Leggi - Lega Navale Italiana

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Presentazione di L'Atlantico nel cuore
Vi ringrazio della vostra presenza e ringrazio questa sezione della Lega navale per la sua ospitalità e gentilezza, e voglio
complimentarmi con la sezione per le attività che svolge nonostante le difficoltà insite nella sua lontananza dal
mare.Sono nato a Fiume e abito nell'isola d'Elba, la mia professione è stata quella di magistrato, ho svolto missioni di
aiuto umanitario in varie parti del mondo, sono stato allievo del Centro Velico Caprera del quale la Lega Navale è socio
fondatore, ne sono diventato istruttore e ho condotto per molti anni molti corsi di allievi; ho navigato un po' in tutto il
Mediterraneo e ho compiuto come skipper le due traversate atlantiche di cui parliamo stasera.
La vostra presenza mi fa particolarmente piacere perché indica che anche voi siete sensibili al richiamo del mare
lontano, più lontano del solito, quello di cui si parla in questo libro, un mare che trasmette il senso di una maggiore
grandezza, un maggiore spazio, una grandezza che può divenire anche interiore e si inserisce nella mente e nel cuore.
Questo è quello che è successo a noi ed è il senso anche di questo libro, e il titolo ne traduce il significato: L'Atlantico
nel cuore. Perché per noi l'oceano è stato non solo un viaggio di scoperta e una prova nautica, necessari per accrescere
la nostra esperienza di mare, ma anche una via di approfondimento interiore.
Perciò il libro di cui parliamo stasera non riguarda soltanto gli aspetti tecnici di una navigazione, ma riporta anche le
sensazioni, le impressioni, le emozioni, le riflessioni a volte, che abbiamo vissuto, in una parola descrive lo spirito con
cui questa navigazione è stata compiuta. Uno spirito che, anche se le condizioni tecniche sono oggi molto diverse (oggi
basta premere un bottone per sapere tutto, allora i bottoni non c'erano), nonostante queste differenze questo spirito è
sempre, o quasi sempre, presente anche oggi in chi naviga non soltanto con la barca ma anche con il cuore.
Infatti tutti, o quasi tutti, quando navigano in barca a vela sentono anche oggi di essere fuori dalle vie su cui corre ogni
giorno la gente, di essersi liberati dalla noia e dal peso delle abitudini quotidiane e di respirare un'aria libera e grande. E
si può provare anche il senso di liberarsi dai confini che chiudono di solito il nostro modo di vivere, di attraversare un
orizzonte che sembrava invalicabile, di trovarsi in uno spazio che non ha confini: una sensazione molto bella, la
sensazione di essere andati “al di là”, al di là di questi confini. Una sensazione di immensità che si prova a volte anche
da terra guardando una nave che va verso il largo, diventa sempre più piccola e alla fine scompare: ecco, la nave sembra
dirci “siamo andati “al di là”. Questa sensazione può rimanere in noi anche dopo essere tornati a terra, diventare parte
del nostro modo di vivere: così la barca non è più solo un mezzo per navigare ma diventa una scuola di vita.
Poiché andando in barca a vela si provano impressioni e emozioni profonde, i velisti sono in realtà dei romantici. Perché
il romanticismo non consiste solo nell'immagine di una cena a lume di candela, è una corrente di pensiero molto grande
e molto profonda il cui principio essenziale è il grande valore dei sentimenti e della parte non materiale dell'uomo: e
anche la vela, in cui si provano sentimenti di libertà e di grandezza, esalta gli stessi valori. Anche la vela, come il
romanticismo, è in contrasto con la visione materialistica, tecnica, solo scientifica della vita ora prevalente nella società
in cui viviamo. La vela va oltre, porta alla luce sensazioni e sentimenti molto più profondi e rende così più ricca anche
spiritualmente la vita.
A meno che non si vada in barca a vela per uno scopo materialistico, centrato solo su un vantaggio pratico e solo
proprio, come dimostrarsi più bravi degli altri, acquistare fama e medaglie, o acquisire premi e denaro; in questi casi si
dà valore a ciò che è più materiale e più superficiale, ci si rinchiude ancora di più nell'egocentrismo e nell'esaltazione di
sé, invece di allargarli si restringono ancora di più i confini del proprio piccolo guscio.
I sentimenti provati sono espressi in entrambe le parti del libro. Nella prima, intitolata Il viaggio del Dream, sono
registrate le vicende avvenute ogni giorno e descritte nel giornale di bordo, ma questo nel libro è diventato più ampio
perché le vicende sono state arricchite con il racconto del loro aspetto umano. Così possiamo avere notizie sulla barca,
l'attrezzatura, gli strumenti, il percorso, il periodo, il tempo trovato, le tecniche di punto nave, l'equipaggio, i turni di
guardia, la cucina, il luogo d'arrivo, il ritorno. Le miglia percorse da Genova alla Martinica sono state 4400, di cui
quelle della traversata dalle Canarie alla Martinica sono state 2640 alla media di 110 al giorno per 24 giorni di
navigazione.
La seconda parte, intitolata Le storie del Doudou, è relativa alla navigazione svoltasi l'anno successivo da Tolone alla
Martinica, le immagini sono espresse in storie relative agli ambienti più continuamente presenti durante la navigazione
e cioè i porti, i pesci, gli equipaggi e gli eventi che accadono in mare. Anche qui i fatti narrati si svolgono non solo fuori
ma anche dentro di noi.
Vorrei darvi una definizione della navigazione a vela tratta da un libro americano che riporta la maggior parte delle
definizioni in uso nel linguaggio marino: “La navigazione a vela è l'arte raffinata di diventare bagnati e ammalati
mentre si va lentamente da nessuna parte con grandi spese.”