Campo de`fiori
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2 Campo de’ fiori SOMMARIO Editoriale: Buon Compleanno Campo de’ fiori...........3 Roma che se n’è andata: Il carnevale nella Roma dei Papi............32 I girasoli ...........................................26 Le storie di Max: Little Tony ...........................................34 Cinema News: Non è un paese per vecchi....................50 Il mondo del Jazz: Il Jazz di New Orleans.........................38 Le guide di Campo de’ fiori: Magliano Sabina....................................6 Il fumetto: Monster Collection...............................29 Noel ............................................39-40 Arte: Albarosa Lisi.........................................8 Uomini e spiritualità - oroscopo ....37 Ecologia e ambiente: Quante persone soffrono di allergie alimentari o ombientali?..........................53 Rubrica medica: Le vene varicose.................................55 Neuropsichiatria, Psicologia, Logopedia, Psicopedagogia: Il disturbo ossessivo compulsivo...........25 Una “Fabrica” di ricordi: Il maniscalco .....................................18 Pollice verde ...................................35 Civitonici illustri: Fernando Piergentili.............................12 Come eravamo: La panchina della vita..........................10 Messaggi ...........................42-43-44-45 Album dei ricordi ..................46-48-58 Annunci Gratutiti .......................60-61 Offerte immobiliari .........................62 3 Campo de’ fiori di Sandro Anselmi 5 Buon Compleanno Campo de’ fiori anni di fila, uno dietro l’altro, 5 anni di soddisfazioni e di successi, senza un attimo di esitazione! Era l’aprile del 2003 quando, per dar retta ad una vecchia passione, decidevo di intraprendere questo viaggio meraviglioso e mi avventuravo, allora, nel mondo fantastico dell’informazione per esplorare un universo immenso ed affascinante che avrebbe cambiato, non poco, la mia vita. Tutte le cose che hanno riguardato questa esperienza vissuta e viva, mi hanno preso totalmente e profondamente che, solo a ricordarle, provo un’emozione fortissima. Trovare il nome della rivista, dare i titoli agli articoli ed alle rubriche, leggere e rileggere i primi (ne conservo ancora le bozze), passare lunghe nottate ad escogitare strategie editoriali, cercare e formare i primi collaboratori, perdersi nei meandri della burocrazia, rinunciare alle proposte politiche e di parte…… Quanta responsabilità! Cari amici, se mi volgo indietro a guardare la strada percorsa, non mi sembra vero, ma è grazie a voi lettori, sponsor, collaboratori tutti (e vorrei nominarvi ad uno ad uno), che oggi posso volgermi indietro e fissare, stupito, questo tempo trascorso, per rivedere, come in un film, tanti e tanti episodi della vita del giornale, vissuti intensamente e con la sana forza dello spirito di gruppo. Vorrei abbracciare tutti per ricambiarvi della felicità che mi avete regalato, ma vi mando un grazie grande grande, che vi giunge dal più profondo del mio cuore! Un grazie particolare va a tutti i personaggi dello spettacolo che sono stati presenti sulle pagine di Campo de’ fiori, con le loro interviste esclusive, come pure ai pittori, agli scultori, ai poeti ed ancora alle innumerevoli associazioni di volontariato che ci hanno scelto per comunicare i loro progetti e le loro notizie. Un ringraziamento ancora a tutte le famiglie che hanno deciso di collezionare e rilegare tutti i numeri di Campo de’ fiori, dando così la possibilità di lasciare questa testimonianza alle generazioni che verranno. Il mio augurio è quello di poter continuare, per tanto tempo ancora, lungo questo meraviglioso cammino. La redazione si unisce ai ringraziamenti del direttore, facendo solenne promessa che l’impegno profuso sarà sempre totale e senza riserve. Grazie da tutti noi! 6 Campo de’ fiori a n i b a S o n a i l g a M Abbandoniamo il viterbese per spostarci nella sabina, in provincia di Rieti, in un paese al confine tra Lazio ed Umbria. Magliano Sabina sorge su di un colle, a 220 metri sul livello del di Ermelinda mare, da cui si può Benedetti ammirare l’intera foto M. Topini valle del Tevere, fino al Monte Soratte e ai colli Cimini, le colline umbre e i monti Sabini e Tiburtini. Con quasi 4000 abitanti, distribuiti su una superficie di 44 km quadrati, è facilmente raggiungibile grazie all’autostrada del Sole A1, uscita Magliano Sabina, o attraverso la Flaminia, da Roma e da Terni, oppure con la Superstrada Viterbo-Orte da Viterbo, o, ancora, in treno, servendosi della linea metropolitana Orte-Fiumicino. STORIA Il nome di Magliano deriva da un “praedium Manlianum” o “fundus Manlianus” dell’età romana, appartenente alla “gens Manlia”, citato in una carta farfense dell’VIII secolo. L’invasione dei barbari causa un forte rallentamento dei commerci, ampliamenti sviluppati grazie al fiume Tevere, e un conseguente indebolimento del territorio. Anche l’età longobarda e carolingia non si rivela prospera per la terra di Magliano, che torna a fiorire solo intorno all’anno 1000, quando diventa un “castellum”, cioè cinge di mura le proprie case e costruisce la propria Santa Maria delle Grazie Le guide di fortezza, nella quale sostano, nel 1155, anche l’Imperatore Federico Barbarossa e il Pontefice Adriano IV. Con la ripresa dei commerci viene riattivato il porto sul Tevere. L’età dei comuni è, anche per Magliano, un periodo fiorente, in cui la cittadina si dà uno statuto, elegge consoli e tratta alla pari con altri centri vicini, come il potente comune di Narni. Nel tardo Medioevo è sotto il dominio degli Orsini e, per la sua importanza strategica, attira l’attenzione del Comune di Roma. Nel 1311 viene assalito da Ludovico di Savoia, senatore di Roma e fiduciario, in Italia, dell’Imperatore Enrico VII di Lussemburgo. Dopo un breve periodo di resistenza e assedio, i notabili maglianesi fanno atto di sottomissione, giurando fedeltà al Comune di Roma, e si impegnano ad inviare annualmente un palio di dieci fiorini, quattro giostratori e due monili d’argento dorato ai giochi romani di Agone e di Testaccio. Magliano ne diventa, così, vassallo, impegnandosi a rispettare gli statuti e ricevendone la protezione. Durante il Rinascimento, diventa centro popoloso e ricco. Viene, poi, espugnato da Muzio Attendolo Sforza, al quale viene sottratto, poco dopo, da Braccio da Montone, che, nel 1430, lo restituisce alla Santa Sede. Nel 1464 ospita Papa Pio II Piccolomini, che eleva la chiesa principale a Collegiata, mentre, successivamente, nel 1495, Papa Alessandro VI Borgia, gli riconosce il titolo di Città e vi trasferisce, da Vescovio, la sede della Cattedrale e della Diocesi di Sabina. Nei primi del ‘600 ha inizio la sua decadenza, e Papa Sisto V decide di costruire Ponte Felice, in mezzo alla pianura, per far passare, poi, le acque del Tevere sotto il ponte stesso. Eliminato successivamente il porto fluviale, i guadagni derivanti dal pedaggio vengono meno e si diffondono numerose epidemie, a causa dei continui straripamenti del Tevere. Il periodo di crisi di “Magliansabino” dura fino alla prima metà del XIX secolo, quando entra a far parte del Regno d’Italia e viene innalzato a sede di Governo distrettuale. Nell’autunno del 1870 accoglie il Quartiere Generale del Corpo di Spedizione Italiano, diretto alla Conquista di Roma. Da questo momento in poi, viene dato un forte impulso alle attività economiche, vengono eseguite bonifiche e si impiantano nuovi frutteti e vigneti. Si insedia un’importante officina meccanica (Pulifici), che produce macchine agricole, e riprende il commercio, soprattutto verso Roma e Rieti, favorito da nuove vie di comunicazione. Nel 1927 passa dalla Cattedrale di San Liberatore Provincia dell’Umbria alla Provincia di Rieti. ITINERARIO TURISTICO L’occupazione Medievale ha, senz’altro, dato al borgo le caratteristiche che ancora conserva. Passeggiando per le vie del centro storico, infatti, si possono ammirare nobili palazzi cinquecenteschi, dall’architettura lineare e severa, tra i quali meritano di essere visitati il Palazzo Vescovile e il Palazzo Gori, sede del Museo Civico, dove si conservano, reperti archeologici risalenti al Paleolitico, cimeli romani, una statua in terracotta della Vergine col Bambino, un frammento vascolare con iscrizione in lingua sabina arcaica. Numerosi e prestigiosi sono anche gli edifici religiosi. La chiesa Cattedrale, dedi- San Pietro 7 Campo de’ fiori Campo de’ fiori Orologio comunale cata a San Liberatore, venne consacrata nel 1498. Il disegno della facciata viene attribuito al Vignola. All’interno si divide in tre navate e conserva una tempera su tavola di un pittore viterbese del ‘400, appartenente alla scuola di Antonio da Viterbo, che rappresenta il Salvatore benedicente; una tavola, dipinta nel 1521, da Rinaldo Iacobetti da Calvi, seguace di Giovanni Spagna, che raffigura l’Incoronazione della Vergine; “L’Annunciazione” e “La nascita e la morte del figlio del gentiluomo maglianese Uliano”, nella predella; una statua cinquecentesca della Vergine col Putto. L’abside è decorata con dipinti murali settecenteschi. Nella sacrestia si trovano, inoltre, una croce professionale, in rame sbalzato, quattrocentesca, di scuola abruzzese, un arazzo ed un baldacchino della Cina del ‘600. La chiesa fu rinnovata nel 1734, per volontà del Cardinale Albani, che incaricò Filippo Barigioni. Il restauro delle figure dell’abside fu affidato, nel 1737, al pittore Domenico Piastrini. Altra chiesa di grande Palazzo Comunale interesse monumentale, è la chiesa di San Pietro, risalente al XII secolo, con semplice ed elegante facciata in stile romanico, adorna di un partito architettonico ad arcatelle cieche, su colonnine a sbalzo, e da un finestrone semicircolare sovrastante il portale. Severo e armonioso l’interno a tre navate, con la centrale più alta e slanciata rispetto alle due laterali, separate da dieci colonne, con fusti e capitelli corinti, in parte di riuso e in parte originali. Degna di segnalazione è, inoltre, l’ottocentesca chiesa del Santuario di Santa Maria delle Grazie, presso Porta Romana, l’unica che mostra ancora il gonfalone della città. L’edificio sorge sui ruderi di una rocca medievale. In essa si mantiene l’immagine quattrocentesca della Madonna della Misericordia, coperta da una sontuosa veste seicentesca di argento cesellato, di scuola umbro-marchigiana, forse donata alla sua città natale da Mariano Falconi, generale della Serenissima. Dal transetto si accede alla sottostante Cripta protoromanica, con colonne leggermente sfalzate, che dividono l’ingresso dall’abside, ricca di affreschi votivi quattrocenteschi (alcuni dei quali attribuiti a Giovanni di Giovanello di Narni). Tra i visitatori della cripta Alfonso D’Aragona Re di Napoli, che nel 1447 graffì di suo pugno la propria firma, vicino al volto affrescato di Sant’Antonio. Da non dimenticare, la chiesa di Santa Maria di Uliano, risalente al XIII secolo, che sorge nei pressi di un ruscello, le cui acque sono ritenute, sin dall’antichità, altamente medicamentose. Nei dintorni di Magliano, meritano di essere visitati la zona archeologica e la necropoli di Foglia, graziosa frazione di Magliano Sabina, con la chiesa dell’Assunta, nella quale è possibile ammirare affreschi del 1605. TRADIZIONI E FESTE Festa di Sant’Antonio Abate Festeggiamenti in onore del Santo protettore degli armenti, con la tradizionale benedizione degli animali domestici. Carnevale maglianese Sfilata di carri allegorici e mascherate, per le vie del paese. Festa di San Liberatore Festeggiamenti in onore del Patrono di Magliano Sabina, il 15 Maggio, con solenne processione e intrattenimenti musicali e ludici. Festa di San Pietro I festeggiamenti religiosi per il santo, sono affiancati dalla sagra degli strozzapreti, particolare tipo di pasta lunga, nata dal semplice incontro di acqua e farina. Festa di Santa Serena Festeggiamenti in onore della Santa, nella frazione di Foglia. Festa della Madonna degli Angeli Festeggiamenti in nome di Maria Santissima, in località Angeli. Festa di Santa Rosa Festeggiamenti in onore della Santa, in località Berardelli. Festa della Madonna di Uliano Festeggiamenti presso il Santuario mariano della zona di Uliano, dove la leggenda narra che durante una festa in casa, un bambino morì soffocato dai soprabiti degli invitati. Il padre del piccolo tagliò le mani e i seni alla moglie, adirato con lei per aver trascurato il figlio. La donna, disperata, si recò a pregare ai piedi di una fonte, dove le apparve la Madonna, che, facendola immergere, riportò in vita il bambino e le riede i seni e le mani. Le acque della fonte miracolosa iniziano a ribollire non appena vi si avvicina qualcuno, nonostante la sua temperatura rimanga bassa. Palazzo Orsolini Cencelli Festa del vino novello Festeggiamenti per il nuovo vino, nel mese di ottobre. SAPORI TIPICI La gastronomia, che trae le sue origini dal mondo rurale, è quella tipica sabina, a cui si affiancano degli ottimi vini di produzione locale, gli unici a potersi fregiare della certificazione D.O.C. in tutta la Provincia di Rieti e si possono gustare delle buonissime ciambelle con anice salate. Campo de’ fiori 8 Corot e Civita Castellana foto M. Topini Sabato 15 marzo, presso la sala conferenze della curia vescovile di Civita Castellana, ha avuto luogo la Conferenza dal titolo “Corot e Civita Castellana”, dedicata al famoso pittore francese e organizzata dal Turing club italiano, di cui l’avv. Alessandro Fortuna è rappresentante territoriale, con il patrocinio del Comune e dell’Università della Tuscia di Viterbo. Dopo il saluto del Vescovo Divo Zadi e del Sindaco Giampieri, a prendere la parola è stato il Professor Enrico Parlato dell’università della Tuscia, che ha messo in evidenza come il soggiorno in Italia, durato dal 1826 al 1828, del pittore d’oltralpe servì a fargli acquisire quello stile particolare che lo ha caratterizzato e gli ha permesso di essere annoverato tra i più grandi pittori dell’‘800. Il relatore ha mostrato disegni e dipinti di vedute di Civita Castellana, realizzati da Corot durante la sua permanenza nella cittadina viterbese, sosta obbligata nel suo grand tour per raggiungere la capitale. Alla interessantissima conferenza ha fatto seguito un breve intrattenimento musicale, nel quale il Maestro Enrico Mazzoni, introdotto dal Maestro Fabio Galadini, si è esibito al pianoforte, seguito dal coro polifonico Santa Maria Maggiore, diretto dal maestro Laura Ammanato. L’evento, che ha riscosso grande successo, si è concluso in via Garibaldi, dove è stata scoperta la targa dedicata all’artista, che riporta per metà un’iscrizione e per l’altra un ritratto di Corot, realizzato da un suo compagno di viaggio, racchiusa in una cornice di travertino, creata da Fausto Mancini, con la collaborazione di Ulisse Frezza. Poco più in là, in Piazza Duomo, si trova la targa di un altro grande personaggio: Mozart, scoperta anch’essa di recente. Alcuni dipinti del pittore francese, tra i quali anche scorci di vedute e paesaggi civitonici, sono esposti al Louvre e al museo di Ginevra. Ermelinda Benedetti Un momento della conferenza Il Maestro Enrico Mazzoni al pianoforte Il Sindaco Giampieri scopre la targa dedicata all’artista Il coro polifonico Santa Maria Maggiore 9 Campo de’ fiori E continuavano a chiamarci patronesse... E continuavano a chiamarci patronesse … ‘Se proprio devo iscrivermi a ‘sta Croce Rossa vado coi Volontari del soccorso: quelle sì che so’ moderne. Guidano l’ambulanza, salvano le vite umane proprio come ER e Grey’s Anatomy. Fare la Patronessa è una cosa che va bene per le signore di una certa età …’ Queste parole pronunciate con non chalance dalla mia nipotina diciottenne mi lasciano perplessa e mi spingono a riflettere: ma è così che ci vedono, noi della sezione femminile? Un incrocio tra le dame di San Vincenzo e le attiviste dell’Esercito della Salvezza? Organizzazioni di tutto rispetto, per carità, ma lontanissime da quello che siamo o che cerchiamo di intraprendere. Penso alla nostra lista di iscritte: medici, insegnanti, imprenditrici e operaie, mamme e nonne motivate e grintose che con una mano spingono il passeggino o il carrello della spesa e con l’altra, telefonino all’orecchio, organizzano, prendono accordi, risolvono con leggerezza problemi piccoli e grandi. Certamente non ‘signore’ annoiate che cercano nel volontariato qualche stimolo in più… e allora ecco, in due parole, ma che sgorgano dal cuore e dall’esperienza di vita vissuta, quello che la Sezione Femminile della CRI incarna: il buon senso e la praticità, tutta femminile, della madre di famiglia, una parola sempre a disposizione, per rincuorare o per spronare chi ci si rivolge con problemi di ogni tipo, e la disponibilità a darsi, ad ‘inventare’ soluzioni su misura, trovando le risorse anche quando i ‘fondi’ scarseggiano. Tra le nostre attività, portate avanti – ci tengo a sottolinearlo- da volontarie che ritagliano il tempo necessario dagli impegni di lavoro, casa e famiglia : il ‘Pronto-Farmaco’, lo sportello di ascolto, l’ambulatorio (assieme e di supporto alle Infermiere Volontarie), l’assistenza e l’accompagnamento di anziani, bambini e mamme con problemi di salute e solitudine (anche su segnalazione dei Servizi Sociali) il sostegno economico alle famiglie in difficoltà e, per finanziare tutto questo, una densa attività di reperimento fondi, per essere autonome e non pesare sul bilancio del Comitato Locale. Quindi corsi di cucina, che sono al tempo stesso un sistema per raccogliere soldi ed anche un momento di incontro e divertimento, vendite o aste di beneficenza (abiti, oggetti, dipinti) e ‘ dulcis in fundo’ le nostre feste (danzanti e non) organizzate un paio di volte l’anno con la collaborazione ed il sostegno di tutte le socie e grazie alla disponibilità di chi ci ospita in strutture sempre all’altezza dell’occasione. La prossima si svolgerà l’8 Giugno presso la ‘Tenuta Tor San Lorenzo’: sarà un festoso pranzo di primavera, un’occasione per stare insieme, con le famiglie, gli amici e quanti vorranno condividere questo momento. Al tempo stesso un modo per contribuire fattivamente ad un’opera di assistenza che, se può sembrare una goccia nel mare, è in realtà un grande messaggio di speranza e di amore sia per chi quest’aiuto lo riceve che per chi lo da. Ci aspettiamo quindi, come di consueto, una grande partecipazione: chi volesse prenotare il proprio biglietto può rivolgersi alla sede CRI (0761 549495) nei giorni lunedì e giovedì (9:00-11:00) e martedì (8:00-10:30). Marialuisa Ercolini (Consigliere Provinciale) CRI Civita Castellana-Comitato Femminile 10 Campo de’ fiori Come eravamo La panchina della vita “Questo ce l’ha con squadra. me, perché non L’avrei capito molto tempo più tardi. gioco ?”. Davanti alle difficili “marcature” della vita, E’ duro sedere in a quei “dribbling” che non sono mai riuscipanchina, specialto a fare, pur consapevole che mi avrebmente quando credi bero spalancato “porte” ben più grandi di di esserti meritato il quelle piantate sui campi di calcio. posto in squadra, Ma la figura del cosiddetto “panchinaro” è allenandoti per tutta importante, e la poesia pubblicata a fiandi la settimana con co, fa rivivere sensazioni e emozioni, che, Alessandro Soli serietà e impegno. son sicuro, ognuno di noi ha provato, pur E’ un po’ come nella non giocando a pallone, ma sedendo su vita, quando ti accorgi che le cose non quella panchina così grande che si chiama vanno come vorresti, quando vedi e giudi“vita”, dove il destino è il tuo allenatore e chi il tuo capoufficio o il tuo datore di lavola fede e la speranza sono i tuoi “massagro, così come fai con il tuo allenatore. giatori”. Ti senti ignorato, perché vorresti dimostrare quanto vali, e, a volte, non consifoto M. Topini deri l’importanza del lavoro di squadra, tutto rivolto verso l’unica meta possibile: la vittoria, sul campo, come nella vita. Parto da questa riflessione per continuare il racconto meraviglioso, che attraverso vecchi ricordi, ci fa riscoprire il pianeta calcio. Stai in panchina per tanti motivi: per scelta tecnicotattica, per guai fisici, per motivi disciplinari e comportamentali, ma non devi mai mollare, perché il tuo star lì, a volte, è più importante che lo scendere in campo, e magari sbagliare. Quante volte ci sono stato anch’io “in panchina”, criticando e giudicando chi aveva fatto quelle scelte La panchina del Flaminia Calcio Civita Castellana per il mio bene e per la ER PANCHINARO Quello che te frulla ‘n testa solo te lo sai, te che t’alleni sempre, ma non giochi mai! Stai lì seduto, masticanno gomma e preganno chissacchì, perché pe’ entrà te, quarcuno deve escì! “Ariscallete” te fa l’allenatore, quasi nun ce credi, guardi in tribbuna, te batte forte er core| Te spoji, cori, scatti, pari un pollo scemo, sei contento e penzi ”Aò ce semo”! E’ tutto pronto, ar mister jai dato già la mano, poi er nove segna co’ un tiro da lontano, “Stamo a perde”, te fa l’allenatore, “Serve ‘na punta, e te sei un marcatore” T’arivesti, te sbrachi in panchina, aricominci a masticà, te viè da piagne, te ne vòi annà! Poi ecco er pareggio e subbito er vantaggio, t’aringalluzzisci, aripiji coraggio! Mancheno pochi minuti, nun ce speri più, er mister te fa un cenno “io?” “Sì proprio tu”. Entri de corsa, arivi vicino a la palla, allunghi er piede, riesci a toccàlla. Lotti, aricorri, ai rotto quasi er fiato, ma l’arbitro fischia la fine, su un tiro deviato. Abbracci, baci, sò tutti sporchi e sudati, poi arivi tu, coi carzoncini, bianchi e immacolati! Forza panchinaro, hai vinto la partita, penza a domani che non è finita. Ma aricordete sempre de ‘na cosa Ai da èsse orgojoso, perché fai parte de la ROSA! Alessandro Soli Campo de’ fiori Roma - Viterbo - Civita Castellana Vallerano - Porto D’Ascoli - Teramo www.lisi-bartolomei.com 11 12 Campo de’ fiori CIVITONICI ILLUSTRI IL CAPO D’ARTE FERNANDO PIERGENTILI di Enea Cisbani Fernando Piergentili, importante ceramista civitonico, nasce a Civita Castellana il 21 Luglio 1908. Nell’anno scolastico 1919/1920 si iscrive alla “Regia Scuola Professionale per la Ceramica” che in quegli anni si era trasferita dagli angusti e malsani locali del Palazzo Andosilla in via Ferretti, nei nuovi spazi dell’ex Chiesa di San Giorgio che, per volere dell’Avvocato Ulderico Midossi, era stata trasformata e ampliata nelle strutture architettoniche per ospitare i corsi di ceramica artistica. Nel 1920/’21, appena diplomato, viene assunto quale ceramista d’arte dalla “F.A.C.I.” di Adolfo Brunelli in via Ferretti, Manifattura Ceramica Civitonica e fucina di autentici talenti, dove lavorarono artisti e ceramisti del calibro di Sante Ciani, Olindo Percossi, Alfio De Angelis e Alfredo Crestoni, che hanno reso la “F.A.C.I.” rinomata e conosciuta a livello regionale e nazionale. Fernando Piergentili, dalle testimonianze raccolte, era sì un esperto ceramista, ma soprattutto un abile torniante in una fase storica dove i torni per la foggiatura dei vasi a sezione circolare erano in legno, venivano manovrati dalla forza delle gambe e richiedevano abilità e destrezza nel variare la velocità della ruota in relazione alla forma e complessità del vaso. Queste sue innate doti artigianali e creative emergono da una foto degli anni ’30, conservata dagli eredi, scattata in occasione della grande esposizione ceramica tenuta nel 1938 nei locali del Forte Sangallo dove il Maestro Piergentili, attorniato da una vasto pubblico, tra lo stupore degli astanti, realizza al tornio un vaso 1938 - Civita Castellana, Forte Sangallo - Fernando Piergentili al tornio di pregevole fattura. Nel 1944, nuali e richiedevano forza e abilità. proprio per questa sua innata abilità, viene Non soltanto docente, ma anche chiamato quale Capo d’Arte presso ceramista: il sodalizio con la “F.A.C.I.” non l’Istituto d’Arte, formando con altri abili venne mai meno e continuò fino alla cesMaestri come Alfio De Angelis e Olindo sazione delle attività e, di quegli anni, Percossi, una compagine di assoluto livello rimangono oggi rare testimonianze di un che dagli anni ’40 fino agli inizi degli anni periodo di intenso fervore creativo. ’70 dirigerà i laboratori ceramici, in una Il Capo d’Arte Fernando Piergentili, è l’ultiassoluta continuità didattica ed educativa. mo e celebrato esponente di una figura Sono anni dominati dalla celebre figura del artigianale, quella del torniante, ormai Preside Alfredo Crestoni che con la sua praticamente scomparsa a Civita direzione, modifica l’immagine e la forCastellana e sostituita da forme più modmazione educativa dell’Istituto d’Arte. erne ed avanzate di foggiatura ceramica. Nel laboratorio ceramico lavorano Piergentili, De Da dx il Prof. Nello Nelli, Fernando Piergentili, il Preside Alfredo Crestoni Angelis e Percossi, ceramisti , ma Oggi i torni per la foggiatura dei vasi sono soprattutto artisti, del tipo elettrico, sono dotati del variatore vengono rinnovate di velocità e permettono una notevole le attrezzature velocità di esecuzione. tecniche e il vecUna tipica figura della ceramica civitonica chio forno a muformai lontana nel tempo e di cui oggi fola sostituito da rimangono rarissime testimonianze. quello elettrico. Fernando Piergentili è stato, dunque, un Piergentili è stato, valente educatore e un abile artigiano il dunque, il maestro cui ricordo è ancora vivo in tutti gli stutorniante di tante denti che hanno frequentato la scuola generazioni di stunegli anni ‘50/’60. Scompare prematurante denti in una fase nel 1966, mentre è ancora in servizio. storica dove i torni erano ancora ma- 14 Campo de’ fiori Civita Castellana e Attilio Stotani di Enea Cisbani Attilio Stotani, nasce a Mazzano Romano, in provincia di Roma, il 5 Giugno 1958. Nel 1965, si trasferisce con la propria famiglia a Civita Castellana. Nel 1971 si iscrive alla scuola media annessa all’Istituto d’Arte. Nel 1974 si iscrive all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di via Antonio Gramsci, dove nell’anno scolastico 1976/1977 consegue il diploma di maestro d’arte per la ceramica. Gli anni ’70 rappresentano per l’istituto civitonico un periodo di intenso fervore creativo e progettuale con docenti di assoluto valore come Plinio Zenoni (italiano), Dino Brizzi (disegno professionale), Luciano Caregnato (disegno dal vero), Beniamino Tofanacchio (formatura e foggiatura ceramica), Carlo Bernardi (progettazione ceramica), Michele Zarrilli (formatura), Remo Crestoni (disegno geometrico) e Don Giacomo Pulcini (di storia dell’arte). La scuola, inoltre, è dominata dalla figura del preside Sergio Lera, (1973-1986), che potenzia ulteriormente la sezione ceramica con nuove attrezzature tecniche e attivando nel contempo la sezione di “Tecnologia Ceramica”, indirizzata allo studio degli aspetti prettamente tecnologici della ceramica. Al preside Lera spetta il merito di una intensa attività didattica e progettuale, volta a perfezionare i locali scolastici e le attrezzature tecniche in uso nella scuola e in particolare nei laboratori. Tra gli eventi didattici di quegli anni si ricorda in particolare la mostra didattica organizzata nel 1978 nei locali del Forte Sangallo, che riscosse un grande successo di pubblico e critica. Nell’anno scolastico 1978/1979, Attilio Stotani consegue il diploma di maturità d’arte applicata della ceramica. La classe 5^B di Stotani si può definire una classe di “talenti”: Tonino Conti, affermato pittore, oggi residente in Spagna e Vincenzo Dobboloni, “Mastro Cencio”, celebre ceramista civitonico titolare di una affermata bottega d’arte, sono alcuni allievi usciti dalla scuola negli anni ‘70. Nel 1980, Stotani si iscrive alla facoltà di architettura di Roma. In quegli anni partecipa alle intense attività culturali del “Gruppo Universitario Cattolico” fondato nel 1975 dal professore Giacomo Pulcini. Nel 1987 entra come impiegato negli uffici comunali, attualmente addetto all’ufficio protocollo, ma non dimentica l’arte e la passione per la ceramica, continuando lo studio delle tecniche pittoriche in particolare ad olio e acrilici, sperimentandole su nuovi e inediti supporti. Nel 2007 tiene la sua prima esposizione nei locali attigui alla Chiesa di San Lorenzo di via Bonanni, dove presenta quadri ad olio raffiguranti nature morte e paesaggi dagli intensi e pastosi colori modellati con fervore e dinamismo e una serie di raffigurazioni dipinte su tegole antiche. Il successo della mostra di via Bonanni viene poi replicato presso i locali del “Castellaccio” in via Terranno dove le raffigurazioni su tegole svolgono il ruolo di protagonista principale. La pittura di Stotani è intensa, corposa e pervasa da una intima energia, raggiunge il suo culmine nella rappresentazione dei paesaggi, dove emerge chiaramente la corretta rappresentazione prospettica nella padronanza e ricerca degli effetti di proporzionalità e profondità, unite ad un corretto uso della tecnica della pittura ad olio, maturata e perfezionata negli anni di scuola. Le rappresentazioni su tegole antiche sono praticamente un inedito dell’artista civitonico: un supporto povero e modesto nobilitato da raffigurazioni di nature morte e paesaggi dipinte con gli acrilici che richiedono una notevole rapidità e maestria nell’esecuzione tecnica. 18 Campo de’ fiori Una “Fabrica” di ricordi Personaggi, storie e immagini di Fabrica di Roma Il maniscalco Verso la primavera, in previsione di tanti lavori da fare nella buona stagione, i contadini incominciavano a preparare gli attrezzi, come fare il filo alle zappe, alle vanghe, ai di falcetti ed alle falci “fieSandro Anselmi nare” , alla “cumera” della “pertikara”, e, cosa più importante, mettevano “a punto” i mezzi di locomozione e di lavoro che avevano: l’asino o la mucca e i relativi carretti. A questi ultimi veniva data una mano di minio rosso, verificata l’efficienza della “martinicchia”, dato l’olio agli assi delle ruote e controllati i “razzi” e la tenuta del cerchio di ferro che fasciava tutto e faceva da battistrada. Non bisognava certo passare la revisione allora, e non c’erano ne assicurazioni ne bolli da pagare … Questa manutenzione il contadino la effettuava quasi sempre da se ad eccezione dell’eventuale necessità dell’intervento del “ferraro” o “fagocchio” per sistemare qualche parte del carro più compromessa. L’unica cosa che doveva necessariamente essere effettuata da mani esperte, era la cura dell’animale, ed allora bisognava prendere appuntamento dal maniscalco, che avrebbe provveduto al da farsi. Questo personaggio era di importanza capitale in un’epoca in cui l’economia agricola si imperniava quasi esclusivamente sul lavoro di questi docili animali domestici. L’asino o la mucca trainavano il carro che trasportava le persone, gli attrezzi, il rac- colto agricolo, ed era allora frequente vedere arrancare su per le salite di San Rocco o della Variana, queste povere bestie che, anche se avevano tirato tutto il giorno la “pertikara”, dovevano portare a casa un immenso carico di legna. Se era poi una mucca, alla sera si sarebbe preteso pure che avesse dato del buon latte! Alle raccolte avrebbero trainato carichi di fieno, di grano, di patate, di nocciole, di uva … Il maniscalco, dal momento che doveva fare il “tagliando”, controllava e verificava l’efficienza del “mezzo” e, così, incominciava con il legare l’animale, mettergli le moraglie, e dopo avergli scacciato le mosche, gli alzava la zampa e, tenendola ferma, gli toglieva, con le tenaglie, i vecchi chiodi che fissavano il ferro storto e consumato. A questo punto tagliava le unghie con robuste tronchesi e le modellava consumandole con la raspa. Un vecchio maniscalco di Fabrica di Roma Allora indossava il “sinale” di cuoio che andava delle ginocchia al petto per e sapeva curare i malanni più frequenti. coprirsi dalle faville che altrimenti gli Praticava, quando necessario, un salasso, avrebbero sforacchiato i calzoni e la camirompeva la palatina, dava un’occhiata alle cia di fustagno. Scaldava il nuovo ferro piaghe… tanto che i contadini quando sulla fucina, poi lo estraeva con le lunghe ritornavano a casa con il “loro animale”, si tenaglie e cominciava a battere dure e sentivano tranquillizzati e sicuri di poter decise martellate sull’incudine per forgiaraffrontare tutto il gran da fare. lo a seconda della misura. A Fabrica i maniscalchi storici, a memoria Lo posizionava poi sullo zoccolo e lo fissadelle persone più anziane del paese sono va con profondi chiodi. stati Giulio Pierantonelli (detto o ferraro), Il maniscalco fungeva anche da veterinario Angelino Marcelli (detto Frastoppino). 20 Campo de’ fiori Si chiamava e si richiamerà PALIO DI PRIMAVERA Si chiamava e si richiamerà “ Palio di Primavera” la stupenda corsa di cavalli al fantino che il Comune di Fabrica di Roma e il grande lavoro del Comitato S.Matteo stanno preparando. Non è facile fare una corsa di cavalli, specialmente dopo le ultime disposizioni che prevedono una drastica riduzione dei percorsi stradali od urbani, Fabrica, Ronciglione e tanti altri posti hanno già pagato e pagano per la mutata legislazione in materia. Fabrica possiede documenti originali che partono dai primi anni del 1800 durante i quali già le corse erano svolte e regolamentate. Fino allo scorso anno quando è stato inaugurato il nuovo percorso in Loc. Quartaccio, vicino al Centro Ippico Falisco, a ridosso della zona industriale. Un piccolo miracolo in poche settimane, per dare a Fabrica il suo ultra bicentenario Palio. Che ha retto ed ha avuto consensi dai presenti e dai tanti appassionati. Ed ora una nuova operazione sportiva e culturale. Torna il Palio di primavera, la corsa che per diversi anni ha raddoppiato l’evento del Palio di COMUNICATO STAMPA Si mantiene sempre in attività Ì’ Associazione “Una mano ai tuo ospedale” impegnata nella raccolta dei fondi per !’ acquisto di materiale di arredo e diagnostico a favore de!!’ ospedale “Andosilla” per rendere il nosocomio civitonico sempre più confortevole agii utenti. In questi ultimi tempi sono stati acquistati altri importanti strumenti diagnostici e apparecchiature. - L’ arredo dell’ ambulatorio chirurgico completo dì attrezzatura per piccoli interventi e un frigorifero per il mantenimento dei farmaci per i! reparto di chirurgia; Due barelle ad altezza variabile per il Pronto Soccorso; Due riscaldatori per flebo per la sala operatoria; Un riscaldatore per sacche dì sangue per Sa saia operatoria; Un telescopio diagnostico e un telescopio operativo per il reparto di ginecologia indispensabili per esami dell’ apparato genitale femminile!”. Il suddetto materiale è stato possibile acquistarlo grazie al!e donazioni dei cittadini ed ai proventi del 5 x mille scelto nei!’ anno 2006 a favore delia nostra associazione. Ringraziamo i cittadini che ancora credono nei nostro progetto e che dimostrano sempre di più la loro sensibilità e 1’ attaccamento all’ ospedale “Andosilla” e rinnoviamo l’ invito alla donazione dei 5 x mille nella prossima dichiarazione dei redditi. Con l’ occasione ringraziamo anche la ditta Euroarce s.r.t., la ditta farmaceutica Servier itaìia s.p.a. e la sig,ra Qtero Fatima di Vitorchiano per le donazioni che hanno contribuito all’ acquisto de! Suddetto materiale. Teniamo a precisare che la nostra associazione è sempre disponibile a valutare !e proposte che arrivano sia dai primari dei reparti del’ Andosilla che dalla direzione generate, sempreché finalizzati alla messa in opera di nuovi servizi e a tutto ciò che vada a favorire i degenti ed i fruitori dell’ Andosilla. Il Presidente (Luciano Caregnato) S.Matteo. Che si svolgeva una decina di anni fa e che il Comitato Festeggiamenti di S.Matteo vuole riproporre in grande stile. Perché era anche allora una corsa molto importante , basta citare Veronica, della scuderia di Cianchino e si respira aria di Siena, della piu’ straordinaria e spettacolare corsa al mondo. Da Siena venivano cavalli e fantini di prima grandezza e a primavera era un appuntamento da non mancare. Come sicuramente sarà ancora Domenica 27 Aprile con ben piu’ di venti cavalli al via che si contenderanno il palio della corsa di Fabrica. Tutto fa parte di un articolato programma che il Comitato Festeggiamenti S.Matteo 2008 sta concretizzando da qui a fine anno con tanti eventi ed occasioni per far conoscere Fabrica. Abbinata alla corsa ci sarà anche una lotteria a premi, con gustosi trofei gastronomici per i vincitori. Insomma un movimento nuovo per rinsaldare le tradizioni locali al quale ovviamente è offerto il supporto logistico, pratico e tecnico da parte del Comune di Fabrica e dalla Pro-Loco. Tutto questo per preparare le feste patronali, il ricavato della manifestazione, infatti, costituirà parte del fondo per onorare il Santo Matteo a Settembre. L’appello ai fabrichesi è quindi scontato per la loro presenza e per la partecipazione alla lotteria, e nella stessa maniera ci si rivolge ai tanti appassionati dei paesi vicini, i quali avranno occasione di vedere il nuovo e funzionale impianto del Quartaccio. B.EC 22 Campo de’ fiori C’erano i Pueri Cantores di Corchiano... Siamo a Corchiano. Proviamo a tornare indietro nel tempo di qualche anno. Siamo agli inizi degli anni ’90 e i giovanissimi del paese sono coinvolti in un fenomeno destidi Ermelinda Benedetti nato a lasciare il segno e a rimanere nella memoria di molti e nella storia del paese stesso. Sotto la guida di un uomo molto carismatico, bambini e ragazzi, maschi e femmine, di età compresa tra i cinque ed i diciotto anni circa, si incontrano per stare insieme, evitando le giornate noiose, trascorse per la strada o al bar, cha avrebbero potuto portarli su una rotta sbagliata, specie in un periodo di così grandi cambiamenti sociali. Tutto ha inizio grazie ad Alfio Ernoni, un giovane molto vicino alla chiesa, profondamente credente, di sani principi, con la passione per i bambini, ma soprattutto per la musica, come dimostra sin da piccolo. Durante la messa domenicale anima, da solo, la funzione, ma trova subito un giovanissimo ed allora biondissimo Simone Pisani, disposto a far coppia con lui, il quale viene seguito ben presto da tanti altri ragazzini. Alfio riesce a conciliare, così, le sue due grandi passioni. Nel luglio 1991 viene, dunque, effettivamente costituita l’Associazione “Pueri Cantores di Santa Cecilia”. Il compito si fa più arduo e impegnativo e, per portarlo avanti, si fa presto affiancare da giovani musicisti, tra i quali emerge Alessandro Achilli, che diventerà il suo instancabile ed inseparabile braccio destro. Le prove si svolgono ogni sabato pomeriggio, presso la sala prove della banda musicale “Giuseppe Verdi”, sotto l’allora Biblioteca comunale, dove si preparano i canti per la messa del giorno seguente, e, in prossimità del Natale, si provano i canti tradizionali del periodo, in vista dell’atteso concerto di fine anno. Nel ’93, il passo della svolta: lo slancio verso la musica leggera perché non si può insegnare la parola di Dio solo in chiesa, ma si può unire l’utile al dilettevole. L’allargamento a questo campo della musi- ca, di sicuro, attira l’attenzione di molti altri giovani ed il gruppo aumenta in modo esponenziale. E’ la formula dell’amico che porta l’amico e si crea una grande sinergia. Dai trentacinque elementi iniziali, si raggiunge, a breve, il numero di cento, con picchi massimi che arrivano a contare centoquaranta giovani, dei quali, però, non tutti sono veramente interessati e solo dopo qualche presenza abbandonano il gruppo. Iniziano i concerti estivi in Piazza del Comune, il cui ricavato è sempre devoluto in beneficenza, che danno grandi soddisfazioni e rivelano anche qualche talento, destinato, però, a scomparire, dato che quello è un semplice divertimento da ragazzi, poi ognuno prenderà la sua strada, conservando, inevitabilmente quella passione e quei ricordi. continua sul prossimo numero... 24 Campo de’ fiori CENTRO DI CONSULENZA Neuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica, Psicopedagogica Via T. Tasso 6/A - Civita Castellana (VT) Tel. 0761.517522 Cell. 335.6984281-284 www.centroceral.com [email protected] Quando le Preoccupazioni diventano Ossessioni: il Disturbo Ossessivo-Compulsivo Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è un disturbo d’ansia che può prendere molte forme diverse, ma più comunemente è caratterizzato dalla presenza di pensieri, immagini o impulsi a cura della ricorrenti che creano Dott.ssa allarme o paura e che Francesca Celeste costringono la persona a mettere in atto comportamenti ripetitivi o azioni mentali. Come il nome stesso lascia intendere, il DOC è quindi caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Almeno l’80% dei pazienti con DOC ha sia ossessioni che compulsioni, meno del 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni. Ossessioni: sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano più e più volte e sono al di fuori del controllo di chi li sperimenta. Tali idee sono sentite come disturbanti e intrusive, e, almeno che le persone non siano assalite dall’ansia, loro stesse le giudicano come infondate ed insensate. Le persone con DOC possono preoccuparsi eccessivamente dello sporco e dei germi o essere ossessionate dall’idea di potersi contaminare o poter contaminare gli altri. Possono essere terrorizzate dalla paura di avere inavvertitamente fatto del male a qualcuno (magari mentre facevano manovra con l’auto per uscire da un parcheggio), di poter perdere il controllo di sé e diventare aggressive in certe situazioni, di aver contratto malattie infettive, anche se di solito riconoscono che tutto ciò non è realistico. Le ossessioni sono accompagnate da emozioni sgradevoli, come paura, disgusto, disagio, dubbi, o dalla sensazione di non aver fatto le cose nel “modo giusto”, e gli innumerevoli sforzi per contrastarle non hanno successo, se non momentaneo. Le ossessioni differiscono dalle preoccupazioni per il fatto che queste seconde non sembrano eccessive e prive di una base razionale, ma si riferiscono a rischi reali, che tutti riconoscono come tali. Compulsioni: vengono anche definite rituali o cerimoniali e sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule mentalmente) messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri e dagli impulsi tipici delle ossessioni; costituiscono, cioè, un tentativo di diminuzione del disagio, un mezzo per cercare di conseguire un controllo sulla propria ansia. In generale tutte le compulsioni che includono la pulizia, il lavaggio, il controllo, l’ordine, il conteggio, la ripetizione ed il collezionare si trasformano in rigide regole di comportamento e sono spesso bizzarre e francamente eccessive. Le compulsioni assumono spesso un carattere talmente abituale e ripetitivo che vengono attuate, a scopo preventivo, anche in assenza di ossessioni. Diventano azioni studiate e prestabilite, eseguite con cura meticolosa, che non possono in alcun modo essere interrotte o modificate nella loro sequenza. Rassicurazioni: Un altro modo in cui molte persone con il DOC cercano di ridurre il loro disagio è chiedere agli altri, ai familiari o al medico, delle rassicurazioni sulle loro paure. A volte possono anche impiegare del tempo per rassicurare se stesse. Evitamento: Spesso le preoccupazioni vengono “scatenate” da certe situazioni o persone (ad esempio aver toccato qualcu- L’angolo Misterioso Nella foto accanto è riportata una via di Civita Castellana. Sapresti dirci il nome della Via? I primi tre che, telefonando in redazione, daranno la risposta esatta, riceveranno un simpatico omaggio offerto da: Civita Bevande. no considerato “infetto”). Le persona con DOC allora cerca di evitare tali situazioni nel tentativo di ridurre le sue paure. Questo può essere uno dei sintomi più invalidanti del DOC. La vita diventa sempre più limitata dalle situazioni, dalle persone o dagli oggetti che devono essere evitati. Il disturbo ossessivo-compulsivo colpisce, indistintamente per età e sesso, dal 2 al 3% della popolazione. Può infatti manifestarsi sia negli uomini sia nelle donne, indifferentemente, e può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza o nella prima età adulta. L’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale nel trattamento del DOC è ormai scientificamente comprovata. Può essere scelta come trattamento d’elezione o, spesso e con ottimi risultati, può essere combinata con il trattamento farmacologico. Lo scopo è di trovare modi per imparare che le paure sono infondate e possono essere affrontate senza rituali. Riceviamo anche presso il centro Pegasus di Viterbo, in via E. Fermi snc, Tel 0761.333068. Ogni mercoledì dalle ore 10:30 alle ore 11:30 sintonizzatevi su Radio Punto Zero, sulle frequenze 93.400 96.700 - 101.500 un esperto potrà rispondere anche alle vostre domande in diretta. 26 Campo de’ fiori il diario dei Giras questa pagina è dei ragazzi speciali li I nostri amici Federico, Marco, Nico, Giuseppe, Loredana e Giampiero, accomapagnati da Riccardo e Chiara, ci hanno fatto una piacevole sorpresa, venendoci a trovare in redazione. “Ti cedo il posto se ti prendi il mio handicap”! Questa frase è stata posta sotto i cartelli dei parcheggi H del Comune di Montalto di Castro, per ammonire tutti coloro che occupano impropriamente i posti auto riservati ai disabili. Con questa provocazione il Comune vuole sensibilizzare tutti i cittadini al rispetto dei diritti dei meno fortunati. Per un disabile non basta una sola famiglia ... Campo de’ fiori 27 Lando Fiorini e il Puff: la risata fa 40 di Sandro Anselmi In una bellissima giornata di primavera, ho avuto il piacere di tornare a Roma a far visita, dopo tre anni dall’ultima intervista pubblicata su Campo de’ fior, ad un carissimo amico: Lando Fiorini. Non poteva esserci occasione migliore che quella della festa per i mitici 40 anni del Puff, lo storico locale in Trastevere da lui stesso fondato. Il caso ha voluto che questa ricorrenza coincidesse con i 5 anni di Campo de’ fiori e con la nascita di un nuovo Campo de’ fiori interamente dedicato a Roma, per il quale proprio Lando più volte me ne ha consigliato e sollecitato il varo, avendone così voluto avere l’onore di tenerlo a battesimo. Sono felice di averlo ritrovato in grandissima forma, pieno di carica e salutare ottimismo. E’ commuovente ripercorrere con lui alcune tappe significative della sua lunga carriera di attore e di cantante, o “cantattore” come ama definirsi. Non meno toccanti sono i ricordi legati alla sua giovinezza quando, con immensi sacrifici, ma tanta, tanta caparbietà, inseguiva il suo sogno, il suo futuro cammino. Dai primi concorsi canori, all’indimenticabile interpretazione nella prima edizione del Rugantino, insieme ad Aldo Fabrizi, Bice Valori, Nino Manfredi, che lo ha reso popolare in tutto il mondo. Ricorda ancora quando, tra una prova e l’altra per la messa in scena dello spettacolo, in tournee al teatro Mark Hellinger di New York insieme ad Aldo Fabrizi, comprava un quotidiano italiano per leggerlo sul palco che riproduceva la scenografia di Roma e sentirsi, così, un po’ a casa. Questo aneddoto dimostra il profondo attaccamento per la sua città, l’esasperato amore che riempie tutte le sue canzoni e non solo. Sono rimasto veramente colpito dalla cordialità e dal calore dimostratomi, non solo da Lando, ma anche da tutto il personale del Puff, che, estremamente gentile, educato e disponibile, è pieno di soddisfazione per i primi 40 anni del mitico locale, del cui successo si sente in parte e meritatamente l’artefice. “Qui ci sentiamo tutti una grande famiglia e in questi anni di lavoro il successo ha sempre ripagato il grande impegno, anche quando la mia assenza forzata ha messo tutti alla prova, primi Francesco e Carola, i miei due adorati figli”, dice Lando. Alla grande festa dei 40 anni si sono ritrovati in un clima di allegria e commozione, come vecchi amici, quei colleghi che da lì sono partiti: Enrico Montesano, Lino Banfi, Gianfranco D’Angelo, Leo Gullotta… oltre alle personalità del mondo della politica, dello sport, del cinema e della cultura. Il Puff è il cabaret di Roma ed uno dei più importanti d’Europa, qui c’è l’anima di Lando che ogni sera canta l’antica passione degli affetti e dell’amore, regalando incanto e poesia. La sua voce calda e profonda ricama le note della vecchia canzone romana e le accarezza come un ponentino che si rincorre fra i giardini fioriti di Trastevere. Chissà quanti amori saranno sbocciati con le sue serenate… Mi regala un cofanetto pregiato che contiene una raccolta dei più grandi successi: Cento Campane Cento Canzoni, che sarà la colonna sonora di tanti miei momenti. In fondo vi ha scritto “Per me è stato così e continua ad esserlo, ed è proprio grazie all’affetto del pubblico che ho avuto il privilegio di poter esprimere con la voce e la musica ciò che sento: l’amore per i figli, per una donna, per il lavoro, per la mia città. Un sentimento forte che da sempre mi accompagna e che spero di riuscire a trasmettervi con le mie canzoni.” Mi allontano mal volentieri da questo tempio dell’arte con l’immagine sorridente di Lando che amichevolmente mi saluta, generoso e gentile, come sempre, e mi invita a tornare presto. Lo farò, te lo prometto! 28 Campo de’ fiori Associazione Artistica Ivna Artisti di Vignanello, Vallerano, Corchiano, Civita Castellana condividono l’arte Freschezza, gioia, vivacità nei colori brillanti di Albarosa Lisi della Prof.ssa M.Cristina Bigarelli L’arte e la pittura naif di Albarosa Lisi nascono dalla passione personale, successiva alla formazione pittorica effettuata all’istituto d’arte di Roma. I suoi dipinti ricalcano lo stile Albarosa Lisi astratto, utilizzando le tecniche dell’olio su tela, tempera e cera. La sua arte riconduce a quello stile naif che la definisce una pittura espressiva della domenica, valorizzandola come una sorta di artigianato pittorico. L’esplosione della fantasia su una base reale dà vita ad un’arte riconoscibile anche come “fantasia dal vero”. Il bello, la voglia di vivere nei molteplici colori cangianti e vivaci, in sintonia con un positivo senso della vita, nello scorrere di un’esistenza come forma di evasione dalla noia della sistematicità e riproposta di ambienti reali che vengono esaltati a forme, spazi, colori e luccichii di un’immaginazione feconda e propositiva. Interessanti le sue figure più grandi rispetto alle strutture architettoniche che le accolgono, quasi a voler dire che ciò che conta è l’uomo nel suo significato di essere intelligente, loquace, osservatore, e più semplicemente promotore di buon umore e del buon vivere, dando un’importanza notevole alla socievolezza, al bonario e disinvolto approccio con l’ambiente antropico o naturale che sia. Il tentativo continuo di cercare cose nuove, ispirazioni di ampio respiro fanno si che Alba Rosa sia sempre alla ricerca del cambiamento e di come modificare la realtà, sperimentando modi aggraziati e luminosi per riprodurre immagini che hanno un’ origine reale. Di stile pittorico figurativo, che si caratterizza notoriamente per la minuzia apportata ai dettagli, l’impiego di colori gai e una rappresentazione ingenua e figurativa dei soggetti popolari: paesaggi, gente comune, animali domestici o selvaggi. Sperimenta il brivido del gioco a intermittenza cromatica, con sfumature di bianco che evidenziano e permettono il risalto delle proporzioni. Amante e abile della scultura, si cimenta nella realizzazione di bassorilievi che la fanno immergere nella pura ricerca della forza di vita delle forme. Alba Rosa Lisi , non radicalmente lontana dal reale, oppone, ad un’arte classica, la sua identità di artista popolare della realtà, come lezioni di sincerità poetica, dell’onnipotenza del sogno, del “gioco disinteressato del pensiero” all’André Breton e del realismo fantastico, in una sorta di astrattismo non completamente separato dalla realtà alla Jean Dubuffet, ma più propriamente alla maniera di Paul Klee. Alba Rosa Lisi riesce a comunicare felicità e ottimismo tramite la scelta di colori vivaci e brillanti, plasmando un mondo colorato alla Marc Chagall. 29 Campo de’ fiori “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA MONSTER COLLECTION di Sei Itoh - edito da Planetmanga Fantasy e umorismo si mischia sapientemente in quest’opera, dando vita a un fumetto esilarante e drammatico al tempo stesso. Questi due aspetti non si sovrastano mai uno sull’altro, ma viaggiano alla di Daniele Vessella stessa velocità su due binari diversi, mettendosi al servizio della trama che corre via senza intoppi. Il tutto è composto da una narrazione leggera, ma non fa alcuna digressione su altri generi con una sceneggiatura complessa: Monster Collection è, insomma, il classico fantasy puro e semplice, come non se ne vedevano da anni; un bel sollievo per chi adora questo genere vecchio stampo e per chi ama le storie ben definite. Il fumetto si ispira al libro “Il mondo dei sei cancelli” di Hitoshi Yasuda che in Giappone ha riscosso un grandissimo successo dando il via anche a un gioco di carte (e dalle informazioni che le mini storielle comiche a fine volume ci forniscono sembra essere simile a “Magic: l’adunanza“, ovvero la battaglia simulata di due maghi che si scontrano a suon di evocazioni e magie). La serie risulta comunque assolutamente comprensibile anche a chi non ha mai letto il libro, condividendo con questo solamente l’ambientazione e, come ci sembra di intuire in alcuni punti, qualche sporadico riferimento messo lì più che altro per far piacere a chi avesse già letto il libro. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e procedono lungo il filo che conduce la trama secondo le loro caratteristiche, non si tradiscono mai compiendo azioni che non potrebbero fare. Scontri ce ne sono, ma non sono mai banali; e la costruzione del manga aiuta l’originalità dell’opera. Abbiamo, infatti, una storia che parte, si sviluppa il necessario e si conclude con un finale aperto giusto... ovvero, terminano le avventure della storia, ma i personaggi rimangono vivi, pronti per affrontare un’altra vicissitudine. Ma il punto di forza di questo manga è la protagonista. Non siamo di fronte alla classica donzella che viene salvata dal bello di turno. No, Kasche Arbadel fa la sua parte, avendo una battaglia da vincere e una crescita spirituale da compiere. Altro punto a favore di questo fumetto sono i momenti umoristici disseminati nei punti giusti per sdrammatizzare le scene di tensione, senza farci distogliere l’attenzione dallo scontro finale. Questo dimostra che Monster Collection non si prende sul serio… non pretende di essere considerato un capolavoro, vuole solo intrattenere e ci riesce divinamente. La qualità dei disegni è davvero buona: il tratto e’ sicuro e pulito, le anatomie ci sono, c’è anche un bel po’ di fanservice, ma tutto sommato non disgustoso (per disgustoso intendo personaggi con una latteria di dimensioni industriali che sfida la forza di gravità, e non fa altro che metterla in mostra). Sfondi, costumi ed oggetti mostrano una cura al di sopra della media, e di buon livello. In conclusione, un ottimo fumetto fantasy che consiglio a chi cerca qualcosa in più da una storia, a chi vuole solo evadere dalla realtà… perché con Monster Collection ci si diverte sotto più chiavi di lettura. Un ringraziamento a http://webzine.anigate.net e a Parvati. Per la vostra pubblicità su Campo de’ fiori Tel. 0761.513117 30 Campo de’ fiori 31 Campo de’ fiori L’ ANGOLO ... CIN CIN di Letizia Chilelli Quando e come imbottigliare ... continua dal n. 47 I Tappi Come ho già avuto modo di dire, uno dei “punti forti”della riuscita e della corretta conservazione del vino in bottiglia, è costituito dall’accuratissima scelta del tappo. Nel sughero, non dovranno essere presenti tracce di muffa (né interna, ne esterna), né fori o nodi : il tappo deve essere “in buona salute”, elastico e compatto nello stesso tempo. Vi suggerisco, quindi, che il metodo migliore per preparare i tappi è quello di lavarli energicamente con acqua fredda (per togliere le tracce di polvere presenti sulla superficie), e farli asciugare su di un tavolo, in un ambiente pulito, lontani dalla polvere, ma vicini ad una finestra, perché siano a contatto con la luce diretta del sole. Altro consiglio, è quello di aggiungere ai vostri tappi lavati e asciutti, qualche goccia di olio di vaselina, facendolo penetrare con uno sfregamento all’interno di ogni tappo, in questo caso, però, bisognerà aspettare almeno due giorni prima di utilizzare i tappi per evitare che l’olio venga a contatto con il vino. Ultima preziosa raccomandazione è quella di riempire e tappare subito la vostra bottiglia, questo eviterà di avere poi brutte sorprese in seguito. Nelle mie visite alle cantine private, mi è capitato anche di vedere che alcuni cantinieri usano “chiudere” il collo della bottiglia con una piccola colata di ceralacca: operazione ineccepibile, ma che diviene fastidiosa: anche perché la ceralacca, al momento della stappatura, si sbriciola e spesso entra nella bottiglia, costringendoci, anche se non ce n’è bisogno, ad un noioso travaso. Stesso risultato si può ottenere procurandosi, nei negozi specializzati, delle capsule di carta stagnola, molto più facili e sicure da applicare e da togliere! Ricordo, inoltre, che i tappi dei fiaschi, toscanelle e bottiglioni non necessitano di esagerate attenzioni, al contrario di quelli per le bottiglie, che devono essere adatti ai vari tipi di queste ultime, quanto alla misura: il tappo più è lungo e di buon diametro, meglio assolve il proprio compito. L’Etichettatura L’etichetta, la contro etichetta, le capsule e i collarini, sono “il vestito” della nostra bottiglia. Anche se parliamo spesso di privati, presentare bene la propria bottiglia è un biglietto da visita molto importante. In questo caso ci si può sbizzarrire grazie agli strumenti che ci fornisce la tecnologia: un buon programma del Computer fa miracoli in campo di etichette e affini e ci aiuta anche a utilizzare la nostra fantasia! Ma trovo anche molto simpatiche e con il gusto del “ritorno al passato” le etichette fabbricate in casa con pastelli e pennarelli! L’importante è che vengano stampati o scritti sull’etichetta i dati fondamentali della bottiglia: il tipo di vino, luogo e annata di produzione e se si vuole, il nome del produttore (facoltativo). plastificato; - un panchetto alto circa 1, 20 m che servirà a collocare le damigiane che contengono il vino da imbottigliare; - un tavolo con cassetti; - una canna in gomma o plastica per imbottigliare; - almeno due imbuti: uno grande e uno medio con filtro finissimo; - un “ladro” ovvero un grande contagocce che serve per spillare piccole quantità di vino dalla damigiana; - un “succhiarolo” per eliminare da fiaschi e damigiane l’olio enologico; - tappi per infiascatura e imbottigliatura; - olio enologico; - tappatrice a braccio; - lavabottiglie; - scovolini per lavare a mano le bottiglie; - detersivo apposito per bottiglie; - fogli di carta enologica; - tipi di bottiglie: Borgognone per vini rossi, Bordolesi per rossi, bianchi e rosati, Renane per vini bianchi o leggermente rosati, Fiasco Toscano, Bottiglioni per vino di pronta beva. (Bibliografia “Vini di Italia”di L. Imbriani) Per ricapitolare, eccovi una piccola guida degli attrezzi che non devono mai mancare in una cantina: - uno scolabottiglie in plastica o in metallo Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 [email protected] Campo de’ fiori 32 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi. Il carnevale nella Roma dei Papi di Riccardo Consoli Corre l’anno 1876 quando nella capitale comincia a circolare questo epitaffio: “… di Roma il Carnevale qui morto giace, dorma egli alfine e Roma lasci in pace …“, ciò malgrado la tradizione continua a sopravvivere ma, nonostante gli sforzi compiuti, anche da un apposito comitato costituito allo scopo di risollevare le sorti di questa festa, del Carnevale di Roma non rimane che un pallido ricordo; ben lontani sono i tempi dei passati festeggiamenti, come quello organizzato nel 1634, allorLa festa dei Moccoletti quando, in occasione della visita in città del principe polacco Alessandro Wasa, il Cardinale Barberini organizza un maestoso spettacolo a Piazza Navona. A onor del vero lo stravagante ospite ripartì all’improvviso da Roma, ma la “Giostra del Saracino”, ormai allestita, si svolse ugualmente il sabato grasso; un grandioso torneo, come riportano le cronache dell’epoca, al quale parteciparono ben 138 cavalli e 360 cavalieri la festa, a cui aveva assistito tutta la nobiltà romana, si concluse con l’ingresso in piazza di una stupenda nave musicale. Una storia antica quella del Carnevale romano legata da un unico filo, quello del divertimento, della spensieratezza e della goliardia che resiste tenace nel corso dei secoli, intrecciato com’è alle tradizioni e al folclore dei popoli; in origine le feste pagane si celebravano a Roma in onore di Saturno dal 17 al 23 dicembre e, in quei giorni, regnava nell’Urbe una eccezionale allegria, ogni persona godeva della più ampia libertà, tanto che gli schiavi mangiavano alla stessa tavola dei padroni. Ma vediamo quali le origini del Carnevale nella Roma dei Papi, nasce alla fine del quattrocento per volere del veneziano Papa Paolo II, Pietro Barbo, 1464 - 1471, per quel particolare gusto che da sempre hanno i veneziani per le feste in maschera; fu questo Pontefice che diede il via “legale” ai festeggiamenti e allo spettacolo, egli, affacciato ad una delle finestre di Palazzo Venezia, a ridosso della Basilica di San Marco, “ … supremo gusto e piacere di questa festa prendeva … “. C’era la “corsa dei cavalli berberi” tra piazza del Popolo e piazza Venezia; c’era la “mossa” per sgombrare la strada; c’erano i “mazzettacci” ossia i fiori buttati a bruciapelo sulla faccia delle persone e, il martedì grasso, c’erano i ”moccoletti” e il “mort’ammazzata” una sorta di gara nei confronti di chi teneva in mano un “moccoletto” ancora acceso allo scopo di riuscire a spegnerlo, questo gesto infatti aveva un preciso significato, ossia quello di riuscire a prolungare il Carnevale. Si svolgeva anche uno spettacolo che oggi definiremmo incivile, ma che a quell’epoca costituiva il più amato divertimento, ossia le corse a piedi tra le quali spiccava “lo palio delli Judei”, nato per il fatto che a ebrei e cristiani erano vietate attività comuni, una vera occasione di scherno e vessazioni questa tanto che il cronista scriveva: “ … i soliti otto ebrei corsero ignudi il palio loro, favoriti da pioggia et vento degni di questi perfidi, mascherati di fango al dispetto delle grida … “ Nel settecento e nell’ottocento poi il Carnevale di Roma acquista notorietà Carro europea, come testimonia la grande produzione dei pittori e i molti testi letterari che lo hanno reso praticamente eterno nei musei e nelle letterature dei vari continenti; “Roma gran teatro del mondo” ho già ricordato in altra occasione e nel 1550 un viaggiatore di religione musulmana, di passaggio a Roma nel periodo di Carnevale, rientrando nel suo paese, raccontava che in un particolare periodo dell’anno i cristiani impazzivano per poi riacquistare la ragione grazie ad una strana polvere che veniva loro cosparsa sul capo. Proprio nell’ottocento, tale Padre Bresciani fornisce una assai completa spiegazione che ci aiuta a meglio comprendere i soggetti trattati nei dipinti e nelle incisioni di cui innanzi, egli scrive: “ … al piombo della campana di Campidoglio s’apre la venuta delle carrozze e in poco d’ora il Corso n’è pieno a doppia fila e si fa baccano inestimabile; le dette carrozze sono tutte aperte e i gran signori usano i carri da caccia colle sponde a pinoli, le donne sono in abiti a sacco e gli uomini in candidi camiciotti, nel mezzo del cocchio son due panieri l’uno pieno di confetti, l’altro di mazzetti di fiori, le finestre, le logge, i balconi e i palchi sono tutti messi a drappelloni e a ricascate di damaschi e di mussoline vermiglie e cilestri, i davanzali son pieni di spettatori … “ “ … ne i romani son essi soli a codesto tripudio, ma le migliaia di forestieri calati a Roma dalle regioni tramontane, se ne sollazzano meravigliosamente e non sanno saziarsi di matteggiare e gli è una gioia a vedere què nobili e ricchi giovanotti stranieri scalmanarsi a gittar manciate e mestolate di confetti sulla folla del popolo, perocchè i confetti rompendosi e sfarinandosi fan sulle giubbe sprazzi e cialdoni bianchisssimi … “ continua sul prossimo numero........ Campo de’ fiori 33 Vita Cittadina Civita Castellana 20 Aprile Mercatino dell’artigianato e dell’antiquariato e, per i più piccoli, mercatino del baratto. L’appuntamento è ogni terza domenica del mese. (foto Rita Romagnoli) Info: 329.4613852 347.9016877 Civita Castellana 6/11 Aprile Gli studenti Svedesi, gemellati con il liceo linguistico di Nepi e il liceo scientifico di Civita Castellana, sono venuti a far visita ai loro compagni italiani. (foto Mauro Topini) 34 Campo de’ fiori e Le stori di Max Little Tony ... continua dal numero 48 Dopo i primi grandi successi di Tony and his brothers, la Durium chiede al cantante di proseguire da solo, proponendogli di interpretare Che tipo rock, il brano scelto per accompagnare i titoli di testa del film I teddy boys della canzone, con Mina protagonista. La casa discografica chiede, inoltre, a Tony di incidere canzoni di diversi stili, ed è così che il cantante si trova ad interpretare Teddy girl di Celentano, La gatta e Sassi di Gino Paoli, Il barattolo e Patatina di Gianni Meccia, Dammi la mano e corri dell’italo-americana Connie Francis e Benzina e cerini di Giorgio Gaber, pur non abbandonato il suo amatissimo rock. Un’occasione importante arriva con la partecipazione al Festival di Sanremo del ‘61, come interprete di 24 mila baci, affiancando l’amico-nemico Celentano, più popolare di lui in quel momento. Ma per Tony è un trampolino che lo farà saltare ancora più in alto. Infatti i successi non tardano ad arrivare: Un rock per Judi, Perché mi hai fatto innamorare (dal film Rocco e le sue sorelle, parodia di Rocco e i suoi fratelli, di Luchino Visconti), Grazia, anch’essa colonna sonora del film 5 marines per 100 ragazze. Il ‘62 è un anno ancor più proficuo, grazie al 45 giri Il ragazzo col ciuffo, che gli permette di conquistare i primi posti nelle classifiche di vendita. Anche il brano Se insieme a un altro ti vedrò ottiene un buon successo al Cantagiro ‘63, vinto da Peppino di Capri con Non ti credo. Un risultato ancor più consistente in termini di vendite è T’amo e t’amerò, già incisa da Peppino Gagliardi per una etichetta napoletana quasi sconosciuta, la Zeus, che ne aveva distribuito un numero insignificante di copie. Il cantante romano è di nuovo in vetta alle classifiche nel ’64 con Quando vedrai la mia ragazza, con la quale aveva partecipato al Festival di Sanremo, firmata da un tale Giangrano, pseudonimo di Gino Paoli, e accusata da Celentano di essere un hully-gully copiato dalla sua Ciao ragazzi. In quella metà degli anni ‘60 la popolarità di Tony si rafforza notevolmente. E’ amato contemporaneamente da teenagers e mamme, interpreta film e fotoromanzi, è un personaggio cosiddetto “da copertina”. Tra le sue canzoni di maggior successo ricordiamo Non aspetto nessuno, rifiutata all’ultimo momento da Rita Pavone e proposta al Cantagiro ‘64, Ogni mattina, presentata al Cantagiro ‘65, Viene la notte, portata ad Un disco per l’estate dello stesso anno, seppur non arrivò in finale, fino a Riderà, versione italiana di Fais la rire di Hervè Vilard, che inizialmente Tony non voleva incidere, di Sandro Anselmi in quanto la considerava troppo ritmata rispetto ai suoi successi precedenti, ma “solo quando la stavo registrando mi resi conto che Riderà era un grande pezzo, lo capii incidendola poiché mi diede una grande emozione”, ricorda Little Tony. continua sul prossimo numero ... www.campodefiori.biz [email protected] Campo de’ fiori è la vetrina della tua città Campo de’ fiori 35 Quanti buoni motivi per fare l’orto! di Riccardo Pacelli Qualità, genuinità, preoccupazione per le contaminazioni e le sofisticazioni alimentari sono temi di crescente interesse nella discussione pubblica attuale, che ci stanno facendo riconsiderare il concetto di convenienza, allontanandoci dalla pura accezione economica, a favore di una prospettiva sempre più orientata alla soddisfazione delle proprie esigenze ed alla considerazione dell’assunzione dei rischi. Il lento processo di anestetizzazione delle nostre facoltà organolettiche, iniziato quando i nostri sensi hanno cessato di essere lo strumento principale per il procacciamento del cibo e concretizzatosi con la standardizzazione dell’offerta alimentare, ha favorito la diffusione di prodotti sì accattivanti per le qualità estetiche, ma troppo spesso poveri di sapore. Quante volte ci lasciamo sedurre dall’aspetto delle prelibatezze ortofrutticole (o presunte tali), abilmente esposte sugli scaffali come oggetti da collezione in vetrina per poi rimanere delusi, al momento della degustazione, dall’inevitabile paragone con il ricordo, che queste evocano, della pesca zuccherina, del saporitissimo pomodoro che i nostri nonni raccoglievano dai loro campi? Sapori di una volta sempre più difficili da ritrovare, troppo spesso sacrificati alla priorità dell’estetica, della maggiore pezzatura, della resistenza alla manipolazione e del gradiente cromatico imposto dal marketing. L’innato desiderio di raccogliere i frutti del proprio lavoro trova una concreta soddisfazione nella pratica della coltivazione dell’orto. Ricreare un angolo verde anche quando gli spazi sono esigui, come nel caso del proprio giardino, piuttosto che sul terrazzo di casa, fa risorgere l’entusiasmo e le emozioni della coltivazione, il piacere per la campagna, l’amore per la natura. Lo spirito che anima l’orticoltore alla ricerca di un cibo ARREDO genuino, più sano e naturale, spinge a non abusare in prodotti antiparassitari. Per GIARDINO favorire il buon raccolto e la ricchezza dei sapori, la prima regola è l’acquisto di piantine di prima scelta, di coltivar frutto della cernita dei selezionatori delle migliori azienESEMPLARI de operanti sul mercato. Fondamentale resta la corretta nutrizione delle piante con PIANTE concimi di qualità che ne favoriscono il rigoglio vegetativo come: Cifo concime azotaMEDITERRANEE to a cessione graduale Granverde con azoto di origine vegetale. L’attenzione oggi rivolta ai temi ambientali ha permesso la realizzazione di una vasta gemma di prodotti E ammendati, fertilizzanti, concimi, rispettosi della natura che risultano essere un ottimo PALMIZI supporto per l’orticoltore anche alle prime armi. L’orto, da sempre fonte di sostentamento naturale, è tornato ad essere non solo un hobby genuino, un’attività passatempo su cui scaricare le tensioni quotidiane, ma anche e soprattutto lo strumento più idoneo alla condizione di una vita sana e salutare. 36 Campo de’ fiori Associazione Italiana Afasici Onlus Regione Lazio Il termine afasia indica la perdita totale o parziale della funzione linguistica a seguito di lesione cerebrale prevalentemente nell’emisfero sinistro. La causa più frequente è l’ictus cerebrale (il 40% dei casi di ictus presenta afasia) ma esistono anche altre cause (traumi cranici, tumori cerebrali, etc.). La persona afasica ha perduto la capacità di comunicare normalmente: presenta un insieme di disturbi di linguaggio che gli impediscono di capire e di farsi capire dagli altri come vorrebbe e come ha sempre fatto. Leggere, scrivere, conversare, usare il telefono, seguire un programma televisivo, chiamare per nome i propri figli: sono solo alcune delle semplici cose di ogni giorno che, all’improvviso, diventano difficili o impossibili per uomini e donne fino a quel momento perfettamente normali ed autosufficienti. La persona afasica ha pertanto bisogno di un sostegno sia da un punto di vista riabilitativo, fornito da diverse figure professionali, che da un punto di vista umano da parte di coloro che ne condividono la quotidianità. Le difficoltà di comunicazione costituiscono una fonte di grave disagio psicologico non solo per chi ne è affetto ma anche per i familiari. La perdita dell’uso dl linguaggio viene vissuta dalla persona afasica come una catastrofe psicologica e sociale per sé e per la famiglia in quanto colpisce la dimensione fondamentale della comunicazione/relazione. In questa ottica l’afasia non riguarda solo chi ne è colpito direttamente, ma l’intera rete sociale che circonda la persona. A sostegno delle persone afasiche e dei loro famigliari è presente nel territorio laziale l’ A.IT.A ONLUS Regione Lazio. NATI L’A.IT.A. (Associazione Italiana Afasici) è una ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa e di Utilità Sociale), pertanto persegue scopi esclusivamente di solidarietà sociale, in favore delle persone afasiche, ed è indipendente da ogni movimento politico, da ogni organizzazione sindacale e da ogni organizzazione religiosa. L’associazione ha come scopo lo svolgimento di attività in uno o più dei seguenti settori: - sollecitare assistenza sociale e socio sanitaria; - istruzione; - formazione; - tutela dei diritti civili. Svolge inoltre attività di sensibilizzazione ed informazione del pubblico e collaborazione con gli organi istituzionali ed altri enti inerenti i propri scopi sociali. L’A.IT.A. si propone di portare all’attenzione dell’opinione pubblica le problematiche dei pazienti afasici e le relative possibilità riabilitative e terapeutiche. Per informazioni rivolgersi a: Fondazione Santa Lucia, I.R.C.C.S., via Ardeatina 354, 00179 Roma. Presidente: Prof.ssa Carmela Razzano – Tel. 06/51501530 DECEDUTI Corchiano Corchiano 11.01.2008 Federica Prosperi - 15.01.2008 Matteo Gentili 25.01.2008 Andrea Ciriola - 25.01.2008 Daniele Ferri 02.02.2008 Lorenzo Boldrini 05.02.2008 Alexandru Valentino Lazar 12.02.2008 Marcu Gabriel Ticudean 19.02.2008 Nicolò Fioretti 27.02.2008 Gabriel Toma - 13.03.2008 Emanuele Stefani 16.03.2008 Francesca Di Dio 25.03.2008 Khadaija Noor Iftikhar 29.03.2008 Cristian Ion - 30.03.2008 Giada Crescenzi 03.04.2008 Lorenzo Rizzi 11.01.2008 Fidalma Cioccolini 11.01.2008 Fausta Contigliozzi 11.01.2008 Pierina Corbucci 11.01.2008 Fiorella Pieralisi 14.01.2008 Romano Achille 21.01.2008 Carlo Ermini 17.02.2008 Annunziata Orlandi 06.03.2008 Renzo Fabbrucci 14.03.2008 Preziosa Forti 22.03.2008 Giuseppe Magrini 37 Campo de’ fiori Inchiesta di Campo de’ fiori e del C.I.S.P.R.A. Centro Italiano Pranoterapeuti UOMINI E SPIRITUALITA’ Una ricerca tra verità e leggenda - sacralità millenaria di Gaetano Grasso pranoterapeuta - parapsicologo CARTOMANZIA E VEGGENZA … Abbiamo visto come ogni facoltà dell’essere appartenga alla magia, ma non è la magia. La veggenza è una facoltà che si sviluppa, particolarmente, in coloro che intraprendono la via della conoscenza, e che li aiuta in questo cammino. Spesso essa viene usata come “strumento” per aiutare, consigliare, prevenire, guidare coloro che ne hanno bisogno, ricavandone così il giusto compenso (G. Cristo- il lavoratore è degno della sua mercede). La veggenza è una facoltà estremamente complessa e delicata, e non tutti quelli che si dichiarano veggenti lo sono veramente. Spesso il veggente si avvale di “strumenti” come il pendolo, la sfera, la geomanzia, la piromanzia, la cartomanzia… già la cartomanzia, tanto diffusa, usata e bistrattata, arrivata oggi ad un uso così popolare ma altrettanto confuso. Pochi, infatti, sanno, parlando dei tarocchi, dove hanno avuto origine ed il reale, profondo senso degli stessi. C’è da dire che esiste un numero veramente alto di versioni dei tarocchi. I tarocchi, in effetti, sono soli i 22 arcani maggiori originariamente chiamate “lame di Toth” (dio egizio della conoscenza). Queste 22 lame rappresentano tutti gli stati di coscienza e di sviluppo dell’essere, nonché le varie condizioni e prove che l’anima-uomo deve affrontare prima di arrivare al risveglio e, quindi, alla liberazione o salvezza. continua sul prossimo numero... Chi ha domande da fare, chiedere chiarimenti o consigli, può scrivere in redazione… risponderemo a tutti. Chi vuole può anche raccontare il suo problema o l’esperienza vissuta. Previsioni astrologiche generali per il mese di Maggio 2008 ARIETE: Il mese si presenta, per usare un termine musicale, vivace andante e direi piuttosto in positivo, ritroverai la fiducia in te stesso, l’amore è in ascesa. Notti piuttosto passionali, ma anche il lavoro è in positivo. TORO: Il mese è piuttosto fastidioso, anche per colpa degli egoismi di coloro che ti circondano. Non dare troppa importanza alle “punzecchiate”, concentrati sul lavoro. Per fine mese arriva qualche soddisfazione, l’amore non delude. GEMELLI: Ostacoli, impedimenti e fastidi stanno per finire, si preannuncia un grosso cambiamento, cerca di cogliere al volo le occasioni. Ti trascini ancora vecchie questioni familiari, non farne un dramma, guarda diritto davanti, il nuovo è in arrivo. CANCRO: Novità amorose in arrivo, comunque è un mese positivo per l’amore, sia che chiudi vecchi strascichi, sia che accendi nuovi fuochi. Anche nel lavoro ci sono ottime novità, sia lavoro autonomo che dipendente, fai crescere la tua autostima. LEONE: Il mese è foriero di grosse quantità di energia che possono vederti smanioso. Cerca, invece, di controllarti e sii tollerante con gli altri. L’amore si riaccende meravigliosamente, siate galanti ed un po’ romantici, ma non trascurate il lavoro. Siate attivi e guardinghi. VERGINE: Qualche problema nel lavoro, ma non è importante, non dargli assolutamente peso, se si chiude una porta si apre un portone, abbi fede. L’amore richiede la tua attenzione, è una pianta delicata che va coltivata. Incontri con persone che non vedevi da tempo. BILANCIA: In questo mese recupererai lucidità mentale ed equilibrio. Questa nuova luce ti spingerà a voli mentali, stai con i piedi a terra. Molte le questioni che dovrai risolvere, si riaffacceranno vecchie questioni anche legali, ma nulla di preoccupante. I giovani sono più favoriti. SCORPIONE: Questo mese, non decisamente positivo, tenderà a bloccare le tue iniziative ed a far vacillare la fiducia in te stesso. Non cascare in questo tranello, non è tutto negativo è solo un auto-inganno; l’amore ed il lavoro ci sono e sono in crescita, forse è colpa della tua insoddisfazione. SAGITTARIO: L’energia ed il vigore sono con te, sarai preso da una miriade di idee ed iniziative, ma non tutti sono pronti ad appoggiarti, per cui mira alla menti più importanti, altrimenti rischi di disperderti, e sprecare occasioni ed energia anche in amore. CAPRICORNO: Scopri che le difficoltà hanno fatto emergere le tue capacità migliori, ora sei in grado di dare il via ai tuoi progetti. Ci saranno incontri importanti, e l’inizio di una storia vera; occhio alla dieta. ACQUARIO: Mese piuttosto “temporalesco” in ogni senso, conviene fare buon viso a cattivo gioco. Non è facile farsi capire ma tu tiri dritto per la tua strada, il mese passa ed i contrasti si allontanano. Occhio ai nervi. PESCI: Le delusioni in amore vanno trattate con giudizio, non farti stravolgere, anche in famiglia è facile essere delusi, ma è solo un momento; anche nel lavoro la stasi è solo momentanea, l’amore è il tuo rifugio ed è vincente, non farti ingannare dalle apparenze. di Riccardo Consoli ...continua dal numero 48 In tal modo, con Bands di quasi professionisti che proponevano la loro musica in ogni occasione e le Bands formate da dilettanti che una musica assai simile eseguivano un pò dovunque, ebbe origine una tradizione che, del Jazz aveva le caratteristiche fondamentali infatti, le peculiari caratteristiche della musica Jazz, hanno la loro vera origine nella organizzazione democratica dei gruppi di New Orleans i quali, pur facendo perno sul solista, non avrebbero mai potuto esprimersi appieno senza l’armonico apporto di tutti i componenti la Band. Il Jazz venne originariamente suonato da gente povera che proponeva ad altri poveri ciò che tutti, musicisti ed ascoltatori, volevano sentire e si sviluppò nella città del Delta nelle povere case di piacere, ma anche in quelle che offrivano un ambiente lussuoso e donne giovani, in alcuni casi giovanissime, ai ricchi borghesi bianchi, neri o creoli alla ricerca di forti sensazioni. Il proliferare di queste case di piacere impose la necessità della salvaguardia di quegli stabili di civile abitazione situati, molto spesso, in posizione confinante, determinando la prima forzata diaspora all’interno dei confini della città; case, tenutarie, signorine e musicisti vennero ben presto confinati in un quartiere ghetto al quale sarebbe stato attribuito il nome di Storyville derivato da quello di Sidney Story, un consigliere comunale a cui si deve l’ordinanza relativa alla creazione di quel quartiere che sarebbe divenuto in breve tempo più di un simbolo, un mito che costituisce parte integrante della Storia del Jazz. Storyville quartiere a luci rosse, che si apriva a ridosso del Vieux Carrè e che per venti anni fu la capitale del vizio in America, aveva una superficie che comprendeva ben trentotto isolati le cui principali strade si chiamavano Iberville, Bienville, Franklin, Liberty e la più famosa di tutte ovvero Basin Street. I locali e le case di Storyville furono le vere incubatrici del Jazz, si suonava dovunque, nei bordelli più o meno eleganti dove però ci si limitava ad assumere un solo pianista o al più un trio, nei cabarets e nelle sale da ballo, dove agivano di solito complessi di sette o otto elementi, una o due cornette, un saxofono, una tromba, un pianoforte, un clarinetto, un trombone cioè gli strumenti principe di una Brass Band ai quali si poteva aggiungere un violino, un banjo, una chitarra o un contrabbasso. La contessa Willie Piazza fu la prima tenutaria ad avere l’idea di assumere un pianista nella sua Maison e così si avvalse dei servigi del c.d. Professor il più celebre dei quali fu il leggendario Tony Jackson che era di casa anche da Lulu White detta Mary, una delle più ricche tenutarie nere che, successivamente soppiantato da Jelly Roll Morton, rallegrava i clienti in attesa o in conversazione proponendo Blues o Rag-time a seconda dell’ora o della situazione. A New Orleans fluivano le note di Street Walzer Blues - il blues della prostituta, o di GinHouse Blues - il blues della casa del gin, ma anche Coal Cart Blues - il blues del carretto di cartone o di Washwoman Blues - il blues della lavandaia musica, insomma, che rappresentava il coacervo del mondo cittadino povero del quale cantava le poche gioie e i ben più diffusi dolori ed è proprio per questo che New Orleans fu individuata come la patria del Jazz, anziché collocarla a Saint Louis dove era nato il Rag-time oppure a Memphis dove si ascoltava tanto Jazz quanto se ne ascoltava nella più celebre Basin Street della stessa New Orleans. Paradossalmente non fu ne un negro ne un creolo a costituire la prima Jazz Band - tromba, trombone, clarinetto, contrabbasso e batteria, il cui modello verrà seguito per lunghi anni, bensì Papa Jack Laine, un batterista bianco nato a New Orleans nel 1873, la sua prima formazione nasce nel 1903 e suona Rag-time quindi nel 1905 costituisce la Reliance Brass Band nella quale si esibiscono Yellow Nunez al clarinetto, Dave Perkins al trombone, Johnny Lala e Manuel Marlow alla cornetta e lui, Papa Jack Laine alla batteria. Quasi tutti i musicisti bianchi suonarono in questa orchestra, i fratelli Brunies, Charlie Stalebread, il pianista Henry Ragas, il trombettista Eddie Edwards e molti altri, ma molti altre orchestre intorno all’anno 1910 suonarono a New Orleans, una di queste fu quella di Tom Brown che debuttò nel 1913 con il nome di Tom Brown’s Band from Dixieland per passare nel 1915 a quello di Lamb’s Cafè di Chicago. Un cronista dell’epoca riferisce che da Chicago venne a New Orleans tale Harry James, omonimo del famoso trombettista della Swing Era, per ingaggiare una Orchestra Dixieland che potesse suonare nel famoso Booster Club di quella città questi, nel cuore di Storyville reperì un trio costituito dal clarinettista Alcide Yellow Nunez, dal pianista Henry Ragas e dal batterista Johnny Stein; Harry James, però era alla ricerca non un trio bensì un quintetto e, poiché Johnny Stein non volle partire per Chicago, il gruppo venne completato con la batteria di Tony Sbarbato, con il trombone di Eddie Edwards e con la cornetta di Nick LaRocca, nasceva la Original Dixieland Jazz Ban della quale ci occuperemo in altra sede. Fin dalle sue origini il Jazz di New Orleans, fu figlio di matrimoni misti e se è vero che molti musicisti neri dettero il loro insostituibile contributo, è pur vero che al suo successo contribuirono anche molti musicisti creoli come Alphonse Picou, Sidney Bechet, Albert Nocholas, Barney Bigard, Honorè Dutrey, Johnny St-Cyr e tanti altri, primo fra tutti, naturalmente Jelly Roll Morton che si preoccupò sempre di precisare che egli era un creolo e non un afro americano. continua sul prossimo numero... 41 Campo de’ fiori Come ogni anno l’Okinawa Sporting Club si conferma come una delle migliori società’ d’italia, affermandosi di nuovo con eccellenti risultati. Grande la soddisfazione del Direttore Tecnico (M°Mercuri Carlo) e dei suoi collaboratori (Ist.Mercuri Fabio & Mercuri Roberta). Di seguito i risultati ottenuti dagli allievi. CAMPIONATI ITALIANI 2008 (Cervia il 5/6 aprile) Risultati Kata: Sestili Andrea (campione Italiano); Racovita Cosmin (2° Classificato); Filippelli Fabio (3° Classificato); Imperio Gianmaria (3°Classificato). Risultati Kumite: Racovita Cosmin (Campione Italiano); Vastarella Nicola (2°Classificato); Bernardi Gianluca (3°Classificato); Imperio Gianmaria (3°Classificato). CAMPIONATI REGIONALI PREAGONISTI (Ariccia 30 Marzo).Risultati Kata: Cavalieri Ginevra (1°Classificata); Febbi Daniel(1° Classificato); D’Addario Pietro (2° Classificato); DeFedericis Alessia (2° Classificata); Sansonetti Giulia(2° Classificata); Batik Hariz (3°Classificato). Risultati Kumite: Sansonetti Simone (1° Classificato); Cavalieri Ginevra (2° Classificata); Dafedericis Alessia(2° Classificata); Accettone Michela(3° Classificata); Baltik Hariz(3°Classificato); D’addario Pietro (3° Classificato). Fasi della Gara di Kumite I piccoli Karateka dell’Okinawa 42 Campo de’ fiori Tantissimi auguri Tanti auguri di Buon a Veronica Compleanno a Federico Gomiero che il 2 Anselmi che ha compiuto Maggio compie gli anni il 20 Aprile, dalla 18 anni. mamma, il papà, la sorella Le auguriamo Cecilia, i parenti e la redache la vita le zione di Campo de’ fiori. riservi solo momenti felici. Con cuore, mamma, papà e Lorenzo. Tantissimi auguri alla piccola Lucrezia Fabrizi che compie 2 anni il 28 Aprile, da mamma, papà, il fratellino Lorenzo, i nonni e gli zii. Tanti auguri a Maurizio e Federica Casadidio che compiono 18 anni l’ 8 Maggio, da mamma, i Tanti auguri a Andrea fratelli e i Pantani che l’11 Maggio compie 1 anno nipotini Matteo, Marzio, Giulia e dalla Chiara. sorellina Chiara, i genitori, i nonni, gli zii e tutti i parenti. Tanti auguri al nostro magnifico papà Giovanni Longo che ha compiuto gli anni il 9 Aprile, da Sara, Martina e Lory. Tanti auguri a Mauro Ferrelli e Gianna Chiossi che il 20 Marzo hanno festeggiato 25 anni di matrimonio, dai figli Stefano, Dario e Anna Maria. Tanti auguri alla piccola Matilde che ha compiuto il suo primo anno il 6 Aprile, da Sara, Martina, zia Lory e zio Giovanni. Gli auguri più sinceri sono quelli fatti col cuore… gli auguri più belli sono quelli che ricevi dalle persone speciali… spero che i nostri siano quelli più belli ma sicuramente sono quelli più sinceri. Tanti auguri a Claudia che l‘ 11 Aprile ha compiuto 18 anni. Baci Flavia, Simona, Alessia, Andrea, Marco e Chiara. 43 Campo de’ fiori Tantissimi auguri a Mario e Clelia Sberna che il 7 Febbraio hanno festeggiato 60 anni di matrimonio, dai figli Roberto e Marcello, dalle nuore e i nipoti. Tanti auguri a Addolorata Pantaleo che ha compiuto gli anni il 24 Marzo, da Assunta, Maria, Claudio, Lory, Margherita e Franco e tutti quelli che la conoscono. Nonostante questo compleanno, per te il tempo non passa. Tanti auguri a nonna Anna per i suoi 70 anni dai nipoti Serena, Mirko e Luca. Buon Compleanno a Nicolò Nucci che il 14 Aprile ha compiuto 6 anni. Auguri dai genitori, i nonni ed un bacio dalla sorellina Beatrice. Roberto saluta gli amici Luciano e Fabio del Borgo e in particolare Mauro. Un affettuoso abbraccio ed i nostri più cari auguri a te, mamma, che il 2 aprile hai festeggiato il compleanno. Da Andrea, Stefania, Sergio, Laura, e dai nipoti Luca e Giulia Tantissimi auguri a Mirko Ceccani che il 23 Aprile ha compiuto 9 anni, da mamma, papà, i nonni, gli zii, e le zie. Alla nostra cara zia Cinzia che il 25 Aprile ha festeggiato il suo compleanno dai tuoi affezionatissimi nipoti: Susanna, Giovanni, Diego e Simeone. Ti vogliamo un mondo di bene! Sei mitica! Tanti auguri a Simona Tomei che il 20 Aprile ha compiuto gli anni e il 13 Maggio diventerà mamma per la 2° volta regalandoci un bel maschietto. Auguri a Barbara De Rinaldis che compie gli anni il 28 Aprile, da mamma, papà, i fratelli Emiliano e Alessandro, le cognate Francesca e Silvia e Roberto. Auguri a Barbara per i suoi 29 anni dai pionieri della Croce Rossa di Civita Castellana. 44 Campo de’ fiori Tanti auguri per una vita piena di gioie e felicità a Emma Giambartolomei, dai nonni Sandro e Maria Teresa. Ylenia, Beatrice, Andrea, Daniela, Cristina e Marco si uniscono alla felicità di Giuseppe e Maria Pia per augurargli un buon 33° Anniversario. Alessandra Caccetta saluta tutti gli amichetti della II° A Don Bosco Francesca Piunti per i tuoi magnifici ed in par- 13 anni che hai compiuto il 25 Aprile, ticolare la un abbraccio pieno d’amore e un maestra mondo di auguroni dalla tua nonna e Piera. da tutta la famiglia. Un bacio ad Alessandra da parte del papà Roberto. SORPRESA!!! Un bacione da Roby. Tantissimi auguri a Claudia Pignani che ha compiuto il suo primo anno il 21 Aprile, da mamma, papà, gli zii e i nonni. Tanti auguri a Peruzzi Sara che il 25 Aprile ha compiuto 1 anno. Auguri dal papà Luca e dalla mamma Emanuela. Tantissimi auguri alla mia mamma Antonella e al mio papà Sergio che il 23 Aprile hanno raggiunto un traguardo importante … le nozze d’argento. Vi voglio tanto bene, Silvia. Tanti auguri di buon compleanno a Sara e Stefano che il 23 e il 30 Maggio 2008 compiranno rispettivamente cinque e sette anni. Con immenso affetto, i nonni, i genitori e gli zii. Cari mamma Maria e papà Nicola, siamo orgogliosi di festeggiare, il 28 Aprile, il vostro 50° anniversario di matrimonio. Con amore, i vostri figli Adriana e Domenico Di Battista e famiglie. Campo de’ fiori Tanti auguri alla piccola Denise Iosca che il 23 aprile ha compiuto 2 anni, da zio Lallo zia Moia e mamma. Che la vita ti sorrida sempre, piccola Beatrice, piccola creatura meravigliosa che hai rapito il nostro cuore. Grazie a Fiorella e a Marco per questo dono prezioso, con amore infinito Ziaia e Zione. 45 Tanti auguri a Flora Iaffei di Roma che compie gli anni il 29 Aprile, dalle figlie Roberta e Rossella, i generi e i nipoti. Tanti auguri di buon compleanno a Ginevra Lutrario che ha compiuto 3 anni il 20 Aprile dagli zii Mauro, Antonella, Roberta, Maurizio, Lorella e Laura. Auguri a Gustavino che il 14 Maggio festeggia il compleanno, dalle figlie, i generi, i nipoti e dalla moglie Marisa. Auguri a Elio Mosca di Bronzolo (BZ) che compie gli anni il 7 Maggio, da Paola, Franco, Carla e Gianni e dagli zii Lanfranco e Marisa. Buon compleanno a Eugenia Cimarra che il 19 Maggio compie 90 anni, dalle nipoti Laura, Patrizia e tutti quelli che le vogliono bene. Augurissimi !!! Auguri di Buon compleanno a Mario Domizi per i suoi 94 anni con grande affetto da tutta la sua numerosa famiglia A Edda e a Eraldo Bigarelli per i loro 47 anni di matrimonio. Auguriamo di continuare a dissetarsi con il cocktail tra zaffiro e oro fatto di amore, stima, rispetto, passione, dedizione ed un pizzico di frizzante! Dalla figlia Maria Cristina, dal genero Alessandro e dal nipotino Claudio. Tanti auguri alla dolce Francesca Stella di Terni che il 4 Maggio riceve la prima comunione, dalla sorellina Federica, i cuginetti Leonardo e Filippo, dai genitori, i nonni e gli zii. Tanti baci e auguri dagli amici di Civita Castellana e dalla piccola Giada. 46 Campo de’ fiori Album d Campo de’ fiori Seconda Elementare Dante Alighieri di Fabrica di Roma, anno 1962 - foto del Sig. Massimo Ricci. In alto da sx.Eraldo Mecarelli, Alberto Cencelli, Pietro Bedini, il maestro Angelo Capparella, Luciano Balzerano, Giulio Nardocci, Attilio Rossi, Luigi Testa, Massimo Ricci. In basso da sx. Tonino Testa, Francesco Capparucci, Donato De Luca, Giorgio Giorgi, Alberto Ascenzi, Augusto Francola, Francesco Mascagna, Roberto Giaquinto. Campo de’ fiori Civita Castellana 1957 foto scattata in Via del Tiratore. Da sx: Primo Rossi, Giampiero Civilotti, Patrizia Fantera, la piccola Luciana Caprioli, Franco Caprioli Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere 47 Campo de’ fiori dei ricordi Campo de’ fiori Fabrica di Roma 1969 - La prima Comunione - foto della signora Giovanna Chiossi. In alto da sx: Rosita Bragoni, Maria Silvagni, Isa Pedica, Sonia Anselmi, Rosita Cosimi, Maria Giacinta Malatesta, Maria Grazia Mattioli, Don Mario. In basso da sx: Marisa Cencelli, Maria Lucia Ceccarelli, Sandra Iannoni, Rosina Cesari, Eleonora Capitoni, Giavanna Chiossi, Gisella Pedica, Antonella Volutelli, Rina Alessi. Corchiano Da sx: Alfio Ernoni, Pietro Piergentili, Gina Rita, Loredana Montanini, Morena Mechelli, Suor Angela Squadrone In basso da sx: Anna Grazia Sberna, Franca Crescenzi, Lorella Lucchesi, Gorizia Rosati Campo de’ fiori e pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite. 48 Campo de’ fiori Album d Campo de’ fiori Primi anni ‘70 - Ristorante Zeppolicchio a Fabrica di Roma. Da sinistra: Franco Pucci, Massimo Capitoni, Andrea Pacelli, Dino Di Pietro, Fabio Torre, Vittorio Del Bianco (cameriere), Carlo Salvi, Ercole Ottaviani 1955 - Sala Cicuti - Civita Castellana Da sx: Anna Angeletti, Francesco Stotani, Luciana Angeletti, Enzo Brunelli, Plinio Zenoni, Vincenzo Del Frate, Renzo Angeletti Campo de’ fiori 49 dei ricordi Campo de’ fiori 5° elementare anno 1963/64 di Fabrica di Roma - Maestra Laura Ricci Bartolocci- foto Franco Sciarrini. In piedi da sx: Postiglione, Eugenio Antonio Silvagni, Giuseppe Testa, Massimo Capitoni, Pierluigi Grandi, Maurizio Ponti, Franco Sciarrini, Roberto Navalisi. In basso da sx: Marisa Anselmi, Capuano, Laura Pierantonelli, Rossana Ascenzi, Rita Baldassi, Rodolfo Ercoli. Civita Castellana scuola materna 1960 foto della Sig.ra Laura Primanni Campo de’ fiori 50 No country for old men. USA, 2007. Thriller; Genere: regia: Ethan Coen, Joel Coen; interpreti: Josh Brolin, Tommy Lee Jones, Woody Harrelson, Javier Bardem, Stephen Root, Kelly di MacDonald, Beth M. Cristina Caponi Grant, James Brolin, Barry Corbin, Jason Douglas, Garret Dillahunt; soggetto: Cormac McCarthy; sceneggiatura: Ethan Coen, Joel Coen; fotografia: Roger Deakins; musica: Carter Burwell; costumi: Mary Zophres; produzione: distribuzione: Universal Picture; durata: 122 minuti. L’Ovest dei fratelli Ethan e Joel Coen è una terra assolutamente inospitale, arsa dal sole torrido e accarezzata da un vento sferzante. Ma, soprattutto, brulica di cadaveri di narcotrafficanti messicani. Altro che eden incontaminato; piuttosto, una marcia landa desertica, in cui il Male assoluto macina senza sosta vittime più o meno innocenti e si avvale, per tale compito, di una sorta d’angelo sterminatore. Come sentenzia uno dei personaggi, “non si può fermare quello che sta per arrivare”. Si tratta di un flagello paragonabile soltanto alla peste bubbonica e risponde al nome di Anton Chigurh (un luciferino Javier Bardem). E’ un assassino nato, un natural born killer, con una voce spaventosamente cavernosa e un taglio di capelli improponibile, che, a malapena, cela uno sguardo del tutto inespressivo. Auguratevi di non trovarvelo mai in mezzo ai piedi sul vostro cammino; deciderà della vostra vita lanciando in aria una monetina e, a seconda che esca testa o croce, la vostra esistenza sarà irrevocabilmente segnata. La sua arma preferita: una bombola d’aria compressa collegata ad un tubo al cui termine c’è una pistola da macello. In simile killer incapperà un reduce dal Vietnam, tale Llewelyn Moss (Josh Brolin), entrato per caso in possesso di una valigetta contenente due milioni di dollari, da lui sottratta sulla scena di un regolamento di conti fra trafficanti di droga. Ma Anton Campo de’ fiori NON E’ UN PAESE PER VECCHI Chigurh non sarà l’unico a seguire le tracce del veterano di guerra. Per ragioni opposte, gli starà alle costole anche l’attempato sceriffo Bell (Tommy Lee Jones), convinto di poter salvare Moss da chi lo tallona. Tratto dall’omonimo romanzo (pubblicato in Italia dalla casa editrice Einaudi) del premio Pulitzer Corman McCarthy, Non è un paese per vecchi è stato candidato addirittura ad otto Oscar e, alla fine, è riuscito a portare a casa ben quattro statuette: miglior film, regia, attore non protagonista e sceneggiatura non originale. Veramente un colpaccio per i “Coen brothers”, che si riscattano alla grande dopo due opere decisamente minori come Prima ti sposo poi ti rovino e Ladykillers. Certo, si deve ammettere che, in fondo, quest’anno si è trattata di una competizione poco ardua, dal momento che due dei migliori film della stagione, quali Into the wild di Sean Penn e Across the universe di Julie Taymor, non hanno avuto alcuna nomination. Un vero e proprio mistero la loro assenza agli Oscar… Bando alle polemiche, per onestà, bisogna ammettere che la maestria degli autori si è concentrata più sulla forma che sul contenuto. Suggestive le atmosfere, ottima la fotografia di Roger Deakins, interessante il montaggio; ma, a parte tutto ciò, il ritmo non riesce a tenere il passo e la pellicola diviene a tratti mortalmente ripetitiva. Colpa, a volte, anche di un’azione drammatica ripetutamente interrotta per far posto a calligrafici esercizi di stile o a dialoghi filosofici, spesso, assolutamente inutili. Minimale l’uso della musica, condensata in poche sonorità sottotono. Indiscussa la bravura del tris d’attori, su tutti uno straordinario Tommy Lee Jones. Tuttavia, il suo personaggio rimane una figura incessantemente sfumata e appena abbozzata. Intrigante, al contrario, la commistione di vari generi cinematografici, per cui in Non è un paese per vecchi si spazia dal western classico al thriller, dal road movie al dramma, con, magari, un pizzico di commedia nera (l’umorismo macabro è da sempre il loro marchio di fabbrica). Per tale ibridità di fondo, più di un critico lo ha giustamente accostato ad un altro classico dei Coen, ovvero Fargo, datato 1996. Per il cinema hollywoodiano attuale, tutto teso a rincorrere guadagni facili con improbabili sequel di saghe epiche o con remake di cui non si sente per nulla la necessità, quest’opera ha il sapore di un autentico prodotto artigianale, seppure imperfetto. Campo de’ fiori ANNUNCI ECONOMICI GRATUITI PER PRIVATI a pagamento per ditte o società- Tel. Fax 0761.513117 Cedola da ritagliare e spedire L’annuncio sarà ripetuto per 3 uscite, salvo diversa decisione della redazione 51 Compilate qui il vs annuncio gratuito e speditelo in busta chiusa a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione n. 2 - 01033 Civita Castellana (VT) oppure mandate un Fax al n. 0761.513117 o una e-mail a [email protected] (scrivere in stampatello e senza abbreviazioni) .................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. Gli annunci gratuiti sono esclusivamente riservati a privati. Campo de’ fiori non è responsabile per la qualitià e la veridicità delle inserzioni. A garanzia dei lettori, Campo de’ fiori si riserva il diritto di NON PUBBLICARE annunci non conformi al presente regolamento o che, a suo insindacabile giudizio, risultino non chiari o che possono prestarsi ad interpretazioni equivoche. Gli inserzionisti prendono atto che, a richiesta dell’Autorità Giudiziaria, Campo de’ fiori fornirà tutte le notizie riportate con la presente cedola. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “tutela dei dati personali”. COMMITTENTE: NOME................................................COGNOME..............................................Via............................................................... Città......................................................Tel...................................Firma................................................................ Farmacie Civita Castellana aperte nei giorni festivi di Maggio 2008 4 Maggio - Farmacia Filizzola C.so B.Buozzi 11 Maggio - Farmacia Versace Sassacci - Farmacia Municipale Via Ferretti 18 Maggio - Farmacia Municipale Via Santa Felicissima 25 Maggio - Farmacia Filizzola Farmacie Corchiano e Fabrica aperte nei giorni festivi di Maggio 2008 4 Maggio - Farmacia Liberati di Fabrica di Roma 11 Maggio - Farmacia Sangiorgi di Corchiano Benzinai Civita Castellana aperti nei giorni festivi di Aprile 2008 01 Maggio - Esso Via Flaminia - Agip Via Belvedere Faleri 04 Maggio - Esso Via Flaminia - Erg Via Nepesina - Q8 Via Terni 11 Maggio - Tamoil Via Flaminia - IP Variante Nepesina - Total Via Terni 18 Maggio - Agip Borghetto - Enerpetroli SP 311 Nepesina 25 Maggio - Schell Via Flaminia - Api Via Corchiano SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome________________________________________________ data di nascita_______________ __________Città________________________________________________________Prov._______ Via_______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome_________________________________________________________________ data di nascita___________________________Città______________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono__________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 52 Campo de’ fiori CHIESA DI SAN GIULIANO sita in FALERIA provincia di Viterbo Compilatore scheda didattica: Debora Riganelli, Carolina Mancini e Silvia Palamides Docente: arch. Massimo Cirioni Questo è un nuovo lavoro realizzato nell’anno scolastico 2007/08 da studenti della classe 4^ B dell’Istituto d’Arte “Ulderico Ridossi” di Civita Castellana, ad indirizzo Beni Culturali. La seguente scheda riguarda la Chiesa di San Giuliano a Faleria, è stata redatta dagli studenti Debora Riganelli, Carolina Mancini e Silvia Palamides, sotto la guida del prof. Massimo Cirioni nell’ambito della disciplina “Catalogazione dei beni Culturali”. Notizie storico critiche: Il primo impianto della Chiesa risale probabilmente al secolo XII,. di cui oggi rimangono i possenti muri perimetrali visibili esternamente, dove sono riconoscibili tasselli di marmo lavorato provenienti probabilmente da monumenti di epoca romana ed utilizzati come materiale di spoglio a fini decorativi. Vari indizi fanno ritenere che i primi originari protettori del paese furono gli apostoli Pietro e Paolo, dei quali fu conservata memoria nella chiesa fino al XVII secolo con la realizzazione di un altare in loro onore. Entrando dalla porta principale, nello spazio chiuso creato dalla costruzione del Coro, si può vedere un Rosone realizzato con pietre colorate. E’ possibile ipotizzare che esso sia stato eseguito insieme al pavimento da marmorari romani riconducibili alla famiglia Planimetria della chiesa Cosmatesca che nello stesso periodo realizzava quello del più ricco Duomo di Civita Castellana. Nel secolo XIV la chiesa fu totalmente ristrutturata, si realizzò la conca absidale sull’area della Sagrestia che venne rialzata insieme con il pavimento dell’Altare Maggiore e con la conseguente creazione nel piano sotterraneo di una Cripta. Della stessa epoca è la realizzazione della prima facciata. Ulteriori lavori furono apportati all’impianto strutturale in questo periodo: vennero chiuse alcune finestre e furono erette le prime due cappelle laterali, una dedicata a San Giuliano, proclamato poi nuovo protettore di Stabbia (l’antica denominazione di Faleria) e l’altra al SS. Salvatore, sull’altare del quale poi, fu posto il prezioso conosciuto. dipinto di Salvatore Romano datato 1420. trattadidiSan una chiesa adiFaleria tipologia basilicaNel secolo XVI fu eseguita l’ultima Veduta impor-dellaSichiesa Giuliano dall’esterno le a tre navate, la copertura nelle navate tante trasformazione della chiesa, rinnovalaterali è realizzata con volte a crociera e ta dal Conte Everso degli Anguillara, che quella centrale con capriate in legno. mutò l’ordine architettonico originario. Il campanile romanico fu costruito nel Furono chiuse tutte le finestre parietali ed 1504. eretti quattro nuovi altari dedicati a: San Iscrizioni-Lapidi-Stemmi-Graffiti: Ci sono Girolamo, all’Annun-ciazione di Maria, a stemmi araldici ai fianchi dell’Altare e al S.S. Pietro e Paolo, trasferiti dall’altare centro dell’affresco che rappresenta San maggiore e a San Giovanni Battista. Particolare segnalazione merita la cappella di san Giovanni Battista sorretta da colonne con capitelli realizzati con marmo pregiato da marmorari di buona levatura tecnica. In questa cappella della famiglia Anguillara sono ancora oggi visibili gli stemmi araldici che documentano lo spirito mistico di questi feuInterno della chiesa datari. Il quadro ad olio Giovanni Battista insieme alla figura del donato da Everso Anguillara e raffigurante Cristo. Le iscrizioni sono situate sui portaSan Giovanni, di pregevole valore artistico li in pietra bianca della chiesa: “TEe storico fu venduto nei primi anni del O F. G R T I - E T - P T R - S C E N - A D 1900. Tra la fine del 1400 e gli inizi del MCCCCLXXXVIII-MDIV-CO-AN-DOMINAN1500 furono costruiti i portali in travertino TE” “A te offriamo noi Santesi Pietro e che si inseriscono bene nella forzata autarGraziano nell’anno del Signore 1498 – chia architettonica della facciata della 1504 sotto il dominio dei Conti Anguillara.” chiesa. Restauri: nel 1991 il Coro in legno, la paviLe dediche latine incise sui tre timpani dei mentazione, ora in cotto e il colonnato. suddetti portali a causa della loro estrema Nel 1975 è stato riportato il soffitto della semplificazione sono di difficile interpretanavata centrale alla forma originaria con le zione. capriate proprie dello stile romanico. Il nome dell’architetto che la costruì non è 53 Campo de’ fiori Ecologia e Ambiente Quante persone soffrono di allergie alimentari o ambientali? di Giovanni Francola Sono circa 80 milioni di persone in tutta Europa affette da allergie. Soltanto in Italia il 26% della popolazione è vittima di qualche forma di allergia alimentare (cioè da frumento, latte, arachidi, albume) o ambientale (pollini, acari, metalli, profumi, cosmetici, punture di insetti e fumo). Si possono verificare anche allergie a dei farmaci come antibiotici e anestetici. Sempre restando nel nostro paese, un bambino su tre è affetto da allergie. Da diversi studi effettuati, emergono dati interessanti: più del 15% dei casi di asma pediatrico sarebbe da attribuire al fumo passivo, infatti i bambini asmatici spesso sono figli di fumatori. Ma altri fattori possono aumentare tale rischi, ad esempio case molto umide o molto calde possono favorire la formazione di muffe o di acari, che certo non sono un toccasana per la nostra salute. Un altro dato che incuriosisce è sapere che bambini che vivono nei grandi centri urbani con alta densità di traffico veicolare, sono molto più esposti ad allergie rispetto ai bambini che vivono in ambienti rurali; soprattutto se sono a contatto con animali domestici. Di certo c’è che, una volta individuato l’allergene, cioè la sostanza che scatena la reazione allergica, l’accorgimento maggiore è quello di starne lontani, ma ciò non sempre è possibile. Con l’avvicinarsi della primavera, non è un caso incontrare persone che starnutiscono in continuazione o si stropicciano con insistenza gli occhi. Per non parlare delle allergie alimentari, pensate soltanto alla “celiachia”, cioè l’intolleranza al glutine e ad alcune sue componenti proteiche così dette “gliadine”, ne soffre una persona su cento, ed ogni anno circa 5000 sono le nuove diagnosi, questo ovviamente nella sola Italia. Ora mi chiedo: perché sempre più persone soffrono di queste allergie? In tutto questo c’è forse una connessione con i così detti “OGM-CMG”? Chi può dirlo, di certo c’è che quando si cambia la biologia molecolare e cellulare di ogni organismo, tali modifiche non sono presenti in condizioni naturali. Coloro che manipolano geneticamente sia cibi che sementi, sono affiliati alle grandi multinazionali delle biotecnologie, che sostengono a gran voce che le modifiche Info Pubb. 0761.513117 effettuate sono controllate, come pure tutto il processo per ottenere tali risultati. Affermare che è tutto sotto controllo è, a parer mio, del tutto azzardato, primo perché i risultati che si ottengono in laboratorio possono essere ben diversi da quelli che vengono applicati fuori, in un ambiente dove ad interagire sono ulteriori fattori “non prevedibili”, secondo, è totalmente impensabile controllare una situazione di “modifica genetica”, nel tempo e nello spazio, senza che essa possa, in un qualsiasi momento, sfuggire e trasformarsi in un pericolo irreversibile per tutte le altre forme di vita. 54 Campo de’ fiori 5 per mille...sorrisi! Dopo poco più di due anni dalla prima occasione, offertami da Campo de’ fiori, di far conoscere la piccola associazione benefica “Per un sorriso”, fondata da una mia collega, con la quale da tempo collaboro per il sostegno in loco di un gruppo di bambini orfani in India (oltre ad altre varie iniziative di sponsorizzazione, tra cui un corso professionale di informatica per 10 ragazze rurali), torno a scrivere su queste pagine per qualche importante aggiornamento. “Per un sorriso”, poco più di un anno fa, ha ottenuto lo status di onlus ed è quindi diventata, ufficialmente e a tutti gli effetti, un’associazione di volontariato non a scopo di lucro, iscritta all’albo regionale delle associazioni di volontariato del Lazio, censite dal CESV. Questa enorme conquista ci ha permesso, tra le altre cose, di poter essere iscritti nella lista dei beneficiari del 5 per mille della dichiarazione dei redditi, che tutti possono devolvere ad associazioni umanitarie. Inoltre, chiunque faccia donazioni, anche minime, direttamente sul conto corrente di “Per un sorriso”, ha poi la possibilità di scaricare la somma donata, sempre nella dichiarazione dei redditi, indicandola come “donazione”. Due semplici modi per aiutarci che non pesano nulla, ma che per noi smuovono montagne! Nel 2007, nostro primo anno di raccolta del 5 per mille, abbiamo avuto ben oltre 130 adesioni e nutriamo la speranza che quest’anno, e in quelli a venire, il numero degli amici dei bambini possa aumentare! Se visitate il nostro sito (www.perunsorriso.org) trovate foto e notizie riguardanti la nostra attività; sarò comunque felice di poter rispondere anche a viva voce a ogni altra curiosità in merito. Come scrissi a suo tempo, appena 15 euro sono la spesa totale mensile per la vita e la dignità di un bambino. Sin d’ora GRAZIE a chiunque vorrà aiutare i bambini di “Per un sorriso”… Roberto Lanzi: 347.25.767.24 [email protected] (scrivetemi per ricevere la nostra mailing list) Per un sorriso: www.perunsorriso.org CF 97357350582 (da indicare per il 5 per mille) c/c 1000/00001755 intestato a “Per un sorriso onlus” presso Cassa di Risparmio di Padova, ag. 01565. Cod Iban IT56B0622512154100000001755 Campo de’ fiori RUBRICA MEDICA 55 Le vene varicose Sono stata operata 15 anni fa di vene varicose alla gamba destra, ora ho lo stesso problema a sinistra. Il senso di peso di sera alla gamba è fastidioso e Dott. Fabio Cesare talvolta ho cramCampanile pi durante la Specialista in chirurgia notte. Non mi generale vorrei operare perché ricordo dolore e fastidi dell’intervento precedente. Che alternative ho? Cara signora, Lei ricorda i fastidi del suo intervento ma in 15 anni nel campo della flebologia sono stati fatti passi da gigante e oggi possiamo intervenire in modi assai diversi, riducendo di molto i disagi. L’evoluzione della ricerca dimostra che non esiste un unico intervento per tutti i casi, poiché non tutte le varici sono uguali, e per dare una risposta a una domanda come la Sua è indispensabile uno scrupoloso approfondimento diagnostico mirato a definire la strategia terapeutica più adeguata ad ogni singolo caso. Solo così si potrà individuare il miglior trattamento per quel particolare paziente: a volte, infatti, una operazione non è necessaria, oppure si può risolvere la situazione con un intervento poco o niente affatto demolitivo. Le vene delle gambe sono disegnate per riportare il sangue dai piedi verso l’alto; per far ciò hanno al loro interno un sistema di valvole che permette al sangue di scorrere in una sola direzione, impedendone, al contrario, il percorso dall’alto verso il basso. Alla base dell’insorgenza delle varici c’é generalmente il malfunzionamento di una o più di queste valvole. I moderni apparecchi ecografici ci consentono di vedere e studiare accuratamente queste strutture (se l’esame è condotto con tempo ed attenzione). Solo constatando che l’intero apparato valvolare della safena è danneggiato, non avremo altra scelta che asportare l’intera vena. Spesso però siamo in grado di stabilire che solo alcune valvole sono interessate, mentre il resto è funzionante, o addirittura che il problema risiede solo nella prima valvola della safena, all’inguine. Le più aggiornate tecniche chirurgiche consentono allora, in mani esperte, di asportare solo il tratto di vena coinvolto (“stripping corto”) o addirittura di riparare la valvola non funzionante (“valvuloplastica”) risparmiando la vena. In selezionati casi poi uno speciale laser ci consente di chiudere la vena dall’interno (“termoablazione laser”) senza neppure la piccola incisione inguinale. Ho citato solo alcune delle possibilità terapeutiche a disposizione, è utile però sottolineare che il nostro sforzo è quello di individuare l’intervento meno invasivo e meglio tollerato dal paziente che dia però adeguate garanzie di guarigione; è infatti evidentemente diverso subire l’asportazione dell’intera vena, con molte incisioni su tutta la gamba, oppure essere trattati con l’asportazione di breve tratto di vena sulla coscia o perfino, con la riparazione della sola valvola con un piccolo taglio all’inguine. ping o stripping per invaginazione) messe a punto proprio per risolvere questi problemi. Al termine di questa breve carrellata di opzioni Lei comprenderà che di opportunità ce ne sono molte; e sta al chirurgo vagliarle dopo uno studio attento della Sua particolare situazione. La nostra tendenza ad essere meno invasivi poi, non si limita ad applicare interventi meno demolitivi. Anche quando non c’é altra strada che quella di ricorrere alla asportazione dell’intera vena safena le odierne raffinate tecniche chirurgiche possono far scomparire molti fastidi; ad esempio i disagi e il dolore relativi alle suture sulla gamba possono essere eliminati con una tecnica che evita le incisioni asportando le vene collaterali con piccoli fori sostanzialmente invisibili che non richiedono punti di sutura e non sono dolorosi; le parestesie (formicolii) possono essere minimizzati ricorrendo a particolari tecniche di intervento (pin strip- INDIRIZZATE LE VOSTRE DOMANDE AI MEDICI SPECIALISTI CHE COLLABORANO A QUESTA RUBRICA DIRETTAMENTE PRESSO LA NOSTRA REDAZIONE, Piazza della Liberazione n. 2 - 01033 Civita Castellana (VT) - Tel/Fax: 0761.513117 o per e-mail: [email protected] 56 Campo de’ fiori SINDONE, IL SEGNO DEL NOSTRO TEMPO (seconda parte) a cura della Prof.ssa Maria Cristina Bigarelli Maestà, Serenità emanano dal Volto! Laddove c’è il Mistero, c’è la fede! La scienza come ausilio per rivelare la storicità della sofferenza... ...e del dolore patito dall’Uomo della Sindone. “... il Verbo si è fatto carne, è morto, è risorto per la salvezza di tutti gli uomini.” Incontrare, ascoltare e parlare con il prof. Alberto Di Giglio ci ha condotti passo dopo passo a frantumare i dubbi e le perplessità insinuati negli anni da alcuni intorno al lenzuolo che ha avvolto Gesù Cristo dopo essere stato calato dalla Croce e, quindi, deposto nel Sepolcro. Accompagnandoci all’interno dei segreti, del significato e delle peculiarità scientifiche, l’esperto della divulgazione degli studi e delle osservazioni sulla Sindone ci conferma l’autenticità dell’ oggetto, che contenne il corpo senza vita del Figlio di Dio e che fu testimone di un avvenimento unico nel suo genere: il corpo martoriato di quel Crocifisso (giustiziato secondo la crocifissione romana andata in disuso alla fine del I secolo) è rimasto impresso su quel telo come mai era accaduto prima. La Sindone, oggetto archeologico più studiato al mondo (30/40 discipline con scienziati di estrazione cattolica, mormona, atea, ebrea ecc.), fu fotografata per la prima volta da Secondo Pia, rivelando l’immagine in positivo il 28 maggio 1898: era stata da poco scoperta la fotografia! Se guardiamo bene c’è qualcosa che rimanda al negativo fotografico:in quella camera oscura quella sera avviene un fenomeno del tutto singolare per un’immagine come quella: il bianco diventa nero e tutto ciò che era scuro diventa bianco. Sotto lo sguardo stupito di Secondo Pia, l’ immagine diventa negativo e si rivela in questo suo segreto, conservato per ben 19 secoli. Come mai una tale immagine dà un negativo fotografico? E’ La fotografia stessa che lo spiega nella sua peculiarità di scrittura attraverso la luce. Chissà ! Siamo autorizzati a pensare, a credere che all’interno di quel sepolcro, nel buio, si sia sprigionata una luce. Non c’è altra spiegazione! Guardando il volto possiamo osservare e analizzare tanti elementi: gli occhi chiusi, il naso con la cartilagine spezzata, un ematoma sulla guancia destra, un grumo di sangue intorno alle labbra, alla bocca, la barba insanguinata. Osservando il volto, secondo Jackson, docente di comunicazioni sociali alla Pontificia Lateranense di Roma, si tratta certamente di un ebreo, di un semita: lo si deduce dalla lunghezza del naso, dalla pienezza del labbro inferiore e dalla vicinanza degli occhi alla radice del naso. Claudio Sorge annuncia che non solo Dio ha mandato suo Figlio, ma pensando a noi uomini della civiltà dell’immagine, ci ha procurato una fotografia, mostrandocela sorprendentemente dopo tanto tempo come un tesoro nascosto. Significative risultano le narrazioni dei Vangeli: Gesù è stato flagellato, la Sindone ci dice come è stato flagellato: 700 ferite inferte con fruste che scarnificavano il corpo. Questa è la flagellazione: prendono forza le parole del salmista: “ Sul mio dorso hanno fatto lunghi solchi,…ho presentato il dorso ai flagellatori”, è stato posto un casco di spine (custodito a Nôtre Dame di Parigi dal quale saranno prelevati campioni di polvere e messi a confronto con i pollini del Sacro Telo) che ha perforato vene ed arterie, provocando da 40 a 50 ferite. I segni del palo della croce sono là su quel corpo… Se guardiamo bene la Sindone, c’è proprio il nucleo centrale cristallizzato: “Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì, fu sepolto” e poi se incominciamo a intravedere un attimo la parte conclusiva di questo kerigma, con i puntini di sospensione potremmo anche scorgere indizi congrui con la tesi della Risurrezione. Studi incrociati e concordi, di scienziati della Nasa e statunitensi, con l’applicazione di software particolari, hanno portato alla luce la profondità dell’immagine della Sindone, cioè la tridimensionalità. Una radiazione, ci rivela il Professore, non introdottasi nella parte interna degli interstizi del tessuto, si è attenuata con il pasdai Savoia al successore saggio dell’aria: di Pietro sotto il lenzuolo viene a mancare la massa del corpo e, in rispetto della legge di gravità, cade su se stesso e mentre cade, questa misteriosa immagine assume la sua forma, provocando un cambiamento di stato. La datazione implicita all’interno del lenzuolo stesso è attribuibile al conio di forma rotondeggiante sull’occhio con scritte ricondutridimensionalità della cibili al XVI Sindone anno di Tiberio Cesare. All’altezza delle ginocchia e dei talloni è stato trovato un fango contenente l’ aragonite, un minerale misto alla calcite, presente nelle grotte di Gerusalemme, presso i luoghi della crocifissione. Interessante è la mappa storica che ci illustra dove la Sindone ha soggiornato: a Chambery (uno dei luoghi degli incendi che hanno tentato di lambire la Sindone nei secoli) nella Savoia nel sud della Francia dove nel 1878 S. Carlo Borromeo sciolse un voto andando a piedi a visitare la Sindone. Percorrendo a ritroso i luoghi la ritroviamo dal 1353 al 1356 nel Nord della Francia, ancora prima in Turchia, Costantinopoli, Istambul, Gerusalemme. Esiste un testo interessante che ci dice dove era la Sindone dopo la quarta crociata, il sacco di Costantinopoli del 1204. Dove è stata la Sindone per 150 anni ? Ci sono molte ipotesi: alcuni affermano che è stata presso i Cavalieri Templari, In Inghilterra, altri con i discendenti di Federico II, ma è più probabile che sia stata recuperata da S. Luigi IX, Re di Francia. La Sindone risulterà essere alla Saint Chapelle di Parigi nel 1247. I Savoia saranno i suoi custodi per 530 anni dal 1458 al 1982 quando alla morte di Umberto II, ritorna al Successore di Pietro. La Sindone oggi è conservata nella cattedrale di Torino, in una teca di cristallo e in acciaio, protetta dall’ossigeno e dalla luce. “…o Signore,la Tua passione contempliamo…” San Giovanni non parla di sepoltura, ma parla di qualcosa di più interessante: quando Pietro e Giovanni si recano al Sepolcro, lo trovarono vuoto,…videro e cedettero… se è vero che la Sindone di cui parliamo è la stessa che Govanni e Pietro trovarono nel sepolcro, certamente la conservarono. Allora il passaggio dai Savoia al Successore di Pietro assume il significato di dono all’umanità, di passaggio, di ritorno, molto profondo, chiarificatore ed eloquente. Secondo il calcolo delle probabilità applicato alla Sindone, studiando i metodi di crocifissione dei Romani, leggendo i vangeli, raccogliendo i dati degli innumerevoli studi interdisciplinari, si approda alla conclusione che l’Uomo della Sindone non possa essere Gesù Cristo soltanto in relazione a una sola possibilità su 200 miliardi. Un altro studio interessantissimo del criminologo Svizzero Direttore della scientifica di Zurigo, Max Frei, che aveva una sua tecnica di indagine per catturare delle polveri attraverso degli speciali nastri adesivi, ci informa di una raccolta cospicua di una sessantina di pollini. Si riuscì, così, a ricostruire quella che si chiama la cronogeografia; cioè la mappa delle tappe della Sindone. Successivamente ristudiati da un botanico dell’università di Gerusalemme, alla morte di Max Frei, gli stessi pollini hanno dato modo di affermare che, “alcuni di essi appartengono a piante dell’area siro-palestinese e che vivono soltanto nel periodo primaverile”, durante il quale morì Gesù Cristo. L’energia sconosciuta sviluppatasi nel corpo di Cristo ha permesso allo stesso di superare tutto quel sangue, tutto quel dolore,tutto quel peccato del quale si era fatto carico, attraversando il lino, risuscitando con tutto il corpo, trasformandosi, vincendo la morte, trionfando sul male. La delicata immagine formatasi ci invia un messaggio: la Sindone è Segno di dolore, di speranza, di umiliazione, di trionfo, di morte, di Risurrezione…e il suo peregrinare è paragonabile a un vero e proprio errare di luogo in luogo, di cuore in cuore.”Noi siamo come erranti sulla terra e, se non ci fosse dinanzi a noi la preziosa immagine di Cristo, ci smarriremmo e ci perderemmo del tutto come il genere umano prima del diluvio” ! 57 Campo de’ fiori Gessica Serafinelli: poesie giovani Anche questo mese abbiamo il piacere di parlare di una giovanissima scrittrice di poesie: Gessica Serafinelli di Civita Castellana. Gessica ha venti anni e frequenta il primo anno della facoltà di architettura dell’Università La Sapienza di Roma. Inizia a scrivere poesie a quattordici anni, quando frequenta il primo anno dell’Istituto d’arte, semplicemente per portare a termine un compito assegnatole dalla sua professoressa d’italiano, ma poi si accorge che, tutto sommato, comporre in versi le piace e le riesce. Del resto già da bambina, non appena imparato a leggere e scrivere, lasciava bigliettini con su scritti semoplici versi, in giro per casa, probabilmente anche a causa della sua timidezza, che la portava a parlare molto poco e, solitamente, infatti, per chi non è molto loquace, la soluzione alternativa per comunicare con gli altri è scrivere. Gessica, crescendo, diventata sicuramente più espansiva e nelle sue poesie ama parlare di sentimenti. Purtroppo, però, gli impegni quotidiani, che ci sommergono tutti, facendoci spesso lasciare da parte le nostre vere passioni, l’hanno allontanata, ultimamente, dal mondo della poesia. Non possiamo che augurarle di poter riprendere il prima possibile. di Ermelinda Benedetti La vela e il vento Se la vela fosse amore, se il vento fosse dolore, si scoprirebbe che senza uno di loro non si vivrebbe. Come il vento, la vela fa andare, il dolore, l’amore fa aumentare; l’amore cresce col suo opposto, la vela col vento cambia posto. Sul vento lei può contare, con lui ha vita e senza, ferma deve stare. Nella più fredda stagione, dove esso è più presente, lei va come un leone. Fa una vita che, se da sola, viene smarrita; per lei è dura e senza vento ha paura! Quando il vento comincia a soffiare lei è pronta per viaggiare per un viaggio per lei sempre saggio. E’ come se alza la testa, alla sua partenza, e tutta la felicità manifesta. Quindi la vela e l’amore, devono la loro esistenza, al vento e al dolore. 58 Campo de’ fiori Album dei ricordi Campo de’ fiori Anni ‘60 Civita Castellana. Alfredo Germani e Anna Marrati con i fligli, Mauro, Giuseppe e Gabriella Campo de’ fiori Anni ‘60 Civita Castellana Prima Comunione dei bambini del quartiere “Catamello” 59 Campo de’ fiori Giochi antichi Lo schiaffo del soldato Lo schiaffo del soldato era, fra i tanti giochi di strada, forse, quello che, più degli altri, misurava la forza e il coraggio dei partecipanti. Infatti, solo ragazzi pieni di baldanza e di spirito di competizione si sottoponevano a questo gioco “maschio”. Quello estratto dalla “conta” si doveva preparare a ricevere lo schiaffo e si metteva di spalle al gruppo degli altri partecipanti. Divaricate, poi, le gambe per cercare di non essere troppo “spostato” o, addirittura, di non cadere, metteva, di solito, la mano sinistra aperta, per ricevere lo schiaffo, sotto l’ascella della spalla destra, e quella destra, sempre aperta, a celare la visione laterale dell’occhio destro, per non scoprire chi dava lo schiaffo. Ricevuto lo schiaffo, che poteva essere dato anche a “mano piena” e, perciò, molto forte, il malcapitato si girava e cercava di indovinare chi glielo avesse dato. Trovava, così, tutto il gruppetto con il dito indice alzato che gli faceva le facce più strane e cercava, con mosse concordate, di creargli confusione. Allora, chi magari aveva dato veramente lo schiaffo, s’era già velocemente allontanato dalla posizione originale e faceva la faccia indifferente. Gli altri, per la complicità che richiedeva il gioco, facevano, invece, finta di essere ancora malfermi sulle gambe per l’energia applicata e si soffiavano, addirittura, la mano a confermare la responsabilità del fatto. Non era facile, perciò, che il poverino indovinasse, tanto più se la combriccola era bene affiatata e sapeva recitare. Allora, fino a quando non avesse indovinato l’esecutore, doveva restare sotto e sperare solo che, i compagni, non fossero troppo virulenti. Proverbi Stornello Corchianesi Fabrichese Mo’ so’ le sprove, poi sentirai la sbanna Chi prima nun penza, all’urdimo sospira L’opre c’hanno ‘na gran fortuna: la mattina co’ le stelle, la sera co’ la luna Una notte me sognavo che stavo ar mare a fa’ li bagni co’ ‘na signorina e mentre che notavo tra l’onde chiare m’accorsi che era assai carina. Tutt’a ‘n botto me svejai, for dal letto me trovai! Poi se riseppe che stavo co li piedi ner zi’ peppe. 60 Annunci Campo de’ fiori LAVORO CERCO -LAUREATA IN COMUNIC 24 anni cerca lavoro nell’ambito della comunicazione, segreteria o altro. Serietà e professionalità. Per contatti T. 333.7631619 -SIGNORA 49enne italiana di Civita Castellana, giovanile, bella presenza cerca lavoro come baby-sitter. Esperienza con i bambini poichè già mamma di due figli grandi. Disponibilità anche paesi vicino Civita Castellana. Tel. 0761.515179 Cell. 3474016708. -RAGAZZA 31enne cerca lavoro come baby-sitter e pulizie ad ore. Ama tantissimo i bambini. 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VT n. 351 del 2/6/89 Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene. A Roma nei teatri, nei migliori alberghi e locali, sui taxi e in tutte le stazioni MET.RO. 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