Pellicce: video-shock in allevamenti italiani di visoni
Transcript
Pellicce: video-shock in allevamenti italiani di visoni
Pellicce: video-shock in allevamenti italiani di visoni 19/02/2013 Comunicato stampa LAV Onlus Viale Regina Margherita 177 00198 Roma Tel +39 064461325 Fax +39 064461326 Email Sito [email protected] www.lav.it La LAV è riconosciuta Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale ed Ente Morale [di S. Pavesi*] Già due anni fa la LAV ha denunciato, con immagini raccapriccianti, le strazianti condizioni di detenzione degli animali allevati per il mercato della pellicceria, in particolare visoni e volpi, nel Nord Europa. Animali con gravi patologie (ulcere e infezioni oculari e gengivali), disturbi comportamentali e automutilazioni (code amputate, ferite purulente dovute a morsicature o tagli causati dalle reti metalliche in cui sono rinchiusi, arti fratturati e distorti), animali vivi confinati nella stessa gabbia con animali morti. Oggi, i video diffusi da Nemesi Animale e essereAnimali confermano una condizione drammatica anche per i visoni allevati in Italia che, tra maggio e dicembre, nascono e vengono uccisi a migliaia per diventare pellicce. Ancora una volta siamo costretti a vedere immagini di animali sofferenti e sfruttati per puri interessi commerciali. Eppure le condizioni di allevamento di oggi non sono differenti da quando già nel 2001 la Commissione UE, tramite un apposito Comitato Scientifico, definiva gli allevamenti di animali “da pelliccia” come “gravemente lesivi del benessere animale” (The welfare of animals kept for fur production). Sono trascorsi molti anni da allora, ma nessuna nuova regolamentazione è mai stata approntata a livello comunitario o dai singoli Paesi per migliorare le condizioni di vita di questi animali. Fortunatamente però, sempre più Paesi stanno vietando, anche su basi etiche, la pratica dell’allevamento di animali per la principale finalità di produrre pellicce. L’ultima in ordine di tempo è stata l’Olanda, oggi terzo produttore mondiale di pelli di visone, che lo scorso 18 dicembre ha approvato il bando definitivo di questa attività e per tutte le specie animali (entrerà in vigore dal 2024). Già dal 2000, la Gran Bretagna ha bandito gli allevamenti in quanto ritenuti crudeli, l’Austria dal 2004, la Danimarca dal 2009 e limitatamente alle volpi, con bando vigente a partire dal 2024, l’Irlanda del Nord e la Scozia dal 2003, Croazia dal 2007, con bando vigente a partire dal 2017, e la Bosnia dal 2009, con bando vigente a partire dal 2018. Svizzera, Svezia e Bulgaria hanno adottato forti restrizioni a tale attività, finalizzate a migliorare gli standard abitativi degli animali da pelliccia, così come già avvenuto in Germania dal 2011 con l’entrata in vigore di nuovi standard strutturali e gestionali che comportano sostanziali modifiche degli allevamenti di visoni da complementare entro il 2016 (come la disponibilità di vasche d’acqua di 3mq e della libertà di accesso a più ampi bacini d’acqua). E l’Italia? La legge ottenuta dalla LAV che avrebbe consentito la totale dismissione, di fatto, degli allevamenti di visoni (D.Lgs.146/2001) è stata più Comunicato stampa volte modificata, in peggio, prima di diventare vigente e così ancora oggi i visoni italiani continuano a rimanere rinchiusi in minuscole gabbia (35X70cm). La LAV ha approntato una nuova proposta di legge per mettere definitivamente al bando l’allevamento di animali “da pelliccia”. Già presentata sia al Senato (Se. Amati –PD-) che alla Camera (On. Brambilla) nella Legislatura uscente, la faremo ripresentare nel prossimo Parlamento, forti del consenso di decine di migliaia di cittadini che hanno firmato (e continuano a farlo) l’apposita petizione LAV, così come sempre più persone stanno sottoscrivendo il documento programmatico per la tutela dei diritti degli animali http://www.iovotoconilcuore.it/ E ancora per rivendicare i diritti degli animali, i prossimi weekend del 16, 17 e 23, 24 Marzo la LAV sarà in centinaia di piazze italiane per chiedere subito atti concreti ai neo-insediati in Parlamento e Governo. Mai più animali allevati e uccisi per farne pellicce: una pratica immorale e destinata al fallimento come conferma l'elevata percentuale (83%) di italiani che disapprova queste sofferenze secondo Eurispes. * Simone Pavesi, Responsabile Campagne Pellicce LAV LAV Onlus Viale Regina Margherita 177 00198 Roma Tel +39 064461325 Fax +39 064461326 Email Sito [email protected] www.lav.it La LAV è riconosciuta Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale ed Ente Morale