Città di Sesto San Giovanni
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Città di Sesto San Giovanni IL PRESIDENTE riferisce : “Do la parola al Segretario Comunale per l’appello.” Il Segretario Generale procede con l’appello nominale Presidente: “21 presenti. La seduta è valida. Iniziamo la serata con l’ascolto dell’Inno.” Viene eseguito l’Inno Nazionale. Presidente: “Grazie. Buonasera. Inizio subito con una comunicazione d’ufficio, prima delle interrogazioni e interpellanze, visto che sono solo due. Il Gruppo consiliare DS comunica che sono stati nominati capogruppo e vice capogruppo i seguenti Consiglieri: capogruppo Olga Talamucci, vice capogruppo Stefania Di Pietro.” Le interrogazioni o interpellanze che sono all’O.d.G. la prima, quella della Cons. Pellegrini datata 10.5.2005, riguarda la chiusura di alcuni reparti dell’Ospedale di Sesto e la loro successiva riapertura. Siccome so che la risposta è arrivata in serata, nel senso che la Consigliera non l’ha ancora vista, però le do la parola per presentare l’interrogazione, poi do la parola al Sindaco per una risposta verbale. Prego.” Cons. Pellegrini: “L’interrogazione riguarda la chiusura e l’accorpamento, seguita dopo alcuni giorni dalla riapertura, di alcuni reparti, due di Medicina e due di Chirurgia, e Terapia intensiva e Cardiologia, dell’Ospedale di Sesto. In effetti altre volte è successo che reparti venissero chiusi, magari un po’ meno repentinamente e forse con qualche comunicazione in più al personale. Il mio intento era capire se la direzione ospedaliera in qualche modo avvisa il Sindaco, come autorità sanitaria della città, di queste chiusure e se non lo fa chiedevo che s’impegnasse la direzione ospedaliera a comunicare queste chiusure, anche perché il comunicare le chiusure o gli accorpamenti vuol dire in qualche modo costringere a un minimo di programmazione, che invece qui sembra mancare totalmente. Da qui la mia interrogazione. Grazie.” Si dà atto che entra la Consigliera Tabacco. PRESENTI : N. 22 Presidente: “Grazie, Cons. Pellegrini. La parola al Sindaco.” 1 Sindaco: “Effettivamente all’Ospedale di Sesto sono in corso una serie di lavori di ristrutturazione che riguardano vari reparti e vari piani. Per questo sono stati chiusi e poi riaperti alcuni di questi. Non eravamo stati preventivamente informati, nei giorni successivi a quando abbiamo appreso la notizia, però, l’Ass. Pozzi e il sottoscritto siamo stati all’Ospedale, ricevuti dal dott. Spata, abbiamo visitato una parte dell’Ospedale, quella in cui sono in corso i lavori di ristrutturazione. Questi lavori continuano perché sono ancora per una certa parte in corso, quindi avranno ancora diversi mesi di tempo per concludersi. Dato che eravamo sul luogo, l’Ass. Pozzi ed io abbiamo parlato con il Dott. Spata per quanto riguarda tutto il lavoro che era stato fatto in questi mesi circa le conseguenze per il nostro Ospedale, che possono derivare da un lato dalla decisione rimarcata di andare alla costituzione di una Fondazione per l’Ospedale che, come dire, è il capogruppo della nostra azienda ospedaliera e per la formazione della Provincia di Monza. Si è convenuto che avremmo ripreso adesso, con la costituzione della nuova Giunta regionale e con la nomina del nuovo Assessore regionale alla Partita, il lavoro che era iniziato prima e abbiamo chiesto anche un contributo tecnico. Pozzi ed io abbiamo chiesto all’Ospedale in sostanza un contributo tecnico in questo cammino, perché accanto alle decisioni squisitamente politiche, occorre avere tutta una serie di informazioni e scambi di opinioni tecniche. Credo che ci sia stata da parte di Spata la disponibilità, naturalmente sentito l’Assessore regionale, a partecipare a questo confronto. Noi lo riprenderemo adesso perché, come dicevo, secondo le notizie che abbiamo il prossimo 6 di giugno si svolgerà la prima riunione del Consiglio Regionale, quindi con la proclamazione ufficiale sia degli eletti che dei nuovi Assessori e quindi credo che da qui deve ripartire un cammino con gli altri Comuni, con gli altri Sindaci e con tutte le forze del Consiglio Comunale per assicurare un futuro al nostro Ospedale, che sia all’altezza della ricchezza che rappresenta per la nostra città.” PRESENTI : N. 23 Si dà atto che entra il Consigliere Poli. Presidente: “Grazie, signor Sindaco. L’altra interrogazione è quella presentata dalla Cons. Tabacco in data 11 maggio, relativa al funzionamento del Centro Comunale Disabili. Prego, Consigliera.” Cons. Tabacco: “Grazie, Presidente. Io ho presentato questa interrogazione urgente su segnalazione di alcuni cittadini, genitori di ragazzi disabili che portano i loro figli in questo Centro. Mi dicevano che questo centro da qualche tempo non sta funzionando più come dovrebbe. In particolar modo lamentavano delle preoccupazioni in merito alla gestione dei bambini, soprattutto quelli in carrozzella, 2 dicendo che la gestione è diventata scarsa ultimamente, poco attenta a tutti i profili che riguardano la persona, quindi al profilo psicologico, morale e soprattutto a quello della cura fisica e igienica del ragazzo disabile, tanto che molte volte mi segnalavano che questi ragazzi tornano a casa sporchi, bagnati, quindi erano molto preoccupati questi genitori. Inoltre mi dicevano che il servizio di trasporto non è più efficiente come un tempo, perché i pullman arrivano spessissimo in ritardo e gli autisti lamentavano il fatto di non avere supporti di accompagnamento che li aiutassero a caricare i ragazzi sul pullman. Io chiedevo di sapere, in questa interrogazione, le ragioni anzitutto di questi disagi e poi quali soluzioni prevede l’Amministrazione comunale e con quali tempi. Chiedevo poi al Presidente della III Commissione, il dott. Pennasi, che mi ha già risposto favorevolmente avendo già fissato una data, di convocare con urgenza la Commissione consiliare III per discutere di questo problema. Mi è stata fornita una risposta da parte del Sindaco che precisa una serie di questioni organizzative rispetto proprio ai due centri socio educativi gestiti dal servizio disabili del Comune. Ci sono varie spiegazioni tecnico organizzative. Mi sembra di capire da questa risposta che in merito al servizio di trasporto ci sia comunque una carenza reale denunciata dai genitori, che riguarda i prestatori d’opera perché mi si dice che gli obiettori di coscienza attualmente sono soltanto 4 e si prevede come risposta che entro il mese di settembre dovrebbero arrivare a 16. La spiegazione data dal Sindaco è stata questa. Poi mi viene anche risposto in merito alla questione dell’igiene dei ragazzi che chi gestisce questo centro fa tutto il possibile, che molte volte succede che i ragazzi nel tragitto dal centro a casa si bagnino, forse è per questa ragione che tornano a casa sporchi. In merito alla spiegazione organizzativa e ai problemi organizzativi ringrazio per le segnalazioni che mi avete fatto e per i dati che mi avete fornito che io non conoscevo. Credo che però siccome è da tempo che questi genitori hanno queste preoccupazioni e vivono il disagio, al di là delle spiegazioni tecniche forse sarebbe bene accertarsi magari quando noi ci riuniremo nella Commissione, andare anche a vedere che cosa succede, perché io credo che un servizio di questo tipo in una città come la nostra, e non solo, sia importantissimo. Ritengo molto grave che vi siano nella nostra città segnalazioni di questo genere che riguardano ragazzi con delle disabilità, dei ragazzi in carrozzina. Io credo sia doveroso da parte dell’Assessore alla Partita, o comunque di una Giunta, controllare che la gestione avvenga in modo efficiente ed efficace perché questi sono disagi veri, non stiamo qui a parlare di aria fritta. In merito al problema relativo al trasporto, io prendo atto del fatto che entro settembre avremo 16 obiettori, però allo stato dei fatti noi abbiamo soltanto 2 prestatori d’opera che accompagnano gli autisti e che quindi li aiutano a trasportare i ragazzi in carrozzina, quindi sono molto pochi. Capisco quale sia la preoccupazione dei genitori. Non ho capito da quanto tempo. Questi genitori mi dicevano che è da mesi che c’è questa situazione. Quindi io credo che 3 una Giunta che comunque ha sempre detto di aver a cuore problemi sociali, soprattutto quelli della fasce deboli, non possa avere segnalate situazioni di disagio di questa portata.” Si dà atto che entra l’Assessore Di Leva. Presidente: “Grazie, Cons. Tabacco. La risposta all’Ass. Pozzi. Prego.” Ass. Pozzi: “Grazie, Presidente. Un piccolo chiarimento. Nella interrogazione si parlava di bambini in carrozzina. Teniamo presente che nel nostro CSE ci sono persone maggiorenni, altrimenti rischiamo di essere fuorvianti. Innanzitutto teniamo presente che all’interno del CSE esiste un comitato di genitori che periodicamente s’incontra con i tecnici, s’incontra con l’Assessore e questo è già un elemento di controllo che personalmente diventa anche un elemento di risposta. Un altro elemento importante è la riunione periodica del tavolo della disabilità, dove sono ancora presenti i genitori, è presente la ASL, quindi l’organo di controllo per una realtà come la nostra accreditata, sono presenti le associazioni disabili, quindi realtà che comunque sono sensibili. Queste segnalazioni non ci sono giunte in maniera così grave. Certo, alcune situazioni problematiche ci hanno raggiunto, ma queste segnalazioni sono all’interno di una gestione che comunque potrei considerare schietta, nel senso che i genitori alla prima difficoltà si rivolgono al responsabile, si rivolgono al funzionario, addirittura all’Assessore. Direi che quasi nella totalità dei casi siamo riusciti a rispondere a quelle che erano le esigenze. È evidente che qui siamo di fronte a casi molto problematici, casi dove innanzitutto i genitori hanno delle aspettative, come tutti i genitori hanno, ma ancora di più proprio perché sono in una situazione di grave difficoltà, non sono di fronte a situazioni facili da risolvere, hanno un carico emotivo, di fatica anche fisica, che quotidianamente devono reggere. Sicuramente dobbiamo fare i conti con quella che è la realtà di fatto di questi ragazzi, di queste persone, e quelle che poi sono le risposte adeguate. Nella risposta è presente un po’ com’è la gestione: abbiamo una equipe che lavora su ogni caso con un progetto educativo individualizzato, che viene comunque presentato al genitore e il genitore stesso è a conoscenza di quello che è l’iter. Per quanto riguarda il discorso trasporti, il nostro Comune non ha liste d’attesa. Teniamo presente che noi quotidianamente facciamo circa 240 viaggi al giorno. È chiaro che questo in una città come la nostra, trafficata, può avere situazioni di ritardo, generato non tanto dal meccanismo, che comunque è un meccanismo quasi ad orologeria, che poi di fronte a un intoppo, a un ingorgo, non possiamo fare altro che adeguarci a quella che è la vita cittadina. Sicuramente occorre flessibilità e anche molte volte i ragazzi stessi richiedono delle differenziazioni di servizio e allora anche qui la gestione che viene svolta 4 quotidianamente è una gestione che deve tenere presente quelle che sono le realtà giorno per giorno, e anche questo può generale, a volte, alcuni disagi. Però devo tenere presente che grosse difficoltà non ne sono mai state segnalate dai genitori. Certo, una delle ultime difficoltà è stata quella degli accompagnatori. Secondo la legge solamente per i trasporti su pullman occorre l’accompagnatore. In teoria non dovrebbe servire. È chiaro che un autista si sente più tutelato se affianco c’è un accompagnatore. In altri Comuni c’è il volontariato che svolge questa azione. A volte ci sono dei genitori che si prestano a fare questa azione di accompagnamento. Noi avevamo questa grossa risorsa che era data dagli obiettori di coscienza ed ora speriamo di riuscire ad avere questa nuova risorsa data dal servizio civile volontario, che diventa un ulteriore elemento importante di qualità e di valore per quello che è il nostro servizio. È chiaro che rientra un po’ in quello che è l’ambito del Patto di stabilità, le assunzioni non possiamo gestirle così liberamente, dobbiamo realmente giocare con quelli che sono gli strumenti che abbiamo. Un’ultima cosa importante. Il CSE attualmente gestisce direttamente è diventato un punto di riferimento anche per altri CSE. Adesso, secondo le normative della Regione, dovremmo arrivare a trasformare i nostri due CSE in Centro Diurno Disabili. Abbiamo già presentato il progetto alla Regione e la stessa Regione si è complimentata per la modalità con noi attualmente gestiamo questo servizio. Teniamo presente che i nostri casi sono multiproblematici, con una gravità di disabilità enorme, cosa che in altri CSE non avviene. Noi abbiamo 46 posti destinati proprio a situazioni di particolare gravità. Teniamo presente che ancora una volta c’è uno sviluppo di un ambito, lo sviluppo delle facoltà di autonomia. È chiaro che questo è un elemento importante per raggiungere quella fase intermedia di disabilità che non è così grave, da Centro Diurno, ma per raggiungere quella integrazione all’interno della città, attraverso un progetto educativo, quindi di passaggio da quello che è l’accompagnamento all’interno della scuola e poi quella che sarà la vita di queste persone, e quindi quello che è il passaggio tra l’ambito della scuola e l’ambito del possibile inserimento lavorativo. Su questo noi abbiamo investito parecchio attraverso il CIFAP, attraverso il servizio di inserimento socio lavorativo, che attualmente lavora a pieno regime, insieme agli altri Comuni. Una cosa da tenere presente è che non sempre ciò che viene proposto a queste persone a volte viene accettato dai genitori, perché come dicevo prima è chiaro che le aspettative sono tante. Sulla questione igienica personalmente ho chiesto, sin dall’inizio del mio Assessorato, un’attenzione forte, anche perché c’era stata una richiesta di questo Consiglio e devo dire che tutte le volte che sono andato al CSE e sono capitato anche in maniera improvvisa, ho sempre trovato una situazione ordinata, una situazione dove è chiaro che la disabilità e la difficoltà è enorme però a parere mio, ma anche proprio tecnico dell’ASL, e anche qui i controlli non mancano, è considerata comunque una realtà 5 non dico ottima perché altrimenti potrei portare troppa acqua al mio mulino, ma comunque una realtà adeguata per quelli che sono gli standard che vengono richiesti. Comunque al 6 di giugno ci ritroveremo per chiarire meglio gli elementi. Grazie.” Si dà atto che entra il Consigliere Lombardo. PRESENTI : N. 24 Presidente: “Grazie, Ass. Pozzi. Una breve replica da parte della Cons. Tabacco.” Cons. Tabacco: “Grazie, Presidente. Andando per ordine, anzitutto il fatto che ci siano riunioni periodiche del tavolo disabilità, comitato genitori, associazioni, ecc., mi sembra il minimo e mi sembra doveroso che questa cosa ci sia. In questo Consiglio Comunale due anni e qualcosa fa avevo fatto una proposta rispetto all’inserimento nel comitato pari opportunità anche di una persona disabile per non rendere ghettizzato il comitato pari opportunità a discorsi secondo me di dubbia utilità, a questo punto, che andassero a parare soltanto in una certa ideologia relativa e riferita solo ed esclusivamente alle donne. Questo sarebbe stato già un passaggio interessante a mio parere, perché quando si parla di pari opportunità sarebbe stato allora utile, come avevo appunto proposto, inserire un rappresentante delle persone disabili. Detto questo, certo si possono migliorare le cose, perché queste segnalazioni non me le sono inventate io, arrivano da persone che probabilmente a loro volta, perché a me aveva detto che avevano già incontrato l’Assessore più volte piuttosto che i rappresentanti istituzionali e non hanno avuto risposte. Ciò significa che probabilmente non sono così bene rappresentate neanche all’interno del comitato genitori. Comunque, io credo che la democrazia significa anche rispetto per i problemi di ciascuno, alcune persone li possono avere più gravi di altre. Io credo che queste persone che hanno segnalato questo problema abbiano un problema vero e sono persone che devono lavorare nella vita, oltre a farsi carico del figlio disabile in carrozzina. Perciò quando il servizio di trasporto, a causa, come lei giustamente citava, Ass. Pozzi, in una città così trafficata, che anche qui da tre anni diciamo che magari se si risolvessero i problemi di traffico non sarebbe male. Lo sta dicendo lei che non sono stati risolti, esistono ancora. Però il problema è che queste persone lavorano e se il pullman arriva un’ora dopo, perdono un’ora di lavoro, oltre a doversi far carico di un figlio in carrozzella. Detto questo, hanno delle aspettative e hanno un carico emotivo, però come lei giustamente ricordava prima alcuni hanno problemi che sono meno gravi di altri, perché avere un figlio di 18-20 anni in carrozzina e dover lavorare, dover anche arrivare in orario la mattina, io penso che sia un problema vero da risolvere, anche perché voi avete sempre dichiarato questa partita e questo settore come uno dei punti fondamentali comunque della vostra politica, del vostro programma. 6 Perciò adesso vediamo il 6. Ripeto, forse con tutti i soldi che comunque sono stati stanziati da questa Amministrazione comunale su questa partita, che è sempre stata come dite voi il vostro fiore all’occhiello, andrebbe forse supportato un po’ di più quel servizio di supporto dei prestatori d’opera che accompagnano sul pullman gli autisti quanto meno per far arrivare non due anni dopo il ragazzo al centro, così come riportarlo a casa. Io credo che si potrebbe investire un po’ di più in questo senso. Mi sembrerebbe una questione di giustizia.” Si dà atto che entra il Consigliere Nicosia. Presidente: “Grazie, Cons. Tabacco. “ 7 PRESENTI : N. 25 IL PRESIDENTE riferisce : “Prima di aprire la discussione in Consiglio Comunale, do la parola al Vice Sindaco Demetrio Morabito per la comunicazione circa il pellegrinaggio ai campi di concentramento. Prego.” Ass. Morabito: “Grazie, Presidente. Ogniqualvolta l’Amministrazione si reca in delegazione, diamo conto di quanto è successo, a maggior ragione in questo caso. Tra il 5 e il 9 maggio una delegazione dell’Amministrazione comunale, o meglio della città intera, si è recata con 4 pullman ai campi di sterminio per il consueto pellegrinaggio che viene tributato dalla città e dall’Amministrazione. È stata una iniziativa molto forte in quanto a partecipazione, pensiamo al fatto che abbiamo fatto anche da catalizzatore rispetto a una serie di delegazioni (i rappresentanti della Giunta comunale di Monza, di Muggiò, Cologno, Cinisello, Bresso e anche di Bona oltre a un pullman che per la prima volta veniva dal Comune Saint Denis, nostro Comune gemellato, un pullman di ragazzi accompagnato da due esponenti della Giunta francese. L’organizzazione poteva contare sulla partecipazione di 4 ex deportati, Angelo Ratti, Angelo Signorelli, Ettore Zilli, Enrico Longari, nonché dei familiari di altri deportati deceduti nei campi, familiari della famiglia Lorenzi, Valota, Bissi, Bragesco, Valdanza. L’Amministrazione era rappresentata da me, dall’Ass. Castelli e dalla Cons. Olga Talamucci. Inoltre la delegazione cittadina era arricchita dalla presenza dei rappresentanti sindacali unitari del Comune, dalle scuole sestesi, dal mondo della cooperazione, dalle associazioni combattentistiche e d’arma e da liberi cittadini. Le visite si sono concentrate lungo il Castello di Artime, il luogo dove si formavano gli specialisti dell’orrore, ad Ebensee, Agusen, presso Lagenstein, dove abbiamo un patto storico d’amicizia con quel Comune e dove si è tenuta la manifestazione internazionale e infine Mathausen dove si è tenuta l’altra manifestazione internazionale che ricordava il 60° della liberazione di quel campo. Un’esperienza ultimamente organizzata da “Ventimila Leghe” e dall’associazione nazionale ex deportati, che ha avuto il forte gradimento di tutti i presenti, soprattutto da parte dei giovani, degli insegnanti, dei meno giovani e dei nuovi invitati (Saint Denis e Bona). Io penso che sia doveroso un ringraziamento sua per l’efficienza organizzativa sia per il calore e la forza con la quale l’ANED e “Ventimila Leghe” ci hanno accompagnato in quei luoghi dell’orrore. È stato un modo ancora una volta per ricordare il forte sacrificio di questa città che pagò caramente il protagonismo operaio con il quale nel marzo 1944 scioperò contro la presenza nazista in Italia. Un appuntamento, questo del pellegrinaggio, molto significativo per la nostra città, così viene compreso da tutti quanti si recano ai 1 campi e ritornano con un pezzettino ancor di più di appartenenza a questa comunità e dico anche a questa Europa che in quella liberazione rinasceva dalle ceneri dell’orrore nazifascista. Ringraziamo tutti coloro che si sono prodigati per poter organizzare questa iniziativa all’interno della struttura comunale e ancora all’ANED e a “Ventimila Leghe” che davvero ogni anno riescono ad organizzare un’iniziativa forte e importante e lo vediamo dagli occhi dei tanti giovani che tornano fortemente colpiti da questa esperienza. Era doveroso tanto più di altre volte ricordare questa delegazione. Grazie.” Presidente: “Grazie, Vice Sindaco Morabito. Saluto con affetto e ringrazio della loro presenza gli amici e compagni dell’ANED e invito i Consiglieri che non avessero avuto modo ancora di partecipare a questo pellegrinaggio di farlo al più presto possibile perché è un’esperienza veramente illuminante e significativa. Prego, Cons. Talamucci.” Cons. Talamucci: “Grazie, signor Presidente. Avendo partecipato alla delegazione a nome di questo Consiglio Comunale, mi sembra doveroso ringraziare l’Amministrazione che tutti gli anni organizza per noi questo viaggio, per noi sestesi e per noi Consiglieri e Amministrazione, il mio pensiero, molto veloce per non portare via tempo ai lavori, è un caro saluto a uno dei deportati che ci hanno accompagnato, come diceva adesso Demetrio Morabito, che per la prima volta è tornato a Mathausen dopo 60 anni. Per noi che conosciamo la storia, le vicende, le sofferenze delle famiglie dei deportati, le lotte dei cittadini e degli operai di Sesto S. Giovanni, è stato un nuovo abbraccio, un signore che dopo 60 anni tornava a visitare il luogo dove era stato incarcerato. Questo signore è Enrico Longari. Penso che gli dobbiamo un abbraccio caloroso tutti quanti, a lui e a tutti gli ex deportati che tutti gli anni rinnovano questo importante momento. Invito veramente tutti i Consiglieri Comunali a partecipare almeno una volta a questa iniziativa, sia di maggioranza che di minoranza, perché fa parte della nostra storia e della nostra tradizione. Grazie.” Presidente: “Prima di iniziare con le proposte di deliberazione ho bisogno di tre scrutatori, due di maggioranza e uno di minoranza, come al solito, poi passiamo alle votazioni. Cons. Croatto, Cons. Masi, Cons. Notarnicola, grazie.” 2 OGGETTO: 1ª Commissione Consigliare Permanente “Affari generali ed istituzionali – Pianificazione, contabilità economica e controllo di gestione”. Surroga del Consigliere Comunale Marco Galeone Presidente: Si era offerta la Cons. Croatto, con spirito alla Enrico Toti, però visto che stasera presuppone un po’ di movimenti, per gli scrutatori sarebbe opportuno, vista la sua difficoltà deambulatoria, che ci sia un altro Consigliere di maggioranza. Picardi, grazie. [...] Se avete votato tutti do la parola al Segretario per la chiama e invito gli scrutatori a venire qui vicino all' urna [...] Intanto che vi distribuiscono l’altra scheda, vi do l’esito della votazione: 25 partecipanti al voto. Risulta eletta nella Commissione Affari generali e istituzionali la Cons. Notarnicola con 25 voti. 3 OGGETTO: 2ª Commissione Consiliare Permanente “Pianificazione urbanistica ed ambiente con competenze su urbanistica, l’uso del territorio, l’ambiente, i lavori pubblici ed i trasporti”. Surroga del Consigliere Comunale Vincenzo Amato Presidente: Prego i Consiglieri di votare. Invito come al solito gli scrutatori a venire qui all’urna. La parola al Segretario. [...] Do l’esito della votazione: 25 partecipanti al voto, 24 voti Poli, 1 voto Landucci. Risulta eletto in Commissione il Cons. Poli. A questo punto passiamo alla terza ed ultima votazione 4 OGGETTO: 3ª Commissione Consiliare Permanente “Servizi alle persone con competenze sulla cultura, lo sport, il tempo libero ed i servizi socio sanitari”. Surroga della Consigliera Comunale Monica Chittò Presidente: Possiamo innanzitutto incominciare a consegnare le schede. La parola al Segretario. [...] All’ultima votazione hanno partecipato 25 Consiglieri, 24 voti la Cons. Di Pietro, 1 scheda bianca, risulta eletta nella III Commissione Consiliare la Cons. Di Pietro. Terminata la fase delle votazioni, che comporta sempre un po’ di disturbo in aula, possiamo ricomporci e visto che la comunicazione del Sindaco in merito alla Campari la facciamo in coda, inviterei il Difensore Civico, se non ci sono obiezioni, a entrare in aula per la sua relazione annuale e poi aprire il dibattito in Consiglio. 5 Si dà atto che entra in aula il Difensore Civico Avv. D’AMBROSIO LORELLA. IL PRESIDENTE riferisce : “ Buonasera al Difensore Civico. La parola al Difensore Civico.” Si dà atto che esce il Segretario Generale Dott.ssa MARIA ANGELA DANZI’, assiste alla seduta il Vice Segretario Generale Dott. MASSIMO PIAMONTE. Avv. D’Ambrosio – Difensore Civico: “Grazie, signor Presidente. Buonasera a tutti voi. L’anno scorso ricorderete che in occasione della mia presentazione a questo Consiglio Comunale mi ero insediata solamente da qualche mese e quindi la parzialità dei dati raccolti non ne consentiva certo una esposizione esaustiva dell’attività dell’Ufficio di difesa civica. In quella occasione mi ero limitata quindi ad illustrare gli ambiti di applicazione della figura, i poteri, le funzioni del Difensore Civico e avevo rinviato l’appuntamento alla prima occasione utile, che poi il mio mandato è scaduto il 3 marzo, per la presentazione della relazione al Consiglio Comunale. Il lavoro che mi accingo ad illustrare può essere idealmente considerato suddiviso in tre parti. La prima parte, che è la parte introduttiva, è stata dedicata all’elencazione dei settori che sono stati coinvolti dall’Ufficio di difesa civica e all’interno di questi i servizi comunali. Segue un’elencazione dei procedimenti aperti, trattati in maniera abbastanza succinta, che questa sera ovviamente per questione di tempo ed opportunità espositiva non andrò a illustrare analiticamente ma rimando alla lettura. Una parte centrale che invece è quella dedicata alla lettura dei dati e alla loro classificazione in base a dei criteri di riferimento come la materia, la tempistica, il tipo di esito che questi hanno avuto e poi alla fine l’ultima parte con delle premesse ai due lavori ai quali ho partecipato, organizzati uno dalla Provincia e un altro dalla Regione, che sono due convegni e poi delle brevi note conclusive. Diciamo che anche quest’anno l’esperienza che ho potuto avere, che poi ho potuto verificare essere un’esperienza comune a tutti i Difensori Civici, perlomeno quelli comunali, è che alla difesa civica approdino le più disparate domande, sia quelle di competenza sia anche quelle che di competenza non sono. Nello spirito di tutela, il Difensore Civico non nega la difesa a nessuno, un po’ per continuare la tradizione precedente e un po’ perché così fanno i miei colleghi con i quali mi sono consultata. Su 80 richieste approdate quest’anno, 50 sono stati procedimenti aperti di competenza. Per gli altri ci si è limitati a dare delle informazioni, a inviarli nelle sedi competenti, ad esempio l’associazione consumatori piuttosto che gli uffici di mediazione presso le Camere di Commercio o addirittura il giudice di pace. Infatti diciamo che il Difensore Civico a volte è confuso con il giudice di pace. Questi 50 interventi sull’arco temporale dal 2 1 febbraio al 31 marzo, hanno interessato diversi settori: il settore servizi istituzionali e comunicazioni 2 interventi che hanno riguardato il servizio demografico, uno fra i quali lo sottolineo anche perché la genericità dell’argomento prospettato è abbastanza interessante, ed è la possibilità per i soggetti che hanno compiuto il 18° anno di età extracomunitari che hanno risieduto nel nostro territorio di ottenere entro l’anno del compimento della maggiore età la cittadinanza se dimostrano di essere stati legalmente e stabilmente residenti nel nostro paese. Il caso trattato è stato solo uno e poi su quello abbiamo fatto esperienza e sul resto abbiamo visto che potevamo benissimo adire il provvedimento attraverso l’autorità giudiziaria, che è l’unica deputata a colmare quei vuoti, quei buchi neri in cui la persona non riesce a dimostrare che ha riseduto stabilmente, che è anagraficamente residente nel nostro paese. Il settore programmazione e gestione del personale ha avuto due interventi; il settore Segreteria Generale 1 intervento; il Settore Polizia locale 2; il settore Servizi alla persona 3 interventi, 3 rivolti all’area disabili, 3 all’area assistenti sociali, 1 al centro anziani. Il settore educazione, nucleo operativo, speciale osservatorio case 1 intervento e l’oggetto è la graduatoria dell’assegnazione alloggi case comunali. Settore tributi 11 interventi e questi riguardano per la maggior parte avvisi di accertamenti ritenuti illegittimi, che chiaramente sono da verificare. Nove interventi hanno riguardato il settore impianti e opere pubbliche, suddivisi tra gestione patrimonio 5, demanio e patrimonio 2, servizio edilizia pubblica 2, 1 intervento al coordinamento tecnico unitario ambiente progetti strategici in relazione al servizio ambiente, questo permette di sottolineare anche se è un caso non risolto ovviamente per la complessità della materia, però ha chiaramente consentito anche a me di formulare un’esperienza per quanto riguarda il piano di zonizzazione del nostro Comune, le norme applicabili, la problematica sulle immissioni e la tutela di ambienti salubri. Segue il settore urbanistica, 3 interventi; settore riqualificazione urbana 7 interventi. Fra questi mi permetto di sottolineare la questione del piano parcheggi, perché è una questione che non riguarda il singolo ma una moltitudine di persone, e riguarda problematiche inerenti all’abbattimento delle barriere architettoniche. Settore Affari istituzionali 1 intervento, attività finanziaria 1, varie 3 interventi. Nelle varie rientrano quelle che non potevano essere classificati in nessun altro. Per esempio, se qualcuno ha letto, e se non lo ha fatto dovrà farlo, sul trattamento sanitario obbligatorio non c’è un settore di riferimento. Passerei quindi all’analisi dei dati. Ovviamente la tipologia dei casi dipende a seconda del criteri di riferimento col quale andiamo a confrontarci. Per quanto riguarda la materia possiamo dire che la domanda rimane forte nei settori tradizionali. Nella tabella allegata alla relazione vedete appunto che al primo posto è il settore tributi (22%), segue il settore impianti e opere pubbliche (18%), settore infrastrutture a rete (14%), servizi alla persona e via discorrendo le altre che però si distaccano molto. Per quanto 2 riguarda l’esito, su 50 interventi aperti quest’anno, 36 si sono già conclusi, pari al 72% e, su questi 36, 16 hanno avuto riscontro positivo. Positivo significa che l’azione è stata positiva per l’Ufficio di difesa civica, non necessariamente vuol dire che il provvedimento che è stato preso in considerazione è stato ritenuto legittimo, ma poteva anche darsi che un provvedimento legittimo era comunque migliorabile; oppure situazioni nelle quali si è promossa l’adozione di provvedimenti o di comportamenti da parte della Pubblica Amministrazione. In questo caso la funzione del Difensore Civico è duplice perché da una parte svolge il controllo di legittimità del provvedimento amministrativo, dall’altra però funge anche da mediatore e da rappresentante democratico della collettività, che è una delle funzioni che avevo già illustrato l’anno sorso in occasione della presentazione. Per le altre, cioè per quello che si è concluso positivamente, vuol dire che l’azione amministrativa è stata ritenuta legittima, quindi conforme alle normative di legge e quindi anche su queste è stata svolta la funzione di controllo. Nell’insieme delle attività svolte si può rintracciare più di un tentativo di probabili soluzioni avanzate e adeguate alla complessità della domanda di tutela e delle risposte enunciate prima per esempio sul piano parcheggi, dove l’Amministrazione comunale ha attuato il principio di autotutela modificando il piano parcheggi sulle lamentele di alcuni cittadini che erano stati esclusi dalla possibilità di parcheggiare vicino casa, la sensibilizzazione circa l’impegno dell’attività comunale che è stata proclamata anche attraverso una serie di dibattiti anche pubblici sulla previsione dell’abbattimento delle barriere architettoniche e poi quella sulla tutela ambientale, che è appunto quella di cui avevo parlato prima. I tempi di definizione dipendono dalla tipologia dell’intervento che viene chiesto e dipendono anche dal riscontro che i settori dell’Amministrazione comunale danno al difensore civico. È chiaro che se viene chiesta una mera tutela di controllo, quindi la legittimità di un provvedimento amministrativo, per il Difensore Civico, se ha una cultura giuridica, o almeno dovrebbe averla, è molto più semplice perché verificato che è stato rispettato l’iter amministrativo, niente di più bisogna aggiungere. Diverso invece è quando viene chiesto dal cittadino di stimolare l’annullamento o la modifica o addirittura l’assunzione di provvedimenti amministrativi e di comportamenti. Questo richiede uno studio maggiore e quindi un tempo maggiore. Altro dipende dal riscontro che viene dato al Difensore Civico da parte dei settori comunali e in questo mi permetto di promuovere maggiormente la cultura della collaborazione con l’Ufficio di difesa civica, perché questo non fa solo bene al cittadino, non fa solo bene all’Ufficio di difesa civica, ma fa bene anche all’Amministrazione comunale e quindi svolge bene la sua funzione di pubblica utilitas. Per quanto riguarda i tempi, diciamo che veramente la tempistica può considerarsi un valore aggiunto perché la soluzione di un problema, sia essa positiva o negativa, è efficace, è utile solamente se raggiunta in tempi adeguati. Molto spesso una 3 risposta anche positiva ma arrivata dopo tanto tempo, rischia di essere inefficace o addirittura di non servire più. La tabella che ho riportato dimostra che quasi il 39% dei casi che sono stati definiti è stato risolto in 30 giorni, 25% in 60, in 90 giorni il 22,2%, in oltre 90% il 13,89%. È chiaro che questi tempi, secondo la mia opinione, sono del tutto rispettabili ma si può fare di più, anzi si deve fare di più. L’ultimo dato che posso riferire è che la tipologia di utenti che si rivolge all’Ufficio di difesa civica è costituito per l’82% da persone fisiche, soltanto il 18% sono enti collettivi e tra questi associazioni o attività commerciali e questo è facile da dedurre perché il soggetto singolo, non costituito in associazioni, è quello che vede nell’Ufficio di difesa civica una possibilità di risposta ai propri problemi. Vengo all’ultima parte, e concludo. Sulle conclusioni posso dire due cose brevemente. Intanto che è evidenziata la centralità del diritto del cittadino, soprattutto di quello più debole, e per debole intendo quello meno abbiente, quello meno informato e quello che a volte ha difficoltà a rapportarsi con la macchina comunale e il rispetto del diritto passa attraverso la conoscenza, quindi l’informazione è importante. Da quest’anno è stata completamente rifatta la pagina all’interno del portale dell’Ufficio di difesa civica. Chi ha avuto occasione di poterlo consultare avrà potuto vedere che si entra facilmente, non dovendo passare per l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, e qui c’è una sorta di esposizione abbastanza sintetica ma molto chiara, accessibile a tutti, sugli ambiti di applicazione dell’Ufficio di difesa civica, che cosa fa, che tipo di interventi può svolgere, soprattutto chi può rivolgersi. È possibile da adesso – quando è stata stesa la relazione eravamo ancora in fase di ideazione – inoltrare domanda attraverso una e-mail. C’è un link all’interno della pagina del Difensore Civico, cliccando il quale si accede ad un modulo di domanda con dei campi obbligatori che dovranno essere compilati e la domanda è molto più celere. Mi permetto di sottolineare ancora i tempi, quindi la richiesta di collaborazione con l’Ufficio della difesa civica e la promozione della cultura della collaborazione. Su questo io chiuderei. Vi ringrazio per l’attenzione, vi do appuntamento all’anno prossimo e vi auguro un buon proseguimento di serata. Buon lavoro e grazie ancora.” Si dà atto che durante la relazione del Difensore Civico entrano i Consiglieri Leo e Di Pietro. PRESENTI : N. 27 Presidente: “Grazie al Difensore Civico. Se qualche Consigliere vuol fare qualche riflessione aggiuntiva sulla relazione, o chiedere chiarimenti, può farlo. Cons. Di Pietro, prego.” Cons. Di Pietro: “Innanzitutto volevo ringraziare l’avv. D’Ambrosio che conosco personalmente per ovvie ragioni (siamo colleghe), ma soprattutto per la puntualità 4 e la chiarezza dell’esposizione, che si ritrova comunque anche nella relazione, per chi avrà avuto modo di leggere, che evidenzia sicuramente una capacità di approccio concreto e pragmatico rispetto alle richieste pervenute all’Ufficio del Difensore Civico, non accogliendo, come detto dall’avv. D’Ambrosio, quelle valutate non pertinenti rispetto alle competenze proprie del Difensore Civico. Bisogna saper dire di no anche quando non è facile dire di no e soprattutto, come più volte sottolineato anche dall’avv. D’Ambrosio, riuscendo a definire procedimenti aperti in tempi direi estremamente solleciti. Le percentuali e numeri riportati nella relazione ci danno infatti la misura delle procedure concluse nell’arco temporale di questo Difensore Civico, che da dal 2 febbraio 2004, quando si è insediato, al 31 marzo del 2005. Alta è la percentuale dei procedimenti conclusi, di cui il 38% entro 30 giorni, il 25% entro 60 giorni e il 22,2% entro 90 giorni. Io ho voluto citare questi dati perché li ritengo effettivamente molto importanti e degni di nota, perché come già più volte ripetuto dal Difensore, lo sappiamo tutti che la funzionalità e l’utilità di un servizio spesso si misurano anche in termini di tempistica e non solo perché, per usare un noto detto, il tempo è denaro, ma perché sappiamo che un’azione è efficace se ed in quanto impiega tempi di definizione contenuti. Tra l’altro lo stesso Difensore Civico, pur evidenziando che la tempistica è rapportata anche al tipo di attività che effettivamente il Difensore Civico è chiamato ad esercitare l’attività di controllo comporta sempre tempi di speditezza maggiori rispetto a un’attività che richiede la modifica o l’annullamento di un provvedimento amministrativo lo stesso Difensore ha riferito espressamente la necessità di sensibilizzare gli uffici comunali a riscontri più celeri proprio per garantire un miglior risultato a quella che è una delle funzioni, o meglio la funzione principale, che questo istituto è chiamato a svolgere, vale a dire la tutela del cittadino nei confronti della Pubblica Amministrazione. La tutela è tanto più efficace quanto più immediato è il riscontro e conseguentemente accelera la definizione della questione sollevata. È evidente, e la stessa relazione direttamente lo rileva, che l’efficienza del servizio di difesa civica oltre a favorire il grado di fruibilità del servizio medesimo, potrebbe condurre ad un ulteriore e non sottovalutabile risultato, come già tra l’altro sottolineato dal Difensore Civico, vale a dire l’avvicinamento dei cittadini all’istituzione in nome di quei diritti di cittadinanza e di dignità della persona, di cui il Difensore Civico è di fatto l’interprete naturale. Ciò richiede, a mio avviso, anche una spiccata capacità mediatrice del Difensore Civico. Dice bene infatti l’avv. D’Ambrosio quando, nella sua relazione, parla di centralità del diritto del cittadino, perché in effetti il Difensore Civico deve saper interpretare i bisogni del cittadino, specie di quelli più deboli, riuscendo a svolgere un ruolo di mediazione dei diritti e degli interessi del cittadino da un lato e di quelli della Pubblica Amministrazione dall’altro, che è chiamato a garantire la piena dignità sociale di tutti gli individui. A questo proposito ritengo sia fondamentale, e del resto è opinione sempre più diffusa, la capacità di mediazione 5 del Difensore Civico, che riuscendo a focalizzarsi sugli interessi dei cittadini e della Pubblica Amministrazione, può svolgere un ruolo fondamentale, proponendosi come elemento di riequilibrio tra il sistema istituzionale e la collettività. Non è un caso, infatti, che a livello europeo la figura del Difensore Civico sia stata denominata Mediatore Europeo, quale organo deputato a garantire la buona amministrazione nell’operato delle istituzioni e degli organi della Comunità Europea e la scelta del termine Mediatore evidenzia proprio l’idea di un diverso approccio, non contenzioso, verso i conflitti che sorgono tra le parti (cittadini - Pubblica Amministrazione in questo caso), facilitandone la soluzione con il risultato di migliorare anche le relazioni fra cittadini e Pubblica Amministrazione. Tornando alla relazione del Difensore Civico, che ha esposto questa sera, non ritengo di soffermarmi sui singoli casi che sono stati affrontati dall’avv. D’Ambrosio anche questa sera e che tutti noi avremo avuto modo di leggere nella relazione, se non per evidenziare come gli interventi effettuati sono la testimonianza di quanto l’istituto del Difensore Civico corrisponda ad esigenze reali dei cittadini. È condivisibile, dunque, l’esplicitata necessità di potenziamento della rete informativa e di promozione della conoscenza di questo istituto, che garantirebbe ai cittadini la possibilità di giovarsi di un più stretto rapporto con questo servizio, a vantaggio di una migliore qualità dei rapporti tra cittadino ed istituzioni.” Presidente: “Grazie, Cons. Di Pietro. Ha chiesto la parola il Cons. Picardi. Prego.” Cons. Picardi: “Grazie, Presidente. Era solo un chiarimento di tipo tecnico sulla relazione. Siccome è stata citata la modalità di accesso, il miglioramento dell’accesso al portale del cittadino per arrivare direttamente all’utilizzo dell’Ufficio del Difensore Civico, mi chiedevo se c’è qualche cosa di più come strumento di misura per verificare da dove arriva l’accesso dei cittadini e quindi poter calibrare meglio l’informativa e potenziare da una parte l’informazione ai cittadini dell’esistenza dei servizi forniti dal Difensore Civico. Siccome nella relazione non l’ho trovata e lei ha fatto riferimento a questa cosa, volevo solo capire meglio.” Presidente: “Grazie, Cons. Picardi. Se non ci sono altre riflessioni, chiuderei qui il dibattito e do la parola al Difensore Civico e poi una riflessione finale da parte del Sindaco.” Avv. D’Ambrosio – Difensore Civico: “Una precisazione e una risposta. La precisazione va alla Cons. Di Pietro, che ringrazio per le belle parole e mi fa piacere che abbia apprezzato il mio lavoro. Sulle domande non di competenza dell’Ufficio di difesa civica non è che le mandiamo via, ma semplicemente cerchiamo di indirizzare le persone verso quelle soluzioni alternative delle 6 controversie, che non richiedono necessariamente l’intervento del giudice. Questo per due motivi, perché a volte l’intervento del giudice è molto lungo e poi è anche abbastanza costoso. Per quanto riguarda la domanda riguardo l’accesso al portale, la pagina del Difensore Civico è stata attuata quest’anno e la prima innovazione è quella di spiegare l’ambito di applicazione. All’interno del portale troverete la pubblicazione della relazione annuale, e questo avverrà ogni anno, e il Regolamento del Difensore Civico comunale che prima non c’era. Per quanto riguarda invece il tipo di interventi, questo è ancora in fase sperimentale, perché quando è stata presentata la domanda era un’idea, che si è concretizzata ed è efficace da qualche giorno, quindi su questo non saprei proprio cosa risponderle perché devo ancora verificare che tipo di interventi vengono chiesti. È chiaro che il servizio sarà sicuramente migliorato. Se vengono fatte presenti delle istanze o se comunque si ha bisogno di informazioni ulteriori l’Ufficio di difesa civica se ne farà carico. Posso anticipare che stiamo lavorando su questo, dovremmo fare un depliant informativo da far avere ai consigli circoscrizionali piuttosto che negli uffici dei settori, per promuovere l’Ufficio di difesa civica e rendere più consapevoli le persone. Questo sarà operativo prossimamente. Grazie.” Presidente: “La parola al Sindaco. Prego.” Sindaco: “Volevo innanzitutto anch’io ringraziare l’avv. D’Ambrosio per la sua relazione, ma soprattutto per il suo lavoro di quest’anno. Tra l’altro mi sembra in qualche modo divertente che il lavoro della D’Ambrosio sia documentato da Di Pietro.... Manca Borrelli, la volta prossima lo cercheremo.... Detto questo, voglio ringraziare l’avv. D’Ambrosio per il lavoro svolto quest’anno e per la relazione di questa sera, sottolineando innanzitutto la serietà del suo impegno. Direi che quando nella sua relazione ha sottolineato alcuni passaggi, credo che siano da fare nostri. Innanzitutto il tema della cultura della collaborazione credo che sia fondamentale, sia riguardo ai cittadini sia riguardo alle varie parti dell’Amministrazione comunale e che sia una cultura che deve crescere anche attraverso, quando è necessario, un confronto, che deve condotto sulla base del rispetto reciproco della considerazione, delle proposte che vengono avanzate, naturalmente tenendo presente che quanto più le due parti agiscono in modo serio, tanto più questa collaborazione è reciproca ed è proficua. Credo che questa valga soprattutto per la giusta osservazione, è contenuta nella relazione, riguardo i tempi di risposta, che sono naturalmente diversi a seconda delle diverse domande che vengono avanzate, ma che naturalmente debbono essere perfezionati questi tempi, ed anzi ne approfittiamo, io come Sindaco, gli Assessori che sono qui presenti per parlare con i rispettivi uffici a ribadire che il rispetto dei tempi nelle risposte è fondamentale anche per dare un senso compiuto al lavoro del Difensore 7 Civico ma soprattutto ai rapporti con i cittadini. L’altra caratteristica del lavoro dell’avv. D’Ambrosio credo sia stato quello di avere un atteggiamento molto concreto e capace di entrare nel merito dei problemi e questo dipende sicuramente dalla competenza professionale dell’avv. D’Ambrosio, ma anche, io credo, dal suo atteggiamento positivo rispetto alle molte domande che vengono dai cittadini, che a volte sono anche difficili da capire o da interpretare o da catalogare. Questo credo che sia l’impegno che ci prendiamo come Amministrazione comunale di migliorare i rapporti per quanto riguarda i tempi, per quanto riguarda le concrete risposte che dobbiamo dare, che abbiamo dato e che sicuramente daremo ai problemi che ci vengono propositi. Devo anche sottolineare che in quest’ottica c’è la nostra massima disponibilità, naturalmente, ad avere un colloquio continuo con il Difensore Civico e credo che sia una scelta, quella fatta, di istituire il Difensore Civico che qualifica, tra l’altro, l’Amministrazione comunale. Grazie.” Si dà atto che rientra il Segretario Generale Dott.ssa MARIA ANGELA Danzi’ ed assiste alla seduta. Presidente: “Grazie, signor Sindaco. Nel congedare il Difensore Civico la ringrazio nuovamente per la sua presenza e per la sua relazione. Continuiamo i lavori del Consiglio Comunale. Si dà atto che esce dall’aula il Difensore Civico Avv. D’AMBROSIO LORELLA. 8 IL PRESIDENTE riferisce : “Comunicazioni in merito al Programma Integrato di Intervento per l’ambito Campari. Avvio del procedimento”. Do la parola al Sindaco.” Sindaco: “Credo che questa sera, con questa comunicazione, si avvia in modo più deciso uno dei temi, dei nodi fondamentali dello sviluppo della città e riguarda l’ambito della Campari. Credo che sia da chiarire prima di tutto che siamo di fronte a un inizio, quindi a un primo momento che deve essere poi perfezionato. Abbiamo soltanto, da parte della Campari, una serie di richieste, un piano che non è quello definitivo. In queste settimane che avremo davanti ovviamente avremo la proposta definitiva della Campari e quindi anche le risposte, le considerazioni definitive da parte nostra. Tuttavia credo che sia interessante partendo da questa considerazione che siamo per l’appunto ad un inizio e non una fine del percorso. Credo che sia giusto che il Sindaco informi il Consiglio Comunale di quello che è andato maturando riguardo uno degli ambiti tradizionali della città. Se mi permettete questa piccola premessa, credo che la Campari sia non solo una delle aziende storiche di Sesto S. Giovanni, è stata una delle prime ad arrivare nella nostra città agli inizi del 1900, ma che sia stata e continua ad essere una delle aziende più conosciute nel mondo e da qui partono i loro prodotti in gran parte diretti nei 5 continenti. I sestesi sanno che uno dei vezzi della Campari è di dire di essere presente in un numero di nazioni superiore di quelle che sono rappresentate al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, quindi essere in qualche modo un’azienda in grado di avere scoperto la globalizzazione prima ancora che venisse coniato questo termine. Credo che sia poi una delle aziende che hanno segnato la nostra città. Come ripeto io, mentre non esiste un quartiere Breda, esiste il Campari e credo che questo sia un segnale anche lessicale di una presenza importante, tradizionale nella nostra città. Queste ragioni sono state alla base della lunga trattativa che abbiamo avuto quando qualche tempo fa abbiamo saputo che la Campari avendo acquistato la Cinzano e, con la Cinzano, l’Asti Spumante, avrebbe dovuto portare nella zona dell’Asti Spumante lo stabilimento di produzione e quindi abbandonare lo stabilimento di Sesto S. Giovanni per spostarsi in questo caso a Novi Ligure. Quindi si è posto un problema forte per noi, per la nostra città, che riguardava il futuro di un’area centrale di Sesto S. Giovanni ma anche contemporaneamente il futuro di un’azienda che ha segnato la storia della nostra città. Dunque quando abbiamo iniziato a discutere con la direzione della Campari ci siamo posti due temi fondamentali. Il primo che non si aggiungesse un’area dismessa alle aree dismesse che già esistono nella nostra 1 città, il secondo che venisse salvaguardata una presenza importante di un’azienda rilevante come la Campari a Sesto S. Giovanni. Partendo da queste due premesse abbiamo costruito un percorso che per l’appunto, come ho detto, deve essere completato nei prossimi mesi, ma che potrebbe essere arrivato a un punto importante. La prima richiesta che abbiamo fatto alla Campari è stata quella che ci fosse un accordo sindacale riguardo il futuro di coloro che lì lavoravano. Si trattava allora di circa 150 persone che lavoravano nell’area Campari e che dopo una trattativa tra le organizzazioni sindacali interne e le organizzazioni sindacali di categoria, è sfociato in un accordo firmato sia a livello locale che a livello nazionale, perché come sapete la Campari è presente in varie parti d’Italia e quindi si trattava di un accordo che naturalmente vedeva l’area di Sesto come centrale in questo accordo, ma che naturalmente riguardava anche altre parti d’Italia e quindi questo accordo sindacale, sul quale noi abbiamo cercato di influire positivamente è stato raggiunto e sottoscritto a livello sia locale che nazionale. Credo che questo sia stato un primo risultato molto positivo perché per la prima volta si è raggiunto il risultato di un accordo sindacale che precedeva anche di diversi mesi la chiusura dell’azienda e non veniva dopo, quando ormai la situazione era compromessa. Tra l’altro questo accordo sindacale ha in testa un’affermazione che costituisce un’altra parte del nostro discorso e cioè che la direzione nazionale della Campari ha come suo destino futuro, immediato, quello di trasferirsi da Milano a Sesto S. Giovanni. Voi sapete probabilmente che la Campari era proprietaria di uno stabile importante in via Turati, a Milano, dove c’è appunto la direzione. Questo stabile è stato venduto l’anno scorso dalla Campari con la clausola di rimanere in affitto lì fino alla fine di giugno del 2008 e quindi dal 1° luglio del 2008 la direzione della Campari deve venire via da via Turati e quindi nell’accordo sindacale sul quale noi abbiamo insistito molto, si sottolineava che dovesse venire a Sesto S. Giovanni. Quindi credo che si era ottenuto due risultati di grande rilievo, cioè impediva la nascita di una nuova area dismessa in aggiunta alle altre, si faceva un accordo sindacale prima della chiusura dell’azienda e si vedeva già il futuro di quest’area importante della città. Sulle richieste della Campari naturalmente ci sono stati diversi passaggi. In un primo momento la Campari aveva fatto la richiesta che tutta la volumetria lì consentita venisse utilizzata per la coverizzazione di terziario, una parte per l’appunto da destinare alla direzione della Campari e un’altra parte da affittare o vendere, secondo le richieste del mercato. In un tempo successivo, qualche mese dopo, invece, la Campari ci ha proposto di dividere in due la volumetria, di lasciare una parte consistente, grosso modo la metà, per gli uffici della direzione e un’altra parte da destinare a residenza. Un altro pezzo di discussione che abbiamo avuto riguarda l’edificio del 1904, cioè la parte che si affaccia su viale Gramsci, che era per l’appunto la prima parte dello stabilimento realizzato a suo tempo da Davide Campari. In un primo tempo la Campari voleva 2 abbattere questa parte, noi abbiamo molto insistito perché ci sembrava e ci sembra tra l’altro che fosse in contraddizione con lo stesso spirito dell’azienda oltre che con gli interessi della città che un edificio di archeologia industriale di questo pregio venisse abbattuto ed anzi abbiamo insistito invece perché lì venisse realizzato un intervento di qualità e quindi dopo varie e lunghe trattative, per la verità, si è raggiunto un accordo per cui l’edificio del 1904 viene salvato, non viene abbattuto, e naturalmente viene realizzato lì il Museo della Campari e, secondo quanto ci è stato detto, possibilmente anche il Museo della Cinzano, che in questo momento non ha una sede. Per quanto riguarda l’altra parte del tema, riguarda il giardino e la villa di Casa Alta. Voi sapete che Casa Alta è un edificio protetto dalla Sovrintendenza, era l’edificio dei marchesi Fagnani e Arese e quindi era evidente che non potesse essere toccato. Quindi abbiamo chiesto la possibilità di utilizzarla nel corso dell’anno per manifestazioni da concordare ovviamente con la Campari ma di particolare rilevanza, di particolare prestigio, dato il prestigio stesso della Casa Alta. Per quanto riguarda invece il giardino, che è grosso modo un po’ meno di 10 mila mq, l’accordo raggiunto è quello di avere 4500 mq, grosso modo la metà del giardino, che oggi è chiuso al pubblico, che invece diventa un giardino comunale. Anche questo è un risultato che credo sia importante. Per quanto riguarda le richieste della Campari, vedete che c’è una richiesta che riguarda le volumetrie e quindi di andare oltre le volumetrie che sono oggi in loco e quindi avere questo aumento del 10% perché, secondo la loro richiesta, questo consente un’operazione che abbia un senso economico. Naturalmente si tratta di una decisione che dobbiamo prendere, che va giustificata e compresa con la scelta qualificante di mantenere la direzione dell’azienda sul nostro territorio di andare alla costruzione del Museo della Campari, di avere il giardino e quindi io credo che sia un discorso che, per quello che io penso, vada accettato. Naturalmente come in tutti i nostri interventi rilevanti, c’è la parte del 20% che dovrà essere destinata ad affitto convenzionato. Abbiamo fatto una richiesta precisa alla Campari primo, che questa parte fosse realizzata perlomeno in contemporanea con il resto dell’intervento. Nel passato abbiamo avuto esperienze di tempi non sempre rispettati, invece questo credo che sia da far rispettare. Abbiamo chiesto anche, di fronte a una certa vaghezza delle loro indicazioni, di avere una precisa destinazione e nelle ultime definizioni della Campari, c’è l’impegno che questo intervento venga realizzato a pochi metri di distanza dalla sede della Campari, via Ariosto, dove attualmente c’è la mensa dell’azienda. Questo consente di avere il vantaggio innanzitutto di poter avere un intervento nei tempi rapido e d’altra parte di averlo in un luogo molto vicino al resto dell’intervento e quindi di particolare pregio. Per quanto riguarda poi gli oneri, si tratta di oneri rilevanti sia perché siamo di fronte a varianti, sia perché la particolare zona di pregio della città impone di avere un’entrata anche dal punto di vista economico importante, che è valutata in 3 almeno 8.200.000 euro, che credo possano essere in qualche modo aumentati e che hanno due destinazioni prioritarie: una riguarda le politiche della casa, l’altra le politiche ambientali. Queste credo siano sostanzialmente le linee di questo intervento. A questo punto credo che a noi tocchi, con questa comunicazione, di dare l’avvio al procedimento, tenendo conto che la Campari, proprio perché i tempi di trasloco sono tempi ormai particolarmente stretti. Tenete conto che il 1° di luglio del 2008 la direzione della Campari deve trovare una nuova collocazione perché scade l’affitto dell’edificio di via Turati e la richiesta esplicita della Campari è quella appunto di avere tempi rapidi. L’ultima cosa che credo vada sottolineata riguarda la qualità degli interventi che noi abbiamo sottolineato. Abbiamo chiesto alla Campari di presentarci un progetto di alta qualità. Come voi sapete forse la Campari ha scelto come progettisti l’arch. Marzolati, che è sestese, e l’arch. Mario Botta, che ugualmente tutti conoscono per vari interventi compiuti in varie parti d’Italia, l’ultimo quello sulla Scala. Abbiamo chiesto naturalmente che sia dal punto di vista del risparmio energetico, dei materiali impiegati e via dicendo, fosse un intervento di qualità importante e abbiamo trovato in questo un accordo, una condivisione, da parte della Campari con questa nostra richiesta. Per questo io credo che dopo questa sera il cammino sarà quello di riprendere i contatti con la Campari, di chiedere che ci venga presentato il progetto più definitivo da parte di Botta e di Marzolati e di percorrere tutto il cammino previsto tornando alla contrattazione per definire i punti che sono ancora da precisare e da definire e poi con tutto l’iter che deve essere fatto sia nel quartiere, nelle Commissioni consiliari, in Consiglio Comunale, sino ad arrivare all’approvazione definitiva. Grazie.” Si dà atto che esce la Consigliera Di Pietro. PRESENTI : N. 26 Presidente: “Grazie, signor Sindaco. Su questa comunicazione apriamo il dibattito. Se qualche Consigliere vuole intervenire, è pregato di prenotarsi. Cons. Parmiani, prego.” Cons. Parmiani: “Grazie, signor Presidente. La comunicazione del Sindaco naturalmente è molto importante perché avvia la procedura per risolvere il problema della Campari. Noi siamo d’accordo in larga misura sui punti illustrati qui dal Sindaco e tuttavia come il testo stesso della sua comunicazione prevede, siamo anche qui per dare ulteriori suggerimenti e avanzare proposte di approfondimento che potranno poi essere considerati il momento dell’inizio formale dell’operazione. È un avvio quindi di grande importanza. Tra le molte cose che il Sindaco ha indicato, aspetti favorevoli, c’è anche quello del Museo al quale anche noi siamo particolarmente sensibili, ma dirò qualcosa verso la fine su questo. Tuttavia non si può ignorare un dato fondamentale, e cioè che la Campari ha 4 deciso, secondo le proprie politiche industriali, di lasciare Sesto S. Giovanni e lo ha deciso nell’ambito di questo suo disegno di ristrutturazione aziendale, per trasferirsi, come diceva il Sindaco, a Novi Ligure e quindi di fatto è una decisione autonoma che non è stata certo favorita dall’Amministrazione comunale. L’Amministrazione si è trovata quindi ad affrontare questa nuova dismissione importante per la storia economica, produttiva, occupazione e sociale anche della città, nonché per la sua valenza urbanistica. Per evitare vuoti urbanistici, con la Campari si è subito avviato un confronto serio e serrato di cui va dato atto al Sindaco e alla Giunta. Sin dall’inizio sembra esserci stata una disponibilità notevole da parte dell’Amministrazione comunale al confronto e la costruzione di proposte urbanistiche tese ad agevolare un processo di riconversione dell’area. Da parte della Campari, invece, per un buon periodo di tempo c’è stata una sorta di atteggiamento ambiguo, poco trasparente in qualche occasione, che però alla fine non ha impedito all’Amministrazione comunale di raggiungere l’obiettivo di una riqualificazione dell’area all’interno di uno studio di qualità urbanistica. Proprio per venire incontro alla Campari è stata avanzata la proposta che ha riassunto il Sindaco questa sera, la proposta della sostituzione edilizia per quantizzare al massimo la superficie in gioco, per superare il vincolo dell’indice previsto dal PRG e tutto ciò perché l’operazione ruota intorno al trasferimento della direzione della Campari, come abbiamo sentito, sulla parte stessa dell’area destinata a terziario, dove occuperebbe, si dice, almeno due piani. È una proposta seria, questa, che introduce un elemento trasparente di premialità nell’ottica della qualità dell’insediamento della direzione della Campari però non riusciamo del tutto a comprendere perché a questa premialità, già consistente, si voglia poi forse aggiungere qualcos’altro, si parla di questo 10%. Non riusciamo bene a capire, però credo che poi il Sindaco avrà modo di illustrarcelo in dettaglio, il mancato reperimento degli standard disponibili. Per questi motivi chiediamo alla giunta e al Sindaco di perfezionare la trattativa per cercare di segnare alcuni punti a favore del pubblico che potrebbero essere riassunti in questi che vi elenco. Noi riteniamo che la sostituzione edilizia sia più che sufficiente all’interno del quadro economico e soprattutto nella valutazione complessiva di natura urbanistica. Per gli standard invitiamo il Sindaco e la Giunta a recuperare tutti quelli possibili e vorremmo anche che tutto il parco, per la sua funzione strategica, fosse ceduto come standard. La residenza temporanea dovrebbe essere contestuale all’intervento. Poi ancora il progetto, come il Sindaco stesso ha sottolineato, deve avere un’alta valenza urbanistica perché si inserisce nella città costruita all’interno di un’area tra le più importanti della città stessa. Infine, siccome tutto l’intervento ruota attorno al trasferimento della direzione Campari da Milano sull’area di Sesto, credo sia giusto tentare di vincolare in convenzione almeno per 12 anni la scelta della Campari, contro una eventuale penale nei confronti della società se questa non dovesse 5 rispettare la convenzione. Noi Socialisti siamo più che disponibili a un rapido utilizzo dell’area della Campari, a un accordo, in un contesto di equilibrio urbanistico, perché l’intervento all’interno della città costruita è difficile, delicato, abbiamo già affrontato altri e va quindi gestito con razionalità all’interno di un’ampia strategia urbanistica. Queste sono proposte, suggerimenti, osservazioni che noi facciamo, come abbiamo in altre occasioni fatto per migliorare la nostra città. Questo ci ricorda, ripensando al passato, quindi al Museo della Campari, che ci trova più che consenzienti, pensiamo alle proposte, al ruolo importante che hanno avuto nel corso di questi decenni le Giunte, le Amministrazioni comunali a cui anche i Socialisti hanno partecipato. Lo dico in questa occasione perché qualche volta ci si dimentica di questo ruolo e in qualche occasione si dimenticano alcuni aspetti fondamentali dello sviluppo di Sesto. Pensiamo al decentramento, pensiamo alla politica dei servizi sociali, che hanno avuto come protagonisti i Socialisti, mi riferisco in particolare al Sindaco Biagi che ha svolto un ruolo fondamentale nell’ambito di questi settori di intervento. Qualche volta di questo ci si dimentica e credo che invece oltre ai musei si debbano ricordare gli uomini e le donne che si sono battuti per fare di Sesto una delle città più importanti della Provincia di Milano.” Si dà atto che esce il Consigliere Nicosia. PRESENTI : N. 25 Presidente: “Grazie, Cons. Parmiani. Ha chiesto la parola il Cons. Galeone. Prego.” Cons. Galeone: “Grazie, Presidente. Volevamo anche noi fare un breve commento su quanto ci ha informato il Sindaco, anche se quella di stasera credo, come si è espresso il Sindaco all’inizio, è una comunicazione iniziale su quello che sarà l’iter che ci porterà all’approvazione del progetto di ristrutturazione dell’area Campari. Il problema Campari è un grosso problema per la città, perché ad una ad una se ne sono andate tutte le fabbriche e la fuoruscita da Sesto S. Giovanni della Campari, che appartiene alla storia di Sesto S. Giovanni, è un po’ l’emblema della città, perché in tutto il mondo il Campari è conosciuto e su tutte le bottiglie c’è scritto “Prodotto a Sesto S. Giovanni”. Però io credo che questa società non possa tirare troppo la corda e non debba troppo costringere l' Amministrazione che si sta prodigando in maniera notevole per salvare la presenza della Campari a Sesto S. Giovanni e non debba pretendere troppo da noi. È chiaro che nessuno di noi vuole che la Campari lasci Sesto e plaudiamo all’opera che è stata fatta dal Sindaco e dalla Giunta per poter mantenere almeno la direzione, gli uffici a Sesto S. Giovanni. Mi sembra, da quello che ho sentito, perché di questo si è parlato nella città, che però le richieste di questa società siano troppo esose ed è per questo 6 che ci associamo a quello che giustamente ha detto il capogruppo dei Socialisti, il mio collega Parmiani, su una ferma volontà dell’Amministrazione a non cedere le armi. Per cui anche noi ci associamo alla richiesta dei colleghi Socialisti di ottenere dalla Campari tutta l’area verde per destinarla a giardino pubblico, di mantenere i 750 posti come parcheggio e soprattutto di vincolare la Campari, visto che c’è questa richiesta di un aumento del 10%, a rimanere in città come direzione e uffici per almeno 12 anni. Ci affidiamo completamente al Sindaco e alla Giunta, ritorneremo penso a discutere di queste cose, ma invitiamo con il nostro intervento il Sindaco a tenere duro e a difendere gli interessi del pubblico. Grazie.” Presidente: “Grazie, Cons. Galeone. Cons. Leo, prego.” Cons. Leo: “Grazie, Presidente. Il recupero di un’area dismessa nel centro della città non può essere accettato che positivamente, se si aggiunge il fatto che la direzione della stessa azienda Campari, che ha spostato la produzione in Piemonte, verrà a prendere il posto dell’attività produttiva. Mantenere l’azienda a Sesto sarebbe stata una bella sfida ma governare i cambiamenti implica la capacità di riconvertire le presenze sul territorio nonostante scelte aziendali diverse. Vorrei focalizzare tre punti. Il primo riguarda l’equilibrio dell’impatto ambientale. I volumi proposti sono rilevanti e presentare un progetto il più possibile armonico renderebbe possibile una miglior riqualificazione della zona, che altrimenti rimarrebbe non utilizzata e provocherebbe nel centro della città un ambito di criticità. Per quanto riguarda la parte che diventerà poi verde pubblico, deve essere concretamente usufruibile dai cittadini, in una zona altamente popolata, e se ben eseguita può ampliare lo spazio di questa zona. A questo proposito volevamo suggerire al Sindaco, nella fase di concertazione della convenzione, di fare in modo che sia la stessa azienda che si occupi della manutenzione di questo giardino, vincolato a un certo numero di anni, noi speriamo il più possibile, anche per sgravare l’Amministrazione da ulteriori costi. Noi lo abbiamo già segnalato in II Commissione. Una realizzazione comunque positiva. Bisogna realizzare la parte dell’edilizia convenzionata in tempi abbastanza celeri a quelli di attuazione su quest’area. Tale punto deve essere discriminante, cioè deve essere prioritario rispetto alla realizzazione del PII. Certo che sarebbe preferibile, a nostro avviso, avere forse qualche metro in meno di SLP convenzionata e avere della nuova edilizia popolare, vista l’emergenza casa e per non spostare il problema più in là di qualche anno, se è possibile. Comunque queste cose penso che le vedremo in seguito, nei vari passaggi in II Commissione, il progetto e le soluzioni proposte, sperando che siano il più possibile equilibrate e condivisibili in riferimento al pubblico interesse. Grazie.” 7 Presidente: “Grazie, Cons. Leo. Non ho altre prenotazioni. Cons. La Corte, prego.” Cons. La Corte: “Grazie, Presidente. Io mi impegno a rimanere nei 10 minuti, eventualmente dovessi sforare di qualche secondo abbia pazienza. La riconversione dell’ambito Campari riteniamo che sia una sfida estremamente impegnativa per questa Amministrazione, una sfida alla quale noi di Rifondazione Comunista intendiamo dare tutto il nostro contributo proprio in virtù dell’importanza sia dal punto di vista amministrativo che politico, oltre che per le responsabilità che abbiamo in questa maggioranza e per la delega che abbiamo in Giunta, delega che è attinente al tema in discussione questa sera. L’importanza di questo passaggio lo individuiamo in tre elementi. Innanzitutto un elemento positivo, come è già stato detto ovviamente dal Sindaco. Noi riteniamo unica questa opportunità di poter ospitare in città, contemporaneamente la direzione nazionale della Multinazionale che più di un secolo fa da questa città prese le mosse per costruire l’azienda che conosciamo e il Sindaco è entrato nei dettagli ma che conosciamo tutti molto bene. Opportunità che anche dal punto di vista occupazione qualche riflesso positivo dovrà pur averlo; opportunità di ospitare il Museo della Campari che, se andasse in porto, verosimilmente mostrerà sia gli aspetti tecnici dei vari prodotti realizzati in questi 100 anni, quanto gli aspetti più strettamente legati alla pubblicità. Noi sappiamo che la Campari su questo è stata davvero innovativa. In questi 100 anni ha fatto appello alla capacità di Artisti con la “A” maiuscola. La possibilità inoltre per tutti i cittadini di poter tornare ad accedere direttamente al parco, assolutamente splendido, come una volta potevano fare quanto meno i lavoratori e le lavoratrici della Campari, perché una volta il CRAL aveva sede all’interno di una parte della villa, e la quarta possibilità (quarta solo in ordine cronologico, ma assolutamente non secondaria) è quella di poter utilizzare per un certo numero di giorni la villa Campari per iniziative di prestigio. Questa è una cosa che segnala l’importanza del passaggio sulla Campari. Un altro fattore che segnala questo passaggio come molto importante e difficile è dovuto alla ristrettezza dell’ambito, ristrettezza proprio in senso geografico. Se nel documento di inquadramento approvato soltanto qualche mese fa da questo Consiglio, si sottolineava l’eccezionalità del comparto Campari e la possibilità prevista dallo stesso PRG di trasformare gli attuali volumi atti alla produzione in volumi da destinare alla produzione di servizi, va da sé che il portare in superficie quei volumi che sono agibili, pur trovandosi attualmente sotto la superficie, sarà comunque un problema e non soltanto dal punto di vista di impatto ambientale, una difficoltà che oltretutto va a sommarsi ad un incremento volumetrico determinato dal recupero dell’edificio del 1904 e del relativo premio che saremo ben felici di riconoscere quando da parte dell’azienda verrà presentato un progetto preciso di riutilizzo. Per evitare equivoci, noi non riteniamo una penalità per l’Amministrazione il dover riconoscere 8 questo premio, è una ricchezza ma che comunque dal punto di vista ambientale va a sommarsi ad altri volumi in un ambito ristretto. Sottolineiamo questo come aspetto positivo, non vogliamo equivocare su questo. Non siamo ingordi e non vogliamo la moglie ubriaca e la botte piena, evidentemente, ma se questo vale, deve valere per tutti, a cominciare dalla proprietà. Non dimenticando di sottolineare, forse è una cosa banale, che comunque la proprietà rappresenta interessi particolari mentre noi rappresentiamo gli interessi complessivi della collettività, proprietà compresa. Il terzo aspetto che sottolinea l’importanza di questo passaggio, e un ulteriore elemento di difficoltà e non possiamo nascondercelo, è l’atteggiamento dell’azienda che noi ad oggi non consideriamo assolutamente collaborativo. Come possiamo considerare altrimenti una proposta di PII che arriva a questa Amministrazione più di due anni dopo la firma dell’accordo sindacale, 9 gennaio 2003, e che viceversa aveva un cronoprogramma, per usare un termine a noi non nuovo, estremamente dettagliato e che non prevedeva tentennamenti né ricatti nelle scelte. Allora, per essere ancora più chiaro, perché mai sull’accordo sottoscritto da più di 30 persone su carta intestata della ASSOLOMBARDA avrebbe dovuto comparire il trasferimento della sede centrale a Sesto S. Giovanni, se questo non avesse rappresentato un elemento di peso nella trattativa, quasi a suggellarlo, perché alla fine, prima delle firme? Allora noi non conosciamo un gioco nel quale una carta può essere utilizzata due, tre, forse anche quattro volte. Non è possibile. Quindi noi incoraggiamo la Giunta a proseguire questo percorso, ma vogliamo sottolineare alcune sensibilità nostre e alcuni oggettivi ostacoli. Nelle comunicazioni del Sindaco si segnalano sia le richieste della proprietà pari a circa 24 mila mq, che le possibili realizzazioni secondo una interpretazione del PRG. Se delle richieste della Campari francamente ci interessa poco, rispetto alle seconde noi ci chiediamo: 1) a quanto ammontano effettivamente le volumetrie attuali; 2) quante di queste volumetrie sono legalmente computabili, se così si può dire. Detto in altre parole, ci sono volumetrie che prima di essere riconosciute come idonee alla trasformazione edilizia hanno bisogno di un parere tecnico? Questo non lo sappiamo, non spetta a noi, ma noi vogliamo saperlo da chi deve darci delle risposte. Quante volumetrie maturano gli indici assunti sul parco? È possibile cedere 4500 mq al pubblico e poi comunque maturare su questi mq nuove volumetrie oltre quelle esistenti? su questo abbiamo forti dubbi, ma lo poniamo come domanda. Il tema della premialità. Se il trasferimento della direzione nazionale avesse comportato difficoltà per carenza di spazi, noi non avremmo avuto problemi a riconoscere una premialità come previsto dal documento di inquadramento, atta a consentire l’operazione stessa. Ma poiché di questo non si tratta, anzi l’azienda richiede che i volumi avanzanti dopo il trasferimento vengano trasformati in residenza, una residenza di estremo pregio, a fianco di uno splendido 9 parco, magari in parte pertinenziale ad un semaforo di distanza dalla metropolitana, dalla ferrovia e dal capolinea di centinaia di linee di autobus, ci chiediamo dopo questa richiesta che senso e che giustificazione può avere una ennesima premialità, rammentando che il Museo sarà ovviamente premiato con le volumetrie previste e la sede doveva trasferirsi per accordo sindacale. In sostanza, quante volte la Campari chiede di essere premiata, una, due, tre, quattro, cinque, quante? E perché? Aggiungiamo la cessione di 4500 mq., su questo i colleghi mi hanno preceduto, perché sul resto siamo assolutamente d’accordo, è assolutamente insufficiente tenuto conto che in totale il parco è grande più del doppio, come il Sindaco ha confermato, che il bisogno di verde in quella zona della città è estremamente forte, chi conosce la città sa bene cosa vogliamo dire, e che la rimanente parte di parco la motivazione per cui non viene ceduta da parte della proprietà, è che deve rimanere parco pertinenziale di Villa Alta, ma metà parco. Inoltre nella proposta dell’azienda appare la volontà di mantenere oltre naturalmente Villa Alta, tutelata dal PRG... Qui c’è poco da trattare, c’è il PRG che dice che non si tocca, non è che c’è da trattare. È chiaro che se si tratta su cose che non sono trattabili, poi si è forse più in difficoltà su altre questioni. Torniamo a Villa Alta tutelata dal PRG e dalle Belle Arti, anche il laboratorio e la falegnameria dovrebbero rimanere che sparse nel parco oggettivamente rendono più complicata una cessione maggiore dello stesso parco. È davvero così indispensabile tenere in piedi queste due strutture e comunque tenerle private, o non è il caso di cederle al pubblico per un utilizzo per il quale si troverà poi il modo ma le proposte non ci mancano, e rendere quindi tutto più semplice per il pubblico e forse anche per la proprietà? Sui parcheggi il collega Galeone ha detto delle cose che noi non condividiamo ma ovviamente ognuno poi esprime il proprio punto di vista. Ma i parcheggi come standard, assunto che l’eventuale quota di residenza dovrà avere i propri box pertinenziali, come prescrivono le normative, assunto che l’azienda dovrà avere i suoi parcheggi in proporzione alla quantità di personale trasferito, a noi pare che questo tema dei parcheggi non sia un tema a noi particolarmente caro, perché se così non fosse mi chiedo perché abbiamo venduto il silos del Rondò. Evidentemente così non è, altri sono gli standard che noi richiediamo a partire dal parco, ma siamo arrivati buoni, ultimi e felici. Due cose, infine. È assolutamente indispensabile che questo passaggio, che non è un accordo, che è una parola che ho sentito nella relazione forse per errore, proprio per la delicatezza da noi evidenziata e da altri evidenziata evidentemente, oltre che per le reali opportunità, rimarchi il ruolo che ognuno di noi deve avere: il Sindaco innanzitutto, l’Assessore competente, la Giunta, la competente Commissione consiliare, il Consiglio Comunale e il Consiglio di quartiere. È indispensabile che tutti i passaggi di partecipazione siano sottolineati affinché qualsiasi scelta venga compiuta sia partecipata e condivisa. Per ultimo, questo è il primo ambito 10 importante della città costruita, che va in riconversione dopo l’approvazione definitiva del PRG e del documento di inquadramento. Noi riteniamo utile per tutti aprire un avviso nel quale offrire l’opportunità, per quelle realtà produttive ormai soffocate per carenza di spazi, o per il tipo di produzione, di una ricollocazione più idonea all’interno della città, farlo un caso per volta a rischio di portare a un risultato disorganico e probabilmente conflittuale, ragionare in termini complessivi con regole uguali per tutti vuol dire amministrare. In fin dei conti siamo qui per questo. Grazie.” Si dà atto che esce il Consigliere Eberini. PRESENTI : N. 24 Presidente: “Grazie, Cons. La Corte. Ha chiesto la parola la Cons. Landucci. Prego.” Cons. Landucci: “Io credo che non posso che associarmi alle riflessioni che sono già state fatte direi da tutti gli interventi. È chiaro che la cosa positiva che tutti hanno detto è che non ci siano nuove aree dismesse. Su questo non possiamo che essere d’accordo. Sul resto mi sembra che tutti abbiano avuto molto da dire e molto da proporre in cambiamento. In particolare io credo che ci sia in questa proposta della Campari un atteggiamento di notevole arroganza, nel senso che questi signori hanno solo e soltanto da guadagnare da questo intervento, che si configura a mio modestissimo avviso come una terrificante speculazione edilizia, perché quando io leggo che in questo terreno erano previsti 1877 mq di superficie lorda di pavimento per edilizia residenziale, diventano 12.500. Io credo che si possa fare rapidamente il conto di quanto possa essere venduta al mq in quella zona, considerando che la Campari ha ammortizzato quest’area credo da 50 anni. Per cui a costo zero di acquisizione delle aree, che per quanto ne so io rappresenta oggi una fetta notevole di ogni possibile investimento immobiliare, io credo che la Campari realizzi una plusvalenza, se vogliamo così parlare, da leccarsi i baffi, credo che sia una delle aree migliori della zona, in grande vicinanza ad una fermata fondamentale della metropolitana, ben servita, nel centro della città. Non vedo quale altra localizzazione migliore ci potrebbe essere. In cambio di questo non ci dà neanche gli standard sufficienti in parcheggi, perché viene proprio detto serenamente La cifra 1877 – 12.500 l’ho presa dalla delibera n. 134 della Giunta comunale approvata nella seduta del 16.5, dove c’è una relazione degli uffici firmata dall’arch. Claudio Indovini e il direttore arch. Silvia Capurro, che dà tutte queste notizie. Non c' è stata distribuita la delibera ma è disponibile su internet, si può fotocopiare tranquillamente e devo dire che questa relazione è molto interessante perché sottolinea la grande durezza dell’intervento rispetto a quello che è costruito. Anche perché, chiariamo, la Casa Alta viene salvata per un 11 motivo solo, perché per fortuna in Italia ci sono le Sovrintendenze, altrimenti avrebbero costruito anche sul Duomo di Milano un palazzo e sicuramente anche su quella casa. Per fortuna essendo vincolata alla Sovrintendenza non ci sono varianti di PRG che tengano. Meno male, perché se no avremmo sicuramente dimostrato che la funzione di eccellenza della ipotetica direzione generale qui poteva buttar giù la casa e tirar su una piccola torre di 14 piani. Meno male che c’è la Sovrintendenza, perché il nostro PRG mi pare che si tiri da tutte le parti, sempre e comunque. L’area verde viene dimezzata, da 9.500 mq si va a 4500 mq, in una zona dove gli standard di verde sono molto inferiori alla media regionale richiesta. Oltretutto l’area dismessa è un’area, come diceva La Corte, dal punto di vista spaziale in pratica è un isolato tra quattro strade, in cui noi costruiamo 23 mila mq, più i 2500 che vengono fatti fuori delle case convenzionate per 12 anni. Quindi non è che i 23 mila comprendono anche le case convenzionate, quelle sono fuori e diceva l’arch. Capurro in Commissione che sono almeno circa 2000 mq di quell’edificio della mensa. Quindi i 23 mila sono tutti nuovi a cui se ne aggiungono altri 2000 e rotti, in una zona che è già densamente popolata. Si è sempre parlato di standard urbanistici, di edificabilità a proposito delle aree dismesse, (0,60 o 0,50), non oso pensare cosa sia l’indice. Immagino che sia ben più alto di quanto si sia mai parlato per tutte le aree dismesse, dove oltretutto sono zone di molto più vasto respiro. Veramente mi domando quale sia il vantaggio, noi premiamo la Campari perché ha portato via 150 posti di lavoro e secondo me non porta praticamente nulla. Anche perché non so quante volte questa direzione generale viene fatta balenare a destra e a manca. Io sono convinta che noi non possiamo vincolare in nessun modo la Campari. L’unica cosa che possiamo dirgli è: guarda, il tuo pezzo d’ufficio, saranno 2-3000 metri, se tu non vieni te lo faccio tenere sfitto per 10 anni. Ma cosa gliene frega? Ha fatto una speculazione, ha guadagnato quello che gli pare e terrà sfitto per 10 anni 2000 mq. Di più non è che possiamo obbligarla in altro modo, non ci sono altri obblighi, perché lei in convenzione firma che probabilmente viene, questo alla fine non viene e noi cosa facciamo? Niente. Oltretutto trovo molto pericoloso il fatto che loro non vogliono tutti i parcheggi pertinenziali. Siccome sono obbligati per la residenza a darne uno per appartamento, per una legge nazionale, è evidente che quelli che mancano, mancano al terziario e secondo voi questi stanno preparandosi a venire qui con tutta la direzione generale, senza avere neanche il posto macchina per il direttore generale, che tutte le mattine gira intorno per cercare dov’è il parcheggio? Viene in metropolitana? Può darsi, in effetti lo credo probabile. E noi li premiamo perché se ne sono andati. Non hanno dovuto andarsene, hanno avuto grande convenienza ad andarsene, a mettere lo stabilimento dove i terreni valevano niente a livello residenziale, per sfruttare i terreni in centro a Sesto, per farci abitazioni da vendere a prezzo di mercato. Io la capisco benissimo l’operazione della Campari, però 12 chiamiamola per quella che è, perché se anche se ne fossero andati e avessero lasciato così, la zona è già molto bella. Noi viviamo in mezzo alle aree dismesse più drammatiche, piene di tutto quello che ci può essere. Quella zona lì, adesso già che non ci lavorano praticamente più è bellissima, c’è il parco. Non credo che i residenti sentano molto il dismesso adesso che hanno 10 mila mq verdi, mentre saranno molto contenti di averne la metà e al posto di quello 20 mila mq di superficie calpestabile, che vorranno dire due o tre torri, immagino; 20 mq di superficie calpestabile sono un sacco di piani di case. Spero che gli affitti convenzionati non si possano monetizzare, perché mi è stato detto, io però non lo so, faccio una domanda, che una volta costruiti, il costruttore può decidere di monetizzare la sua quota. Mi è stato accennato, però non so se sia vero o no, che questo è stato fatto per un palazzo nella zona di viale Gramsci: doveva essere dato ad affitto convenzionato, mentre poi in realtà c’è stata una monetizzazione e le case poi il costruttore se l’è vendute. Vorrei che fosse chiaro non che il comune è contrario, ma che questa non sia una facoltà per legge del costruttore, perché se questa fosse una facoltà, lo troverei molto rischioso perché magari per quegli appartamenti uno preferisce monetizzare il dovuto e poi venderli perché certo il guadagno è maggiore. Questo, però, è un dubbio che vorrei che qualcuno mi togliesse, non sono abbastanza a conoscenza delle leggi urbanistiche per sapere se questo è vero oppure no. Però vorrei che la risposta fosse perché l’art. “tot” della legge “tot” dice che questo non è possibile. Va bene che le delibere di Giunta sono disponibili sul sito, però credo che forse come documentazione ai singoli Consiglieri, sarebbe stata utile la relazione che accompagna la preparazione della delibera, invece che una relazione piuttosto generica come quella che c’è stata data. La relazione tecnica dei due tecnici del Comune, che mi pare abbiano fatto un ottimo lavoro, poteva rivestire un certo interesse per tutti i Consiglieri Comunali, al di là del fatto che uno si facesse parte diligente nell’andarsela a prendere sul sito web. Credo che quando si discute un argomento in Consiglio Comunale sia diritto dei Consiglieri avere la documentazione completa, non soltanto una documentazione più o meno aborracciata perché devo dire che quando uno legge che a residenziale erano previsti 1877 mq che sono diventanti 12.500, devo dire che le due cifre messe una accanto all’altra colpiscono. La relazione dice che per poterlo fare entro i limiti del PRG ci vuole un certo sforzo di fantasia, però mettiamo pure che rientriamo. Certo che il cambiamento è notevole e molto pesante, perché mi sembrava che il nostro PRG lì avesse previsto un’armonizzazione anche estetica degli edifici che comportava una possibilità per le zone vicine di un certo respiro. Sottolineo poi naturalmente che ad oggi il quartiere non è stato coinvolto minimamente nella cosa. Si parla sempre di decentramento in linea teorica ma in linea pratica il quartiere viene spesso serenamente scavalcato. Credo che forse prima di portare questa comunicazione in Consiglio Comunale bisognava 13 cominciare a coinvolgere coloro che questa trasformazione la subiscono di più sulla loro pelle e ancora una volta io credo che bisogna stare, come è stato detto in Commissione... È giusto come ha risposto il Sindaco che noi possiamo dire di no quando vogliamo, possiamo dire di sì quando vogliamo, però i precedenti, cioè troppo forti concessioni a un’azienda che si è serenamente sganciata da Sesto, senza un pensiero, mi sembra che abbiamo saldato i nostri debiti. Forse sono loro che hanno dei debiti nei nostri confronti e se noi li blocchiamo hanno da perdere più di noi, perché l’area è di grande valore in quanto può essere trasformata in residenziale, altrimenti nelle loro poste di bilancio diventa una perdita. Quindi credo che abbiamo dalla nostra un argomento abbastanza forte, perché è chiaro che il motivo per cui se ne sono andati da Sesto è perché quell’area faceva gola a livello residenziale e solo per quello, molto più che un’area a Novi Ligure. Grazie.” Si dà atto che esce il Consigliere Galeone. PRESENTI : N. 23 Presidente: “Cons. Tabacco, prego.” Cons. Tabacco: “Grazie. Presidente. Io sarò brevissima. Ho ascoltato tutte le relazioni fatte dai colleghi prima e naturalmente le condivido tutte per aspetti diversi toccati, ma tutti condivisibili naturalmente. Io vorrei fare una domanda in merito a questa comunicazione fatta dal Sindaco. Secondo me amministrando una città ci sono delle cose che non si possono assolutamente scordare, prima cosa l’interesse dei cittadini. Il Sindaco ricordava prima dell’importanza di questa parte della nostra città, addirittura chiamandola “quartiere Campari”, quindi una parte di città molto radicata tra i cittadini e noi sestesi; parte di città densamente popolata, con dei problemi, mancanza di standard. Del resto non è solo quella la parte di città in cui mancano gli standard a Sesto e non è neanche solo quella una parte di città in cui manca la qualità. D’altro canto noi vediamo questa richiesta di avvio di procedimento che ci propone una genericità che non è ammissibile in merito agli standard, anzitutto. Non si capisce quanti mq in totale ci sono di standard, non si capisce quanti abitanti andranno a insediarsi lì. Quello che si sa è che ci sono quattro torri di 14 piani ciascuna circa, si parla di monetizzazione, quindi già secondo me di un passaggio molto particolare e rischioso che non dovrebbe esserci in una zona in cui gli standard mancano. Preliminarmente ci presentate due pagine di avvio di procedimento in cui già si parla di avvio di monetizzazione. Non si capisce quanti parcheggi ci saranno, diceva prima la mia collega di FI che non ci sono nemmeno parcheggi sufficienti. D’altro canto siamo abituati a Sesto a vedere operazioni azzardate. Io ricordo l’anno scorso di aver visto l’approvazione nel giro di pochissimo tempo di ben 14 varianti urbanistiche, con un PRG appena approvato. Detto questo mi domando dato che oltretutto questo è un PRG che 14 esiste, però è anche vero che il PRG per legge non c’è più, quindi si può decidere di fare tante cose a livello amministrativo: si può decidere di adeguarlo avviando un procedimento che rende trasparente una scelta politico amministrativa; si può decidere invece di procedere, come è stata la decisione anche in questo caso, di procedere con delle varianti, con dei PII, in cui però non si chiede nulla per i cittadini. Qui ci sono mq in abbondanza, lo ricordavano tutti i colleghi della vostra maggioranza prima, ma in cambio quella parte di città che diciamo essere storica, importante, ecc., cosa va a guadagnare? Nulla, in questo avvio di procedimento assolutamente niente. Certo è che la densità edificatoria diverrebbe enorme, quindi con i risultati negativi rispetto all’inquinamento, rispetto al peso insediativo, rispetto alla mancanza di standard. Poi io mi chiedo: ma in quella zona, in quella parte di città, voi che amate tanto raccontarci di servizi sociali, che cosa andiamo a realizzare. Ammettiamo che si arrivi anche a monetizzare una parte di questi standard, che cosa offrite voi a Sesto S. Giovanni con questi soldi? Perché invece non impegnarsi con il privato in un processo di negoziazione concertato a far realizzare delle cose che servano davvero alla città e che non ci sono? Ricordavano prima tutti gli altri poco verde, chiediamo più verde, 750 posti non sono sufficienti, rimanere in città almeno per 12 anni, tutte cose giustissime e condivisibili. Io credo però che ci sia stato comunque a monte un processo iniziale di concertazione con la Campari. Mi domando allora con che coraggio voi portiate questa sera alla discussione questi indirizzi per l’avvio di un procedimento che comunque è già stato concertato, perché il privato non arriva a fare una proposta di questo genere sia pure azzardata, senza aver minimamente costruito dei rapporti con una Pubblica Amministrazione. E a me dispiace che questa Pubblica Amministrazione nell’avvio del processo negoziale con la Campari non abbia posto già dei paletti un po’ più interessanti per i cittadini, che potessero arrivare a farci vedere un progetto, sia pure preliminare, naturalmente, più credibile per tutti i cittadini. Quindi a me dispiace vedere che in questa città e questa Amministrazione al posto che dettare regole più volte ha portato avanti varianti, programmi integrati di intervento con convenzioni che abbiamo discusso con pochi o insufficienti paletti veramente a vantaggio dei cittadini e quindi con nessuna garanzia. Chiaramente condivido tutto quello che hanno detto prima gli altri colleghi. Mi domando per quale ragione voi abbiate portato questa sera indirizzi che comunque hanno scritto delle cose. Qui delle cose ci sono già scritte. Ci sono scritti i mq e abbiamo detto che sono eccessivi; c’è scritto che andranno a fare probabilmente un’operazione edilizia forse un tantino eccessiva perché 4 torri di 14 piani magari sono eccessive; gli standard chissà quanti saranno, non si è capito. Monetizziamo, certo, poi per realizzare che cosa non abbiamo capito. Addirittura il capogruppo di Rifondazione Comunista chiede: “Noi vogliamo che questa concertazione venga fatta con l’Assessore, coinvolgendo le Commissioni Consiliari, coinvolgendo i quartieri...”. Mi 15 sembra il minimo che si possa fare. Questa non è una novità perché abbiamo più volte visto che nonostante le belle parole poi quando si tratta di fare i fatti, come avevamo discusso l’altra volta, cioè di costruire un albergo, sostanzialmente non si coinvolge il quartiere e non gli si danno i servizi sociali necessari. Io non ho nient’altro da dire se non che non ho capito per quale ragione il Sindaco abbiamo portato questa cosa in Consiglio Comunale. Tutti dicono “Non ci piace”. Forse l’Assessore alla Partita avrebbe potuto capirlo in separata sede che sarebbe stato azzardato portare una roba di questo genere alla discussione di un Consiglio Comunale, perché o ci stiamo prendendo in giro, altrimenti non lo so cosa dobbiamo dire, signor Sindaco. Questa iniziativa formalizzata è stata presentata al Comune il 22 febbraio scorso. Credo che almeno da un anno qualcuno di voi, l’Assessore, lei, Sindaco, qualcuno sta seguendo un processo informale concertato con la Campari. Me ne dispiace, non so cos’altro aggiungere, mi dispiace per i cittadini di Sesto. Io credo che un’Amministrazione comunale che ha interesse a dare risposte alla città forse dovrebbe farlo vedere anche in queste occasioni, non portare una delibera di questo tipo per farsi dire di no da tutti. Mi sembra poco serio. Grazie.” Si dà atto che esce la Consigliera CROATTO. PRESENTI : N. 22 Presidente: “Grazie, Cons. Tabacco. Non è una delibera, è una comunicazione. Ha chiesto la parola la Cons. Talamucci.” Cons. Talamucci: “Grazie, signor Presidente. Cari colleghi, care colleghe, io volevo ringraziare a nome del Gruppo dei DS il Sindaco per averci fatto discutere stasera, come abbiamo anche discusso nella competente Commissione Consiliare, la relazione che ci è stata presentata. Sostanzialmente credo che abbiamo l’opportunità che quell’isolato che ha rappresentato dall’inizio del 900 fino a qualche anno fa un centro produttivo di eccellenza, che ha dato un marchio che è conosciuto e apprezzato a livello globale, abbiamo la possibilità di avere ancora la sede della Campari a Sesto S. Giovanni, la direzione nazionale. Sinceramente non credo che lo spostamento della produzione, la delocalizzazione produttiva sia convenuta per ottenere in cambio la residenza. I cicli produttivi e gli accorpamenti delle società hanno fatto in modo che questa produzione per l’azienda era meglio mandarla a Novi Ligure. Abbiamo un accordo che sigla la presenza a Sesto della direzione nazionale ed è questo il beneficio, credo, della nostra città. Questa sera abbiamo sentito tante idee e tante proposte. Non le generalizzerei come ha fatto la collega della Lega nel suo intervento, nel senso che gli interventi sono stati diversificati. Io credo che però l’obiettivo comune che dobbiamo avere tutti è: qual è l’interesse che ha la città di Sesto S. Giovanni in una trasformazione urbanistica 16 che coinvolge tutto l’isolato che adesso è inutilizzato, con un bellissimo parco che adesso e per cent’anni non è stato utilizzato dalla cittadinanza, tranne che una decina d’anni fa sono stati aperti degli oblò. Perdonatemi, ma mostrare ma non toccare, si potevano ammirare le essenze pregiate, il lato posteriore della Casa Alta, ma comunque dentro non si poteva entrare. Abbiamo una facciata liberty che vogliamo conservare, abbiamo la Casa Alta che non è che vogliamo conservarla perché ce lo dice la Sovrintendenza ma perché questa Amministrazione ci tiene a valorizzare un edificio storico. Abbiamo la possibilità di ottenere una parte di questo parco. Certo, il cammino non è semplice, i residenti per anni si sono lamentati dei movimenti dei camion che andavano vuoti e uscivano dalla fabbrica pieni, creando anche difficoltà di scorrimento e anche inquinamento. C’è la possibilità di realizzare una parte di superficie per l’edilizia convenzionata. È vero, non è una risposta alla casa pubblica, ma è un contributo che noi vediamo in questi 10 anni ha funzionato perché consente alle giovani coppie di rimanere a Sesto e di poter pagare degli affitti almeno decorosi. Abbiamo la possibilità che questi mq siano realizzati esterni all’area e quindi in tempi non biblici perché potrebbero essere realizzati contemporaneamente all’intervento. Abbiamo la possibilità di chiedere un intervento residenziale ad alta tecnologia rispetto allo sviluppo sostenibile, quindi materiali, risparmio energetico, che potrebbe essere magari un progetto pilota per le nuove realizzazioni. Certo, i metri cubi che si leggono nella relazione spaventano tutti, però abbiamo la possibilità, oggi inizia, con questa relazione che ci ha fatto il Sindaco, un percorso. Noi siamo qua per trovare la formula migliore per portarlo avanti. Grazie.” Presidente: “Grazie, Cons. Talamucci. Non ho altre prenotazioni, mi pare che abbiano parlato un po’ tutti i Gruppi. A questo punto considero chiuso il dibattito e do la parola al Sindaco. Prego.” Sindaco: “Io credo che ci siano alcune cose fondamentali che io debba dire per rispondere ai molti interventi interessanti di questa sera, che testimoniano del fatto che effettivamente stiamo discutendo di un’area molto importante per la sua storia, per la sua tradizione e per la sua collocazione nella nostra città. Ci sono alcune cose che probabilmente non ho detto bene o che andrebbero ribadite, precisate . Primo che evidentemente non esiste ancora un progetto definitivo. Parlare di due torri, di quattro torri, di sei torri è preventivo. Secondo è che è evidente che i parcheggi devono essere fatti secondo quello che stabiliscono tutte le leggi e le norme. Parcheggi pertinenziali sono previsti, il loro numero, la loro collocazione, per legge o per norme nostre, quindi è evidente che questo va assolutamente rispettato. Di più abbiamo detto che evidentemente se c’è da parte della Campari un interesse a superare il numero dei parcheggi da costruire, noi non abbiamo 17 nulla in contrario, anzi. Quindi diciamo che questa è una precisazione che va fatta. Così come io credo che vada precisato che non è che il parco scompare, semplicemente una parte del parco, cioè 4500 mq del parco diventano comunali, gli altri restano e restano evidentemente proprietà della proprietà (scusate il bisticcio di parole), che in parte sono pertinenziali alla villa e agli edifici che verranno realizzati, un’altra parte resteranno appunto privati. Così come abbiamo detto, e in parte la Campari ha accolto, che questo giardino per un certo numero di anni debba essere curato, pulito e tagliato da parte della Campari stessa. Altri particolari vanno precisati mano a mano che nella trattativa si andrà avanti e si arriverà a una definizione completa del progetto. Naturalmente, per rispondere a quanto è stato detto da vari Consiglieri, è evidente che nel corso di questi due anni ripetutamente ci siamo incontrati con i dirigenti della Campari, abbiamo discusso, abbiamo raggiunto accordi, abbiamo fissato accordi, come è normale che avvenga, io credo, in una trattativa di questa importanza. Detto questo io credo che vadano dette alcune altre cose. La prima è che la nostra città, e non soltanto la nostra città, ha conosciuto nel corso degli anni dismissioni di aziende. Noi in particolare, perché voi sapete tutti la vastità del fenomeno che ha interessato Sesto S. Giovanni ma che ha interessato anche altre città. Viviamo in un paese che ha delle leggi di mercato, ad alcuni di noi piacciono, ad altri non piacciono. Ricordo a volte a chi passa da una eccessiva richiesta di liberalismo a una di dirigismo molto rigido, che il socialismo in Italia non esiste e quindi diciamo che ci muoviamo all’interno di leggi che consentono a un’azienda di andare da un’altra parte, di chiudere o di fare altre cose, senza che per questo il Comune, e non soltanto il Comune, possa impedire che un’azienda si trasferisca che prenda altre decisioni. Siccome mi sembra quasi superfluo ricordarlo, viviamo in un regime di liberalizzazione, in cui i suoli sono proprietà privata. Come spesso dico mi piacerebbe molto essere alto, biondo, con gli occhi azzurri. Purtroppo la realtà è diversa e da qui deve partire e quindi credo che anche noi preferiremmo sull’area della Campari una distesa di verde con l’asilo nido in mezzo, ma credo che sia francamente difficile pensare di arrivare a questo. Quello che ci si pone davanti è un problema molto... e qui francamente dirò quello che pensavo fino a 15 giorni fa. Sino a 15 giorni fa ero convinto che l’intervento proposto sia un intervento molto pesante, ma che sono di fronte ad una scelta che ha a che vedere con la storia e con la realtà della nostra città, più profonda, che è quella di un’azienda come la Campari che è parte della coscienza cittadina, e che portando via per sua iniziativa la produzione avremmo dovuto accettare di ancorare comunque qua e che dal punto di vista produttivo e dal punto di vista del numero di posti lavori aumenta i posti di lavoro, perché i dipendenti che fino a qualche mese fa lavoravano alla Campari erano circa 150 (se non ricordo male 157) e che invece la direzione arriverà a 200 persone e forse anche di più e quindi che dal punto di vista dell’occupazione che credo che sia un 18 discorso che interessa profondamente noi, soprattutto perché si tratta di un’occupazione qualificata, in un’azienda che per fortuna pare avere un presente e anche un futuro rilevante dal punto di vista dello sviluppo, credo che sia una scelta importante. Credo che aver raggiunto un accordo sindacale prima sia stato un fatto importante, senza precedenti e il fatto che si impedisse che divenisse un’area abbandonata forse è un’altra importante esigenza, perché forse quando venne chiusa la Falck Vulcano nel 1975 qualcuno pensò che era meglio, che si liberava un’area e che rimaneva lì. Oggi sappiamo che non è stato meglio e quindi forse la scelta di lasciare la Campari come area dismessa oggi può essere persino affascinante. Credo che tra dieci anni potremmo pentirci di una decisione del genere e dunque io credo, se questo è il parere che mi chiedete, che noi naturalmente dobbiamo fare tutti gli sforzi eroici e necessari perché si arrivi a ottenere il più possibile dalla Campari, sapendo che la Campari, siccome viviamo in un paese che non è il paese del socialismo, ha altre alternative, può andare a trasportare la sua direzione altrove, come ha la possibilità di andare altrove, ha già dei progetti per andare altrove e noi quindi dobbiamo serenamente discutere, assumendoci ognuno la sua responsabilità esplicita di dire: va bene, noi per il 10% di volumetria in più sappiamo che la Campari andrà altrove. La direzione Campari andrà altrove, ci assumiamo tutti insieme questa responsabilità. Se tutti insieme siamo pronti ad assumerci questa responsabilità bene, io sono il Sindaco di tutti voi e sono pronto ad assumerla con voi, però chiedo che ognuno se l’assuma esplicitamente, altrimenti in quest’aula e non soltanto in quest’aula abbiamo assistito ed assistiamo ad una sorta di balletto: che sui giornali si dice che la Giunta è immobile, che è rigida, che ha un rispetto del PRG e delle volumetrie assurdo. Dopo di che quando nel concreto si dice di affrontare un tema come il dare e l’avere, perché di questo si tratta, ci si alza a dire: è troppo, siate più rigidi. Stabiliamo insieme dei paletti. Credo che questo è un passaggio ineludibile. Noi dobbiamo decidere se tirando il più possibile a quel punto ci assumiamo tutti insieme la responsabilità di dire: cara Campari, siccome a Milano ti danno cose in più, vai a Milano, lasciaci l’area vuota. Siamo pronti a fare questo discorso? Io personalmente non me la sento. Questo era quel che pensavo fino a 15 giorni fa. Da qualche giorno a questa parte, per una serie di avvenimenti che abbiamo vissuto, qualcuno di noi insieme, abbiamo fatto un convegno molto bello a Villa Vigoni e a Villa Torretta, abbiamo letto i giornali, leggiamo qual è la situazione nel nostro paese, io mi domando e vi domando: viviamo in una condizione economica di questo paese molto difficile, viviamo nella condizione in cui esiste un’economia che perde il 5 e rotti percento. È un atto di responsabilità dire a un’azienda che produce e che può svilupparsi qui “Non venire qui” o no? Quello che io domando a tutti voi e dico io con più forza, in questa situazione economica di questo paese, se ognuno di noi, per quello che gli compete, a noi per Sesto, a quelli di Milano per 19 Milano, a quelli di Segrate per Segrate, non si assume la responsabilità di dare una risposta di fronte a un’azienda che fa i suoi interessi, che vorremmo che facesse di più, che cercheremo di fargli fare di più, se non si assume la responsabilità di dare un segnale noi pensiamo che possiamo uscire da almeno il 5% annuo o no? Io penso di no e penso che sarebbe irresponsabile da parte nostra, di tutti noi, di maggioranza e di opposizione, dare la risposta: siccome mi chiedono il 5% in più e vanno da un’altra parte, li faccio andare da un’altra parte. Questa sera iniziamo un percorso, terremo conto di tutte le vostre osservazioni, andremo nei Consigli di quartiere, come è evidente, come siamo andati sempre, anche per l’Albergo S. Giorgio. Varie volte io, il Vice Sindaco, Castelli e tutti gli altri, continueremo ad andare. Noi andiamo, io vado spessissimo nei quartieri a discutere di tutto e quindi continueremo ad andarci. Faremo con la Campari una trattativa il più possibile dura, seria, partendo, per quello che mi riguarda, da un principio irrinunciabile: noi non possiamo permetterci, per Sesto e non soltanto per Sesto, che la direzione della Campari non venga.” Presidente: “Grazie, signor Sindaco.” 20 IL PRESIDENTE riferisce: “ A questo punto consideriamo chiusa la serata, però prima di chiuderla del tutto vorrei leggervi quell’invito che è stato controfirmato da un po’ tutti i Gruppi, in modo tale che rimanga agli atti e che interessa la prigionia della Sig.na Clementina Cantoni. Il Consiglio Comunale di Sesto S. Giovanni esprime la ferma condanna per il rapimento di Clementina Cantoni, avvenuta in Afganistan, a Kabul, il 16 maggi scorso, da parte di una banda criminale. Una giovane donna che ha fatto una scelta di vita precisa, lavorando per gli aiuti umanitari e per i diritti umani nei paesi più poveri e dove si sono combattute sanguinose guerre, che collaborando con l’associazione non governativa Care International, a Kabul portava avanti un programma di aiuto alle vedove afgane, donne anche giovani con bambini abbandonate a se stesse e dava loro l’opportunità di portare avanti attività lavorative. Dichiara la propria solidarietà e vicinanza a Clementina e alla sua famiglia. Auspica che lo Stato italiano metta in campo tutte le misure diplomatiche affinché questo vile atto sia risolto positivamente con la liberazione della giovani. Si augura che Clementina sia restituita al più presto all’affetto dei suoi cari e invita il Sindaco e la Giunta a far pervenire questo appello alla famiglia Cantoni, al Presidente della Repubblica e ai Presidenti della Camera e del Senato.” Do per approvato all’unanimità questo invito da parte del Consiglio Comunale anche senza chiedervi l’espressione formale del voto, in quanto è controfirmato da tutti i Gruppi. Vi ringrazio. Chiudo il Consiglio Comunale. La seduta è tolta e vi auguro buonanotte. La seduta chiude alle ore 00,01 del 31 maggio 2005. 1