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AREZZO - Notizie - Aria inquinata nelle scuole europee
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Notizie » 2006 » Aria inquinata nelle scuole europee
Una ricerca nelle aule di cinque Paesi europei rileva percentuali di CO2 e PM10 superiori agl
standard
Pi ù di due scolari su tre, in Europa, sono esposti ad elevati livelli di anidride carbonica e polveri inalabili. L'allar
è sorto al congresso annuale dell'European Respiratory Society (ERS), presieduta dal prof. Giovanni Viegi
dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR) di Pisa, dove sono stati presen
i risultati di uno studio pilota internazionale, che include oltre 500 bambini residenti in cinque Paesi europei. I d
sono stati presentati anche nei giorni scorsi a Firenze durante il Congresso Nazionale della Pneumologia,
organizzato dalla Società Italiana di Medicina Respiratoria.
"La qualità dell'aria, sia outdoor sia indoor, è argomento di interesse crescente per le autorità che si occupano
sanità pubblica, ed è considerata un fattore che influenza profondamente la salute respiratoria di bambini ed
adulti. L'idea di valutare le possibili implicazioni respiratorie dell'inquinamento nelle aule è scaturita dal fatto ch
bambini trascorrono gran parte del loro tempo a scuola", spiega Marzia Simoni dell'IFC-CNR, e che ha partecip
allo studio HESE (Effetti dell'Ambiente Scolastico sulla Salute), sovvenzionato dalla Direzione Generale di Sanit
Pubblica e Protezione del Consumatore (DG-SANCO) della Commissione Europea e coordinato dal prof. Piersan
Sestini dell'Università di Siena.
"I risultati inducono a una certa preoccupazione, prosegue la dr.ssa Simoni, "l'obiettivo dello studio è stato
valutare, in vari Paesi europei (Danimarca-Aarhus, Francia-Reims, Italia-Siena ed Udine, Norvegia-Oslo e Svez
Uppsala), l'impatto degli inquinanti nell'ambiente scolastico sulla salute respiratoria dei bambini. Sono state
selezionate quattro scuole in ciascuno dei cinque Paesi e due classi per ogni scuola, per un totale di 547 bambi
(età media 10 anni). Le misurazioni degli inquinanti sono state effettuate durante la stagione fredda, quando il
riscaldamento era in funzione. Il 77% ed il 68% dei bambini è risultato rispettivamente esposto a livelli 'elevat
PM10 (polveri con diametro minore o uguale a dieci micron) e CO2 (anidride carbonica). Sono state definite
'elevate' concentrazioni superiori a 50 microgrammi per metro cubo di PM10 ed a 1000 parti per milione di CO
sulla base degli attuali 'Indoor Air Quality Standards' statunitensi (EPA ed ASHRAE)".
Per quanto concerne le poveri sottili, la media è più del doppio del limite massimo stabilito come pericoloso: 11
µg/m³, con la città danese di Aarhus in testa (169, con una punta massima di 214), seguita da Udine (158), S
(148), Reims (112), Oslo (54) e Uppsala (33). L'anidride carbonica rilevata in aula supera invece il limite di qu
la metà e purtroppo indica un 'primato' italiano: media di 1.467 parti per milione, con Siena a 1.954, Udine a
1.818 (qui la punta massima di 2.520), Reims a 1.660, Aahrus a 1.568, Oslo a 1.158 e Uppsala a 681.
"La conseguenza prevedibile, ma anche allarmante, di questa situazione", spiega la ricercatrice,"è che i bambin
aule scolastiche con elevati livelli di inquinamento riportano con maggior prevalenza sibili, tosse secca notturna
rinite, se paragonati ai bambini esposti a livelli bassi. In particolare, i bambini esposti ad elevati livelli di CO2
hanno un rischio superiore di circa 3,5 volte di riportare tosse secca notturna e di circa 2 volte maggiore di soff
di rinite, rispetto a quelli esposti a bassi livelli. Nei bambini esposti ad elevate concentrazioni di PM10, invece,
stata misurata una pervietà nasale media (aree minime di sezione delle fosse nasali) significativamente inferio
del 9% anteriormente e del 19% posteriormente, rispetto a bambini esposti a bassi livelli". Le condizioni
respiratorie/allergiche dei bambini sono state valutate sia con questionari compilati dagli stessi bambini e dai
genitori, sia con test clinici (spirometria, NO esalato, test allergologici cutanei, rinometria acustica, raccolta di
secrezioni nasali, valutazione dell'irritazione degli occhi, ecc.) eseguiti su un sottocampione (cinque bambini pe
classe) selezionato con metodo casuale. Le analisi sono state aggiustate per i possibili effetti dell'esposizione a
fumo passivo a casa.
"La qualità dell'aria in queste scuole europee sembra piuttosto scadente", conclude la dr.ssa Simoni. "E' perci
necessario promuovere la consapevolezza dell'impatto che essa può avere sulla salute dei nostri ragazzi, in mo
da mettere in atto strategie volte a garantire loro il diritto di respirare aria pulita".
CNR Roma - 17/10/2006 15.38.46
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