg Thir - Vienna, 17.. (Vedere Nr. 17)
Johann Georg Thir (ca. 1710-1779), nato a Füssen in Allgäu, è considerato tra I più raffinati fabbricatori di
violini nella Vienna del XVIII secolo. I suoi lavori non erano di qualità inferiore a quelli contemporanei
italiani. La nostra collezione ha un violino, una viola, un violoncello e un magnifico contrabbasso a cinque
corde di J. G. Thir.
64 - Violoncello - Michael Ignaz Stadlmann – Vienna, circa 1780
Michael Ignaz figlio di Johann Josephs (1720-1781), che era a sua volta figlio di Daniel Achatius
Stadlmann (ca. 1680–1744). Daniel Achatius fu il fondatore di una importante dinastia viennese alla quale fu
dato il monopolio del legno dell’impero Asburgico, il che spiega come mai questi strumenti sono fabbricati
con i migliori legni. All’interno della collezione abbiamo un violino e una viola di Johann Joseph.
65 - Violoncello - Johann Christoph Leidolff - Vienna, circa 1750
66 - Violoncello, Anon. Vienna, ca. 1780
67 – Violoncello piccolo, Germania, ca. 1800
Questo violoncello si è mantenuto perfettamente e rappresenta quindi un’importante testimonianza dei
principi di fabbricazione di strumenti del tempo.
68 - Violoncello piccolo - Carlo Giuseppe Testore, Milano, ca. 1700
Recentemente inserito nella collezione, questo è un raffinato esempio di lavoro di questo maestro
Milanese.
69 – Violoncello after Andrea Amati - Roland Houël, Mirecourt, 2007
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Questa è una ricostruzione esatta di un violoncello con le dimensioni originali di un Andrea Amati
esposto nel Shrine to Music Museum, questo ultimo modificato pesantemente nelle dimensioni. Gli studi
scientifici che questa ricostruzione ha implicato sono visibili nel video affianco allo strumento: si tratta di una
conferenza tenutasi a Cremona durante una esposizione riguardante gli strumenti di Andrea Amati . Vi erano
presenti più di 200 fabbricatori di violini provenienti da tutto il mondo.
70 – Violone, sei corde in RE, Veneto, XVII secolo
Questo è l’esemplare più grande delle viole da gamba: RERE-SOLSOL-DO-MI-LA-re. Questo tipo di
doppio basso o violone fu usato molto durante il XVII secolo.
71 – Violone (Doppio basso) con 5 corde - Johann Georg Thir - Vienna, 1750
Questo violone o doppio basso merita la nostra attenzione. Di regola, I doppi bassi sono fatti di legni di
bassa qualità (le tavole di legno raffinato venivano usate per violini e violoncelli più costosi). Questo basso, in
ogni caso, è costruito in pregiato abete per la parte superiore e prezioso acero per i lati ed il fondo. Il fatto che
questo strumento fosse stato commissionato a uno dei migliori liutai di Vienna e che sia stato fabbricato con
legni pregiati dimostra che si tratta di un ordine speciale da qualche cliente facoltoso (l’imperatore stesso o il
Principe Esterhazy, che al tempo era una delle personalità più facoltose d’Europa, o Graf Lobkowitz, che
mantenne un ambiente prettamente musicale presso il Suo palazzo.
72 - Violone (doppio basso) con 4 corde - Johannes Udalricus Eberle – 1750
Le dimensioni e la scarsa qualità dei materiali di questo imponente doppio basso suggeriscono che
probabilmente era al servizio di una grande chiesa dell’impero Asburgico. Lo strumento è entrato a far parte
della collezione in perfette condizioni. Il manico, la cordigliera e i piroli sono originali. Il ponticello e le
corde sono state sostituite. Il legno utilizzato per la costruzione è molto semplice il che indica che
probabilmente era destinato all’uso musicale all’interno delle chiese piuttosto che nelle corti. Le dimensioni
stesse dello strumento suggeriscono che era stato pensato per spazi grandi. Il suono di questo doppio basso è
così ricco, pieno e maestoso che può facilmente simulare un’orchestra di 40 elementi. Le fessure armoniche
sono a forma di serpente o fiamma tipiche delle zone austro tedesche meridionali.
73 – Violone, 6-strings in G, German, 18th C.
Più grande di una basso viola, il violone viene di solito chiamato "Gran basso viola da gamba" Era una
delle viole più frequentemente usate nel XVI e XVII secolo sia nelle chiese che nei salotti. Il presente
strumento, particolarmente pregiato, è stato usato spesso per registrazioni e concerti.
74 - Soprano viola da gamba 1 - William Turner - Londra, 1647
75 - Soprano viola da gamba 2 - William Turner - Londra, 1656
76 - Soprano viola da gamba 3 - William Turner - Londra, circa 1650
77 – Soprano viola da gamba, Henry Jaye, Londra, ca. 1620
Henry Jaye è considerato come uno dei più raffinati fabbricatori di violini dell’Inghilterra di Giacomo I.
Essendo stato trasformato in viola questo strumento è stato restaurato da Jan Stejskal, che ha anche fornito la
documentazione fotografica del suo lavoro (vedere video)
78 – Soprano viola da gamba, Monaco di Baviera, XVII secolo
Sebbene con ogni probabilità questa piccola soprano viola provenga da Monaco la testa, a forma di
dragone è la riproduzione di una testa di uno strumento di Joachim Tielke.
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79 - Soprano viola da gamba - Leonhardt Maussiell - Norimberga 1720
Una soprano viola da gamba in condizioni di conservazione molto buone fabbricata da Maussiell, uno dei
migliori fabbricanti di violino di Norimberga. Molti compositori tedeschi scrissero musica per questo tipo di
soprano viola chiamata talvolta “violetta”. Tra gli altri, Telemann, Molter, Finger e Schwarzkopf.
80 - Soprano viola da gamba – In Festoon - Form I – circa 1730
81 - Soprano viola da gamba - in Festoon - Forma II – circa 1730
Queste viola da gamba dalla forma curiosa sono diffuse in Italia, Austria, Germania, Olanda e Inghilterra.
Lo strumento n°80 fu comprato in Spagna nel 1980. Questo (n° 81) fu acquistato dal Professor Vazquez da
Bonhams, Londra, pensando che si trattasse di un gemello del primo. Molti anni dopo le ricerche
dendrocronologiche dell’università di Amburgo hanno dimostrato che il legno della testa dei due strumenti
non solo era dello stesso periodo ma si trattava dello stesso albero!
82 – Soprano viola da gamba, Johann Andreas Kämbl, Monaco, 1739
83 – Soprano viola da gamba, Matthias Joannes Koldiz, Monaco di Baviera 17?6
84 - Soprano viola da gamba - Venezia o Brescia, XVI secolo
Non vi è una data certa per questo strumento ma si tratta probabilmente del più antico della collezione
Orpheon. Questa viola da gamba è stata studiata e classificata dall’esperto inglese Andrew Dipper.
85 – Soprano viola da gamba, anonimo, in forma Ganassi
86 – Soprano viola da gamba, anonimo (Italia, XVI sec.)
87 – Soprano viola da gamba, scuola di Salomon, Parigi, ca. 1740
Esempio di una dei primi riciclaggi di materiale: il fondo e le coste di questo strumento provengono senza
dubbio da un tenore o da un basso viola del XVII secolo. I liutai della scuola Salomon usavano queste parti
per costruire nuove soprano viole aggiungendo le parti superiori e riccioli riccamente decorati.
88 - Soprano viola da gamba – Gio. Balla Bugger - Mantova, 1630
A giudicare dal nome, il fabbricante di questo strumento probabilemente proveniva dale regioni cosiddette
Alemanne: Germania meridionale, Svizzerae Austria occidentale. Dopo la peste del 1630 molti liutai
provenienti dal nord arrivarono in Italia per rimpiazzare quelli scomparsi durante la pest. Questo strumento
assomiglia a una basso viola del 1585 (strumento n° 97)di Ventura linaiolo. Si tratta di uno dei primi esempi
di fessure armoniche “a fiamma”sebbene le viole di Hans Busch di quel periodo presentano molte varietà di
fessure. Questa soprano viola è contemporanea a quelle di Monteverdi, anche esso nativo di Mantova, il cui
strumento era principalmente la viola da gamba!
89 – Soprano viola da gamba, Paul Alletsee, Monaco 1684-1735
90 – Soprano viola da gamba, Germania o Austria
91 – Soprano viola da gamba, Germania o Austria 2
92 – Soprano viola da gamba, Germania o Austria 3
93 – Soprano viola da gamba, Ignatius Hoffmann, Wölfferlsdorf, 1736
94 - Pardessus viola da gamba, sei corde, Fiamminga, ca. 1710
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Secondo Raymond Passauro, si trattava di un cistro inglese trasformato (notate la forma particolare della
curvatura della tavola e le aggiunte lignee sulla parte superiore e sul fondo). In Inghilterra i cistri furono presto
messi da parte. Erano costruiti con i migliori legni, spesso gli aceri migliori. Poiché i legni pregiati erano rari e
ricercati, i fabbricatori di strumenti recuperavano e riutilizzavano quanto più possibile gli strumenti fatti di
questo materiale. In Inghilterra le casse delle grandi viole (a volte imbarcate per il calore) venivano divise in 3
o in 5 parti in modo tale sfruttare quanto più possibile il legno pregiato proveniente da altri strumenti. Questa
tecnica permetteva di ridurre l’acquisto di legno necessario per la fabbricazione di nuovi strumenti.
95 – Pardessus de Viole - Louis Guersan - Parigi, circa 1750
Louis Guersan fu uno dei migliori fabbricatori di strumenti nella Francia della metà del XVIII secolo,. La
pardessus de viole è la più piccolo della famiglia delle viole da gamba e fu usata principalmente in Francia ( si
pensi agli eccellenti lavori dei compositori De Caix d’Hervelois, Bartolomé d’Hervelois, Dollé, Marc,
Blainville, Barriere). Pensate principalmente per lo svago delle nobildonne in un periodo in cui suonare il
violino era considerato troppo volgare per le mani aristocratiche, il pardessus poteva essere usato per un
repertorio da violino. Veniva suonato da seduti appoggiato alle ginocchia posizione più adatta alle persone di
un certo rango. I ritratti dei giovani o di Madamoiselle Henriette di Francia, figlia di Luigi XV mostrano
questa postura..
96 - Viola da gamba Tenore - Gasparo da Salò - Brescia, ca. 1560-70
Un rarissimo esempio di viola da gamba tenore costruita da una dei più noti fabbricanti di violini di tutti i
tempi, Gasparo da Salò (1542-1609), fondatore della scuola di Brescia e maestro di Paolo Maggini
(strumento n° 99). Il corpo dello strumento si è mantenuto quasi intatto, e contiene lo scheletro originale e le
barre traversali della cassa. Il manico e la testa sono state aggiunte recentemente e verranno sostituite non
appena si inizierà il restauro di questo strumento.
97 - Basso viola da gamba – Ventura di Francesco Linarolo - Venezia, 1585
Senza dubbio uno degli strumenti più significativi della collezione, questa magnifica e estremamente rara
viola da gamba fu costruita nel 1585 ovvero all’apice della creatività musicale della Serenissima da uno dei
più importanti laboratori di strumenti musicali dell’Italia rinascimentale. In quegli anni, a Venezia lavoravano
i maestri Gabrieli, Merulo e Monteverdi ed è quindi altamente probabile che lo strumento fu usato per
concerti diretti da uno o più di questi grandi maestri. Le ricerche dendrocronologiche della Università di
Amburgo (Dr. Peter Klein and Dr. Micha Beuting) hanno rivelato che il legno usato per lo strumento risale a
un periodo che si estende tra il 1352 e il 1564 il che ne dimostra l’autenticità.
98 - Basso viola da gamba di Paolo Antonio Testore, Milano, 1717
99 - Basso viola da gamba - Giovanni Paolo Maggini - Brescia, circa 1600
Ci si trova di fronte a un altro stupendo e rarissimo esempio (ve ne sono due al mondo) di arte di
fabbricazione di violini di Brescia. Brescia allora faceva parte della Repubblica di Venezia. Questo violino è
stato costruito da uno dei migliori “artisti” di tutti i tempi, Giovanni Paolo Maggini, studente di Gasparo da
Salò (strumento n° 96). L’aspetto della viola da Gamba di Maggini è spettacolare e aristocratico; questo
dimostra come i liutai investivano tutte le loro capacità per creare uno strumento che non solo produceva un
suono raffinato ma che seguiva anche criteri estetici universali.
100 - Basso viola da gamba - Gianbattista Grancino - Milano, 1697
Restaurato recentemente come viola da gamba, questo strumento era probabilmente un violoncello.
Originariamente la cassa era lunga cm 72. Nel 1850 fu ingrandita per seguire il modello di un violoncello
(lunghezza: cm 75), una modifica scrupolosamente e difficile da notare. Diversi fattori hanno inciso nella
decisione su come restaurare questo strumento. Il fatto che la lunghezza originale era minore, che questo
piccolo strumento avesse le fessure armoniche molto distanti una dall’altra, che la testa originale mancasse,
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hanno portato il Professor Vazquez a credere che si trattasse di una delle innumerevoli viole che erano state
convertite in violoncello nel IXX e nel XX secolo. Per il restauro di questo Grancino sono state seguite le
direttive degli studi Stradivari attualmente preservati al museo di Cremona
101 - Basso viola da gamba - William Turner – Londra, circa 1650
Il gemello di questo strumento si trova ora al museo di Nizza in Francia, e ci ha permesso di identificare
questa viola da gamba inequivocabilmente. Questa grande basso viola è consona ai concerti da camera. Tra il
1580 e il 1680 gli Inglesi composero la migliore musica da camera di tutta Europa. La musica inglese regnò
sovrana e influenzò considerevolmente lo sviluppo della musica strumentale in Germania, nella Francia, nelle
Fiandre e in Spagna.
102 - Basso viola da gamba – Thomas Collingwood - Londra, 1680
Nuova acquisizione esposta per la prima volta a Salisburgo. Siamo a conoscenza di due sole basso viole al
mondo di Thomas Collingwood. A giudicare dal lavoro e dalle decorazioni, il costruttore deve esser stato in
contatto con Richard Meares e Edward Lewis. Qesta piccola basso viola è adatta anche al repertorio per voilaLyra.
103 – Basso viola da gamba – Edward Lewis, Londra, 1687
Rinomato per essere tra i migliori e più raffinati maestri inglesi, Lewis, a giudicare dalla fattura delle
decorazioni floreali e geometriche e dal ricciolo sapientemente scolpito, quasi sicuramente costruì questa viola
per un importante esponente dell’aristocrazia. Il suono degli strumenti di Lewis era rinomato per esser molto
ricco. Per questo motivo i suoi strumenti furono molto ricercati dai francesi che successivamente li
modificarono con la settima corda.
104 – Basso Viola da gamba - Jakob Stainer - Absam, 1671
Durante il XVII e il XVIII secolo Jakob Stainer era considerato il liutaio migliore di tutti i tempi. I prezzi
dei suoi violini erano 7 o 8 volte superiori a uno Stradivari; la moda del maestro cremonese vene alle fine del
XVIII secolo. Heinrich Biber ordinava strumenti Stainer per la corte di Salisburgo; Johann Sebastian Bach
suonava una viola Stainer; Francesco Maria Veracini, un virtuoso del violino, diede il nome ai suoi due violini
Stainer “Petrus & Paulus”; Leopold Mozart suonò per tutta la vita uno strumento Steiner e deprecava il
declino della qualità di fabbricazione di violini del suo tempo (1750). I violini Stainer sono stati I più coopiati
di tutti I tempi.
Questa viola da gamba mostra tutte le caratteristiche dei maestri tirolesi: l’alta e armoniosa curvature, la
scelta di legni eccellenti (notate l’uso della acero maculato per il fondo e i lati, presente in tutti i violini
Steiner), la modellatura esperta della sagoma (quasi identica per tutti i violini Steiner). Stranamente vi sono
fessure armoniche a forma di “C” anziche “f” (più commune). Si sa che il musicista inglese William Young,
che suonò a Innsbruck in quel periodo avesse una viola copia da Stainer; poichè in Inghilterra erano
diffusissime le viole con le fissure a forma di “C” questo strumento potrebbe benissimo essere una copia
Steiner. Gli studi dendrocronologici dell’università di Amburgo datano I legni dello strumento tra il 1504 e il
1633.
105 – Basso viola da gamba – Nikolaus Leidolff, Vienna, 1695
Le capacità artigianali di Nicolaus Leidolff (ca.1650-ca.1710) e il suono eccellente dei suoi strumenti
furono altamente apprezzate non solo all’interno dell’Impero Asburgico ma anche oltre i suoi confini
rendendo famoso il laboratorio Leidoff e permettendogli di lavorare fino alla a fine XVIII secolo. La presente
basso viola da gamba ha mantenuto la testa originale, scolpita a forma di testa di fauno. Sicuramente il
costruttore di questo strumento si dedicò con molta cura e passione alla realizzazione di questa viola forse
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pensandola destinata a qualcuno in grado di apprezzarla come l’imperatore Leopoldo I. L’imperatore suonava
infatti la viola da gamba e promuoveva questo strumento e la sua musica presso la corte imperiale.
106 – Basso viola da gamba – Johann Georg Seeloss, Linz, 1691
Johann Seeloss apparteneva a una famiglia di fabbricatori di violini di Füssen, i cui membri lavorarono in
diverse città ( Innsbruck, Linz, Vienna and Venezia). La presente viola da gamba si è preservata ottimamente
è tuttora produce un suono ricco e potente. Gli studi dendrocronologici dimostra che il legno utilizzato per la
fabbricazione dello strumento risale al 1668.
107 – Basso viola da gamba - Michael Albanus - Graz, 1706
Michael Albanus (1677-1730) proveniva da una famiglia di maestri liutai tirolesi molto esperti. Michael si
spostò poi a Graz, lavorò nell’atelier di Wolfgang Sagmayr. Questo lavoro ricorda quelli di Jakob Stainer,
che fu il più stimato liutaio dell’impero Asburgico, e quindi di tutta Europa.
108 – Basso viola da gamba - Joachim Tielke - Amburgo, 1683
Nel XVIII secolo le viole da gamba “Tielke” erano rinomate per il loro suono forte e brillante ed erano
solitamente usate per esibizioni da solista. Tielke aveva era rinomato per fabbricare strumenti riccamente
decorati: fiori e ghirlande di avorio e ebano, gusci di testuggine, teste scolpite e così via erano un chiaro segno
che questi strumenti fossero destinati a clienti dell’aristocrazia. Questo esemplare di basso viola è, rispetto ai
soliti strumenti di Tielke, decorato modestamente: la pioliera, decorata con motivi floreali e vegetali si
conclude con la testa di una donna; sul fondo un motivo stilizzato in avorio.
109 – Basso viola da gamba – Claude Boivin, Parigi, ca. 1740
Sebbene molte viole di questa forma siano state rappresentate nei dipinti, gli esemplari rimasti sono stati
spesso trasformati in violoncelli. Questa viola da gamba costruito dal famoso liutaio parigino, Claude Boivin,
fu comprato quando era ancora nella forma di violoncello. Durante il IXX secolo il rinomato liutaio, Nicolas
François Vuillaume, attivo allora a Brussels, aggiunse legno alle spalle della viola per modificarle in modo
renderle più squadrate e somiglianti a quelle di un violoncello. Questa viola è ritornata alla forma originale nel
2001. Le prime viole di questa forma compaiono dal XVI secolo; l’iconografia è abbondante sia nel
Rinascimento che nel Barocco. A riprova della estrema diffusione di questi strumenti vi è il fatto che sono
presenti nelle collezioni di molti privati e di molti musei d’Europa.
110 – Basso viola da gamba – Germania 1
111 – Basso viola da gamba – Germania 2
112 – Tenore – Viola da gamba su modello John Rose (1600)
Hütmannsberger, Linz
113 – Tenore – Viola da gamba su modello John Rose (1600)
Hütmannsberger, Linz
costruita da P.
costruita da
114 – Basso viola da gamba scuola di John Rose (1580) 1 - John Pringle
115 – Basso viola da gamba scuola di John Rose (1580) 2 - John Pringle
116 – Basso viola da gamba scuola di Henry Jaye (17th C.) - John Pringle, Londra
117 – Basso viola da gamba scuola di Colichon - Simone Zopf, Hallstatt and Vienna
118 – Basso viola da gamba scuola di Colichon - Petr Vavrous
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119 – Basso viola da gamba scuola di Salomon - Petr Vavrous
120 - Baryton scuola di Simon Schodler (1782) - Ferdinand Wilhelm Jaura, 1934
Il nome corretto di questo strumento è “Viola di Pardone”. La leggenda vuole che questo strumento fu
inventato in una cella inglese da un criminale in attesa di essere giustiziato. Il giudice impressionato dal suono
di questo strumento perdonò il criminale e gli concesse la libertà. Un baryton è sostanzialmente una viola da
gamba con sei o sette corde principali e provvisto di un vasto numero di sottili corde metalliche di risonanza
sotto la tastiera che quindi non possono essere suonate ma che risuonano appunto quando l’archetto sfiora le
corde principali (molto similmente nella viola d’amore). Queste corde di risonanza possono essere suonate
però anche dal police della mano sinistra, dando vita a un accompagnamento! Il Principe Esterhazy era
affascinato dalla viola di pardone, la suonava molto bene, e commissionò molti compositori per avere nuovo
repertorio da suonare. Per questo motivo abbiamo un ricco repertorio per questo strumento; Haydn solo
compose almeno 126 terzetti, alcuni duetti , e ottetti che sono delle vere e proprie perle.
Christian Döbereiner comprò questo baryton dall’abile fabbricatore di violini di Monaco di Baviera,
Ferdinand Wilhelm Jaura, nel 1934 e nel 1936 eseguì su questo strumento il primo concerto per baryton per
un pubblico moderno Terzetto in Re Maggiore di Haydn.
122 – Arciliuto, 14 cori, copia di Pietro Railich , Venezia, S. XVI
Recenti studi hanno confermato che questo strumento è senza dubbio un’originale Basso viola costruita a
Milano nel 1717 da Paolo Antonio Testore. La forma di questa viola, chiamata “figura a 8” o “senza angoli” è
comunissima nel XVI secolo e si incontra spesso anche nel XVII e XVIII secolo particolarmente in Italia.
123 - Flauto Traverso - circa 1800 con un foro, tipico per I flauti del Barocco
124 – Flauto Traverso, Clementi & Co., Londra
I Quattro fori sono tipici per I flauti del periodo classico.
125 - Flauto Traverso a quattro fori.
126 – Clavicembalo – scuola di Giovanni Maria Giusti, 1690 - William Horn, Brescia
Questo clavicembalo è di origine italiana. Il fatto che ha un solo registro lo rende adatto per la
realizzazione del “basso continuo” ma probabilmente era usato per diverse esibizioni da solista.
127 – Clavicembalo, due registri, scuola di Jan Ruckers, 1625 - William Horn, Brescia
I fabbricatori di clavicembali fiamminghi sono senza dubbio da annoverare tra I migliori costruttori di
strumenti: i loro strumenti erano apprezzati ovunque. Lo stesso Handel ne possedette uno e lo suonò a Londra.
I francesi compravano spesso strumenti antichi e li facevano ingrandire aumentando il numero delle ottave
fino a raggiungere il FAFA o il fa’’in modo da renderli adatti al repertorio moderno del XVIII secolo. Questa
copia di un Ruckers del 1625 fu costruita in forma ravalé.
128 – Spinetta su modello “Queen Elizabeth's Virginal” del XVI secolo.
costruita da William Horn, Brescia
Si dice che la regina Elisabetta I fosse un eccellente suonatrice di spinetta. L’originale di questa, oggi al
Victoria and Albert Museum di Londra, era stata fatta in Italia.
129 – Virginale di Alex Hodson, Suffolkm 1946
130 – Clavicembalo, Due registri, Francia - J. C. Neupert
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131 – Organ Positiv – Walter Chinaglia, Milano, 2006
132 – Sarangi – India, antico
Questo strumento riccamente decorato può spiegare le probabili origini delle corde metalliche di risonanza
della viola d’amore e del baryton. All’alba delle esplorazioni del XVII secolo gli europei portarono dal
lontano oriente questi strumenti esotici. E’ molto probabile che in Europa fabbricatori di strumenti furono
ispirati dai suoni esotici e iniziarono a sperimentare usando le corde metallica di risonanza..
133 – Sarangi, Strumento indiano con corde di risonanza
134 – Testa e pioliera di un Pardessus de Viole, Francia, ca. 1740
Questa testa di donna finemente scolpita un tempo decorava un pardessus de viole. La scuola esisteva a
Parigi e lavorava distaccata dagli atelier dei fabbricanti di violini, scolpendo esclusivamente teste e pioliere
per tutti i liutai di Parigi, il che spiega come mai tutte le teste degli strumenti parigini di allora si assomiglino
tutte.
135 – Testa e pioliera di un viola da gamba, Italia, XVII secolo.
136 – Testa e pioliera di un violoncello Francese XVIII Secolo
137 – Bacchetta da direttore (IXX secolo)
Sebbene molti estimatori della musica antica vorrebbero negare l’esistenza delle bacchette da direttore di
orchestra il primo trattato riguardante la Direzione (con bacchetta) fu pubblicato in Norvegia nel 1744.
138 – Custodia originale per viola da gamba
139 – Studio per un piccolo violino su modello Italiano, Londra.
Domenico Montagnana fu uno dei più rinomati liutai di Venezia. Venezia , accanto a Cremona, era uno
dei più importanti centri italiani di fabbricazione di violini. Questo violoncello, pur non di Montagnana, è
stato costruito chiaramente sotto l’influenza del maestro: una delle caratteristiche della scuola era infatti il
largo attacco superiore, che dona allo strumento una sonorità molto piena.
140 – Dipinto di Bonifacio Veronese (1487, Verona - 1557, Venezia)
Veronese fece il disegno per questo dipinto. Una copia è conservata presso il Museo dell’Accademia
Venezia. L’artista è riuscito a catturare l’atmosfera di un concerto: I musicisti sono completamente assorti
nella loro musica, quasi incantati.
141 - Dipinto – copia d'una opera di Bonifacio Veronese, fatta il 1805 a Venezia per il direttore della
Accademia, come studio delle maniera di dipingere del 500.
142 – Dipinto di Caspar Netscher o del suo maestro, Rogier de la Haye
Questo dipinto mostra due dame una che canta e una che l’accompagna con il clavicembalo. Il
Clavicembalo è uno strumento fiammingo del XVII secolo, molto simile allo strumento n°127. Sullo sfondo
una viola da gamba con l’archetto appoggiato sul ponticello aspetta il suo suonatore, con ogni probabilità un
uomo: una metafora che allude alla relazione tra musica e amore.
143 – Fotografia, fine del IXX secolo, padre e figlio con strumenti originali: viola d’amore and viola da
gamba
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Per favore, una volta letto questo catalogo, Vi preghiamo di riporlo dove l’avete trovato così da dare al prossimo turista la possibilità di leggerlo.
144 – Violoncello, Scuola di Pacherel – Torino, circa 1830
145 - Testa e manico con meccaniche originali di un Doppio basso austriaco del XVIII secolo
146 – Clavicembalo, 2 registri, copia su modello di Johann Bernhard Bach, ca. 1700
147 – Pioli e bottoni di un violino barocco, XVIII secolo
148 – Violino- Johann Georg Leeb, Pressburgo, 1761
149 – Violino, Scuola Francese su modello di Pierray
150 – Violino, Germania con manico e unghia completamente originali
152 – Basso viola da gamba, , Germania o Austria, ca. 1770
Questa è forse la più giovane tra le viole da gamba della collezione. Il legno della cassa è particolarmente
degno di nota. La testa è originale. A causa delle larghe dimensioni, questa viola da gamba è stata restaurata
come uno strumento a 7 corde (le viole tedesche hanno di solito 6 corde), seguendo la moda della fine del
XVIII secolo.
153 – Viola da gamba, basso, Italiano, scuola Amati
Senza dubbio uno degli strumenti più significativi della collezione., questa basso viola viola da gamba, che
mostra tutte le caratteristiche della scuola di Amati, potrebbe essere stata costruita da Andrea Guarneri, uno
studente del maestro cremonese. Questa viola segue le linee tipiche di un violoncello ma con le spalle più
inclinate caratteristica degli strumenti non solo dei maestri italiani, ma anche fiamminghi, olandesi , francesi e
tedeschi.
154 – Basso Viola da gamba, Costruita da Joachim Tielke, 1697
Dopo l’attenta e meticolosa trasformazione in violoncello questa viola da gamba si è conservata in
maniera straordinaria Vi sono tutti pezzi originali compresa la tipica costruzione interna e la verniciatura in
condizioni perfette con la tipica e ricercata screpolatura. Questo strumento rappresenta quindi un documento
di immenso valore per comprendere i principi di costruzione dei maestri della Germania settentrionale, valori
che possono essere studiati scientificamente e copiati dai liutai dei giorni nostri.
Questa particolare viola da gamba sembra essere rappresentata in un dipinto della Dreifaltigkeitskirche
(Chiesa della Trinità) vicino a Salisburgo. La forma inusuale delle Fessure a C, il doppio bordatura, la testa
scolpita e la tastiera decorate così come la catenina attorno al collo della testa sembrano indicare Tielke come
l’autore della viola dipinta. E tutti questi dettagli si possono ritrovare nella viola da gamba di questa
collezione!
155 – Violino costruito da Johannes Michael Willer, Praga, 1770
Johannes Michael Willer (1753-1826) nacque a Vils e si stabilì a Praga definitivamente nel 1780 dove
occupò il ruolo di presidente della corporazione di fabbricanti di strumenti musicali. Artista eccellente e
meticoloso, costruì i suoi primi violini seguendo il modello di Jakob Stainer per poi passare successivamente
alle caratteristiche del modello Stradivari.
156 – Piroli e bottoni originali di un violoncello italiano
157 - Il Concerto, acquaforte originale di Le Villain, da dipinto di Tiziano (presso il Palazzo Pitti a
Firenze)
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158 - Viola, ca. 1570
Acquisizione recente. Un esempio molto raro di viola, che mostra le caratteristiche del Rinascimento,
molto probabilmente proveniente dalla Scuola Veneta (Brescia o Venezia). L’attribuzione è da Jean Frédéric
Schmitt, Lione.
159 - Santa Cecilia - Domenico Zampieri (ca. 1617-18)
Acquaforte della scuola di pittura del Louvre, Parigi - Stefano Picart (Parigi, 1631 - Amsterdam, 1721).
160. Basso Viola da gamba - Paul Alletsee, Monaco di Baviera, 1722
Dalla Collezione Erich Lachman Collection (Berlino e California). Un'altra basso viola da gamba nella
forma di violoncello con le spalle mancanti.
161. Violino, Milano, XVIII secolo
162. Nicolas Poussin, La Nascita di Orpheo
Acquaforte su dipinto di Poussin, eseguita in Italia nel XVII secolo
163. Viola da gamba, soprano, anonimo Germania o Austria
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