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pubblicato nell' edizione 237 pagina 8 il 2006-01-30
Venerdi sera, l’Istituto Italiano di Cultura “Vito Grasso” di Bucarest ha ospitato un
importante evento ricorrente ogni anno il 27 gennaio: ”La Giornata della Memoria”.
L’articolo 1 della Legge della Repubblica Italiana menziona che “La Repubblica Italiana
designa il giorno di 27 gennaio, data di abbattimento delle porte ad Auschwitz,
“Giornata della Memoria”, per ricordarci della Shoah, delle leggi razziali, della
persecuzione italiana dei cittadini ebrei, degli italiani che hanno subito la deportazione,
il prigionerato, la morte, nonche’ di coloro che, sebbene di orientamenti diversi, si sono
opposti al progetto di sterminio e, col rischio della propria vita hanno salvato altre vite
ed hanno protetto i perseguitati”.
In questa occasione sono stati presentati due interventi sul tema dell’Olocausto in
Romania nel periodo di Antonescu. Il primo intervenuto è stato il professor Andrei
Oisteanu, del Centro di Studi Ebraici dell’Università di Bucarest e ricercatore al Museo
Nazionale della Letteratura Romena, che ha parlato di “L’Olocausto: definizione e
morte”; il secondo intervenuto è stato Liviu Beris, Vicepresidente dell’Associazione le
Vittime dell’Olocausto, il quale ha presentato ”l’Olocausto degli ebrei dei territori
occupati sotto l’autorità del governo Antonescu”.
Il discorso del professor Oisteanu ha tentato di ridefinire il termine di Olocausto in
conformità alle realtà politiche e geografiche del momento, nelle condizioni in cui
questo termine può essere contestato abbastanza facilmente in Romania. Ciò avviene
in quanto, da una parte “gli ebrei sono stati massacrati nei territori che non erano allora
sotto amministrazione romena, ma lo sono ora, cioè la Transilvania del Nord, e d’altra
parte sono stati massacrati in territori che all’epoca erano sotto amministrazione
romena, ma non lo sono ora: Bessarabia, Bucovina del Nord, Transdniestria, Odessa.
In conformità alla definizione proposta dal professor Oisteanu, l’Olocausto dovrebbe
significare :”la discriminazione leggiferata e istituzionalizzata nonchè lo sterminio
programmato e sistematico degli ebrei e dei rrom da parte dei nazisti e/o dei loro
accoliti negli anni ’30 – ‘40.”
Il discorso di Liviu Beris ha impressionato l’intera assistenza, in quanto lui ha
raccontato la tragica esperienza personale, di sopravvissuto dei deportati della
Transdniestria, quando aveva 13 anni. E’ stata un’esperienza traumatizzante, le cui
trace non si canceleranno mai più e che gli hanno rafforzato la convinzione che
l’antisemitismo è una malattia che certuni hanno ma che fa soffrire gli altri”.
La serata si è conclusa in modo suggestivo con la proiezione del film italiano “La
Tregua”, nella regia di Francesco Rosi, tratto dall’omonimo romanzo di Primo Levi. Il
film, avente tra i protagonisti John Turturro, Massimo Ghini, Stefano Dionisi, Rade
Serbedzija, Agnieszka Wagner, - ha vinto tre premi “David di Donatello”, per la miglior
regia, il migliore film e la migliore produzione. Per questa pellicola il regista Francesco
Rosi ha ricevuto la nominazione al Festival di Cannes ed ha vinto il premio del pubblico
al Festival di Sao Paolo. Grigore Georgescu
by Grigore Georgescu
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