Dal vangelo secondo Marco 16, 15-20 Leggi il

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Dal vangelo secondo Marco 16, 15-20 Leggi il
Leggi il vangelo nel testo e nel fumetto;
colora e rifletti
17 maggio 2015, Ascensione, anno B
disegni tratti da: www.churchforum.org
Dal vangelo secondo Marco 16, 15-20
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma
chi non crederà sarà condannato. Questi
saranno i segni che accompagneranno quelli
che credono: nel mio nome scacceranno
demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno
in mano serpenti e, se berranno qualche veleno,
non recherà loro danno; imporranno le mani ai
malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu
elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto,
mentre il Signore agiva insieme con loro e
confermava la Parola con i segni che la
accompagnavano.
Cosa dice il Vangelo?
Certo che il tempo vola! Siamo già arrivati alla festa dell’Ascensione di Gesù: questo significa che domenica prossima sarà
Pentecoste e si concluderà il tempo di Pasqua. Questa domenica il Vangelo ci descrive un momento molto importante per noi
cristiani: il mandato di Gesù ai suoi discepoli. Prima si salire al cielo da Dio Padre, il Maestro manda gli apostoli e con loro
ognuno di noi, ad “andare in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo”. Wow! Questo è un vero e proprio mandato missionario!
Ma state ben attenti: non è che chi non porte per tutto il mondo non è missionario… no no! Anche perché voi ragazzi siete
ancora piccoli per questo. E allora? Cosa significa questo? Che i missionari sono solo le persone adulte? Missionario è solo chi
parte per continenti diversi da quello in cui vive? No, nulla di tutto questo. L’invito di Gesù a raccontare a tutti la buona novella,
il vangelo, è rivolto a tutti piccoli e grandi; è rivolto a tutti coloro che hanno sperimentato l’amore di Dio, che lo hanno
conosciuto, che credono in Lui. Le persone bisognose di questa bellissima notizia, cioè che Dio ci ama ed è li che aspetta il
nostro permesso per renderci felici, sono ovunque, non solo in Africa, ma anche nella nostra famiglia, nella nostra scuola,
perfino in parrocchia. Sono tutte quelle persone che non hanno fiducia che la vita può essere bella, piena, felice. Sono le
tantissime persone malate nel cuore (e non solo) che possiamo incontrare anche tutti i giorni. Sono le persone sole, che non
credono che qualcuno possa amarle. Gesù nella sua vita sulla terra ha convertito tanti cuori, ha sanato tanti ammalati, ha
salvato le anime di tante persone che invece si erano fatte abbindolare dal male. Ecco quindi che, adesso che sta per lasciare
la terra per ritornare accanto al Padre, avendo compassione e amore per tutti gli uomini, chiede ai suoi amici, compresi noi, di
aiutarlo ad amare tutti.
Non spaventiamoci davanti questo invito: prima di tutto, non siamo soli perché Lui è sempre vicino a noi. Noi siamo solo degli
strumenti, perché sarà Lui a convertire i cuori; però è importante che noi facciamo la nostra parte. Vi faccio un esempio,
immaginiamo di essere bottiglie di plastica e che Dio sia l’acqua: come possiamo dissetare qualcuno che ha sete? Noi senza
Dio non possiamo riuscire perché siamo contenitori vuoti, ma anche Dio ha bisogno di noi per arrivare a chi ha sete. E’ un
esempio semplice, ma in realtà è questo che accade. A volte ci scoraggiamo pensando che è complicato annunciare il
vangelo, in realtà è molto più semplice di quello che pensiamo, perché è con la nostra stessa vita che lo testimoniamo. Non
dobbiamo stare li a fare grandi discorsi sul perdono, ma basta che qualcuno ci veda perdonare e fare pace con chi abbiamo
litigato e questo parlerà da solo.
Coraggio allora! C’è davvero tanto bisogno di portare amore in tutto il mondo!
Cosa dice a me? (scrivi e condividi)
Cosa posso fare?
Pregate e fate vostre le parole di questa preghiera
Preghiera semplice
Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace:
Dove c’è odio io porti l’amore.
Dove c’è offesa io porti il perdono.
Dove c’è discordia io, porti l’unione.
Dove c’è errore io, porti la verità.
Dove c’è dubbio io porti la fede.
Dove c’è disperazione io porti la speranza.
Dove ci sono le tenebre io porti la tua luce.
Dove c’è tristezza io porti la gioia.
O Divino Maestro, che io non cerchi tanto di essere consolato quanto di consolare,
Di essere compreso quanto di comprendere, Di essere amato quanto di amare.
Infatti: dando si riceve. Dimenticandosi si trova comprensione. Perdonando si è perdonati.
Morendo si risuscita alla vita eterna.