Progetto Corso di Formazione per Assistenti
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Progetto Corso di Formazione per Assistenti
AVVISO PUBBLICO “PROGETTI SPERIMETALI E INTERVENTI PER LA QUALITA’ DEL LAVORO DELLE ASSISTENTI FAMILIARI” D.G.R. n. 890 del 4 dicembre 2008 PROGETTO “RETE ANZIANI” DISTRETTO FORMIA-GAETA Formia Comune capofila Gaeta – Minturno – Itri – S.S. Cosma e Damiano – Castelforte Spigno Saturnia – Ponza – Ventotene (allegato alla deliberazione del Comitato dei Sindaci n. 3 del 16 Febbraio 2009 ) Il Sindaco del Comune di Formia Sen. Michele Forte PRESENTAZIONE GENERALE INTERVENTO Denominazione intervento: Progetti Sperimentali ed interventi per la qualificazione del lavoro delle Assistenti Familiari PROGETTO “RETE ANZIANI” : 1. CORSO DI FORMAZIONE PER ASSISTENTI FAMILIARI 2. RETE “AMICA” Distretto Formia-Gaeta 3. “I CARE – Imparare, Comunicare, Agire in REte” Il soggetto proponente : Comune di Formia, Capofila del Distretto FormiaGaeta Ambito dell’intervento: Distretto Formia-Gaeta. Comuni interessati: Formia, Geata, Minturno, Itri, SS. Cosma e Damiano, Castelforte, Spigno Saturnia, Ponza e Ventotene Numero delle azioni dell’intervento: N. AzioneTitolo 1 Orientamento e Bilancio delle competenze 2 Dispositivi per lo sviluppo di servizi territoriali a supporto di donne, famiglie ed utenti 3 Percorso formativo per Assistenti familiari 4 Servizi di sostituzione 5 Costituzione del registro di Assistente Familiare Durata totale dell’intervento: mesi 6 (sei) 1 ANALISI ED OBIETTIVI DEL PROGETTO “RETE ANZIANI” Analisi dei fabbisogni e del contesto territoriale nel quale il progetto “RETE ANZIANI”agisce: fabbisogni, target dell’intervento, obiettivi e risultati attesi: L’intervento proposto si colloca in un ambito del mercato del lavoro provinciale (il settore assistenziale) caratterizzato da una forte dinamica nel rapporto tra domanda ed offerta di lavoro. Le ragioni di tali situazione in rapida evoluzione sono di tipo economico/sociale, demografico e normativo. Sotto il profilo economico e sociale, la rapida evoluzione delle abitudini dei nuclei familiari della provincia di Latina verso i modelli di organizzazione più evoluti del mondo occidentale ha determinato la venuta meno di quei “paracaduti familiari”, nei quali gli elementi più anziani e/o più giovani trovavano un supporto materiale e morale, ovvero una risposta alla domanda di assistenza. I nuclei familiari pontini sono sempre più fortemente caratterizzati da una situazione di “doppio stipendio/metà tempo”, formula di origine anglosassone, con la quale si fa riferimento alla struttura della famiglia di questi ultimi anni, caratterizzata da almeno due lavoratori e da una scarsità di tempo da dedicare alle attività extra-lavorative, non solo di tipo ludico, ma anche familiare, compreso la cura degli anziani. Passando all’aspetto demografico, un elemento che caratterizza la composizione della popolazione locale è il fatto che negli ultimi 40 anni il numero degli anziani nella provincia di Latina è quadruplicato (dati ISTAT, censimenti dal 1961 al 2001). Tali dati, elaborati dal sistema statistico regionale (SISTAR), sono alla base dell’individuazione del cosiddetto “indice standardizzato della velocità di invecchiamento”, che mette a rapporto il numero di anziani in ciascun comune della provincia, rispetto al numero di anziani del comune (Aprilia) che nel 1961 aveva il minor numero di anziani. Il valore dell’indice nel 2000 – riferito alla provincia di Latina – era pari a 409. Ciò significa che il numero di anziani è più che quadruplicato negli ultimi quaranta anni in Provincia di Latina. Ciò comporta, ovviamente, un innalzamento esponenziale delle richieste di lavoro in materia di assistenza e cura domiciliare, soprattutto per gli anziani, in analogia con quanto accade nel mondo occidentale in generale. Inoltre, analizzando sempre la composizione demografica della provincia, i dati elaborati dal sistema statistico della regione Lazio SISTAR sulla base dell’ultimo censimento ISTAT, dimostrano che l’aumento della popolazione nella Regione Lazio non dipende quasi più dal “tasso di incremento naturale” (ovvero differenza tra nati e morti), ma bensì dall’immigrazione, soprattutto straniera; in particolare l’immigrazione provinciale risulta molto più forte nelle zone caratterizzate da bassi incrementi demografici, ovvero nelle zone in cui l’età media risulta più alta. A tal riguardo, uno studio della Caritas su dati INAIL evidenzia l’assoluta effervescenza del mercato del lavoro degli immigrati a testimonianza di una consistente domanda di lavoro per i lavoratori stranieri volta a soddisfare, il più delle volte, l’esigenza insoddisfatta di un sostegno ai nuclei familiari per le attività di assistenza e la cura della persona. Per finire, sotto il profilo normativo, la recente adozione del contratto collettivo nazionale di lavoro di settore, oltre che le politiche di incentivazione di uscita dal “sommerso” adottate a livello statale e locale, stanno determinando il sorgere di nuove esigenze e nuovi livelli di garanzie per chi opera in questo settore, a fronte della necessità di una maggiore professionalizzazione e dell’abbandono di una offerta di competenza “fai da te” (soprattutto per l’offerta di lavoro proveniente dall’est Europa) che non appare più congrua con i rapporti di lavoro istituzionalizzati. Tutte le motivazioni elencate rendono 2 particolarmente adeguata l’intervento formativo proposto che mira alla creazione di professionisti qualificati capaci di far fronte alle richieste delle famiglie pontine, relativamente alla domanda di assistenza domiciliare. ll dato demografico più significativo, che va sempre più rafforzandosi, è il progressivo, costante e decisivo invecchiamento della popolazione (Previsioni Demografiche nazionali. 1°gennaio 2005 - 1 gennaio 2050. ISTAT 2006). Il fenomeno, che investe i Paesi ad economia avanzata, assume in Italia caratteristiche più marcate (l’Italia è l’unica nazione al mondo occidentale in cui la popolazione ultrasessantacinquenne è maggiore di quella al di sotto dei 15 anni), configurandolo come il Paese più vecchio d'Europa (Rapporto annuale ISTAT 2007). Tale situazione è frutto di varie componenti quali: un deciso allungamento della vita media, dovuto alle migliorate condizioni igienico/sanitarie e di “qualità della vita”; una marcata riduzione delle nascite dovuta, non solo a ragioni di fecondità, ma anche a mutamenti sociali e culturali della popolazione. Nel Lazio come nel resto della Nazione si registra una maggiore prevalenza di donne fra gli anziani con più di 65 anni (59%), dopo i 75 anni la quota proporzionale femminile continua a crescere fino a raggiungere il 67% dopo gli 80 anni. La speranza di vita raggiunge nella regione i 77 anni per gli uomini e supera gli 82 anni per le donne (stime ISTAT 2003). Dall'indagine multiscopo ISTAT 1997 emerge come nel Lazio il 42,5% degli ultrasessantacinquenne sia vedovo o non coniugato e come il 15% delle famiglie sia costituito da persone sole con più di 60 anni. I dati europei confermati dall'European Older People’s Platform (www.age-platform.org), confermano inoltre come la fascia di popolazione superiore ai sessantacinque anni sia particolarmente sensibile al rischio d'impoverimento (capacità economica, solitudine, diminuzione dei contatti sociali, mobilità e salute, accessibilità ai servizi, abusi, rischio di esclusione). Dall'indagine multiscopo ISTAT 1999/2000, si evince inoltre che più del 9% della popolazione anziana non istituzionalizzata, cioè nel Lazio oltre 83.000 soggetti, sarebbe confinata a casa. Di questi, si stima che almeno 36.000 siano confinati a letto o su sedia, il che prefigura necessità assistenziali prevalentemente sanitarie da erogare a domicilio. Anche per gli altri 47.000 soggetti che, pur in condizioni di salute meno compromesse, sono comunque confinati in casa, è da prevedere un impegno assistenziale significativo di tipo socio-sanitario. Sempre dalla stessa indagine si stima che circa il 12,6% degli ultrasessantacinquenni abbia limitazioni funzionali più o meno gravi in almeno due o più attività della vita quotidiana (ADL-actvities daily living). Il sottoinsieme più rilevante dell'aria della cosiddetta fragilità sarebbe rappresentato da un universo di oltre 115.000 anziani per i quali sembra indispensabile trovare efficaci risposte assistenziali con azioni articolate e a complessità variabile. A Formia, il dato della popolazione ultrasessantacinquenne è superiore al 18% della popolazione complessiva (Piano di Zona biennio 2006-2007. Distretto Formia - Gaeta). Tale valore è destinato ad incrementarsi rapidamente, in quanto può considerarsi ormai esaurito il fenomeno immigratorio che ha interessato la Città fino alla metà degli anni ’90 dello scorso secolo, che ha parzialmente mitigato il decisivo decremento delle nascite. I dati riportati nei seguenti prospetti illustrano in maniera incontrovertibile il deciso e rapido invecchiamento della popolazione di Formia, in particolare è estremamente significativo l’incremento cospicuo dell’indice di vecchiaia, passato in poco più di un decennio (1993-2008) da 68 a 114. Altro elemento da sottolineare è un notevole aumento dei cosiddetti “grandi anziani” cioè persone con più di 75 anni. 3 Struttura progettuale: presentazione sintetica del progetto proposto “RETE ANZIANI”, struttura e individuazione delle azioni previste: Il progetto è composto da 5 azioni interdipendenti che si realizzeranno nell’arco di 6 mesi, seguendo una logica di alternanza e trasversalità al fine di garantire, da un lato, agli allievi l’acquisizione di tutti gli strumenti necessari per gestire con qualità il servizio di cura; dall’altro, al territorio, inteso come Istituzioni locali, organismi di rappresentanza, parti sociali, associazioni e imprese sociali di attivare e concretizzare azioni di programmazione e strategie per la qualificazione del servizio. Si prevede, quindi la realizzazione di 5 azioni, come di seguito indicate: • Azione 1 – Orientamento e Bilancio Competenze, l’azione sarà finalizzata ad orientare gli allievi verso una maggiore consapevolezza delle proprie attitudini professionali e a costruire un portfolio delle competenze spendibili nella professione; • Azione 2 - Dispositivi per lo sviluppo di servizi territoriali a supporto di donne, famiglie ed utenti, l’azione è finalizzata a sostenere i care giver; • Azione 3 – Percorso formativo per Assistenti familiari, il percorso formativo è stato elaborato In riferimento alla Delibera di Giunta regionale del Lazio n. 609 del 31 luglio 2007, ed è finalizzato a trasferire agli allievi le competenze tecniche e professionali, per l’esercizio della professione di Assistenti Familiari; • Azione 4 – Servizio di sostituzione, l’azione è collegata con il percorso formativo, come servizio per le famiglie presso cui lavorano le Assistenti Familiari coinvolte nella formazione, al fine di garantire la cura degli assistiti e agevolare la riqualificazione delle donne occupate; • Azione 5- Costituzione del registro di Assistente Familiare, l’azione è finalizzata a creare uno strumento per qualificare il lavoro di cura rivolto agli anziani, e facilitare alle famiglie la ricerca e l’individuazione di Assistenti familiari formate. Descrizione delle azioni previste: titolo, obiettivi, metodologia e risultati attesi: ¾ Servizi di orientamento e informazione rivolti alle donne; Azione 1 Orientamento e Bilancio Competenze – L’azione di orientamento si svilupperà in tre fasi: Bilancio delle competenze individuale, utilizzato come strumento per una consulenza orientativa che riguarda primariamente l’area di gestione delle risorse umane. La finalità dell’intervento, rivolta alle donne italiane e/o immigrate, disoccupate e/o inoccupate, è quello di supportare il processo continuo di sviluppo delle allieve ad acquisire un livello maggiore di consapevolezza, in particolar modo in relazione all’ambito professionale, relativo alla ri-qualificazione della figura professionale nel settore dell’assistenza socio–assistenziale domiciliare. L’attività di bilancio risulta centrata attraverso due dimensioni: sull’individuo che privilegia il setting a due, consulente – cliente, nel quale si cerca di promuovere la mobilitazione delle risorse e delle energie attraverso un percorso finalizzato alla consapevolezza, affinché il soggetto possa gestire autonomamente e responsabilmente le scelte eventuali relative al proprio percorso professionale. La centratura su un soggetto attivo, è indispensabile nel 4 • • • • • facilitare l’indagine e la ricognizione, ed è garanzia di un percorso che consentirà all’individuo di essere attore e protagonista del suo divenire professionale. La seconda dimensione consiste in un’attività di consulenza che viene integrata da momenti di gruppo incentrati anche su un confronto delle diverse professionalità, e da momenti di approfondimento sulla professione di Assistente Familiare la cui finalità è la condivisione ed eventualmente la progettazione della costruzione di un percorso professionale spendibile. Al termine dell’azione, verrà consegnato a ciascun allievo un documento di sintesi; il portfolio; nel quale verranno evidenziate le competenze trasversali utili ad individuare un profilo professionale. Attraverso lo strumento del Bilancio delle competenze, i soggetti coinvolti potranno: Elaborare una strategia professionale; Sviluppare ulteriori competenze nell’ambito di uno specifico mestiere; Prendere coscienza della volontà di cambiare, di evolversi, di riqualificarsi; Prepararsi al riconoscimento ed alla convalida dell’esperienza maturata; Ottimizzare l’investimento del percorso formativo. ¾ Attività di informazione e sensibilizzazione alle famiglie e agli utenti datori di lavoro; Azione 2 - Dispositivi per lo sviluppo di servizi territoriali a supporto di donne, famiglie ed utenti - L’attività è finalizzata a sostenere la famiglia che da sola non può reggere il carico così gravoso , sia perché il lavoro di cura può durare molto a lungo, sia perché sono cambiate la struttura e la composizione dei nuclei familiari, oltre che lo stile di vita. Il problema del carico assistenziale oggi, nella famiglia tipo del nostro distretto, è quasi esclusivamente supportato da un’unica persona, quasi sempre donna, la quale deve anche svolgere le altre incombenze, dal lavoro fuori casa alla gestione familiare, il che va a scapito della cura di sé e della qualità di vita di tutta la famiglia. Spesso si scaricano su famiglie del tutto impreparate compiti talmente gravosi da mettere in pericolo la qualità della vita familiare. L’obiettivo da raggiungere è quello di creare una rete sinergica a supporto dei care giver. Nello sviluppo della rete dei servizi si deve considerare anche quest’anello importante della catena e cioè la risorsa famiglia (care giver), per cui è obbligatoriamente indispensabile salvaguardare e aiutare le famiglie con sostegni di tipo formativo, informativo, tecnico e psicologico. Si prevede, pertanto, la realizzazione di un percorso di sostegno ai care giver di 24 incontri, sulle tre aree subdistrettuali, della durata di 2 ore ciascuno. ¾ Formazione Assistenti Familiari: Azione 3 – Percorso formativo per Assistenti familiari – Il percorso formativo – Il percorso formativo è stato elaborato in riferimento alla Delibera di Giunta Regionale del Lazio n. 609 del 31 luglio 2007 che ha definito in 120 ore il percorso formativo per l’acquisizione di competenze specifiche. L’Assistente Familiare è definito come “una figura con caratteristiche pratico-operative, la cui attività è rivolta a garantire assistenza a persone autosufficienti e non, nelle loro necessità primarie, favorendone il benessere e l’autonomia all’interno del clima domestico-familiare. È in grado di relazionarsi con la rete dei servizi territoriali, pubblici e privati, al fine di assicurare assistenza e garantire 5 opportunità di accesso a tali servizi alle persone non in grado di svolgere in autonomia gli adempimenti connessi. Il percorso formativo elaborato è della durata di 120 (78 ore di aula, 42 ore di stage ) è rivolto a 15 donne/uomini, di cui almeno il 50% donne, inoccupati/disoccupati – italiani e immigrati suddiviso in aree di attività: • comunicazione e relazione; • servizi sociali e assistenza; • cura ed accompagnamento della persona; • alimentazione; gestione degli ambienti e della sicurezza. Il percorso formativo proposto, vuole rispondere a precisi obiettivi formativi e didattici, scaturiti dall’analisi del profilo professionale e dal contesto organizzativo di riferimento. L’intervento mira a creare una figura professionale in possesso di: una conoscenza teorica sulle problematiche del disagio fisico e psichico, un sistema di competenze operative per la gestione presso le famiglie di anziani e/o disabili (dal pronto soccorso alla gestione della dieta, fino all’assistenza relazionale). - un modello di professionalità in grado di supportare la famiglia sul piano sociale operativo. Le destinatarie dell’intervento saranno inserite in un ambiente che trova nella logica di gruppo la sua espressione primaria, progettato per rendere il processo di apprendimento contestuale alla trasmissione dei contenuti teorici e culturali, e strettamente compatibile con i ritmi di apprendimento individuali. L’impostazione metodologica del corso tenderà a privilegiare una continua alternanza fra momenti di formazione in aula, analisi e progettualità. Il metodo di lavoro sarà caratterizzato da un taglio squisitamente operativo, utilizzando le tecniche attive di formazione, quali casi reali, supporti audiovisivi, apporti di esperienze maturate, al fine di garantire un alto e concreto livello di trasferibilità a situazioni di lavoro di quanto illustrato in aula. Lo stage sarà di fondamentale importanza perché permetterà alle donne formate in aula di applicare direttamente i contenuti teorico/tecnici appresi in aula. Per le donne occupate si prevede lo svolgimento dello stage presso le famiglie in cui lavorano e saranno monitorate e supportate da un tutor individuale, specializzato in servizi di cura alla persona, per la gestione dell’attività e la valutazione dei progressi professionali. ¾ Organizzazione, gestione finanziaria ed erogazione di servizi di sostituzione; Azione 4 – servizi di sostituzione – In accordo con i Comuni di riferimento, saranno selezionate delle Assistenti domiciliari/familiari in possesso del titolo e attualmente disoccupate/inoccupate, per sostituire nei servizi di cura l’assisto della donna in formazione. L’Assistente domiciliare/familiare impegnata nelle sostituzione sarà regolarmente retribuita, e sarà inserita nella famiglia dove deve prestare il servizio con la supervisione degli organi di coordinamento del progetto. A tal fine si prevede un coordinatore dell’azione che faciliti il contatto con la famiglia e supervisioni, almeno nei primi giorni di sostituzione, sul processo di inserimento, sull’adeguatezza della risorsa selezionata e sull’accettazione dell’assistito. Si porrà infatti particolare attenzione al processo di adeguamento dell’assistito alla persona e sul clima e l’empatia che si viene a creare, nonchè sulla professionalità della sostituta. Tale sostituzione sarà prevista solo per la formazione di aula (78 ore). 6 ¾ Costituzione di un registro di Assistenti Familiari: Azione 5 - Costituzione del registro di Assistenti Familiari - Il Registro Cittadino degli Assistenti Familiari per Anziani raccoglierà i nominativi delle persone che – avendo svolto un percorso formativo specifico, attinente l’area dell’assistenza alla persona – sono disponibili ad assistere persone anziane. Lo scopo di tale strumento è quello di qualificare il lavoro di cura rivolto ad anziani fragili, di facilitare alle famiglie la ricerca e l’individuazione di assistenti formati, di offrire un’opportunità di crescita professionale ed inserimento lavorativo a soggetti deboli sul mercato del lavoro, di far emergere il mercato sommerso del lavoro di cura, offrendo un riconoscimento ed una visibilità pubblica ai lavoratori del settore. Verranno, quindi stabiliti i criteri di iscrizione al registro: requisiti minimi; modalità di attestazione dei requisiti; funzionamento e gestione del registro; organizzazione e fruizione del registro. Funzionale alla gestione del registro sarà l’attivazione di uno sportello di animazione che opererà sul territorio in appositi spazi. Lo sportello sarà aperto all’interno dell’Assessorato alle politiche sociali, e si prevede di svolgere 30 ore di attività. L’addetto allo sportello avrà il compito di individuare le donne che svolgono la professione di Assistenti Familiari per favorirne la registrazione. Saranno, quindi elaborate delle schede di rilevazione, dove verranno inserite, tutte le donne che svolgono la professione ed i loro dati; le Assistenti Familiari saranno individuate attraverso una ricerca dei corsi di formazione svolti negli ultimi quattro anni nel territorio locale; attraverso un contatto con le imprese sociali che erogano il servizio; i circuiti assistenziali locali – parrocchie, associazioni di famiglie e/o anziani, disabili. A scopo di animazione e per agevolare il contatto con le istituzioni, le famiglie e le donne che svolgono questa attività anche non regolarmente, oppure donne immigrate non regolarizzate, si realizzeranno, nei comuni del Distretto, tavole rotonde delle durata di 2 ore ciascuna. La tavole rotonde, saranno anche indirizzate a sensibilizzare Istituzioni locali, organismi di rappresentanza, parti sociali, associazioni, imprese sociali, enti gestori dei servizi di cura ed assistenza, sul progetto e sulle finalità operative e sulla necessità di istituire accordi e protocolli territoriali per garantire la regolarità e qualità del servizio. Nelle tavole rotonde saranno sviluppate alcune tematiche funzionali allo sviluppo del settore/servizio quali: pratiche di concertazione tra erogatori del servizio, territorio ed utenti finali; costruzione e sperimentazione di modelli di intervento per favorire l’incontra tra domanda ed offerta di lavoro. Lo Sportello verrà validato all’interno del progetto, per cui si intende utilizzarlo a chiusura del progetto come strumento di animazione all’interno delle Amministrazioni comunali del Distretto. 7 PROGETTO (1): CORSO DI FORMAZIONE PER ASSISTENTI FAMILIARI ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE E MOTIVAZIONI DELLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO SINGOLO: Nella Provincia di Latina la forza lavoro è rappresentata da 212.471 unità (di cui in cerca di occupazione 18.734); la forza di non lavoro è pari a 220.838 unità; il tasso di occupazione è pari 54,3 (di cui femminile 39,9; maschile 68,8); il tasso di disoccupazione è pari al 8,8 (femminile 11,2; maschile 7,3), per un totale di occupati pari a 193.737 unità (fonte servizio Politiche territoriale della Uil, anno ‘06). Il gap rispetto all’occupazione maschile è rilevante anche se leggermente più contenuto rispetto ad alcuni anni fa (nel ‘93 il differenziale era di oltre 40 punti, riducendosi a 33 punti nel ‘02). Gli incrementi di occupazione femminile dell’ultimo decennio hanno anche prodotto una modifica del loro peso relativo nell’ambito dei diversi settori economici: per esempio, nel comparto delle “altre attività di servizio” si passa dal 33,2 % del 1993 al 38,9 % del 2002. Se ci si riferisce alle singole attività che compongono le diverse aree, il comparto “Sanità, Istruzione e Servizi Sociali” denota una marcata presenza delle donne, in media 80 donne ogni 100 uomini. Per comprendere il valore di questo fenomeno, si pensi che il comparto immediatamente successivo in ordine alla maggior presenza femminile è quello delle attività commerciali e turistiche, dove il dato è pari a 53 donne ogni 100 uomini. Che questa presenza femminile sia costituita anche da donne immigrate è un ipotesi che viene facilmente supportata dai dati circa la provenienza degli immigrati nel Lazio in generale e nella provincia di Latina in particolare: secondo uno studio del 2001 della Caritas, in una divisione per generi, non sorprende che – per esempio con riferimento agli immigrati di origine filippina, polacca e peruviana – circa il 70% sia di sesso femminile. La sufficiente presenza femminile nel settore di intervento perde, in ogni caso, in qualche modo rilievo se confrontata con i dati relativi ad altre realtà territoriali nazionali. In particolare, in base all’elaborazioni fornite dal sistema Excelsior su due province del centro/nord Italia scelte a caso (Parma e Prato) i dati relativi all’offerta di lavoro nel campo dei servizi alle persone distinti per genere evidenziano un rapporto tra donne ed uomini pari, rispettivamente, a: 10 donne ogni 2 uomini (Parma) e 10 donne ogni 3 uomini (Prato). E’ pur vero che si deve ritenere necessario depurare i dati provinciali di Latina dall’enorme ricorso a forme di lavoro sommerso, che non assumono alcune rilievo a fini statistici. Sulla base di tali riflessioni, un intervento costruito ad hoc per il settore dell’assistenza domiciliare, si presenta, quindi come strumento per abbattere alcune delle barriere di genere e di contingenza sociale che penalizzano alcune categorie di donne nell’ingresso e nella permanenza nel mercato del lavoro locale, favorendo, nel contempo, la stabilizzazione lavorativa (l’uscita dal sommerso) di molte lavoratrici che attualmente non ritengono la loro posizione sufficientemente garantita. Finalità/Obiettivi dell'intervento: L’intervento è finalizzato a creare un metodo e ad elaborare degli strumenti operativi per, da un lato qualificare ulteriormente le donne già occupate nel settore, restituendo alla loro 8 professione tecniche e strumenti mirata alla cura dell’anziano; dall’altro il problema occupazionale di donne inoccupate/disoccupate, con particolare attenzione alle donne immigrate; infine garantire alla famiglie l’affidabilità e la professionalità delle persone a cui affidano i propri cari. Tale finalità è perseguita dalle diverse azioni progettuali, che possiamo distinguere in due fasi: qualificazione del personale attraverso l’erogazione di servizi di orientamento, counseling individualizzato e formazione professionale; attivazione di un sistema di rete territoriale che costituisca un punto di riferimento affidabile e garantisca la funzionalità dello stesso sistema – costituzione delle registro delle assistenti familiari, protocolli di intesa territoriali tra Enti locali, Istituzioni, Associazioni e imprese sociali. Attraverso le azioni di orientamento e formazione si persegue l’obiettivo di qualificare le donne che operano e intendono operare nel settore; attraverso le attività di sensibilizzazione e animazione territoriale si persegue l’obiettivo di creare un sistema che tuteli maggiormente l’utente, le famiglie e le operatrici (assistenti familiari). Tale intervento risulta, quindi, coerente con le finalità dell’avviso pubblico che nasce dall’esigenza di contribuire alla promozione e qualificazione del lavoro di cura domiciliare, ed è volto a sostenere l’incremento delle opportunità lavorative e del grado di professionalizzazione delle prestazioni svolte dalle donne nell’assistenza ai nuclei familiari. Inoltre, con la costituzione del registro delle assistenti familiari ed il coinvolgimento delle Istituzioni e degli organi di rappresentanza locali, si intende rispondere all’esigenza di creare un dispositivo di rete che garantisca la funzionalità, regolarità e trasparenza dei servizi a supporto della domanda e dell’offerta di assistenza domiciliare. Finalità principale è garantire l’acquisizione di competenze specifiche che saranno riconosciute come crediti formativi per l'accesso al Corso di qualifica professionale di Assistenti Familiari. N. AzioneTitolo 1 Orientamento e Bilancio delle competenze 2 Percorso formativo per Assistenti familiari 3 Servizi di sostituzione 4 Costituzione del registro di Assistente Familiare Descrizione del progetto nelle sue fasi didattiche e organizzative Descrizione del progetto didattico: Si prevede un’alternanza tra momenti teorici e momenti pratico operativi. La metodologia dell’attività formativa sarà basata sul coinvolgimento costante dei partecipanti nonché sulla sperimentazione pratica dei contenuti teorici, allo scopo di consentire alle allieve di rilevare le criticità della professione e individuare gli strumenti risolutivi delle stesse criticità incontrate. A tal scopo saranno coinvolti docenti specializzati in grado di trasferire non solo contenuti teorici ma strumenti e metodi operativi legati alla professione. Particolare attenzione sarà riservata all’integrazione del gruppo aula e al clima. momento fondamentale per l’acquisizione di una professionalità spendibile nel settore sarà l’attività di stage che vedrà impegnate le allieve nella sperimentazione di quanto appreso in aula direttamente sul campo, attraverso l’inserimento in strutture che erogano il servizio. Il progetto didattico prevede, quindi, una suddivisione dei contenti in unità di competenze, ed 9 una suddivisione delle diverse unità di competenze in ore, che saranno erogate nel seguente modo: 78 ore - unità di competenza specifiche della professione -; sperimentazione della professionalità - 42 ore di stage -. Sarà elaborato un sistema di verifica delle competenze acquisite, che verranno accertate attraverso la somministrazione di questionari di valutazione e la predisposizione di una prova finale alla presenza di rappresentanti distrettuali. Il percorso formativo sarà realizzato da diverse figure di supporto: coordinatore dell’attività formativa; tutor; direttore corso; docenti specializzati. L’equipe di lavoro avrà il compito di gestire e realizzare l’attività formativa e di supervisionare sul suo andamento convalidandone le modalità esecutive. Saranno previste, infatti, riunioni periodiche dell’equipe per relazionarsi sull’andamento del corso individuare criticità e modalità di superamento delle stesse. - Descrizione del sistema di monitoraggio e valutazione del progetto: Ad inizio intervento sarà elaborato uno sistema di monitoraggio e valutazione dell’intero progetto e delle singole fasi operative, finalizzato a rilevare, in termini di efficacia, le eventuali problematiche presentate dal progetto ed attivare interventi correttivi. Obiettivi del sistema di monitoraggio e valutazione sono: • verificare la qualità di sviluppo del progetto e delle singole azioni; • verificare la coerenza tra le attività svolte e gli obiettivi del progetto; • valutare l’efficacia del progetto; • valutare gli esiti della formazione; • valutare gli esiti dell’intervento di Bilancio delle competenze e dell’attività di consulenza; • valutare l’efficacia del registro di assistenti familiari, sia per le famiglie, che per le donne inoccupate/disoccupate – italiane e straniere, nel favorire il matching tra domanda ed offerta di lavoro; • valutare la ricaduta dell’intervento, in termini di obiettivi raggiunti. Le attività sono: • definizione degli indicatori e delle procedure operative di rilevazione; • elaborazione strumento di rilevazione (questionario strutturato) somministrazione del questionario; • rilevazioni relative al raggiungimento degli obiettivi operativi; • rilevazioni relative agli esiti delle singole azioni operative; • rilevazione grado di soddisfazione dei partecipanti; • rilevazione della ricaduta in termini di rafforzamento delle competenze delle donne sul territorio; • elaborazione ed analisi delle rilevazioni effettuate. - Descrizione degli aspetti innovativi del progetto: Gli aspetti innovati del progetto sono identificabili su due fronti: • nella scelta di attivare un percorso che accompagni le donne che hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro ad acquisire una professionalità spendibile nel mondo del lavoro, non solo attraverso l’erogazione di un servizio di formazione, ma attivando una rete di servizi (costituzione del 10 registro delle assistenti familiari) che garantisca alle donne di “incontrare” il lavoro ed usufruire di un sistema di relazioni a livello locale; • nella possibilità data alle famiglie di poter contare su un meccanismo che garantisca sull’affidabilità (utilizzo del registro delle assistenti familiari), qualificazione e serietà professionale delle persone a cui affidano i loro cari. Inoltre, l’altro aspetto innovativo è quello di realizzare un progetto che attraverso la rete istituita rende immediatamente concreta l’opportunità di inserimento lavorativa delle risorse umane qualificate. Da un punto di vista operativo, il percorso formativo e la fase di orientamento delle allieve privilegiano una metodologia progettata per rendere il processo di apprendimento contestuale alla trasmissione dei contenuti teorici e tecnici, e strettamente compatibile con i ritmi di apprendimento individuali e di vita delle stesse. A tal fine, i docenti adotteranno un modello didattico interattivo e le allieve, al termine delle lezioni, svolgeranno quotidianamente esercitazioni e sessioni di studio singolarmente o in gruppi. I gruppi di studio, nei quali le allieve rielaboreranno i contenuti delle lezioni su cui attiveranno un confronto con i docenti in aula, verranno utilizzati in funzione della conoscenza, ma anche per stimolare atteggiamenti positivi da un punto di vista relazionale, comunicativo e sociale. - Descrizione delle modalità con le quali il progetto agisce sugli obiettivi trasversali dello sviluppo locale e della società dell’informazione: Il progetto, per la dimensione d’integrazione metodologica e per la valorizzazione dei processi di animazione territoriale previsti, come funzione di sensibilizzazione delle Istituzioni ed Enti locali, potrà svolgere una funzione propulsiva per lo sviluppo locale soprattutto in termini di occupazione femminile. Infatti, la figura dell’Assistente Familiare è di fondamentale importanza in una società, come quella italiana, e soprattutto locale, dove la popolazione anziana è sempre più consistente e richiede maggiori attenzioni qualificate. Le famiglie manifestano la necessita di essere supportate nella gestione dei loro cari non più autosufficienti, e chiedono maggiori garanzie; gli assistiti hanno necessità di essere curati con professionalità e serietà, nonché richiedono un miglioramento delle loro condizioni in termini di qualità. La realizzazione del progetto e la sua riuscita in termini di efficacia, incidono sullo sviluppo locale anche in relazione al miglioramento della qualità della vita delle famiglie, degli assistiti e delle donne qualificate. I diversi attori socio economici, parti integranti dei processi, daranno vita ad una rete relazionale -formale ed informaleper garantire la programmazione e l’attuazione di politiche occupazionali e di crescita economica. L’utilizzo trasversale delle nuove tecnologie nel progetto-dalla gestione dello sportello, alla formazione, alla gestione e diffusione dell’informazione nei processi di mainstreaming orizzontale e verticale, mira a consolidare l’innovazione sociale e culturale delle comunità, a ridurre il gap tra tecnologia e genere femminile. Le competenze di governo ed utilizzo delle tecnologie e, in particolare, della Rete, intese come supporto allo sviluppo della professionalità nei servizi di cura e partecipazione femminile allo sviluppo locale, verranno considerate obiettivo strategico e prioritario. Impatti attesi dall’intervento proposto: - Descrizione degli impatti occupazionali attesi, diretti e indiretti, per le destinatarie: 11 Il contesto territoriale in cui si inserisce l’intervento risulta caratterizzato da una crescente domanda di servizi di assistenza domiciliare. Dai dati dell’osservatorio ISFOL veniamo a sapere che nel Lazio, nel periodo 2005-2009, per la classe professionale "Professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati" si prevede una variazione occupazionale di circa 5.9%, valore al di sopra della crescita occupazionale media nel periodo (2%). Lo stock occupazionale dovrebbe aumentare di circa 33.600 unità. La domanda totale di lavoro dovrebbe essere di 183.609 assunzioni, di cui 150.009 per sostituzione dei lavoratori in uscita e 33600 per nuove assunzioni. In particolare, per la categoria ISTAT 5.5.3.5 (Addetti all'assistenza personale a domicilio) si prevede per l’arco 2005-2009 un trend di “crescita” che significa una variazione % positiva tra il 5% e il 10%. (Fonte: Isfol-Irs su ricordati Istat RFLC 2004-2005 e previsioni Isfol-Ref.). Sulla questione del genere, i dati del sistema Excelsior dimostrano come solo nel campo dei servizi amministrativi e dei servizi alle persone gli imprenditori dichiarino una preferenza per l’assunzione di personale femminile rispetto al personale maschile (40% di offerte di lavoro indirizzate alle donne, 50% indifferentemente ad uno dei due sessi, 10% rivolto a lavoratori di sesso maschile). Dall’analisi di tutti i dati citati è quindi possibile ricavare alcune conclusioni di carattere generale in ordine all’esistenza di buon mercato locale per l’offerta di servizi di assistenza familiare. La maggior parte di tali lavoratori verrà reperita tra le donne, anche immigrate di provenienza extracomunitaria ovvero provenienti dai paesi che hanno aderito di recente alla Comunità Europa; se è vero che per la Provincia di Latina si prevede per il 2009 un’assunzione stabile di immigrati di circa 15.600 lavoratori (Fonte: Sistema Excelsior). - Descrizione e quantificazione degli interessato dall’intervento proposto: impatti attesi per il territorio Si è pensato di realizzare un intervento che attraverso azioni mirate e differenziate potesse supportare l’ulteriore qualificazione della figura professionale nell’ambito dell’assistenza socio-assistenziale domiciliare, favorendo, al contempo, una rapida e proficua collocazione nel mercato del mercato del lavoro locale delle donne italiane e/o immigrate, disoccupate e/o inoccupate. Per entrare nel dettaglio, diversi sono gli impatti attesi dall’intervento proposto sul territorio provinciale: riduzione del 30% del lavoro irregolare nel settore dell’assistenza; aumento del 50% dei servizi locali di welfare, in particolare soddisfazione di un bisogno insoddisfatto (quello relativo alla domanda di assistenza), che continua ad aumentare a causa dei trends sociali e demografici che si registrano a livello locale; promozione dell’integrazione sociale, soprattutto per le donne immigrate e conseguente aumento della sicurezza sociale a livello locale (inserimento regolare delle donne immigrate che partecipano alla formazione); aumento del grado di tutela e di fruizione dei diritti delle donne straniere e della loro professionalità; sostegno alle famiglie (il 100%) che domandano servizi assistenziali; aumento dell’occupazione locale (almeno il 50% delle donne formate); facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro per il settore specifico (il 100% delle donne formate); riduzione del campo di azione di agenzie illegali per la ricerca e l’invio in Italia di donne straniere. In particolare, con l’istituzione del registro pubblico degli assistenti familiari (previsto nella fase di 12 orientamento) si intende fornire uno strumento che faciliti le famiglie con anziani, nella ricerca di Assistenti Familiari e sostenere, allo stesso tempo, l’inserimento lavorativo di chi offre questo servizio nel pieno rispetto delle norme di legge, incoraggiando così l’emersione dal lavoro precario ed irregolare di coloro che offrono assistenza. Si sosterrà dunque la diffusione di un servizio di “care” qualificato e regolare, a beneficio sia degli stessi lavoratori del settore (100%), sia delle famiglie che devono ricorrere a questo genere di prestazioni (100%). Tramite il percorso formativo ci si pone l’obiettivo di fornire alle allieve gli strumenti necessari per collocarsi nel mondo del lavoro attraverso un inserimento attivo e compatibile con la professionalità specifica e le esigenze del territorio. L’impatto atteso è relativo alla qualificazione delle persone che già attualmente svolgono tale mestiere senza però una preparazione specifica, sia la formazione di donne ad oggi inoccupate per mancanza di competenze specifiche da spendere sul mercato del lavoro locale. Con il percorso di accompagnamento ci si pone l’obiettivo di raggiungere accordi quadro per l’occupazione e la qualificazione del servizio con attori locali, cooperative sociali che gestiscono servizi di assistenza domiciliare, enti pubblici e famiglie. Descrizione dei processi per la promozione dell’intervento: L’intervento sarà promosso attraverso l’utilizzo dei canali informativi di cui dispone il partenariato e la rete, anche informale, che si è costituita intorno al progetto (adesioni). Sarà, quindi, elaborato un processo di comunicazione del progetto che si attiverà sin dalle fasi iniziali dello stesso. Il processo di comunicazione promozionale si articolerà lungo queste fasi: • identificazione del pubblico-target; definizione degli obiettivi della comunicazione; • elaborazione di una strategia di comunicazione; • definizione dei mezzi e strumenti da utilizzare; • creazione dei messaggi ed esecuzione (realizzazione tecnica); • diffusione; • misurazione dei risultati conseguiti (valutazione dell'efficacia della comunicazione). Uno specifico processo di comunicazione da “hoc”, verrà attivato per la selezione delle allieve, attraverso la diffusione capillare del bando di selezione. Per il raggiungimento degli obiettivi promozionali legati all’attività progettuale si attiveranno: relazioni sul territorio; relazioni extraterritoriali (interregionali, regionali); focus group con esponenti politici, istituzionali e di settore; si convoglieranno rete e relazioni esistenti nel team di progetto; si sperimenteranno competenze redazionali e creative per l’animazione del territorio intorno alla tematica oggetto dell’intervento; si elaboreranno prodotti utili al settore e comunicabili. - Descrizione dei meccanismi e degli strumenti di sensibilizzazione del territorio, pubblicizzazione e diffusione dell’iniziativa: Il progetto, scaturendo da un'analisi del territorio locale, mira a definire delle buone prassi trasferibili in diversi contesti formativi ed organizzativi; in tal senso il progetto attiva orizzontalmente un rete di rapporti tra il mondo imprenditoriale – imprese sociali -, le istituzioni locali e gli attori sociali, al fine di tarare gli obiettivi di progetto, 13 standardizzando i processi di apprendimento e le metodologie e diffondendone i risultati. L’azione di pubblicizzazione e diffusione è finalizzata a realizzare una sinergia fra gli organismi locali che operano nel settore sociale, specificatamente di cura ed assistenza agli anziani. L'obiettivo è la creazione di una rete tra i diversi soggetti coinvolti nei servizi di cura, e di cooperazione fra i diversi soggetti privati e pubblici operanti nel settore per migliorare il servizio di cura e rassicurare le famiglie. Si intende, quindi, comunicare e diffondere il metodo e gli strumenti per la qualificazione e collocazione lavorativa delle donne formate sensibilizzando il territorio. L’azione di pubblicizzazione e diffusione si realizzerà attraverso: inserzioni su giornali locali e a tiratura nazionale che comunichino e diffondano l’esperienza e i prodotti realizzati; attivazioni di protocolli di intesa con Enti, Associazioni di categoria ed imprese sociali locali, per la collocazione delle donne formate utili alla realizzazione di un servizio di qualità; convegno finale di presentazione dei risultati. - Descrizione dei meccanismi diffusione dei risultati al fine della riproducibilità dell’intervento: In tutte le fasi del progetto saranno attivate iniziative di informazione per favorire una conoscenza del progetto e del modello sperimentato tra gli attori sociali ed istituzionali presenti nel territorio. In particolare si pensa di avviare le seguenti attività: predisposizione di appositi spazi all’interno dei siti web dei soggetti del partenariato, comunicazioni periodiche nell’ambito delle newsletter prodotte dai soggetti del partenariato. A conclusione del progetto si prevede inoltre l’organizzazione di un evento pubblico con la partecipazione degli attori istituzionali e sociali e dei soggetti impegnati nella realizzazione delle diverse attività, con la finalità di divulgare i risultati del progetto in termini di: occupazione delle formate; funzionalità del registro delle assistenti familiari costituito; validazione del metodo sperimentato nelle diverse fasi progettuali; supporto alla sigla di protocolli di intesa tra imprese sociali impegnate nell’erogazione di servizi di assistenza ed Enti locali per il proseguimento ed attivazione stabile del metodo sperimentato. Si auspica di realizzare l’evento conclusivo del progetto anche alla presenza di rappresentanze istituzionali della Regione Lazio e della provincia di Latina per disseminare i risultati ottenuti e creare le condizioni per la riproducibilità in altri contesti territoriali, sia a livello di metodo che di prodotti realizzati. Tempi di realizzazione Il corso di formazione per assistenti familiari avrà un a durata di sei mesi e consentirà acquisizione di competenze specifiche che saranno riconosciute come crediti formativi per l'accesso al corso di qualifica professionale di assistenti familiari. 14 DESCRIZIONE DELLA DIDATTICA Percorso formativo per Assistenti familiari Unità di competenza Obiettivi didattici Obiettivi (L’allievo deve essere in grado di: SPECIFICARE) N. ore Materiali Modalità di Modalità di Sede di svolgimento conoscitivi didattici erogazione valutazione (Indicare Tipologie di (L’allievo deve Libri, dispense, (Lezione frontale, (SPECIFICARE) Sede: Sede operativa; conoscere: DVD, Altro stage, pratica, altro Sede stage; Sede SPECIFICARE) (SPECIFICARE) SPECIFICARE) azienda che assume) 15 1. Relazionarsi _ Utilizzare strategie di _ La comunicazione dinamicamente comunicazione con l’assistito e differenziate in rapporto sociale; con la famiglia al destinatario assumendo (assistito, atteggiamenti figure di riferimento), al coerenti con i messaggio, principi di etica della comunicazione; professionale _ come _ famiglia allo processo I bisogni 20 ore Dispense, normativi, dvd testi Lezione frontale Simulazione di casi e role-playing. Sede operativa di e assistenza sociale e di relazione scopo dell’utente famiglia e della all’interno Decodificare dell’assistenza correttamente i messaggi privata; verbali e _ non Modalità di verbali, organizzazione riconoscendone il comunicazione in contenuto rapporto al comunicativo; contesto di _ Ascoltare e sapersi riferimento, agli decentrare nella obiettivi, alle _ Riconoscere e valutare, interlocutori/destin nei diversi contesti, gli atari; caratteristiche degli comunicazione; effetti delle strategie di _ comunicazione sia personali sia ascolto;- Gestire la propria _ Tecniche volte a attività con riservatezza, rassicurare, bisogni fondamentali la rispettando i diritti e i confortare, delle dello adottate stress e la capacità di dagli altri; _ La gestione delle emozioni, persone ottenere collaborazione, in stimolare situazione di malattia e di l’autostima; disagio _ fisico/psichico/sociale. connessi Aspetti all’attività etici di assistenza. 16 2. Orientarsi nel _ Sapersi orientare nel _ contesto sociale contesto sociale, concetti di: ed istituzionale, sanitario, in relazione ricreativo di psichico e all’assistenza appartenenza dell’utente sociale), salute, privata e della famiglia, in malattia, disagio, domiciliare relazione culturale e ai bisogni Effettuare acquisti, espressi; _ ed altre commissioni; _ Supportare bisogno dei 8 ore Dispense, normativi, dvd testi Lezione frontale Test - Simulazione di casi Sede operativa (fisico, dipendenza nelle attività disbrigo di pratiche burocratiche Definizione della vita quotidiana; _ I principali servizi sociali, sanitari, culturali e l’assistito nell’accesso ai servizi. ricreativi del territorio e modalità di accesso servizi; _ La a tali normativa nazionale e regionale in materia di assistenza socio- sanitaria. 17 3. Capacità di _ Applicare _ fornire cura ed correttamente le tecniche anatomia e assistenza nel per il fisiologia rispetto dei movimento la dell’apparato _ Test di conoscenza bisogni e della deambulazione locomotorio dei prodotti e delle condizione di utenti di diverso grado (scheletrico e regole di psico-fisica di inabilità; muscolare); dell’assistito _ Applicare correttamente _Tecniche le tecniche per il supportare supportare e trasferimento in carrozzella; _ Realizzare semplici pratiche di mobilizzazione e Elementi di delle movimenti e Lezione pratica _ Simulazione di casi; _ Test di conoscenza prodotti in uso per di terapia _ Sede operativa degli strumenti; delle tecniche e dei elementari la detersione e per l’igiene personale Strumenti collaborando l’alzata e trasferimento su e dell’assistito; il _ Simulazione di casi per la vestizione; movimento; carrozzelle; _ Applicare le tecniche _ per l’assunzione di all’uso non posture corrette; corretto _ Applicare le procedure tecniche; tecniche di prevenzione _ dei rischi professionali. elementari di ortesi _ Supportare l’assistito ai ed diversi gradi di testi principi tecniche per al normativi, dvd spostamenti, capacità motorie, all’educazione Dispense, igienizzazione per riabilitativa; mantenimento 20 ore Rischi connessi di tali Principi ausili; inabilità nelle pratiche di _ igiene personale e strumenti per nell’abbigliamento; l’igiene _ Sviluppare l’autonomia, parziale e superare totale dell’assistito; resistenze, rassicurare, collaborazione. ottenere Prodotti e personale, _ Tecniche per la pulizia parziale e totale dell’assistito a letto o in bagno; _ Tecniche per la vestizione. 18 4. Assistere nella _ preparazione e ricette nell’assunzione realizzazione dei cibi. delle Applicare semplici per la Elementi di anatomia e fisiologia preparazioni di base; _ _ principi Dispense, normativi, dvd testi Lezione frontale Prova scritta su test strutturato (il test dell’apparato per immagini e e richiedere il metabolismo; riconoscimento di dietologici di base per _ Elementi di igiene comportamenti corretti l’alimentazione degli / sbagliati) degli anziani e quelli collegati alle loro principali alimenti, della cucina e delle patologie; stoviglie; _ Applicare le tecniche _ per supportare l’assistito preparazione dei nell’assunzione dei cibi in cibi: base ai diversi gradi di vapore, alla autonomia; griglia, _ Osservare e rispettare i ecc.; dietoterapici dietologia: principi principi dietologici e per _ Tecniche al nutrizionali, per funzionali di organi i principi specifici; _ a forno, Elementi affetti patologie di cottura l’alimentazione di utenti da Sede operativa potrebbe essere anche digerente Osservare 20 ore l’età di diete e per particolari patologie; Osservare _ Preparazioni fondamentali per una menù principali; corretta _ conservazione degli alimenti. Tecniche supporto e strumenti e di per l’assunzione dei cibi per le diverse tipologie di assistiti: allettati, con disagio mentale, parkinsoniani, ecc. 19 5. Curare l’igiene _ Utilizzare modalità, _ Concetti di base degli ambienti materiali e strumenti per di igiene, adottando una corretta sanificazione microclima e potrebbe essere anche comportamenti e sanitizzazione tipologie di per immagini e atti a prevenire degli ambienti; infezioni; richiedere il gli incidenti _ Utilizzare modalità, _ Prodotti, riconoscimento di domestici materiali e strumenti per strumenti e comportamenti corretti una corretta disinfezione, tecniche per la / sbagliati) sterilizzazione e pulizia e l’igiene decontaminazione di Dispense, testi normativi, dvd Lezione frontale Prova scritta su test strutturato (il test Sede operativa degli ambienti; strumentari e presidi _ Infezione, sanitari presenti a malattie infettive, domicilio; fattori di rischio; _ Adottare _ Disinfezione, comportamenti idonei a sterilizzazione e mantenere una adeguata decontaminazione ventilazione, degli strumenti e illuminazione, 10 ore dei presidi umidificazione e sanitari; temperatura _ Igiene dell’ambiente; dell’abbigliamento/ _ Adottare divisa. comportamenti idonei alla prevenzione e riduzione del rischio professionale, ambientale; _ Mantenere una adeguata igiene personale e pulizia degli indumenti di lavoro. 20 6. Sperimentare la _ Dominare capacità di complesse fornire cura ed particolare assistenza nel capacità rispetto dei solving, bisogni e della condizione situazioni ed di di in sviluppare problem _ Gli aspetti prettamente tecnico – operativi 20 ore Sarà fornito discrezione a delle nel organizzazioni ed Attività pratica realizzerà che si attraverso l’affiancamento di un Il coordinatore/tutor effettua audit azienda, colloqui – fornire ospitanti del e assistenza nel materiale di intervento da applicare nel rispetto dei approfondimento servizio di cura bisogni e della e/o psico-fisica condizione particolari dell’assistito psico-fisica d’interesse per il stage formativo istituzione intervento cura studio di temi tutor aziendale che e responsabili, raccoglie le relazioni di svolgimento nelle diverse stage attività allieve, il questionario professionalizzanti di prodotte valutazione a discenti dalle dello cura dell’azienda di Sede stage con guiderà i discenti nello programma dell’assistito allievi in / / organizzazione. controllo si Il completa mediante il rientro in aula a fine stage, per la valutazione complessiva dell’esperienza 7. Sperimentare tecniche nella di le assistenza 22 ore Sarà fornito discrezione a delle organizzazioni preparazione e ospitanti del nell’assunzione materiale di dei cibi approfondimento e/o studio particolari Attività pratica realizzerà l’affiancamento tutor che si attraverso di aziendale un Il coordinatore/tutor effettua audit in azienda, colloqui con allievi e che responsabili, raccoglie le guiderà i discenti nello relazioni di stage prodotte svolgimento nelle diverse dalle allieve, il questionario di temi attività di valutazione dello stage a professionalizzanti cura dell’azienda / d’interesse per il istituzione programma organizzazione. Il controllo formativo discenti Sede stage di / si completa mediante il rientro in aula a fine stage, per la valutazione complessiva dell’esperienza 21 22