Con La Lezione si perverrà a rivelare qualcosa di

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Con La Lezione si perverrà a rivelare qualcosa di
..«Con La Lezione si perverrà a rivelare qualcosa di mostruoso:
il che peraltro appare necessario in quanto il teatro è essenzialmente rivelazione di cose mostruose,
o di condizioni mostruose, senza immagini, o di immagini che portiamo in noi».
-Eugéne Ionesco-
Una lezione privata. Una situazione apparentemente banale. Un Professore timido e impacciato, in attesa di una nuova allieva,
per impartirle delle lezioni di matematica, linguistica e filologia comparata al fine di ottenere la libera docenza totale.
Una governante dai comportamenti indefiniti, una donna di età tra i 40 e i 50 anni, che si preoccupa della salute del professore
e segue lo svolgimento delle lezioni: ..."la filologia conduce al peggio"...
Una giovane allieva dinamica, spavalda e ignorante.
Una storia semplice, lineare per descrivere, esprimere, denunciare, divertire, ed inquietare lo spettatore,
il quale è trascinato in un gioco fatto di parole, incongruenze, paradossi irresistibili, certezze annullate,
attraverso un linguaggio che non comunica, ma si articola solo per creare un ritmo aggressivo,
fatto di ripetizioni, di suoni che soggiogano mente e corpo e incalzano sino al gran finale.
Una lezione insomma in tutto e per tutto: la lezione che ci insegna Ionesco, sempre valida,
sempre attuale, sempre universale, che ci riguarda tutti e che tutti comprende.
E’ il non senso della società, delle strutture che la regolano, degli insegnamenti fallaci,
dei contenuti vuoti, ridicoli e risibili e pertanto drammatici.
La satira del rapporto pedagogico è feroce .
Il delicato legame maestro-allievo, a volte sconcertante, a volte tragico,
ha tante tensioni e tante direzioni, non ultima la reciproca seduzione che si determina,
per l'asimmetrica posizione culturale, in una dimensione erotica.
Ne La Lezione, la parola perde senso, ritorna alla propria origine,
cioè ridiventa suono e chi lo subisce può essere usato e manipolato.
Protagonista assoluto di questo classico è il linguaggio, come dimostrazione della difficoltà di comunicare,
ma soprattutto come strumento di potere: è il professore a decidere i significati da dare alle parole
e chi ha il potere del linguaggio ha il potere sulle cose e sulle persone.
La parola conduce irresistibilmente al fanatismo e alla violenza
Una sintesi perfetta per una sagace critica al sistema, ai ruoli, che esistono solo nella forma,
snaturati dall’interno, in un crescendo di comicità che lascia spazio sul celebre finale all’angoscia:
sembra infatti che il confine tra bene e male possa facilmente essere travalicato;
ecco la paura che l’osceno, l’indicibile, la violenza, normalmente relegati nel sogno o nell’incubo,
possano manifestarsi concretamente e improvvisamente, da qui il timore che da un momento all’altro
possa sopraffarci il mostro che è dentro ognuno di noi...
“un dramma comico” lo definisce l’autore.
Nessuna definizione può adattarvisi meglio
La Lezione al suo apparire nel febbraio del 1951 fu duramente criticato, ma alle difficoltà iniziali seguì il successo.
Ancora oggi fin dal 1957 ogni sera le repliche della Lezione si susseguono ininterrotte
al celebre Théâtre de la Huchette di Parigi