workshops pre-congressuali

Transcript

workshops pre-congressuali
WORKSHOPS PRE-CONGRESSUALI
Giovedì 15 Settembre
14:00 – 17:00
SALA 1
WORKSHOP ID W05
LA TERAPIA DIALETTICO-COMPORTAMENTALE PER IL DISTURBO BORDERLINE DI
PERSONALITÀ: IL PROTOCOLLO STANDARD ED IL PROGRAMMA ADATTATO AL
TRATTAMENTO DEL PTSD CORRELATO AGLI ABUSI SESSUALI INFANTILI
Giuseppe Nicolò
Psichiatra, Psicoterapeuta, Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva di Roma, Direttore
Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 5, Direttore SPDC Colleferro, Professore a contratto
Psichiatria Università LUMSA Roma, Professore a contratto Scuola Specializzazione Psichiatria
Università La Sapienza Roma, Responsabile SPC Reggio Calabria, Didatta APC /SPC
Donatella Fiore
Psichiatra, Psicoterapeuta, Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva di Roma, Didatta APC/SPC,
Docente SIDBT
Martin Bohus
Psichiatra, Psicoterapeuta, Professore Ordinario di Medicina Psicosomatica e di Psicoterapia Università di Heidelberg, Direttore Istituto Centrale di Salute Mentale di Mannheim, Germania
La Terapia Dialettico Comportamentale (DBT) è uno dei trattamenti di maggiore efficacia
riconosciuta nella comunità scientifica nazionale ed internazionale per il trattamento del Disturbo
Borderline di Personalità (DBP).
La DBT, nella sua versione originaria definita DBT standard, è stata pensata inizialmente per
soggetti a grave rischio suicidario e poi specificamente applicata a vari aspetti problematici dei
soggetti affetti da DBP.
Il protocollo standard prevede un setting multiplo nel quale la terapia individuale viene affiancata
da un gruppo di Skills Training, che rappresenta il contesto psicoeducativo del trattamento.
In seguito la DBT è stata utilizzata anche per altre condizioni psicopatologiche.
1
Tra le più recenti e riconosciute applicazioni vi è il programma DBT adattato al trattamento del
PTSD correlato agli abusi sessuali infantili. La ricerca empirica ha dimostrato che tale programma
ha un basso tasso di drop out e alta efficacia. Il programma è stato inizialmente condotto in regime
residenziale ma è risultato anche applicabile a pazienti ambulatoriali. Consiste in tre fasi
strutturate di trattamento: 1) psicoeducazione 2) interventi cognitivi centrati sul trauma e
sull’esposizione 3) moduli specifici per sintomatologia.
Obiettivo del workshop è di illustrare il razionale, i principi di base e le regole, i prerequisiti, i
target di trattamento, le relative prove di efficacia e la sua più recente applicazione al trattamento
degli esiti psicopatologici degli abusi sessuali infantili.
Il primo intervento si focalizza sul protocollo DBT standard, mentre il secondo sul programma
adattato al PTSD. Gli esempi di conduzione clinica vengono presentati con l’ausilio di
videoregistrazione di seduta.
2
WORKSHOPS PRE-CONGRESSUALI
Giovedì 15 Settembre
14:00 – 17:00
SALA 2
WORKSHOP ID W06
LA TERAPIA METACOGNITIVA INTERPERSONALE PER IL TRATTAMENTO
DEI CASI COMPLESSI
Antonino Carcione
Psichiatra, Psicoterapeuta, Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva Roma, Didatta APC/SPC
Antonio Semerari
Psichiatra, Psicoterapeuta, Didatta delle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva
Associazione di Psicologia Cognitiva (APC) e Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC), Fondatore e
Presidente emerito del Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva di Roma
Michele Procacci
Psichiatra, Psicoterapeuta, Dirigente Medico I livello ASL Roma E, Terzo Centro di Psicoterapia
Cognitiva di Roma
I pazienti che cercano un trattamento psicoterapico non sempre presentano quadri clinici semplici
da diagnosticare, a causa della presenza di diversi disturbi in co-occorrenza. Questa è uno dei
fattori che rende difficile il trattamento, considerando anche che gli studi di efficacia, per ovvie
esigenze di ricerca, sono sempre centrati su casi selezionati con diagnosi specifiche. Psichiatri e
psicoterapeuti devono dunque confrontarsi con casi complessi che devono necessariamente
considerare non solo i sintomi e la diagnosi categoriale, ma anche la co-occorrenza di diverse
diagnosi e di diverse variabili psicopatologiche che contribuiscono al mantenimento della
patologia. Oggi esistono varie tecniche che permettono di trattare differenti dimensioni
psicopatologiche, per esempio Skills Training DBT per la disregolazione emotiva, Mindfulness per
il rimuginio ansioso e depressivo. Nel nostro centro utilizziamo un approccio strutturato per la
diagnosi e il trattamento dei casi complessi (DP, disturbi correlate a trauma, psicosi), denominato
Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI), volto a ridurre il drop-out e migliorare gli esiti. Tale
trattamento ha come obiettivi strategici l’incremento delle capacità metacognitive e il
3
padroneggiamento degli stati problematici. Per raggiungere questi scopi, la TMI integra procedure
e tecniche tratte dalla terapia cognitiva e dalle psicoterapie manualizzate dei DP.
L’idea sostanziale della TMI è che disturbi delle capacità di comprendere gli stati mentali
impediscono ai PD di regolare i propri stati mentali.
Tutti I pazienti che afferiscono al centro seguono un percorso strutturato tagliato sulle diverse
variabili psicopatologiche che emergono da un ampio assessment psicodiagnostico che considera
oltre ai sintomi (SCL 90-R), le abilità metacognitive (IVaM), le relazioni interpersonali (IIP-47), la
disregolazione emotiva (DERS), la psicopatologia della personalità (SCID-II complete), il
funzionamento globale (GAF). Le misurazioni vengono ripetute ogni sei mesi per le variabili di
stato ed ogni anno quelle di tratto, fino alla fine del trattamento. Questo approccio strutturato
include psicodiagnosi, psicoterapia cognitiva individuale centrata sulle abilità metacognitive, skills
training DBT, mindfulness e incontri settimanali d’équipe e supervisione.
La TMI prevede una psicoterapia individuale e un gruppo psicoeducazionale e di skills training. Il
trattamento è diviso in fasi, finalizzate all’incremento della metacognizione, del padroneggiamento
e della tolleranza degli stati problematici fino a sviluppare nel paziente un senso di sé come agente
attivo.
Verranno illustrati, tramite esemplificazioni cliniche, i principi che regolano la TMI e come si
sviluppa il trattamento.
4
WORKSHOPS PRE-CONGRESSUALI
Giovedì 15 Settembre
14:00 – 17:00
SALA 3
WORKSHOP ID W01
TRE TIPI DI ABC: REBT, CBT E COSTRUTTIVISTA; ESERCITAZIONE TECNICA
SULLE SOMIGLIANZE E SULLE DIFFERENZE
Giovanni Maria Ruggiero
Psichiatra, Psicoterapeuta; Studi Cognitivi, Scuola di specializzazione in psicoterapia cognitiva,
Milano, Modena e San Benedetto del Tronto; Psicoterapia Cognitiva e Ricerca, Scuola di
specializzazione in psicoterapia cognitiva, Milano e Bolzano; Sigmund Freud University Milano e
Vienna
Diego Saraccino
Psichiatra, Psicoterapeuta; Studi Cognitivi, Scuola di specializzazione in psicoterapia cognitiva,
Milano, Modena e San Benedetto del Tronto; Dipartimento di Psicologia Università Milano Bicocca
Sandra Sassaroli
Psicologa, Psicoterapeuta, Studi Cognitivi Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva,
Milano, Modena e San Benedetto del Tronto, Sigmund Freud University, Milano e Vienna
L’ABC è il mattone di base dell’esecuzione delle terapie cognitive, e riflette sia gli elementi comuni
che le differenze tra i vari orientamenti cognitive. Il workshop intende illustrare le differenze in
maniera operativa e concreta mostrando come la formulazione delle domande cambia nei
principali orientamenti cognitivi che utilizzano l’ABC. Nella terapia razionale emotiva
comportamentale (REBT) di Ellis -dove l’ABC la fase di accertamento accentua l’attenzione per gli
elementi disfunzionali (“che cosa ha provato/pensato che non la ha aiutata?”),gli irrational
thought (cercati con la tecnica di chain inference) di terribilizzazione/doverizzazione non sono
gerarchicamente sopra-ordinati ma agiscono disfunzionalmente a qualunque livello, sia di sintomo
che di credenza sul sé, e l’intervento terapeutico (cosiddetto disputing) incoraggia a distaccarsi
funzionalmente dai pensieri disadattivi e –sorprendentemente- non in base a un calcolo
razionalista. Nella terapia cognitivo comportamentale standard (CBT) di Beck e Clark la fase di
5
accertamento si focalizza sugli errori di esame di realtà che portano a previsioni negative
eccessive (“cosa teme che potrebbe accadere?”), le credenze centrali (core belief) sono credenze
sul sé (self belief) gerarchicamente sopra-ordinate e accertate con la tecnica della down arrow, e
l’intervento terapeutico (cosiddetto questioning) è una analisi razionale dell’esame di realtà. Nel
costruttivismo evolutivista italiano di Guidano e Liotti e Lorenzini e Sassaroli, le credenze sono
visioni del mondo e del sé (world belief e self belief) gerarchicamente sopra-ordinate e accertate
con la tecnica del laddering, poco flessibili ma dotate di una loro funzionalità comprensibile
ripercorrendo la storia di vita. L’intervento terapeutico si articola in analisi dei circoli viziosi
usando l’ABC secondario e distacco dalla fusione con le credenze ripercorrendo la loro costruzione
nella storia di vita. Il workshop consiste in una descrizione
degli elementi tecnici elencati (chain inference, down arrow, laddering, disputing e questioning) e
in esercitazione pratiche di colloquio tra pari.
6
WORKSHOPS PRE-CONGRESSUALI
Giovedì 15 Settembre
14:00 – 17:00
SALA 4
WORKSHOP ID W02
TERAPIA METACOGNITIVA INTERPERSONALE: GLI SVILUPPI ESPERIENZIALI
Giancarlo Dimaggio
Psichiatra, Psicoterapeuta, Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale, Roma
La Terapia Metacognitiva Interpersonale, sviluppata in Dimaggio & Semerari (2003) è stata
recentemente manualizzata per i disturbi di personalità in cui la disregolazione emotiva non
richiede un intervento urgente (Dimaggio, Montano, Popolo & Salvatore, 2013). Per promuovere la
conoscenza di sé, aiutare ad adottare punti di vista nuovi rispetto a quelli dettati dai propri
schemi, comprendere gli altri e contattare le parti sane del sé, lavorare sulla sola componente
verbale è insufficiente. In questo workshop illustriamo come tecniche quali immaginazione
guidata, gioco delle due sedie, mindfulness e esposizione comportamentale facilitino il progresso
clinico. Verranno mostrate sedute videoregistrate per illustrare le tecniche in azione.
7
WORKSHOPS PRE-CONGRESSUALI
Giovedì 15 Settembre
14:00 – 17:00
SALA 5
WORKSHOP ID W03
PSICOFISIOLOGIA APPLICATA E BIOFEEDBACK IN TERAPIA COGNITIVA
Tullio Michele Scrimali
Psichiatra, Psicoterapeuta, Docente Universitario, Università di Catania
Le Neuroscienze costituiscono una delle più importanti componenti dello sviluppo scientifico
contemporaneo. Grazie alla introduzione di tecniche, da una parte sempre più sofisticate e,
dall’altra, sempre più facili da apprendere e da applicare, nonché economiche da acquisire ed
utilizzare, le Neuroscienze si propongono non più, come esclusivo metodo euristico, per la
conoscenza del cervello e la comprensione della mente, perseguite prevalentemente in costosi
laboratori da ricercatori di professione, ma anche come strumento per la clinica del disagio
psichico.
Nell’ambito delle Neuroscienze, particolarmente interessanti si rivelano, per il Clinico, le
tematiche e le metodologie della Psicofisiologia Applicata e del Biofeedback.
Vengono illustrate, nel workshop, le nozioni di base sulle tematiche più importanti delle
neuroscienze, della psicofisiologia applicata e del biofeedback, nonché implementate le
competenze applicative sul monitoraggio computerizzato della attività elettrodermica, con
particolare riferimento all’assessment ed alle tecniche di intervento nell’ambito della
autoregolazione emozionale. Per quanto concerne il primo aspetto, si fa particolare riferimento
alla nuova topica, sviluppata da Tullio Scrimali, e definita “Psicodiagnostica strumentale”.
La seconda area, su cui verte il workshop, è quella della autoregolazione emozionale, nell’ambito
della quale si apprendono la teoria e la metodologia del biofeedback. Questa tecnica costituisce un
efficace strumento di intervento, atto a promuovere il riequilibrio dei processi emotivi
disfunzionali, all’interno di un progetto terapeutico e riabilitativo strategicamente orientato. La
tematica della autoregolazione emozionale, perseguita grazie alla pratica della mindfulness,
integrata col biofeedback, costituisce inoltre una topica rilevante in psicologia della salute e trova
ampia applicazione anche nella educazione alla salute da promuovere con progetti informativi
8
teorico-pratici attuabili nelle Scuole, come già ampiamente sperimentato dal gruppo di lavoro
coordinato da Tullio Scrimali. Più nel dettaglio, le topiche trattate sono:
• Le Neuroscienze contemporanee ed il loro rapporto con le discipline cliniche, con la psicologia
della salute e nel contesto scolastico
• Psicofisiologia Applicata
• I parametri della Psicofisiologia Applicata
o Elettroencefalografia Quantitativa (note introduttive di base)
o Attività elettrodermica exosomatica, tonica e fasica, spontanea ed evocata (questa topica viene
sviscerata in tutti i suoi aspetti)
• Psicodiagnostica strumentale: Il protocollo MindSCAN
• Psicoterapia e Riabilitazione: Biofeedback, Mindfulness e Biofeedback Based Mindfulness
Metodologia didattica
Didattica frontale con l’ausilio di supporti multimediali nonché attività pratiche e di role-playing.
Materiali per la parte pratica
I partecipanti prenderanno visione delle seguenti strumentazioni:
MindLAB Set di Psychotech ([www.psychotech.it](http://www.psychotech.it))
Testi di riferimento:
Scrimali T. (2010). Neuroscienze e Psicofisiologia Clinica. Franco Angeli, Milano
Scrimali T. (2013). Psicofisiologia Applicata e Biofeedback. ALETEIA Publisher, Acicastello. E-book
(saranno fornite in classe le indicazioni per il suo download gratuito dal web).
9
WORKSHOPS PRE-CONGRESSUALI
Giovedì 15 Settembre
14:00 – 17:00
SALA 6
WORKSHOP ID W04
ANATOMIA COGNITIVO MOTIVAZIONALE DELLE EMOZIONI
Carla Lo Giudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Mente e Relazioni Reggio Calabria
Cristiano Castelfranchi
ISTC-CNR, Istituto Scienze e Tecnologie della Cognizione Associato
Maria Muscolo
Psicologo, Psicoterapeuta, Mente e Relazioni Reggio Calabria
Maurizio Cafari
Psicologo, Psicoterapeuta, Mente e Relazioni Reggio Calabria
Durante il workshop verranno indagate, descritte e discusse le emozioni secondo un approccio
cognitivo-motivazionale che le analizza in termini di credenze e desideri, questa analisi verrà
successivamente applicata al funzionamento del fobico ed al trattamento della fobia specifica con
l’utilizzo della Realtà Aumentata. Nella prima relazione Il Compound cognitivo-motivazionale della
Emotional Experience si sosterrà un approccio cognitivo-motivazionale delle emozioni, dapprima
discuteremo le ragioni che hanno motivato la decisione a descrivere queste in termini di credenze
e desideri; successivamente, illustreremo analiticamente il nostro approccio che presume che le
credenze da sole siano insufficienti. Per colmare questa lacuna, la componente epistemica delle
emozioni ha bisogno di essere integrata con componenti motivazionali e affettive (Searle, 1983;
Verde, 1992). Questa analisi è propedeutica alla seconda relazione Il funzionamento del fobico
secondo il modello del comportamento governato da scopi, dove viene sviluppato un modello del
comportamento governato da scopi della fobia specifica, valido sia in termini descrittivi che
operativi. La mente può essere vista come un insieme di rappresentazioni simboliche mediante le
quali l’organismo agisce per raggiungere uno scopo, tramite rappresentazioni del mondo, di sé
stesso, del passato o del futuro. I contenuti della mente possono essere rappresentati in credenze,
scopi ed emozioni. Le credenze sono rappresentazioni conoscitive, gli scopi sono rappresentazioni
10
motivazionali, mentre le emozioni sono stati psicologici ibridi. In questo quadro teorico, e
partendo dall’analisi delle componenti cognitive dell’ansia con particolare attenzione al ruolo
giocato dal bisogno di controllo, si costruisce il funzionamento fobico. Il trattamento della fobia
specifica è l’argomento della terza relazione L’esposizione in realtà aumentata nel trattamento
della fobia specifica: rapporto tra sequenze emozionali e dimensioni metacognitive dove si
descrive l’utilizzo della realtà aumentata nella fase di esposizione del trattamento. Negli ultimi
anni sono stati condotti diversi studi di efficacia sull’utilizzo della AR che, integrando elementi
virtuali in un ambiente reale, diventa molto realistica per il paziente. L'importanza dello studio
delle emozioni ha spinto lo sviluppo di molte nuove aree di ricerca che permettono di valutare
l’attivazione emotiva. L’obiettivo è stato monitorare l’andamento degli stati emozionali durante
tutte le fasi del protocollo tramite caschetto Epoc+ per verificare la presenza di una ricorsività
nelle sequenze emozionali che si attivano nella fobia specifica e analizzare le variazioni
intercorrenti tra le diverse sequenze emozionali attivate e gli assetti metacognitivi.
11