- Ordine Ingegneri Bergamo

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INGEGNERI
BERGAMO
TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO
Anno XX - N° 201 - aprile/giugno 2010 - Spedizione in abbonamento postale 70% - Filiale di Bergamo
Appunti del Direttore
L’effetto serra
Su una protuberanza rocciosa del
Colorado, Blue Vista opera per lo Ncar, il
National Center forAtmospheric Research
americano (statunitense, per essere
precisi). Blue Vista è un supercomputer
capace di 8,3 teraflops, otto milioni di
milioni di operazioni matematiche al
secondo. In questo Centro lavorano
decine e decine di scienziati che studiano,
e cercano di prevedere con proiezioni
improntate alla razionalità, oltre a cose
più prosaiche - come il formarsi di uragani
o il preannunciarsi di cataclismi naturali,
per avvertire qualche decina di migliaia
di persone di
darsi da fare
per mettere in
salvo se stessi
e le loro auto
- le variazioni
climatiche
a
lungo termine
che influenzeranno la vita sul
nostro pianeta,
le cause che
possono determinarle e i fenomeni che
possono derivarne.
Nel tempo libero intrattengono i visitatori:
sia quelli che amano cose spettacolari
come il vedersi nell’occhio del vortice
di Katrina, sia quelli che si trascinano
dentro, da anni, preoccupazioni mai
sopite, acuite da quando credevano di
essere in balia di un Bush recalcitrante di
fronte al “Protocollo di Kioto”.
A questi ultimi danno la possibilità
di accedere, attraverso un monitor al
plasma di 50 pollici, ai meandri di Blue
Vista, visualizzando i vandalismi che
“Aumento Effetto Serra”, l’Attila dei
nostri giorni, sta perpetrando attorno al
globo. Sullo schermo appare dapprima
l’immagine della nostra Terra nel 1870,
l’immagine della salute, insidiata, a
fine Ottocento, dalle prime macchie
rossastre concomitanti al proliferare
delle ciminiere in Europa ed in America
del Nord. Poi le macchie si allargano
su intere regioni, le coste degli oceani
diventano rosate, il bianco dei Poli si
ritira: nel 2100 la Terra è tutta rossa ed
Continua a pagina 3
Finito di stampare dicembre 2010
55° CONGRESSO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI 2010
TORINO 8-9-10 SETTEMBRE
DOCUMENTO CONCLUSIVO
PIÙ NELLO SPECIFICO SOTTOLINEANO
che sia da considerare di rilevanza strategica, per il
sistema ordinistico, un’azione corale e coordinata,
della comunità degli ingegneri, tesa a favorire nelle
sedi opportune:
a) l’accoglimento e l’affermazione, con particolare
riferimento alla legge di riforma delle professioni
intellettuali, dei seguenti assunti:
Gli Ordini degli Ingegneri d’Italia, riuniti in
Congresso a Torino dall’8 al 10 settembre 2010 e
impegnati a trattare il tema “Costruire il futuro
del Sistema Italia: ruolo dell’Ingegneria e Riforma
della Professione”, in esito ai lavori Congressuali
IN CONSIDERAZIONE
della rilevanza assunta dagli ingegneri entro le
odierne società in relazione al ruolo svolto dagli
innumerevoli ambiti applicativi dell’ingegneria
nell’assicurare competitività e sviluppo al sistema
Italia in contesti socio-economici globalizzati,
in rapidissima evoluzione e contraddistinti da
complessità, da caoticità e da limitata predittività,
IN VIA GENERALE RITENGONO
che sia da considerare di rilevanza strategica, per il
sistema ordinistico, un’azione diretta a sensibilizzare
gli organi istituzionali e di governo, nonché la
-) la netta distinzione fra attività di impresa e attività
intellettuali;
-) la netta distinzione fra attività intellettuali toutcourt e attività intellettuali coperte da riserve
chiaramente espresse per legge, in quanto attività
strettamente connesse alla tutela del più generale
interesse collettivo; ovvero in quanto attività
per le quali l’esercizio della professione prevede
competenze in grado di sostenere l’assunzione di
responsabilità non limitatamente di ordine tecnico
collettività nel suo insieme, sulla necessità e
opportunità dei seguenti principi:
a) la valorizzazione del ruolo degli Ordini nella veste
di interlocutore autorevole, stabile e continuativo
nell’ambito del dibattito istituzionale riguardante la
discussione, il confronto e la messa a punto della legge
quadro sulla riforma delle professioni intellettuali,
nonché di qualsiasi ulteriore dispositivo normativo
che presenti ricadute significative, dirette e indirette,
per gli ingegneri e per il futuro del sistema Italia;
b) l’accoglimento e l’affermazione sul piano
legislativo di alcuni punti fondamentali basilari ed
irrinunciabili per uno svolgimento delle prestazioni
di ingegneria che possa dirsi improntato alla tutela
dell’interesse generale; ciò in considerazione della
stringente necessità di ridefinire un rapporto nuovo,
chiaro e di reciproco rispetto fra cittadini, enti
pubblici e professionisti,
ma anche, e non secondariamente, di ordine sociale
ed economico, nonché di responsabilità – nel caso
di specie riguardante l’ingegneria – correlate alla
sicurezza, all’incolumità pubblica e privata, alla
tutela delle risorse naturali;
-) il principio secondo cui l’attribuzione delle
competenze riguardanti l’esercizio di attività coperte
da riserve di legge deve essere con chiarezza correlata
ad un percorso formativo commisurato alla natura e
alla portata delle competenze e delle responsabilità
evocate dall’esercizio professionale;
-) l’opportunità di richiamare l’attenzione del
legislatore sulla necessità di rivedere e ampliare
l’attuale insieme di attività coperte da riserva di
legge in considerazione del rapidissimo moltiplicarsi
di attività innovative a rilevante impatto sulla tutela
degli interessi della collettività; tra queste, nel caso
di specie dell’ingegneria, in particolare si sottolinea
SOMMARIO n°201
> Editoriale: L'effetto serra - Gen Guala
> 55° Congresso Nazionale degli Ingegneri 2010
> La protesta e la proposta dei giovani ingegneri al congresso nazionale
> Il punto di vista degli ingegneri dipendenti
> Ingegneria e società del III millennio - Riccardo Varvelli
> Rapporti tra infrastrutture e idrografia del territorio - Egidio A. Pessina
> La ferrovia della Valle Seriana - Massimiliano Rizzi
p. 1
p. 1
p. 4
p. 6
p. 8
p.10
p.11
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Convegni del mese di aprile
Progettare con il nuovo testo sulle NTC - DM 14.01.2008
Qualità e controlli in cantiere su opere in c.a. secondo il D.M. 14.01.2008:
Nuovo Presidente alla Commissione Industria
Tecnologia del legno, conoscenze di base
Terne Collaudatori 2010
Attività di Consiglio
p.14
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p.17
p.18
INGEGNERI
INGEGNERI BERGAMO BERGAMO
il rilievo in questo senso assunto
dall’Ingegneria dell’informazione;
-) l’istituzionalizzazione, principalmente legata all’esercizio di attività
coperte da riserve di legge, della
“formazione professionale permanente,
organizzata e qualificata”;
-) la funzione precipua degli Ordini
professionali
nell’ambito
della
formazione permanente;
-) il principio secondo cui “la
professione
dell’ingegnere
sia
declinata dal legislatore in modo
unitario, come anche previsto dalla
Commissione europea”, sia per i liberi
professionisti che per i dipendenti e
quindi possa essere esercitata con
pari dignità sia in regime di libera
professione che di dipendenza;
-) l’istituzione in tutti gli ambiti del
lavoro dipendente, per gli ingegneri
che esercitano attività professionali,
del “ruolo professionale” oltre al ruolo
tecnico e al ruolo amministrativo;
-) la definizione dell’equo compenso,
con il ripristino della obbligatorietà
del rispetto di minimi tariffari, per
chi fornisce prestazioni a carattere
intellettuale nelle diverse modalità
di espletamento dell’attività professionale
(liberi
professionisti,
dipendenti,
forme
societarie);
ciò a garanzia della qualità della
prestazione professionale, nonché in
ottemperanza a quanto sancito dalla
Costituzione (quale diritto inalienabile
di remunerazione del lavoro) e nel
Codice Civile (quale tutela del decoro
professionale);
b) L’accoglimento e l’affermazione
– con un più generale riferimento ai
dispositivi normativi che presentano
ricadute significative, dirette e
indirette, per la “comunità” degli
ingegneri – dei seguenti assunti:
- la “centralità e la qualità del
progetto” nella realizzazione di
opere pubbliche, così riposizionando
il baricentro dell’attuale indirizzo
che, teso ad affermare la “centralità
dell’opera”, ha nei fatti già dimostrato
di produrre gravi aberrazioni;
- lo snellimento del quadro normativo
tecnico e la semplificazione degli iter
burocratici;
- il principio secondo cui l’indispensabile processo di adeguamento
e di revisione dell’attuale assetto
formativo universitario degli ingegneri deve giovarsi del confronto,
continuo e costruttivo, fra l’istituzione
2
universitaria ed il mondo ordinistico;
- il principio secondo cui per
la formazione universitaria sia
centrale l’obiettivo di assicurare
agli allievi il conseguimento di
strumenti metodologi di approccio
a problemi da contestualizzare
in scenari tecnico-socio-economici
sempre più contraddistinti, come già
detto, da rapidissime evoluzioni, da
complessità, da caoticità, da limitata
predittibilità;
- l’attenzione alle politiche giovanili
con riferimento all’attuale incremento
di giovani ingegneri all’interno degli
albi;
particolare riferimento ai rapporti di
- il principio secondo cui le Regioni collaborazione tra datore di lavoro
non hanno diritto di legiferare in e “professionista economicamente
materia ordinistica e dunque non sono dipendente”
neanche tenute a imporre albi, elenchi,
corsi ed esami;
- la valorizzazione del ruolo degli TERZA RACCOMANDAZIONE
Ordini nell’azione tesa a favorire I Consiglieri presenti nelle rispettive
l’avvio in Italia di un “sistema qualità di referenti, coordinatori o
di accreditamento” da parte di rappresentanti delle Commissioni
dei
propri
Ordini,
un “soggetto terzo” delle Facoltà Sicurezza
Federazioni
e
Consulte,
in
ragione
di Ingegneria – e dei relativi Corsi
di Laurea – presenti sul territorio degli approfondimenti svolti in
occasione del Congresso Nazionale,
nazionale.
segnatamente ai molteplici aspetti
Si allegano le raccomandazioni delle della disciplina antinfortunistica T.
U. Sicurezza, esprimono l’univoca
Commissioni:
volontà di proseguire l’attività già
svolta con il Gruppo di Lavoro
PRIMA RACCOMANDAZIONE
Il Network Commissione Giovani del Testo Unico chiedendo alla
propone di istituire un tavolo Assemblea dei Presidenti e al CNI di
permanente sulla tematiche giovanili riattivare tempestivamente le attività
con la presenza di una adeguata del Gruppo di Lavoro stesso.
componente giovani.
SECONDA RACCOMANDAZIONE
Si propone tramite il Centro Studi
C.N.I. di condurre una indagine sulla
situazione lavorativa dei giovani con
INGEGNERI
BERGAMO
ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA
PROVINCIA DI BERGAMO
Tel. 035 223234 - Fax 035 235238
www.ordineingegneri.bergamo.it
[email protected]
COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO
DELL’ORDINE QUADRIENNIO 2009-2013
Consiglieri
PRESIDENTE:
Ing. Donatella GUZZONI
VICE PRESIDENTE:
Ing. Umberto NORIS
VICE PRESIDENTE:
Ing. Barbara RATTI CARRARA
SEGRETARIO:
Ing. Diego FINAZZI
TESORIERE:
Ing. Emilia RIVA
CONSIGLIERI:
Ing. Giuseppe BASSI
Ing. Carlo BERIZZI
Ing. Iunior Andrea BIZIOLI
Ing. Sandro BRIGNOLI
Ing. Michele CORTESI
Ing. Cristina MARSETTI
Ing. Sebastiano MOIOLI
Ing. Enzo PREVITALI
Ing. Massimiliano RIZZI
Ing. Marco VERDINA
INGEGNERI BERGAMO
Anno XX - N° 201 aprile / giugno 2010
Spedizione in abbonamento postale 70%
Filiale di Bergamo
Notiziario trimestrale d’informazione per gli
iscritti all’Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Bergamo
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GUALA GENNARO
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BRIGNOLI SANDRO
CALDERONI GIANFRANCO
CANEVA ZANINI ALESSANDRO (Coordinatore)
MANZONI ANNA
PESSINA EGIDIO
PREVITALI ENZO
TESTOLIN GIOVAN BATTISTA
Segreteria di redazione
SIMONA FOPPA
ADRIANA MIGNANI
ANTONELLA PESENTI
ENRICA REGONESI
Il notiziario è aperto alla collaborazione di tutti gli
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il pensiero degli autori; la loro pubblicazione non
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INGEGNERIINGEGNERI
BERGAMO
BERGAMO
Segue da pag. 2 - Attentati a Gaia, questa misconosciuta
i ghiacciai hanno ormai raggiunto il
tipping point, il punto critico in cui
il processo di autodistruzione diventa
irreversibile.
E’ una previsione, e prendiamola
come tale, ed è una rappresentazione
grafica, tesa ad impressionare la
gente. Molto seriamente, però, se
pensiamo che il perdurare dell’effetto
negativo della CO2 è di circa cento
anni, e che, anche se riducessimo via
via, nei prossimi cinquant’anni, la
sua immissione in atmosfera a quella
del primo dopoguerra, in mezzo
secolo riusciremmo a malapena a
ritornare alla situazione odierna. E
per almeno cinquant’anni, anche
con questa improbabile previsione,
la temperatura continuerebbe ad
alzarsi in progressione inusuale, ed
i ghiacciai dell’Artide a ritirarsi, con
grande disperazione non solo degli
orsi bianchi. Contemporaneamente
non dobbiamo dimenticare che,
a “coadiuvare” l’effetto serra,
contribuisce, per una parte che
potrebbe non essere trascurabile,
la circostanza che siamo nella culla
calda compresa fra due glaciazioni,
con temperature naturalmente in
aumento e con tutti gli animali che
amano le temperature miti, molto
sensibili ai cambiamenti climatici,
che hanno iniziato la loro lenta
migrazione verso il nord. Già ora le
volpi artiche non sono molto felici
di vedere la comune volpe rossa
gironzolare nelle loro aree di caccia,
fino a ieri protette dall’inclemenza
del clima.
fondamentale, avvenuto circa un
miliardo di anni fa. Scomparse
tutte le sostanze con cui poteva
reagire, l’ossigeno, che aveva da
tempo cominciato ad accumularsi
nell’atmosfera, contribuì a creare
nella stessa quel miscuglio di gas
che conosciamo oggi e che Gaia ha
stabilizzato permettendo il rapido
evolversi delle forme di vita sul
pianeta.
Nel passato remoto, i più insidiosi
attentati a Gaia venivano solo
dall’esterno:
dall’impatto
con
grosse meteoriti alla deriva, o dai
complicati giochi regolati dalle leggi
dell’astrofisica, che provocano quel
susseguirsi di ere glaciali, che hanno
sempre messo in grosse difficoltà
l’esistenza di molte forme di vita
sulla Terra.
Nei 100.000 anni circa delle
glaciazioni Gaia compie caute
ritirate, sacrificando le specie meno
adatte a resistere, per riconsegnare le
sopravvissute, quelle che meglio anno
saputo affrontare i tempi difficili, ai
caldi periodi fecondi interglaciali,
dalla durata di 10.000/20.000 anni.
In questa specie di apologia di Gai
possiamo ascriverle il merito di aver
saputo riassorbire gli effetti devastanti,
provocati dalla concomitanza di
condizioni ed eventi sfavorevoli
(instabilità geologica e impatti con
meteoriti) che, 248 milioni di anni fa,
segnarono con una strage la fine del
Permiano e la catastrofe, innescata
dall’impatto con un corpo celeste
di più di 10 Km di diametro, che 65
milioni di anni fa spazzò dalla faccia
Attentati a Gaia, questa misconosciuta della terra alla fine del Cretaceo,
Gaia è il nome con cui James contemporaneamente i dinosauri il
Lavelock, negli anni 70 del secolo 70% di tutte le specie viventi.
scorso, ha battezzato il pianeta,
inteso come un singolo organismo I due ultimi attentati su scala
vivente, compresa sia la sua attività planetaria alla feconda e silenziosa
geologica che quella biologica. attività di Gaia sono stati perpetrati
Ipotesi ardita e non facile da dall’uomo, e si può asserire che è la
dimostrare, mentre è comunemente prima volta che una specie tende a
accettata, oggi, l’ipotesi di una Gaia danneggiare se stessa.
un poco ridimensionata, in cui la Il primo di questi attacchi suicidi –
vita e l’ambiente fisico interagiscono che ora ha perso il primo posto nella
positivamente fra loro, perfino a hit parade degli Attila - consiste
scale di tempo geologico, in modo nei due buchi nell’ozono prodotti
da mantenere condizioni adatte alla dai clorofluorocarburi, che si
vita stessa. La vita nella sua forma sono “stabilizzati” nei due imbuti
evolutiva, certamente, se pensiamo polari attraverso cui si riversano
che la prima strage di specie diverse (riversavano?)
dannosissimi
nella storia del pianeta - circa due bombardamenti di raggi UV sui
miliardi di anni fa – fu perpetrata ghiacci artici e antartici. Per fortuna
da alcuni organismi unicellulari in zone non abitate da esseri umani,
fotosinterizzatori (la terza ondata ciò che ha evitato che il cancro alla
delle prime forme di vita sulla pelle diventasse il morbo più diffuso
terra) che impararono a convivere sul pianeta. La produzione di questi
con l’ossigeno libero sviluppando gas inerti, nei processi industriali,
enzimi in grado di proteggerli fortunatamente è rallentata, ma la
dall’ossidazione, e che, liberando loro potenzialità negativa rimane un
in grandi quantità questo elemento pericolo da non sottovalutare, data
in atmosfera, sterminarono, con la loro nefasta capacità di alterare,
conseguenze felici per essi stessi, nella stratosfera - la fascia dai 15
molte forme di vita (altri organismi ai 50 Km sul livello del mare unicellulari) per cui questo elemento l’equilibrio naturale esistente fra le
era un veleno.
reazioni, implicanti la luce solare,
Questa strage fu un passaggio che distruggono e ricreano in modo
equo la succitata forma triatomica
dell’ossigeno. In questo involucro,
che compresso al suolo dalla pressione
atmosferica avrebbe uno spessore di
soli 3 centimetri, la temperatura che
misura –60 C° al suo limite inferiore
risale a 0 C° a quello superiore
poiché si riscalda con l’assorbimento
da parte dell’ozono di energia carpita
all’insidiosa radiazione ultravioletta
solare mentre ne lascia transitare
la rimanente maggior parte, quella
generata dalle radiazioni “buone”,
indispensabile per la vita del nostro
pianeta. Se gli attacchi a questo
elemento fossero continuati, Gaia
non avrebbe potuto proprio porvi
riparo in tempi “brevi”.
Il secondo è l’aumento incontrollato
dell’effetto serra . Dell’effetto serra,
nella storia passata del pianeta, non
possiamo dire altro che bene, dato che
3,8 miliardi di anni fa, assieme alla
presenza di acqua - testimoniata dalla
presenza di rocce sedimentarie - e di
qualche altra circostanza fortunata,
ha impedito al nostro pianeta di
diventare un globo di fuoco come
Venere o una palla ghiacciata come
Marte. E non si sarebbero mai visti
tutti gli organismi unicellulari da cui
è originata la vita sulla Terra.
E’ dalle rocce sedimentarie ricche di
carbonio, inghiottite ai margini delle
placche continentali, fuse ed eruttate
dai vulcani, che è stata inizialmente
generata
l’anidride
carbonica
presente in atmosfera.
Quanta? Non si sa; si calcola solo che
se tutto il carbonato presente nelle
rocce fosse ritrasformato in anidride
carbonica, la pressione atmosferica a
livello del mare sarebbe di 60 bar, ma
non si riesce neppure ad ipotizzare
quali
temperature
verrebbero
raggiunte sulla superficie terrestre.
Comunque sia, un provvidenziale
giusto dosaggio di CO2, ha potuto
trattenere sulla Terra l’energia
proveniente dal Sole - per lo più
sotto forma di luce visibile - energia
che la Terra tenta di riflettere verso
lo spazio.
Essendo però la Terra più fredda
(molto più fredda) del Sole la irraggia
con lunghezze d’onda maggiori,
nella parte infrarossa dello spettro,
permettendo all’anidride carbonica
ed al vapore acqueo di intrappolarla,
e di mantenere il pianeta ad una
temperatura media di 35 C°, superiore
a quei -20 C° che si registrerebbero
se non avesse atmosfera (con gli
sbalzi di circa 250 gradi fra giorno
e notte della Luna, che ha più o
meno, in scala astronomica, la nostra
stessa distanza dal Sole, ma non ha
atmosfera).
Tutto bene, si potrebbe dire. Un bel
niente. Attualmente, con un ritmo
dissennato, l’uomo sta rimettendo in
circolazione, sotto forma di anidride
carbonica, tutto il carbonio che
per circa cento milioni di anni, nel
Carbonifero, il processo di fotosintesi
ha accumulato nelle grandi foreste
sviluppatesi sulle basse terre paludose,
in cui gli alberi crescevano sui depositi
dei loro predecessori morti, formando
alti strati trasformati in carbone dalle
forze geologiche successive.
Lo fa semplicemente bruciandolo,
come l’uomo delle caverne bruciava
i suoi rami secchi. E come se non
bastasse, vi aggiunge la distruzione
delle foreste che con la fotosintesi
un bel po’ di CO2 riuscirebbero ad
assorbirsela.
La CO2 in atmosfera è passata, dal
tempo della rivoluzione industriale
dell’Ottocento ad oggi, da 280 a
350 ppm, in conseguenza esclusiva
delle attività umane; e la temperatura
media è aumentata di 0,6/1 C°.
Tenendo conto che, nonostante tutti
i buoni propositi, nei prossimi venti
o trent’anni il consumo di carbone,
petrolio e gas non diminuirà in
modo significativo, stime attendibili
dicono che la temperatura media si
alzerà di un altro C°. Ciò significa,
tralasciando le congetture sul dopo,
che la terra raggiungerà temperature
mai raggiunte in questo periodo
interglaciale, e perciò da molto più di
centomila anni a questa parte, dato che
le temperature durante l’ultima epoca
glaciale furono sicuramente inferiori.
E’ impossibile prevedere cosa potrà
succedere, perché è impossibile
prevedere gli effetti di variazioni così
rapide di temperatura, circa 20 volte
superiori a quelle verificatesi nel
passaggio dall’ultima epoca glaciale
al periodo interglaciale che stiamo
vivendo; passaggio che fece registrare
un aumento di temperatura di 8 C° in
cinquemila anni circa.
Gli evoluzionisti potrebbero anche
essere professionalmente soddisfatti
nello studiare gli effetti delle selezioni
naturali dovute all’adattamento al
nuovo clima (o sarebbero solo morie,
data la brevità del tempo in cui il
fenomeno avverrebbe?) e gli ottimisti
gioire perché, oltre a considerare
che un ragionevole aumento
della temperatura avrebbe come
conseguenza un rigoglio generalizzato
della vita (non di tutte le specie, però),
potrebbero intravedere un metodo
atto ad allontanare indefinitivamente
nel tempo la futura glaciazione con
una produzione controllata di CO2.
Certo è che sarebbe una carta
rischiosissima da giocare, e sarebbe
molto saggio ricordarsi le parole
di Bacone: “ Ci occorre un filo
conduttore per guidare i nostri
passi….” Speriamo tuttavia che Gaia,
se non è stata profondamente offesa
dalla trasmissione televisiva che
portava il suo nome, ci aiuti ancora.
Gen Guala
3
INGEGNERI
INGEGNERI BERGAMO BERGAMO
LA PROTESTA E LA PROPOSTA DEI GIOVANI INGEGNERI
AL CONGRESSO NAZIONALE
AL CONGRESSO DI TORINO I GIOVANI INGEGNERI RECLAMANO IL LORO
DIRITTO AD ESSERE PARTE ATTIVA NEI PROCESSI DECISIONALI ED AVERE
UN ADEGUATA RAPPRESENTANZA
L’intervento dei giovani ingegneri, il 10 settembre al teatro Carignano di Torino
in occasione del 55° Congresso Nazionale degli Ingegneri e riportato di seguito, è
stato molto apprezzato e applaudito dalla platea: un atto di accusa contro il CNI che
decide del futuro della categoria senza curarsi di ascoltare la voce di quella parte degli
ingegneri che il futuro lo devono costruire e vivere da protagonisti.
Il Network Giovani del CNI ha espresso allora chiaramente il proprio NO: NO a
questo modus operandi autoreferenziale che non tiene in alcuna considerazione le
reali esigenze dei giovani, NO alle decisioni prese senza un confronto dinamico e
fattivo con coloro che subiranno le conseguenze di tali decisioni, NO all’imposizione
dall’alto di provvedimenti che avranno notevoli ripercussioni concrete nella vita
professionale, già difficile, dei neolaureati.
In particolare i giovani hanno dichiarato apertamente la loro contrarietà all’inserimento
nella proposta di Riforma delle Professioni, già presentata dal CNI al Governo, della
previsione del tirocinio obbligatorio alla vecchia maniera.
Non è stata una presa di posizione di comodo o un rifiuto acritico ad un'ulteriore
scomoda incombenza, ma una ragionata e matura riflessione sull'inopportunità di
ripercorrere, da ultimi, una strada fallimentare già percorsa da tutte le altre categorie
professionali con i risultati che sono noti a tutti.
Scegliere la strada del tirocinio obbligatorio sarebbe un doppio smacco per la
categoria: dimostreremmo non solo di non aver saputo imparare nulla dagli errori del
passato ma anche di non essere stati in grado di proporre una soluzione innovativa e
migliorativa. Proprio noi ingegneri che dovremmo essere i promotori del progresso e
dell’innovazione!
Che l’opposizione dei giovani non sia stata un mero rifiuto fine a se stesso, lo dimostra
anche e soprattutto la proposta costruttiva avanzata a valle della critica.
Il CNI ha dato un piccolo segno di apertura verso i giovani introducendo nel documento
congressuale conclusivo l’impegno “a favorire nelle sedi opportune…omissis…
l’attenzione alle politiche giovanili con riferimento all’attuale incremento di giovani
ingegneri all’interno degli albi” e la raccomandazione del Network Commissione
Giovani di istituire un tavolo di confronto permanente sulle tematiche giovanili con
la presenza di un’adeguata componente di giovani.
Il Presidente Rolando si è inoltre impegnato ad organizzare a breve un incontro tra
una rappresentanza del Network Giovani e il Ministro per le Politiche Giovanili
Giorgia Meloni.
I nuovi professionisti sono il futuro dell’ingegneria e al Congresso di Torino hanno
reclamato il loro diritto ad essere parte attiva nei processi decisionali e ad avere
un’adeguata rappresentanza ad ogni livello.
Che la strada del tirocinio non sia quella giusta ce lo hanno mostrato le esperienze
degli altri ordini professionali. Per i medici, i commercialisti e soprattutto gli avvocati
il tirocinio non funziona: ha creato solo una gran quantità di lavoratori precari non
pagati e occupati in mansioni impiegatizie frustranti e non professionalizzanti.
La persona mal pagata non è spinta a dare il meglio e nessuno investe risorse in un
collaboratore non motivato.
Vogliamo sperimentare anche sulla pelle dei nostri colleghi il fallimento del tirocinio?
Proponiamo un approccio alternativo al tirocinio: un percorso formativo, propedeutico
all’esame di stato, che si inserisca nel programma di formazione continua e permanente
previsto ed in discussione con la nuova riforma.
Tale percorso formativo, organizzato dagli Ordini, sarà costituito da corsi che trattino
aspetti deontologici, previdenziali, di tariffa, di normativa, non contemplando gli
ambiti tecnici già trattati ampiamente all'università.
Né consegue l’esigenza di una profonda revisione dell’esame di stato: non più una
mera formalità post studi universitari ma un passo di verifica dei contenuti acquisiti
nello stesso corso propedeutico.
Veniamo adesso all’analisi della condizione degli occupati in Italia.
Fino a qualche anno fa, la nostra laurea era la più ricercata e retribuita, i contratti a
tempo indeterminato, successivi ad un periodo di formazione di qualche mese. Lo
stipendio iniziale bastava per una vita decorosa e, soprattutto, indipendente dalla
famiglia.
Oggi contratti a tempo determinato, stage, co.co.pro. nascondono quello che è, di
fatto, un tirocinio infinito che non approda mai a ruoli decisionali ed impieghi stabili.
Sono frequenti casi di colleghi che si trovano nello status di libero professionista
ma lavorano senza tutele in una malcelata forma di dipendenza presso studi di
progettazione o ditte. É chiaro che l'attività svolta da questi colleghi poco o nulla
ha a che fare con la libera professione, configurandosi quello in essere come chiaro
rapporto di subordinazione non regolamentato.
Trattasi del cosiddetto "libero professionista economicamente dipendente" che lavora
in genere senza un contratto scritto, spesso per meno di mille euro al mese, non gode
di ferie, di sussidi di disoccupazione o cassa integrazione, di indennità per malattia o
infortunio, e più in generale dei basilari diritti del lavoratore oltreché dei presupposti
per costruirsi una famiglia ed un futuro sereno.
Ci sorgono moltissime perplessità sulla legittimità di tali rapporti di lavoro, e chiediamo
al CNI, per mezzo del proprio Centro Studi, di indagare su tale fenomeno e di condurre
un sondaggio sulle condizioni in cui vive e operano i nuovi professionisti.
Chi parla di disoccupazione solo in termini di numeri dovrebbe rendersi conto che
non ha senso avere un’alta percentuale di ingegneri occupati, se poi hanno lavori
Anna Manzoni instabili e senza tutele adeguate.
Intervento del Network Giovani al 55°
Congresso Nazionale degli Ordini
degli Ingegneri.
L'intervento che vado ad esporre è stato elaborato dal Network giovani del Consiglio
Nazionale degli Ingegneri, ovvero da quell'organo che raccoglie tutte le commissioni
giovani dei vari ordini d'Italia. Ma chi è il giovane ingegnere? E’ il futuro del sistema
Italia. Da anni si parla di riforma delle professioni. Una buona riforma delle professioni
deve essere formulata pensando al futuro, deve tenere conto di come è cambiata la
professione in questi ultimi anni e come potrà cambiare nei prossimi. Come esposto
l’altro ieri dal nostro presidente Rolando gli ingegneri iscritti agli ordini negli ultimi
15 anni sono raddoppiati: metà di noi ha meno di 40 anni.
Eppure i nostri problemi sono spesso poco conosciuti o compresi dagli organi
decisionali.
I giovani ingegneri entrano in un mercato del lavoro che non riesce ad assorbirli
in modo adeguato, e non più in grado di garantire loro né un reddito né la stessa
occupazione. La situazione è talmente radicata e diffusa che addirittura viene ritenuta
normale e non è più oggetto di discussione.
Abbiamo letto con attenzione ma anche con buona dose di preoccupazione la proposta
del CNI che tratta argomenti che decidono del futuro dei giovani senza considerare le
loro reali esigenza né chiedendone un’opinione.
Un punto fondamentale della proposta di riforma che denuncia questa assenza di
comunicazione tra i giovani e gli organi decisionali è la volontà di introdurre il
tirocinio obbligatorio.
Già oggi dal punto di vista dell'età l'ingegnere italiano si trova in svantaggio rispetto
ai colleghi stranieri. Si deve evitare di inserire un ulteriore ostacolo all'ingresso nel
mondo del lavoro.
4
Le nostre proposte per tutelare il professionista economicamente dipendente sono:
1) rendere obbligatoria la redazione di un Contratto che regoli il rapporto di lavoro
tra il professionista senior e il professionista economicamente dipendente.
Le linee generali di questo documento dovranno essere elaborate ed imposte dal
CNI e dovranno almeno contenere regole chiare su: compensi minimi dignitosi,
obbligo di copertura sanitaria a carico del datore di lavoro, permessi e ferie senza
decurtazione del compenso;
2) fare in modo che, nelle gare per l’affidamento di incarichi professionali pubblici,
concorrano al punteggio od alla qualifica dello studio di progettazione, solamente
i dipendenti e non altre figure diversamente impiegate, che dovrebbero quindi
concorrere come mandanti;
3) dare la possibilità al giovane di avere visibilità nel progetto, e fare si che concorrano
al curriculum anche quei lavori per i quali si è semplicemente collaborato, e non
necessariamente firmato.
In tema di promozione e sostegno
dell’attività di giovani professionisti
riteniamo che ancora molto si possa fare
promuovendo norme di fiscalità agevolata,
misure creditizie, defiscalizzazione degli
investimenti nonché credito d’imposta
per giovani che avviano la professione.
Pensiamo inoltre all’istituzione di
incubatori di professionisti anche con il
sostegno di Inarcassa, che ha dato segnali
nella nostra direzione.
Nell’ambito
della
riforma
delle
professioni, si dovrà tenere conto anche
delle nuove figure professionali come
l’ingegnere informatico e gestionale che
trovano principalmente sbocco come
dipendenti d’azienda, raramente con
considerazione adeguata pur rivestendo
Beatrice Benelli
ruoli di responsabilità.
INGEGNERIINGEGNERI
BERGAMO
BERGAMO
Argomenti dibattuti e presentati
al Congresso Nazionale
di Torino, anche da A3I
A3I http://www.a3i.it è l'associazione
nazionale
degli
Ingegneri
dell'Informazione, di fatto o potenziali,
ovvero dei laureati e degli studenti
nelle seguenti classi di corsi di laurea o
laurea specialistica: A3I nasce nell'estate
del 2009 per contrastare la costante
decadenza del Paese in campo ICT e per
richiederne l'urgente regolamentazione. Il
settore ICT, ormai pervasivo e strategico,
È giunto il momento che il CNI affronti con decisione e trovi soluzione all'assenza di è oggi sostanzialmente privo della
peso politico della nostra categoria, come emerso nella tavola rotonda di mercoledì. regolamentazione che stabilisca una
Lo dimostra l'assenza totale di membri esecutivi del governo al nostro congresso e la
Ingegnere dell’Informazione,
scarsa attenzione riservataci dai mass media. Ogni assemblea di CONFINDUSTRIA
professione regolamentata o no?
è accompagnata dalla presenza delle più alte cariche politiche e da un'ampia risonanza
A3I ha provveduto ad inoltrare alle
mediatica.
autorità interessate la lettera di protesta
L'ingegnere rappresenta l'innovazione e la capacità di usare la conoscenza, il motore
per la richiesta ANIPA e AIP di far
per ripartire dopo la crisi; non preservare queste risorse significa non far progredire
passare la nostra come professione non
una situazione già arretrata, e promuovere l'emigrazione dei talenti.
regolamentata.
Adesso che abbiamo soluzioni concrete è tempo che il CNI ci ascolti.
Al Presidente del Senato della Repubblica,
Da tempo ci promettono e propagandano riforme a vantaggio dei giovani: siamo qui
Sen. Renato Schifani
in attesa!
Al Presidente della Camera dei Deputati,
Ci chiediamo quale sia il futuro della nuova ingegneria nel futuro del sistema Italia?
On. Gianfranco Fini
Il 45 % degli iscritti all’ordine ha meno di 40 anni.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri,
Noi, nuovi professionisti, siamo il futuro dell’ingegneria e non è possibile On. Silvio Berlusconi
progettare il futuro senza la nostra opinione.
Al Sottosegretario di Stato, Dott. Gianni
Chiediamo al CNI di essere adeguatamente rappresentati a livello nazionale e Letta
vogliamo essere parte attiva nel processo decisionale.
Al Ministro di Grazia e Giustizia, On.
Angelino Alfano
Al Presidente del CNEL, Prof. Antonio
Marzano
Al Presidente del C.N.I., Consiglio
Nazionale degli Ingegneri,
S I S T E M I
D I
F I S S A G G I O
E
C O N S O L I D A M E N T O
Dott. Ing. Gianni Rolando
Al Presidente del GII, Gruppo di Ingegneria
Informatica, Prof. Gianni Conte
Al Presidente del GRIN, Prof. Silvana
Castanopresso le loro sedi
easy&strong
Ancoranti chimici - Chemical anchors
heavy&metal
Ancoranti meccanici - Mechanical anchors
shoot&fix
Fissaggio a sparo - Powder Actuated Fix
strength&save
Consolidamento - Strengthening system
sistemi di fissaggio
®
w w w . b o s s o n g . c o m
BOSSONG S.p.A. Sistemi di fissaggio e consolidamento
A S S O C I A T O
Confindustria
Unione Industriali
European Consortium
of Anchors Producers
M E M B E R
O F
Associazione Italiana
per il restauro architettonico,
artistico, urbano
Zona Industriale 2 - Via E. Fermi, 51 - 24050 GRASSOBBIO (Bergamo) Italy - Tel +39 035 3846 011 - Fax +39 035 3846 012 - [email protected]
metodologia ingegneristica obbligatoria
e che definisca chiari ruoli professionali
su “chi debba fare che cosa”. Tale carenza
legislativa ha generato, oltre a confusione
ed incertezza generali, l'abbassamento
della qualità media professionale e
la concorrenza sleale basata solo sul
costo più basso e non sulla qualità della
prestazione professionale.
Dal 15 aprile 2010 A3I è membro
dell'FCD (Forum Competenze Digitali):
http://www.forumcompetenzedigitali.org/
dell’Ordine degli Ingegneri fanno
riferimento i laureati nei seguenti corsi di
laurea o laurea specialistica, ovvero:
Per i corsi di studio secondo l’ordinamento
del DM 509/99:
9 - Classe delle lauree in ingegneria
dell’informazione.
26 - Classe delle lauree in scienze e
tecnologie informatiche
23/S - Classe delle lauree specialistiche in
informatica
26/S - Classe delle lauree specialistiche in
ingegneria biomedica
29/S - Classe delle lauree specialistiche in
ingegneria dell’automazione
30/S - Classe delle lauree specialistiche in
ingegneria delle telecomunicazioni
32/S - Classe delle lauree specialistiche in
ingegneria elettronica
34/S - Classe delle lauree specialistiche in
ingegneria gestionale
35/S - Classe delle lauree specialistiche in
ingegneria informatica
Per i corsi di studio secondo l’ordinamento
del DM 270/04
L-8 - Classe delle lauree in ingegneria
dell’informazione
Torino 19-10-2010
L-31 - Classe delle lauree in scienze e
Oggetto: contestazione sull’inserimento tecnologie informatiche
delle professioni informatiche negli LM-18 - Classe delle lauree magistrali in
elenchi nazionali delle professioni informatica
non regolamentate per le quali non LM-21 - Classe delle lauree magistrali in
esisterebbero ordini, albi o collegi, ai ingegneria biomedica
sensi dell’art. 26 del Dlgs 206/07.
LM-25 - Classe delle lauree magistrali in
La scrivente associazione apprende ingegneria dell’automazione
con viva sorpresa e contesta che alcune LM-26 - Classe delle lauree magistrali in
associazioni di informatici, come ANIPA ingegneria della sicurezza
e AIP, abbiano avanzato richiesta di LM-27 - Classe delle lauree magistrali in
iscrizione al registro nazionale delle ingegneria delle telecomunicazioni
professioni non regolamentate di cui LM-29 - Classe delle lauree magistrali in
all’oggetto e che il Ministero della ingegneria elettronica
Giustizia stia procedendo.
LM-31 - Classe delle lauree magistrali in
La figura professionale di Informatico, ingegneria gestionale
ovvero di Ingegnere dell’Informazione, LM-32 - Classe delle lauree magistrali in
è quella delineata dall’art. 46 del DPR ingegneria informatica
328/01 che la introduce indicandone le LM-66 - Classe delle lauree magistrali in
attività che ne formano oggetto della sicurezza informatica
professione, ovvero: “ la pianificazione,
la progettazione, lo sviluppo, la direzione A3I chiede quindi al Ministero della
lavori, la stima, il collaudo e la gestione Giustizia che la richiesta di inserimento
di impianti e sistemi elettronici, di in oggetto venga respinta per le addotte
automazione e di generazione, trasmissione motivazioni, oppure che venga meglio
ed elaborazione delle informazioni.”
definita, vincolandola a professioni diverse
Tale professione è quindi già contemplata da quelle già appartenenti all’Ordine
nell’ambito
dell’Ordine
degli degli Ingegneri.A3I esprime inoltre viva
Ingegneri, settore C, o dell’Ingegneria preoccupazione per gli interessi collettivi
dell’Informazione, sezioni A e B, e non di garanzia della qualità di impianti e
può ovviamente essere elencata fra quelle sistemi informatici laddove gli stessi
non appartenenti ad Ordini.
dovessero essere progettati, collaudati o
La richiesta di ANIPA e AIP appare quindi gestiti, da persone prive di competenza e
in contrasto con la legislazione vigente, a qualificazione professionale derivanti alla
meno che la loro richiesta si riferisca a specifica laurea e dal superamento di un
professionalità diverse da quelle delineate apposito esame di stato.
dall’art. 46 del DPR 328/01, ma in tal Distinti saluti.
caso occorrerà definirle ed elencarle.
Si ricorda inoltre che al settore C
Il Presidente di A3I - Enrico Bettini
5
INGEGNERI
INGEGNERI BERGAMO BERGAMO
IL PUNTO DI VISTA DEGLI INGEGNERI DIPENDENTI
L’evoluzione dell’ingegneria negli
ultimi decenni, in Italia, è stata molto
contraddittoria in quanto ha visto da un
lato una frenetica crescita tecnologica di
cui gli Ingegneri sono stati i principali
protagonisti in tutti i settori produttivi e
dei servizi e, dall’altro, una loro perdita
di immagine con conseguenze pesanti
sul loro ruolo.
L’Ingegnere è stato, quindi, un
pessimo manager di se stesso: ha
svolto, infatti, molto bene la propria
attività professionale ma ha trascurato
completamente la gestione politica della
propria categoria.
Si è così giunti ad un punto in cui le
difficoltà sia per i Liberi Professionisti
che per i Dipendenti si sono talmente
aggravate da ritenere inderogabile la
messa in atto di strumenti e politiche che
modifichino la situazione che è andata
determinandosi e che portino a ricreare
nuove prospettive per l’ingegnere
e, conseguentemente anche per la
società che dipende ancora moltissimo
dalle molteplici attività di tale figura
professionale.
Gli ingegneri iscritti agli Ordini sono
oggi circa 220.000, di cui circa un terzo
sono iscritti ad InArCASSA.
I rimanenti hanno differente copertura
previdenziale, presumibilmente con
un rapporto di lavoro subordinato. La
maggioranza degli iscritti all’albo, quindi,
esercita presumibilmente la professione
con un rapporto di lavoro dipendente.
Inoltre si calcola che almeno altri 300.000
laureati in ingegneria non siano iscritti
all’ordine e che quasi certamente abbiano
un rapporto di lavoro subordinato.
Il futuro della professione di ingegnere
è condizionato da questi dati, del tutto
atipici rispetto a tutte le altre principali
professioni intellettuali.
Analizzare le condizioni degli ingegneri
che esercitano la professione in modo
“ non libero” e cercare di migliorarle è
indispensabile anche per la migliore
valorizzazione
della
professione
esercitata in modo autonomo.
Attualmente le attività professionali
effettuate in un rapporto di lavoro
dipendente, tranne casi di ingegneri
appartenenti alla dirigenza, vengono
generalmente rese in condizioni di lavoro
e retribuzioni che sono spesso al limite
dell’accettabile.
Occorre, con convinzione, affermare il
principio che se è doverosa la tutela della
dignità dell’esercizio della professione
6
libera prevedendo minimi tariffari, lo è
altrettanto tutelare la dignità di coloro
che esplicano attività regolamentate in
un rapporto di lavoro continuativo nei
comparti pubblico e privato.
Tale principio, ove fosse, formalmente
condiviso e dalla Assemblea dei
Presidenti e dal C.N.I., supportato
dall’autorevolezza di questi importanti
organismi, potrebbe costituire un
principio sul quale far crescere la nostra
categoria.
Coerentemente il mondo degli ingegneri
dipendenti deve evolversi e allinearsi con
quello che esercita la libera professione
non solo per consentire un rilevante
scambio di conoscenza e professionalità,
ma, anche, per vigilare sul corretto
rapporto tra le Amministrazioni e
gli ingegneri che in regime di libera
professione collaborano per i fini
istituzionali delle Amministrazioni
stesse.
Assume allora una importanza
fondamentale il rispetto del CODICE
DEONTOLOGICO.
Esso dovrà sempre più diventare un
riferimento unificante degli Ingegneri
Liberi Professionisti e Dipendenti
quale guida dei loro comportamenti
oltre e prima degli scopi delle
amministrazioni di appartenenza.
a) Ingegneri che esercitano attività come
dipendenti da Pubbliche Amministrazioni
e tra essi i docenti
b) Ingegneri che esercitano attività come
dipendenti da aziende private
Sono rilevanti le differenze che
caratterizzano i due sottogruppi e vanno
analizzate separatamente.
GLI INGEGNERI NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Nelle pubbliche amministrazioni gli
LA TUTELA DEGLI INGEGNERI ingegneri esercitano, quasi sempre,
attività regolamentate per le quali è
DIPENDENTI
Uno degli aspetti, sicuramente tra i più obbligatoria l’iscrizione all’ordine.
evidenti, che ha penalizzato gli ingegneri La disciplina del lavoro in Italia, per quanto
dipendenti è stato lo scarso peso che la attiene le “professioni regolamentate” è
categoria ha fatto sentire in occasione in contrasto con la direttiva comunitaria,
della firma dei contratti pubblici e approvata dal Parlamento europeo
(Direttiva comunitaria 2005/36/CE).
privati.
La definizione dei contratti di lavoro è All’articolo 2 la Direttiva citata prevede
riservato alle rappresentanze sindacali espressamente che tutte le norme
dei lavoratori, ma forse, condiviso ivi contenute, finalizzate a garantire
sorvegliare,
nell’interesse
dei
il principio che è doveroso tutelare e
la dignità di coloro che esercitano la «consumatori», lo standard qualitativo dei
professione in un rapporto di lavoro professionisti intellettuali, si applicano
continuativo, alcuni interventi sarebbero a tutti i cittadini che esercitano, come
lavoratori dipendenti o indipendenti, una
auspicabili.
In realtà si sono determinati progressivi professione regolamentata.
peggioramenti: la perdita del ruolo Tale previsione avrebbe dovuto
professionale, l’accesso all’impiego comportare la istituzione in tutte le
con
qualifiche
impiegatizie,
la Amministrazioni pubbliche di uno
precarizzazione dei rapporti di lavoro specifico ruolo professionale con
(contratti di formazione, tirocini, contratti tipici per i professionisti
contratti a tempo determinato ecc.), con dipendenti.
conseguente penalizzazione delle qualità Fino ad ora tale principio ha solamente
determinato l’istituzione di una specifica
professionali dell’ingegnere.
Gli ingegneri che esercitano attività disciplina delle attività professionali
professionali con rapporto di lavoro nella pubblica amministrazione trovando
subordinato possono essere suddivisi in un suo formale riconoscimento nella
legge delega n. 59 del 1997, che, all’art.
due distinti gruppi:
11, comma 4, lett. d), dispone che i
decreti delegati ed i contratti dei pubblici
dipendenti stabiliscono una “distinta
disciplina per i dipendenti pubblici che
svolgono qualificate attività professionali,
implicanti l’iscrizione agli albi oppure
tecnico-scientifiche e di ricerca”.
In attuazione di tali disposizioni, l’art. 40,
comma 2 del d.lgs. n. 165 del 2001 ha
previsto che “per le figure professionali
in posizione di elevata responsabilità,
che svolgono compiti di direzione o che
comportano l’iscrizione ad albi, oppure
tecnico scientifici e di ricerca, siano
stabilite distinte discipline nell’ambito
dei contratti collettivi di comparto”.
Il legislatore, pertanto, ha demandato
alla contrattazione collettiva il compito
di individuare tale distinta disciplina che
viene ancora studiata ed approfondita
da
una
specifica
Commissione
paritetica ARAN – Organizzazioni
sindacali firmatarie – Amministrazioni
del Comparto Sarebbe auspicabile un
intervento del C.N.I., presumibilmente
possibile trattandosi di applicazioni di
leggi e non di contratti, necessario in
quanto al tavolo delle trattative scontiamo
una scarsa rappresentanza sindacale.
Sino al 2001 le organizzazioni sindacali
dei professionisti erano ammesse alle
contrattazioni se avevano un numero
di iscritti non inferiore al 5% dei
professionisti rappresentati.
Secondo l’art. n. 43 del citato d.lgs.
n. 165 del 2001, i sindacati vengono
ammessi alla contrattazione collettiva,
ove abbiano una rappresentatività non
inferiore al 5 per cento degli appartenenti
all’intero comparto, considerando a
tal fine la media tra il dato associativo
INGEGNERIINGEGNERI
BERGAMO
BERGAMO
e il dato elettorale, eliminando di fatto
autonome rappresentanze sindacali di
professionisti.
Occorre, allora, che venga ripristinato un
criterio di rappresentanza sindacale che
consenta ai professionisti di partecipare
a pieno titolo alla definizione dei loro
contratti di lavoro.
L’U.S.P.P.I . è l’unica una organizzazione
sindacale, connotata sin dalla nascita, da
forti legami con il sistema ordinistico e
che ha svolto una piena ed efficace tutela
sindacale degli ingegneri sino a quando
la legge non ha modificato i requisiti di
rappresentanza per potere partecipare al
tavolo della contrattazione collettiva.
La rilevante attività che questo sindacato
oggi svolge è condizionata dalle citate
nuove condizioni di rappresentanza
che lo costringe ad aggregarsi ad
altre organizzazioni, tranne qualche
eccezione, come: VV.F, ENAV, ENAC,
Occorre, pertanto fare in modo che venga
ripristinato un forte collegamento tra il
sistema degli ordini e le rappresentanze
sindacali degli ingegneri esistenti.
GLI INGEGNERI DOCENTI
Gli ingegneri docenti si distinguono
tra docenti negli Istituti tecnici e
professionali e docenti universitari.
Il ruolo degli Ingegneri docenti negli
Istituti tecnici e professionali, è di
notevole importanza per l’arricchimento
professionale che trasmettono nella
attività istituzionale della docenza.
Purtroppo la figura professionale
dell’Ingegnere docente non viene
valorizzata in termini di retribuzione
e neanche come esperto in specifici
settori all’interno del sistema scolastico.
Così spesso finisce schiacciato da una
didattica piatta che non gratifica alcun
professionista del mondo della scuola.
Più complesso analizzare la condizione
dei docenti universitari.
Il Centro Studi del C.N.I. ha pubblicato,
nel lontano 2001, un dettagliato
rapporto su “Identità e ruolo degli
ingegneri dipendenti nella pubblica
amministrazione che cambia” con una
ingiustificata esclusione dei docenti che
va superata, per una adeguata analisi che
consenta la individuazione di adeguate
iniziative.
INGEGNERI DEL COMPARTO
PRIVATO
Nel comparto privato gli ingegneri
esercitano, prevalentemente, attività
non regolamentate per le quali non è
obbligatoria l’iscrizione all’ordine.
Esiste comunque una situazione molto
complessa e variegata che occorre venga
adeguatamente analizzata.
Sono sempre di più i neolaureati che
iniziano il loro percorso lavorativo
in aziende private dove svolgono le
mansioni più disparate. L’ingegnere viene
inquadrato come “impiegato” secondo
il CCNL che si applica alla specifica
azienda. Il livello di inquadramento, così
come quello retributivo, viene definito
a seguito di trattativa tra l’azienda e il
neoassunto. E’ un collaboratore che ha
conseguito nel passato una laurea in
ingegneria e che viene inquadrato nella
mansione per cui è stato assunto: punto
e basta.
Ne consegue l’esigenza di valorizzare
l’esistenza di questa importante realtà, per
cui è opportuno che si apra un dibattito
nella categoria in modo da trovare
il modo di migliorare le condizioni
specifiche degli ingegneri dipendenti.
Anche per il comparto privato, vale
quanto detto per gli ingegneri docenti
sulla necessità di un approfondimento
affidato al Centro studi del C.N.I.
E’ comunque evidente che, il presupposto
per l’intervento degli Ordini a tutela
degli ingegneri dipendenti nel privato è
che essi svolgano attività regolamentate,
ovvero riservate per legge.
La individuazione di ulteriori tali attività
per la tutela degli ingegneri dipendenti nel
comparto privato e sarebbe certamente
utile per la crescita complessiva della
professione.
Occorre, allora, determinare le condizioni
affinché si incrementino le attività per
l’esercizio delle quali è obbligatoria
l’iscrizione all’ordine.
Nel comparto privato lavorano anche
ingegneri che esercitano, tra altre, attività
riservate agli iscritti all’ordine, ma sono
soggetti che all’interno delle aziende
hanno una collocazione e un trattamento
“speciale”.
Ancor più che nel comparto pubblico,
nel privato, scontiamo la assenza di
specifiche rappresentanze sindacali che
sarebbe utile contribuire a crescere.
Affrontare e avviare a soluzione
i problemi evidenziati richiede
di pensare ad un nuovo modo di
essere e di fare percepire la figura
dell’Ingegnere.
Le azioni per far si che possa cambiare
il modo di intendere della figura
dell’ingegnere devono essere poste
in atto dagli organi istituzionali che li
rappresentano.
Per il raggiungimento dell’obiettivo
occorre, però, proporsi all’opinione
pubblica ed al mondo politico in
modo più efficace di quello che è
riuscito ad assicurare il solo sistema di
rappresentanza della categoria: gli Ordini
provinciali e il Consiglio nazionale.
Una proposta conseguente può essere
quella di costituire un organismo di
rappresentanza che abbia maggiore
libertà di azione politica, senza quindi
quelle oggettive limitazioni operative
cui sono tenuti per legge istitutiva, gli
ordini professionali.
Pare, pertanto, indispensabile dare
vita, in analogia ad altre professioni
ordinistiche ad un “organismo unitario
dell’ingegneria italiana”, nel quale fare
confluire tutte le organizzazioni che a
vario titolo intendono portare avanti le
esigenze dei laureati in ingegneria.
Il C.N.I. in carica ha condiviso tale
analisi ed ha avviato una importante
iniziativa istituendo un gruppo di lavoro
finalizzato alla convocazione degli
Stati Generali dell’Ingegneria ai quali
partecipano, tra gli altri InArCASSA, il
Sistema universitario, i Sindacati degli
ingegneri, le Amministrazioni pubbliche
(VVF) e private (OICE).
Un tale organismo potrebbe ottenere
concreti risultati per la valorizzazione
della professione di ingegnere in
qualunque essa sia esercitata.
Non si può infine non segnalare la
primaria importanza della riforma
delle professioni verso al quale occorre
orientare prevalentemente le attenzioni
della categoria.
Essa riguarda tutte le professioni c.d.
“regolamentate” ed interessa sia la
professione esercitata liberamente, sia
quella esercitata con rapporto di lavoro
subordinato.
Occorre sensibilizzare il mondo politico
ed istituzionale affinché la riforma delle
professioni disciplini contestualmente
sia la professione esercitata liberamente,
sia quella esercitata in un rapporto di
lavoro subordinato, aumentando le
attività riservate e prevedendo che la
iscrizione all’albo sia obbligatoria anche
per gli ingegneri che esplicano attività
non riservate ma che hanno rilevanza per
la sicurezza dei cittadini.
IL
GRUPPO
DI
LAVORO
PROPONE ALLA ATTENZIONE
DELL’ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI DI CONDIVIDERE LE
SEGUENTI
INIZIATIVE
DA
PROPORRE AL C.N.I.
- Sensibilizzare il mondo politico
verso una riforma delle professioni
che disciplini contestualmente sia la
professione esercitata liberamente, sia
quella esercitata mediante rapporto di
lavoro subordinato.
- Sollecitare l’ARAN a dare attuazione
all’istituzione della separata “area dei
professionisti”, prevista dalla legge.
- Vigilare sulla trasposizione in contratti,
nazionali in sede ARAN e territoriali
in sede di contrattazione separata,
delle leggi emanate per i contratti
degli ingegneri pubblici dipendenti.
- Monitorare i contratti di diritto privato,
che interessano professionisti con
attribuzioni di attività regolamentate,
vigilando sul rispetto delle riserve
di legge.
- Contribuire, in analogia a quanto
spesso operato da numerosi Ordini
provinciali, alla corretta applicazione
dei contratti di lavoro, costituendosi
ad adiuvandum, nei ricorsi giudiziali
proposti dagli iscritti.
- Promuovere e sostenere la attività di
organi di rappresentanza sindacale
degli ingegneri dipendenti e contribuire
a determinare le condizioni perché
possano partecipare ai tavoli delle
trattative contrattuali.
- Contribuire a porre in atto tutte
le iniziative volte a determinare la
individuazione di ulteriori prestazioni
professionali riservate agli ingegneri
iscritti all’albo ed approntare ogni
misura idonea alla effettiva vigilanza
sull’osservanza degli obblighi vigenti.
- Riprendere il percorso interrotto al
fine di determinare in tempi brevi la
costituzione di un “ORGANISMO
UNITARIO DI RAPPRESENTANZA
DELL’INGEGNERIA ITALIANA”.
- Invitare il Centro Studi ad aggiornare
ed integrare il rapporto del 2001
con un più puntuale e dedicato
approfondimento degli aspetti che
riguardano gli ingegneri docenti e
gli ingegneri che operano nel settore
privato.
- Contribuire alla definizione della
riforma delle professioni anche
attraverso una rappresentanza degli
ingegneri dipendenti
- Definire il programma di formazione
permanente tenendo conto anche delle
esigenze degli ingegneri dipendenti.
Il documento predisposto vuole essere
un piccolo contributo alle riflessioni
dell’assemblea dei presidenti ed alla
discussione del tema del Congresso
nazionale Torino 2010 sul ruolo
dell‘ingegnere nel costruire il futuro del
sistema Italia.
Il gruppo di lavoro dell’assemblea dei
presidenti.
La commissione designata dal CNI
Il CPADP
Roma 21 agosto 2010
7
INGEGNERI
INGEGNERI BERGAMO BERGAMO
INGEGNERIA E SOCIETÀ DEL III° MILLENNIO
Poiché l’ingegnere, come qualunque
altro serio professionista è al servizio
dello sviluppo economico della
Società nella quale egli opera, io
considero l’Ingegneria una variabile
dipendente fortemente condizionata
da molti fattori fra i quali importante
è il contesto sociale ed economico del
Paese in cui opera.
In altre parole se cambia il contesto
sociale-economico e cioè l’ambiente
sociale, politico, tecnologico nel quale
opera, l’ingegneria (secondo me) deve
cambiare in conseguenza ad esso
modificando i suoi criteri di approccio
ai problemi, i suoi metodi di lavoro,
il suo modo di servire le esigenze
della Società. Non c’è a mio giudizio
una “ingegneria standard”, valida
per tutte le stagioni e per ogni luogo;
stereotipata nel tempo e nello spazio.
Se l’ingegneria è una variabile
dipendente e la sua dipendenza
prioritaria è quella dell’ambiente dove
essa opera allora prima di tutto e prima
ancora di vederne la correlazione con
esso diventa essenziale trovare i criteri
di misurazione del contesto socioeconomico.
Io che non sono un sociologo e neanche
un economista di formazione ma che
gli eventi della vita mi hanno portato a
fare e l’uno e l’altro mestiere, tempo fa
ho proposto un criterio di lettura dello
stato del contesto socio-economico
mutuato dalla fisica. È questo un
criterio molto grossolano ma semplice.
Io credo nella semplicità e cerco la
semplicità operando laddove posso
con il criterio già proposto nel XIII
secolo dal filosofo e teologo inglese
Guglielmo di
Occan e che
è passato alla
storia
come:
“il
principio
del
rasoio”
che
significa
sfrondare ogni
disquisizione di
tutti gli orpelli ridondanti, ogni teoria
dalla sofisticazione parolaia, ogni
metodo operativo da lunghi e tortuosi
passaggi, ogni ricerca scientifica
realizzata con percorsi complessi e
ridondanti.
Con il criterio del “rasoio di Occam”,
io che non sono un sociologo e neanche
un economista, tempo fa ho proposto
un criterio di lettura dello stato del
contesto socio-economico sulla base
di quattro comportamenti prevalenti.
L’ambiente economico sociale, secondo
questa suddivisione quaternaria può
essere:
- stabile oppure
- dinamico oppure
- turbolento oppure
- caotico.
Nessuno di questi stati ambientali è
buono o cattivo in sé. Il problema è
riconoscerlo affinché l’ingegneria e
quindi l’ingegnere possa adeguarsi ad
esso.
Utilizzando le conoscenze della fisica
classica non è difficile individuare i
8
parametri di misurazione di questi stati. è assimilabile alle condizione
La stabilità è assimilabile alla statica, della prevedibilità dinamica. In un
moto laminare le conoscenze della
posizione delle singole particelle
sono facilmente prevedibili mentre
diventano quasi impossibili nel caso
del moto turbolento. Ma nel moto
turbolento non tutto è imprevedibile,
perché del flusso noi possiamo
riconoscere: la direzione, la velocità e
la portata. L’ambiente turbolento non
sarà pertanto misurabile perfettamente,
ma rimarrà possibile avere di esso
alcune conoscenze fondamentali.
Condizione questa che sembrerebbe
totalmente persa nel caso dello stato
caotico. In prima approssimazione
il caos (e quindi l’ambiente caotico)
sembrerebbe pertanto non misurabile.
Mi preme però ricordare che l’etimo
grazie alla quale possiamo misurare
con esattezza le caratteristiche
geometriche di un solido.
La dinamica è quella parte della
meccanica che studia il moto dei
corpi in relazione alle forze che lo
producono.
Caos - “Le uniche cose che in
un’azienda sono in grado di svilupparsi
da sole sono: il caos, i conflitti
interpersonali e le scarse prestazioni
lavorative” - Peter Drucker:
“caos” ha generato il termine “gas” e
che grazie alla termodinamica ed alla
gasdinamica i comportamenti del gas
in un ambiente (o i comportamenti di
un ambiente gassoso) sono misurabili
con modalità di misurazione complesse
ma che grazie ad esse è possibile
avere alcune conoscenze. La classica
formulazione di PV = costante ne è un
esempio.
Un ambiente in condizioni statiche
non cambia nel tempo; può essere
esattamente misurato ed ogni sua
posizione ogni qual volta viene
individuata non si muove nello spazio
e nel tempo.
Un ambiente dinamico cambia invece
nel tempo e si muove secondo direttrici
prevedibili e descrivibili da algoritmi
matematici o da linee e curve grafiche,
grazie alle quali è possibile stabilire
nel tempo con elevata precisione la
posizione dell’ambiente (o del sistema)
nel futuro.
I criteri di valutazione di questi
Lo stato di turbolenza ambientale 4 stati fisici sono ben noti da
richiama la scienza idraulica e le tempo e fanno parte del bagaglio
sue modalità di misurazione del culturale dell’ingegnere, forte anche
flusso che distingue il moto in: dell’affermazione di Galileo Galilei:
laminare e turbolento. Con una certa “Tutto è misurabile
approssimazione il moto laminare e quello che non lo
è, rendilo tale”.
A differenza di
quanto
avviene
nella fisica classica
i quattro suddetti
stati dei sistemi
economico-sociali
non hanno confini
netti. In fisica un grave è stabile se non
si muove mentre è in fase dinamica se
si muove. Il grave quindi o si muove o
non si muove (è un po’ come dire che
la donna è incinta o non è incinta e che
non può essere parzialmente incinta).
Nel caso dei sistemi economicosociali invece (e purtroppo) i punti
di contatto fra uno stato e l’altro
sono tali da causare frequenti e forti
sovrapposizioni. Si dovrà pertanto
accettare l’affermazione che un
sistema
economico-sociale
per
esempio non è esattamente nello stato
dinamico ma è “prevalentemente”
nello stato dinamico.
Con l’avverbio: “prevalentemente” si
possono allora classificare i sistemi
economico-sociali con sufficiente
approssimazione.
Una recente indagine compiuta dal
GRAM (il Gruppo torinese di Ricerca
Applicata al Management di cui sono
Presidente) alla domanda posta a 1840
imprenditori e dirigenti di azienda e
di studi professionali su quale stato
dei quattro citati prevaleva nel loro
specifico mercato di riferimento essi
hanno risposto: al 63% di operare in un
mercato prevalentemente turbolento
ed al 16% di operare in un mercato
prevalentemente caotico. Nessuno dei
1840 disse di operare in un mercato
“statico” o prevalentemente statico.
Siamo quindi di fronte ad una realtà
di riferimento per gli ingegneri con
caratteristiche totalmente diverse da
quelle dell’inizio secolo XX quando
lo stato dell’ambiente in cui operavano
gli ingegneri era prevalentemente
“dinamico” e cioè con uno sviluppo
costante nel tempo secondo direttrici
facilmente prevedibili e secondo
realizzazioni
conseguenti
alle
previsioni fatte. Oggi siamo di fronte
a situazioni ad alta imprevedibilità ed
ad alta discontinuità.
Faccio mio come definizione di
“imprevedibilità” lo stesso concetto
usato da Marchionne, Amministratore
Delegato del Gruppo Fiat, per
giustificare il suo intervento sulla
azienda che nel 2004 veniva
considerata ormai decotta e sull’orlo
del disfacimento e che oggi, a parte
situazioni contingenti, viene guardata
dai competitori con interesse misto
a meraviglia e con rispetto misto ad
invidia. La “imprevedibilità”, ha
detto Marchionne, è qualcosa che
è: “impensabile, inimmaginabile,
sorprendente” e per questa ragione
può anche essere considerata:
“bizzarra, strana, stravagante”. La
“imprevedibilità degli eventi” è
figlia della “discontinuità dei fatti” e
questa discontinuità si differenzia
dai criteri dinamici finora applicati
in ingegneria che ammettono una
evoluzione dei sistemi, ma una
evoluzione continua, ordinata e
prevedibile, anzi prevedibile con alto
tasso di probabilità di accadimento. È
questa la cultura, la logica dei sistemi
dinamici sui quali l’ingegneria storica
ha basato i suoi insegnamenti, la sua
INGEGNERIINGEGNERI
BERGAMO
BERGAMO
credibilità ed i suoi successi. Nella
misura in cui il comportamento
dei sistemi da: “statico-dinamico”
diventa: “turbolento-caotico”; da
“prevedibile” diventa “imprevedibile”;
da “continuo” diventa “discontinuo”
allora devono cambiare i paradigmi
dell’ingegneria tradizionale che con
essi si misura e interroga e quindi anche
gli insegnamenti che le istituzioni
universitarie, ancora legate ai decenni
passati, impassibilmente erogano.
L’ingegnere del Politecnico (di Torino,
di Milano, di Bari) o di qualunque
facoltà di ingegneria ha ancora
oggi una marcata cultura di stampo
deterministico. Io, voi, loro siamo figli
dell’approccio razionale cartesiano.
Cartesio da molti considerato non solo
il filosofo del razionalismo, ma anche
il padre della matematica moderna,
quattro secoli fa estese la concezione
razionalistica della conoscenza e del
sapere proponendo la risoluzione del
problema della certezza attraverso
la precisione della scienza (così
come venne poi applicato nella
sperimentazione da Galileo Galilei).
Secondo Cartesio quindi tanto più è
precisa la misurazione degli eventi
tanto più ci si avvicina alla realtà dei
fatti e perfino dei sentimenti.
Secondo Cartesio, c’è sempre una
risposta giusta ai problemi della vita se
i dati a disposizione sono esattamente
rappresentativi della realtà. Nel suo
“Discorso sul Metodo” egli intendeva
risolvere ogni problema umano
attraverso l’eliminazione del dubbio.
“Perciò ogni problema – sono sue
parole – deve essere diviso in quante
più parti possibili cominciando dagli
oggetti più semplici e più facili da
conoscere e poi salire a poco a poco
per gradi fino alla conoscenza dei
più complessi”. La complessità
per Cartesio era semplicemente la
somma di unità semplici ognuna delle
quali aveva la sua risposta. Quindi
la complessità, secondo Cartesio, si
risolveva come sommatoria di risposte
semplici e certe e la sommatoria di
semplici risposte certe dava la certezza
della risposta ai problemi complessi.
Oggi invece l’unica certezza che
abbiamo è l’incertezza e la sommatoria
di singole parti ottimizzate del
sistema complesso non da purtroppo
la garanzia della ottimizzazione del
sistema globale.
Si rende pertanto necessario un
altro approccio che non sia quello
semplificatorio della razionalità pura
di stampo cartesiano; un approccio più
impreciso ma estremamente flessibile
e che obbliga a ragionare in termini di
ottimizzazione parziale e temporanea.
Di ciò l’ingegnere del terzo millennio
deve rendersi conto e deve adeguarsi
di conseguenza mettendo in forse
la sua capacità di trovare sempre la
soluzione giusta.
Ai miei tempi (parlo di decine di anni fa)
si diceva che l’ingegnere si riconosceva
da tutti gli altri lavoratori perché di
fronte a qualunque situazione difficile
da risolvere non aveva alcun dubbio
ed affermava: “Non c’è problema:
troverò subito la soluzione” ed in
tempi rapidissimi senza consultare
nessuno attingendo solo e soltanto
dal suo vasto sapere sentenziava
una risposta della cui affidabilità
egli non aveva alcun dubbio. A quel
tempo l’esistenza e il comportamento
dell’ingegnere trovava giustificazione
nel detto cartesiano: “Cogito ergo
sum” (che potremmo tradurre in:
“Se sono in grado di pensare io sono
il risolutore di ogni problema”).
Già Kant metodico, preciso e predeterminato (al punto che i bottegai
di Königsberg regolavano i propri
orologi al passaggio del concittadino
davanti al loro negozio quando questi
faceva la sua abitudinaria passeggiata)
aveva messo in dubbio le certezze di
Cartesio dimostrando i limiti della
ragione umana.
Sia nella “Critica della ragion pura” che
nella “Critica della ragion pratica” egli
escluse ogni conoscenza aprioristica
della “cosa in sé” e riconobbe la
necessità di una coscienza intesa
come strumento sintetizzatore dei dati
esperienziali.
Si
può agire, secondo
Kant, solo se si è
già sperimentato,
provato e riprovato
e non soltanto sulla
base della teoria.
Nello sforzo di
collegare coscienza
con conoscenza, e teoria con la pratica
egli trattò del dubbio in un libercolo
del 1793, sconosciuto alla più parte
dei nostri docenti di filosofia dal
titolo: “Sul detto comune: questo
può essere giusto in teoria, ma non
vale per la pratica”. Forse Kant
pensava già all’ingegnere del terzo
millennio quando scriveva: “Alla
regola teorica si deve aggiungere un
atto del praticante tramite il quale egli
distingua se a qualcosa sia o no il caso
di applicare la regola”. Per contro
Kant aggiungeva: “Nessuno può farsi
passare per esperto in una scienza sul
piano pratico e disprezzare la teoria,
senza farsi riconoscere semplicemente
come un ignorante della sua disciplina
credendo che agire con esperimenti
senza raccogliere principi che formano
propriamente ciò che si dice teoria e
senza aver riflettuto sulla sua attività
come un intero sistema, possa andare
più lontano di dove la teoria sia in
grado di portarlo”. L’ingegnere del
III° millennio è l’ingegnere teorico e
pratico di Kant ma anche l’ingegnere
sistemico che aggiunge dimensione e
sostanza all’ingegnere di processo.
L’ingegnere sistemico è colui che
pone attenzione non soltanto al
prodotto, ma all’ambiente nel quale
esso andrà ad operare. Non sarà più il
prodotto o il manufatto che si imporrà
all’ambiente ma l’ambiente che si
imporrà al prodotto o al manufatto. E
se l’ambiente sarà prevalentemente
turbolento (come già affermato)
l’ingegnere
sistemico
dovrà
rinunciare ad alcune convinzioni,
figlie del determinismo cartesiano che
dovevano garantire soluzioni certe e
sicure ed accettare altre convinzioni
il cui valore non sarà più certo ma
semplicemente: “probabile”.
Il concetto di rischio, qui implicito,
toglie la garanzia della teoria pura
valida sempre e ovunque, ed introduce
il concetto di “probabilità” della teoria
valida solo in certi casi (o in tutti i casi
ma con un certo campo di tolleranza).
Ma l’ingegneria del terzo millennio
deve andare oltre all’applicazione dei
metodi probabilistici e introdurre altri
principi quali quelli dell’aleatorietà e
dell’esercizio sistematico del dubbio.
Il dubbio si deve insinuare sempre di
più nella mentalità dell’ingegnere; egli
deve abituarsi ad operare per dilemmi
soprattutto quando le serie storiche,
la base dell’approccio probabilistico,
perdono il loro valore e la loro
affidabilità perché rappresentanti di un
ambiente superato e obsoleto che non
può essere considerato il basamento
delle estrapolazioni nel futuro.
I “dilemmi” sono alla base dei
problemi aleatori e i dilemmi si
affrontano (e si risolvono) esercitando
il dubbio più che non riaffermando le
storiche certezze. Ha detto lo scrittore
svizzero Ferdinando Ramuz: “Il
dubbio è la caratteristica della statura
umana” e gli ha fatto eco l’argentino
Luis Borges con: “Il dubbio è uno dei
nomi dell’intelligenza”. Già Francesco
Bacone, scrisse nel 1612, “Se l’uomo
vuole cominciare con certezze,
allora finirà con dei dubbi; ma se si
accontenterà di cominciare con dei
dubbi allora finirà con delle certezze”.
Ma questa esaltazione del dubbio
non può, non deve finire col dubbio.
L’ingegnere sistemico e dilemmatico
è sempre e comunque un decisore e
come tale deve agire; se è necessario
all’ambiente turbolento avere dei
dubbi è anche necessario comunque
operare. Da qui la nuova mentalità
ingegneristica: meno certezza e più
dubbi; meno soluzioni pre-determinate
e più ricerca delle alternative;
meno fiducia delle serie storiche
e più attenzione agli accadimenti
imprevedibili; meno ricorso alla
memoria e più utilizzo della creatività;
minor uso delle consuetudini e più
coraggio nelle soluzioni nuove; ma
sempre: orientamento ai risultati
per i quali è necessario comunque
prendere decisioni più rischiose di
una volta non sempre definitive e
con modalità di correzione in corso
d’opera. L’aleatorietà delle decisioni e
la loro scarsa affidabilità potrà essere
contenuta se i problemi verranno
affrontati con criteri multidisciplinari e
interfunzionali. L’ingegnere sistemico
dovrà mediare sempre di più con
lo psicologo, con il sociologo, con
l’economista, con il giurista; oppure
dovrà essere pure lui un po’ psicologo,
un po’ sociologo, un po’ economista,
un po’ giurista. Certamente molto
di più di quanto lo è stato fin d’ora
sulla base dei curricula scolastici
tradizionali in atto presso le scuole
italiane.
C’è una ragione, secondo me, per cui
Nobel lasciò parte del suo patrimonio
a una fondazione con il compito di
distribuire annualmente dei premi a
chi avesse bene meritato dell’Umanità
nel campo scientifico e per cui pur
essendo lui ingegnere e nel contempo
imprenditore non mise nell’elenco:
l’ingegneria mentre propose la fisica,
la chimica, la medicina (ed in seguito
la Banca Centrale di Svezia aggiunse
l’Economia). La ragione sta nel
fatto che l’Ingegneria concretizza il
sapere delle suddette discipline; che
l’Ingegneria è una scienza ma anche una
tecnica, che l’Ingegneria è teoria ma è
anche pratica. Questo per concludere
che l’Ingegneria non è una disciplina,
ma è un coacervo di discipline. Senza
l’Ingegneria molte delle scoperte
scientifiche sarebbero rimaste a livello
di idee brillanti ma non avrebbero
dato un contributo all’effettivo
miglioramento dello standard di vita
dell’Umanità. Sono stati ingegneri
(anche se non ufficialmente dichiarati
da qualche istituzione pubblica)
Marconi
ed
Edison. Entrambi
dopo le loro
scoperte hanno
creato
una
industria, hanno
creato
una
impresa che ha a
sua volta creato
valore aggiunto alla semplice scoperta
teorica. Sono stati ingegneri e non
solo scopritori geniali perché hanno
trasformato le loro idee in strumenti
utili per la Società.
Marconi
non
si fermò agli
esperimenti
di
Pontecchio
del
1895,
quando
dimostrò
la
possibilità
di
comunicare
a
distanza
con
onde elettromagnetiche, ma costruì
una impresa che ancor oggi porta
il suo nome. Edison, non si limitò
a dimostrare che il carbone era più
luminoso e con una vita più lunga di
altri materiali ma costruì la lampadina
a filamento e creò una impresa che
ancora adesso porta il suo nome.
Einstein, invece
fu soltanto un
fisico e tale
rimase nel tempo.
Egli non trasferì
le
sue
idee
rivoluzionarie
sulla
relatività
ristretta
e
generale, sull’effetto fotoelettrico e
sul moto browniano, in strumenti e
nella pratica quotidiana.
Ci vollero gli ingegneri per dare corpo
e sostanza alle teorie e alle idee di
Einstein. Ben vengano dunque altri
Einstein, ma soprattutto ben vengano
tanti ingegneri sistemici che sappiano
trasferire la teoria nella pratica e
sappiano dare valore aggiunto alla
ricerca pura.
Riccardo Varvelli
9
INGEGNERI
INGEGNERI BERGAMO BERGAMO
RAPPORTI TRA INFRASTRUTTURE
E IDROGRAFIA DEL TERRITORIO
Convegno Nazionale organizzato a Roma nel mese di maggio dall'Associazione Idrotecnica Italiana e dal CNR.
E’ con estremo interesse che, nei giorni 6 e
7 maggio di quest’anno, abbiamo partecipato
a Roma al Convegno nazionale organizzato
dall’Associazione Idrotecnica Italiana, in
collaborazione con l'Irpi-Cnr e la Sigea, sul
tema: “Le acque di Superficie e Sotterranee
e le Infrastrutture di Trasporto. Dalla Pianificazione all'Esercizio”. Due intense giornate dedicate al confronto, alla formazione e
all'approfondimento dei problemi connessi
alle interferenze tra le infrastrutture di viabilità e trasporto in superficie e nel sottosuolo,
oggetto di continue richieste di miglioramento, e le acque superficiali e sotterranee, con
visite tecniche guidate ai cantieri delle linee
B1 e C della Società Roma Metropolitane Srl,
nonché ai laboratori analitici delle acque di
LaboratoRi Spa del gruppo Acea.
Inutile dire che alle giornate di Roma l’uditorio era folto e numeroso come non mai: più
di 150 iscritti; forse complice l’importanza
del luogo, la sede del CNR, che, di per sé,
costituisce sempre un'attrattiva sotto l'aspetto
scientifico e tecnico; ma, crediamo, ancor di
più per la materia e gli argomenti trattati, che
erano, e sono, d’estrema attualità e di grande
importanza ( si veda ad esempio l’intervento
del prof. Alessandro Paoletti, e altri, su "Le
criticità idraulico-ambientali del reticolo
idraulico milanese nei confronti delle nuove
infrastrutture di trasporto di EXPO 2015").
Già da una prima rapida lettura del programma definitivo dei lavori, consegnato all’atto
della registrazione in Segreteria, abbiamo
avuto la conferma e la certezza, se ce ne fosse stato bisogno, che la sfida del futuro, nel
campo delle interferenze tra corsi d’acqua
naturali ed infrastrutture di trasporto, sarà
l’integrazione tra professionalità diverse, e
che le questioni principali su cui si giocherà
la credibilità del sistema scienza / tecnologia
/ politica, nei prossimi anni, saranno la manutenzione e la tutela delle opere infrastrutturali
di trasporto e di idraulica.
L’andamento dei lavori ha poi evidenziato
ancora una volta l’unitarietà dei principi di
base tra mondo scientifico e Ordini professionali, sui quali anche noi, come Ordine di
Bergamo, ci stiamo muovendo; principi che
hanno sempre informato anche l’attività della nostra Commissione Idraulica e Territorio,
in particolare quando abbiamo di recente organizzato la Giornata di studio sui "Sistemi
di infiltrazione per lo smaltimento di acque
meteoriche nel sottosuolo", svoltasi il 23
ottobre del 2009, e che – ci piace ricordarlo
– ha riscosso un notevole successo, sia tra i
colleghi ingegneri che tra gli altri professionisti interessati: architetti, geologi, agronomi,
geometri e periti. Infatti, negli ultimi anni si
è venuta affermando una notevole sensibilità
ambientale anche riguardo ai problemi della
difesa idrogeologica del territorio: è ormai
opinione comune che si deve tendere non
solo a studiare e individuare le metodologie
per una più efficace previsione degli eventi,
10
ma anche ad affrontare il delicato tema della prevenzione tramite strumenti scientifici,
tecnologici e legislativi capaci di diminuire
le condizioni di rischio, nel pieno rispetto
dell’ambiente, con particolare riferimento al
rapporto tra rete di infrastrutture dei trasporti
e idrografia, sia superficiale che sotterranea.
Il workshop ha affrontato il tema a 360 gradi, affiancando la teoria alla pratica: ai partecipanti è stata data l'opportunità di "toccare
con mano" gli argomenti in esame attraverso
visite tecniche guidate presso alcuni cantieri
in attività nelle linee metropolitane di Roma,
messi a disposizione per l'occasione da
Roma Metropolitane, la società che svolge
per conto del Comune di Roma le funzioni
connesse all'ampliamento, prolungamento e
ammodernamento delle linee metropolitane
della Capitale. Gli argomenti trattati occupano un ruolo di primo piano nella ricerca di un
compromesso tra le esigenze dell'ambiente e
quelle dello sviluppo connaturate alla complessità della società post-industriale.
Un Convegno nel quale le memorie di oltre
trenta studiosi e tecnici, impegnati da decenni
nell’attività progettuale, costruttiva e gestionale, hanno messo in evidenza le interferenze reciproche tra le reti di trasporto stradali,
ferroviarie e metropolitane e i sistemi idrici
naturali e artificiali, ponendo le basi per una
migliore integrazione della pianificazione e
per una gestione più responsabile del territorio.
L’analisi e l’approfondimento dei case-history sono stati affidati: per la parte relativa alla
sessione di lavoro “Acque e collegamenti
stradali”, coordinata da Giancarlo Cremonesi
(Presidente di Confservizi e di Acea Spa), ad
Alessandro Alfì, Spea Ingegneria Europea
Spa; per la parte relativa ad “Acque e collegamenti ferroviari”, Sessione coordinata da
Roberto Grappelli ( Off. Grandi Revisioni –
Atac), a Fabrizio Cabas, Italferr SpA; e per
la sessione relativa ad “Acque e collegamenti
metropolitani”, che ha avuto quale chairman
Andrea Sciotti (Roma Metropolitane) a Giulia Viggiani, dell’Università di Roma Tor
Vergata.
Ugo Majone, direttore della rivista L’Acqua,
ha sintetizzato il ruolo dell’ingegnere idraulico, dalla pianificazione all’esercizio delle
infrastrutture di trasporto. Ha inoltre evidenziato che a livello universitario, oggi, in Ingegneria dei trasporti non vengono trattati per
niente argomenti idraulici o idrogeologici; si
auspica che a tempi brevi vengano cambiati i programmi. Sono intervenuti al summit
Maurizio Polemio dell’Irpi-Cnr, che ha presentato l’importante ruolo svolto dall’IrpiCnr nel campo della ricerca per la protezione
idrogeologica; Giuseppe Sappa dell’Università “La Sapienza” di Roma, sul tema della
salvaguardia e tutela delle acque; Renato
Lamberti dell’Università di Napoli Federico
II, sul tema dell’influenza delle infrastrutture stradali sui corpi idrici; Luigi Da Deppo,
dell’Università degli Studi di Padova, sul
tema delle vie di acqua naturali e vie di trasporto; Gaia Checcucci, Segretario dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno e Ilaria Conte, dello Studio Legale Conte di Roma, sulle
tematiche giuridico-amministrative in materia delle acque. A Giorgio Cesari è stato affidato il dibattito e il raccordo delle proposte
pervenute dalla Tavola rotonda. Di grande interesse e attualità, infine, come anticipato più
sopra, la relazione di Alessandro Paoletti del
Politecnico di Milano sul tema del degrado
idraulico-ambientale e delle criticità del reticolo idraulico milanese nei confronti delle
nuove infrastrutture di trasporto del territorio
interessato da EXPO 2015. Nel quadro del
degrado generalizzato che si riscontra sui territori fortemente urbanizzati, quale quello del
bacino Lambro-Olona, e della conseguente
necessità di nuove politiche e strategie atte al
contenimento degli impatti e al riequilibrio
idrologico, anche per le grandi infrastrutture
di trasporto stradale e ferroviario, si prospettano notevoli problemi per il controllo delle
acque meteoriche da esse defluenti: tali acque infatti contribuiscono ad incrementare le
insufficienze idrauliche dei corpi idrici superficiali individuati come ricettori, l'inquinamento dei suoli e la contaminazione delle
falde idriche.
Massimo Veltri, Presidente dell’Associazione Idrotecnica Italiana ha condotto le ultime
fasi del convegno annunciando la possibilità
di una prosecuzione dei lavori in una seconda
edizione della manifestazione. Si è quindi posto alcune domande, quali ad esempio: perché
in Italia non abbiamo ancora un vero "Testo
Unico" sulle Acque? Chi è oggi un Ingegnere? Quale rango riveste un Ingegnere? Perché non viene più tenuto in considerazione?
E' subentrata una sorta di "afonia" agli occhi
dei media. In Italia sono mutate le condizioni da quando si è costituita una moltitudine
di poteri e competenze. Abbiamo assistito a
cambiamenti di competenza tra Ministero dei
Lavori Pubblici e dell'Ambiente, poi Protezione Civile, che oggi è l'unica competente
nella "difesa del suolo", dopo la scomparsa
dei Geni Civili. Come qualcuno va "dal cardiologo", sarebbe anche opportuno in determinati casi che ci si rivolga specificamente
ad un "ingegnere idraulico".
VISITE TECNICHE GUIDATE
Al termine del convegno, nella giornata del
7 maggio, Roma Metropolitane ha aperto le
porte di due importanti cantieri che insistono
sulle tratte dei due nuovi progetti in via di
realizzazione. Le due linee esistenti interagiscono con i due fiumi di Roma, il Tevere
e l’affluente Aniene, con due manufatti tradizionali che richiedono le ben note attività
di manutenzione per evitare sia disturbi al
deflusso delle acque, sia le conseguenze
dell’aggressività dell’ambiente sui materiali
dei ponti.
Le nuove linee affrontano invece in modo
diverso il problema dell’attraversamento dei
fiumi; si preferisce sottopassare l’alveo mediante TBM (Tunnel Boring Machine) con
un’opportuna distanza di rispetto tra il fondo dell’alveo e la generatrice di colmo della
galleria. Si potranno così superare tutte le
problematiche (impatto ambientale, storico,
archeologico etc.) proprie di una linea sotterranea che affiora, esce a cielo aperto e scavalca il fiume in aree, quasi sempre, di elevatissimo pregio storico artistico.
Con riferimento alle stazioni e ai pozzi intermedi, gli scavi per l’esecuzione delle opere devono avvenire all’asciutto e garantire
all’esterno l’invarianza del livello di falda. I
due manufatti prescelti costituiscono casi di
studio di grande rilievo. La stazione Libia/
Gondar è notevole per le caratteristiche dimensionali del manufatto e per le caratteristiche ambientali in cui è stato inserito. Una
delle problematiche più rilevanti affrontate
in questo progetto è stata proprio quella del
confinamento di una falda con sottopressioni
idrauliche del tutto eccezionali e la necessaria realizzazione di un tampone di fondo che
resistesse ad un simile battente idraulico (sistema costruttivo "bottom - up"). La particolarità del pozzo di partenza degli scudi di Malatesta, di notevoli dimensioni planimetriche,
consiste invece nella necessità di arrivare in
tempi brevi al fondo scavo per consentire la
tempestiva partenza degli scudi. Per questa
ed altre ragioni tecniche non è stato eseguito il tampone impermeabilizzante e l’opera è
stata realizzata facendo ricorso all’emungimento da pozzi all’interno dello scavo.
Ulteriore momento formativo si è svolto
presso i laboratori di analisi della LaboratoRI
SpA la società del Gruppo Acea, che opera
nei servizi di laboratorio, ricerca e consulenza, ingegneria, legate alle tematiche ambientali e all’intero ciclo dell’acqua. Si tratta di
una joint-venture nata a seguito di un'alleanza strategica tra Acea SpA e il Water Research Centre, centro di ricerca britannico.
Ing. Egidio A. Pessina
COMMISSIONE IDRAULICA E TERRITORIO
INGEGNERIINGEGNERI
BERGAMO
BERGAMO
LA FERROVIA DELLA VALLE SERIANA
I treni: cenni storici
28-9-1876→Como-Chiasso→4,140
21-4-1884 ➞ Bergamo-Albino ➞ 12,150
L’Inghilterra grazie ai suoi giacimenti 16-6-1885→Colico-Sondrio→40,293
di carbone fu la patria delle prime 29-6-1902→Sondrio-Tirano→25,898
locomotive a vapore che videro la luce nei 1-7-1906→Bergamo-S.Pellegrino→25,846
primi anni del 1800. Ma i primi esemplari 5-10-1906→S. Pellegrino- S. G. Bianco→4,170
realizzati da Trevithick (nel 1804 realizzò 8-3-1911→Ponte Nossa-Clusone→5,744
il primo esemplare funzionante), Murray, 31-12-1916→Cairate-Malnate→13,101
Hedley, per citare i più famosi, non
erano adatti a svolgere servizi regolari o
a trasportare notevoli quantità di merci
ed inizialmente vennero impiegati in
miniera in sostituzione dei cavalli.
Nel 1878, l’ingegnere Gaetano Canedi,
presenta un articolato e dettagliato
progetto che avrebbe dovuto unire
Bergamo a Ponte Selva, scegliendo
come scartamento quello ridotto in
grado di contenere i costi. Tale progetto
sarà utilizzato dal Comitato esecutivo
per la ferrovia di Valle Seriana e
dall’amministrazione provinciale per
della Valle Seriana avvenne utilizzando lo
scartamento normale e non quello ridotto
come avveniva nella maggior parte delle
ferrovie economiche e seguendo un
tracciato non eccessivamente tortuoso
che prevedeva raggi di curvatura
sufficientemente ampi per consentire
velocità dei convogli più che soddisfacenti
per l’epoca, l’adozione dello scartamento
La locomotiva Rocket di George Stephenson
fonte Archivio Privato
Soltanto nel 1825 dopo anni di tentativi e
di continue innovazioni si riuscì grazie al
genio di George Stephenson (1781-1848)
ad avere una locomotiva la Locomotion
n.1 in grado di raggiungere la velocità
massima di 25 km/h, con una potenza
di 20 CV. La stessa Locomotion n.1 pur
raccogliendo le innovazioni dell’epoca
presentava diversi difetti in particolar Le Stazioni Ferroviarie di Valle Seriana e Valle Brembana, la prima sulla destra la seconda sulla sinistra.
modo per la produzione di vapore in fonte Archivio Provincia di Bergamo
caldaia, nonostante questo fu in grado
il 25 settembre del 1825 di trainare un Il presente elenco non vuole essere assegnare ad una società subappaltatrice
convoglio di sei vagoni con a bordo 450 esaustivo ma vuole semplicemente la realizzazione della ferrovia.
passeggeri alla velocità media di 13 confrontare alcune caratteristiche della La sua realizzazione fu resa possibile
ferrovia Bergamo-Albino con quelle di grazie all’approvazione della Legge
km/h.
“Baccarini” del 1879 che prevedeva
Lo stesso George Stephenson e suo altre ferrovie lombarde coeve.
la creazione di una rete ferroviaria
figlio Robert nel 1829, misero a punto
complementare rispetto alla rete
la famosa Rocket, (razzo) che risolveva
La
storia
della
Ferrovia
principale esistente. Nel 1881 viene
i difetti della progenitrice; la Rocket
indetta
dall’amministrazione provinciale
venne presentata e poi premiata alla di Valle Seriana (FVS)
di
Bergamo
una gara d’appalto per
gara mondiale indetta dalla Liverpool & La Ferrovia di Valle Seriana era una di
Manchester Railway.
quelle linee cosiddette minori che in la costruzione della linea ferroviaria
Questa locomotiva fu alla testa del primo Italia per molti anni hanno costituito un Bergamo Ponte Selva e il 12 giugno
treno che prese servizio sulla Liverpool insostituibile patrimonio tecnologico, 1881 risulta aggiudicataria della gara la
Société Générale des Chemines de Fer
- Manchester inaugurata il 15 settembre economico e sociale.
1830. Da quel momento in poi lo sviluppo A partire dalla seconda metà dell’ottocento Economiques con sede a Bruxelles.
delle locomotive diventò sempre più iniziarono le discussioni riguardo alla Il 21 aprile del 1884 viene aperta al
rapido; cambiarono il combustibile ed realizzazione di una linea ferroviaria pubblico la tratta Bergamo Albino, il
il tipo di trazione arrivando alle motrici economica per permettere soprattutto 20 aprile “l’Eco di Bergamo” pubblica
dei giorni nostri.
un più agevole scambio di merci tra le l’orario di seguito riportato per informare
industrie presenti in valle e il resto del dell’apertura della nuova tratta.
Le corse giornaliere previste erano 4 e Manifesto inaugurale della Ferrovia di Valle
territorio nazionale.
Le prime realizzazioni in Le
realizzazioni vicine, contribuivano coprivano la tratta Bergamo Albino in 39 Seriana (tratto Ponte Nossa Clusone, 1911)
fonte Archivio Provincia di Bergamo
a vivacizzare tale discussione, facendo minuti.
Italia
apparire il collegamento ferroviario La realizzazione della linea economica
Il primo tratto inaugurato in Italia nel come l’unica soluzione ai problemi che
regno dei borboni fu la Napoli-Portici gravavano su quest’area notevolmente
aperta con grandi sfarzi nell’ottobre sviluppata a livello economico nonostante
del 1839 e ad esclusivo uso della corte l’isolamento e non in grado di attendere
ulteriormente l’arrivo di nuove vie di
borbonica.
La locomotiva Lombardia il 18 agosto comunicazione.
1840 percorse per la prima volta i 13 km Nel 1856 ad opera di Angelo Milesi
della Milano Monza la prima ferrovia viene redatto il primo progetto per la
Italiana utilizzata per un servizio di realizzazione di una strada ferrata tra
Bergamo e Vertova in grado di rifornire
trasporto pubblico.
Di
seguito
elenchiamo
alcune la strada ferrata Ferdinandea di lignite, il
progetto non incontrò grandi favori e fu
realizzazioni in Lombardia.
Data di apertura ➞ Tratta ➞ Km del percorso presto abbandonato.
Nel 1870 gli ingegneri Cantalupi e Messina
18-8-1840→Milano-Monza→12,4
realizzarono un progetto dettagliato per
20-12-1860→Rho-Gallarate→26,234
la realizzazione di una linea ferroviaria
14-11-1861→Milano-Piacenza→68,261
che corresse nel fondovalle poi rivisto
1-1-1863→Treviglio-Soresina→38,590
in anni successivi, ma anche questo non Stazione di Albino Desenzano immortalata nel 1911
4-11-1863→Bergamo-Lecco→32,933
riuscì poi a concretizzarsi.
15-11-1867→Voghera-Pavia→25,120
fonte Archivio Privato
11
INGEGNERI
INGEGNERI BERGAMO BERGAMO
Le locomotive Breda della Ferrovia della Valle Seriana numeri 37 e 38, rodiggio 1-3-1 e locotender a vapore saturo vennero costruite nel 1929 dalla Casa di Sesto San Giovanni ed entrarono
subito in servizio fra Bergamo e Clusone.
foto di fabbrica Breda
normale consentiva inoltre un’agevole
passaggio dei carri merci dalla rete FVS
alla rete Adriatica, che gestiva lo scalo
di Bergamo, senza lunghi e costosi
trasbordi di merce.
Il 23 agosto 1884 viene inaugurato il
tratto Albino Vertova, il 23 marzo 1885
la tratta Vertova Ponte Nossa ed il 6
luglio dello stesso anno viene terminata
grazie all’apertura dell’ultimo tratto il
Ponte Nossa Ponte Selva.
Nel frattempo il Comune di Clusone
si era mosso commissionando progetti
per il prolungamento della tratta fino a
Clusone ed il 21 aprile 1903 costituisce un
comitato promotore del prolungamento.
Il 28 agosto 1909 viene rilasciata al
Comune di Clusone la concessione per
la costruzione e la gestione della tratta
Ponte Nossa Clusone.
Il 12 marzo 1911 viene inaugurata con grandi
festeggiamenti la tratta Bergamo Clusone.
Nel periodo della prima guerra mondiale
Stazione di Albino fotografata negli anni ‘50
fonte Archivio Privato
La locomotiva 32 prodotta dalla Orestein & Koppel era una locomotiva a vapore del peso di
35t e con una potenza di 380 CV. Fotografia scattata nel 1940.
fonte Archivio Privato
12
la FVS non fu interessata da distruzioni
potendo così continuare a svolgere il suo
servizio regolarmente.
Un gruppo di imprenditori bergamaschi il
12 gennaio 1918 fondò la Società Anonima
Ferrovia Valle Seriana che subentrò
alla società belga Société Générale des
Chemines de Fer Economiques che fino a
quel momento aveva gestito la linea.
Al termine del primo conflitto mondiale
l’ing. Ligabue responsabile della nuova
società affrontò il problema del rinnovo
del parco rotabile che negli anni della
grande guerra si era deteriorato e non
era più in grado di far fronte alle nuove
esigenze.
Albino grazie ai conseguenti mutamenti
azionari diventò la stazione più importante
dell’intera valle sia per la sua posizione
baricentrica sia per l’intenso traffico di
merci che era in grado di produrre. Fu così
che divenne il centro di manutenzione di
tutta la linea e nel 1925 la Stazione venne
ampliata aumentando notevolmente la
volumetria consentendo di ottenere una
sala d’attesa più ampia e contestualmente
venne realizzato un quarto binario di
raccordo con l’Italcementi. Gli anni
che vanno dal 1918 alla fine degli anni
’30 vedono un continuo incremento del
traffico merci raggiungendo picchi di
3000 carri al mese che in seguito non si
riusciranno più ad ottenere.
La FVS nel periodo della seconda guerra
mondiale è oggetto di bombardamenti da
parte degli aerei alleati, il 29 gennaio 1945
viene bombardato un convoglio carico di
lavoratori tra cui molti albinesi, il bilancio
finale sarà di 24 morti e 26 feriti. Il
giorno seguente un altro bombardamento
colpisce la linea distruggendo la ferrovia
500 metri a sud del ponte di Cene.
Al termine del secondo conflitto mondiale
riprende un servizio regolare con 6
coppie di convogli passeggeri e due
coppie di convogli merci giornaliere e la
ricostruzione viene affidata ai mezzi con
motore diesel.
Le famose littorine presero infatti servizio
il 10 giugno 1947 e contribuiscono
ad accrescere il numero di passeggeri
trasportati e di corse giornaliere che
arrivano a 20 negli anni 1955-1960.
Nel 1954 vengono acquistate le ultime
littorine che a partire dagli anni ’60
devono affrontare la accanita concorrenza
delle automobili sempre più diffuse
grazie al “boom economico” e delle
autocorriere gestite dalla stessa FVSFVB prima come servizi sussidiari e poi
in diretta concorrenza.Nell’orario del
1964 le corse automobilistiche superano
quelle ferroviarie, il 5 luglio 1966 sulle
ceneri della FVS-FVB nasce la SAB, il
31 agosto 1967 FVS viene chiusa.
I motivi della chiusura sono svariati; i
più rilevanti sono l’utilizzo di materiale
rotabile vecchio ed un numero di corse
inadeguato che direttamente finì per
privilegiare le parallele corse su gomma.
INGEGNERIINGEGNERI
BERGAMO
BERGAMO
Tramvia Bergamo-Albino
- Tramvie Elettriche
Bergamasche TEB
La tramvia Bergamo Albino vede
la concreta possibilità di essere realizzata
nei primi anni novanta, quando, dopo
anni di discussioni, viene inserito il
tracciato all’interno del piano provinciale
della mobilità.
Nel 1991 la Provincia di Bergamo istituì
una commissione tecnica - come indicato
dal piano direttore della mobilità, deciso
tre anni prima - per formulare una proposta
di sistema di trasporto rapido a guida
vincolata lungo le direttrici Bergamo Albino e Bergamo - Almè. La proposta
venne poi definita come intervento
prioritario dalla legge n. 211/92, che ha
finanziato gli interventi nel settore dei
sistemi di trasporto rapido di massa. Sono
i primi passi di un progetto innovativo che
ha come fulcro il ripristino dell’antico
tracciato della cosiddetta Ferrovia delle
Valli, che collegava il capoluogo alle
Valli Seriana e Brembana. Un percorso
che, nonostante qualche impropria
occupazione da parte di privati nel corso
degli anni, si è conservato abbastanza
integro e che costituisce tuttora un segno
ben riconoscibile nella cartografia della
città; dalla stazione di testa, ospitata in
una palazzina liberty in piazza Marconi
adiacente alla stazione ferroviaria,
l’antica via ferrata attraversa Bergamo
per poi dividersi in due rami all’altezza
di San Fermo. Il progetto non solo
riabilita questo tracciato ma lo attualizza
prevedendo l’uso di una tramvia che
si propone di sostituire completamente
l’attuale servizio di autobus e in parte
l’uso del mezzo privato, con un’evidente
riduzione di traffico e inquinamento.
“Il tracciato della linea T1Bergamo-Albino
fonte Archivio TEB
è lungo 12,5 Km, da Bergamo ad Albino,
con un numero complessivo di 16 fermate
(comprese le due stazioni di testa).
La tranvia attraversa i Comuni di
Bergamo, Torre Boldone, Ranica,
Alzano Lombardo, Nembro ed Albino,
interessando una popolazione di oltre
220.000 abitanti. La spesa per realizzare
l’opera, comprensiva della realizzazione
dei parcheggi di interscambio, delle
piste ciclopedonali e dei costi societari
ammonta a circa 155 milioni di euro:
poco meno di 13 milioni di euro/Km
comprensivo del materiale rotabile (con
un costo al km inferiore alla media
fonte Archivio TEB
europea).
Dei 155 milioni di euro, oltre 100 sono
rappresentati da opere civili, impianti
tecnologici e deposito; circa 30 per
materiale rotabile, mentre le quote
residue sono riferite ad espropri,
progettazione e direzione lavori, collaudi
ed costi operativi.
L’investimento è finanziato per circa il
50% dal Ministero dei Trasporti mentre la
Regione Lombardia ha contribuito per circa
30 milioni; la parte rimanente è a carico
dei soci sulla base delle quote societarie
(Provincia di Bergamo 45%; ATB Mobilità
per conto del Comune di Bergamo 45%;
Camera di Commercio di Bergamo 10%) e
di un ulteriore aumento di capitale da parte
di TEB. “ (Fonte sito TEB)
Ad oltre un anno dall’apertura della linea
i risultati possono essere considerati
lusinghieri grazie ad oltre 2 milioni di
passeggeri trasportati e ad una affidabilità
di servizio e puntualità che non ha pari
nel panorama del trasporto pubblico
bergamasco.
Massimiliano Rizzi ingegnere
fonte Archivio TEB
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13
INGEGNERI
INGEGNERI BERGAMO BERGAMO
CONVEGNI DEL MESE DI APRILE
In collaborazione con l’Ordine degli
Ingegneri della Provincia di Bergamo si
sono svolti nello scorso mese di aprile
alcuni incontri tenuti da professionisti del
settore aventi lo scopo di far conoscere il
Decreto ministeriale 14.01.2008 Norme
Tecniche per le Costruzioni.
Il primo incontro è stato organizzato
dall’azienda
S.T.S. (www.stsweb.it)
che produce software per l’edilizia
durante il quale sono state evidenziate le
novità introdotte dal D.M. rispetto alle
normative precedenti.
Un secondo incontro, svoltosi presso la
sede dell’ACEB, organizzato da Progetto
Concrete
(www.progettoconcrete.it),
aveva per oggetto la parte del XI° capitolo
del D.M. relativa al calcestruzzo.
Un altro incontro, svoltosi presso la Sala
degli Angeli del Conventino, riguardava
il legno, un altro materiale da costruzione
trattato sempre nel capitolo del D.M.
relativo ai materiali per usi strutturali.
Il breve seminario è stato tenuto dal
Prof. Laner e da alcuni suoi colleghi
dell’Università di Venezia.
Di seguito si riportano due brevi
descrizioni di ciò che è stato trattato nei
primi due incontri ed un estratto di una
lezione del Prof. Laner relativa alle classi
di rischio e di servizio.
PROGETTARE CON IL NUOVO TESTO
SULLE NTC - DM 14.01.2008
Le nuove Norme Tecniche per
le Costruzioni (D.M. 14/1/08),
emanate nel gennaio 2008 e
diventate obbligatorie dal 1 luglio
2009, introducono importanti novità
che modificano profondamente
l’approccio progettuale rispetto a
quanto previsto dalle precedenti
normative.
Il primo aspetto innovativo introdotto
dalle nuove NTC‘08 riguarda la
definizione dello spettro di progetto
da utilizzare per l’analisi sismica
delle strutture. Lo spettro infatti non
è più aprioristicamente definito, così
come era ad esempio nel D.M.‘96, ma
va costruito definendo inizialmente
uno spettro elastico, essenzialmente
legato al sito in cui sorge la struttura
ed alle caratteristiche geologiche
del sottosuolo di fondazione, e
quindi opportunamente scalato
tramite un fattore di struttura, il cui
valore dipende dalla duttilità della
struttura ovvero dalla sua capacità
di deformarsi oltre il limite elastico.
L’esplicita introduzione nelle nuove
norme del concetto di duttilità
strutturale mette in evidenza
l’importanza del comportamento non
lineare delle strutture quando queste
sono soggette ad azioni esterne di
notevole intensità, quali sono quelle
dovute ad eventi sismici con elevato
periodo di ritorno.
Nelle NTC‘08 il comportamento
non lineare dei materiali è tenuto in
conto nella verifica degli elementi
strutturali, che è ormai pressoché
sempre condotto secondo il metodo
14
degli Stati Limite. Tale metodo, al
contrario di quello alle Tensioni
Ammissibili, prevede infatti per
i materiali l’utilizzo di legami
costitutivi tensioni-deformazioni non
lineari.
Dal comportamento localmente
non lineare dei materiali deriva un
comportamento globalmente non
lineare dell’intero sistema strutturale,
dal quale dipende la duttilità. In
particolare la duttilità del sistema è
fortemente legata alle entità ed alle
localizzazioni delle deformazioni
plastiche che si manifestano nella
struttura a seguito dell’evento sismico
di progetto e può quindi essere
valutata solo conducendo un’analisi
sismica non lineare sulla struttura.
In generale questa è un’operazione
complessa e computazionalmente
onerosa. Per tale ragione le nuove
NTC‘08 consentono ancora di
eseguire analisi elastiche delle
strutture, ed affidano al Criterio
della Gerarchia delle Resistenze il
compito di garantire adeguati livelli
di duttilità strutturale.
Il
Criterio
della
Gerarchia
delle Resistenze si riconduce
essenzialmente ad un insieme di
regole di progettazione che hanno
lo scopo di scongiurare tutti i
meccanismi di collasso fragile delle
strutture.
Questo fine si ottiene imponendo una
sovraresistenza a tali meccanismi
rispetto a quelli a comportamento
maggiormente duttile.
Così ad esempio i pilastri dovranno
essere sovraresistenti a flessione
rispetto alle travi cui sono collegati,
e questo perché la duttilità a flessione
delle aste semplicemente inflesse è
maggiore di quelle presso-inflesse,
o i collegamenti delle strutture
metalliche, il cui comportamento a
rottura è sempre scarsamente duttile,
dovranno essere sovraresistenti
rispetto agli elementi collegati.
i nuovi concetti introdotti dalle
NTC‘08 quali duttilità strutturale e
Stati Limite.
Un’auspicabile evoluzione dei metodi
di progetto delle strutture in zona
sismica dovrà quindi necessariamente
passare da un analisi non lineare dei
sistemi strutturali.
Un primo passo verso tale traguardo è
Il Criterio della Gerarchia delle già stato fatto tramite l’introduzione
Resistenze modifica drasticamente del metodo di analisi sismica noto
l’approccio
del
progettista come analisi statica non lineare
all’analisi delle strutture. Infatti o analisi Push-Over. Nell’analisi
il dimensionamento delle singole Push-Over il comportamento non
membrature di una struttura non lineare della struttura è direttamente
è più esclusivamente legato alle tenuto in conto durante l’analisi, e
sollecitazioni agenti ma dipende non fittiziamente introdotto nello
soprattutto dal comportamento più o spettro di progetto tramite il fattore
meno duttile delle membrature stesse di struttura. Questo metodo di analisi
in condizione di rottura.
è quindi l’unico in grado di fornire
una stima diretta della duttilità
Una diretta conseguenza dell’ap- strutturale e di conseguenza non
plicazione del Criterio della Gerarchia richiede l’applicazione del Criterio
delle Resistenze è la riduzione della Gerarchia delle Resistenze,
dell’importanza delle sollecitazioni che ha appunto lo scopo di garantire
derivanti dall’analisi strutturale nel adeguata duttilità.
dimensionamento degli elementi
strutturali. In particolare solo le Nonostante gli indubbi vantaggi,
sollecitazioni momenti flettenti sulle l’analisi Push-Over presenta anche
travi sono direttamente utilizzate delle limitazioni, essenzialmente
nel dimensionamento delle aste, legate al fatto di non essere applicabile
mentre tutte le altre sollecitazioni ad ogni tipologia strutturale. È quindi
ottenute dall’analisi strutturale auspicabile nel futuro un’evoluzione
sono scartate e sostituite da quelle di metodi di analisi strutturale che
imposte dal Criterio della Gerarchia siano di più generale applicabilità ed
delle Resistenze. La perdita di in grado di cogliere i principali aspetti
importanza dell’analisi strutturale è del comportamento non lineare delle
essenzialmente dovuta al fatto che strutture.
questa è ancora condotta ipotizzando
un comportamento elastico delle
strutture, in forte contrasto con
INGEGNERIINGEGNERI
BERGAMO
BERGAMO
“Qualità e Controlli in cantiere su opere in c.a. secondo il
D.M. 14.01.2008: Ruoli e Responsabilità”
Progetto Concrete è l’iniziativa nata
per promuovere la conoscenza delle
Norme Tecniche per le Costruzioni
(NTC) di cui al D.M. 14.01.2008, con
particolare attenzione a tutto ciò che
riguarda la prescrizione, la posa in
opera ed il controllo delle opere in
calcestruzzo armato. L’iniziativa sotto
il Patrocinio del Consiglio Superiore
dei Lavori Pubblici è promossa dalla
filiera del cemento armato ATECAP
- Associazione tecnico economica
del calcestruzzo preconfezionato,
AITEC - Associazione Italiana
tecnico economica del cemento,
ASSOBETON
Associazione
Nazionale
industrie
manufatti
cementizi, SISMIC - Associazione
tecnica per la promozione degli acciai
sismici per cemento armato, - ASSIAD
- Associazione Italiana produttori di
additivi e prodotti per calcestruzzo, e
dal 2010 dall’ANCE - Associazione
Nazionale costruttori edili.
Interlocutori diretti di questa attività
sono tutti gli attori, pubblici e privati,
che a diverso titolo intervengono nel
processo decisionale e produttivo
che va dalla decisione di costruire
un’opera in calcestruzzo armato alla
sua effettiva realizzazione.
Infatti, ciascun operatore deve
prescrivere o controllare o certificare
o eseguire in conformità alle Norme
Tecniche per le Costruzioni così come
specificato meglio nel seguito.
Dunque, i centri di responsabilità di
ciascun attore della filiera del processo
edilizio sono chiaramente individuati
dal normatore che attraverso il capitolo
11 del suddetto Decreto ha tracciato
le regole che vanno nella direzione
del raggiungimento dell’obbiettivo
primario per tutti, quello di elevare
la qualità del patrimonio edilizio del
nostro Paese.
Così il PROGETTISTA deve
prescrivere a progetto le caratteristiche
del calcestruzzo da impiegare in
relazione alla vita nominale dell’opera,
ovvero alle esigenze strutturali,
esecutive ed ambientali come indicato
nel paragrafo § 11.2.11 delle NTC:
- Classe di esposizione  durabilità
- Classe di resistenza  fck/Rck
- Classe di consistenza  lavorabilità
- Diametro massimo dell’aggregato e
copriferro nominale
Il DIRETTORE LAVORI deve
accertare preliminarmente, come
indicato al §11.2.8 delle NTC, che gli
impianti con processo industrializzato
posseggano il certificato FPC (Factory
Production Control) e l’acciaio da
c.a. l’Attestato di Qualificazione. La
fornitura inoltre deve essere conforme
alle prescrizioni progettuali; in
mancanza di questa documentazione
o in caso di difformità il D.L. deve
respingere la fornitura.
Il D.L. è responsabile dei controlli di
accettazione. Infatti deve acquisire i
certificati dal Laboratorio Autorizzato
ed eseguire il controllo di accettazione
del calcestruzzo e dell’acciaio da c.a.;
a questo proposito al § 11.2.5.3 e al §
11.3.2.10.4 delle NTC: “Il prelievo dei
provini per il controllo di accettazione
va eseguito alla presenza del D.L. o di
un tecnico di sua fiducia che provvede
alla redazione di apposito verbale di
prelievo e dispone l’identificazione
dei provini mediante sigle indelebili,
etichettate
individuabili;
la
certificazione del laboratorio prove
materiali deve riportare il riferimento
a tale verbale”.
Il LABORATORIO AUTORIZZATO
deve accertare che i provini prelevati
in presenza del D.L. giungano in
laboratorio
accompagnati
dalla
redazione di un apposito verbale
di prelievo, dove siano indicati le
sigle indelebili apposte dal D.L.
e le etichette che identificano i
singoli provini; la certificazione del
Laboratorio, attestante i risultati di
resistenza dei provini per il controllo
di accettazione, deve riportare il
riferimento al verbale del D.L. in
assenza del quale il certificato è
legalmente nullo.
L’IMPRESA è responsabile della
qualità del calcestruzzo fresco e
deve curare la messa in opera e la
stagionatura del calcestruzzo affinché
la resistenza del calcestruzzo indurito,
misurata in contradditorio con il
D.L. attraverso carote estratte dalla
struttura o determinata con prove non
distruttive (sclerometria, velocità delle
onde ultrasoniche, ecc.), non risulti
inferiore all’85% della resistenza di
progetto.
Il PRODUTTORE DEL CALCESTRUZZO deve garantire le
prestazioni prescritte in sede
progettuale attraverso una produzione
sottoposta a controlli durante il
processo produttivo i cui risultati
siano certificati da un ente ispettivo
indipendente accreditato dal Servizio
Tecnico Centrale del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici.
Il COLLAUDATORE deve validare
attraverso adempimenti tecnicoamministrativi il compito di ognuno
degli operatori predetti, rilevando
e valutando eventuali difformità
progettuali e in opera. Il collaudo
statico va eseguito in corso d’opera
quando vengono posti in opera
elementi non più ispezionabili a seguito
del proseguire della costruzione. “Le
forniture di c.a. – Linee Guida per le
imprese di costruzione” e “I controlli
sul c.a. – Linee Guida per la Direzione
dei Lavori” sono i due strumenti
operativi messi a punto da Progetto
Concrete con l’obiettivo di offrire
informazioni tecniche chiare di rapido
utilizzo, vere e proprie “istruzioni per
l’uso” che in una logica di grande
semplicità supportano l’impresa di
costruzione e il Direttore dei Lavori
nelle diverse fasi di realizzazione e
controllo delle opere in calcestruzzo
armato.
Info: Ing. g.albani –
[email protected]
Nuovo Presidente alla
Commissione Industria
Durante l’ultima riunione del 5 novembre 2011 il Presidente in carica, Ing. Alfonso
Liguori, conferma che a causa del suo nuovo lavoro a Bologna ritiene opportuno
che la Commissione elegga un nuovo Presidente che ne possa garantire il presidio
e la continuità. Preso atto delle difficoltà logistiche i membri della Commissione
lo ringraziano per le attività portate avanti, la tempestività, il presidio costante dei
lavori e eleggono all’unanimità come Presidente Giovanbattista Testolin.
Il prossimi passi che la Commissione farà sono improntati alla continuità con le
attività del 2009 e 2010 e allo sviluppo di iniziative coerenti con la linea tracciata
per gli Ingegneri del Settore Industria durante l’ultimo, 55°, Congresso Nazionale
degli Ingegneri tenutosi a Torino nel settembre 2010.
Al momento di scrivere i prossimi passi previsti sono:
1. Messa a fuoco obbiettivi della Commissione per il 2011, in relazione a quelli
dell’Ordine dlla Provincia di Bergamo
e del CNI come emersi nel recente 55°
Congresso Nazionale,
2. Scelta e programmazione di massima
delle attività/iniziative per raggiungere
gli obbiettivi,
3. Divisione dei compiti/creazione
sottoprogetti per lo sviluppo del punto
2.,
4. Contributi dalla Commissione al
Notiziario, per la comunicazione dei
temi e iniziative ritenuti rilevanti.
15
INGEGNERI
INGEGNERI BERGAMO BERGAMO
(estratto lezione prof. F. Laner)
Tecnologia del legno, conoscenze di base
CLASSI DI RISChIO E CLASSI DI SERVIZIO
Il tema della durabilità è di estrema importanza per l’impiego del legno in
edilizia. Non solo perché l’attesa di vita utile è ormai una prescrizione delle
NTC (Norme tecniche per le costruzioni, DM 14 genn. 2008), ma anche perché
l’utente pretende che il bene casa, o altro edificio sia utilizzabile anche dopo
che il mutuo sia stato estinto!
D’altra parte il legno, per definizione di essere vivente e per progetto divino, è
destinato a tornare in fretta alla Madre Terra che l’ ha generato.
L’agente di degrado, in estrema sintesi, è l’acqua. Il legno teme l’acqua! Se
riusciamo a fare in modo che l’acqua in tutte le sue forme (liquida, solida,
vapore) non rimanga a contatto col legno, esso durerà in eterno, perché su di
esso non si formeranno batteri, muffe, funghi e nemmeno gli insetti amano il
legno asciutto!
Il nostro progetto deve fare in modo che l’acqua sia subito allontanata. Toccata
e fuga! Ma è quasi impossibile evitare ogni forma di umidità. Il legno, anzi, la
cerca, l’assorbe. E’ proprio una spugna! Più l’ambiente è umido, più il legno
assorbe acqua!
Proprio partendo da queste osservazioni si è ben presto capito che la durabilità
del legno è in diretta relazione con l’umidità dell’ambiente. In un ambiente
secco, (20° e umidità intorno al 50%) la sua umidità è dell’ordine 12%. Qualora
l’umidità sia maggiore, attorno al 70%, l’umidità del legno aumenta ed arriva
al 18%. E se l’umidità dell’ambiente supera l’80%, o peggio, se è a contatto
con l’acqua, anche l’umidità del legno supera il 20%, offrendosi all’attacco di
batteri e funghi. Inizia, in altre parole, il suo degrado.
Tutti i legni si comportano allo stesso modo? Sì, ma non con uguale velocità! Ci
sono specie legnose che resistono, naturalmente, in ambienti ostili più a lungo.
Ma alla fine, soccombono anche loro! (Fig. 5.1)
coefficiente Kdef per le deformazioni a lungo termine. (Fig. 5.2 e 5.3)
Il kmod non è riferito solo alle 3 classi di servizio, bensì tiene conto anche della
durata del carico (tab 4.4.I delle NTC)
Fig. 5.2 Classi di durata dei carichi secondo il DM 14 genn. 2008
Fig. 5.3 Valori di Kmod prescritti dal DM 14 genn. 2008
Fig. 5.1 Distribuzione degli agenti biotici per classi di rischio
Pertanto, riassumendo, più l’ambiente è umido, maggiore è la vulnerabilità
del legno. Tutte le specie legnose subiscono questa conseguenza, ma qualche
specie è meno vulnerabile (ovvero più durabile)
Per cercare di razionalizzare e quantificare queste osservazioni, all’esclusivo
fine della durabilità, sono da tempo in uso tabelle UNI EN che prospettano
5 classi di rischio. Altre tabelle forniscono la durabilità delle varie specie e
pertanto il progettista può scegliere la specie adatta per una classe di rischio,
per garantire maggior durabilità.
Ma l’umidità del legno influisce anche sulle sue caratteristiche meccaniche?
Certamente. Soprattutto l’umidità del legno è in relazione con il modulo di
elasticità E. Questa relazione l’ho personalmente sperimentata, poiché il legno
fresco (umidità > 25%) ha un modulo di elasticità del 40-50% in meno che in
condizione di equilibrio (12%).
Su come varia la resistenza a flessione, compressione o taglio, non so dir nulla,
perché le prove si devono fare con legno ad umidità 12%. Ma se il modulo di
elasticità è basso, forse anche le altre caratteristiche meccaniche varieranno in
corrispondenza.
Ecco allora che il legislatore si è preoccupato. Non solo per la durabilità
(classi di rischio) ma anche dal punto di vista strutturale. A seconda dunque
dell’umidità dell’ambiente –assai meglio sarebbe dire a seconda dell’umidità
del legno (potrei mettere un legno bagnato in un ambiente asciutto) decrescono
le caratteristiche meccaniche e di ciò se ne tiene conto con 3 classi di servizio.
Per ognuna di esse il legislatore prescrive un coefficiente correttivo Kmod
(v. tabella 4.4 IV delle NTC per determinare i valori di calcolo, sia con un
16
Le 3 classi di servizio tengono dunque conto dell’umidità del legno (che
dipende dall’umidità dell’ambiente) ai fini della verifica strutturale.
Mentre le 5 classi di rischio, riguardano la durabilità del manufatto.
E’ importante capire questa distinzione, che facilmente viene confusa, proprio
perché il fenomeno è lo stesso.
Ma la durabilità del legno potrebbe essere contemplata anche in manufatti non
strutturali, mentre ai fini strutturali è necessario far riferimento alle tre classi
di servizio.
Il coefficiente Kmod, che tiene conto della durata del carico e della classe di
servizio è importante soprattutto per i carichi permanenti e di lunga durata,
mentre è ininfluente per i carichi istantanei.
Anche in questo caso il legislatore ha cercato di quantificare una constatazione
più che attingere a dati statistici desunti da prove sperimentali.
INGEGNERIINGEGNERI
BERGAMO
BERGAMO
Ad esempio, prove su una decina di campioni di legno vecchio ricavati da travi
in opera in classe di servizio 1 e 2, non hanno rivelato alcuna diminuzione
significativa di resistenza e nemmeno travi in classe 3, se integre (non attaccate
da agenti biotici). Sono comunque coefficienti a favore della sicurezza e va
bene! (Fig. 5.4)
Fig. 5.4 Valori di kdef per legno e prodotti strutturali a base di legno
TERNE COLLAUDATORI ANNO 2010
N.
REGIS.
OGGETTO
UBICAZIONE
DESIGNATI
26
COPERTURA METALLICA FRA DUE CAPANNONI ESISTENTI (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
BARBATA
ING. ASNICAR FERDINANDO
ING. FRATELLI GIUSEPPE
ING. PANZERI PAOLO
27
FABBRICATO RESIDENZIALE PLURIFAMILIARE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
AMBIVERE
ING. BOLOGNINI VALERIO
ING. GIAVAZZI GIANCARLO
ING. PINI DAVIDE
28
FABRICATO CIVILE ABITAZIONE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3)
RIVA DI SOLTO
ING. BOLZONELLA CLAUDIO
ING. GIORDANO ANTONINO
ING. PIROTTA ADRIANO
29
REALIZZAZIONE DI N. 2 UNITA' ABITATIVE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 2)
PUMENENGO
ING. BONALDI PIETRO
ING. GNOCCHI SANDRO
ING. PISONI ALESSANDRO
30
EDIFICI RESIDENZIALI (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3)
SCANZOROSCIATE
ING. BONALUMI ANGELO
ING. GOGGIA EZIO
ING. POLI NARNO
31
FABBRICATO COMPOSTO DA N. 7 UNITA' ABITATIVE E BOX (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
ARCENE
ING. BONZI GRAZIANO
ING. GORINI GIANFAUSTO
ING. QUADRI GIORDANO
32
NUOVI EDIFICI RESIDENZIALI (EDIFICIO C E EDIFICIO D (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3
BERGAMO
ING. BALDELLI GIAN MARCO
ING. FUMAGALLI CLAUDIO
ING. PATELLI UGO GIUSEPPE
33
RISTRUTTURAZIONE E RECUPERO SOTTOTETTO EDIFICIO ESISTENTE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
BOLTIERE
ING. BORRA GIANLUIGI
ING. GORZIO GIUSEPPE
ING. RAMPA ALBERTO
34
EDIFICIO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N.4)
CORNALBA
ING.BORTOLOTTI RENATO
ING. GRASSELLI ANGELO
ING. RASPINI FLAVIO
35
EDIFICIO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3)
VILLA DI SERIO
ING. BOSI GIOVANNI
ING. GRECHI PIER MAURIZIO
ING. RAVANELLI ALBERTO
36
INTERVENTO DI DEMOLIZIONE E NUOVA COSTRUZIONE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
TREVIGLIO
ING. BRAMATI GIANANGELO
ING. GRITTI ERNESTO
ING. RAVASIO ANDREA FRANCESCO
37
TOTALE RISTRUTTURAZIONE DI CASA D'ABITAZIONE PLURIFAMILIARE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
OSIO SOTTO
ING. BRIGNONI SILVIO
ING. GUALA GENNARO
ING. RAVASIO FRANCO
38
VILLA UNIFAMILIARE CON AUTORIMESSE INTERRATE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
BARZANA
ING. BUONINCONTRI NICOLA
ING. GUALENI ATTILIO
ING. RAVERA GIUSEPPE ERNESTO
39
PALAZZINA RESIDENZIALE DI N.13 UNITA' ABITATIVE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
TREVIGLIO
ING. CABRINI ETTORE
ING. GUERINI GIOVANNI
ING. RECALCATI PAOLO
40
ABITAZIONE UNIFAMILIARE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3)
VIADANICA
ING. CACCIAMATTA MARCELLO
ING. GUERINONI MICHELE
ING. REGAZZONI PIER DOMENICO
41
EDIFICIO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3)
SCANZOROSCIATE
ING. CALDERONI GIANFRANCO
ING. IMBERTI STEFANO
ING. REGONESI CLAUDIO
42
NUOVA VILLETTA TRIFAMILIARE P.L. 14 (LOTTO C) (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
BONATE SOPRA
ING. CALISSI GIUSEPPE
ING. IMPERATO LIBERATO
ING. REPOSO LUCAPAOLO
43
NUOVO EDIFICIO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3)
COLOGNO AL SERIO
ING. CALVI SILVIO
ING. IMPICCICHE' ANTONIO
ING. RESEGHETTI FEDERICO
44
VILLETTA SINGOLA (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3)
URGNANO
ING. CANEVA ZANINI ALESSANDRO
ING. IZZO LIVIO
ING. RIVA EMILIA
45
NUOVI FABBRICATI RESIDENZIALI P.L. 7 (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3)
GHISALBA
ING. CANEVISIO ANGELO
ING. KNISEL STEFANO
ING. ROMANO DONATO
46
CIVILE ABITAZIONE N. 12 BOX E N. 6 UNITA' ABITATIVE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
SCHILPARIO
ING. CANNELLA MARIO
ING. LABAA SERGIO
ING. RONCALLI STEFANO
47
OPERE DI URBANIZZAZIONE - MURO CONTROTRERRA (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
VERTOVA
ING. CANTINI PIERO
ING. LANFRANCHI GIANFRANCO
ING. ROSSI CHRISTIAN
48
PALAZZINA AD USO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
ROMANO DI L.
ING. CAPELLI CLAUDIO
ING. LANZA ROSARIO FRANCESCO
ING. ROSSI PIER PAOLO
49
NUOVA COSTRUZIONE COMPLESSO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
CLUSONE
ING. CARAVITA PIERALDO
ING. LAZZARONI GIOVANNI
ING. ROTA FERRUCCIO
50
EDIFICIO RESIDENZIALE UNIFAMILIARE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
ALMENNO S.B.
ING. CARDANI CLAUDIO
ING. LOCATELLI ARMANDO ALZIRO
ING. RUBINI GUIDO
51
NUOVI EDIFICI RESIDENZIALI BL. A-B (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4)
BONATE SOTTO
ING. CARMINATI ALDO
ING. LOCATELLI DUILIO
ING. RUGGERI FRANCESCO
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INGEGNERI
INGEGNERI BERGAMO BERGAMO
Attività di Consiglio
Seduta del 18 maggio 2010
- Comitato Provinciale di Protezione Civile. In relazione alla comunicazione della
Provincia di Bergamo di composizione del Comitato Provinciale di Protezione Civile
e di richiesta di nomina dell’eventuale delegato in seno alla Commissione stessa in
sostituzione del Presidente designato quale membro, l’Ing. Marco Antonio Locatelli
è stato designato a tale ruolo (Coordinatore del gruppo di ingegneri per il supporto
alla Protezione Civile nei casi di emergenza e volontario dell’Ordine di Bergamo in
diverse situazioni di calamità tra cui il terremoto in Abruzzo).
- Seminari di Aggiornamento sul Testo Unico della Sicurezza D.Lgs. 9 aprile 2008
n. 81 – Bergamo 24/05/2010 – 03/06/2010 – 14/06/2010. I Seminari in oggetto
costituiscono la prosecuzione dei Convegni itineranti in merito al D. Lgs. 81/08
proposti dalla CROIL svoltisi a Bergamo il 4 giugno 2009 e il 25 settembre 2009 con
una nutrita partecipazione. I Seminari del 2010 attribuiscono ai partecipanti dei crediti
formativi ai fini dell’aggiornamento professionale e hanno un costo di partecipazione
pari a €. 50,00 per ogni giornata.
- Riunione del CNID del 27 marzo 2010. Il CNI sta riprendendo l’attività incentrata
sulla figura e sul ruolo dell’Ingegnere dipendente, attività che si era interrotta circa 4/5
anni fa ma che in passato aveva dato buoni frutti. All’incontro tenutosi a Roma il 27
marzo 2010 sono state illustrate e ipotizzate alcune attività e iniziative che ora vanno
consolidate ed è stata valutata l’opportunità della creazione di un network, simile a
quello della Commissione Informatica dell’Ordine, volto a condividere esperienze
con gli altri Ordini Provinciali.
- Commissione Settore Industria. L’attività in corso da parte della predetta
Commissione, come emersa nella riunione del 29 marzo 2010, è la seguente:
a) partecipazione al Gruppo di Lavoro Convegno Energia;
b) proposta di organizzazione di un Convegno, in collaborazione con l’Università di
Bergamo, per dare risalto al ruolo e alle potenzialità degli ingegneri gestionali;
c) prosecuzione della discussione sulla materia fiscale con riferimento agli Ingegneri
che svolgono attività saltuaria di libera professione o che hanno un inquadramento
contrattuale atipico;
d) prosecuzione del percorso intrapreso con alcune scuole secondarie di Bergamo
nell’ambito del progetto “alternanza scuola/lavoro” volto a favorire l’inserimento
degli studenti in ambiti lavorativi attraverso lo svolgimento di stages.
- Convegno Nazionale “Risparmio Energetico negli edifici nuovi ed esistenti –
Certificazione energetica: obblighi ed opportunità” – Vercelli 27/28 maggio 2010.
L’Ing. B. Ratti Carrara è stata delegata a partecipare al predetto Convegno in relazione
al ruolo di questa ultima di Coordinatrice del Gruppo di Lavoro per il Convegno
Energia che si terrà a Bergamo nel prossimo mese di novembre.
- Concorso di Idee bandito dal Comune di Fara Gera D’Adda per la progettazione
del nuovo polo per l’infanzia La Commissione congiunta Ingegneri/Architetti ha
esaminato il bando in oggetto sottoponendo all’Amministrazione banditrice alcune
indicazioni e osservazioni che sono state recepite dall’Amministrazione stessa, la quale
ha poi provveduto alla pubblicazione del Bando e ha chiesto ad entrambi gli Ordini
professionali la segnalazione di due nominativi (uno effettivo e l’altro supplente) per
la composizione della Commissione Giudicatrice del concorso. Vengono designati a
tale ruolo, previa verifica di disponibilità secondo il seguente ordine, gli Ingegneri: G.
Dongh e, G. Rubini scelti dall’Elenco Consulenti Tecnici con entrambe le Categorie:
Urbanistica e Edilizia/Sottocategoria Edilizia Scolastica.
- International PhD Summer School - Bergamo 5 al 17 luglio 2010 (richiesta di
contributo).
Gli aspetti principali della III edizione del Seminario sono i seguenti:
a) dedicata al recupero degli spazi pubblici;
b) prevista la partecipazione di numerosi ospiti importanti, anche stranieri;
c) apertura alla partecipazione dei dottorandi e dei giovani allievi delle scuole di
architettura italiane.
Viene confermato il contributo corrisposto dall’Ordine negli anni scorsi consistente
in:
- assegnazione al Diap, in qualità di ente organizzatore, di un contributo diretto
all’iniziativa pari a €. 1.600,00;
- assegnazione agli Ingegneri che parteciperanno alla International Summer School
del 2010, con precedenza agli Ingegneri residenti in Provincia di Bergamo, di un
contributo pari a €. 400,00 ca. a titolo di contributo dell’Ordine alle spese varie di
partecipazione all’iniziativa, fino a un massimo di n. 4 quote.
- Composizione delle Commissioni Urbanistica, Edilizia e del Paesaggio del Comune
di Bergamo.
Il Sindaco del Comune di Bergamo risponde all’Ordine con una nota volta a fornire
chiarimenti in merito alla nomina dei componenti delle Commissioni Comunali
Edilizia, Urbanistica e del Paesaggio tra i quali non risulta alcun Ingegnere iscritto
all’Ordine. Nel prendere atto della suddetta comunicazione, si risponderà al Sindaco
significando nuovamente la disponibilità dell’Ordine, attraverso i propri iscritti, a far
18
parte delle Commissioni e dei Consigli di Amministrazione di prossima nomina e
chiedendo di essere informati della tempistica per le nomine stesse.
- Articolo pubblicato sulla rivista “Ingegneri” dal titolo “I terremoti non uccidono, gli
ingegneri si”.
Anche in considerazione della tiratura nazionale della suddetta testata, il suddetto
articolo è stato trasmesso al Consigliere Nazionale Ing. Bosi al fine di sottoporlo al
CNI per una eventuale replica a livello nazionale.
- Commissione Ecologia e Ambiente. In relazione alla nomina dell’Ing. Marta Ratti
Carrara quale Presidente della predetta Commissione, il Consigliere referente della
Commissione stessa Ing. Barbara Ratti Carrara, considerando il suo rapporto di
parentela con il Presidente (sorella), per correttezza ritiene opportuno rimettere tale
incarico ad altro Consigliere. L’Ing. Sebastiano Moioli viene quindi nominato nuovo
Referente della Commissione Ecologia e Ambiente.
Seduta del 19 aprile 2010
- Assemblea dei Presidenti del 9-10 aprile 2010. Gli argomenti più importanti trattati
in Assemblea si possono così riassumere:
- la giornata del 9 aprile è stata interamente dedicata all’esame del Regolamento del
Codice degli Appalti con stesura di un testo emendato che è stato consegnato al CNI
quale proposta della categoria degli Ingegneri ed invito alla sua diffusione;
- nella giornata del 10 aprile sono state trattate diverse tematiche tra cui:
a) Inarcassa e relativa riforma: richiesta al Presidente di Inarcassa Arch. Paola
Muratorio di un incontro per discorrere di tale riforma da tenersi al termine delle
operazioni elettorali per la nomina dei nuovi delegati Inarcassa;
b) competenze professionali degli Ingegneri Iunior: istituzione di un gruppo di lavoro
misto Ingegneri quinquennali e triennali per lo studio delle rispettive competenze
professionali;
c) competenze professionali dei geometri: istituzione di un tavolo di confronto
congiunto delle varie professioni tecniche;
d) legge elettorale degli Ordini Professionali: è stata formulata una proposta al limite
del doppio mandato dei Consiglieri ;
e) riforma dei percorsi universitari: il tentativo è quello di presentare una riforma
degli studi universitari con il ritorno alla laurea a ciclo unico;
f) incontro con il Ministro Alfano per la riforma delle professioni: è stata presentata al
Ministro Alfano, tra le altre, la proposta di un ritorno alle tariffe minime modificando
così il dettato della Legge Bersani;
g) Congresso di Torino del 2010: sono state illustrate le prime anticipazioni relative al
Congresso per il quale perverrà agli Ordini la relativa brochure.
- Incontro del 13/04/10 con il Presidente di A.A.B. (Associazione Artigiani Bergamo).
L’Ing. Guzzoni, insieme all’Ing. Testolin, ha incontrato il Presidente dell’Associazione
Artigiani di Bergamo per discorrere in merito alla proposta di coinvolgimento
dell’Ordine alla “Settimana dell’Energia” che si svolgerà dal 8 al 14 novembre 2010.
Dopo il successo dello scorso anno, tale evento verrà riproposto anche nel 2010
cercando di coinvolgere le diverse professioni coinvolte dall’argomento.
Un benestare di massima alla collaborazione dell’Ordine a tale evento è già stato
espresso e ora si tratta di coinvolgere le Commissioni connesse all’argomento
(presumibilmente: Energia e Impianti, Settore Industria ed Ecologia e Ambiente)
per creare un Gruppo di Lavoro, coordinato dall’Ing. B. Ratti Carrara, che si occupi
della presentazione di proposte culturali e di relazioni tematiche. L’Ing. B. Ratti
Carrara, nell’accettare l’incarico, precisa di ritenere opportuna la collaborazione di
tutti gli Ingegneri componenti le Commissioni dell’Ordine che dimostrino interesse
all’argomento e volontà di partecipazione e collaborazione.
- Gara per affidamento incarico di progettazione, direzione lavori, ecc.. della nuova
Caserma dei carabinieri di Cisano Bergamasco. In relazione ad alcune doglianze
circa una cattiva gestione della gara e contestazione della scelta finale effettuata
dall’Amministrazione Comunale, il Comune di Cisano Bergamasco ha fornito le
sue spiegazioni circa le scelte effettuate dalla Commissione Giudicatrice della gara
stessa.
Considerando che la gara è ormai conclusa, l’Ordine ritiene di intervenire scrivendo
al Comune di Cisano Bergamasco per informarlo dell’opportunità, in occasione di
emissione di nuovi bandi di gara, di interpellare l’Ordine che è sempre disponibile a
collaborare nella stesura di Bandi di Gara.
- Riunione della Consulta della Lombardia del 30 marzo 2010. Gli argomenti più
importati trattati in tale riunione sono i seguenti:
a) Convegno organizzato dall’Ordine di Varese sulla protezione del suolo.
In relazione alla proposta della CROIL, rivolta a tutti gli Ordini della Lombardia,
di organizzare analogo Convegno a livello provinciale, i rappresentanti degli Ordini
hanno espresso parere favorevole alla proposta stessa previa verifica dell’esito del
Convegno che si terrà a Varese anche al fine di studiare eventuali modifiche alle
tematiche da trattare per adeguarle alle singole realtà locali.
b) Sentenza della Corte di Cassazione sulle competenze dei geometri. A metà marzo
INGEGNERIINGEGNERI
BERGAMO
BERGAMO
vi è stato un incontro tra il Presidente della CROIL e i Presidenti delle Consulte della
Lombardia dei Periti e dei Geometri per discorrere in merito alle lettere inviate da
entrambe le parti alle Amministrazioni Comunali volte a ribadire le rispettive posizioni
sull’argomento. La Consulta, pur prendendo atto che alcuni Ordini Provinciali, tra i
quali l’Ordine di Bergamo, considerano importante che l’argomento venga affrontato
a livello nazionale al fine di addivenire a delle linee comuni su tutto il territorio
nazionale, ha deciso di nominare una Commissione ad hoc, già riunitasi il 12 aprile
u.s., per discorrere sull’argomento delle competenze professionali dei geometri.
Il rappresentante dell’Ordine di Bergamo in seno a tale Commissione è l’Ing. Noris,
mentre l’Ing. Iunior Bizioli è stato scelto quale rappresentante degli Ingegneri triennali
di tutta la Lombardia.
- Commissione congiunta Ordini Ingegneri e Architetti di Bergamo in materia di Avvisi
di Conferimento di incarichi professionali e di Bandi di Concorso. I rappresentanti
dei rispettivi Ordini in seno a tale Commissione hanno definito le seguenti attività e
proposte:
a) formulazione di pareri su Avvisi di Gara e Bandi di Concorso emessi dalle
Amministrazioni Pubbliche;
b) informativa inviata alle PP.AA. della Provincia di Bergamo circa l’istituzione
della Commissione congiunta Ordini Ingegneri e Architetti con ampia disponibilità
della stessa ad assistere le Amministrazioni Comunali in occasione della stesura degli
Avvisi di Gara e dei Bandi di Concorso;
- organizzazione di un Congegno della durata di 2 giorni, indicativamente nel periodo
maggio/giugno 2010, relativo ai Bandi di Concorso rivolto sia ai Tecnici Comunali
che ai Liberi Professionisti. Tale Convegno dovrebbe essere così strutturato:
• una prima giornata dedicata alla predisposizione del testo del Bando di Concorso
con interventi di un Avvocato esperto del settore e dei rappresentanti del CNI e del
CNA per illustrare le rispettive posizioni sull’argomento;
• una seconda giornata dedicata al tema del Concorso di Progettazione dal punto di
vista di chi vi partecipa, quindi del libero professionista, probabilmente anche con
illustrazione di progetti di coloro che hanno già partecipato ad alcuni concorsi.
Tale Convegno rappresenterebbe quindi un segno tangibile del percorso che la
Commissione congiunta sta seguendo per fornire un valido supporto sia alle
Pubbliche Amministrazioni che ai professionisti.
- Illustrazione del Conto Consuntivo 2009 e del Bilancio Preventivo 2010 per la
conseguente presentazione all’Assemblea Ordinaria. A seguito di illustrazione dei
bilanci consuntivo 2009 e preventivo 2010 da parte del Tesoriere e dei successivi
interventi dei Consiglieri, tali bilanci vengono considerati meritevoli di sottoposizione
all’Assemblea pur con alcune piccole modifiche.
Seduta del 23 giugno 2010
- Assemblea dei Presidenti del 5 giugno 2010. Gli argomenti più importanti trattati in
tale sede sono stati i seguenti:
a) Direttiva 2005/36/CE e la funzione degli ingegneri dipendenti per la tutela
dell’interesse pubblico.
E’ stato dato mandato al Comitato di Presidenza dell’Assemblea di costituire un
gruppo di lavoro per il monitoraggio della situazione esistente e la individuazione di
ogni utile iniziativa per modificare le condizioni critiche evidenziate;
b) Disegno di legge depositato dal relatore On. Maria Grazia Siliquini in merito alla
Riforma delle Professioni intellettuali.
Tale disegno di legge è stato notevolmente criticato sia dall’Assemblea dei Presidenti
che dal CNI e per questo l’Assemblea ha deliberato di dare mandato al CNI di mettere
in atto ogni azione volta a contrastare tale disegno di legge e di predisporre una lettera
di dissenso da inoltrare all’On. Siliquini, ai Ministeri competenti e alle Commissioni
Parlamentari preposte.
Il Presidente del CNI ha comunicato che il CNI continuerà a partecipare agli incontri
con il Ministro della Giustizia On. Alfano per discorrere sull’argomento e definire un
testo concordato di riforma degli Ordinamenti Professionali.
- Convegno Nazionale “Risparmio Energetico negli edifici nuovi ed esistenti –
Certificazione energetica: obblighi ed opportunità”. Vercelli 27/28 maggio 2010.
In occasione di tale Convegno è stato avviato l’Osservatorio Nazionale sulla
certificazione energetica.
Il Convegno ha evidenziato diverse problematiche derivanti dal differente approccio
alla tematica nelle diverse Regioni d’Italia e, in particolare, è stato proposto:
a) il superamento delle forti disomogeneità esistenti fra le diverse Regioni, sia per
requisiti prestazionali in tema energetico, sia per le modalità operative;
b) l’individuazione di competenze professionali omogenee fra le diverse Regioni,
essendo variegato il novero delle figure professionali coinvolte nelle problematiche
di certificazione energetica;
c) la definizione a livello nazionale di percorsi di formazione paragonabili per durata,
costi, modalità di superamento, ecc..;
d) la necessità di avviare una campagna nazionale di sensibilizzazione alle famiglie,
che sono gli utenti finali, per una corretta gestione energetica del proprio patrimonio
edilizio;
e) la necessità di porre fine alla mercificazione deregolamentata degli ACE, che
arrivano ad avere un costo unitario anche pari a 50,00 €, con forti dubbi sulla qualità
dei relativi contenuti.
L’Osservatorio Nazionale ha messo in risalto anche le profonde discrepanze rilevabili
dal recepimento della norma nazionale in quegli ambiti regionali che già hanno
legiferato in materia (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna,
Trentino Alto Adige, Toscana e Puglia).
Recentemente è stata emessa dal TAR della Puglia una sentenza che, accettando la
posizione di alcuni Ordini delle Province della Puglia, ha rigettato la decisione della
Regione Puglia di imporre ai Certificatori Energetici la frequenza di corsi con validità
di soli 5 anni.
- Riunione della Consulta della Lombardia tenutasi a Como il 20 maggio 2010. Nel
corso della riunione si è discusso, in particolare, dei seguenti argomenti:
a) competenze professionali dei geometri.
Il gruppo di lavoro della Consulta per lo studio della materia ha sospeso ogni trattativa
con la Consulta Regionale dei Geometri in relazione alle proposte inaccettabili da
questa ultima formulate;
b) affidamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni di incarichi professionali
sotto i 100.000 euro. L’Ordine di Como ha redatto, concordemente alle Pubbliche
Amministrazioni della relativa Provincia, un documento guida per l’affidamento di
incarichi professionali inferiori ai 100.000 nel quale sono definiti sia aspetti tariffari
che normativi.
- Elezioni suppletive del CNI per la sostituzione del Consigliere Ing. Alcide Gava
deceduto.
Il Ministero della Giustizia ha comunicato la data del 23 giugno 2010 quale giorno
di svolgimento da parte di tutti i Consigli degli Ordini degli Ingegneri d’Italia delle
elezioni suppletive.
Tra i candidati al ruolo di Consigliere Nazionale (Ingg. R. Buscaglia, R. Corvigno, C.
Dolcini, C. Rocca e A. Speroni), anche a causa della mancanza di tempo per ulteriori
riflessioni e discussioni, l’indicazione pervenuta da parte di un gran numero di
Consulte Regionali e di Ordini Provinciali è quella del nominativo dell’Ing. Alberto
Speroni dell’Ordine di Varese quale primo dei non eletti alle ultime elezioni per il
rinnovo del CNI.
Preso atto di quanto sopra, il Consiglio procede alla votazione del nuovo Consigliere
Nazionale in sostituzione dell’Ing. Alcide Gava esprimendo la propria preferenza per
l’Ing. Alberto Speroni dell’Ordine di Varese.
- Gruppo di lavoro “Settimana dell’energia 2010”. Il predetto Gruppo di Lavoro ha
preso avvio durante il mese di maggio ed è costituito da una quarantina di ingegneri,
specialisti nelle diverse aree tematiche.
E’ stato aperto un forum nel nuovo spazio web dell’Ordine a disposizione del numeroso
gruppo, quale strumento di lavoro che permette una più celere comunicazione fra i
diversi membri.
Nell’incontro tenutosi fra alcuni rappresentanti del gruppo di lavoro e il Dott.
Sottocornola, Responsabile Innovazione Qualità e Infrastrutture dell’Associazione
Artigiani Bergamo, sono stati sviscerati metodi e tempistiche relativi all’organizzazione
dell’evento ed è stata manifestata da parte del predetto Dott. Sottocornola la propria
favorevole apertura ad un maggiore coinvolgimento dell’Ordine, che passerebbe da
semplice patrocinatore a organizzatore in collaborazione con l’A.a.b. Il Consiglio
approva pertanto tale maggior coinvolgimento dell’Ordine purché senza aggravio di
costi per l’Ordine stesso.
- Congresso Nazionale 2010. Torino 8-10 settembre 2010. Oltre ai Consiglieri verrà
data la possibilità di partecipare al Congresso:
1) al Presidente della Commissione Giovani;
2) a n. 3 componenti delle Commissioni dell’Ordine (in caso di un numero maggiore
di adesioni la scelta verrà effettuata ad estrazione) con costi istituzionali (€. 400 quale
quota di iscrizione al Congresso come osservatori) a carico dell’Ordine e costi di
alloggio e viaggio, oltre al vitto che esula dal programma congressuale, a carico dei
singoli aderenti all’iniziativa.
- Proposta di tariffa per gli impianti fotovoltaici. Preso atto del parere delle Commissioni
Tariffa e Impianti, si delibera l’applicazione all’intero impianto fotovoltaico (compreso
il power center) della classe IIIa, mentre tutto il resto della costruzione rimane in
classe IIIc. Sono escluse le pratiche amministrative e le verifiche strutturali.
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INGEGNERI
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