Il governo strozza chi lavora: negozi chiusi nei giorni

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Il governo strozza chi lavora: negozi chiusi nei giorni
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Lunedì
27/07/2015
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Direttore Responsabile
Diffusione Testata
Alessandro Sallusti
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Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile
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Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress
H governo strozza chi lavora: negozi chiusi nei
giorni festivi Una legge all'esame del Senato
prevede l'obbligo di abbassare le serrande nei
periodi di maggior incasso. Confimprese «Così
perdite milionario»
LE CRITICITÀ SECONDO CONFIMPRESA n Ritorno a discriminazioni tra settori •i merceologici. La norma si
applicherebbe solo ad alcune categorie quali abbigliamento e accessor! calzature, gioiellerie, articoli casa, telefonie,
profumerie e servizi alla persona • L'applicazione della suddetta izEÌli disciplina anche ai comuni •P turistici Abolire la
liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali 12 chiusure festive con possibilità per il singolo esercente di derogare
a 6 giornate, solo con preventiva indicazione al Comune competente perterritorio Calo del fatturato delle imprese i
Diminuzione del reddito degli addetti i Diminuzione gettito erariale
aggira intorno ai 200 milioni di euro, la
chiusura in quelle giornate porterebbe
unariduzionemediadelfatturatodicirca 8
Le liberalizzazioni di Bersani, affossate milioni di euro ad azienda». Perdonoi
da un'iniziativa parlamentare che nasce consumatori che apprezzano sempre più
dal Pd, adottata dal Movimento cinque
le aperture festive. Confimprese segnala
stelle, rischia di fareperdere al Paese
che nelle catene associate
fatturato e stipendi. Le lenzuolate dell'ex inquellegiornatelepresenzeregistrano
segretario democratico, varate quando
una «progressione in doppia cifra» da
eraministrodeH'Industria,
circa due anni, «senza peraltro
sonomesseadura prova da un disegno di chequesto comporti unaperditadi
legge approvato dalla Camera e ora
venditeinsettimana».
all'esame del Senato, che mina uno dei
Pergliitalianinonsono più un tabù
pilastri del commerciolibero:
nemmeno il 25 aprile e primo maggio.
raperturaneigiornifestivi. Il Ddl
Quest'anno, in questi due giorni, il
1629puntaaristabilirel'
settore abbigliamento e calzature ha
obbligodinonlavorareevuoleimporrein
registrato un aumento del fatturato del
tutto 12 chiusure all'anno, con
10%. Ma perdono anche i lavoratori,
possibilità per il singolo esercente di
visto che festivi vengono pagati circa il
derogare, in casi eccezionali, a sei
30% in più. Ildisegno di
chiusure, da concordare con il Comune. leggeprevedeinoltre che l'obbligo di
Un ritomo al passatoinaccettabileper
chiusura
Confimprese,
valgasoloperalcunisettorimerceologici.
associazionecommerciomodernoarete
Siapplicaadabbigliamento e accessori,
(franchising, grande distribuzione e reti calzature, gioiellerie, articoli casa,
dirette) che ha calcolato quanto rischia
telefonia, profudi perdere il settore. «Da uno studio
realizzato tra gli associati - spiega il
presidente Mario Resca- emerge, infatti, mene e servizi alla persona. Niente feste
obbligate per altri settori «non food»
che alcune giornate festive per cui si
prevedel'obbligo di chiusura(6 Gennaio, comearredo, libri, elettronica di consumo e
«Non si capisce la ratio per cui il
25 Aprile, Lunedì di Pasqua, 1 Maggio, bricolage.
diritto a conciliare tempi di la
2 Giugno, 1 Novembre, 8 Dicembre)
valgonocomplessivamenteil4per cento
voro e di riposo debba valere solo per
del fatturato annuale. Dato che il
fatturato medio annuo di una rete nostra gli addetti di alcuni settori merceologici
nonfoodenonperaltri», commentaResca.
associata per il mercato italiano si
Poco chiaro anche «il motivo per cui si
supponga che durante le giornate
di Antonio
Signorini Roma
Si parla di noi
festive il consumatore desideri
acquistare, per esempio, mobili e non
capi di abbigliamento o calzature». Il
disegno di legge prevede anche un
ritomo indietro sulla liberalizzazione
degli orari di apertura dei negozi nei
comuni turistici, introdotta dal governo
Monti. Il tutto, appunto, creando un calo
nel fatturato per un settore sempre più
importante. Quindi, anche una
diminuzione nel gettito Iva. Motivo per
cui, il Ddl necessiterebbe di una
copertura. Si è espresso contro il disegni
di legge anche l'Antitrust. Il presidente
GiovanniPitruzzellainun'audizioneha
osservato «siponein contrasto
conlanormativa comunitaria», sto, si
sono espressi a favore di una maggiore
regolamentazioneConfcommercioeConf
esercenti. Hanno chiesto «una
regolamentazioneminima»peraiutare«
ilmodello distributivo italiano, fatto di
piccole, medie e grandi imprese,
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priavocazione turistica e commerciale».
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