Amato, giro di vite contro lo spaccio Arresto anche se il

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Amato, giro di vite contro lo spaccio Arresto anche se il
Amato, giro di vite contro lo spaccio
Arresto anche se il fatto è di lieve entità
Peso e qualità della droga, luogo della cessione, precedenti dei pusher: il decalogo del procuratore
Trenta attivisti nel mirino
Scontri Cua-polizia
per il caro mensa
I pm aprono
un maxi fascicolo
Un unico fascicolo sulle cinque giornate di
iazza Puntoni, gli scontri tra collettivi e polizia
urante la reiterata protesta del Cua contro il
aro mensa. La Procura non farà sconti agli attisti che verranno individuati dalle indagini
ella Digos che sta procedendo alla visione dei
lmati per poi contestare singole condotte illete. S’indaga per lesioni e resistenza aggravata
pubblico ufficiale, oltre a lancio di oggetti pecolosi e travisamento.
Dopo l’arresto in flagranza di tre manifestanti
er i tafferugli di giovedì, tutti scarcerati con
applicazione per due di loro del divieto di dimora in centro e dell’obbligo di firma, seguianno dunque decine di denunce. Potrebbero
ssere anche una trentina i militanti che fini-
Pugno duro della Procura sui
pusher, qualora ne ricorrano le
condizioni, anche in caso di
«pesci piccoli» che smerciano
modeste quantità di droga come spesso avviene in zona universitaria. Una piaga finita di
nuovo sotto i riflettori con conseguenti polemiche, spesso politiche, sulle presunte maglie
larghe della giustizia che consentono agli spacciatori di farla
franca.
Il giro di vite è contenuto in
una circolare inviata dal procuratore Giuseppe Amato ai vertici delle forze dell’ordine, ai pm
e alla polizia giudiziaria e, per
conoscenza, a procuratore generale, presidenti del Tribunale
e dell’ufficio gip. Nel documento il capo dei pm indica criteri
che hanno l’obiettivo di rendere
più efficaci gli strumenti di contrasto delle forze dell’ordine,
soprattutto per i fatti di lieve entità che rappresentano un ostacolo sia all’arresto in flagranza
che alla possibilità di ottenere
misure cautelari. Amato indica
una serie di linee guida per aggirare l’ostacolo e capire quando e come procedere all’arresto
in caso di spaccio «contenuto».
In sostanza, avverte il procuratore, non conta solo il quantitativo con il quale viene sorpreso
il pusher, che naturalmente evita di muoversi con troppe dosi
nelle tasche, ma anche e soprattutto le modalità dell’attività di
spaccio, se organizzata o meno,
i precedenti specifici del fermato, il luogo in cui avviene la cessione e l’identikit dei clienti.
Una visione complessiva che
dovrà servire alle forze dell’ordine «che sono in strada e rischiano di più» a orientarsi nella decisione se esercitare o meno il potere discrezionale del-
Il plauso del Comune
Merola: «Azione giusta
perché servono
strumenti di contrasto
precisi e severi»
l’arresto. Accanto a criteri
quantitativi, ancorati al peso
lordo e alla percentuale media
di purezza della singola droga,
il procuratore inserisce indicazioni «qualitative» della condotta. In sostanza, anche in caso di fatto di lieve entità si procede all’arresto e la Procura
chiederà la custodia in carcere
se il pusher ha riportato condanne o se ha precedenti di polizia specifici; se è dimostrata
una struttura organizzata delle
modalità di approvvigionamento e di custodia della droga, oppure nel contatto con gli acquirenti. C’è poi il capitolo dell’aggravante dello spaccio in prossimità dell’Università, già
recepita dal Tribunale, per tutelare comunità giovanili e quindi
più aggredibili. Il che rende di
fatto la condotta grave ed esclude l’attenuante della lieve entità
aprendo lo spazio all’arresto obbligatorio in flagranza e alla misura di custodia. Quest’ultima,
ha detto Amato, non deve essere solo il carcere ma anche, a se-
conda dei casi, il divieto di dimora e i domiciliari con il braccialetto elettronico anche se
«scontiamo una penuria di
questi strumenti».
L’obiettivo di Amato, «anche
a fronte di talune prese di posizione critiche circa la gestione
da parte delle forze di polizia e
della magistratura degli illeciti
in materia di sostanze stupefacenti», è fornire indicazioni agli
operatori per «consentire loro
di lavorare in tranquillità». La
direttiva ha ricevuto il plauso
del sindaco Virginio Merola: «Si
tratta di un’iniziativa importante tesa a definire modalità di intervento più chiare e più severe.
L’azione del procuratore va nella direzione giusta: la situazione della zona universitaria presenta aspetti cronicamente critici che vanno valutati e contrastati con strumenti, come
questi, sempre più precisi e raffinati così da rafforzare anche
l’efficacia degli arresti».
Gianluca Rotondi
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