Manuale GPP Net

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Manuale GPP Net
MANUALE GPP
Guida alla Lettura
PROVINCIA DI CREMONA
Settore Ambiente
LA RETE DEGLI
ACQUISTI
PUBBLICI
V E R D I
Progetto cofinanziato da
LIFE AMBIENTE
LIFE 02 ENV/IT/000023
COME È ORGANIZZATO IL MANUALE
A CHI È RIVOLTO IL MANUALE
Il Manuale è diviso in tre sezioni, una generale,
una metodologica ed una operativa.
Target specifico del Manuale GPP sono i decisori pubblici
e i responsabili degli acquisti negli Enti Locali di piccole,
medie e grandi dimensioni.
Il manuale GPP può essere utilmente letto da:
- fornitori della PA
- consumatori “responsabili”
- cittadini
LA SEZIONE GENERALE TRATTA DI:
• politiche europee e nazionali per lo sviluppo
sostenibile
• il ruolo strategico dello strumento GPP
• modalità e stato d’attuazione del GPP
• il progetto GPPnet
LA SEZIONE METODOLOGICA ILLUSTRA:
• un percorso guidato per l’adozione del GPP
come pratica d’acquisto verde
• un percorso guidato per l’adozione del GPP
come strumento per la sostenibilità
• gli strumenti di supporto utilizzati nel
progetto GPPnet
• le principali etichette ecologiche esistenti
• l’iter normativo in materia di acquisti pubblici
LA SEZIONE OPERATIVA CONTIENE:
• i criteri ecologici per 189 prodotti divisi in
categorie e macrocategorie
• le istruzioni operative per l’introduzione dei
criteri ecologici nei bandi di gara pubblici
• due esempi di contratti di servizio modificati
in senso ambientale
• le schede di autovalutazione dello stato
di attuazione del GPP in un ente
PERCHÉ LEGGERE IL MANUALE
Se sei un DECISORE PUBBLICO
per comprendere il ruolo del GPP come strumento per
la sostenibilità
per comprendere i legami del GPP con gli altri
strumenti della Politica Integrata di Prodotto
per scegliere il percorso per l’introduzione del GPP
più adatto e coerente con gli obiettivi dell’Ente
per confrontarsi con le buone pratiche degli altri Enti
Se sei un RESPONSABILE DEGLI ACQUISTI
per sapere quale processo seguire per acquistare verde
per sapere quali criteri ecologici possono essere inseriti
nei bandi di gara di determinati prodotti e servizi
per sapere come inserire i criteri ecologici nei bandi di
gara e nei contratti di servizio
Se sei un FORNITORE della PA
per capire come adeguarti alle richieste della PA
Se sei un CONSUMATORE RESPONSABILE
per capire come si riconosce un prodotto a impatto
ambientale ridotto
Se sei un CITTADINO
per sapere cosa è il GPP
per sapere come un Ente Locale deve procedere per
adottare il GPP
per sapere come un Ente Locale può rendicontare le
proprie azioni di GPP
C
MANUALE GPP
Guida alla Lettura
CHI TROVA COSA E DOVE
I DECISORI PUBBLICI trovano:
- il perché del GPP: dal paragrafo 1.1 al paragrafo 1.3;
- il campo d’attuazione del GPP e la relazione con gli altri
strumenti di politica integrata di prodotto: paragrafo 1.4 e
Allegato 1;
- esempi di metodi e strategie utilizzati da altri Enti Locali per
la diffusione del GPP: paragrafi 1.5 e 1.6 e Allegato 2;
nella SEZIONE GENERALE
- le alternative per l’introduzione del GPP a seconda degli
obiettivi che si vogliono raggiungere: introduzione;
- gli strumenti di supporto utilizzati nel progetto GPPnet: pagina 18;
nella SEZIONE METODOLOGICA
- le schede per l’autovalutazione dello stato di attuazione del
GPP dell’Ente
nella SEZIONE OPERATIVA
I RESPONSABILI DEGLI ACQUISTI trovano:
- il percorso scelto dal decisore che devono seguire per l’introduzione del GPP: percorso 1 pagina 4 ; percorso 2 pagina 10;
nella SEZIONE METODOLOGICA
- l’elenco dei prodotti per i quali sono stati individuati i criteri
ecologici: pagine 8-13
- i criteri ecologici da utilizzare al momento dell’acquisto di
prodotti/servizi: pagine 13-130;
- le istruzioni operative per la redazione dei bandi di gara
“verdi”: pagine 131-146;
- gli esempi di contratti di servizio modificati in senso
ambientale: pagina 147;
nella SEZIONE OPERATIVA
I FORNITORI trovano:
- informazioni sugli strumenti di sostenibilità che possono
adottare per soddisfare le richieste della PA: Allegato 1,
schede su Analisi del Ciclo di Vita, Certificazione Ambientale
d’Impresa, Dichiarazione Ambientale di Prodotto, Marchi
Ecologici;
nella SEZIONE GENERALE
- informazioni sull’Ecobabel: Allegato 2;
nella SEZIONE METODOLOGICA
- i criteri ecologici che prodotti/servizi richiesti dalla PA devono
soddisfare: pagine 13-130;
nella SEZIONE OPERATIVA
I CONSUMATORI RESPONSABILI trovano:
- gli strumenti che un’impresa può adottare per ridurre i propri
impatti ambientali: Allegato 1;
nella SEZIONE GENERALE
- i marchi ecologici per distinguere i prodotti a impatto
ambientale ridotto: Allegato 1;
nella SEZIONE METODOLOGICA
I CITTADINI trovano:
- informazioni di base sul GPP e sugli altri strumenti di politica
integrata di prodotto: da paragrafo 1.1 a paragrafo 1.4 e
Allegato 1;
- informazioni sulle modalità e lo stato di attuazione del GPP:
paragrafi 1.5 e 1.6 e Allegato 2;
nella SEZIONE GENERALE
- i due percorsi alternativi che un Ente può seguire per introdurre
il GPP
nella SEZIONE METODOLOGICA
- le informazioni che un Ente deve raccogliere per rendicontare
la propria attività di GPP
nella SEZIONE OPERATIVA
Progetto cofinanziato da
LIFE AMBIENTE
LA RETE DEGLI
ACQUISTI
PUBBLICI
V E R D I
PROVINCIA DI CREMONA
Settore Ambiente
LIFE 02 ENV/IT/000023
MANUALE GPP
Progetto cofinanziato da
LIFE AMBIENTE
MANUALE GPP
Volume 1
LA RETE DEGLI
ACQUISTI
PUBBLICI
V E R D I
PROVINCIA DI CREMONA
Settore Ambiente
Sezione
Generale
Il Green Public Procurement
e le strategie
per la sostenibilità
LIFE 02 ENV/IT/000023
CRITERI ECOLOGICI
LA RETE DEGLI
ACQUISTI
PUBBLICI
V E R D I
VOLUME 1
Manuale GPP - Sezione Generale
Il Green Public Procurement e le strategie per la sostenibilità
a cura di:
Mara Pesaro, Barbara Armanini, Elisabetta Galli per la Provincia di Cremona Settore Ambiente
Silvano Falocco, Antonina Vetri per Ecosistemi srl
testi di:
Livia Mazzà
Ecosistemi srl
coordinamento editoriale di:
Antonina Vetri
Ecosistemi srl
Hanno contribuito alla realizzazione del presente manuale:
Provincia di Cremona
Elisa Bentivoglio, Stefano Casaroli, Luciano Presti, Alessandro Rigotti, Roberto Vanzini
Comune di Casalmaggiore
Uberto Ferrari
Comune di Castelleone
Guido Iacchetti
Comune di Crema
Sergio Horeschi
Comune di Gerre dè Caprioli
Aldo Boccaccia
Comune di Motta Baluffi
Giampaolo Brozzi
Comune di Pescarolo
Attilio Biazzi
Comune di Piadena
Danio Grandi
Comune di Pizzighettone
Marco Bergamaschi
Comune di San Bassano
Carlo Bolzoni
Comune di Soresina
Wanda Massari
Comune di Spineda
Silvana Gandolfi
Comune di Stagno Lombardo
Carla Maldotti
Comune di Vescovato
Paola Bregalanti
Gli Enti sopra elencati sono direttamente coinvolti nel progetto GPPnet per sperimentare una metodologia
di adozione del Green Public Procurement che sia di buon esempio per tutti gli Enti Locali europei.
Per informazioni:
Provincia di Cremona Settore Ambiente
Via Dante, 134 - 26100 Cremona
[email protected]
www.provincia.cremona.it/servizi/ambiente/gppnet/
INDICE
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
INTRODUZIONE
pag. 5
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
pag. 9
LE POLITICHE EUROPEE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
pag. 11
LE POLITICHE ITALIANE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
pag. 17
IL RUOLO DEL GREEN PUBLIC PROCUREMENT NELLE
STRATEGIE PER LA SOSTENIBILITÀ
pag. 19
MODALITÀ E STATO DI ATTUAZIONE DEL GPP
pag. 25
IL GPPNET
pag. 33
ALLEGATO 1
STRUMENTI PER LA POLITICA INTEGRATA DI PRODOTTO
pag. 37
ALLEGATO 2
PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
pag. 44
BIBLIOGRAFIA
pag. 62
LINKOGRAFIA
pag. 63
INTRODUZIONE
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
Le società in cui viviamo dipendono sempre di più dai flussi di materia ed energia che alimentano il processo economico e, attraverso questo, il tenore di vita degli abitanti della Terra.
Se nel passato recente alcuni teorici della società dell’informazione avevano ipotizzato che la risoluzione
dei problemi ambientali potesse avere una spinta propulsiva dalla progressiva dematerializzazione della
società, oggi è ben evidente che le società del futuro continueranno ad essere basate sulla disponibilità
dei beni materiali e sulla capacità di assorbimento degli scarti prodotti. Ma la biosfera entro la quale operiamo ha una sua capacità portante limitata, un serbatoio finito di risorse naturali, inorganiche ed organiche, che, se non riduciamo il passo dei nostri comportamenti economici, rischia di essere definitivamente compromesso.
Ridurre il consumo delle risorse naturali, ridurre l’uso di energia, risparmiare acqua, ridurre la produzione di
rifiuti e di sostanze chimiche: in altre parole ridurre la nostra impronta ecologica sulla terra. Questo è l’obiettivo generale di ogni programma di azioni per lo sviluppo sostenibile.
Per raggiungerlo è però necessario rivedere i nostri modi di produzione e di consumo. Non ci sono scappatoie e la sfida, ad essere onesti, sembra trovarci ancora inadeguati.
Inadeguatezza delle politiche, degli obiettivi, degli strumenti e delle risorse, ma anche scarsa capacità di
mobilitare le forze necessarie nella direzione della sostenibilità.
Servirebbe invece il massimo coinvolgimento dei soggetti che rappresentano il motore di questo indispensabile processo di riconversione ecologica: le imprese, l’economia civile, i consumatori, il mondo della ricerca, la scuola, i cittadini e le istituzioni.
E alle istituzioni, quelle locali in primo luogo, il compito di “dare il buon esempio” orientando in senso ecologico tutte le proprie attività.
In questa direzione, il Piano d’Implementazione di Johannesburg indica che le autorità pubbliche dovrebbero essere incoraggiate ad integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile nei processi decisionali, inclusi quelli
che riguardano la pianificazione per lo sviluppo locale, gli investimenti e gli acquisti pubblici, attraverso lo
sviluppo e la diffusione di prodotti e servizi compatibili con l’ambiente (il GPP, Green Public Procurement).
Anche la Strategia d’Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia, approvata nel 2002 dal
Ministero dell’Ambiente, coerentemente con questa impostazione, indica gli obiettivi e i target, in termini
di beni ecologici acquistati, che la Pubblica Amministrazione dovrebbe raggiungere entro il 2006: almeno il
30% dei beni dovrebbe rispondere a specifici requisiti ecologici ed il 30-40% del parco dei beni durevoli
dovrebbe essere a ridotto consumo energetico.
Ma come possiamo concretamente raggiungere questo obiettivo che troviamo esplicitato nei documenti
ufficiali del Ministero dell’Ambiente italiano?
In quale modo la Pubblica Amministrazione può esercitare in pieno il suo ruolo di consumatore consapevole e sostenibile?
L’Unione Europea, mediante una Comunicazione della Commissione del giugno 2003 sulla Politica Integrata
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INTRODUZIONE
dei Prodotti, definisce il GPP come un importante strumento per ridurre l’impatto ambientale di beni e servizi lungo l’intero ciclo di vita, incoraggiando le pubbliche autorità ad orientare il mercato, attraverso le forniture pubbliche, alla riconversione ecologica.
Per favorire questo processo la Commissione prevede di realizzare un manuale pratico destinato alle pubbliche autorità, una banca dati sui gruppi di prodotti, ed un sito web dedicato all'integrazione delle esigenze ambientali negli appalti pubblici.
Il Manuale che qui viene presentato, prodotto del progetto Life Ambiente GPPnet La Rete degli Acquisti
Pubblici Verdi dell’Amministrazione Provinciale di Cremona, rappresenta un utile strumento proprio nella
direzione indicata dall’Unione Europea.
Il manuale illustra, passo dopo passo, come gli enti locali possano introdurre dei “requisiti ecologici” nelle
forniture dei beni e dei servizi al momento dell’acquisto.
Per questo si riportano i criteri ecologici per 189 tipologie di beni e servizi (ricavati da 14 marchi ecologici
esistenti a livello europeo, oltre che dalle Linee Guida realizzate da enti competenti quali l’Agenzia per la
Protezione dell’Ambiente statunitense e quella danese), chiarendo come sia possibile, attraverso questi,
acquistare arredi, lampade, computer, fotocopiatrici, tessuti per divise, mezzi di trasporto, materiali da
costruzione, vernici ed altro a “basso impatto ambientale”.
Il Manuale è strutturato in tre sezioni: una generale che riporta i principali riferimenti europei a sostegno del
GPP, una metodologica che illustra la metodologia utilizzata per introdurre i requisiti ecologici negli acquisti, infine una operativa, la più consistente, che riporta i “criteri ecologici” da introdurre nei capitolati tecnici e le istruzioni operative per farlo.
L’obiettivo finale è quello di mettere a disposizione dei responsabili d’acquisto delle province e dei comuni
uno strumento di facile applicazione (nella gran parte dei casi è sufficiente il “taglia ed incolla”) per redigere “bandi verdi” in molti settori d’acquisto, riducendo concretamente l’impronta ecologica della pubblica amministrazione.
E’ certamente il primo passo, ma indispensabile, per una pubblica amministrazione che non si limiti a predicare bene ma intenda realmente modificare i propri comportamenti tenendo conto delle loro implicazioni ambientali e sociali.
Sezione Generale
La sezione generale ha l’obiettivo di illustrare il campo d’azione del Green Public Procurement (GPP) in generale e del progetto GPPnet in particolare. Nell’ambito del progetto GPPnet, il GPP non è considerato solo
come una pratica di acquisto verde, ma piuttosto come uno strumento di e per la sostenibilità. Per questo
si parte dalle radici teoriche delle politiche per la sostenibilità per arrivare alla descrizione del GPP come strumento attuativo dello sviluppo sostenibile. In questo contesto, vengono descritte non solo le strategie per
l’introduzione del GPP adottate a diversi livelli, ovvero quello internazionale, europeo e nazionale, ma vengono anche messi in evidenza i punti di contatto tra il GPP e gli altri strumenti di politica integrata di prodotto.
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CRITERI ECOLOGICI
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
Sezione Metodologica
Nella sezione metodologica viene ricostruito il percorso che un ente locale deve seguire per adottare il GPP,
sia nel caso in cui il GPP venga introdotto puramente come pratica di acquisto verde, sia nel caso in cui il
GPP venga adottato come strumento per raggiungere degli obiettivi di sostenibilità.
In entrambi i casi, vengono fornite le risposte ad alcune domande basilari che l’ente deve necessariamente
porsi, quali ad esempio:
- quali sono le caratteristiche di un prodotto/servizio a basso impatto ambientale?
- come si riconosce un prodotto/servizio a basso impatto ambientale?
- come si possono inserire i criteri ecologici nei bandi di gara?
Vengono inoltre illustrati gli strumenti di supporto all’introduzione del GPP utilizzati dagli enti coinvolti nel
progetto GPPnet.
Sezione Operativa
La sezione operativa serve a guidare il responsabile degli acquisti di un ente locale al momento dell’elaborazione di un bando di gara o di un contratto di servizio ‘verdi’. A tale proposito, vengono forniti:
- l’elenco dei prodotti e servizi per i quali sono stati individuati i criteri ecologici da considerare nell’ambito
delle procedure d’acquisto;
- i criteri ecologici relativi a suddetti prodotti e servizi;
- le istruzioni operative per modificare le procedure d’acquisto in senso ambientale.
Questa sezione contiene inoltre delle schede di autovalutazione dello stato di attuazione del GPP in un ente.
L’autovalutazione può riguardare:
- la politica di GPP dell’ente nel suo complesso;
- la politica di GPP di un settore dell’ente;
- l’applicazione del GPP per un prodotto/servizio.
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LO SVILUPPO SOSTENIBILE
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
Prendere la via dello sviluppo sostenibile vuol dire cercare un equilibrio tra uomo e ambiente, ovvero tra lo
svolgimento delle attività umane e la conservazione delle funzioni ambientali, al fine di evitare che la produzione di ricchezza sia associata ad un uso sconsiderato delle risorse naturali e al degrado del patrimonio
ambientale.
Il sistema in cui viviamo è infatti un sistema finito e, in quanto tale, presenta dei vincoli: vincoli di territorio,
vincoli di assorbimento dei rifiuti e degli inquinanti, vincoli relativi ai grandi cicli della vita (aria, acqua, ossigeno, ecc.). Anche le risorse naturali, che utilizziamo come input per i nostri processi di produzione e consumo, non sono di per sé presenti in natura in quantità infinite ed anzi il loro eccessivo sfruttamento, insieme all’impoverimento causato dal degrado ambientale, ne accelera l’esaurimento.
Questi vincoli limitano l'aumento indiscriminato della popolazione e della produzione, determinando la
necessità di cambiare i nostri modi di produzione e consumo. Solo in questo modo sarà possibile raggiungere gli obiettivi di uno “sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle
generazioni future di soddisfare i propri” (Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo 1987).
La chiave di lettura del cambiamento richiesto va ricercata innanzi tutto nel rispetto dei principi fisici che
regolano il rapporto tra uomo e natura, principi che sono racchiusi nella Prima e nella Seconda Legge della
Termodinamica e nel concetto di capacità di carico.
Secondo la Prima Legge della Termodinamica materia ed energia non possono essere create o distrutte. La
Seconda Legge della Termodinamica stabilisce che all’aumentare dell’entropia di un sistema, materia ed
energia perdono utilità. La capacità di carico (carrying capacity) della Terra è il livello di popolazione e di attività umane che il pianeta è in grado di sostenere: qualsiasi territorio naturale ha una capacità di carico limitata per le popolazioni animali che vi abitano e per le sostanze che vi vengono immesse.
In sostanza quindi, un’economia consapevole dell’esistenza di limiti fisici e spaziali deve porre attenzione
non tanto alla produttività dei fattori quanto al mantenimento della capacità delle risorse naturali di riprodursi continuativamente, pur in presenza di un prelievo di tali riserve e di un loro inquinamento.
Usare meno risorse naturali e produrre beni e/o servizi che abbiano un impatto ambientale ridotto costituiscono quindi obiettivi di sostenibilità fondamentali. Affinché tali obiettivi vengano raggiunti, i processi economici (produzione e consumo di beni e di servizi) devono essere ripensati in base a criteri di eco-efficienza
e dematerializzazione.
L’efficienza ambientale indica il rapporto tra un bene prodotto (o un servizio erogato) e la quantità di materiali e/o energia utilizzati per realizzare tale prodotto (o erogare tale servizio). Migliorare l’efficienza vuol dire
quindi riuscire a realizzare lo stesso prodotto utilizzando meno materiali e/o energia.
La dematerializzazione consiste nella riduzione dell’intensità di materiali ed energia che gli uomini sottraggono alla natura. Obiettivo dei prossimi decenni deve essere la riduzione di un fattore 10 dei flussi di mate-
9
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
riali ed energia impiegati nelle attività umane. In particolare, costituiscono direttrici di applicazione dell’ideaguida della riduzione dei flussi materiali: la riduzione degli sprechi, l’aumento della durevolezza dei beni, la
chiusura dei cicli materiali di produzione-consumo.
Ma esistono anche dei “criteri operativi” che ci permettono di minimizzare la possibilità di causare gravi
danni ambientali, e quindi garantire uno sviluppo sostenibile per le generazioni presenti e future?
Alcuni studiosi (Daly e Costanza) ne hanno chiaramente individuati tre:
1. Principio del rendimento sostenibile: le risorse rinnovabili devono essere consumate ad una velocità tale
da permettere alla natura di ripristinarle;
2. Principio della capacità di assorbimento: la produzione di beni non deve produrre scarti, rifiuti e inquinanti
che non possano essere assorbiti dal sistema in tempi ragionevolmente brevi e non deve produrre rilevanti
effetti di accumulo;
3. Principio della “quasi sostenibilità”: l’uso quasi sostenibile di risorse non rinnovabili richiede che ogni inserimento nello sfruttamento di una risorsa non rinnovabile sia bilanciato da un investimento compensativo in un sostituto rinnovabile.
Alla luce di questo, gli obiettivi di politiche e strategie per lo sviluppo sostenibile, siano esse rivolte ad imprese, consumatori, pubbliche amministrazioni, dovrebbero dunque convergere in tre direzioni:
• ridurre la quantità;
• migliorare la qualità;
• ridurre la velocità.
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LECRITERI
POLITICHE
ECOLOGICIEUROPEE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
I principi
Già con il Quinto Programma d’Azione per l’Ambiente, il campo della politica ambientale europea si è allargato dalla protezione dell’ambiente allo sviluppo sostenibile, passando dal miglioramento degli standard e
dei parametri nel campo dei rifiuti, delle acque, del suolo e delle emissioni atmosferiche alla definizione di
sistemi per la valutazione globale degli scenari e per l’integrazione delle politiche ambientali nei diversi settori.
Questo approccio si è consolidato con il Sesto Programma d’Azione, che ha come principi direttivi fondamentali:
-
il
il
il
il
principio
principio
principio
principio
di precauzione;
chi inquina paga;
di prevenzione;
di integrazione.
Il principio di precauzione rappresenta una risposta razionale alle peculiarità del rapporto tra uomo e natura e di molte delle problematiche ambientali legate ad esso. Tutte le attività umane hanno un impatto, più
o meno negativo, sull’ambiente. Non sempre si conosce però l’entità di tale impatto, che in alcuni casi può
risultare non solo particolarmente grave ma anche irreversibile. L’incertezza e il rischio di irreversibilità devono pertanto indurre alla prudenza e quindi ad evitare di causare danni che potrebbero risultare nella perdita di alcune funzioni ambientali fondamentali e impossibili da ripristinare.
Il principio chi inquina paga, già apparso nel Quinto Programma d’Azione, è espressione della volontà di
responsabilizzare coloro che recano danno all’ambiente, in maniera tale che i costi delle esternalità ambientali non vengano ingiustamente addebitati alla società. In parole povere, se, ad esempio, un’impresa inquina un corso d’acqua, è la stessa impresa a dover sostenere i costi di protezione o ripristino ambientale, onde
evitare che questi ricadano sulla comunità locale.
Il principio di prevenzione risponde all’esigenza di prevenire gli impatti negativi sull’ambiente, piuttosto che
curarli. Intervenire alla radice del problema ed evitare che questo si verifichi piuttosto che porvi rimedio non
risulta più efficace solo dal punto di vista della tutela ambientale, ma anche più efficiente dal punto di vista
economico. Per questo le politiche ambientali dovrebbero essere integrate a monte delle strategie per lo sviluppo sostenibile sia a livello comunitario che nazionale. Allo stesso modo, le singole imprese, per la riduzione dei propri impatti ambientali, dovrebbero prediligere sempre interventi a monte dei processi produttivi (cleaner production) piuttosto che a valle (end-of-pipe).
Il principio di integrazione, infine, può essere considerato l’asse portante della strategia comunitaria per lo
sviluppo sostenibile. La Comunicazione alla Commissione del 15 maggio 2001, “Sviluppo sostenibile in
Europa per un mondo migliore: strategia europea per lo sviluppo sostenibile”, è orientata a rafforzare la
coerenza delle politiche e fare in modo che tutte si pongano come priorità lo sviluppo sostenibile. Tale orien-
11
LE POLITICHE EUROPEE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
tamento figura anche nelle conclusioni finali del Consiglio europeo di Goteborg, confermando quanto sancito dall’articolo 6 del Trattato di Amsterdam: “le necessità della protezione ambientale devono essere integrate nella definizione e implementazione delle politiche e delle attività comunitarie.”
Le linee guida: dal Sesto Programma d’Azione alla Politica Integrata di Prodotto
Secondo il principio d’integrazione, tutti i settori devono essere interessati da azioni strategiche per la sostenibilità. Il Sesto Programma d’Azione indica le aree di intervento prioritarie per la protezione ambientale:
•
•
•
•
lotta al cambiamento climatico;
protezione della natura, della flora e della fauna;
trattamento dei legami fra ambiente e salute;
preservazione delle risorse naturali e miglioramento della gestione dei rifiuti.
Cinque sono invece le linee d’azione principali per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità nelle
diverse aree:
1) attuazione della legislazione, attraverso il controllo puntuale dello stato di applicazione della normativa
europea nei diversi paesi;
2) posizionamento dell’ambiente al centro dell’attività legislativa, con l’elaborazione e pubblicazione di relazioni regolari sugli indicatori ambientali per illustrare i progressi compiuti e il riesame delle modalità con
cui le informazioni sull’ambiente sono raccolte e trasmesse;
3) collaborazione con il mercato per aiutare le imprese a giudicare la propria prestazione ambientale e capire la normativa europea; instaurare meccanismi di ricompensa delle prestazioni ambientali delle imprese;
esaminare gli incentivi fiscali e di altro tipo all’acquisto di prodotti verdi; elaborare criteri atti a favorire
investimenti verdi;
4) aiutare i consumatori ad operare scelte ecologiche migliorando l’accesso dei cittadini all’informazione e
fornendo loro strumenti pratici utili a valutare le proprie prestazioni ambientali come individui e come
nuclei familiari;
5) garantire un migliore assetto territoriale appoggiando e promovendo le buone pratiche negli Stati
Membri che hanno competenza in materia di pianificazione territoriale e sviluppando un sito web per
architetti, urbanisti, imprese edili e privati cittadini al fine di promuovere l’urbanistica sostenibile e lo
scambio di conoscenze.
Per riportare sotto un unico indirizzo aspetti e obiettivi apparentemente diversificati e rendere più efficienti
ed efficaci gli strumenti della politica ambientale in direzione dell’integrazione dell’ambiente nelle politiche
di settore e nei mercati, si è resa necessaria l’individuazione di un punto di riferimento, un filo conduttore
comune. Da qui la crescita dell’attenzione per il sistema-prodotto, piuttosto che per i singoli processi produttivi, e l’adozione di un approccio basato sul ciclo di vita del prodotto.
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CRITERI ECOLOGICI
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
Questo processo è stato gradualmente assimilato dalle istituzioni comunitarie, che nel febbraio 2001 hanno
pubblicato un Libro Verde sulla Politica Integrata relativa ai Prodotti (Integrated Product Policy –IPP), volto a
definire un quadro di riferimento per l’elaborazione e lo sviluppo di una strategia comunitaria in materia.
L’integrazione nell’IPP ha un triplice significato:
1. integrazione delle politiche e degli strumenti con cui vengono attualmente perseguite le diverse politiche
ambientali;
2. integrazione tra le varie fasi del ciclo di vita del prodotto secondo la logica LCA- Analisi del Ciclo di Vita;
3. integrazione tra gli interessi delle parti interessate.
Sia dal punto di vista delle parti interessate che dal punto di vista delle politiche, le iniziative incentrate su
particolari fasi del ciclo di vita devono tener conto dell’impatto complessivo del prodotto lungo tutto il ciclo
di vita e non limitarsi a trasferire l’onere ambientale da una fase all’altra.
La leva principale di questo nuovo approccio è costituita dall’interazione tra i vari soggetti coinvolti nel ciclo
di vita del prodotto (economici, istituzionali e sociali). L’approccio IPP indirizza infatti la sua influenza sulla
progettazione ecologica dei prodotti, sull’informazione dei consumatori finali e sull’introduzione di incentivi per l’adozione di prodotti ecologici. Adottando come unità operativa di riferimento il prodotto, le politiche integrate e le azioni conseguenti intervengono più efficacemente sulle dinamiche di mercato, di produzione e di consumo, cui si indirizzano.
In sostanza, il mercato può diventare, attraverso l’accresciuta sensibilità ambientale dei consumatori, disposti a premiare i prodotti verdi a scapito di quelli con più elevato impatto sull’ambiente, un importante vettore di miglioramento ambientale.
Per riorientare il mercato verso prodotti più ecologici è comunque necessario agire sia sulla domanda promuovendo la richiesta di prodotti ecologici e puntando al cambiamento del comportamento dei consumatori, che sull’offerta, promuovendo l’utilizzo di strumenti che incentivino le imprese ad applicare un approccio che tenga conto del ciclo di vita complessivo dei prodotti.
In questo contesto sia Il Libro Verde sull’IPP che la successiva Comunicazione della Commissione del giugno
2003 (Politica integrata dei prodotti - Sviluppare il concetto di “ciclo di vita ambientale”) definiscono il GPP
come un importante mezzo per perseguire l’obiettivo dell’IPP: ridurre l’impatto ambientale di beni e servizi
lungo l’intero ciclo di vita agendo sul mercato sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta.
Gli strumenti della Politica Integrata di Prodotto
L’approccio basato sul ciclo di vita del prodotto consente di individuare i diversi soggetti coinvolti nelle diverse fasi del ciclo di vita: di qui la vasta gamma di strumenti che possono essere utilizzati per l’attuazione della
politica integrata di prodotto.
13
LE POLITICHE EUROPEE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
In particolare, possiamo fare riferimento a tre gruppi di strumenti:
1. strumenti di politica integrata relativi ai prodotti e ai servizi;
2. strumenti di politica integrata che intervengono sul meccanismo dei prezzi;
3. strumenti di sostenibilità per la politica integrata di prodotto.
Gli strumenti di politica integrata relativi ai prodotti e ai servizi sono strumenti volontari che esercitano la
loro influenza sia sul lato della domanda che dell’offerta contribuendo a riorientare le scelte dei produttori
così come quelle dei consumatori verso prodotti e servizi con una performance ambientale migliore.
Come riportato nella tabella che segue il Green Public Procurement (GPP) rientra tra questi strumenti.
TABELLA 1 Gli strumenti IPP relativi ai prodotti e servizi.
DESTINATARI
STRUMENTI
RELATIVI
AI PRODOTTI E
AI SERVIZI
PA
STRUMENTI
Certificazione ambientale del territorio
Green Public Procurement
Imprese
Etichette ambientali
Dichiarazione ambientale di prodotto
EMAS
ISO 14001
Ecodesign
Ecologia industriale
Contabilità ambientale d’impresa
Consumatori
Turismo sostenibile
Consumo responsabile
Gli strumenti che intervengono sul meccanismo dei prezzi sono per lo più frutto di decisioni a livello istituzionale finalizzate a rettificare le carenze del mercato applicando il principio “chi inquina paga” per internalizzare i costi ambientali. L’esigenza di internalizzare i costi nasce dal fatto che spesso i prezzi dei prodotti non riflettono i costi dei loro impatti sull’ambiente; di conseguenza tali costi vengono sostenuti dalla società nel suo complesso creando uno squilibrio nel mercato. Rientrano in questo gruppo:
• Tasse ambientali
• Assicurazioni per i rischi ambientali
• Incentivi
• Estensione della responsabilità del produttore
• Agevolazioni creditizie
• Finanza Verde
Tra gli strumenti di sostenibilità per la politica integrata di prodotto, rientrano quegli strumenti che possono agevolare in modo trasversale l’adozione e l’attuazione di Politiche Integrate di Prodotto. Tra questi, in
14
CRITERI ECOLOGICI
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
particolare: l’Analisi del Ciclo di Vita (LCA), l’Agenda 21 Locale, la contabilità ambientale.
L’allegato 1 contiene delle schede di approfondimento relative a questi tre strumenti e agli altri strumenti di
politica integrata di prodotto che possono essere utilizzati a supporto del Green Public Procurement o la cui
attuazione può viceversa essere facilitata dal GPP, come verrà illustrato in seguito.
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LECRITERI
POLITICHE
ECOLOGICIITALIANE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
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I principi e le linee guida delle politiche italiane per lo sviluppo sostenibile rispondono alle indicazioni fornite a livello internazionale ed europeo.
Nell’Agosto 2002 è stata approvata dal CIPE la Strategia d’Azione ambientale per lo sviluppo sostenibile,
redatta dal Ministero dell’Ambiente, che si articola nelle stesse quattro aree tematiche indicate nel Sesto programma dell’UE, ovvero:
•
•
•
•
Cambiamenti climatici e protezione della fascia dell’ozono;
Protezione e valorizzazione sostenibile della natura e della biodiversità;
Qualità dell’ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani;
Prelievo delle risorse e produzione di rifiuti.
Per ciascuna tematica ambientale vengono indicati priorità, obiettivi ed azioni in linea con i principi dello sviluppo sostenibile.
La Strategia sottolinea la necessità di adottare nuovi strumenti di politica ambientale che fungano da supporto ad un approccio non più basato sulle strategie di comando e controllo, ma piuttosto sulla promozione di comportamenti volontari da parte di tutti gli attori sociali al fine di incoraggiare:
•
•
•
•
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•
•
•
il miglioramento e l’applicazione della legislazione di protezione ambientale;
l’integrazione del fattore ambientale nelle politiche di settore e nei mercati;
l’attuazione della riforma fiscale ecologica;
la mitigazione delle esternalità ambientali e l’eliminazione dei sussidi perversi;
l’introduzione della contabilità ambientale;
una maggiore efficacia dei processi di informazione e partecipazione del pubblico;
la crescita del ruolo decisionale dei cittadini;
lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica.
Tra gli strumenti di maggiore rilievo vengono individuati la valutazione ambientale strategica, il green public
procurement, la tassazione ambientale, la certificazione ambientale, l’Agenda 21 Locale, la contabilità e gli
indicatori ambientali.
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IL RUOLO DEL GREEN PUBLIC PROCUREMENT NELLE
STRATEGIE PER LA SOSTENIBILITA’
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La diffusione del Green Public Procurement, ovvero degli acquisti pubblici verdi, è allo stesso tempo un
obiettivo delle politiche di sostenibilità ed una scelta strategica per l’attuazione di queste ultime.
Per cambiare i modi di produzione e consumo attualmente insostenibili, il Piano
d’Implementazione di Johannesburg indica che le autorità pubbliche dovrebbero essere incoraggiate ad integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile nei processi decisionali, inclusi quelli che
riguardano la pianificazione per lo sviluppo locale, gli investimenti e gli acquisti pubblici. In particolare, vanno promosse politiche d’ acquisto pubbliche che favoriscano lo sviluppo e la diffusione di prodotti e servizi compatibili con l’ambiente.
Il VI° Programma d’Azione per l’Ambiente della Comunità Europea prevede incentivi economici per i prodotti ecologici, la promozione di una domanda “verde” mediante una migliore
informazione ai consumatori, lo sviluppo di una base oggettiva per una politica “verde” di
approvvigionamenti pubblici e l’incoraggiamento di una progettazione più ecologica dei prodotti. Il Programma specifica inoltre come il GPP possa contribuire a rinverdire il mercato adottando tra i criteri di acquisto anche quello ambientale.
La Strategia d’Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia indica gli obiettivi e i
target, in termini di beni ecologici acquistati, che la Pubblica Amministrazione dovrebbe raggiungere entro il 2006:
- nell’ambito della PA (GPP), almeno il 30% dei beni acquistati dovrà rispondere anche a
requisiti ecologici
- tenendo conto della sostituzione e facendo ricorso al meccanismo della rottamazione, il
30-40% del parco dei beni durevoli dovrà essere a ridotto consumo energetico.
Acquistare verde significa rivedere le procedure d’acquisto sulla base non solo del costo monetario del prodotto/servizio ma anche sulla base degli impatti ambientali che questo può avere nel corso del suo ciclo di
vita, quindi orientare gli acquisti verso prodotti compatibili con l’ambiente.
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IL RUOLO DEL GREEN PUBLIC PROCUREMENT NELLE STRATEGIE PER LA SOSTENIBILITA’
In sostanza, il GPP è uno strumento volto a rivedere le pratiche d’acquisto della PA a favore di beni e servizi che riducono l’uso delle risorse naturali, il consumo energetico, la produzione di rifiuti, le emissioni inquinanti, i pericoli e i rischi, ottimizzando quindi il “servizio” offerto dal prodotto.
E’ importante comprendere che questa revisione ecologica delle pratiche d’acquisto della PA comporta dei
vantaggi che vanno oltre la riduzione degli impatti ambientali delle attività della pubblica amministrazione
ed è per questo che il GPP svolge un ruolo fondamentale nell’ambito della politica integrata di prodotto e
più in generale delle strategie per lo sviluppo sostenibile.
Il GPP infatti ha la capacità di:
- influenzare il mercato, quindi anche gli altri soggetti che operano intorno ad esso (imprese, altri consumatori);
- favorire l’integrazione delle considerazioni ambientali nelle politiche di altre settori;
- facilitare l’integrazione ed attuazione di diversi strumenti nell’ambito delle politiche integrate di prodotto
degli enti locali.
L’influenza sul mercato
Obiettivo ultimo del GPP é la sostituzione dei prodotti e dei servizi esistenti con altri a minore impatto sull’ambiente: la sostituzione comincia dal lato del consumatore (la PA in questo caso) che sceglie di acquistare ed utilizzare prodotti e servizi a minore impatto ambientale, ma ricade direttamente sul produttore che
deve sostituire i prodotti e i servizi che produce con prodotti e servizi a minore impatto ambientale se vuole
mantenere la sua posizione sul mercato.
Adottare il GPP significa quindi sostenere sia la domanda che l’offerta ecologica. La domanda pubblica rappresenta il 14% del PIL nei Paesi dell’Unione Europea con picchi pari al 25% nell’area scandinava. In Italia,
si raggiunge una quota del 17%. Questi pochi numeri bastano a dare un’idea del ruolo che la PA gioca
come consumatore e di quale effetto possa avere sul mercato interno l’adozione di criteri d’acquisto ecologico da parte di un soggetto così rilevante.
Se la PA decidesse di sostituire i prodotti e i servizi di cui fa normalmente uso con altri a minore impatto
ambientale, il GPP sarebbe in grado di rendere verde l’offerta dei prodotti/servizi senza intervenire attraverso strumenti legislativi o divieti, ma semplicemente agendo sulla domanda pubblica.
Inoltre il GPP, attraverso l’esempio di buone pratiche da parte della Pubblica Amministrazione e degli enti
locali si propone di innescare un processo virtuoso di miglioramento ambientale nei confronti di altri soggetti come le imprese, le istituzioni private e i cittadini.
Ciò è reso possibile dal fatto che le ragioni che rendono interessante l’acquisto di prodotti a basso impatto
ambientale per il settore pubblico e per la realtà imprenditoriale sono molteplici. In parte esse sono comu-
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CRITERI ECOLOGICI
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Manuale GPP - Sezione Generale
ni a realtà imprenditoriali e istituzionali: è il caso, per esempio, della riduzione della produzione di rifiuti, del
risparmio energetico e di materie prime e del risparmio economico a questi correlato.
Altri vantaggi interessano invece specificamente l’uno o l’altro ambito: le imprese possono migliorare la propria immagine, mentre le Pubbliche Amministrazioni dispongono di uno strumento ulteriore per affrontare
le problematiche legate all’inquinamento atmosferico, delle acque, del suolo, come sottolineato anche di
seguito.
L’integrazione delle considerazioni ambientali nelle altre politiche
Il GPP non si inserisce nel contesto delle attività della PA come attività da avviare ex-novo ma piuttosto come
un intervento che va a modificare il modo in cui la PA svolge le sue attività caratteristiche. Questo fa del GPP
uno strumento trasversale capace di interessare tutti i settori/dipartimenti di un ente.
Lo svolgimento di qualsiasi attività da parte di un ente implica di fatto l’acquisto di determinati beni e l’erogazione di un servizio pubblico. Inserire dei criteri ecologici nell’acquisto di un bene o nell’erogazione di
un servizio che non sono di per sé beni o servizi finalizzati allo svolgimento di attività di protezione ambientale, risulta quindi nell’integrazione di considerazioni ambientali nelle politiche e strategie di altri settori. Ad
esempio, l’acquisto di un autobus elettrico, volto all’erogazione del servizio di trasporto pubblico, contribuisce allo stesso tempo alla riduzione degli impatti ambientali dei trasporti.
Dall’altro lato se un piano di settore ha già tra i suoi obiettivi degli obiettivi di miglioramento ambientale,
tali obiettivi possono essere raggiunti con l’attuazione del GPP. Ad esempio, se il Piano Energetico di un ente
prevede il risparmio energetico, l’acquisto di prodotti a basso consumo energetico può divenire parte integrante della realizzazione del Piano.
Va sottolineato che in questo modo il GPP costituisce il mezzo per attuare strategie di protezione ambientale integrate senza l’impiego di risorse aggiuntive per la progettazione ed implementazione di queste ultime.
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IL RUOLO DEL GREEN PUBLIC PROCUREMENT NELLE STRATEGIE PER LA SOSTENIBILITA’
L’integrazione con altri strumenti
Il GPP può da una parte svolgere una funzione di stimolo all’utilizzo di diversi strumenti di Politica Integrata
di Prodotto, dall’altra diventare lo strumento attuativo di alcuni di essi, come illustrato nella figura 1.
FIGURA 1 Il GPP e gli altri strumenti di Politica Integrata di Prodotto
ANALISI DEL
CICLO DI VITA
A21 LOCALE
EMAS
Base
conoscitiva
GREEN PUBLIC
PROCUREMENT
MARCHI
ECOLOGICI
DAP EMAS/ISO
14001
Informazioni
ambientali sui
prodotti/servizi
Realizzazione obiettivi
di miglioramento
ambientale
Monitoraggio e
valutazione
CONTABILITÀ
AMBIENTALE
La base conoscitiva per scegliere un prodotto o servizio a minore impatto ambientale proviene dall’analisi
del ciclo di vita di quel prodotto o servizio. Questo vuol dire che un ente locale può scegliere un prodotto/servizio guardando agli impatti che quest’ultimo può avere nelle fasi di estrazione e consumo delle materie prime, di produzione, uso e/o smaltimento. A questo proposito, l’ente può ottenere informazioni riguardo la qualità ambientale di singoli prodotti e servizi facendo riferimento ai marchi ecologici, alle dichiarazioni ambientali di prodotto (DAP), alle certificazioni d’ impresa, EMAS e ISO 14001.
Dall’altro lato, gli acquisti verdi possono facilmente rappresentare azioni concrete per il raggiungimento di
obiettivi di miglioramento ambientale definiti nell’ambito dell’Agenda 21 Locale o della Politica Ambientale
volta alla certificazione EMAS, oltre che di obiettivi e target inseriti in altri piani dell’ente (es. Piano
Energetico, Piano Urbano del Traffico) come già sottolineato in precedenza.
Partendo dall’individuazione degli impatti ambientali dei beni e servizi utilizzati ed erogati da una Pubblica
Amministrazione, il GPP porta alla sostituzione di questi ultimi con beni e servizi che abbiano la stessa funzione ma un minore impatto ambientale. Una volta individuate la natura e la criticità degli impatti ambientali dei diversi beni e servizi, il GPP può essere attuato in maniera strategica, ovvero tenendo conto delle
priorità in materia di protezione ambientale nella scelta dei beni/servizi che vengono sostituiti, quindi anche
in quella dei criteri ecologici utilizzati nell’ambito delle procedure d’acquisto.
Questo aspetto non va sottovalutato: l’attuazione del GPP dà infatti risultati immediati, tangibili e quantifi-
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CRITERI ECOLOGICI
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cabili, e ciò risponde alle esigenze sempre più impellenti che gli enti locali hanno di comunicare con il cittadino ma anche di rendere conto al cittadino delle proprie azioni, in particolare nell’ambito di programmi
quali l’Agenda 21 Locale.
Il processo di rendicontazione e monitoraggio dell’attuazione del GPP può essere facilitato dall’adozione di
strumenti di contabilità ambientale fisica, quali indicatori di pressione ambientale, per verificarne l’efficacia
ambientale, e di strumenti di contabilità ambientale monetaria per verificarne lo stato d’attuazione in termini di spesa ambientale ma anche l’efficienza economica nel raggiungimento degli obiettivi di miglioramento ambientale.
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MODALITA’ E STATO DI ATTUAZIONE DEL GPP
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Come nel caso degli altri strumenti della politica integrata di prodotto, il GPP è uno strumento ad adesione volontaria, le cui modalità di introduzione e lo stato di attuazione variano per luogo, dimensioni degli
enti coinvolti, tipologia di prodotti e servizi interessati. Va inoltre sottolineato che poiché il GPP interessa le
politiche d’acquisto di un ente, non sempre è cosa immediata riconoscere nel GPP una politica di protezione ambientale.
La scelta di acquistare verde può infatti, in alcuni casi, avere ragioni di fondo diverse dalla protezione
ambientale quali il risparmio economico, la difesa della salute, la qualità dei prodotti o servizi. Di conseguenza, lo stato di attuazione del GPP risulta alquanto variabile ed è praticamente impossibile fornire un
quadro esauriente di tutte le esperienze realizzate, in termini di tutti i bandi di gara, capitolati d’appalto e
contratti di servizio che contengono criteri ecologici.
Nell’Allegato 2 è riportata la descrizione di alcune delle esperienze più significative ad oggi realizzate sia da
enti nazionali che locali, all’estero e in Italia. In particolare, a livello internazionale, l’Agenzia per la
Protezione Ambientale (Environmental Protection Agency, EPA) degli Stati Uniti si è distinta per l’implementazione di diversi progetti pilota. A livello comunitario, i paesi scandinavi possono essere considerati i
pionieri del GPP, sia per le esperienze realizzate a livello nazionale (vedi il Ministero dell’Ambiente Svedese)
che locale, con il Comune di Kolding (Danimarca) che ha raggiunto il 100% degli acquisti di prodotti verdi.
In Italia, l’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente), oggi APAT (Agenzia per la Protezione
Ambientale e i Servizi Tecnici) ha dato il via alla disseminazione delle conoscenze e delle pratiche di GPP con
la realizzazione del progetto Preparazione e Applicazione Sperimentale di Strumenti per la Diffusione di
Politiche di Acquisto Corrette ed Ambientalmente Sostenibili da parte degli Enti Pubblici (Green Public
Procurement). E’ proprio a partire da qui che diversi Enti Locali italiani hanno successivamente sviluppato
strategie nel campo del GPP. Anche questo manuale ha tra i suoi obiettivi quello di integrare le informazioni contenute nel manuale ANPA.
Al di là dei luoghi di diffusione del GPP, guardare alle esperienze in corso è utile per verificare quali sono le
diverse politiche pubbliche che vengono generalmente utilizzate per introdurre il GPP, quali sono gli strumenti di cui un ente dispone per incoraggiare l’adozione del GPP, quali ostacoli devono essere affrontati e
superati.
In particolare, le diverse strategie per l’introduzione e la diffusione del GPP possono essere raggruppate in
tre approcci fondamentali, che naturalmente possono anche essere integrati l’uno con l’altro:
- il primo si basa sull’utilizzo della normativa;
- il secondo sullo sviluppo di attività di informazione e formazione;
- il terzo sullo scambio di buone pratiche e quindi il networking tra enti.
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MODALITA’ E STATO DI ATTUAZIONE DEL GPP
Le norme per l’introduzione del GPP
Mentre non esiste una legge applicabile per la modifica dei bandi di gara in senso ambientale, alcuni enti
utilizzano delle norme ad hoc per spronare l’introduzione del GPP stabilendo dei requisiti specifici o dei target per l’acquisto e/o utilizzo di determinati prodotti o servizi.
A questo proposito, il DLgs n.203 dell’8 maggio 2003 (GU n.180 del 5 agosto 2003) stabilisce che uffici
pubblici, società a prevalente capitale pubblico, società di gestione dei servizi coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti in materiale riciclato nella misura del 30%. Il decreto prevede inoltre che i destinatari adottino in sede di formulazione di una gara per la fornitura e l’installazione di manufatti e beni, e nella formulazione di capitolati di opere pubbliche, criteri tali da ottemperare
al rispetto delle quote previste dal decreto.
Anche la normativa in campo energetico può fortemente influenzare la diffusione del GPP, soprattutto nel
campo dell’edilizia, dove la regolamentazione del rendimento energetico degli edifici può essere applicata
tramite l’inserimento di criteri di efficienza energetica nei capitolati d’appalto delle opere pubbliche.
A livello regionale, alcuni enti hanno predisposto delle norme e dei regolamenti in materia di acquisti
ambientalmente preferibili. Queste, in genere, si riferiscono ad alcuni tipi di materiali di recupero: materiali
biodegradabili, carta, plastica, materiali generici.
Gli interventi più diffusi riguardano attività di promozione dell’uso della carta riciclata con relativa fissazione di obiettivi minimi di copertura del fabbisogno di prodotti con materiali riciclati che vanno dal 20 al 50%.
Nella tabella seguente è presentato un quadro sintetico della legislazione esistente a livello regionale.
TABELLA 2. Le norme regionali per l’introduzione del GPP
Regione
Norma
Enti interessati
Lazio
L. 27/98
Regione
Valle d’Aosta
L. 19/95
Vari
Lazio
L. 27/98
Enti Locali
Abruzzo
L. 83/00
Regione, Enti pubblici
(anche economici)
Tipologia dell’intervento
Materiali generici
Utilizzo di materiali riciclati per una quota pari almeno al 15% nella
realizzazione di lavori pubblici di interesse regionale
Promozione dell’uso di materiali lapidei riciclati
Organico
Adozione di provvedimenti per soddisfare il fabbisogno di ammendanti organici per giardini pubblici con una quota pari ad almeno 80% di
compost di qualità ricavato da frazione umida derivante da raccolta
separata di rifiuti
Utilizzo esclusivamente di contenitori e stoviglie in materiale biodegradabile avviabile al compostaggio o in alternativa materiali equivalenti dal punto di vista delle prestazioni ambientali per la somministrazione di alimenti e bevande nelle mense.
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CRITERI ECOLOGICI
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Regione
Norma
Enti interessati
Toscana
L. 29/02
Lazio
L. 27/98
Regione, Province, Comuni,
altri Enti, Istituti e Aziende
soggette alla vigilanza della
Regione, delle Province e
dei Comuni
Aziende produttrici di latte
ed acque minerali con
stabilimenti nel territorio
regionale
Enti Locali
Tipologia dell’intervento
Plastica
Utilizzo di una quota di materiale riciclato pari al 40%
Promozione ed incentivazione di sistemi “a rendere” con cauzione per
liquidi alimentari e la sostituzione totale o parziale di contenitori riutilizzabili soggetti a cauzione.
Adozione di provvedimenti per: destinare una quota pari ad almeno il
40% della spesa per arredi di giardini pubblici all’acquisto di articoli
prodotti con plastica riciclata; prevedere nei capitolati d’appalto per
mense scolastiche clausole di preferenza per le ditte che non facciano uso di stoviglie monouso
Acquisto, di norma, di materiale plastico proveniente da attività di
recupero della plastica
Carta
Lombardia
L. 21/93
Regione, Enti ed Aziende da
essa dipendenti
Veneto
L. 3/00
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 40%
Valle d’Aosta
L. 5/91
Valle d’Aosta
L. 46/91
Valle d’Aosta
L. 7/94
Umbria
L. 21/98
Umbria
L. 39/00
Provincia
autonoma di
Trento
Toscana
L. 5/98
Enti pubblici
(anche economici)
Regione- Rivista di
informazione sulle attività
della Regione
Regione, Enti ed Aziende da
essa dipendenti
Regione – Bollettino
Ufficiale
Amministrazioni pubbliche
di enti dipendenti o istituiti
dalla regione con uffici
operanti all’interno del
territorio umbro
Regione – Bollettino
Ufficiale
Provincia, enti pubblici da
essa dipendenti, enti locali
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 40%
Piemonte
L. 30/90
Regione, Province, Comuni,
altri enti, Istituti e Aziende
soggette alla vigilanza della
Regione, delle Province e
dei Comuni
Regione
L. 29/02
Utilizzo preferenziale di carta riciclata per la stampa
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 20%
Utilizzo di carta riciclata al 100% per la stampa del Bollettino Ufficiale
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 40% nei primi 2 anni,
50% nel 3° e 4° anno; 60% a partire dal 5° anno
Utilizzo di carta riciclata per la stampa
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 50%
Esperienza pilota per l’uso della carta riciclata allo scopo di stabilire
le quote minime di fabbisogno da coprire con prodotti di recupero
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MODALITA’ E STATO DI ATTUAZIONE DEL GPP
Regione
Norma
Enti interessati
Marche
L. 28/99
Lombardia
L. 21/93
Lazio
L. 27/98
Campania
L. 18/02
Basilicata
Abruzzo
L. 25/93
L. 83/00
Regione, enti locali, tutti gli
enti, Istituti, Aziende ed
Amministrazioni soggette a
vigilanza della regione, delle
Province e dei Comuni
Regione, Enti ed Aziende da
essa dipendenti
Regione, Enti ed
Amministrazioni dipendenti
dalla Regione, Enti Locali
Regione, Amministrazioni
dipendenti o comunque istituite dalla Regione con uffici operanti nel territorio
campano
Regione, Enti regionali
Regione, enti pubblici
(anche economici)
Tipologia dell’intervento
Carta
Promozione dell’uso di carta riciclata secondo atto da predisporre da
parte della Giunta regionale
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 30%
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 40%
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 30% nel 1° anno; 50%
nel 2° e 3° anno; 60% dal 4° anno. Acquisizione di apparecchiature
per l’utilizzo della carta riciclata in occasione di sostituzione e/o incremento delle apparecchiature esistenti
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 30%
Utilizzo di una quota di carta riciclata pari al 40%
Va sottolineato inoltre che il GPP può divenire norma nell’ambito di Sistemi di Gestione Ambientale, che
richiedono l’utilizzo di prodotti e servizi a basso impatto ambientale per la riduzione degli impatti ambientali delle attività degli enti interessati, o essere adottato nell’ambito dei Piani d’Azione Locale delle Agende 21.
Le attività di informazione e formazione
L’informazione e la formazione svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito di tutte le strategie che hanno
come obiettivo l’introduzione e l’attuazione sistematica del GPP, poiché la carenza di conoscenze in materia è generalmente l’ostacolo principale alla diffusione di tale strumento.
Le attività di informazione e formazione hanno come oggetto:
- le possibilità di inserire criteri ecologici nelle procedure d’acquisto della pubblica amministrazione senza
ledere i principi della libera concorrenza e della non discriminazione;
- la natura e le caratteristiche dei prodotti e servizi a basso impatto ambientale;
- i vantaggi del GPP.
Tali attività, soprattutto quelle informative, devono essere dirette non solo a responsabili ed impiegati degli
enti pubblici, ma anche ai fornitori di beni e servizi utilizzati dalla Pubblica Amministrazione. E’ infatti necessario sensibilizzare e preparare i produttori ai cambiamenti richiesti dall’introduzione del GPP, al fine di
garantire da una parte la disponibilità sul mercato di prodotti e servizi a basso impatto ambientale, dall’altra l’avvio di un processo continuo di miglioramento ambientale.
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CRITERI ECOLOGICI
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
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Il mezzo di comunicazione più utilizzato ai fini della disseminazione delle informazioni rilevanti è sicuramente quello informatico. Sono diversi infatti gli enti che utilizzano i siti internet per la pubblicazione di
data base che contengono:
- esperienze pilota;
- criteri ecologici relativi a prodotti e servizi utilizzati dalla PA;
- prodotti e servizi a basso impatto ambientale.
Rientrano inoltre in questo approccio la pubblicazione di manuali e linee guida per l’adozione del GPP.
BOX 1 CASO STUDIO: LA DIFFUSIONE DEL GPP IN FRANCIA
La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, approvata dal Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile francese
il 3 giugno 2003 presenta importanti riferimenti al GPP, che possono essere rintracciati, in modo abbastanza coerente, in tutto il
percorso che ha portato alla definizione della Strategia.
Fin dall’inizio la Francia ha individuato quale suo “tema strategico” d’intervento lo Stato Esemplare, ovvero una Pubblica
Amministrazione che fornisca l’esempio di un “comportamento attento verso l’ambiente”.
Il documento preliminare alla definizione della Strategia, elaborato il 28 novembre 2002, riporta dieci schede tecniche, relative ad
altrettanti interventi di breve termine, riferibili all’asse strategico “Stato Esemplare”, tra i quali:
- Sviluppo sostenibile dei prodotti
- Formazione e sensibilizzazione alle procedure eco-responsabili nella Pubblica Amministrazione
- Integrazione dello sviluppo sostenibile nei contratti pubblici.
Una delle prime iniziative concrete nella direzione prevista dai documenti é stata l’apertura del sito, realizzato dal Ministero
dell’Ecologia e dello Sviluppo Sostenibile, dedicato all’eco-responsabilità:
http://www.ecoresponsabilite.environnement.gouv.fr/
L’obiettivo del sito é quello di garantire o supportare:
• l’informazione destinata agli acquirenti pubblici in merito agli obiettivi di sostenibilità, ai problemi giuridici che insorgono
nell’inserire i criteri ecologici negli acquisti della pubblica amministrazione;
• la raccolta e la valutazione delle buone pratiche di acquisto pubblico eco-responsabile;
• la formazione del personale impiegato nel settore amministrativo della pubblica amministrazione locale.
Le sezioni di intervento del sito sono le seguenti: Acquisti, Rifiuti, Acqua, Energia, Edilizia, Mobilità.
La sezione Acquisti é a sua volta ripartita in: Presentazione del sito; Informazioni generali sugli acquisti eco-responsabili;
Informazioni sui prodotti; Informazioni giuridiche; Iniziative; Formazione.
Le informazioni che qui possiamo trovare sono:
• informazioni ambientali di ordine generale, volte a sensibilizzare gli acquirenti pubblici;
• una base dati sulle caratteristiche ambientali e d’uso dei prodotti presenti sul mercato;
• informazioni giuridiche relative alla possibilità di integrare le considerazioni ambientali negli appalti pubblici;
• un modulo di formazione destinato agli acquirenti pubblici, volto a diffondere una cultura comune sull’integrazione
dell’ambiente negli acquisti pubblici;
• una presentazione delle iniziative e delle buone pratiche in corso.
Il cuore del sito è costituito dalla sezione Informazione sui prodotti che riporta le indicazioni relative a 17 categorie di prodotto,
tra cui: prodotti per ufficio, mobili da ufficio, spazi verdi, tempo libero e sport, ristorazione collettiva, igiene e sicurezza, costruzioni, distribuzione acqua, trasporti, servizi educativi, stampa, archiviazione, impianti termici, impianti di produzione del freddo,
pulizia, altro. Per ognuna di queste categorie di prodotti sono evidenziati: gli obiettivi ambientali, alcune informazioni di mercato, gli aspetti ambientali, le caratteristiche necessarie richieste per ridurre gli impatti sull’ambiente, i riferimenti alle etichette ecologiche.
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MODALITA’ E STATO DI ATTUAZIONE DEL GPP
Lo scambio di buone pratiche
Lo scambio delle buone pratiche rappresenta un approccio chiave di tutte le strategie per lo sviluppo sostenibile. Nel campo del GPP il trasferimento di esperienze da un ente locale all’altro può risultare particolarmente fruttuoso, poiché le procedure di inserimento dei criteri ecologici nei bandi di gara possono
essere standardizzate.
Gli stessi criteri ecologici possono inoltre essere scelti prendendo come esempio quelli utilizzati da altri, così
come è possibile individuare, attraverso le esperienze esistenti, l’approccio migliore da utilizzare verso i fornitori, sia nella fase di coinvolgimento ed informazione degli stessi, sia al momento in cui si rendano necessarie attività di verifica e monitoraggio di questi ultimi.
Non da ultimo, l’introduzione di pratiche di acquisto verde può cominciare da quei settori, o da quei prodotti o servizi specifici, per i quali vi sono esperienze già consolidate che hanno dato prova del fatto che non
solo acquistare verde è possibile dal punto di vista legislativo, ma anche che l’adozione del GPP non comporta necessariamente un aumento dei costi.
La creazione di network di enti locali che hanno scelto di optare per delle politiche di GPP è un primo passo
verso lo scambio delle buone pratiche che può avvenire tramite l’organizzazione di incontri, la distribuzione
di newsletter, la costituzione di Tavole Rotonde e di gruppi di lavoro tematici.
Va sottolineato inoltre che il networking può portare ad ulteriori forme di collaborazione nell’implementazione del GPP, ad esempio tramite la realizzazione di gare d’appalto collettive che garantiscono lo sfruttamento di economie di scala, agevolando gli enti dal punto di vista economico.
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CRITERI ECOLOGICI
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Manuale GPP - Sezione Generale
BOX 2 CASO STUDIO: LE INIZIATIVE PER GLI ACQUISTI SOSTENIBILI DELL’ICLEI
L’ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives), nella sua veste di organizzazione delle autorità locali europee, ha
attivato un programma di iniziative specifiche per la diffusione degli acquisti sostenibili (Sustainable Procurement). Il programma
riveste un ruolo importante come punto di riferimento per lo scambio di informazioni e di esperienze tra enti locali e professionisti
in materia di acquisti ambientalmente e socialmente preferibili. Lo scambio e la diffusione di informazioni avvengono tramite l’organizzazione di conferenze e seminari su temi rilevanti, la pubblicazione di studi e ricerche, il coordinamento e la disseminazione dei
risultati di progetti pilota.
Parte integrante del programma è inoltre la BIG-Net, ‘Buy It Green Network, la Rete Europea dei Responsabili Comunali per gli
Acquisti Verdi, cui partecipano più di 50 amministrazioni pubbliche di circa 20 Stati membri. Lo scopo principale della BIG-Net è
quello di scambiare informazioni tra gli enti “pionieri” del settore e quelli che vi si stanno avvicinando di recente e favorire il confronto dei responsabili degli acquisti di diversi enti locali tra loro e con gli esperti di tematiche ambientali.
I membri del network sono regolarmente aggiornati sullo stato dell’arte in materia di GPP e tematiche attinenti attraverso comunicazioni per via telematica ed hanno la possibilità di partecipare ad incontri tra professionisti. La BIG-Net rappresenta inoltre il punto
di riferimento ‘tecnico’ per gli enti locali che si impegnano a partecipare alla Campagna Procura+, lanciata dall’ICLEI con l’obiettivo
di contribuire all’implementazione del GPP in Europa a partire da 6 prodotti e servizi chiave con i rispettivi criteri ambientali:
- elettricità da risorse rinnovabili;
- computer e apparecchi elettronici ad alta efficienza energetica;
- cibi biologici per mense, ospedali e catering in genere;
- edifici che rispettino standard elevati di efficienza nel riscaldamento e nel condizionamento;
- servizi per la pulizia orientati alla protezione della salute umana;
- servizi di trasporto pubblico orientati alla qualità e con mezzi ad emissioni ridotte.
Va segnalato che la scelta di questi prodotti e di questi criteri in particolare non è arbitraria, è bensì frutto dell’esperienza del progetto RELIEF. Il RELIEF, avviato nel 2001 e conclusosi nel 2003, è un progetto di ricerca finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Quinto Programma Quadro, azione City of Tomorrow and Cultural Heritage. Dietro il coordinamento dell’ICLEI, hanno
partecipato alla realizzazione del progetto 6 Amministrazioni locali (Malmo, Kolding, Miskolc, Amburgo, Stoccarda, Zurigo) di 5 diversi Paesi europei e diversi istituti di ricerca, con l’obiettivo di individuare e quantificare i benefici ambientali che si possono potenzialmente ottenere in Europa grazie all’implementazione del GPP. Nella tabella che segue sono sintetizzati i risultati fondamentali
del progetto in termini di riduzione del principale impatto ambientale di ciascun prodotto se quest’ultimo fosse sostituito con un
equivalente verde da tutte le PA in Europa:
PRODOTTO
Autobus
Dispositivi per sanitari
Computer
Alimenti
Elettricità
TIPOLOGIA DI IMPATTO AMBIENTALE
Formazione di ozono (t C2H4 equivalenti)
Consumo di acqua (l)
Emissioni di gas ad effetto serra (t CO2 equivalenti)
Eutroficazione (t PO4 equivalenti)
Emissioni di gas ad effetto serra (t CO2 equivalenti)
BENEFICI POTENZIALI
-3.350
-190.407.539
-832.320
-41.560
-61.350.363
L’approccio comunitario per la promozione del GPP
Come già illustrato, il GPP occupa una posizione di rilievo nei documenti ufficiali di politica ambientale della
Commissione Europea, che per favorirne la diffusione ha adottato una strategia che prevede l’utilizzo di
strumenti di vario genere e il coinvolgimento di portatori di interesse a diverso livello.
L’approccio comunitario ha come punto di partenza la necessità di un’azione concreta per incoraggiare le
pubbliche autorità a sfruttare le possibilità loro offerte dalla normativa vigente in materia di appalti pubbli-
31
MODALITA’ E STATO DI ATTUAZIONE DEL GPP
ci. A tale proposito, nel 2001 la Commissione ha pubblicato la Comunicazione Interpretativa sul Diritto
Comunitario degli Appalti Pubblici e le Possibilità di Integrare Considerazioni di Carattere Ambientale negli
Appalti Pubblici (N.2001/C 333/07), in cui vengono messe in luce le modalità con cui un ente pubblico può
inserire i criteri ecologici nelle proprie gare d’appalto senza incorrere in problemi di tipo legislativo.
Ad oggi, le Direttive Comunitarie sugli appalti pubblici sono in corso di revisione ed è auspicabile che le possibilità di utilizzare i requisiti ambientali nella scelta dei beni e servizi che una PA acquista siano rese più esplicite anche all’interno degli stessi testi normativi. Ad ogni modo, la Commissione ha già in cantiere un
Manuale pratico destinato agli enti pubblici che necessitino di ulteriori esemplificazioni riguardo l’utilizzo del
GPP nelle proprie procedure d’acquisto.
Allo stesso tempo, la Commissione si sta occupando di facilitare il flusso di informazioni sullo strumento GPP
e sui prodotti e i servizi a basso impatto ambientale. Per raggiungere questo obiettivo, all’inizio del 2004, è
stata attivata una banca dati di prodotti e servizi (European Green Procurement Database), che riunisce in
un unico sito web:
- informazioni sugli impatti ambientali di circa 100 gruppi di prodotti e servizi che vengono comunemente
acquistati da enti pubblici e privati;
- i criteri ecologici che suddetti prodotti e servizi devono rispettare per essere giudicati a basso impatto
ambientale;
- informazioni sui marchi ecologici esistenti a livello europeo e internazionale;
- la normativa rilevante ai fini dell’applicazione del GPP;
- nozioni generali sugli obiettivi del GPP e le politiche per il GPP.
La banca dati è attualmente in via di sperimentazione ed è previsto che in futuro venga ampliata oltre che
tradotta nelle altre lingue ufficiali europee, essendo al momento disponibile solo in lingua inglese all’indirizzo: http://europa.eu.int/comm/environment/green_purchasing/.
32
ILCRITERI
GPPNETECOLOGICI
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
L’introduzione del GPP nella Provincia di Cremona ha alla base la scelta di puntare sul GPP per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale. Da qui l’utilizzo dello strumento finanziario LIFE Ambiente
dell’Unione Europea per la realizzazione del progetto GPPnet, Green Public Procurement Network.
Il programma LIFE Ambiente contribuisce infatti all’implementazione di azioni dimostrative e innovative per
le azioni preparatorie a sostegno della legislazione ambientale. In particolare, il GPPnet ricade tra le attività
per la minimizzazione degli impatti ambientali delle attività economiche.
Il GPPnet si presenta sotto forma di un percorso volto a creare le condizioni necessarie e durature per l’introduzione sistematica del GPP nelle procedure d’acquisto delle pubbliche amministrazioni coinvolte nel progetto.
Scopo ultimo del progetto è infatti quello di arrivare a costituire un distretto locale di eco-procurement, nell’ambito del quale gli enti locali (ovvero la Provincia di Cremona e i 13 Comuni coinvolti nel progetto) sostituiscano i beni e i servizi che utilizzano con beni e servizi a minor impatto ambientale, acquistati da fornitori che hanno operato una riconversione ecologica per soddisfare la domanda pubblica.
La strategia elaborata nell’ambito del progetto GPPnet per l’introduzione e la diffusione del GPP si articola
attraverso i seguenti punti chiave:
la creazione di una rete di enti ‘sperimentatori’ del GPP e destinatari delle attività di formazione e informazione;
Gli enti sperimentatori sono 14: la Provincia di Cremona e i Comuni di Casalmaggiore, Castelleone, Crema,
Gerre de Caprioli, Motta Baluffi, Pescarolo, Piadena, Pizzighettone, San Bassano, Soresina, Spineda, Stagno
Lombardo, Vescovato. Gli enti condividono l’esperienza del GPPnet attraverso la partecipazione ad incontri
di lavoro e a giornate di formazione oltre che alla sperimentazione diretta del GPP, ovvero dell’inserimento
di criteri ecologici all’interno di bandi di gara esemplificativi. Le attività di informazione e formazione sono
supportate dalla distribuzione di materiali ad hoc, dall’utilizzo del sito web del progetto e dall’attivazione di
un numero verde per l’assistenza allo svolgimento delle varie task del progetto. Il presente manuale costituisce il principale strumento di supporto per l’attuazione del GPP.
l’analisi delle attività degli enti locali e degli impatti ambientali di tali attività;
Le attività svolte dagli enti locali vengono analizzate attraverso l’utilizzo di due check-list, una di indagine
ed una di dettaglio. Con la check-list di indagine vengono rilevate le caratteristiche di ciascun ente in termini di struttura, competenze, organizzazione nell’acquisto e nell’erogazione di beni e servizi. Con la
check-list di dettaglio si entra nello specifico della tipologia e della quantità dei beni e servizi acquistati/erogati dai singoli enti. Le informazioni raccolte con le check-list costituiscono la base per la costruzione di una
gerarchia degli impatti ambientali delle attività degli enti, che, proprio a partire da tale gerarchia, possono
scegliere a quali beni e servizi applicare il GPP in accordo con le rispettive priorità di politica ambientale.
33
IL GPPNET
la comunicazione e l’informazione rivolte ai fornitori;
I fornitori sono coinvolti nel progetto con lo scopo di rendere l’introduzione del GPP un obiettivo comune.
La richiesta pubblica di prodotti e servizi verdi deve infatti essere interpretata come uno stimolo all’innovazione ambientale, quindi alla riconversione ecologica delle attività produttive, piuttosto che come un’attività discriminatoria nei confronti dei produttori locali. Le attività di comunicazione ed informazione hanno
dunque lo scopo di sensibilizzare i fornitori e metterli nelle condizioni di poter soddisfare la domanda delle
PA locali. La diffusione delle informazioni e il confronto con i fornitori avvengono attraverso la distribuzione di materiale informativo, un forum telematico e l’organizzazione di Tavole Rotonde.
la creazione di un network per lo scambio di buone pratiche con altri enti locali italiani.
Al fine di disseminare l’esperienza del GPPnet e di acquisire allo stesso tempo informazioni sulle buone pratiche degli altri enti locali, il progetto ha un comitato di diffusione, il GPPinfoNET, che conta circa 30 membri tra amministrazioni regionali, provinciali e comunali, sparse sul territorio nazionale, Enti Parco, Agenzie
Regionali per la Protezione dell’Ambiente, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, l’ICLEI. Il
principale strumento di comunicazione del GPPinfoNET è un bollettino bimestrale, ma vengono organizzati
anche ‘match’ tra i membri del comitato. Questi ultimi sono inoltre invitati a partecipare agli incontri di diffusione del progetto.
Il percorso metodologico e quello operativo, descritti nelle rispettive sezioni del manuale, sono parte integrante e replicabile della strategia del GPPnet e devono servire da guida per gli enti che vogliono adottare
il GPP, sia nel corso dell’implementazione del progetto che in futuro.
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CRITERI ECOLOGICI
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
BOX 3 DETTAGLIO: IL GPPINFONET
Il GPPinfoNET è il comitato di diffusione del progetto GPPnet, costituito dalla Provincia di Cremona con l’obiettivo di diffondere l’esperienza e i risultati del progetto, ma anche e soprattutto di stimolare il dibattito sul GPP in Italia e promuoverne l’implementazione presso altri Enti Locali. Il GPPinfoNET ha il patrocinio del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.
I MEMBRI DEL GPPINFONET AL GENNAIO 2004:
COMUNI
Ferrara
Lula
Matera
Oppido Lucano
Palermo
Pavia
Roma
Rubano
S.Stefano di Calastra
Sesto San Giovanni
Specchia
PROVINCE
Bologna
Firenze
Genova
Lecco
Modena
Pesaro e Urbino
Potenza
Torino
REGIONI
Liguria
Marche
Umbria
ENTI PARCO
Veio
Dolomiti Bellunesi
ARPA
Lazio
Lombardia
Piemonte
Toscana
ALTRI ENTI
Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio
ICLEI
IL BOLLETTINO BIMESTRALE :
Tutti i numeri del bollettino possono essere
scaricati dal sito del progetto GPPnet:
www.provincia.cremona.it/servizi/ambiente/gppnet
Per ulteriori informazioni e adesioni:
Nina Vetri
c/o Ecosistemi s.r.l.
[email protected]
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STRUMENTI PER LA POLITICA INTEGRATA DI PRODOTTO
ALLEGATO 1
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
SCHEDA 1
L’ANALISI DEL CICLO DI VITA
Che cos’è
L'Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment - LCA) è ad oggi l’approccio più innovativo per conoscere gli impatti ambientali di un “sistema prodotto” lungo tutto il Ciclo di Vita, ovvero dall’estrazione
delle materie prime allo smaltimento dei rifiuti, attraverso l’identificazione e la quantificazione dei consumi di materia ed energia e delle emissioni nell’ambiente.
Obiettivi
Obiettivo centrale di una LCA è la valutazione degli impatti ambientali associati alle diverse fasi del ciclo
di vita di un prodotto, processo o attività nella prospettiva di un miglioramento ambientale, quindi per
l’individuazione di potenziali aree di intervento ai fini della riduzione degli impatti ambientali di quel
prodotto, processo o attività.
Metodi e applicazioni
Secondo lo standard ISO 14040, uno studio di LCA completo per qualsiasi tipologia di prodotto prevede 4 fasi:
1. Definizione degli scopi e degli obiettivi (Goal and scope definition): vengono stabiliti le finalità dello
studio, l’unità funzionale, i confini del sistema analizzato, il fabbisogno di dati, le ipotesi di base e i
conseguenti limiti di rappresentatività.
2. Analisi di inventario (Life Cycle Inventory, LCI): vengono ricostruiti e analizzati i flussi di energia e di
materie prime che entrano in gioco nel ciclo di vita del sistema di processi e/o attività considerato;
questa fase prende in esame tutti i processi di trasformazione e trasporto che caratterizzano il sistema, costruendo il modello analogico del sistema reale che si sta studiando.
3. Analisi degli impatti (Life Cycle Impact Assessment, LCIA): è lo studio dell’impatto ambientale provocato dal processo o attività, che ha lo scopo di evidenziare l’entità delle modificazioni generate a
seguito dei rilasci nell’ambiente e dei consumi di risorse calcolati nell’inventario.
4. Interpretazione e miglioramento (Life Cycle Interpretation): costituisce la fase conclusiva di un LCA e
ha lo scopo di individuare i cambiamenti per ridurre l’impatto ambientale dei processi/attività che
costituiscono il sistema analizzato.
Legami con il GPP
L’approccio basato sul ciclo di vita consente ad un’amministrazione di sostituire i prodotti e servizi che
utilizzano con prodotti e servizi che abbiano un impatto ambientale ridotto durante tutte le fasi del processo produttivo.
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ALLEGATO 1 STRUMENTI PER LA POLITICA INTEGRATA DI PRODOTTO
SCHEDA 2
L’AGENDA 21 LOCALE
Che cos’è
L’Agenda 21 Locale è uno strumento di strategia politica di cui le amministrazioni locali possono avvalersi per gestire in modo coordinato e partecipato le aree sotto la loro giurisdizione nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda 21 globale, sottoscritta da oltre 170 Paesi a Rio de
Janeiro nel 1992 durante la Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo. Nella
pratica, un’Agenda 21 Locale si caratterizza come un processo multisettoriale e partecipativo in cui tutti
i membri di una comunità locale sono portati ad assumere le proprie responsabilità verso gli altri soggetti e a dialogare tra di loro alla ricerca di strategie e soluzioni che vadano incontro alla necessità di
tutti, generazioni future incluse.
Obiettivi
L’Agenda 21 Locale ha come scopo ultimo l’attuazione di un Piano d’Azione Locale capace di contribuire al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità locale e globale. Ciò non può prescindere dalla promozione della partecipazione di tutti i membri della comunità locale alla definizione delle strategie di
sviluppo locale.
Metodi e applicazioni
Il processo di costruzione di un’Agenda 21 Locale è costituito da diverse fasi:
- l’Avvio del processo che si formalizza con l’adesione alla Carta di Aalborg, con cui un’Amministrazione
si impegna a tradurre su scala locale i principi dello sviluppo sostenibile attraverso politiche e piani
d’azione;
- l’Informazione della comunità locale sui principi dello sviluppo sostenibile; l’Attivazione del Forum,
luogo di confronto e dibattito all’interno del quale sono convocati tutti i portatori di interesse locali con
il compito di orientare il processo di elaborazione dell’Agenda 21 e di monitorarne l’applicazione;
- la Redazione del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in cui sono raccolti tutti i dati di base sull’ambiente fisico, sociale ed economico allo scopo di individuare i principali problemi dell’area e le relative cause;
- la Definizione di obiettivi direttamente legati alla priorità degli interventi;
- la Costruzione del Piano di Azione Locale (PAL);
- il Reporting ovvero il controllo permanente sull’attuazione e l’efficacia del PAL.
Legami con il GPP
Il GPP può essere utilizzato per raggiungere gli obiettivi di miglioramento ambientale individuati nel
PAL, divenendone quindi uno degli strumenti attuativi.
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CRITERI ECOLOGICI
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
SCHEDA 3
LA CONTABILITÁ AMBIENTALE
Che cos’è
Nell’idea di “contabilità ambientale” rientrano pratiche e metodologie volte a costruire una solida base
cognitiva per la definizione di strategie e politiche per lo sviluppo sostenibile che parta dalla descrizione accurata dello stato dell’ambiente e delle interazioni che intercorrono tra attività umane e natura per arrivare alla
quantificazione degli impatti ambientali delle attività umane. Ciò anche in virtù della necessità di informare
non solo i decisori politici ma anche il pubblico che deve essere coinvolto nel processo decisionale.
Obiettivi
L’obiettivo della contabilità ambientale è per definizione quello di mettere la natura nel conto, così da facilitare l’integrazione delle considerazioni ambientali nei processi decisionali. A livello operativo, la contabilità ambientale mira quindi a: conoscere i limiti naturali che le attività umane devono rispettare; quantificare il consumo attuale di risorse naturali e la disponibilità futura delle stesse; attribuire un valore adeguato
al patrimonio naturale per garantirne la preservazione; individuare le cause degli impatti ambientali.
Metodi e applicazioni
La contabilità ambientale può essere adottata sia da imprese che da enti pubblici su scala nazionale,
regionale o locale. I sistemi di contabilità ambientale possono inoltre riguardare un territorio, una risorsa naturale o un’attività ed essere di natura fisica, monetaria o integrata.
La contabilità ambientale fisica è costituita da un sistema d’informazioni basato su conti ambientali fisici, che raccolgono dati sul flusso di risorse (input) e emissioni, scarichi, rifiuti (output). Sono strumenti
di contabilità ambientale fisica: gli indicatori ambientali, la Relazione sullo Stato dell’Ambiente, l’impronta ecologica, l’eco-budget, l’analisi dei flussi di materia, l’analisi emergetica.
La contabilità ambientale monetaria riguarda la valutazione economica dei beni ambientali ovvero l’elaborazione di bilanci riferiti al territorio supportati da indicatori di performance macroeconomica per
la stima dei livelli di sostenibilità dello sviluppo. Il metodo più diffuso è quello del calcolo della spesa
difensiva, con il quale vengono determinate le spese sostenute dai diversi agenti presenti sul territorio
per migliorare e/o mantenere un certo standard di qualità ambientale.
La contabilità economica e ambientale integrata prevede l’integrazione di conti economici tradizionali
con conti fisici delle risorse naturali e delle emissioni in aria, acqua e suolo, come nel caso della NAMEA,
la Matrice di Contabilità Nazionale Integrata con Conti Ambientali.
Legami con il GPP
La contabilità ambientale può essere utilizzata per monitorare l’attuazione del GPP sia dal punto di vista
economico, quindi in termini di spesa per la protezione ambientale, che dal punto di vista ambientale,
valutando l’efficacia nel raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale attraverso l’utilizzo di
indicatori ambientali.
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ALLEGATO 1 STRUMENTI PER LA POLITICA INTEGRATA DI PRODOTTO
SCHEDA 4
I MARCHI ECOLOGICI
Che cos’è
I marchi ecologici o etichette ambientali sono marchi applicati direttamente su un prodotto o su un servizio che forniscono informazioni sulla sua performance ambientale complessiva, o su uno o più aspetti ambientali specifici.
Obiettivi
Per le imprese, i marchi ecologici sono uno strumento di mercato utile a dare evidenza alle prestazioni
ambientali dei propri prodotti rispetto a quelle dei prodotti concorrenti privi di tale marchio. Il marchio
di qualità ecologica costituisce quindi un’importante leva di marketing, in quanto attraverso esso è possibile indirizzare gli acquisti dei consumatori finali verso beni più rispettosi dell’ambiente. Dall’altro lato
i marchi ecologici sono fondamentali ai fini della promozione del consumo responsabile, poiché favoriscono l’accesso dei consumatori a informazioni comprensibili, pertinenti e credibili.
Metodi e applicazioni
I sistemi di etichettatura possono essere suddivisi in obbligatori o volontari.
Le etichettature obbligatorie nell’Unione Europea si applicano in diversi settori e vincolano i produttori utilizzatori, distributori e le altri parti in causa ad attenersi alle prescrizioni legislative. Le etichettature obbligatorie
si applicano principalmente ai seguenti gruppi di prodotti: sostanze tossiche e pericolose; elettrodomestici
(energy label); prodotti alimentari; imballaggi (packaging label); elettricità da fonti rinnovabili (certificati verdi).
Nel caso delle etichettature volontarie, la richiesta di un marchio è del tutto volontaria, per cui i fabbricanti,
gli importatori, o i distributori possono decidere di aderire al sistema di etichettatura, una volta verificata la
rispondenza dei prodotti ai criteri stabiliti da quel sistema specifico. Le etichette volontarie possono essere
distinte in base alle definizioni date dalle norme internazionali della serie 14020:1999. Le etichetta ISO Tipo
I-ISO 14024, basate su un sistema multi-criteria che considera l’intero ciclo di vita del prodotto, certificata e
gestita da una terza parte indipendente, indicano le migliori prestazioni ambientali di un prodotto appartenente a delle categorie particolari. Rientrano in questa categoria: l’Ecolabel europeo; i marchi nazionali più
diffusi quali Blauer Angel (Germania), White Swan (Danimarca, Svezia, Finlandia e Islanda), Green Seal (Stati
Uniti), NF Environnement (Francia), Milieukeur (Paesi Bassi), Umweltzeichen (Austria); i marchi che identificano i prodotti derivanti da agricoltura biologica; il Forest Stewardship Council (FSC) che attesta la rintracciabilità di prodotti da foreste gestite in maniera sostenibile. Le etichette ISO Tipo II-ISO 14021 sono delle autodichiarazioni ambientali da parte di produttori, importatori o distributori dei prodotti, non certificate da un
organismo indipendente.
Legami con il GPP
Le PA possono riconoscere i prodotti a impatto ambientale ridotto grazie alle presenza di marchi ecologici. Inoltre gli stessi criteri ecologici che un prodotto deve rispettare per ottenere un determinato
marchio possono essere inseriti come requisiti ambientali che un prodotto o servizio deve possedere
all’interno dei bandi di gara pubblici.
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CRITERI ECOLOGICI
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
SCHEDA 5
LA DICHIARAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTO
Che cos’è
La dichiarazione ambientale di prodotto-DAP (Environmental Product Declaration-EPD), basata sul modello
ISO 14025, è una dichiarazione volontaria sviluppata da un produttore, utilizzando uno strumento tipo LCA
che quantifica gli impatti ambientali dei propri prodotti o servizi durante il ciclo di vita. La DAP, che può essere applicata a qualunque prodotto o servizio, è quindi un mezzo di comunicazione in grado di diffondere
informazioni ambientali rilevanti e di riflettere il continuo miglioramento delle caratteristiche ambientali dei
prodotti. In altre parole, rappresenta un documento di tipo informativo, che presenta gli impatti in una
forma tale da facilitare il confronto tra prodotti attraverso la standardizzazione di alcuni parametri.
Obiettivi
L’obiettivo di una DAP è quello di fornire le basi per un giusto confronto tra i prodotti e i servizi attraverso informazioni attendibili sulle prestazioni ambientali, così da: attivare meccanismi competitivi tra
le aziende che perseguono lo sviluppo sostenibile; indirizzare le scelte della PA in termini di acquisti fornendo l’informazione necessaria ad avviare il Green Public Procurement; indirizzare le scelte della società, per esempio legate alla gestione del fine vita dei prodotti rendendo disponibili le informazioni necessarie a capire l’entità dei problemi apportati da singole categorie di prodotto.
Metodi e applicazioni
Questa tipologia di etichettatura ambientale è ancora allo studio a livello internazionale, non si è infatti raggiunta la pubblicazione di una norma condivisa dalle diverse parti interessate. In genere comunque una DAP contiene le seguenti informazioni:
- Descrizione dell'azienda e del prodotto o servizio oggetto della DAP: in questa sede l'azienda può
comunicare altre eventuali iniziative (oltre la DAP), completate o in corso, in campo ambientale, come
ad esempio l'ottenimento della certificazione ISO 14001 o EMAS;
- Dichiarazione della prestazione ambientale del prodotto o servizio: questo è il "cuore" di una DAP ed
è qui infatti che l'azienda comunica al pubblico, attraverso una serie di parametri ambientali standardizzati, il profilo ambientale del proprio prodotto o servizio; l'oggettività dei risultati presentati in questa parte è garantita dal rispetto delle norme ISO serie 14040 per la metodologia di studio applicata,
ovvero l’LCA;
- Informazioni aggiuntive provenienti dall'azienda: in questa parte l'azienda comunica una serie d’informazioni aggiuntive, come ad esempio indicazioni per un uso ecologicamente corretto del prodotto o per il suo appropriato smaltimento;
- Informazioni provenienti dall'ente di certificazione: l'ente che certifica la DAP, ed in particolare lo studio di LCA che ne è la base, comunica in questa parte informazioni riguardanti l'organismo di certificazione stesso ed il periodo di validità della DAP.
Legami con il GPP
Le PA possono utilizzare le DAP per mettere a confronto gli impatti ambientali di diversi prodotti/servizi ed individuare quindi quelli con gli impatti ambientali minori.
41
ALLEGATO 1 STRUMENTI PER LA POLITICA INTEGRATA DI PRODOTTO
SCHEDA 6
LE CERTIFICAZIONI D’IMPRESA EMAS E ISO14001
Che cos’è
Le certificazioni EMAS e ISO14001 vengono rilasciate alle imprese che adottano, su base volontaria, un
Sistema di Gestione Ambientale (SGA) rispettando standard di gestione ambientale riconosciuti a livello comunitario nel caso del primo, a livello internazionale nel caso del secondo. Il Sistema di Gestione
Ambientale è uno strumento di analisi e controllo delle prestazioni ambientali dell’azienda e si inserisce
nel sistema di gestione complessivo di quest’ultima, acquisendo e coordinando le eventuali procedure
e responsabilità ambientali preesistenti.
Obiettivi
I Sistemi di Gestione Ambientale hanno come obiettivo il controllo e la riduzione degli impatti ambientali delle attività di un’impresa. Con la certificazione le imprese possono utilizzare la qualità ambientale come elemento di competizione, migliorando la propria immagine agli occhi del consumatore.
Metodi e applicazioni
Il Regolamento EMAS, istituito con il Regolamento Comunitario 1836/93, viene adottato su base volontaria dalle imprese ed è dotato di un sistema di controllo che si avvale di soggetti privati indipendenti
(verificatori ambientali accreditati). Le attività che un’impresa deve svolgere per ottenere la certificazione sono:
- analisi preliminare in cui si identificano tutti gli aspetti ambientali significativi legati al processo di produzione, le leggi e i regolamenti ambientali rilevanti;
- adozione della politica ambientale in cui vengono riportati gli obiettivi di miglioramento ambientale
perseguiti dall’impresa;
- programma ambientale in cui vengono dettagliati gli obiettivi e le attività, le misure e gli strumenti
adottati per raggiungerli;
- dichiarazione ambientale che viene redatta dopo l’analisi ambientale e le attività di audit e che rappresenta un mezzo di informazione per il pubblico.
La certificazione ISO14001 è concepita su base privatistica e viene rilasciata da organismi che operano
sulla base di regole e procedure proprie. Per ottenere la certificazione, l’impresa deve svolgere le stesse attività previste nel caso dell’ EMAS con alcune differenze: la conformità al sistema legislativo non
deve essere necessariamente rispettata in tutti i suoi aspetti; l’analisi ambientale non è obbligatoria ma
consigliata; la dichiarazione ambientale al pubblico è facoltativa.
Legami con il GPP
Il possesso della certificazione EMAS o ISO14001 fornisce alla PA la garanzie di ‘buona condotta’
ambientale di un fornitore.
42
CRITERI ECOLOGICI
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
SCHEDA 7
L’EMAS DI TERRITORIO
Che cos’è
EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) è lo schema comunitario di Eco-gestione e Audit a cui possono aderire volontariamente le organizzazioni che svolgono attività aventi impatti ambientali significativi. A seguito delle modifiche apportate nel Marzo 2001 con il Regolamento CE 761/01, rientrano tra tali
organizzazioni anche gli Enti Locali che possono portare a certificazione EMAS il territorio di loro giurisdizione. La possibilità di registrarsi EMAS consente alle Amministrazioni di perseguire gli obiettivi di salvaguardia del territorio e di tutela e miglioramento della qualità ambientale, oltre che con il rispetto della
normativa vigente, anche attraverso l’adozione volontaria di un Sistema di Gestione Ambientale.
Obiettivi
Obiettivo di EMAS è la promozione e l’implementazione di Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) all’interno delle organizzazioni in modo da ottenere: il miglioramento continuo delle prestazioni dell’organizzazione attraverso una gestione delle risorse più efficiente; la crescita di fiducia nel pubblico attraverso la dichiarazione ambientale con cui vengono resi noti gli obiettivi e gli impegni ambientali dell’organizzazione.
Metodi e applicazioni
L’avvio del processo di certificazione secondo le norme del regolamento EMAS è del tutto volontario.
L’introduzione del Sistema di Gestione Ambientale nell’Ente Locale deve passare attraverso le seguenti fasi:
- Analisi Ambientale Iniziale che consiste in un’indagine approfondita sui problemi e sugli impatti
ambientali legati alle attività che l’Ente gestisce sul proprio territorio e a quelle attività su cui l’ente,
attraverso la sua capacità di regolamentazione, ha influenza;
- Politica Ambientale che definisce l’insieme degli obiettivi e dei principi d’azione del Comune in campo
ambientale;
- Programma Ambientale che dettaglia gli obiettivi della Politica Ambientale ed azioni, tempi e risorse
necessari per raggiungerli;
- Sistema di Gestione Ambientale ovvero la parte del sistema di gestione complessivo dell’Ente che comprende struttura organizzativa, responsabilità, procedure, processi e risorse per definire e attuare la
Politica Ambientale;
- Audit che consiste nella valutazione sistematica, periodica, documentata e obiettiva delle prestazioni dell’organizzazione, del sistema di gestione ambientale e dei processi destinati a proteggere l’ambiente;
- Dichiarazione Ambientale rivolta al pubblico.
Legami con il GPP
Il GPP può essere utilizzato come strumento attuativo del Programma Ambientale di un Ente Locale per
il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento ambientale individuati nell’ambito dell’EMAS.
43
ALLEGATO
2 PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
CRITERI ECOLOGICI
)1. STATI UNITI: LE ATTIVITÁ DELL’ENVIRONMENTAL PROTECTION AGENCY (EPA)
L’EPA statunitense ha cominciato ad occuparsi di acquisti “verdi” per le agenzie federali nel 1993 in
risposta all’Executive Order “Acquisti federali, riciclo e prevenzione dei rifiuti” nel quale le veniva assegnato il compito di fornire orientamento alle agenzie pubbliche nella scelta dei prodotti e servizi da
acquistare. L’EPA formulò, allora, l’idea di avviare il programma EPP “Environmentallly Preferable
Purchasing” ufficialmente elaborato nel 1995.
Nel 1998 con un nuovo ordine governativo, finalizzato a rendere le scelte di acquisto delle istituzioni
pubbliche ambientalmente corrette attraverso la prevenzione dei rifiuti, il riciclo, ecc, è stata fatta esplicita richiesta all’EPA di sviluppare delle linee guida per orientare gli acquisti in senso ambientalmente
corretto e di implementare dei progetti pilota e di dimostrazione che potessero servire da esempio alle
amministrazioni pubbliche.
Le linee guida fornite dal programma EPP sono di carattere generale e perciò facilmente applicabili a
più categorie di prodotti e servizi, come dimostrato dalla larga diffusione del GPP in tutti gli uffici pubblici statunitensi.
Nelle linee guida vengono evidenziati cinque principi fondamentali che le pubbliche amministrazioni
dovrebbero applicare quando compiono le loro scelte di acquisto:
- includere le considerazioni ambientali nei consueti processi d’acquisto;
- enfatizzare la prevenzione dell’inquinamento già nei processi d’acquisto;
- esaminare le complesse caratteristiche ambientali attraverso l’analisi del ciclo di vita dei prodotti e dei
servizi;
- confrontare gli impatti ambientali rilevanti di prodotti e servizi simili;
- organizzare e basare le decisioni di acquisto su informazioni accurate ed attendibili sulle performance ambientali.
L’EPA è comunque consapevole del fatto che l’applicabilità di tali principi varia da caso a caso in base
al tipo e alla complessità dei prodotti e dei servizi che devono essere acquistati, alla disponibilità in commercio, al tipo di sistema d’acquisto utilizzato (es. contratti negoziati, offerta segreta, ecc).
Sono stati inoltre definiti i criteri ambientali da considerare per valutare diverse categorie di prodotti. I
criteri ambientali sono divisi in quattro gruppi, per ciascuno dei quali vengono considerati diversi elementi:
- uso delle risorse naturali (impatti sugli ecosistemi, consumo di energia, consumo di acqua, ecc.);
- salute umana e stress ecologici (inquinanti soggetti a bioaccumulo, agenti chimici che riducono lo strato di ozono, inquinanti atmosferici esterni ed indoor, ecc);
- fattori di rischio associati ai materiali (tossicità, cancerogeneità, neurotossicità, ecc.);
- elementi positivi (contenuto di materiale riciclato, potenzialità di disassemblaggio, durabilità, ecc.).
Per quanto riguarda la scelta dei prodotti e dei servizi in base alla valutazione dei differenti impatti che
essi generano, l’EPA suggerisce di considerare 3 caratteristiche fondamentali degli impatti ambientali
per definire una gerarchia:
- tempo di persistenza e scala geografica (l’EPA suggerisce di considerare gli impatti locali dei prodotti
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Manuale GPP - Sezione Generale
comprati ed utilizzati su un determinato territorio);
- differenze tra prodotti in competizione (si devono preferire i prodotti che in generale prevedono un
significativo miglioramento ambientale rispetto agli altri prodotti);
- salute umana (i prodotti che tutelano la salute umana devono essere preferiti come ambientalmente
corretti; a tale scopo si considerano principalmente i seguenti fattori: inquinanti dell’atmosfera, inquinanti pericolosi dell’aria, inquinamento dell’aria indoor, esposizione dei lavoratori ai prodotti chimici,
inquinamento bio-accumulativo).
Per orientare le politiche d’acquisto degli enti pubblici l’EPA ha realizzato anche una vasta base dati di
progetti pilota che riguardano diverse categorie di prodotti: prodotti per pulizie e vernici, costruzioni,
carta per copie e per stampanti, accessori per la stampa, energia elettrica. Sul sito web dell’Agenzia è
inoltre a disposizione uno strumento interattivo di formazione per chi si accinge a realizzare un sistema
di acquisti verdi (General EPP Training Tool).
Un altro settore importante all’interno del programma EPP è quello delle costruzioni: si incentiva ad utilizzare, per la manutenzione dei vecchi edifici e per la costruzione dei nuovi, materiale da costruzione
riciclato, vernici e colori non tossici e rispettosi dell’ambiente; si chiede di rispettare i principi dell’efficienza energetica per migliorare anche il comfort indoor oltre che per rispettare l’ambiente esterno e si
punta anche all’uso di fonti rinnovabili (tetti fotovoltaici, energia eolica, ecc).
L’EPA si è impegnata (dicembre 1997) in questa direzione, per la progettazione di due sue nuove sedi,
considerando in fase di costruzione i seguenti fattori:
- protezione della qualità dell’aria indoor,
- massimizzazione dell’efficienza energetica,
- riduzione del consumo di acqua,
- promozione di forme alternative di trasporto,
- prevenzione dell’inquinamento a partire dai processi di costruzione (accurata selezione dei materiali),
Per facilitare le scelte ambientalmente compatibili nel settore edilizio, l’EPA ha ideato un software (BEES,
Building for Environmentally and Economic Sustainability) che serve ad identificare i prodotti che riducono l’utilizzo dell’energia, migliorano la qualità dell’aria ed altre condizioni che migliorano le prestazioni ambientali degli edifici. Il software è scaricabile gratuitamente dal sito del laboratorio di ricerca
che lo ha realizzato1.
1 http://www.epa.gov/oppt/epp/tools/bees.htm
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ALLEGATO 2 PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
)2. STATI UNITI: SELEZIONE DI PROGETTI PILOTA
1993, Cleaning products pilot project
Il primo progetto pilota dell’EPA, iniziato nel 1993, ha avuto come oggetto di studio i prodotti per le
pulizie ed è stato applicato nello Stato di Filadelfia. Si è partiti dalla realizzazione di studi approfonditi per esaminare la compatibilità ambientale di molti prodotti per le pulizie, considerando diverse
caratteristiche: presenza di sostanze potenzialmente irritanti, tempo di degradazione biologica, fattore di bioconcentrazione, percentuale di composti organici volatili, quantità di materiali di imballaggio, ecc. L’obiettivo dello studio, condotto su 29 prodotti campione, era la creazione di corrette
informazioni per le scelte successive di acquisto. Superate le difficoltà iniziali riguardo il reperimento
di informazioni corrette e complete e la possibilità di svolgere particolari analisi sui prodotti, si è arrivati ad ottenere un catalogo contenente circa un centinaio di prodotti “verdi” per le pulizie, la cui
prima versione è stata pubblicata nel 1996. A seguito di tale pubblicazione diversi produttori hanno
chiesto di essere inseriti nella lista fornendo volontariamente le informazioni riguardo alle caratteristiche dei propri prodotti. La lista è presentata sottoforma di una matrice: ogni singolo prodotto
viene giudicato rispetto a 7 attributi particolarmente significativi dal punto di vista ambientale, ovvero: irritazione della pelle, esposizione della catena alimentare (fattore di bioconcentrazione), inquinamento atmosferico potenziale (% Composti Organici Volatili); contenuto di aromi/profumi; contenuto di tinture/vernici; utilizzo di quantità ridotte di imballaggio o di imballaggio da materiale riciclato; grado di esposizione al concentrato. La matrice serve anche da riferimento per altri prodotti
non ancora inseriti. Il progetto è stato sottoposto alle osservazioni sia dei fornitori che dei produttori: si è ritenuto necessario considerare nuovi elementi, si è semplificato il sistema degli acquisti pubblici “verdi” e la matrice è stata utilizzata nelle specifiche di altri progetti GPP sul territorio USA. Il
primo progetto pilota GPP è servito quindi a dimostrare anche l’efficacia di un’azione integrata fra i
diversi attori coinvolti in questo campo e di un ampio coinvolgimento di tutti gli stakeholders. E’
emersa inoltre la necessità di semplificare le procedure di acquisto affinché gli addetti agli acquisti
nelle pubbliche amministrazioni possano facilmente considerare anche gli aspetti ambientali dei beni
e servizi.
1998, The city of Santa Monica’s Environmental Purchasing
Il servizio che si occupa dei programmi ambientali della città di Santa Monica ha avviato un progetto per introdurre i criteri ambientali nel sistema di approvvigionamento già in uso dall’organizzazione, a partire da: prodotti alternativi per le pulizie, strumenti utilizzati dalla divisione che gestisce il
parco automezzi, gestione integrata dei pesticidi usati in città, prodotti riciclati (carta da ufficio,
materiali per la ristrutturazione delle strade, olio riraffinato per motori, vernici, cartucce per stampanti laser, ecc).
L’implementazione del GPP a Santa Monica prevede il coinvolgimento anche degli utilizzatori finali
ed azioni di formazione e valutazione del personale addetto. Il sistema di approvvigionamento si
deve quindi svolgere attraverso fasi distinte:
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Manuale GPP - Sezione Generale
-
ricerca dei prodotti
progettazione delle specifiche
ottenimento delle informazioni dai venditori
valutazione delle offerte e test dei prodotti
sperimentazione di un programma pilota
formazione degli utilizzatori finali
valutazione dei prodotti e dei processi.
Le modalità di appalto, e quindi i contratti, variano a seconda della quantità di denaro spesa per l’approvvigionamento del volume e della frequenza con la quale l’appalto stesso viene condotto.
L’introduzione dei criteri ambientali nelle procedure di acquisto non richiede tempi maggiori o cambiamenti radicali nelle procedure stesse, cambiano solo le specifiche da considerare. Le decisioni di
approvvigionamento di Santa Monica sono fondate su tre criteri principali: salute ambientale e
umana, performance e costo. Inoltre nel regolamento comunale della città è contenuta una clausola che favorisce l’inserimento di criteri ambientali nelle scelte di approvvigionamento. Infatti, si afferma che bisogna preferire “le offerte più basse e maggiormente responsabili”. Tra i criteri per considerare la “responsabilità” del fornitore vi è la qualità dei materiali e dei servizi offerti nella quale si
può far rientrare a ragione il rispetto per l’ambiente.
Gli acquisti ambientalmente compatibili a Santa Monica vengono condotti come segue:
- la Divisione dei Programmi Ambientali implementa il programma TUR, una serie di politiche finalizzate a ridurre l’uso di sostanze tossiche in città, che regola gli approvvigionamenti di qualsiasi
prodotto contenente sostanze chimiche. La Divisione dei Programmi Ambientali conduce ricerche,
progetta le specifiche, controlla le offerte e stila delle raccomandazioni;
- le altre divisioni, incluse la progettazione, quella dei lavori pubblici e della gestione del parco automezzi, conducono anche loro ricerche, progettano le specifiche, controllano le offerte e stilano
delle raccomandazioni;
- il Consiglio della Città controlla ed approva tutte le offerte per gli appalti oltre i 25.000 $ comprese le offerte per prodotti di pulizia alternativi, supportando approvvigionamenti ambientalmente
responsabili;
- chi si occupa degli acquisti nella Divisione Approvvigionamenti procura i prodotti ai singoli dipartimenti e al magazzino centrale. Se i prodotti contengono sostanze chimiche consulta la Divisione
dei Programmi Ambientali per le raccomandazioni. Tali soggetti sono anche responsabili della politica cittadina per i prodotti contenenti materiale riciclato;
- ciascun dipartimento della città contatta la Divisione Approvvigionamenti per tutti gli acquisti oltre
i 1000 $. Inoltre conducono piccoli acquisti (sotto i 1000$) usando ordini d’acquisto rapidi. Devono
essere informati delle politiche cittadine sui prodotti contenenti materiale riciclato e sostanze chimiche ma agiscono indipendentemente. I singoli dipartimenti ottengono diversi articoli, come i
prodotti per le pulizie e la carta da ufficio riciclata, dal magazzino centrale.
Va sottolineato che la città di Santa Monica si è successivamente impegnata ad estendere le pratiche
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ALLEGATO 2 PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
di acquisto verde ad altre tipologie di prodotti e nel 1999 è stata la prima città statunitense ad acquistare il 100% di elettricità da fonti di energia rinnovabili.
2000, Cleaning National Parks: Using Environmentally Preferable Janitorial Product at
Yellowstone and Grand Teton National Park.
Lo scopo del progetto era quello di far comprare ed utilizzare allo staff che si occupa delle pulizie dei
luoghi pubblici di questi due parchi, prodotti per le pulizie e per l’uso dei servizi (carta igienica, sapone, ecc) più sicuri dal punto di vista ambientale e della salute umana. Si è cercato, inoltre, di ridurre le
tipologie di prodotti acquistati razionalizzando il sistema di approvvigionamento e di coinvolgere i
dipendenti di tutti i livelli, dai manager agli operai, per assicurare il successo dell’iniziativa anche e
soprattutto attraverso azioni di formazione.
Il progetto è cominciato nel settembre 1998 inventariando tutti i prodotti per le pulizie usati nel Parco
di Yellowstone e intervistando gli addetti alle pulizie per scoprire le modalità di utilizzo degli stessi. I
consulenti che hanno operato in questo progetto avevano già una forte esperienza in materia avendo
realizzato anche il progetto pilota della città di Santa Monica. Infatti, la scelta dei prodotti è avvenuta
sulla base delle specifiche tecniche considerate nei bandi di approvvigionamento dei prodotti per le pulizie di Santa Monica.
Subito dopo è cominciata una fase di sperimentazione solo in due distretti del Parco per testare l’utilizzo dei nuovi prodotti per le pulizie e si è realizzata una guida all’acquisto dei nuovi prodotti. Inoltre
è stata predisposta una guida per l’utilizzazione di ogni singolo nuovo prodotto introdotto nel sistema
d’acquisto per assicurarsi il corretto uso, nel rispetto ambientale e della salute umana.
I consulenti hanno seguito fase per fase l’installazione dei nuovi strumenti per i nuovi prodotti (dispenser, diluitori, ecc) e hanno compiuto anche visite periodiche per verificare la correttezza nel proseguimento del programma. Dalla fase di sperimentazione sono emersi risultati positivi e quindi dopo una
consultazione con tutti i soggetti interessati si è convenuto di estendere tutto il progetto all’intero sistema del Parco nazionale.
Visti i risultati positivi (riduzione delle spese, riduzione del numero dei prodotti acquistati, semplificazione del sistema d’acquisto, uso di prodotti più compatibili con l’ambiente, ecc) il progetto è stato realizzato anche nel Parco del Grand Teton.
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Manuale GPP - Sezione Generale
)3. EUROPA: ALCUNE STRATEGIE A LIVELLO NAZIONALE
GERMANIA
L’Associazione Federale per l’Ambiente (BFUB), con il supporto del Ministero dell’Ambiente e dell’Agenzia
per l’Ambiente, ha istituito il sito internet www.beschaffung-info.de rivolto agli addetti agli acquisti sia
pubblici che privati. Il sito contiene un calendario degli eventi, gli aggiornamenti in materia, i consigli da
seguire per passare all’acquisto di prodotti ecologici ed informazioni riguardanti prodotti, servizi e fornitori. Tra i vari servizi offerti vi è il forum “buy and sell” per lo scambio di prodotti usati ed una sezione contenente i riferimenti legislativi applicabili agli approvvigionamenti pubblici. Nella sezione "Firsthand
reports" vengono riportate alcune esperienze significative di GPP, quali ad esempio quella dell’ufficio
Ambientale della città di Heidelberg che ha effettuato una valutazione sistematica dei materiali per l’edilizia ed è passata a prodotti maggiormente compatibili con l’ambiente. La legge federale sui rifiuti richiede esplicitamente che la Pubblica Amministrazione acquisti prodotti ecosostenibili piuttosto che altri. In
più numerose Autorità regionali e municipali hanno emanato delibere che richiedono l’uso di criteri
ambientali nelle procedure di appalto, nel rispetto dei principi di economicità e trasparenza.
ISLANDA
L’atto No. 94/2001 sugli acquisti pubblici indica all’articolo 26 i criteri di aggiudicazione dei contratti:
“I bandi devono includere una descrizione dei criteri per la selezione di un contratto più dettagliata possibile. I criteri non possono riferirsi a fattori oltre a quelli per cui sia dimostrabile la rilevanza rispetto ai
materiali forniti, o a fattori per cui non esista una metodologia di misurazione oggettiva. Se l’ente che
pubblica il bando vuole aggiudicarlo sulla base dell’offerta più vantaggiosa, questo criterio deve essere
specificato e elencato in ordine di importanza, ovunque ciò sia fattibile. I fattori ambientali possono
essere considerati nella valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
NORVEGIA
Il Rapporto No.58 del Ministero dell’Ambiente (1996-97) riporta “il settore pubblico deve essere il primo
a muoversi per orientare i propri sforzi verso una società ecologicamente sostenibile, le azioni intraprese
devono riguardare anche le attività del settore stesso”. In questo modo la Norvegia ha risposto alle raccomandazioni del 1996 dell’OECD che richiedeva agli Stati Membri di introdurre sistematicamente il green
procurement nelle amministrazioni pubbliche. Il Governo ha intrapreso il progetto pilota ‘‘Grønn Stat’
(Greening of Government) che dovrebbe portare alla creazione di metodi ed accorgimenti per ridurre, per
quanto possibile, i consumi di risorse e gli impatti ambientali associati con le operazioni degli uffici pubblici. Il progetto valuterà gli effetti ambientali ed implementerà provvedimenti adeguati in settori quali l’energia, i rifiuti, gli approvvigionamenti, le costruzioni e i trasporti.
L’esperienza del ‘Grønn Stat’ costituirà la base per ulteriori interventi ambientali, da parte di tutte le istituzioni statali che si sono impegnate ad adottare per il 2005 un sistema di gestione ambientale. Il
Ministero dell’Ambiente ha inoltre fondato GRIP, fondazione per la produzione e il consumo sostenibili,
che si occupa di promuovere, in collaborazione con le industrie, una politica ambientale volta all’aumento continuo della sostenibilità dei processi produttivi e dei consumi. Il GRIP svolge le proprie attività secondo 8 programmi: Finanza, Sostanze Chimiche pericolose, Acquisti, Attività Statali, Turismo, Commerci
all’ingrosso, Bioedilizia e Ecodesign.
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ALLEGATO 2 PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
OLANDA
Dal 1990 il Governo Olandese ha pubblicato tre Piani di Politica Ambientale Nazionale nei quali inserisce
gli Acquisti Pubblici come strumento di politica ambientale. Nel Primo Piano del 1990 è stato chiesto alle
amministrazioni pubbliche di attuare un comportamento ambientalmente compatibile utilizzando i Sistemi
di Gestione Ambientale come strumenti per l’implementazione di pratiche d’acquisto “verde”. A livello
legislativo non si è proceduto per implementare questa politica ma sono stati offerti incentivi finanziari. Il
secondo memorandum, sui Prodotti e l’Ambiente pubblicato nel 1996, enfatizzava la responsabilità collettiva dei produttori, dei rivenditori e dei consumatori nel cambiamento verso metodi produttivi e modelli di consumo sostenibili. Per gli acquisti pubblici raccomandava di integrare clausole ambientali nei bandi
e nelle modalità di esecuzione e di obbligare i fornitori a presentare documentazioni sulle prestazioni
ambientali dei propri prodotti. Il terzo memorandum sull’ambiente e sull’economia pubblicato nel 1997,
è incentrato sull’integrazione degli obiettivi ambientali ed economici e riconosce gli acquisti pubblici come
un mezzo importante per realizzarla. A seguito di questa pubblicazione il Governo ha predisposto forti
incentivi, in particolare è stato finanziato il Sustainable Procurement Programme per l’introduzione di pratiche d’acquisto “verde” nella Pubblica Amministrazione.
SVEZIA
Il Consiglio Nordico dei Ministri ha stabilito un approccio comune alla Politica Integrata di Prodotto ed
ha individuato quattro attività principali su cui concentrare gli interventi: il GPP, lo sviluppo di LCA, le
etichettature e i gruppi di studio sui prodotti.
Il codice ambientale svedese autorizza le autorità a richiedere ai fornitori e ai produttori informazioni
sulle prestazioni ambientali di beni e servizi: sfruttando anche questo principio gli approvvigionamenti
pubblici dovrebbero focalizzarsi maggiormente sugli impatti ambientali.
Il Governo Svedese ha incaricato il Comitato per gli Acquisti Sostenibili della promozione attiva del GPP
per il periodo 1998-2001. Il Comitato è composto da rappresentanti del Governo Centrale, degli enti
locali e delle industrie private. Sono state prodotte delle linee guida rivolte alle Pubbliche
Amministrazioni per l’introduzione del GPP, ed altro materiale informativo.
GRAN BRETAGNA
Le iniziative riguardanti l’introduzione di considerazioni ambientali negli approvvigionamenti vengono
intraprese dal Ministero dell’Ambiente ed in particolare nella divisione per lo Sviluppo Sostenibile. Al
fine di favorire il progresso è stato creato un comitato interministeriale “Ministerial Sub-committee
of Green Ministers - ENV(G)”, presieduto dal Ministro dell’Ambiente e composto da 20 Ministri rappresentanti tutti i Dipartimenti Governativi.
È in corso di svolgimento uno studio sulle potenzialità degli approvvigionamenti pubblici nel contribuire a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Inoltre i diversi dipartimenti sono impegnati su
diversi fronti: mantenimento degli impegni per il miglioramento delle prestazioni ambientali degli edifici governativi, utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili, miglioramento della raccolta di dati e
del monitoraggio e pubblicazioni di linee guida agli acquisti verdi, introduzione di criteri ambientali nei
bandi per valutare la provenienza dei tronchi ed i processi produttivi della carta.
L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente per dare supporto ed impeto all’approccio degli acquisti
ecologici nel Rapporto Ambientale Annuale ha fissato alcuni obiettivi per il settore degli acquisti. Nel
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Manuale GPP - Sezione Generale
2001/2002 gli obiettivi ed i risultati sono stati:
- Condurre analisi dei rischi ambientali per tutti i contratti che superano le 10.000 sterline. Sono state
effettuate 750 analisi di rischio.
- Incontrare i 20 fornitori principali per formarli sulla gestione ambientale d’impresa e fissare un piano di
miglioramento delle loro performance ambientali.
- Incrementare la fornitura di energia rinnovabile di 2.4 milioni di kWh. L’obiettivo è stato superato e 3.1
milioni di kWh sono stati acquistati da fonti di energia rinnovabile.
È stata sviluppata una strategia ambientale degli approvvigionamenti con strumenti e tecniche utilizzati
dall’Agenzia per tutti i contratti (beni, servizi, utenze) superiori a £10,000.
Le diverse fasi della strategia ambientale sono:
- Valutazione generica di rischio ambientale, etico e di sostenibilità;
- Valutazione di dettaglio dei rischi ambientali, etici e di sostenibilità: i rischi che vengono identificati come
medio/alti nella fase di valutazione generica vengono sottoposti ad una valutazione di dettaglio;
- Dare una priorità agli interventi attraverso una matrice che considera tre elementi: rischi ambientali, rischi
etici e spesa dell’organizzazione. Secondo questa logica si interviene prima sulle aree per cui sono maggiori sia i rischi che le spese (IT, costruzioni …).
- Analisi dell’ascendente sul fornitore: per assicurarsi che l’approccio della strategia ambientale nei confronti della categoria dei fornitori sia corretto si cerca di valutare come l’agenzia influisce sui fornitori.
Questo per stabilire se l’Agenzia impone l’eccellenza etica/ambientale oppure se la stimola attraverso l’educazione.
- Sviluppo della strategia specifica del contratto: viene prodotta una strategia di contratto che dettaglia le
azioni ambientali ed etiche da intraprendere.
- Valutazione ambientale ed etica del fornitore: attraverso dei questionari e una metodologia a punti viene
valutata la credibilità del fornitore per assicurarsi che stia effettivamente agendo per limitare i propri
impatti ambientali ed etici.
SVIZZERA
Dal 1966 all’interno della Divisione Prodotti del Ministero dell’Ambiente è stato istituito il “Servizio per gli
acquisti ecologici”. Il servizio opera a livello nazionale ed internazionale e lavora per sviluppare le condizioni (leggi, sovvenzioni, aiuti) per favorire gli acquisti pubblici verdi (Strategia del Consiglio Federale
“Sviluppo sostenibile in Svizzera”, 1997).
In particolare, il Servizio svolge le seguenti attività:
- Formazione del personale degli uffici federali addetto agli acquisti;
- Collaborazione e scambio di informazioni con i 2 più grandi enti che si occupano degli acquisti pubblici, al fine di sviluppare ed armonizzare i criteri ecologici per gli acquisti;
- Redazione e distribuzione di materiale informativo sugli acquisti verdi (ad esempio a riguardo delle etichettature ecologiche);
- Supporto agli uffici acquisti in relazione all’introduzione della gestione federale delle risorse e dell’ambiente;
- Analisi delle questioni economiche e finanziarie legate all’approccio del ciclo di vita.
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ALLEGATO 2 PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
)4. EUROPA: ALCUNE ESPERIENZE DI GPP A LIVELLO LOCALE
KOLDING (DANIMARCA)
Il Piano Comunale (1998-2009) contiene l’obbligo di inserire considerazioni ambientali in tutte le attività
del comune, compresi gli acquisti. Il quadro per gli acquisti verdi è stato introdotto ed integrato nelle politiche del comune nel giro di 3 anni. Già nel 1998 i criteri ecologici erano stati inseriti nel 70% dei ‘contratti quadro’ per le forniture di prodotti. Ad oggi è stata raggiunta una quota pari al 100% e si sono
cominciati ad introdurre criteri ecologici anche nell’acquisizione di servizi a partire dalla progettazione di
opere pubbliche.
Oltre all’impegno e al successo del Comune di Kolding nel campo del GPP, di particolare interesse è il
metodo con il quale si tiene conto di requisiti ecologici nell’ambito delle procedure d’acquisto. Alcuni
gruppi di lavoro si occupano del coordinamento degli acquisti di prodotti di una stessa categoria con il
compito di decidere i requisiti che devono avere il prodotto e il fornitore, il loro lavoro è coordinato dal
Servizio Logistico del Comune. Prima di preparare i bandi, una specifica viene inviata al Settore Ambiente
che si occupa dell’inserimento di requisiti e domande ambientali. Le domande formano la base dei questionari che i fornitori devono compilare quando partecipano alle gare pubbliche e rappresentano quindi
il mezzo con cui i criteri ambientali vengono integrati in tutti i bandi di gara. Le domande riguardano i
sistemi di gestione ambientale del fornitore, le caratteristiche dei prodotti, le materie prime utilizzate, gli
imballaggi ed altro e sono formulate in maniera tale che risposte affermative corrispondono a prestazioni
positive in campo ambientale.
Per ogni gruppo di prodotti ci sono delle domande sui requisiti minimi, la cui risposta negativa comporta
l’esclusione del contendente dalla gara fin dall’inizio. Le altre domande forniscono un metro di giudizio e
paragone degli standard ambientali dei prodotti offerti.
I primi prodotti interessati sono stati articoli per la pulizia e materiali per uffici. Dall’ottobre 2001 esistono
requisiti dettagliati per i seguenti gruppi di prodotti:
• cibi (carne e pesce; generi alimentari; te e caffè);
• uffici (buste, moduli, carta per stampanti e fotocopie, altri materiali per ufficio, mobili, lavori grafici, cartucce toner, fotocopiatrici, fax e stampanti);
• prodotti sanitari (cerotti, garze, fascie; prodotti per diabetici; calzature ortopediche; prodotti per l’incontinenza; guanti)
• prodotti per la pulizia (detersivi, pulizia delle scuole, carta igienica)
• contratti di servizio (trasporti con autobus; taxi; controllo ratti)
• articoli tecnici (prodotti tessili: tende, tappeti)
• giocattoli (giochi per asili e dopo-scuola)
• scuole e tempo libero (trucchi, scatole, libri)
• altri gruppi di prodotti (spurgamento delle fosse settiche, funzionamento di un centro anziani; lavaggio
di prodotti tessili; macchine per infermiere domestiche; manutenzione invernale delle strade).
Vengono inoltre svolte le seguenti attività di supporto alla politica di acquisti verdi:
• distribuzione di un opuscolo a tutti gli impiegati in cui sono spiegate le condizioni che ogni acquirente
deve rispettare;
• distribuzione di un opuscolo sulla selezione dei fornitori per illustrare le procedure d’acquisto;
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GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
• una volta all’anno tutti gli impiegati con responsabilità in materia di acquisti sono invitati ad un incontro informativo di mezza giornata in cui vengono discusse le procedure d’acquisto, comprese le questioni ambientali;
• ogni responsabile per gli acquisti ha accesso al servizio Intranet del comune dove può trovare informazioni sugli accordi quadro, i fornitori e i prodotti disponibili.
MALMO
L’amministrazione comunale è formata da 21 Divisioni, ciascuna delle quali è responsabile delle proprie
finanze. Esiste comunque un settore acquisti all’interno della divisione responsabile dei servizi che vengono forniti al comune e ai vari dipartimenti amministrativi. Il settore acquisti si occupa delle negoziazioni
con i fornitori e si accorda con gli stessi sui contratti quadro. I singoli dipartimenti poi acquistano nell’ambito di tali accordi. Il consiglio comunale decide quali prodotti e servizi devono essere acquistati tramite il settore acquisti (che ha un turnover di 30 milioni di euro).
Nel 1995 l’Associazione delle Autorità Locali di Scania ha decretato che tutti gli acquisti pubblici dovevano essere adattati dal punto di vista ambientale e il comune di Malmo ha aderito a tale politica: la politica ambientale adottata dalla città di Malmo nel 1997 prevede l’utilizzo di linee guida per gli acquisti verdi.
Le linee guida per gli acquisti verdi sono descritte in un apposito Manuale prodotto dall’Associazione delle
Autorità Locali della Regione di Vasternorrland e riadattato da quella di Scania.
Nel manuale sono definiti i criteri ambientali da inserire nei bandi di gara per molti prodotti. Prescrizione
del manuale è che un bando di gara contenga due dichiarazioni sui criteri ambientali: la prima riguarda i
criteri ambientali specifici per il prodotto che deve essere acquistato, la seconda si chiama ‘dichiarazione
ambientale generale’ e consiste in un questionario che deve essere compilato da chi partecipa al bando.
Le domande riguardano la gestione ambientale delle ditte fornitrici, ma le informazioni che se ne ricavano non vengono considerate ai fini dell’assegnazione del bando.
Vengono considerati 3 livelli per i criteri ambientali:
1) Il prodotto non deve essere acquistato perchè contiene sostanze proibite o nocive o che hanno impatto negativo sull’ambiente;
2) Il prodotto non dovrebbe essere acquistato perché ha un effetto fortemente negativo sulla salute e sull’ambiente e solo in caso di prove molto serie del contrario è possibile non seguire questa linea;
3) I prodotti che rispettano questi criteri hanno la priorità al momento della valutazione dei bandi.
I criteri cui fa riferimento il livello 3 sono caratteristiche ambientali al di sopra degli standard nazionali.
I prodotti che rispettano criteri di livello 3 (es. nel caso di veicoli: utilizzo di bio-diesel; nel caso di prodotti in plastica che siano riciclabili) ricevono la priorità. Se per qualche ragione al di là di quelle ambientali,
questi prodotti non possono essere acquistati si passa alla valutazione dei criteri di livello 2.
I prodotti di livello 1 non devono in nessun caso essere acquistati.
Il coinvolgimento del settore acquisti nelle vere e proprie procedure d’acquisto varia a seconda della natura del prodotto.
L’assegnazione dei bandi avviene secondo un processo di valutazione multi-criteria. Innanzi tutto si scelgono i criteri da utilizzare (es. prezzo, garanzia, ambiente, …), poi a ciascuno dei criteri viene dato un peso.
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ALLEGATO 2 PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
HELSINKI
L’esperienza del Comune di Helsinki nel campo degli acquisti verdi è di particolare importanza perché ha
creato un ‘precedente favorevole’ dal punto di vista legislativo nell’ambito di applicazione del GPP.
Nel mese di settembre del 1997 il Servizio Trasporti del Comune di Helsinki ha pubblicato un bando di gara
per l’assegnazione della copertura di una linea di autobus. Secondo il bando, la gara sarebbe stata aggiudicata in base all’offerta economicamente più vantaggiosa, da valutare secondo tre categorie di criteri:
costi complessivi del servizio;
qualità dei mezzi di trasporto;
qualità e programma ambientale dell’operatore.
In particolare, la gara prevedeva l’assegnazione di punti extra per l’utilizzo di mezzi che producessero:
- emissioni di rumore esterno inferiori a 77 db (A);
- emissioni di NOx inferiori a 4g/KWh (2,5 punti/autobus) o inferiori a 2g/KWh (3,5 punti/autobus).
Nel 1998, la compagnia arrivata seconda nella gara ha fatto ricorso all’autorità nazionale competente
(Consiglio per la Competizione) ritenendo che i criteri di aggiudicazione utilizzati dall’Amministrazione di
Helsinki, in particolare l’assegnazione di punti per le emissioni ridotte di rumore e di NOx avevano reso il
processo di valutazione discriminatorio. Il Consiglio per la Competizione ha respinto il ricorso dicendo che
tutte le compagnie di autobus potevano dotarsi di mezzi che raggiungessero il livello di emissioni e di
rumore di quelli utilizzati dalla ditta vincitrice della gara. Il caso è in seguito passato alla Corte Suprema
finlandese che ha chiesto il parere della Corte di Giustizia Europea. Quest’ultima nel 2002 si è definitivamente pronunciata in favore del Comune di Helsinki, sentenziando che l’autorità contraente può tenere
conto di criteri ecologici nell’aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa se tali criteri:
si riferiscono all’oggetto del contratto;
non restringono la libertà di scelta dell’autorità contraente;
sono espressamente menzionati nei documenti di gara o nel bando di notifica;
rispettano tutti i principi fondamentali della legge comunitaria, in particolare il
principio di non-discriminazione.
Tenere in considerazione i criteri ambientali non significa andare contro il principio di non-discriminazione solo perché la ditta che si aggiudica il contratto è una delle poche che hanno partecipato alla gara in grado di offrire mezzi di trasporto che soddisfino quei determinati criteri.
Nel dettaglio, la Corte di Giustizia Europea ha fatto presente che l’articolo 36 (1) (a) della Direttiva sui
Servizi 92/50/EU non fornisce un elenco esaustivo dei criteri che possono essere tenuti in considerazione
per valutare quale sia l’offerta economicamente più vantaggiosa, ma ne dà solo degli esempi (qualità,
merito tecnico, caratteristiche estetiche e funzionali, …), pertanto anche i criteri ambientali possono essere presi in considerazione inter alia.
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GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
VIENNA (AUSTRIA)
Il Comune di Vienna ha adottato un programma di Eco-Procurement nel 1999 come parte del programma per la Protezione del Clima.
L’introduzione del GPP nelle politiche d’acquisto dell’Amministrazione viene svolta in maniera sistematica
grazie ad un’organizzazione interna che prevede una Cabina di Regia Centrale, assistita da due
Commissioni. Alla Cabina di Regia fanno capo 18 gruppi di lavoro, di cui fanno parte complessivamente
più di 200 soggetti, tra esperti dei vari dipartimenti dell’Amministrazione ed esperti ambientali esterni (per
lo più provenienti da università o istituti di ricerca). Ciascun gruppo di lavoro si occupa dello sviluppo di
criteri ecologici da inserire nei bandi di gara per determinati prodotti o gruppi di prodotti.
Questa strategia ha portato risultati positivi anche dal punto di vista economico.
La sostituzione di lampadine convenzionali con lampadine a basso consumo energetico nella sede del
Comune di Vienna ha portato ad una riduzione dei costi di circa 110.000 Euro/anno (sono compresi i costi
di manutenzione).
L’installazione di dispositivi per il risparmio idrico negli uffici pubblici, nelle scuole e negli asili ha portato
al risparmio di 1,5 milioni di Euro/anno (compresi i costi di manutenzione).
Negli ospedali pubblici:
- l’inserimento di criteri ambientali nei bandi per l’acquisto di prodotti per la pulizia ha fatto sì che venissero utilizzati il 23% dei prodotti in meno con un taglio dei costi del 10%;
- la sostituzione di detersivi per i piatti in polvere con detersivi liquidi e l’uso di sistemi di dosaggio ha portato ad una riduzione dell’80% dei costi.
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ALLEGATO 2 PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
)5. ITALIA: PIONIERI DEL GPP (1)
AGENZIA NAZIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE (ANPA)
L’ANPA (oggi APAT, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e i Servizi Tecnici) nel 1999 ha messo a
punto il progetto “Preparazione e applicazione sperimentale di strumenti per la diffusione di politiche
di acquisto corrette ed ambientalmente sostenibili da parte degli enti pubblici (Green Public
Procurement)”. Il progetto, che prevedeva inizialmente la realizzazione di alcune esperienze pilota con
il coinvolgimento di altri enti pubblici (Provincia di Torino, Comune di Ferrara, Comune di Firenze,
AGAC-Azienda municipalizzata di Reggio Emilia), non è mai giunto alla fase di implementazione del
GPP ma ha dato comunque un impulso significativo alla diffusione di questo strumento in Italia. In particolare, prodotto dell’iniziativa ANPA è stato, seppure in versione preliminare, il Manuale delle
Caratteristiche dei Prodotti Ambientalmente Preferibili che contiene la descrizione delle problematiche
ambientali relative a 14 prodotti e i relativi suggerimenti per l’acquisto di prodotti con la stessa funzione ma ad impatto ambientale ridotto. Nella tabella che segue (riprodotta dalla Bozza del Manuale) sono
elencati i prodotti analizzati:
SETTORE
Amministrazione e attività generali
SOTTOSETTORE
Arredi e complementi
Macchine per ufficio
Trasporti
Prodotti cartacei
Carburanti
Manutenzione dei mezzi di trasporto
Mezzi di trasporto
Servizi
Dispositivi di protezione individuale
Fornitura acqua
Fornitura gas
Raccolta e trattamento dei rifiuti
solidi urbani
Indumenti a bassa protezione
Indumenti ad alta protezione
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PRODOTTO
Sedia
Tavolo
Stampante
Fotocopiatrice
Computer
Carta per stampante e fotocopiatrice
Gasolio
GPL
Lubrificante
Pneumatico
Auto
Autocarro
--Cassonetto, campana per la raccolta
differenziata
Calzature
--
GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
)6. ITALIA: PIONIERI DEL GPP (2)
IL COMUNE DI FERRARA
Alimenti biologici
Nel 1994 il Comune di Ferrara ha compiuto il primo passo verso quella che è poi diventata, nell’ambito
del processo di Agenda 21 Locale, una vera e propria strategia di GPP con l’implementazione di un progetto pilota sperimentale per l’acquisto di alimenti biologici per le mense scolastiche di due scuole d’infanzia. L’appalto ‘ecologico’ è stato in seguito esteso a tutte le mense scolastiche delle scuole d’infanzia
che sono state rifornite dei seguenti prodotti biologici: pane, pasta, riso, legumi, pomodori pelati, passata di pomodoro, farina e marmellate. Gli appalti a seguire hanno riguardato tutte le scuole ed una gamma
crescente di prodotti, a partire da frutta e verdura fresche per arrivare alla carne da allevamento biologico, inserita nel contratto di fornitura relativo al 2003-04. Alla fine del 2003, i cibi biologici nelle mense di
asili nido, scuole materne e scuole dell’obbligo di Ferrara, sono arrivati a coprire la fornitura di alimenti per
una quota pari all’80% del totale.
Ufficio verde
Nel 1999 il Comune ha imposto prima l’uso della carta fronte-retro e poi quello di carta ecologica, proveniente in parte da boschi certificati in parte da riciclo. A seguire, sono state identificate le caratteristiche
ecologiche delle 100 fotocopiatrici a noleggio: capacità di stampa di qualità su entrambi i lati di carta riciclata al 100%; funzione di economizzatore; possesso di un marchio di certificazione riconosciuto in ambito UE; conformità alle norme relative alla compatibilità elettromagnetica; ogni apparecchiatura deve essere accompagnata da una scheda tecnica di sicurezza relativa alle emissioni di ozono, di polveri, di calore
e il livello di rumore.
Infine, per quanto riguarda l’arredamento, viene data preferenza a mobili usati.
Trasporto scolastico
Nel bando di gara si è attribuito particolare rilievo in termini di punteggio all’età del parco automezzi,
tenendo in considerazione l’evoluzione della normativa segnalata dalla Motorizzazione civile. Questo ha
portato all’utilizzo di un moltiplicatore: si è data così la possibilità alla ditta offerente di proporre solo automezzi immatricolati in data successiva all’1.10.96 e di acquistare detti mezzi entro 5 mesi dall’aggiudicazione.
Prodotti per l’igiene e per la pulizia
Nei bandi di gara per i prodotti di igiene e pulizia si richiede che i prodotti in carta (carta igienica, salviette di carta, asciugamani) siano realizzati con carta da recupero.
Per i prodotti chimici si richiedono il confezionamento in recipienti di materiale completamente riciclabile
e gli imballaggi di materiale riciclato. Viene inoltre assegnato un punteggio superiore alle aziende che
adottano un Sistema di Gestione Ambientale.
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ALLEGATO 2 PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
)7. ITALIA: ALTRE ESPERIENZE IN BREVE
Quelli riportati di seguito sono alcuni esempi di come gli enti pubblici in Italia stanno promuovendo e/o
inserendo il GPP nelle loro procedure d’acquisto. Il quadro non vuole e non può essere esaustivo dato il
susseguirsi continuo di nuove esperienze.
ARPA PIEMONTE
L’ARPA ormai da alcuni anni ha inserito alcuni criteri ambientali nelle gare di appalto. La prima fase è stata
l’inserimento nelle gare di una clausola indicante che, a parità di offerta, sarebbero stati preferiti fornitori certificati EMAS o ISO.
La seconda iniziativa rilevante è stata l’introduzione di criteri ambientali nelle procedure operative interne
per la qualificazione dei fornitori.
Inoltre dal 1999 si cerca di integrare i criteri ambientali nelle gare; in particolare sono stati redatti dei bandi
“verdi” per l’acquisto di attrezzature informatiche, carta per copie, vestiario, arredi, servizi di pulizia e calzature per la protezione personale. La carta ecologica, per copie e per le pubblicazioni, è ancora difficilmente accettata dai dipendenti che la considerano come carta di scarsa qualità; i bandi per i servizi di pulizia e per le protezioni individuali non hanno avuto successo in quanto nessun fornitore ha presentato
offerte rispondenti ai criteri ambientali.
L’ARPA collabora inoltre ad un progetto sul GPP con la Provincia di Torino ed altri Comuni torinesi.
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
Dal gennaio 2003 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, nello specifico la Direzione
Generale Salvaguardia Ambientale, Sezione Certificazione Ambientale, è impegnato nella realizzazione di
un programma per la promozione del GPP a livello nazionale. In particolare, tra le attività svolte sinora si
segnalano: il monitoraggio delle esperienze italiane, europee ed internazionali in materia di GPP;
la realizzazione del CD-Rom GPP Gli Acquisti Verdi della Pubblica Amministrazione-Percorso Guidato
destinato agli Enti Locali italiani; il Protocollo di Intesa con il CONSIP volto ad assistere l’Ente nell’inserimento di requisiti ambientali nei bandi di gara. Il Ministero ha inoltre sottolineato l’importanza del GPP sia
in occasione del tredicesimo incontro dell’Informal European IPP Network che nelle conclusioni in materia
IPP del semestre di Presidenza Italiana del Consiglio Europeo.
PROVINCIA DI BOLOGNA
La Provincia utilizza ormai da tempo e con successo criteri ecologici nelle gare per l’acquisto di prodotti
cartacei (carta da copie, stampa e prodotti per l’igiene). Inoltre, i toner esausti vengono recuperati e consegnati ad una società che li rigenera per poi rivenderli.
PROVINCIA DI MODENA
Recentemente è stata approvata in giunta la delibera sul programma delle attività della Provincia, nel quale
è prevista un’azione per l’introduzione dei criteri ambientali nei bandi. Nel piano operativo di A21L per il
2001 una delle azioni è stata l’acquisto, da parte del servizio economato, di prodotti meno impattanti:
sono stati acquistati carta ecologica e prodotti biologici per le mense.
PROVINCIA DI LECCO
Nel mese di maggio 2003 l’Assessorato Ambiente della Provincia di Lecco ha avviato un progetto di GPP
che coinvolge tutti i comuni della Provincia, che dovrebbe concludersi nel marzo 2004. Il progetto si arti-
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GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
cola in tre fasi:
- fase preliminare di analisi del sistema degli acquisti e delle tematiche ambientali (si tratta in realtà di una
rianalisi di informazioni che erano state già raccolte per l’implementazione di un progetto avviato nel
2001 e poi interrotto);
- fase di sviluppo, monitoraggio e formazione: predisposizione di “bandi di acquisto tipo” e “lettere d’invito” (licitazioni private) integrati con criteri di preferibilità ambientale; presentazione del progetto alla
stampa; organizzazione di un seminario di formazione destinato ai funzionari comunali addetti agli
acquisti e agli amministratori; fornitura di un supporto tecnico-legale ai Comuni interessati a sperimentare “bandi tipo” per gli acquisti verdi, curando il corretto inserimento dei criteri GPP nelle gare d’appalto e verificando che i prodotti offerti rispettino i criteri di preferibilità ambientale indicati nelle specifiche dei bandi;
- fase conclusiva di comunicazione e diffusione: redazione di un manuale di riferimento che contenga le
linee guida per l’adozione dei criteri di eco-sostenibilità all’interno del sistema di acquisto dei beni individuati da parte dell’ANPA; presentazione dei risultati del progetto e degli eventuali sviluppi.
PROVINCIA DI TORINO
Il Comune e la Provincia di Torino, insieme ad altri Enti Locali e con il supporto dell’ARPA hanno realizzato un progetto GPP che ha visto la selezione di alcuni prodotti per i quali sono stati redatti dei criteri
ambientali da formalizzare successivamente in atto politico. Attualmente viene acquistata un’elevata percentuale di carta riciclata e sono state svolte delle gare per l’acquisto di vernici a base d’acqua. È stato
inoltre realizzato un sito dedicato al GPP con lo scopo di diffondere le informazioni ed agevolare i comuni più piccoli nell’introduzione di criteri ambientali nelle procedure d’acquisto.
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ALLEGATO 2 PROGETTI PILOTA ED ESPERIENZE NEL CAMPO DEL GPP
)8. L’ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI CREMONA
Risparmio energetico
A partire dal 1998 la sensibilità ambientale della Provincia di Cremona si traduce in un intervento concreto nella gestione energetica dell’amministrazione con la realizzazione di un appalto per la gestione degli
impianti termici degli edifici di proprietà e competenza della Provincia. Si tratta di un passaggio importante
poiché l’appalto è stato strutturato tenendo in considerazione anche il profilo di sostenibilità della gestione del riscaldamento, cercando di sviluppare una soluzione a ridotto impatto ambientale. L’appalto infatti è stato improntato all’efficienza energetica, in modo funzionale da un lato al risparmio di energia e dall’altro alla riduzione delle emissioni inquinanti.
Nel 2003, sulla base dell’indagine conoscitiva prodotta per il Piano Energetico e Ambientale Provinciale
(PEAP), la Provincia di Cremona ha realizzato un opuscolo informativo destinato alle amministrazioni
comunali del territorio per la gestione dell’illuminazione pubblica e la certificazione energetica degli edifici. La pubblicazione risulta particolarmente interessante perché contiene un capitolato tipo rivolto ai comuni per l’inserimento all’interno degli appalti relativi alla gestione dell’illuminazione di criteri ecologici finalizzati al risparmio energetico, tramite l’impiego di lampade ad alta efficienza energetica, e alla riduzione
dell’inquinamento luminoso. Non mancano infine progetti per l’applicazione di impianti fotovoltaici sugli
edifici di proprietà della Provincia.
Strumentazioni informatiche e materiali da ufficio
Sul fronte delle attrezzature informatiche e della cancelleria per l’ufficio l’amministrazione provinciale ha
improntato la sua politica degli acquisti in prospettiva sostenibile. L’acquisto dei computer infatti è condizionato dalla presenza del marchio ecologico “Energy star”, che assicura l’efficienza energetica della macchina, e si sta implementando l’acquisto di stampanti e le fotocopiatrici con funzione fronte-retro per ridurre il consumo di carta. Per quanto riguarda la carta, si è scelto di acquistare esclusivamente carta riciclata.
Edilizia
Alcune strumentazioni e materiali ambientalmente impattanti sono state sostituite da soluzioni alternative a basso impatto ambientale. Per esempio le centrali termiche a gasolio sono state sostituite con centrali a teleriscaldamento, apparecchi di illuminazione vetusti con lampade a ridotto consumo energetico.
Sono inoltre allo studio progetti per l’utilizzo di fonti di energia alternativa in alcuni istituti scolastici.
Automobili
Il parco auto della Provincia si sta muovendo in direzione sostenibile con l’acquisto di auto ibride (motore misto a benzina ed elettricità).
Trasporti pubblici e strade
Nel settembre del 2002 la Provincia di Cremona ha emesso un bando di gara per il rilascio delle concessioni per lo svolgimento delle linee extraurbane in cui, oltre agli elementi quantitativi, sono state
indicate due condizioni qualitative di carattere ambientale: la riduzione progressiva nell’arco dei sette
anni di contratto dei veicoli omologati Euro 0 ed Euro 1 e conseguente incremento di quelli Euro 2 ed
Euro 3 per ridurre le emissioni nell’aria. Analogamente si richiede la sostituzione progressiva dei veicoli a gasolio con veicoli non convenzionali alimentati a gasolio ecologico o altri carburanti alternativi.
Nella gestione e manutenzione del sistema stradale, l’amministrazione provinciale ha applicato un criterio
di compatibilità ambientale nel progetto per il rifacimento del mantello stradale della circonvallazione di
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GPPnet la rete degli acquisti pubblici verdi
Manuale GPP - Sezione Generale
Crema. Il circuito verrà rifatto riutilizzando lo strato di asfalto e di ghiaia di cui è attualmente costruito, fresati e mescolati insieme a cemento, acqua e bitume schiumato ad alta pressione. Questo composto, ottenuto con materiale di recupero del vecchio mantello stradale, verrà quindi riposato e rullato a costruire la
nuova pavimentazione della circonvallazione cremasca.
All’interno del territorio provinciale il Comune di Crema, uno dei tredici coinvolti nel progetto GPPnet,
ha recentemente appaltato il Servizio di Trasporto Pubblico locale su area urbana mediante gara pubblica
competitiva, di rilevanza comunitaria.
In tale procedura è stata posta particolare attenzione, oltre che all’aspetto puramente economico, anche al
miglioramento degli standard ambientali. Infatti si è sperimentata l’introduzione, nella valutazione dell’aspetto tecnico dell’offerta, di un parametro ambientale che, oltre a premiare il concorrente in possesso della
certificazione ISO 14000, ha incentivato le ditte a prevedere l’utilizzo di un parco mezzi moderno alimentato con carburanti convenzionali a bassa emissione, ovvero carburanti alternativi al gasolio (gas-metano).
Il punteggio riportato per tale parametro si è rivelato determinante ai fini dell’aggiudicazione.
Il Comune di Vescovato invece sta predisponendo un bando per il servizio di preparazione e somministrazione di cibi biologici presso la mensa scolastica.
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Progetto Grafico
Tif&Bit s.n.c.
Stampa
Tipografia Cardoni s.a.s.
Finito di stampare - Roma marzo 2004