L`educazione passa anche da tv, internet e telefonini
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L`educazione passa anche da tv, internet e telefonini
EVENTI speciali INFORMAZIONE PUBBLICITARIA NORD EST A cura di: Il Sole 24 Ore System La Tradinvest Business School, un’esperienza formativa di successo per imprenditori e professionisti Leoni o gazzelle? L’importanza di conoscere la meta del proprio agire Marco Macorigh La formazione è una scelta di vita e in quanto tale, oggi più che mai, un percorso obbligato per la comunità imprenditoriale. Ma non di sola formazione tecnica si può parlare – sottolinea Marco Macorigh, amministratore delegato del Gruppo Tradinvest di Londra – perché formare significa soprattutto educare le risorse umane alla comunicazione. Ed è anche in quest’ambito che opera Tradinvest Management Ltd per affiancare, dalla strategica sede londinese e secondo una mission di fattiva multidisciplinarità di servizi, le aziende clienti in tutte quelle aree ingenerate dai processi della new economy: ricerca tecnologica, analisi, formazione aziendale e della forza vendita, vendita informata e persuasiva, comunicazione interattiva e la multimedialità. È indispensabile comprendere – prosegue Marco Macorigh – che la crescita matura di un team, sia in termini di professionalità sia in termini di relazioni all’interno dell’impresa, nasce proprio dal confronto sereno tra le parti: confronto che è l’unico strumento in grado di apportare risultati concreti in un’era, quella attuale, in cui il digitale ha preso il sopravvento. Saper comunicare all’interno di un’azienda, ma anche gestire le trattative di comunicazione in un’ottica di aperture internazionali sono fattori determinanti che possono fare la differenza in un sistema in cui dall’approccio “virtuale” si ottengono risposte che, troppo spesso, non sono frutto di una cultura “reale”. La “cultura della formazione” è, dunque, anche “cultura delle relazioni” che favorisce la comunicazione tra uomini (imprenditori, professionisti, collaboratori...), all’interno e verso l’esterno – conclude Macorigh – di ogni microcosmo aziendale. Essere in grado di presentarsi in modo efficace nel mercato globale; conoscere la cultura e il modo di relazionarsi del luogo in cui si approda; capire, anche quando per la propria azienda o professione è il momento per “attaccare” e quando, invece, è tempo di fermarsi per studiare una nuova strategia. Sono elementi essenziali, questi, per le aziende piccole o grandi che intendono misurarsi continuamente con un mercato che richiede, sempre più oggi, una preparazione costantemente aggiornata. È da questa esigenza degli imprenditori, che è nata la “Tradinvest Business School”, divisione del Gruppo Tradinvest di Londra, attivo da anni per supportare, con servizi innovativi, le imprese e i professionisti del Nordest che vogliono affacciarsi al mercato internazionale. Avviata nel 2005, la scuola vuole essere un punto fermo di riferimento per le imprese che vogliono affrontare con successo il mercato locale e internazionale sempre più competitivo. In un momento come questo - spiega la responsabile della Tradinvest Business School, la dott.ssa Valentina Casonato - l’imprenditore ha davanti molteplici opportunità se solo riesce a cogliere in anticipo alcuni segnali di cambiamento e applicare di conseguenza nuove strategie per la propria azienda. Oggi più che mai le imprese richiedono di essere affiancate da professionisti disposti a scendere in campo. In linea con questa filosofia – prosegue la responsabile – è stato da lei coniato “Leoni o gazzelle?” come titolo di un percorso formativo proposto dalla Tradinvest Business School. La provocazione è voluta e intende fin da subito sgombrare il campo dall’equivoco controproducente che il mercato può generare: quello che prima di tutto sia importante correre. Valentina Casonato Non è così – sottolinea Casonato – se non si ha chiara la direzione da prendere e qual è lo scopo. Il leone, pur essendo un animale istintivo, identifica e studia la sua preda prima di attaccare; così è fondamentale anche per l’imprenditore fermarsi, stabilire i suoi obiettivi e studiare la strada migliore per poterli realizzare. D’altro canto, però, non è detto che la gazzella identifichi sempre il perdente se questa ha ben chiari i pericoli da evitare e riesce a percorre spedita la propria strada. Chi fa impresa – conclude Casonato - deve avere dunque la capacità di decidere la strategia che in quel momento è più opportuna. Attraverso l’analisi di numerosi keyhistory, esercitazioni pratiche e il costante confronto con altri imprenditori questo percorso formativo, organizzato su tre moduli e della durata di due giorni ciascuno, vuole fornire la conoscenza di tutti gli strumenti necessari per poter affrontare con serenità un processo di internazionalizzazione che - evidenzia Casonato - deve essere prima di tutto una “forma mentis”. Per questo motivo il primo modulo del corso ha come obiettivo quello di creare una mentalità internazionale, che permette di rivisitare la propria azienda con nuove prospettive. Il secondo e terzo modulo affron- tano altri due capi saldi a cui un professionista non può sottrarsi: la comunicazione e la pianificazione personale. Oggi, più che mai occorre saper ascoltare, per capire con chi si sta trattando; a tale riguardo i moduli trattano anche alcuni aspetti di Pnl (Programmazione Neuro Linguistica), funzionali a far comprendere come una buona comunicazione stia alla base di qualsiasi vincente trattativa. Altrettanto – prosegue Casonato - l’imprenditore deve imparare a non lasciare in mano ad altri la propria “agenda” ma essere padrone del proprio tempo e pianificarlo in modo efficiente, attraverso la delega ed il controllo di compiti che Il docente Daniele Damele: agli educatori il compito di affi vanno demandati ai collaboratori. A riprova che i percorsi formativi ideati funzionano, ci sono le continue richieste delle aziende del Nordest. I contatti provengono dai settori più diversi, metalmeccanica, agroalimentare, consulenza, libere professioni e anche l’età dei partecipanti – fa sapere la responsabile - è varia: dall’imprenditore rodato, al giovane che si appresta a ricevere in consegna le redini dell’azienda. Ad appassionare i partecipanti, la possibilità del confronto e anche quella di intessere, alle volte, nuovi affari anche impensati. Come è capitato a un’azienda di telefonia mobile e ad un produttore di arance, che sono riusciti a costruire un’alleanza del tutto inedita, svela Casonato. Volutamente provocatori anche i titoli e la formula dei convegni proposti sempre da Tradinvest Business School in questo periodo nel Nordest: “Benvenuta crisi” e “Mercati aperti, trattative chiuse”, rispettivamente rivolti a un pubblico di consulenti e di imprenditori allo scopo di far riflettere sulle reali opportunità che oggi un mercato sempre più competitivo può offrire a chi ha la capacità di sapersi rinnovare. Una sfida a tutti gli imprenditori e professionisti che non hanno paura di scendere in campo e dichiarare chi vogliono essere. nare il senso critico L’educazione passa anche da tv, internet e telefonini Ai giovani studenti, insieme ai contenuti della materia specifica che insegna, ricorda spesso: andate di persona a conoscere il mondo, quello delle grandi metropoli internazionali come quello delle realtà più piccole e povere di quella di casa vostra; da fruitori dei mezzi di comunicazione chiedetevi sempre “a chi giovi” il contenuto proposto; leggete molto, anche ciò che non è di vostra stessa competenza e fate degli stages, un’occasione propizia per avvicinarvi al mondo del lavoro. Daniele Damele, docente di Etica e comunicazione all’Università di Udine-Gorizia, giornalista, scrittore, impegnato in diversi organi di garanzia per la tutela dei minori nei mass media, affronta così la sfida di una formazione che non sia mero tecnicismo, ma offra ai giovani gli elementi per costruire una solida e duratura intelaiatura mentale e culturale. Siamo tutti come criceti, che corrono spasmodicamente all’interno della ruota messa nella gabbia - analizza Damele – Un’idea fissa ci accompagna: se ci fermiamo a pensare, magari con il coraggio di dire anche un bel no, siamo inevitabilmente scaraventati fuori dal sistema. E i mezzi di comunicazione non fanno altro che alimentare questo stato d’animo. Su questa strada, però - osserva con convinzione - andremo incontro a qualcosa di apocalittico, originato dalla negazione dei valori umani. Non solo si è persa la dimensione etica del vivere, ma persino quella del civismo. Se all’analisi della deriva di certa realtà Damele non fa sconti, il docente è tuttavia ben lontano dall’abbandonarsi a uno sterile catastrofismo. A impedimerlo - fa sapere - sono prima di tutto loro, i giovani e giovanissimi in cui riscontro quotidianamente una sensibilità straordinaria ai principi etici. Perciò gli adulti, e in particolare gli educatori, non possono sottrarsi all’obbligo di ridare spessore alle agenzie educative. Tra esse - sottolinea il docente - dobbiamo metterci i media, la tv, internet, i videogiochi e i telefonini innanzitutto. Che lo si voglia o no, essi inevitabilmente agiscono sulla formazione della persona. Alla Rai spetta un compito importante, in quanto servizio pubblico, ma nessuno che abbia a cuore il proprio e l’altrui futuro può chiamarsi fuori. Non è che si tratti di fare buonismo precisa Damele - ma buona educazione sì. Perché, se nei rapporti con se stessi e gli altri prevalgono violenza e indifferenza, ci distruggeremo ben prima di soccombere alle mutazioni climatiche e ambientali. I recenti fatti di Catania lo stanno a dimostrare: tra i fermati, minorenni figli di professionisti e di agenti di polizia. È la sconfitta del dialogo, prima ancora che dell’etica: tra genitori e figli ci si parla ancora?, s’interroga Damele. Per chi ha a cuore la formazione, c’è un altro aspetto da non sottovalutare: permettere a chi sta imparando a vivere di poter sbagliare. È un diritto dei giovani - ci tiene a sottolineare Damele. E invece oggi vige la regola del “grande fratello”: sbagli? Sei eliminato, sei fuori dalla partita. Daniele Damele Di fatto, però, questo atteggiamensensibili, direi “illuminati”, che spesso opeto è semplicemente sconsiderato. Come non rano anche nelle associazioni di categoria e pensare, infatti - fa osservare Damele - che negli enti camerali e non solo hanno accolto sbagliando si accumula esperienza e ci si fa progetti di formazione dei giovani, ma loro più avvertiti? A trarne giovamento sarà in seguito anche il stessi se ne sono fatti promotori. Anche il mondo del lavoro e il sistema delle imprese. management dovrebbe lasciarsi contaminaDa questo punto di vista - considera Damere di più da questi esempi - conclude - per le - in Friuli Venezia Giulia registro aspetti puntare non solo al profitto ma anche alla davvero positivi. Esistono molti imprenditori valorizzazione complessiva del lavoratore. Polo Didattico e Culturale dell’Università degli Studi di Trieste a Pordenone IN PRESA