Omaggio a Sotigui Kouyaté Teatro Rosetum, domenica 27 marzo
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Omaggio a Sotigui Kouyaté Teatro Rosetum, domenica 27 marzo
Omaggio a Sotigui Kouyaté Teatro Rosetum, domenica 27 marzo, ore 18.00 Al grande attore africano Sotigui Kouyaté, scomparso nel 2010, il Festival dedica un omaggio a testimonianza di un sodalizio esistito fin dalle prime edizioni (chi non ricorda La voix du griot con l’intera famiglia Kouyaté al San Lorenzo nel ’92?). Questa fertile relazione è continuata negli anni con la presentazione dei film di cui è protagonista, tra cui Keita, l’héritage du griot e Sia, le rêve du python con la regia del figlio Dani Kouyaté e Little Senegal (2001) di Rachid Bouchareb, premiato come Miglior Lungometraggio e con la partecipazione come Presidente della Giuria Lungometraggi nel 2006. E ancora nel 2009, la commovente diretta telefonica con il pubblico di San Fedele prima della proiezione di London River per l’apertura del Festival: non potendo venire di persona, Sotigui “benedice” l’edizione del 2009 augurandosi di poter partecipare alla successiva… Proprio per testimoniare la sua “presenza viva” in questa edizione 2011 è stata concepita una serata omaggio che comprendesse molteplici risvolti della vita e dell’attività di Sotigui Kouyaté: il cinema, la parola e il teatro, la musica. In qualità di “uomo della Parola”, Sotigui Kouyaté è portatore di un messaggio universale che non si limita ai confini del continente africano. Dell’Africa egli è un “vento” che semina e diffonde nel mondo intero una cultura profonda, tradizioni antiche e un’umanità illimitata. Cinema, teatro e parola non sono per Sotigui fini a se stessi bensì la via per esprimere questo “vento” - quella a lui più affine per “comunicare l’incomunicabile” - mentre la musica, che egli ama tanto (oltre che compositore è anche direttore artistico del balletto nazionale del Burkina Faso) è lo strumento che predilige per far rivivere nell’istante presente emozioni, storia e tradizioni secolari. La serata si apre con la proiezione del cortometraggio Errance di Nouri Bouzid (2009), una delle ultime apparizioni cinematografiche di Sotigui, in cui l’anziano griot ormai prossimo al “ritorno alla terra” dialoga con i bambini tunisini e trasmette loro una saggezza che per vivere deve necessariamente incarnarsi nel corpo e nelle intelligenze di chi è ancora giovane. Intervengono poi ospiti con ricordi personali, tra cui spicca la partecipazione di Esther Marty Kouyaté, attrice, regista teatrale e moglie di Sotigui che, accompagnata dalla kora di Moussa Sanou, ci trasporta nel mondo del racconto africano. L’omaggio culmina con un concerto di musica tradizionale dell’Africa Occidentale. I sei giovani musicisti invitati, di grande levatura artistica, sono personalmente legati a Sotigui e la loro partecipazione è quindi particolarmente “sentita”. Seydou Dao (djembé), Daouda Diabaté (djembé), Moussa Sanou (kora e voce) e Baba Diarra (tamburi bassi) sono di Bobo Dioulasso, “capitale” culturale e musicale del Burkina Faso. Provengono dallo stesso background di Sotigui (nato in Mali ma burkinabé di adozione) e si formano alla scuola dei grandi musicisti Baba Kouyaté (fratello di Sotigui) e Kassoum Diarra, nell’antica corte Djeliya - la casa dei griot, della parola e della musica della famiglia Kouyaté. Nabi Camara (balafon) proviene invece dalla Guinea mentre Badara Seck (voce solista) è del Senegal. La provenienza da diversi paesi del “grande albero africano” non impedisce loro di intendersi e dialogare perfettamente servendosi di un linguaggio musicale tradizionale dalle radici antiche che li unisce e va ben oltre i rigidi confini nazionali imposti dal colonialismo europeo. Oggi, residenti in diverse città italiane, sono costantemente impegnati con i loro concerti a diffondere e trasmettere il patrimonio musicale e culturale dell’Africa, solo di recente conosciuto anche in Europa. Cercando anche una “contaminazione” con altre culture musicali: discorso che vale in particolare per il cantante Badara Seck che può vantare molteplici collaborazioni a progetti musicali e festival di levatura internazionale. Nell’ambito dell’incontro tra culture diverse, alla ricerca di una complementarietà umana e artistica operano le tre associazioni che in collaborazione con il Teatro Rosetum e il Festival promuovono la serata: Le Ultime Carovane, Siraba Italia e A ke lei naa Dojo. (Giovanni Frova)