La tv dei cristiani oppressi piace pure in Iran
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La tv dei cristiani oppressi piace pure in Iran
Il Giornale 07/10/2012 Page : 13 Copy Reduced to 67% from original to fit letter page ESTERI 13 Martedì 10 luglio 2012 il Giornale IL CASO Boom per il network che parla alla minoranza religiosa perseguitata in Medio Oriente La tv dei cristiani oppressi piace pure in Iran Sat-7 trasmette in 22 Paesi islamici, con picchi di audience da dieci milioni. «Vista anche da chi diffida del cristianesimo» Fausto Biloslavo Una televisione cristiana per il MedioOrienteeilNordAfrica,che tengaviva una minoranza sempre sottotiroeattraggapuretelespettatori musulmani. È questa la «missione»di Sat-7,unaretesatellitare fondata nel 1995, che da un paio d’annisièrivitalizzatacon7milioni di telespettatori abituali. Ilquartiergeneralesitrovaa Nicosia, sull’isola di Cipro e nel corso del tempo il network si è allargato a cinque canali che trasmettono in 22paesimusulmani.Il più importante è Sat-7 Arabic, che ha avuto punte di audiencedi10milioni. Il canale dedicato ai bambini, che fra Medio Oriente e Nord Africa sono 100 milioni, sta riscuotendo un grande successo. Sat-7 trasmette anche in farsi, la lingua parlata dagliiraniani.Nella patria degli ayatollah la minoranza cristiana è stimata oltre le 200mila persone. La tv satellitare manda in onda programmi pure in Turchia per quattro ore al giorno. «I cristiani rappresentano oggi circa il quattro per cento della popolazione mediorientale-spiegaKurtJohansen il direttore dell’ufficio europeodiSat-7-.Ilrestodegliabitanti conosceassaipocoifedelielaloro religione.Espessoilcristianesimo è associato all’Occidente, di cui in genere gli arabi non si fidano molto». IcristianiinMedioOrientesono calati in un secolo dal 20 al 5 per cento.Oggisistimachesianoancorafrai10ei12milioni,mal’avanzata dell’Islamduro e puro,oltreagli attentati mirati, fanno temere che i cristiani si assottiglieranno a soli 6 milioni nel 2020. L’obiettivodella tv via satellite è raggiungere non solo il pubblico della minoranza che crede in Gesù,mapureimusulmani.«Uncompito arduo in una regione vasta e a maggioranza islamica, dove vivono più di 200 milioni di persone e dovegiàtrasmettonooltre300televisioni.Finoraperòilnostroimpegno sta dando i suoi frutti», spiega il direttore della costola europea che ha la sua base in Danimarca. Il palinsesto comprende talkshowneiqualisitrattanoitemidellavitaquotidianaeargomentireligiosi. Il cavallo di battaglia è rappresentato da film e documentari ispiratiaepisodibiblici.Soprattutto perché in Medio Oriente il filonestorico-religiosoèmoltoseguito. Nel 2007 è stato creato il canale peribambini,chehaavutosuccesso con programmi ad hoc che ricongiungonofamiglieorispondono alle domande in diretta dei più piccoli e aiutano i casi disperati. L’80% del palinsesto viene prodottoinMedioOrienteelatv stain piedi grazie alle chiese cristiane neiPaesidovetrasmette,acominciare dall’Egitto, patria dei copti, dove ha un’audience di 2-3 milio- ni di persone. Ogni anno vengono raccolti 12 milioni di dollari in donazioniedall’ItaliaSat-7vieneappoggiata dalla storica organizzazione cristiana «Aiuto alla chiesa che soffre». «Nonaffrontiamomaitemidicarattere politico, né ci occupiamo delle questioni interne al mondo arabo - sottolinea Johansen -. E quando dobbiamo trattare argo- I numeri 12 milioni Sono i cristiani presenti in Medio Oriente, una percentuale calata dal 20% al 5% a causa di attentati e persecuzioni 300 Sonoletelevisionichetrasmettono nella regione a maggioranza islamica, dove vivono più di 200 milioni di abitanti 7 milioni Sono i telespettatori abituali di Sat-7, che da 2 anni ha visto salire gli ascolti, specie per il canale dedicato ai bimbi 12 milioni Le donazioni raccolte ogni anno da Sat-7, appoggiata in Italia dall’organizzazione «Aiuto alla chiesa che soffre» ATTACCATI ALLO SCHERMO Non solo adulti, ma anche tanti bimbi seguono i 5 canali della rete satellitare fondata nel ’95 e il cui quartier generale si trova a Cipro menti controversi, come il ruolo della donna, siamo sempre molto attenti a non urtare la sensibilità dello spettatore». Molticristiani,dallaSirianelbagno di sangue della guerra civile, all’Irak che sta cercando la stabilità si aggrappano alla tv di Gesù. «Pertantotempoconmiomaritoe lanostrafamiglianonsiamoandati in chiesa per mancanza di sicu- SPETTATORI IRACHENI «Per noi è la chiesa dove non possiamo andare per motivi di sicurezza» rezza - ha scritto Mona un’irachena di 24 anni - Sat-7 era diventata lanostrachiesachecidavaconforto nei momenti difficili». Il fondatore della tv, Terence Ascott,precisa:«Nonattacchiamo l’islam e presentiamo la fede cristiana in una maniera positiva». L’obiettivononèconvertiregliislamici, ma semplicemente creare un’ambiente che sia meno ostile nei confronti dei cristiani. «Neanche questo ci garantisce assoluta sicurezza» osserva il direttore per l’Europa di Sat-7. Nonostante le buone intenzioni e una parte di spettatori anche musulmana «per molti una tv cristiana rimane una spina nel fianco. Specie se vista da milioni di persone». www.faustobiloslavo.eu il commento OBAMA AIUTA L’EGITTO TRADITORE di Fiamma Nirenstein C’era una volta un Grande Paese la cui influenza, la cui capacità di mediazione, la cui generosità, anche se tuttavia motivata da motivi di interesse generale e particolare, ne facevano un punto di riferimento mondiale, e specialmente in Medio Oriente. L’ultimo impero, nel bene e nel male. Alcuni lo ritenevano un giudice parziale, ma era pur sempre un giudice cui portare ogni controversia e ogni bisogno. Inutile dire che questo grande Paese era gli Stati Uniti. Oggi l’impero non c’è più. È stato smantellato da tre anni e mezzo di governo di Barack Obama. Gli Usa in Medio Oriente non hanno più un amico, neppure interrato come Mubarak o Ben Alì. E, ironia della sorte, questo accade da quando Obama ha instaurato la sua politica di encomio e omaggio all’islam. Le notizie del giorno confermano il danno e la beffa. Il danno: Mohammed Morsi, nuovo presidente islamico dell’Egitto, ha riesumato (scusate il vanto, come avevamo previsto mentre molti lo descrivevano come un moderato) il Parlamento eletto col 75 per cento di islamisti fra i suoi Fratelli Musulmani e salafiti. Sotto la spinta del Consiglio Supremo Militare l’Alta Corte Costituzionale l’aveva sciolto per incostituzionalità. Una mossa politica appena velata; e lo è anche quella di Morsi che ne reclama la costituzionalità. Ma la Corte ha subito dichiarato che la sua giurisdizione in materia costituzionale è inappellabile. Da qui, uno scatenamento di dichiarazioni, un clima da guerra civile, scontri davanti all’Assemblea del Popolo, minacce di impedire l’ingresso dei parlamentari alla seduta di oggi. L’Egitto siede sull’orlo del solito vulcano. Qui viene la beffa: l’amministrazione Il pugno di ferro di Putin I colloqui tra Siria e Onu per la fine delle violenze Copyright © 10/07/2012 Il Giornale July 16, 2012 11:30 am / Powered by TECNAVIA Alluvione in Russia, cacciati due sindaci Il governatore del Territorio di Kra- Obama mette il naso invitando Morsi ad andare a trovarlo, segno di grande legittimazione, nei giorni dell’assemblea dell’Onu a settembre. Intanto la Clinton invoca in suo aiuto tutti i criteri democratici, proprio quelli di cui Morsi, pur sostenuto dal popolo, farà a meno non appena potrà inverare l’ideologia islamista istituendo la sharia. Non sarà un regime favorevole agli Usa, anzi, sarà suo nemico, ma Obama ha mandato al Cairo il vice segretario di Stato William Burns, e sabato Hillary Clinton sarà in Egitto. Il presidente americano ha avuto per tutto il tempo delle rivoluzioni arabe un irrefrenabile desiderio di piacere e di trovare un appeasement col mondo arabo che lo ha spinto a sostenere le rivolte senza obiezioni, senza richieste, senza garanzie, anche quando hanno cominciato a perseguitare le donne, i cristiani, gli omosessuali, i nemici politici, Israele. Adesso marcia verso il sostegno a un regime che ben presto sfodererà, abbandonando le cautele tipiche della Fratellanza Musulmana (nessuno la vide in piazza Tahrir nel gennaio del 2011, fin quando decise di prendere il potere e buttò fuori i blogger e si dichiarò in tutto il suo razzismo contro le donne, maledisse gli Usa e Israele) un atteggiamento antioccidentale accompagnato da leggi shariatiche. Gli Usa hanno avuto in Medio Oriente una condotta che ne ha cancellato ogni influenza. Al vecchio sostegno ai dittatori dell’Egitto, l’Arabia Saudita, la Libia, la Giordania, la Tunisia, lo Yemen, l’Autonomia Palestinese, la parte moderata del Libano... non si è sostituito altro che un senile annuire. Se si guarda ai regimi che avanzano, lasciando aperta qualche doverosa speranza libica, che sta facendo Obama? Nutre chi gli morderà la mano. Iran, Siria, Palestina... tutti questi teatri gli sono divenuti ingestibili. Morsi, si dice, ha già accettato un invito in Iran, e ora è venuto quello di Obama, il presidente americano specializzato nell’aprire la porta ai nemici dell'America. Quale gli piace di più? gestite le conseguenze. Questo, mentre Intesa Annan-Assad: «Convincerà i ribelli» Primi spiragli positivi nella trattativa lenze.SelaterzamissionediAnnaninSi-