diario storico del maggiore generale nicola de martino di

Transcript

diario storico del maggiore generale nicola de martino di
DIARIO STORICO DEL CAV. DON NICOLA DE MARTINO DI
MONTEGIORDANO
MAGGIORE GENERALE DEL DISCIOLTO ESERCITO DEL REGNO
DELLE DUE
SICILIE
SULLA CAPITOLAZIONE E RESA DELLA CITTADELLA DI MESSINA
APRILE 1859 - AGOSTO 1861
Trascrizione : Luigi de Martino di Montegiordano e Gabriele de Martino di Montegiordano
Trasferimento e cura supporti informatici : Luciano de Martino di Montegiordano
Ci scusiamo anticipatamente nel caso in cui all'interno del nostro sito vi fossero immagini la cui pubblicazione non sia autorizzata in base alle
vigenti normative. Preghiamo quindi gli eventuali diretti interessati di darci comunicazione in tal senso al fine di provvedere alle necessarie
rettifiche.
Messina 1859
Trovandomi al Comando della Cittadella di Messina ed osservando degli
affissi sediziosi e delle notizie che si propagano giornalmente in piazza pel
malcontento della popolazione che si lamenta pel cattivo ordine governativo e
per l'imbecillità dei luogotenenti che si succedono, nonché spinti dalla setta
Mazziniana che ha invaso l'intera Isola, sembrandomi impossibile che una
rivoluzione presto non avvenga, e perciò che mi piace notarne tutti i
movimenti di quanto accade in Messina o altrove che può venire a mia
conoscenza. Dal 1° novembre 1859 al 15 dicembre dello stesso anno si sono
verificati i seguenti assassini di persone in carica.
IN PALERMO - Il Direttore di Polizia nel portarsi con sua moglie ed un
ragazzo suo figlio nella cattedrale per ascoltare la S. Messa, nell'attingere
l'acqua santa, ricevè un colpo di stile sulla spalla. Il Commissario di Polizia,
per aver osata troppa attività per scoprire il reo, con un colpo di pistola fu
steso morto a terra.
IN MESSINA -Il Controloro di Dogana FLORES verso le ore 24 nella pubblica
strada ricevè un colpo di rasoio che miracolosamente vive, stante che il
rasoio non pervenne a recidere la carotide.
Il Giudice ARRIGÒ del Tribunale Civile andando in unione di altra persona
verso mezz'ora di notte in pubblica strada ricevè un colpo
di stile.
Il Giudice del Tribunale di Commercio D. ANTONIO PAINO BARTOLO
stando in unione dei suoi amici verso le ore 24 in pubblica piazza ricevè un
colpo di stile sulla spalla dritta.
Il Direttore di Dogana MERLO mentre passeggiava per strada ricevè un colpo
di rasoio sul viso che lo ha rimasto molto sfreggiato.
Finalmente oggi 15 dicembre nella strada più frequentata, e propriamente alle
Quattro Fontane, verso le ore 22 il Presidente della Gran Corte ha ricevuto un
colpo di pugnale vicino al femore della coscia dritta, di tutti questi assassini
finora 27 dicembre nessun reo si è rinvenuto o riconosciuto.
MESSINA 26 FEBBRAIO 1860
Da molti giorni giunse in questo porto una nostra fregata a vela (forse per
istruzione) e si ancorò fuori del porto in direzione della grande strada D.Leo
e, a seconda le nostre ordinanza di marina, tutte le sere a ore due di notte tira
un colpo di cannone per chiamare tutte le genti a bordo, ed altro tiro di
cannone alla punta di giorno, forse significante lo sveglio. La sera del 20
corr., alla solita ora di due ore, nel tirarsi la cannonata a salva, scoppiò una
bomba carica a mitraglia a costo di un palazzo di ricco negoziante detto D.
Giovanni CONTE, fracassando molti balconi della sua abitazione, e poco
danno alle vicine abitazioni: dalla gente torbida si propagò la voce che la
bomba carica si era tirata dalla fregata in parola, per cui dall'autorità
competente si ordinò esatte informazioni e l'esportizzo dei frantumi e pezzi
del proiettile; ma mentre ciò si praticava il Commissario di Polizia fu
minacciato di morte e nel ritirarsi rinvenne nella scalinata della sua abitazione
due vasi ripieni di escrementi. Questa sera poi alle ore 24 il Regio
Procuratore in pubblica strada è stato assassinato con tre colpi di stile senza
conoscersi l'aggressore, come è avvenuto in persona di tutti gli altri: lo scopo
è quello di sovvertire l'ordine e che la giustizia non più abbia il suo corso
regolare.
Divise Borboniche
1° MARZO
Dalle indagini accurate relativamente al proiettile che scoppiò la sera del 26
febbraio p.p. Si è conosciuto che non fu tirato dalla fregata, ma bensì
preparato di persone rivoluzionarie per far saltare in aria il Commissario di
Polizia che abita vicino al palazzo Conte, ed in effetto dell'esplosione restò
gravemente ferito il Guardia di Polizia che accompagnava il Commissario che
fu parimenti ferito: ieri sera poi fu rivenuto nel portone del detto Commissario
un gran Cartellone che a grosse lettere dice: O PARTI O MUORI.
6 MARZO
Si ricevono lettere ufficiali da Palermo che alle Quattro Cantoniere, Centro
della Città, si sono rinvenute quattro grosse bandiere a tre colori, e che in una
chiesa ove si praticavano gli Esercizi Spirituali sono svolazzate molte
colombe con nastri pendenti di tre colori.
Qui in Messina vi è fermento per varii legni da guerra approdati nel porto, ma
non ancora ardiscono muoversi perché temono i cannoni della Cittadella.
Gli Esercizi Spirituali per la Truppa si praticano nei rispettivi quartieri. Ricevo
prevenzione ufficiale di tener tutto pronto nella Cittadella per viveri e quanto
bisogna pel giorno 15 del corrente marzo.
7 MARZO
Questa mattina nei consueti siti si sono rinvenuti gli affissi,con i quali si fa
conoscere che S.M. Si è benignato ribassare il dazio del macino, e togliere la
fondiaria a tutte le case a pian terreno: questi affissi dopo qualche ora con
disprezzo da gente torbida col massimo disprezzo sono stati strappati,
lacerati e buttati a terra. Sono già dieci mesi che i grani esteri in gran quantità
qui sbarcano senza pagare dazio, i magazzini ne riboccano, intanto la
popolazione per non esservi meta, e per insinuazione di una setta che
esercita un incredibile monopolio in tutti i generi e commestibili di prima
necessità per indurre il basso popolo a rivoltarsi. La setta o gente torbida
rivoluzionaria per nulla si ricrede ad onta del discorso che Napoleone III ha
tenuto al Corpo Legislativo in 1° corr. Che promette pane all'Europa intera, ed
il pronto ristabilimento dell'Italia Centrale, perché tutti generalmente nella
Isola intera desiderano guerra e rivoluzione, sulla supposizione di trovarsi
meglio sotto altro governo. La truppa è nella massima prevenzione, e quasi
sempre pronta a prendere le armi.
La Cittadella è sempre con miccia accesa. Verso le ore 21 col telegrafo
elettrico si segnala da Palermo, essere colà avvenuta una dimostrazione, e
che si usasse qui in Messina la massima sorveglianza; all'oggetto tutti i posti
in città sono stati raddoppiati: gli inglesi suscitano la rivolta.
16 MARZO 1860
Questa notte per telegramma è giunta notizia ufficiale al Console di Francia,
che l'intiera Italia Centrale si è riunita al Piemonte: grande allegria e simpatia
manifesta tutta la popolazione perché vivono nella certezza che col Vapore
diretto perverranno decreti di costituzione, e riforme.
17 MARZO
Per le notizie di ieri questa mattina si sono rinvenute molte bandiere
tricolorate per varii Cantoni della Città: i liberali spacciano notizie allarmanti,
ma temono molto la Cittadella.
Napoleone terzo
Il Maresciallo Vaillant / Maggior Generale dell'Armata Francese in
Italia
19 MARZO
Essendo pervenuta la notizia che il Maresciallo VAILLANT ha ricevuto
ordine da Napoleone di tenersi pronto per ritirarsi in Francia col suo Corpo di
Armata di 50 mila uomini che trovansi in Lombardia per impedire che i
Tedeschi calassero in Italia; ciò ha sgomentato i liberali, perché,a quanto
dicesi, pare che Napoleone sia di contrario avviso che il Re di Piemonte
recuperi un terreno di circa 15 milioni di abitanti. In Lipari nella processione
del Protettore S. Giuseppe gli hanno situato nelle mani la bandiera tricolorata:
quest'Isola è patria della madre del Generale NUNZIANTE.
5 APRILE
Ieri il telegrafo da Palermo segnalò che gente rivoltosa molto armata aggredì
la truppa che tuttavia si sta battendo: sull'istante in Messina si sono
raddoppiati tutti i posti, e numerose pattuglie sortiscono per la Città
comandate da Ufficiali.
Intanto il Maresciallo RUSSO Comandante la Provincia e Piazza di Messina
ordina che tutta la truppa per Compagnie all'una p.m. Di oggi stesso si porti a
visitare i SS. Sepolcri, e alle 4 p.m. Lui con l'Intendente e tutti gli Uffiziali si
porterebbero a fare lo stesso atto di devozione; ma verso le ore 11 a.m.
Essendo pervenuta la notizia che molta gente armata veniva dalla parte di
Catania, e che ogni comunicazione telegrafica era rotta con Palermo e
Catania, si è contramandato l'ordine, ed invece la truppa è rimasta
consegnata in quartiere pronta a prendere le armi raddoppiando i Veterani;
facendo sortire intiere Compagnie con tenuta di marcia pattugliando la città.
Messina sembra quasi deserta: la poca gente oneste teme eccessivamente e
si ritira nei Casini. Le notizie che corrono in città sono che dopo domani
Sabato Santo deve scoppiare la rivoluzione . Lo spirito della truppa è
eccellente-cannoni ne abbiamo ed a sangue freddo attendiamo gli eventi.
Molte famiglie di Uffiziali si sono ritirate nella Cittadella. Le famiglie che si
sono ritirate nei Casini, dalle bande armate sono state sottoposte a
contribuzione. La comunicazione con la Calabria è anche interrotta: in varii
punti sono state abbattuti i telegrafi ed il filo elettrico: si riceve avviso di
essersi ristabiliti prontamente, dopo qualche ora: ma di nuovo saranno
abbattuti!
6 APRILE
Dal Segretario si S.M. (D.G.) si domanda conoscere lo spirito pubblico della
provincia di Sicilia – pattuglie come ieri ed i posti da per tutto raddoppiati. Ieri,
dopo un grande silenzio in Città che sembrava abbandonata, verso le 23 ore
d'Italia si aprivano le botteghe mezzo socchiuse e si popolò la città
rassicuratasi dalle forti pattuglie che giravano per la visita dei SS. Sepolcri
che i pagani praticavano. Si sparge la voce dai demagoghi di essere in
attenzione dello sbarco di Garibaldi con grande seguito di Emigrati.
Si supponeva quest'oggi una dimostrazione armata, allorchè due Compagnie
si trovavano scortando la processione della Sacra Vergine. Il Generale
Comandante le Armi nella Provincia ha creduto regolare non spedirvi la
Compagnie e la Processione non ha avuto luogo.
Da Cefalù, a qualche distanza da Palermo, alle ore 21 è stato qui segnalato
per telegrafo che da questa mattina si sentivano continuati colpi di cannone.
Da Palermo a Cefalù i telegrafi sono stati abbattuti, ed i fili elettrici spezzati.
Tutte le famiglie dei militari, numerosissime, ed i loro equipaggi quest'oggi si
sono ammassati in questa Cittadella: il numero degli Uffiziali che alloggiano in
Città è immenso, disgraziatamente tutti casati. Oggi Messina sembrava
Napoli del giorno 4 di maggio, perché oltre agli immensi equipaggi che da tutti
i punti della città si trasportavano nella Cittadella, gran quantità di equipaggi
dei pagani si trasportavano nei Casini in campagna: gran soddisfazione per
un Uffiziale soltiere in queste circostanza, ove vedesi l'infelicità dell'Uffiziale
casato e con prole.
Palazzo de Martino a Sant'Antimo
7 APRILE
Ordine pressante questa notte che i Capi di Corpo e tutti gli Uffiziali non si
ammovessero dai corpi e dalle rispettive Compagnie nei Quartieri. Ore 9 a.m.
le truppe della Cittadella tutte pronte a prendere le armi. Si pubblica all'ordine
della piazza che il caso di all'armi verrà indicato da una bandiera rossa
inalberata sulla fortezza della Cittadella e da tre colpi di cannone e polvere.
La Città è circondata da truppa in posizioni, e numerose pattuglie comandate
da uffiziali traversano tutte le strade della Città. La popolazione sembra
atterrita: cioè la gente onesta. Sono le 11 a.m. Attendiamo la dimostrazione
armata si suppone doversi fare da gente torbida nel toccarsi la "Gloria",
perché Sabato Santo. Il Comandante della Cittadella si trova
imbarazzatissimo per provvedere di alloggio alla meglio a numerosissime
famiglie di Uffiziali Superiori ed Uffiziali di tutte le Armi; La Cittadella è zeppa
di equipaggi; intanto tutti si ritirano in questo baluardo perché credonsi al
sicuro, e bisogna che siano al coperto dal colpo che si suppone. Al piacere
dei rivoltosi, che godono vedere lo sfratto che si fa di tutte le case dei militari
che si ritirano nella Cittadella, e dei pagani in campagna, si aggiunge la vana
speranza del vapore che deve giungere da Palermo con la notizia del
vantaggio che i rivoltosi hanno riportato sulla truppa; fatto sta che invece del
vapore diretto, che pel cattivo tempo di mare non è giunto, ma bensì un
vapore francese il quale dà notizia ai Consoli di essere cessato il fuoco nella
Città di Palermo, e che i rivoltosi sono sortiti fuori la Città, dalla truppa
inseguiti con vantaggio; più essere giunte alla vista di Palermo 3 fregate
napoletane a vapore cariche di truppa; a tal notizia la buona gente si è
tranquillizzata. E' sonata la "Gloria" e nessuna dimostrazione è avvenuta, ed i
Consoli esteri si sono portati dal Sig. Generale Comandante la Piazza
Maresciallo Russo pregandolo ritirare tanta truppa perché la Città trovavasi
del tutto atterrita e che non vi era ostilità da temere; in effetti è stato ordinato
restare in quartiere i soli Uffiziali di settimana, e la truppa sempre pronta a
sortire dalla Cittadella e dai quartieri in Città.
8 APRILE - PASQUA
Sono le 9 a.m. Nessuna novità in Città. L'Intendente scrive al Maresciallo di
aver fatto disperdere dalla polizia qualche attruppamento di facinorosi e che
lo raccomanda di non far dimostrare ostilità dalla truppa contro i pagani. Pare che gli affari progrediscono come al 1848-certo è che l'Intendente, figlio
del celebre Marchese Artala, non opera lealmente: per suo ordine la polizia
non aggisce più. Alcuni furti sono avvenuti più verso sera in pubblica strada
da gente armata di stile. Immensi equipaggi tuttavia entrano nella Cittadella e
che resteranno allo scoverto. Il Sig. Maresciallo Russo anche ha mandato il
suo equipaggio in Cittadella, ed al quale ho ceduto parte del mio alloggio per
la sua famiglia: quando mai Signore nel mio alloggio!! Quasi il 3° dei cittadini
ha abbandonato la Città nella quale altro non si osservano che gente in
giacca e folta barba; molti di essi esteri o dei paesi della provincia. Se il
Generale Comandante delle Armi non pone in stato d'assedio la Città,
preveggo che il popolo prenderà il di sopra. - La corrispondenza telegrafica
con Palermo seguita ad essere interrotta, non però in Cefalù.- Quest'oggi si
sono spedite molte munizioni in Catania col vapore per via di mare. - Il
telegrafo elettrico da quì per Napoli non aggisce, ma bensì con una barca si
mandano i dispacci a Reggio che per l'elettrico li partecipa a Napoli.
Ore 23-Si è attaccato il fuoco in Città; all'istante la Cittadella, alzando la
bandiera rossa, ha tirato tre colpi di cannone per annunciare all'armi ed
avvertire a tutti quei militari impiegati a dirigersi ai loro posti; la truppa in
un'istante ha preso posizione; in vari punti si è attaccato il fuoco. Un
Granatiere è stato pugnalato, un caporale dei Veterani ucciso a colpi di stile,
altro soldato ferito da colpo da fuoco ed il Cappellano Parisi del 2° di linea
ferito con pugnale; la truppa si è distinta e le nostre reclute si sono
comportate da vecchi soldati. Molte persone arrestate mi giungono per
restringerli nelle prigioni della Cittadella, arrestati con armi bianche o pistole.
Sono le 2 della notte ed un "Criminale" ne contiene già 23, tutti forniti di
barba. La truppa seguita a percorrere le strade della Città non risparmiando
polvere ove sono attruppamento; molti pagani sono passati agli esterni riposi.
Rivolta alla stessa ora a Barcellona ed altri paesi vicini.
9 APRILE
Tutta la truppa è rimasta in posizione durante la notte come tuttora si trova,
ed al bivacco a terranova fronte alla città. Il Maresciallo, i Generali ed Uffiziali
Superiori parimenti hanno passata la notte al Quartier Generale S. Girolamo.
- Stamane due pagani sono stati ammazzati dalle nostre reclute che si
battono con energia. Il telegrafo ad asta delle alture dirimpetto Messina è
stato distrutto e siccome sui monti si scorgono facinorosi armati, è stato
spedito il Sig. Ghio del 2° di linea con un battaglione e due pezzi di
campagna per batterli, cosa difficile perché non lo attenderanno. Sono le 10
a.m. Ricevo due liberali da restringerli nel Criminale, uno di essi è il
dottissimo filosofo Sacerdote D. Carmelo ALLEGRO, su cui vi si sono
rinvenuti circa 2000 ducati di piccole fedi e contante che si suppone dovesse
distribuirli ai rivoltosi. Alle ore 10 a.m. Perviene il vapore da Palermo con liete
notizie: la carnificina e incendio colà è stato sufficiente; si perseguitano i
rivoltosi, la città è nell'ordine normale con l'arresto dei promotori tra i quali
Monteleone, Barone Viso e altri. Lo stesso vapore ha portato i proclami di
Palermo dati dal Generale in Capo i quali si sono affissi in Messina e mandati
anche col vapore a Catania e Siracusa. Pare che la rivoluzione sia generale,
ma tutto svanirà perché la truppa si batte da non poter meglio desiderare.
Dubitò però per la poca esperienza dei Generali. -Tutte le corvè e trabanti
sortono armati e con scorta ed è cosa graziosa vedere i nostri giovani
coscritti impugnare il fucile e sparare senza misericordia. La corvè del pane
avendo inteso battere la "Generale" alla Cittadella, in unione dei trabanti,
hanno fatto fuoco ingiustamente contro i pagani uccidendone molti. Ore 23Batte la "Generale"-Artiglieri e linea ai loro posti. Si veggono masse armate
sulle alture, ma sicuramente non scenderanno. Questa mattina appena
hanno veduto truppa che sortiva dalla Cittadella si sono sbandati come capre.
10 APRILE
La truppa è tuttora sotto le armi in posizione. Terza notte che si veglia, i posti
di guardia non sono cambiati e tutti sono di servizio. La Città è in stato
d'assedio. Tutto dipende dall'Autorità Militare. L'intendente è stato richiamato
in Napoli per dar conto del suo operato. Siamo in attenzione del rinforzo di
truppa: 1000 da Napoli e 1000 da Palermo. I vapori sono in molta attività.
Immense famiglie seguitano a ricoverarsi nella Cittadella, gli equipaggi sono
allo scoverto, tutti gli alloggi e Caserme sono stivati di gente, anche un
Vescovo in partibus. Nel mio alloggio ho dato luogo alla famiglia del Generale
Comandante le Armi ed al Sig. Generale Afan de Rivera e Capo di Stato
Maggiore.
Sono le Due p.m. e tutto è tranquillo in Città; il commercio è aperto, il disarmo
si esegue, la spesa dell'ordinario si fa con la massima tranquillità ed i trabanti
isolati si portano a fare le spese, essi però vi vanno armati. Sono le ore 20, si
osservano bandiere tre colori sulle cime dei monti che circondano Messina.
Si attende rinforzo da Napoli, ma sembra vana la speranza. Alle ore 23 siamo
attaccati da tutti i punti. Batte la "Generale", la truppa occupa subito tutte le
posizioni ad essa assegnate. Abbiamo la fortuna dell'eccellente spirito della
truppa massime dei coscritti di recente giunti ai Corpi.
In un momento il fuoco è cominciato simultaneamente dai giardini dei Moselli,
Porta Leone, Porta Giajero, in città, alla vicaria, infine da per tutto massime a
Porta Bozzetta. La perdita nostra è stata di pochi soldati feriti ed un morto; un
Uffiziale ferito e ciò perché l'azione quasi tutta di notte, essendosi consumate
molte munizioni, ma poco produttiva in tempo di notte. Il Castello – detto il
Castellaccio – ha consumato bastanti munizioni e illuminaria per scorgere
ove erano di stanza i rivoltosi. Dal Bastione Di Blasio si sono tirati vari colpi a
mitraglia; la Cittadella si è taciuto. La perdita dei rivoltosi non la sappiamo, nè
possiamo conoscerla. L'azione è stata calda e sembra che il nemico abbia
buona direzione: il fuoco è durato 9 ore interpellantamente. Ho ricevuto nella
Cittadella molti arrestati; la truppa defaticatissima ha dormito agli stessi siti,
avendo avuto circa 3 ore di riposo al bivacco. Le truppe in città si sono ben
battute e perché da una finestra e da un balcone si è tirato qualche colpo ai
nostri giovani soldati con l'anzietà di sparare hanno fracassato porzione delle
finestre e balconi della migliore strada della bella Messina. Sono già tre notti
che dormiamo vestiti.
Seguita in città il disarmo, ad onta che [...] all'entrare dei rivoltosi [...] Si
attendono i vapori con truppa, senza di che non possonsi reprimere tutti i
paesi circovicini, che, dalle notizie che ci pervengono, sono tutti in rivolta.
Prevedo ruina immensa; il popolo ha conosciuto la sua forza. Ieri pria di
battere la "Generale", nel mentre mi portava all'avanzata, ricevei le armi di
questo Intendente Artala e del suo segretario generale.
Fanteria Borbonica
11 APRILE
La truppa stando al bivacco, parte nei posti raddoppiati in Città e parte avanti
la Cittadella, la corvè pel pane e per la compra dell'ordinario, nonchè tutti i
trabanti si sono portati nei diversi punti della Città per tanto eseguire verso le
ore 10 italiane; ma appena ciò eseguito, in vari punti i rivoltosi hanno
attaccato il fuoco, ma debolmente perché tutta la truppa, che per nulla si era
ritirata nei quartieri, era al suo posto. Arrestati politici alla Cittadella ne
pervengono continuamente.
Una terribile pioggia ci ha felicitato fino alle 3 p.m. la truppa al bivacco ed in
cordone avanti la Cittadella si è ritirata, ma verso le 7 per alcuni colpi di fucile
che si sono tirati, si è battuta la "Generale" e chiamato all'armi, e di bel nuovo
la truppa con somma pazienza è uscita bagnata come trovavasi; pare che il
progetto dei rivoltosi sia di stancare la truppa. -Alle ore 9 ¼ siamo rientrati in
quartiere lasciano due compagnie in cordone dalla batteria Di Blasio fino alla
Maddalena, altra nella Caponiera che conduce a Di Blasio e finalmente altra
avanti la spertungata; e ciò oltre la Gran Guardia in Città e a tutte le porte con
numerose forze. Quest'oggi i consoli francese e inglese, il Segretario
Generale dell'Intendenza ed il sindaco sono stati dal Generale Comandante
le Armi a pietosire per tanta calamità che passa e di impedire il troppo furore
dei soldati (i quali veramente sono stati un poco eccessivi con sparare
ovunque) protestando essere pochi tristi che fanno tanto piatire ma che la
gente onesta non ha nulla che fare con essi: intanto la gente onesta è quella
che ti paga. Verso le ore 6 ½ di notte il cordone a Terranova e Porta Giajera
sono stati attaccati, si è battuto la "Generale"; la truppa della Cittadella è
sortita all'istante, ha rinforzato il cordone con una compagnia ed il restante
del 2° di linea alla sua solita posizione. - Si è fatto fuoco, i rivoltosi dalla parte
dei giardini detti Moselli ed il cordone da Terranova; la batteria Di Blasio
essendosi avveduta che i rivoltosi tiravano da dietro un muro, vi ha tirato una
granata che ha fatto tale effetto che il fuoco è subito cessato -. La truppa non
ha lasciato le sue posizioni fino alle ore 6 a.m. Quando si è ritirata in
Cittadella. Un'altra notte perduta; la truppa è veramente stanca.
12 APRILE
La truppa ha riposato fino alle 7 a.m. in cui si è battuta di nuovi la "Generale"
perché attaccati fortemente i posti Vicaria e Forte Castellaccio, da
quest'ultima la banda dei rivoluzionari è stata ricevuta a colpi di cannone. La
prima metà della truppa della Cittadella è sortita alle ore 9 ½ la 2ª all'una a.m.
rientrando la prima per farla riposare. Si è spedito truppa a Porta Bozzetta
spedendovi anche un pezzo di artiglieria a trascino che ha tirato bastanti colpi
e così le masse si sono allontanate con qualche perdita. Da parte nostra
abbiamo avuto un cacciatore del 2° di linea morto e vari feriti. La truppa si è
ritirata alle ore 6 a.m. Del giorno 13 perdendo altra notte senza riposo.
13 APRILE
Verso le ore 8 a.m. Sono giunti da Napoli sui vapori due forti battaglioni
formandone quattro, comandati dai Colonnelli Ferrara e Duspet, da
alloggiarsi in Cittadella, sostituendo il 2° di linea che riposa con paglia a terra
in Città nei vari Conventi; parimenti è sbarcata la batteria a trascino n°8
comandata dal Capitano Carascosa, ma senza muli e cavalli che si attendono
per domani. Il 2° Reggimento di linea è sortito dalla Cittadella ad ore 22.
Tutte le di loro famiglie ed equipaggi sono rimasti nella Cittadella-. I Signori
Uffiziali dormono nelle Compagnie. - Ordine espresso di non più far fuoco se
non perfettamente assaliti, nè di battere più la "Generale"; i posti si sono
aumentati e questi soli debbono battersi per essersi ben conosciuto essere
pochi rivoltosi.
14 APRILE
La Città è tranquilla, il commercio aperto e le botteghe negoziano come di
consueto. -Il Comitato Segreto esiste, il Comando Militare nulla può fare se la
polizia è dalla parte di esso perché persone molto ricche; tra il Comitato vi era
l'Intendente, intanto non si può provare perché la polizia infedele, a segno
che il Capitano d'Armi, che gode di 100 ducati al mese, da due mesi è
assente da qui, non pertanto per testimoni oculari si conosce che in
Barcellona, nelle vicinanze di Milazzo egli ha proclamato la libertà d'Italia con
bandiera di tre colori che lui portava. Questa mattina alle ore 10 a.m. Sono
sbarcate le mule e i cavalli della 8ª batteria a trascino n°13.
Si attende da Napoli la Cavalleria, che tutti si riuniranno in Catania.
Un villaggio stamane ha rimesso circa 124 fucili in questa Cittadella, la
maggior parte erano stati presi da Doganieri e Guardie urbane.
15 APRILE-DOMENICA
alle ore 7 ½ a.m. Sono partiti 600 uomini del 2° di linea la mezza batteria n°
13 per Catania.
Alle 2 p.m. dai vapori partiti da Napoli sono sbarcati uno squadrone di lancieri
con cavalli e banda; subito dopo sono partiti i vapori per prendere altra
cavalleria che deve completare il n° di 100.
È sbarcato parimenti il personale dell'ambulanza con 40 brande ed altrettante
casse di medicinali, cassettoni di ferri chirurgici e quanto può bisognare per
un Corpo d'Esercito.- La Città comincia a popolarsi, il commercio si attiva,
fucilate non più se ne sentono per le strade, molti furti sono stati commessi
nei casini dai rivoltosi.
16 APRILE
Alle ore 9 ½ a.m. sono sbarcati altri 2 squadroni di lancieri trasportati da tre
vapori. Sono partite alla punta di giorno tre piccole colonne mobili per
differenti punti della provincia. Si è manifestato all'ordine di questa Real
Piazza la piena soddisfazione di S.M.(D.G.) pel modo come le truppe
coraggiosamente ha sedato le rivolte, ed accorda la doppia diaria a tutte le
truppe dal giorno 12 in poi, promettendo compensi a coloro che si sono più
distinti.
17 APRILE
Da quest'oggi i Forti di Corsagra e Castellaccio hanno cessato di ricevere i
viveri di riserva stante che essendo la Città rientrata nell'ordine normale,
possono calare nelle piazze per eseguire la compra dei viveri per l'ordinario.Stamane alla punta di giorno sono partite tre Compagnie dell'8° Cacciatori:
una da restare nel villaggio di Milo, altra a Bozzetta, e l'ultima a Barcellona;
tutti villaggi a poca distanza da Messina e Milazzo.
Dell'8° Cacciatori due sole Compagnie sono rimaste in Messina; una a
S.Girolamo, altra al Noviziato.- Il 2° di linea in Città avendo spedito 600
uomini a Catania.-il 14° e 15° di linea la l'8ª Batteria a trascino in Cittadella di
permanenza.
19 APRILE
Ieri alla punta di giorno in un avamposto furono tirate poche fucilate la truppa
ha risposto subito all'invito ed al solito tutti sono fuggiti. Cadde morto un
gentiluomo ed il cavallo anche morto.
Per Messina si spaccia che i soldati tiravano a volontà senza essere
provocati, e ciò per persuadere che non esiste la congiura, nel mentre dei
paesani delle borgate vicine, dai Doganieri disarmati e dagli impiegati del
macino si rapportano masse di due a tre cento uomini ognuna e denunciando
nominativamente i Capi.
La rivolta presente fortunatamente ha abbortito con anticipo ma tiene molte
radici ancora; con la sollecitudine con la quale S.M.(D.G.) ha spedito con
vapori truppa di tutte le armi ha dissestato i congiurati.
L'energia cui la truppa ha dimostrato li ha sorpresi, non però cercano di
sottomettersi stante che il di loro carattere è del tutto ostile contro il Governo,
anche gli impiegati, salvo i buoni che sono pochissimi.- Verso le ore 20 sono
giunti nel porto 5 vapori ed hanno sbarcato due squadroni del 2° Lancieri e
sono stati alloggiati in Città. - Messina è popolata come al solito, il commercio
si è attivato come prima, tutte le botteghe sono aperte , la Dogana fa il suo
ufficio, sembra essere ritornato tutto allo stato normale.-Vi è però poco da
fidare.- Una Compagnia dell'8° Cacciatori è rimasta di guarnigione a Patti. Gli
arrestati politici da me ricevuti in questa Cittadella del giorno 8 sono i
seguenti:
D.Giovanni
TRIMARCHI,
D.
Giacomo
CALINDO,
D.Matteo
RUSSO;D.Rosario TRIMARCHI, Candeloro LAZZAROTTO, D.Luigi
CARNERA,
D.Pasquale SANÀ, D.Giuseppe MORABITO, D.Marcello GRILLO,D.Giovanni
LA ROSA, D.Giuseppe TRIPODI, D.Carmelo CUSCINÀ, D.Giovanni
TRIFILETTI, D.Carmelo ALLEGRI(Sac.), Giuseppe CUSCINÒ,Andrea
CAVATOJO, D.Andrea LOMBARDO, Salvatore RAGONA, Salvatore
AMANTE, D.Giuseppe LOMBARDO, Salvatore CARDILLO, Gaetano
SCORDINO,D.Nunzio CRISAFULLI, Mariano VITRON(alias cappuccio),
D.Giuseppe DI SALVO, Giuseppe CUCCINOTTI, Diego FERRARA, Gaetano
GATTO,D.Domenico RUSSO, D.Carlo AGRESTO, Pietro MONTERA,
D.Pasquale SANTORO, D.Benedetto BENSAI, Luigi SCUDIERI, D.Carmelo
LA BADESSA,D.Litterio FAZIO, Carmelo DANGO, D.Salvatore LA
BADESSA, D.Luigi AINIS, D.Placido GIUNTA, D.Salvatore LO SCHIAVO,
Andrea FABERTI, D.Santo VITALE, D.Felice SFERRAZZA, D.Antonio
CURRÒ, Carmelo MARCHESE, Giuseppe DE COTA, Giovanni PIZZO, D.
Giuseppe RISTUCCIO,D.Antonio CONDURSO, D.Gaetano SACCONE,
D.Silvestro CICIONE,D.Giuseppe COSTA, Pietro NOISIO, D.Litterio
TRIPODI.
Napoli – Corso Umberto alla fine del 1800
20 APRILE
Due fregate a vapore ed un brigantino da guerra a vela in crociera pel litorale
della Sicilia perché si suppone che GARIBALDI con una masnada di Italiani
tenta di sbarcare nell'Isola. Telegramma da Napoli. In Palermo sono stati
fucilati 13 individui presi con le armi alla mano.
La Commessione Militare colà è in permanenza. Il fiore della nobiltà più ricca
è assicurata alla Giustizia, cioè il Barone VISO, principe di MONTELEONE,
Duca SCORDIA, Principe GIARDINELLI, ed il Principe MONTERASO. La
truppa in Palermo è sempre in posizione; sanguinosi attacchi vi sono stati nei
paesi vicini; la truppa ha riportato sempre vantaggio. Sono stati bruciati
Misilmeri, Bacaria e Carini ed immensi casini. Catania in apparenza sembra
tranquilla; la truppa colà da qui inviata ha argomentato i rivoltosi.
Ferdinando Carlo Maria di Borbone
22 APRILE
La Città trovasi nello stato normale ed il commercio in pieno vigore; tutte le
teste sono alterate, i militari in attenzione dello sbarco degli esteri segnalati
da Napoli per poterli battere; le teste riscaldate, con la speranza di
rivendicarsi, con molta prudenza fra loro si intendono; le donne dei militari
che tremano; chi è uscito dalla Cittadella cerca di rientrarvi; in fine, chi guarda
le cose con spirito tranquillo si ride di tante cose che si suppongono e a cui si
dà tanto peso da persone che non vi dovrebbero tanto badare. Alle ore 2 p.m.
mi pervengono i seguenti demagoghi per restringerli in queste prigioni:
Giuseppe MARINO, Giovanni CONSOLO, Giovanni BOLOGNANO, Diego DI
DONNA, Angelo LOMBARDI, Giuseppe BARILLE, Pietro CARATOZZOLO,
Giovanni MOLINO, Giovanni LOMBARDI, Candeloro LOMBARDO, Giuseppe
SOTTILE, Giuseppe CHIAVAY, Francesco COGLITORE, Frencesco
PERDICHIZZI, Giovanni BARBAGALLO.- Quest'oggi tutta la truppa si è
esercitata nella propria piazzetta e l'artiglieria e cavalleria a Terranova.
24 APRILE
Questa mattina alle ore 6 a.m. sono partiti 139 uomini del 2° di linea, due
squadroni di Lancieri e mezza batteria a trascino n°8.
I 139 uomini del 2° di linea scortano la mezza batteria fino alli Giardini a due
tappe da Messina, e quindi ritorna, trovandosi ai Giardini altro distaccamento
della truppa di Catania che scorta l'artiglieria e i due squadroni di cavalleria a
Catania.
La città è tranquilla; nessuna notizia finora vi è del supposto sbarco degli
emigrati ed è perciò che sul dubbio le persone paurose con famiglia non
ancora sgombrano la Cittadella.
Alle ore 11 a.m. il sig. Maresciallo di Campo RUSSO con la famiglia ha
lasciato parte del mio alloggio che occupa fin dal giorno 8 corr. ritirandosi
nelle sue abitazioni in Città. Verso le ore 20 si è ritirato il distaccamento di 30
uomini spinto fino a Taormina in dove ha ricevuto mille simpatie e la Comune,
durante la loro stazione colà, ha dato pranzo ai soldati ed Uffiziali gratis; per
tutti i villaggi per dove detto distaccamento è passato è stato cordialmente
ricevuto.- É rientrata parimenti una Compagnia di Cacciatori che ha eseguito
il disarmo al Gesso conducendo due cariche di fucili ed altre armi.- Da
Palermo si ricevono notizie soddisfacenti per la truppa.
25 APRILE
Per quanto mi rapporta il [...] di Artiglieria MUSTO, questa notte una quantità
di persone hanno cantato sotto la sua abitazione e per quanto abbia potuto
udire vi era il ritornello di punire il tradimento; questa combricola che suppone
vi erano anche dei marinai sbarcati di notte, si è dileguata all'avvicinarsi di
una pattuglia.
Pare che l'accanimento sia permanente in essi, nè cessano i di loro pravi
sentimenti, nel mentre in Città si mostrano così umiliati e sommessi che
sembrano pecore e tutti assicurano che pochi ladri sono quelli che pervertono
la Città e che tutti sono innocenti, come lo assicurano ancora i 76 prigionieri
politici ristretti in queste carceri della Cittadella, abbenchè presi con le armi
alla mano.- Verso le ore 22, S.M. (D.G.), per l'elettrico, segnala di
raddoppiare di vigilanza perché oste nemico si aggira per mare.
26 APRILE
Alle Due p.m. sono venuti arrestati 5 detenuti politici:
D.Pasquale LO SCARDO – Consigliere d'intendenza e Senatore;
D.Pietro GIUSTI;
D.Antonio CUNDARI;
D.Placido MARGARENI;
D.Lorenzo PISPISA;
Le città è nello stato normale.-I fogli esteri trascrivono le le lettere che S.A.R.
Il Conte di Siracusa scrive a S.M.(D.G.) consigliando a stendere la mano
all'Amico Vittorio Emanuele, re del Piemonte. Per quanto si suppone, tutti gli
arrestati politici che cattura la polizia, sia ordine che perviene da Napoli
perché manifestati da questo Sig. Intendente che fu richiamato nella Capitale
per rendere conto di quanto ha praticato in questa, prima della rivolta.
27 APRILE
Il Distaccamento che accompagnò la mezza batteria a trascino n°8 stamane
alle 11 a.m. è ritornata dai Giardini.- 48 arrestati politici, alle ore 4 p.m., dalle
prigioni della Cittadella sono passati alle Carceri Centrali, rimanendovi in
questa solo 27.
28 APRILE – SABATO
Per la Madonna della Lettera si celebrano le Vesperi per nove sabati che
precedono il 3 giugno, dei quali, come dicono i Messinesi, i primi quattro sono
a Muccioni e gli altri 3, che si celebrano con più solennità ed illuminazione e
si dicono solenni – la domenica poi dell'ultimo sabato sosta la gran
processione in cui si mostra il Cappello della SS. Vergine che gira per la Città
seguito dal Senato e altre autorità con l'intervento di forte distaccamento di
truppa; in questi 5 sabati solenni tutte le numerose campane di Messina al
tocco di quella della Cattedrale suonano per molto tempo a gloria alle ore 18
a due ore di notte e alla punta di giorno.-Il sabato di oggi è l'ultimo di quello
che dicono a Muccioni e nel mentre la musica cantava i salmi e il quadro
della Vergine era scoverto, un fanatico si è posto gridare "Vergine della
Lettera – Viva la Costituzione", grido che non tutti che stavano stivati nel
vasto tempio lo hanno inteso,ma quelli che gli erano vicini, spaventati, si sono
affrettati a fuggire della Chiesa per non compromettersi, come hanno
praticato i più lontani, che il frastuono della musica non gli aveva fatto sentire
lo stentorio grido di "Viva la Costituzione".
La folla in Chiesa era tale che, quantunque vi siano 3 porte, pure a stento si è
evacuata in un momento senza confusione.- Il fanatico è stato subito portato
nella Sacrestia per non farlo gridare.
Per segno telegrafico è stato esonerato questo sindaco dal suo incarico.
3 MAGGIO
Quest'oggi si sono posti gli affissi di essersi tolto lo stato d'assedio a
Messina, come lo è stato tolto parimenti a Palermo per essere tutto rientrato
nello stato normale; si spera che non si rinnovi più, almeno per qualche anno.
7 MAGGIO
Vi è prevenzione di uno sbarco nemico; cinque fregate a vapore sono in
crociera con una fregata a vela di 40 cannoni, altre due a vapore si attendono
da Napoli.-L'8° Battaglione Cacciatori ha ricevuto l'ordine di tenersi pronto a
partire; il Maresciallo di Campo Afan De Rivera ha ricevuto ordine di partire
con esso; finora non si conosce quale sarà il suo destino. Dicesi che il Re di
Piemonte avesse fatto conoscere al nostro sovrano (D.G.) che questa
masnada imbarcata non sono Sardi (come con sicurezza si accerta) ma
bensì fuoriusciti ed emigrati di varie nazioni che cercano sbarcare in Sicilia,
ove molti parteggiani o quasi l'Isola intera con essi si associerebbero in caso
che sbarcassero.
In Palermo venerdì passato vi fu una dimostrazione con gran numero di
campane, ma i rivoltosi fecero fiasco e dopo tutto sedato, S.E. il
Luogotenente con affissi fece conoscere che se si fusse di bel nuovo
rinnovata tale dimostrazione avrebbe bruciata la Città e quindi fece togliere i
battagli a tutte le campane di Palermo.- Qui a Messina si è pubblicato editto
che chiunque viene sorpreso con armi qualunque sarà giudicato
subitaneamente dal Consiglio di Guerra di guarnigione, elevato a Corte
Speciali, e condannato a morte.
Il regno delle Due Sicilie
8 MAGGIO
Il Colonnello SEVERINO, Segretario di S.M., verso le ore 7 a.m. per telegrafo
avvisa essere partiti da Genova 3 vapori con mille e cinquecento uomini
armati sul loro bordo, e chiamansi il primo il Lomabardo, il 2° Sardo, ed il 3°
Corfù; i primi due Piemontesi e il 3° Inglese; si avverte che questa masnada
tenta di sbarcare in Sicilia o in Calabria.- La truppa è in attenzione di una
reazione.-Lo spirito militare è eccellente ed ognuno desidera distinguersi.Verso le ore quattro p.m. alle grida dei Caccitori di Viva il Re si sono
imbarcate le 8 compagnie dell'8° Cacciatori. Una massa di 450 uomini diretta
dal Barone SANTANNA scorre la campagna verso Girgenti e Caltanissetta
assassinando villaggi, rubando e devastando, come nelle vicinanze di
Caccamo, e altre villette vicine, cioè Petralia, Vicari, Porticella e Cimmino;
pare che il Battaglione Cacciatori abbia l'incarico di distruggerli col
movimento di altre truppe che partono da Palermo.
9 MAGGIO
Verso mezzogiorno è entrata nel porto una fregata a vapore inglese
salutando la Cittadella con 21 tiri a salve; ho fatto subito restituire il saluto con
altri 21 tiri.- Il vapore inglese era seguito da un nostro vapore che insieme
sono entrati nel porto, perché come si sospetta di tutti e di tutto i nostri vapori
seguono le tracce di tutti i legni esteri nei nostri mari.- Nel giungere il vapore
inglese dopo aver parlamentato col Comandante di altra fregata inglese, che
da circa 2 mesi era stazionario in questo porto, questa è partita e la nuova
venuta è rimasta ancorata.- Verso le ore 23 le nostre fregate a vapore, il
Veloce e l'Aquila che trovavansi in crociera hanno traversato il Faro
prendendo la rotta verso Milazzo.
10 MAGGIO
L'8° Battaglione Cacciatori è sbarcato a Marsala; in quei paraggi vi è Mazzara
e Sciacca, tre grandi paesi marittimi , ove può supporsi lo sbarco nemico.
Due legni Russi sono in crociera dietro Spartivento.
Varii legni inglesi traversano il Faro.- La miseria cresce nella popolazione,
varie fabbriche hanno chiuso i loro opifici; la Città sebbene tranquilla non
cessa mostrarsi in apparenza ostile; il commercio è alquanto cessato, tutti
temono abbenchè la notizia giunta col vapore francese assicura che
Napoleone non garantisce al Piemonte che la sola Lombardia, giusta il
trattato di Villafranca e la conferenza di Trevigo avesse sgomentato i liberali.Da Catania sono partiti verso Girgenti 600 uomini del 2° di Linea, 4 squadroni
di Lancieri ed una squadra di Cacciatori a cavallo.
11 MAGGIO
Alle 4 p.m. è entrata nel porto una grossa fregata a vapore di Guerra
Piemontese ed ha salutato la piazza con 21 tiri di cannone , al che ho fatto
subito restituire il saluto con altrettanti tiri a salve dalle batterie coverte
Falsabraghe, S.Carlo e S.Francesco.
Il porto di Messina
12 MAGGIO
Per telegrafo si fa sapere che ieri al giorno le due fregate a vapore che
conducevano gli esteri sono sbarcate a Marsala facendo fuoco contro i nostri
vapori; ma giunte a tiro le nostre due fregate a vapore, il Capri e lo Stromboli,
a colpi di cannone hanno affondato il vapore nemico e l'altro malconcio lo
hanno rimorchiato per Palermo.- I nostri vapori hanno parimenti tirato su'i
filibustieri sbarcati a cui hanno prodotto molta perdita; questa massa ha
parimenti cannoni, ma con pochi animali. Il Battaglione 8° Cacciatori li
persegue e dicono si è molto ben battuto; molte notizie corrono ma di positivo
non si conosce altro che circa 1300 liberali sono sbarcati, che si sono battuti
e che hanno cannoni. Le nostre fregate a vapore non sono giunte che dopo lo
sbarco: notizie incerte.- I Messinesi sono in grande aspettativa; siamo, si
suppone, vicino ad una reazione; certo è che varie colonne sono dirette verso
questa massa nemica.
13 MAGGIO
Verso le ore 12 meridiane la fregata a vapore piemontese che ieri entrò in
questo porto, dopo aver galantemente pavesate tutte le antenne, ha tirato 13
colpi di cannone a salve a cui non ho fatto rispondere perché suppongo che
sia in occasione di great gala della famiglia Sarda.- La fregata inglese vi ha
risposto.- Tutti i telegrafi sono rotti con Palermo, Siracusa e Catania; la gente
teme e si salva in campagna, i cosiddetti liberali esultano e spacciano notizie
a loro favore, nel mentre non essendovi telegrafi nulla di positivo può
conoscersi da noi.
14 MAGGIO
La fregata a vapore Piemontese è partita, non si conosce per dove. Sono
stato in Città per osservare ed ho conosciuto che Messina non
è popolata come ieri; si seguitano a spargere triste notizie per la truppa che
bene si possono calcolare di nessun fondamento finora.
Tutto il distretto di Messina e quasi la provincia tutta è in insurrezione; ci si fa
conoscere essere partite truppe da Napoli per la volta di Palermo non per
questa. Il Comandante la fregata inglese col Console ed altri Uffiziali nonchè
il Console francese si sono portati in Città dal Generale Comandante la
Provincia ad avvertirlo che uno sbarco di esteri essere stato eseguito a
Milazzo, al che il Maresciallo ha risposto che nulla di ciò ufficialmente
conosceva, al che il Comandante inglese ha replicato come si regolerebbe
nel saperlo e marciando sopra Messina, il Generale ha risposto: li riceverò
come meritano, a colpi di cannone, e li ha licenziati. Verso le ore 4 p.m. tre
Uffiziali inglesi si sono portati all'avanzata di questa Cittadella pregando il
Capoposto di domandare il permesso del Comandante per curiosarla, al che
ho fatto ad essi sentire che egli non lo permetteva e che si fussero subito
allontanati dal raggio della fortezza, come hanno eseguito.- Verso le 3 p.m. la
maggior parte dei cittadini sloggiano dalla Città per le false voci che i Consoli
inglese, piemontese e francese fanno spargere che Garibaldi con 4000
uomini è sbarcato a Milazzo, si è impossessato del Castello ed ha fatto
prigioniera la truppa che colà vi è di guarnigione.
Osservandosi dal Generale che la maggior parte delle persone oneste e
comode abbandonano la Città per timore della Cittadella (che dicono vuole
bombardarla) ha fatto affiggere avvisi per rassicurare a tutti che tutto è
tranquillo ed essere falso lo sbarco di truppa nemica in Milazzo; lo stesso ha
praticato il Segretario Generale che funziona da Intendente.
15 MAGGIO
Ci perviene notizia ufficiale che 5 vapori carichi di truppe nostre sono giunti in
Palermo; 4 vapori hanno sbarcato la truppa ed il 5° è partito per sbarcare i
suoi in altro punto. - La Città verso le ore 24 è tutta deserta; immense notizie
si propagano; i telegrafi sono tutti abbattuti anche quelli a vista di Messina,
tutti i villaggi all'intorno sono in insurrezione; si spacciano notizie di varii
uffiziali dell'8° Cacciatori morti in azioni, ma queste notizie sicuramente si
diffondono per avvilire la truppa.
I capi del Comitato di Messina, persone ricchissime, si sono tutte allontanate
dicono per Malta, come Vitale, Ottaviano, il Sindaco destituito ed altri.
L'insurrezione in Sicilia è quasi generale.- Il 19 marzo cominciò nella piccola
isola di Lipari, il 27 succ. in altra isola Ustica, il 4 aprile in Palermo, il 6 aprile
in Trapani, l'8 aprile Messina, il giorno 11 maggio sbarco dei fuoriusciti in
Marsala, i quali abbenchè sbarcati sotto la mitraglia della nostra fregata, pure
ha fatto insorgere la maggior parte della intera Sicilia.
Per telegramma da Napoli S.M.(D.G.) raccomanda la massima vigilanza ed
accuratezza per qualche colpo di mano; ci avvisa parimenti di 5 vapori carichi
di cinquemila uomini da sbarcare, quattro in Palermo ed altro in un punto
lontano.- Se le colonne sono ben dirette e che si combinano in modo da
circondare i masnadieri sbarcati, secondo me, finirebbe presto l'entusiasmo
dei liberali; ma se hanno il tempo di riunirsi tutti i rivoltosi siciliani ad essi,
l'affare andrà per le lunghe, stante che i siciliani pensano tutti allo stesso
modo, nè mai quest'isola potrà goder pace senza che un imponente forza
che apporterebbe più spesa di quella che rende. L'influenza inglese la
domina; la maggior parte dei Consoli di tutte le Nazioni quasi tutti siciliani
sono quelli che maggiormente spingono gli uomini alla rivolta.
Intanto qui come in tutta l'Isola la miseria aumenta alla giornata perché
nessuno più travaglia. Sarti, calzolai, operai, tutti senza fatica. Questa mattina
al far del giorno in varii Cantoni della Città vi erano affissi che manifestano
che tutti coloro che vanno a riunirsi agli insorti nel giungere, ricevono ducati 6
e carlini quattro al giorno.
Vessillo Borbonico
16 MAGGIO
Una delle fregate che ha sbarcato la nostra truppa in Palermo stamane è
entrata in questo porto come pure altra fregata che trovasi in crociera per far
carbone e acqua.- Riceviamo liete notizie che la nostra truppa ha battuto i
filibustieri e che l'8° Cacciatori va a rientrare; si spera che tutto si verifichi.
17 MAGGIO
La Città è deserta, tutti i pagani fuggono, le botteghe chiuse, la maggior parte
dei negozianti hanno imbarcato le loro mercanzie per Malta con estremo di
loro interesse,il Battaglione 8° Cacciatori non è ancora qui giunto, si
preparano i locali per sei battaglioni che devono qui pervenire; chi sa se si
verifica.
Siamo privi di notizie ufficiali per mancanza di telegrafi; da parte nostra si
canta vittoria, ma niente di ufficiale, per parte dei pagani tutti fuggono perché
si ritiene da essi per sicuro che gli esteri sbarcati a Marsala marciano sopra
Messina; in fine si sta in uno stato di titubanza, nè molto si sa di positivo.
I liberali attendono altro sbarco di Sardi verso Milazzo. Verso le ore 10 a.m.
un grosso vascello inglese si è posto in banda in mezzo al Faro, ha conferito
col suo Console per circa un'ora e quindi è partito di nuovo; la rivolta ha
appoggio dagli Inglesi; corre voce in Messina che l'Imperatore de Francesi
abbia avvertito il nostro Governo che tre battaglioni di zuavi si sono disertati
dal servizio di Francia e marciano sulla Sicilia; ciò puol anche darsi essere
una menzogna come tutto ciò che avviene in parole e non di fatto; certo è che
niente di positivo si sa perché come ho detto privi di telegrafi; i liberali
cantano vittoria e straordinarie della loro insurrezione per gli aiuti da
pervenirsi dall'estero; anche noi spacciamo vittoria e truppe da pervenirci da
pervenirci da Napoli, ma finora nulla si è verificato. La Cittadella è pertanto
ben preparata per ogni evento; il tristo è per le tante famiglie di Uffiziali di cui
disgraziatamente la nostra armata si è fornita a ribocco; esse sono in Città e
finora è ad esse proibito entrare in Cittadella con i loro equipaggi.
18 MAGGIO
La Città seguita ad essere monotona ed afflitta, la miseria cresce tra quelli
che vi sono rimasti, tutti fuggono, poco o nessuno commercio, i caffè
abbandonati, tutti temono, ne nulla si sa di positivo perché senza
corrispondenza telegrafica; quello che più ha aumentato la emigrazione si è
che molti Consoli hanno imbarcate le di loro famiglie ed effetti per Malta, per
cui anche i negozianti hanno imbarcato le di loro mercanzie; ora questa
emigrazione pregiudica molto gli interessi del Governo pel controbando,
perché Messina, godendo del porto franco, per l'intiera Città, quanti generi
sortono dalle porte viene assoggettato a dazio, per cui centinaia di carri e
carrozze che sortono è ben da supporsi che molto controbando contengono
perché i soldati di Dogana, se pure ve ne sono rimasti, temono e non visitano
chicchessia.
Sono le ore 23 p.m. si segnala da Napoli che una forte e sanguinosa azione
hanno sostenuto i nostri soldati a Calatafimi contro le bande e che caricando
alla bajonetta la nostra truppa ne ha fatto stragge ammazzando uno dei loro
Capi e presa una bandiera, il resto dei filibustieri si sono sbandati e la truppa
gli persegue; or siccome per l'ora tarda e per la nebbia non più si vede il
telegrafo della Calabria ha cessato il discorso; domani si saprà il resto.
Calatafimi è a due tappe da Palermo e una tappa da Trapani.- I nostri vapori
sono nella massima attività e seguono i legni inglesi di cui si teme della loro
lealtà.- Nel porto vi sono due grosse fregate inglesi, un vascello a Milazzo e
altro a Palermo, cosa non consueta in tempo di pace tra i due governi.- Lo
sbarco dei filibustieri a Marsala fu eseguito con l'appoggio dei legni inglesi.La emigrazione che si pratica in Messina avviene lo stesso in Catania ed altre
città e paesi dell'intiera Sicilia, che trovasi tutta insorta; molti furti intanto si
verificano fuori la Città.
La Cittadella è nel massimo ordine di attacco.- Tutto è disposto per
qualunque avvenimento sia di giorno o di notte; le più energiche disposizioni
si sono date per tutte le Armi: lo spirito della truppa è eccellente.- La truppa
che trovasi in Sicilia di tutte le Armi ascende a circa 24mila uomini con 8
batterie a trascino.
19 MAGGIO
Questa mattina il Generale Comandante le Armi ha fatto affiggere gli avvisi
della disfatta dei filibustieri e degli insorti a Calatafimi, che ieri sera gli fu
comunicato da Napoli per telegrafo per via di Calabria. Intanto i liberali
cantano vittoria asserendo il contrario, cioè che la nostra truppa è stata
completamente sbaragliata con molta perdita. Io che ho molta esperienza di
guerra, massime di questo genere che l'ho praticata per sei anni nella mia
giovane età in Spagna non presto credito ne a noi nè ai rivoltosi, stante che il
nostro Governo per ragion di Stato canta vittoria per incoraggiare la truppa,
gli insorti spacciano il contrario per avvilirla e fare maggior partito per
aumentare le loro bande. Bisogna quindi attendere il risultato perché nulla di
positivo si sa per mancanza dei telegrafi o di spie fidate.
Giunge un vapore inglese nel porto dando notizia dell'attacco avvenuto a
Calatafimi sfigurando perfettamente l'azione per maggiormente entusiasmare
gli insorti asserendo che la truppa è stata perfettamente disfatta è appena
qualche soldato si è salvato in Palermo.
Calatafimi dista due tappe da Palermo e una da Trapani; l'azione è avvenuta
tra Alcamo e Calatafimi: credo alla nostra disfatta conoscendo la entità dei
nostri Generali che comandano la nostra truppa tanto devota al suo sovrano.La quantità dei legni da guerra che si aggirano nei diversi porti della Sicilia
altro scopo non hanno che suscitare ed incoraggiare l'insurrezione
proteggendo i loro legni mercantili per sbarcare generi in controbando in tutti i
punti dell'Isola, di somministrare armi e munizioni a prezzo esorbitante in fine,
spogliare la Sicilia come praticarono nel 1848.
Oggi si supponeva una dimostrazione in Città, con grida di Viva il Re, Viva
Vittorio Emanuele.- È un'ora di notte e nulla ancora è successo suppongo per
mancanza di gente, perché la Città è quasi deserta.
Giuseppe Garibaldi (per i Borboni : “Il Bandito Garibaldi”)
20 MAGGIO
Questa mattina alle ore 6 ½ a.m. sono partite due compagnie del 14° di Linea
per Milazzo comandate dal Maggiore Guccione per rilevare la Compagnia del
2° di Linea che deve riunirsi in questa per riunirsi questo Reggimento in
Catania ove anteriormente vi spedì 600 uomini.- Milazzo dista da Messina 25
miglia e Catania 60 miglia.
Giunge ordine di S.M.(D.G.) di portare la massima attenzione sulla Cittadella
su cui si tenta fare una sorpresa; di portarsi sopra luogo il Generale
Comandante le Armi col Comandante la Cittadella, i Direttori di Genio e
Artiglieria, e i Capi di Stato Maggiore, ed osservar bene se qualche punto
debole ha bisogno di essere meglio fortificato ed eseguirlo subito facendo un
apposito processo verbale, indicando anche la forza di truppa aumentata e
rimetterlo alla prefata M.S. onde sia a giorno della somma sorveglianza di
essa in una fortezza di tanta importanza; tale operazione è durata per ben 5
ore.
Questa mattina la Polizia ha tolti 5 affissi da alcuni Cantoni, che dicevano
morto il Tenente Generale Lanza e che la nostra truppa aveva sofferto una
perdita di 6000 uomini. Ciarle dei liberali giacchè contemporaneamente
conosciamo che S.E. viene di sbarcare a Palermo e che a Palermo si sta
tranquillamente, sebbene la truppa è sempre sotto le armi perché con la sola
forza si può attenuare una insurrezione protetta dagli inglesi che forniscono
tutto il materiale di guerra.
In molti paesi ove non vi è truppa si è inalberata la bandiera piemontese,
come in molti altri.
I Siciliani non amano più la Costituzione ma desiderano essere governati da
Vittorio Emanuele Re del Piemonte.
Verso l'una p.m. giunge un plico del Generale Clary che comanda in Catania
e che fa conoscere la sua critica posizione in una Città di circa 80mila anime
e che fa le più calde premure per aver rinforzi avendo la poca forza di un solo
battaglione di Cacciatori, tre Squadroni di Cavalleria e una batteria a Trascino
e che almeno vi si mandassero 4 compagnie del 2° Reggimento di Linea, per
impedire la insurrezione che al presente sarà di già scoppiata. Il 2° di Linea è
pronto a marciare allorchè giunge da Napoli il desiderato rinforzo.- Da molti
giorni non si ha notizie di Palermo, siamo in attesa di due vapori che erano
incaricati di viaggi e corrispondenza da Palermo e Messina e viceversa.
Mentre scrivo, la Cittadella si sta riempiendo di equipaggi e famiglie militari; è
una pena il non averli come situare.
Grandi lavori si eseguiscono nella Cittadella, tutti di precauzione!
21 MAGGIO
Si sono date le disposizioni alla fornitura del pane per tener pronta quantità di
pane per una forza che deve qui pervenire di rinforzo; non si sa se sia truppa
proveniente da Napoli o dalle Calabrie, certo è che da bastante tempo si
attende; questo rinforzo servirebbe per spedirlo a Catania o altrove, perché
per Messina la sola Cittadella vale un esercito. Si sta nella vera apatia, nulla
si sa di positivo; cosa strana! Tutti i pagani e negozianti si salvano dalla Città
con le loro masserizie e le famiglie dei militari si ricoverano nella Cittadella
senza che nessuno li perseguita e senza che truppa o banda si senta a noi
vicina, se non che pochi birbanti rimasti in Messina che spacciano notizie
allarmanti e affiggono cartelli di notizie vuote di senso.
Da' militari si dice per notizia che la colonna del Generale Afan De Rivera da
Girgenti si è piegata sopra Catania per proteggere il Generale Clary dalla
insurrezione colà non ancora finora manifestata; certo è che tutti gli equipaggi
dei Generali sono nella Cittadella per timore di perdersi. I colonnelli dormono
tutti in questa fortezza ad eccezione [...] del 2° di Linea, Direttori del Genio e
dell'Artiglieria, in fine uffiziali e famiglie e beato colui che può da me ottenere
un piccolo buccicattolo o pianterreno per stare al coverto. Disgrazia per un
Esercito l'aver tanti ammogliati come il nostro. Cosa sono le guerre civili !
Dirotte piogge cadono massime questa notte con spaventevoli tuoni. Non può
essere altrimenti trovandosi tanta truppa in marcia; è una disgrazia che
sempre l'accompagna.
La miseria giornalmente cresce perché nessuno più travaglia, non però per la
truppa che gode della doppia diaria.
22 MAGGIO
Riceviamo notizie che la Francia e la Russia hanno preso parte in favore del
nostro Sovrano per l'assassinio commesso dai legni inglesi proteggendo lo
sbarco dei filibustieri Sardi a Marsala e che queste due Potenze abbiano fatto
sapere al Re di Sardegna che se fa sbarcare un soldato Sardo in Sicilia
s'intenderebbe dichiarata la guerra; tale intimo è stato fatto anche dall'Austria.
Bisogna vedere se farà effetto: se vero.- Corre voce che il Direttore di Polizia
di Palermo Miniscalchi sia stato richiamato a Napoli e sostituito a lui il
Colonnello Barbalonga dei Tiragliatori della Guardia e che S.E. Il Ten.te
Generale Maggiore Generale Principe Ischitella si trova a Parigi per affari
diplomatici: tutto ciò a verificarsi.- Quest'oggi è rientrata da Milazzo la
Compagnia del 2° di Linea rilevata dalle 4 Compagnie del 14° di Linea
comandate dal Maggiore Guccione; nessun incontro di rivoltosi hanno avuto i
due distaccamenti. In Milazzo si sta nella stessa incertezza come lo stiamo in
Messina che tutti fuggono in campagna; i liberali attendono risultati da
Palermo, noi rinforzi.- Cosa strana! Niente si verifica da ambo le parti, niente
si sa, apatia perfetta, timor panico per la gente onesta, la miseria nel basso
popolo aumenta perché nessuno travaglia; per gli arrestati politici non se ne
parla ne si conosce qual sarà il loro avvenire, il controbando è immenso,
forse presto cesserà perché non vi è più che cacciare da questo porto franco
fuori la Città.
Il tempo seguita con interpellanti pioggie e fa freddo!
Messina – Forte Lanterna
23 MAGGIO
Apatia perfetta! Nulla di ufficio si conosce, chiacchiere molte! Corre voce che
a Palermo si sono riuniti molti plenipotenziari di varie Potenze e che perciò
presto si finirà tutto; questa voce circola anche fra i demagoghi, ma essendo
cosa per me climaterica non vi presto fede perché non saprei costoro con chi
debbono contrattare: il tempo lo dirà!
Sono le 2 ½ p.m., nel mentre mi alzo da tavola sento dei colpi di cannone
fuori il porto, calcolo fino alla terza cannonata non essere saluto alla Piazza
seguitando i colpi verso il Forte Lanterna.
Fo subito battere la chiamata, guarnisco subito di artiglieri tutti i pezzi a fronte
di mare e mi porto fuori Sarranieri, ove giunto al posto Lanterna osservo 5
lancioni inglesi che per istruzione manovrando tirano colpi a salva; cosa
insolita istruirsi vicino alla fortificazione, ma il loro oggetto è quello di tenere la
popolazione sempre aggitata; intanto gli Inglesi avendo veduto in un istante
guarnite di artiglieria tutti i baluardi hanno cessato di manovrare e si sono
ritirati nelle loro fregate che sono nel porto, dal segnale da queste fatte.
Ore 23 ½ per telegramma proveniente da Napoli si fa noto a questo Sig.
Generale Comandante le Armi che le Reali truppe si sono di bel nuovo
battute con le bande di Garibaldi e che hanno riportato il di sopra
respingendole; il sito non si fa conoscere, forse nelle vicinanze di Palermo.
Verso l'ora della ritirata è entrata nel porto la fregata di guerra francese
Descartes quella stessa che stiede qui stazionata nel 1848; forse in differente
senso.- Il Comandante della fregata inglese stanziata nel porto si è portato
dal Sig. Generale Comandante le Armi dicendogli che correndo domani
l'inaugurazione al trono della Regina d'Inghilterra (Vittoria)andava a fare una
salva e che per ciò pretendeva che anche dalla Cittadella si fusse praticato lo
stesso, ma il Generale saviamente ha risposto che ciò si pratica soltanto per i
propri Sovrani e per rendere saluto a quei legni che salutano la Piazza e che
giusta i trattati internazionali alzerebbesi dalla Cittadella la sola bandiera
durante la salva.
24 MAGGIO
La fregata francese la Descartes questa mattina ha salutato la Piazza con 21
tiri di cannone e di altrettanti ha corrisposto la Cittadella.
La fregata inglese a mezzogiorno ha tirato 21 colpi a salva per la gala della
Regina Vittoria, la Cittadella ha innalzato la Bandiera Napoletana; bisogna
usare convenienza col nemico occulto, per la ragione di Obes1. Siamo tuttora
senza corrispondenza con Palermo. Siamo nello stato d'incertezza; apatia
perfetta. Da ambo i partiti si canta vittoria, molte bugie si spacciano, i
Messinesi attendono altro sbarco di esteri a Milazzo, noi attendiamo rinforzo
di truppa ma nulla si verifica, tutti i pagani fuggono per timore che la Cittadella
non incendia la Città e le famiglie dei militari si salvano nella Cittadella per
timore di una invasione, in fine, ognuno discorre come crede o come la
desidera, certo è che il timore è una malattia contaggiosa facile ad essere a
tutti attaccata; chi poco militare o di poco sangue freddo o poco avvezzo alla
guerra teme perdere il suo equipaggio, i pagani per timore della vita e dei loro
effetti. Il Luogotenente in Sicilia è stato cambiato: ciò è ufficiale. S.E. Il
Tenente Generale Lanza ha rimpiazzato S.E. Il principe di Castelcicala,
partito per Napoli.
Osserveremo cosa sa fare, ma temo.
25 MAGGIO
Verso le ore 7 ½ a.m. è giunto nel Porto il vapore il Capri con 4 compagnie
complete: cioè due del 14° di Linea ed altre due del 13°. Il Maggiore Marquez
del 13° si è imbarcato sul detto vapore per comandare le 4 compagnie che
dopo un'ora circa che sono state nel porto senza sbarcare sono partite per
Catania; questo vapore ha a ordine di sbarcare le truppe a Catania, quindi di
portarsi a Siracusa per commessione e dopo ritornare in questa per
imbarcare tutte le famiglie dei militari che desiderano portarsi in Napoli:
sembra che l'affare vada per le lunghe.
26 MAGGIO
Nulla sappiamo di Palermo da circa 10 giorni, vapori da colà non NdR.
Forse l'autore si riferisce ad John Hobbes ne pervengono, diconsi tante cose
ma nulla di ufficiale. I sei battaglioni che dovevano qui pervenire da Napoli
non sono venuti, nè verranno; il pane ordinato alla fornisura è rimasto di
prevenzione, la sfiducia è una tra le disgrazie della guerra, massime che i
nostri Generali sono di nome e senza esperienza.- Le alterate notizie dei
demagoghi sono che Palermo è stata occupata da Garibaldi. Vi è poco da
prestar fede, ma dalle spie che abbiamo ci assicurano che Garibaldi con
numerosa banda trovasi in posizione sul Monte Pellegrino a vista di Palermo.
Certo è che, come ho detto, da molto tempo non abbiamo notizie dalla
Capitale della Sicilia in dove dovrebbero trovarsi tutte le fregate e legni a vela
in servizio delle operazioni militari.
Si spedì da questa il vapore Archimede che fu destinato a disposizione di
questo Sig. Generale Comandante le Armi per sapere notizie di Palermo, ma
giunto colà fu ritenuto, nè abbiamo più notizie dello stesso.
Cosa sono le guerre civili! La gente impazzisce per un partito preso ed
abbenchè conosca la propria ruina e quella della sua patria pur non di meno
non ritrocede.
La Sicilia vede benissimo il disastro e la devastazione che gli arreca la banda
dei filibustieri sbarcata a Marsala e comandata da Garibaldi, ma per questo
non tralasciano unirsi a lui non solo quelli che non hanno che perdere, ma
anche nobili e gente dotta e ricca.- Messina non insorge ed i paesi vicini
insorti non calano in Messina perché attendono il risultato di Palermo.
Intanto verso le ore 21 giunge nel porto un vapore inglese da Palermo e gran
folla di gente si porta alla marina e dopo una mezz'ora centinaia di notizie si
spacciano. Non v'è dubbio che gli inglesi suscitano la insurrezione per cui
alcuni asseriscono che le Reali truppe sono state disfatte, altri che dopo il
combattimento hanno capitolato, che il Maresciallo Salsano sia prigioniero,
altri poi asseriscono che dopo un forte attacco avvenuto a Villabate la truppa
abbia conservato le sue posizioni; in fine, tanto noi che gli insorti siamo nella
stessa incertezza.
Villabate dista da Palermo 3 miglia.- Le notizie più sicure sono che Garibaldi
con forza sufficiente sia in posizione al Parco che dista da Palermo circa 4
miglia. È strano che non sia attaccato dalle nostre truppe, per cui è a
supporsi che si attende il risultato dell'indulto dato dal re o altre disposizioni
da prendersi. Tutto è congettura.
Fregate a vapore dell'epoca
27 MAGGIO
Il vapore il Capri è giunto in questo porto verso le ore 8 a.m. reduce da
Siracusa in dove ha imbarcato molte famiglie di uffiziali, come pure a Catania,
ed assicura che Siracusa è tranquilla come pure Catania, ma sempre in
aspettativa degli affari militari di Palermo; a Catania però la truppa seguita
sempre a restare in posizione e parte di essa al bivacco. La sola forza
reprime in queste due Città la rivoluzione, come lo sono in tutti i paesi ove
non vi è truppa.
Il Vapore il Capri ha imbarcato molte famiglie di uffiziali di questa guarnigione
di Messina come ha praticato a Catania e Siracusa per sbarcarle ai Granili in
Napoli.-S.M.(D.G.) ha concesso l'imbarco franco a tutti; sono da qui partiti
alle 3 p.m.- Per telegramma venuto da Napoli si avvisa che le bande di
Garibaldi sono state battute ed inseguite dalla nostra truppa che hanno
riportato completa vittoria avendole sbaragliate e che uno dei Capi è caduto
prigioniero.
Ciò si è pubblicato all'ordine di questo Militar Governo e letto nelle
compagnie; in effetto i demagoghi che conoscono ciò che passa prima di noi
dimostrano qualche sgomento.
Palermo intanto nel suo interno è tranquilla perché represso dalla forza; ma
da un palazzo essendo partita una fucilata che ha ucciso un soldato di
cavalleria di pattuglia; S.E. il Tenente Generale Lanza ha fatto incendiare
l'intero palazzo, come pure altro palazzo ha fatto incendiare alla Bagaria per
avervi rinvenuto un nostro soldato morto inchiodato al muro: ferocie che solo
in Sicilia si praticano.
Mi dice il Cappellano di aver ricevuto lettere da suo paese La Rocca –
Distretto di Messina – che il suo paese essendosi messo in rivolta hanno
ucciso il Sindaco ed altra persona. Al Sindaco dopo di avergli tirato 3 fucilate
lo hanno seviziato con tagliargli le mani ed i piedi e finalmente la testa che su
di un palo l'hanno mostrata in tutte le strade gridando essere così la fine di
tutti i realisti. L'infelice Sindaco chiamavasi Carmine Bottaro.
28 MAGGIO
Alla lieta notizia di ieri sera ricevuta per telegramma da Napoli per l'azione
avvenuta nelle vicinanze di Palermo, cioè che le nostre truppe hanno battute
e sbaragliate le bande di Garibaldi, si osserva con dispiacere che verso le 11
a.m. giunge nel porto un bastimento carico di botti di equipaggi e dei
magazzinetti della truppa di guarnigione in Girgenti nonchè degli ammalati
militari che trovavansi in quel Capoluogo di Provincia, che la truppa è stata
obbligata di abbandonare per la forte insurrezione colà manifestatasi e che le
forti bande che colà sopraggiungevano Girgenti è stata tranquilla fino a che vi
ha dimorato la truppa, ma appena sortita si è posta in rivolta, in modo che se
il bastimento non avesse subito salpato, i rivoltosi avevano tentato assalirlo
per prendersi fucili e munizioni dei soldati infermi che vi erano imbarcati. Si
suppone che le forti masse battute nelle vicinanze di Palermo avessero
piegate sopra Girgenti e che la truppa non essendo in numero sufficiente
avesse ripiegato sopra Catania la quale a stento si sostiene: questa è
supposizione.- Gli insorti e le bande ovunque passano mettono a sacco e
fuoco e distruggono tutto. Povera Sicilia! E infelici famiglie oneste se pure ve
ne sono.- Tutti gli oggetti e botti portate dal bastimento si sono riposti nella
Cittadella la quale è ripiena a ribocco di oggetti, equipaggi e persone ad onta
di molti signori di militari partite per Napoli col vapore di ieri.- Il Generale Afan
De Rivera con la sua colonna di circa 20 compagnie, uno squadrone di
cavalleria e mezza batteria a trascino da Girgenti ha ripiegato sopra Catania.Fino al giorno di ieri abbiamo avuto corrispondenza telegrafica con Catania,
ma da oggi è cessata essendosi abbattuti dagli insorti tutti i telegrafi.Acireale che si supponeva la più attaccata all'ordine trovasi anche insorta;
questa Città dista una tappa da Catania. Corre voce che un quartiere di
Palermo, detto Brigaria, sia stato bombardato per ordine.
Messina – Porta della Cittadella
29 MAGGIO
Questa mattina verso le ore 9 a.m. ho osservato insolito fermento in città; la
gente a centinaia riunita alla marina e alla grande strada Ferdinandea. Per
quanto ho potuto conoscere alla Gran Guardia, la calca di persone attende
un legno inglese che viene da Palermo per assicurarsi della disfatta delle
nostre truppe e del bombardamento colà eseguito. Nel rientrare nella
Cittadella ho rinvenuto ordine di spedir subito rinforzo alla Gran Guardia ov'è
il branco e ad altri posti, e prevenzione che la forza Doganale riponesse le
loro armi nei magazzini di artiglieria di questa fortezza.- Dicesi che
l'Inghilterra avesse dichiarato guerra alla Francia e che questa sia unita con
la Russia e l'Austria. Queste voci sono propagate dai rivoltosi che forse ne
sanno più di noi che nulla conosciamo essendosi abbattuti tutti i telegrafi; vi
era rimasta a stento la comunicazione telegrafica con Milazzo e questa anche
è cessata.- Dopo l'una p.m. gli impiegati di Dogana hanno consegnato in
questi magazzini di artiglieria 80 fucili e sciabole: ecco cessato ogni dazio
doganale, fondiario, ecc.- Alle ore 2 di notte si sono spediti 160 uomini al
quartiere il più tristo di Messina detto San Leone, si sono rinforzati tutti i posti
ed ordinato alla compagnia accasermata alla Maddalena di stare vestiti e con
i fasci d'armi pronti a sortire.- Alla Cittadella si è ordinato il sevizio per tutte le
batterie pronto al primo tocco della "Generale". Tutti i pagani fuggono dalla
Città.- Guardando le cose a sangue freddo pare che tutti impazziscono, sia
per le notizie alterate che si spacciano di vittorie e disfatte, sia perché incerti
di quanto avviene perché senza notizie, per mancanza di telegrafi e spie.
Telegrammi da Napoli cantano nostre vittorie in Palermo, il partito opposto
assicura che Garibaldi con 27mila uomini tiene assediata Palermo, che tiene
anche 800 uomini di cavalleria e che avesse battuta la nostra truppa la quale
nel ritirarsi avesse bombardata la Città. Intanto il vero non lo sappiamo
perché da circa 12 giorni nessuna notizia abbiamo da Palermo nè per via di
mare o di terra o per telegrafo che più non ve ne esistono. Infine siamo nello
stato di incertezza il più penoso in tempo di guerra.
30 MAGGIO
Questa mattina si è stabilito un posto ai Gazzi, circa un miglio da Messina e
propriamente ai Campanari lunghi, borgo di Messina ove sbarcarono le
nostre truppe nel 1848 comandate da S.E. Filangieri e che furono incendiate
quasi tutte le abitazioni per la forte resistenza che fecero i rivoltosi. La
ricchezza dei siciliani le ha dopo quattro anni tutte riedificate perché tutti
casini di diporto. Questa mattina all'aurora si sono rinvenuti affissi cinque
cartelli per i principali cantoni della città che dicono: "Messinesi, tenetevi
pronti, che i nostri fratelli in gran numero sono pronti ad arrivare".
Il piccolo vapore "La Rondina" destinato per tenere la corrispondenza tra noi
e Reggio il quale ci trasmette gli ordini e le notizie da Napoli, per i giorni
passati ogni quattro ore è andato e venuto; [...] giunto quest'oggi dopo 16 ore
ci ha fatto stare in palpiti, essendo questo piccolo vapore l'unico che con
sollecitudine ci trasmette per la via di Reggio ordini e notizie da Napoli.- Si
spaccia dal Comando delle Armi l'aver letto un supplemento stampato al
nostro giornale senza indicar la data, che dice che Garibaldi ritiratosi disfatto
dalle vicinanze di Palermo e trinceratosi verso Corleone sia stato di nuovo
aggredito dalla nostra truppa e di nuovo sia stato battuto; gli si è preso un
cannone rigato, fatto prigionieri 8 Capi e prese 6 bandiere: tutti dicono di aver
inteso, ma nessuno asserisce di aver letto. Mi cade dubbio che non sia vero,
altrimenti si sarebbe pubblicato con avviso stampato.- I liberali poi e la gente
torbida qui in Messina spacciano che Garibaldi abbia sconfitto le nostre
truppe e che nell'abbandonare Palermo lo hanno incendiato per via di mare e
di terra.
A chi credere! Certo è che sono più di tre giorni che posta da Palermo qui
non perviene, nè nulla conosciamo di quanto colà passa; il miglior consiglio
che a tutti incuto si è di non credere nulla e di attendere fatti e risultati.- Si
attendeva una dimostrazione armata, ma è svanita per la notizia spacciata
con affissi dei 6 mila uomini di massa che erano per giungere a Messina, che
non si è verificato, e che altra novità non ha prodotto che quasi lo
sgombramento di più di due terzi dei cittadini perché tutti fuggono per le
notizie allarmanti che essi stessi spacciano: dicono che Messina
all'avvicinarsi delle masse sarà incendiata dalla Cittadella come a Palermo
essendo questi gli ordini del Re(D.G.).- Per altro essi ben conoscono che io
ho tutto pronto per non smentirli in caso però di estrema necessità, che a
parer mio non avverrà.- Verso le ore 23 il piccolo vapore "La Rondine", dopo
aver imbarcato il necessario carbone, è ripartito per Catania per aversi notizia
del Generale Clary e della sua Guarnigione, nonchè del Generale Afan De
Rivera e la sua colonna, stante che dalla notizia ufficiale ricevuta di aver
abbandonato i Capoluoghi Girgenti e Caltanissetta, nulla più si è saputo di lui
e della sua colonna.- Da qualche negoziante che per ora non ha ancora
abbandonato la Città, si è saputo che l'Imperatore d'Austria sia morto, ucciso
da veleno: bisogna attendere la notizia ufficiale per prestarvi fede.
Palermo 1860 - Barricate
31 MAGGIO
La folla immensa che ingombra il Banco è incredibile; tutti ritirano il proprio
denaro restituendo le fedi di credito; la truppa è stata pagata dal Banco
perché i Recivitori nulla esiggono, nè fondiaria, nè dazio si esiggono.-Sono le
9 a.m., tutte le botteghe sono chiuse ad eccezione di poche; cominciano a
mancare i viveri.- Una città di circa 90mila anime appena aveva stamane tre
beccherie aperte, le quali dopo aver smaltito la poca carne che avevano si
sono chiuse; maccaroni o pasta qualunque non se n'è potuta avere, poca
verdura, alla pescaria poco tonno o pesce spada. Infine la bella Messina
sembra un deserto; sembrano pazzi; tutti fuggono in campagna, anche della
gente che non ha che perdere. I siciliani sono astuti e riservati e difficilmente
può comprendersi quello che pensano o dalla maniera che aggiscono.- Sono
le ore 10 a.m. e "La Rondine" che avrebbe dovuto arrivare quest'oggi reduce
da Catania non ancora si vede. Afan De Rivera che si ritira da Girgenti sopra
Catania non ancora vi sia giunta.- Vengo di conoscere ora stesso il bullettino
che gira per i demagoghi, che suppongo stampato in questa città, che dice:
"Garibaldi comanda a Palermo ed è alloggiato a Palazzo Reale! I reali
occupano Castellamare e la truppa Regia circonda Palermo". Solite dicerie
che spacciano. Triste è il caso che noi non abbiamo nessuna notizia ufficiale
da Palermo o da qualunque parte della Sicilia.
1° GIUGNO
Ieri verso le ore 24 mentre stavo per andare a letto fui avvertito che dalla
parte dei Gozzi si sentivano delle fucilate; feci subito battere la chiamata ed in
un momento furono sotto le armi il 14° e il 13° di Linea, artiglieria e sellate le
mule della batteria a trascino e di persona mi portai a a far calare il ponte di
soccorso a S.Stefano ed il ponte Lunetta Carolina facendo aprire i cancelli
fino all'avanzata per far entrare nella Cittadella tutti gli Uffiziali che abitano in
Città, tra questi anche il Generale Lo Cascio, col quale mi trattenni fuori
terranova fino alle ore 2 a.m. e siccome altra novità non si è ricevuta dalle
pattuglie spedite ci siamo ritirati dopo aver fatto alzare i ponti e chiudere i
trastelli.-Questa mattina poi il Colonnello Ghio del 2° di Linea mi fa conoscere
che la compagnia distaccata ai Gozzi del suo Corpo per un malinteso di una
sentinella avanzata fu ucciso un uomo per non aver risposto al "chi va là" e
che quella compagnia comandata dal capitano Cassano tirò più di sento
fucilate e quindi sia che il Capitano era ebbro di vino, o per viltà, prese la
svista di ritirarsi abbandonando il posto; ma accorso subito il Colonnello
stesso riportò il distaccamento al luogo abbandonato. Questa mattina, nello
smontare il distaccamento, il detto Capitano è passato agli arresti di rigore in
Castello presentandomi la sciabola.- Verso le ore 9 a.m., molti dei principali
negozianti si sono presentati al Maresciallo Comandante le Armi pregandolo
di prometterli di non bombardare Messina, onde far cessare tanta calamità e
tanta miseria, compromettendosi con la gente onesta rimasta in Città di far
restare tranquilla la popolazione con le preghiere e anche col danaro e le
persuasioni; il Maresciallo lo ha promesso purchè non gli avessero dato
motivo.- Ciò fa conoscere che li affari di Palermo per essi, per Garibaldi e per
la demagogia non vanno troppo bene come essi spacciano. Ma come fidare
della parola dei siciliani i quali essi stessi dicono che la insurrezione non può
facilmente cessare perché si trovano troppo compromessi con l'Italia Centrale
e col Piemonte; intanto spargono voce che la Francia, l'Inghilterra ed il
Piemonte sostengono l'insurrezione.
La fregata a vapore inglese stanziata in questo porto ha caricato circa 4
milioni di piastre, ossia il denaro di tutti i grandi negozianti di Messina che
opinano essere il luogo più sicuro tanto per un saccheggio del popolo che da
un bombardamento della Cittadella. Gli inglesi per altro per essi tutto è
commercio e monopolio esiggono l'uno per cento per un tal deposito, oltre
che delle forti somme che ricevono da molte famiglie che ricoverano a bordo
e che temono il bombardamento. Alle ore 23 è entrata nel porto la nostra
fregata a vapore "Il Guiscardo" proveniente da Catania con a bordo le quattro
compagnie del 2° di Linea, parrtite da qui il giorno 9 maggio e sbarcate a
Girgenti il 10, che facevano parte della colonna del Generale Afan De Rivera,
qui anche giunto con i Comandanti di Provincia di Girgenti e Caltanissetta
con i rispettivi uffici di Stato Maggiore territoriale e con qualche uffiziale ferito
e 130 feriti di truppa che lo sono stati nella insurrezione avvenuta ieri in
Catania in cui si sono battuti per 8 ore continue.
La truppa del Generale Clary ha riportata completa vittoria; tutte le armi si
sono distrutte e con accanimento si sono battuti contro la popolazione di circa
80mila abitanti non compreso tutti gli abitanti della vicina provincia di
Catania.- Tutti i balconi erano gremiti di materazzi dietro i quali gli insorti
tiravano, per cui, ad esempio del 1848, si pose fuoco dai palazzi ove si
tirava.- Il bel palazzo di Biscari abbattuto dal cannone del vapore "Il
Guiscardo", incendiato il bel palazzo di S.Giuliano; dato alle fiamme il bel
convento dei Cappuccini ed altre magnifiche case da ove gli insorti tiravano.La cavalleria (Lancieri) si è distinta conquistando tre pezzi di artiglieria; la
fanteria ha preso 6 bandiere e l'artiglieria ha fatto strage.- La colonna del
Generale Afan De Rivera ebbe ordine di abbandonare Girgenti e
Caltanissetta e che a marce forzate si fusse portata a dar soccorso a
Catania, per cui i rivoltosi si premurarono insorgere prima che questa colonna
fusse giunta in Catania, con il progetto che dopo disfatta la truppa di Catania
sarebbero andati ad attaccare la colonna di Afan De Rivera che stanca
giungeva; ma la truppa di Catania si è così bene battuta che ha fatto fallire il
loro disegno.
In effetti la colonna di Afan De Rivera ad onta delle lunghe e penose marce
eseguite giunse in Catania dopo la sanguinosa azione, cioè a mezzanotte, in
cui non si tiravano che qualche fucilata da qualche pezzo.-Questa mattina poi
a Catania, al far del giorno, si sono imbarcate sul "Guiscardo" le sole 4
compagnie del 2° di Linea, i feriti e gli uffiziali di piazza di Girgenti e
Caltanissetta col Generale Afa De Rivera giungendo in questa alle ore 23,
come sopra ho detto, e restando in Catania il resto della colonna di tutte le
Armi sotto gli ordini del Generale Clary.
I feriti sono passati in questo Ospedale Militare.
2 GIUGNO
Verso le ore 2 p.m. il Generale Comandante le Armi mi manda pregando
cedergli due stanze del mio appartamento per venirle ad occupare subito con
la sua famiglia e manda ordine al Comandante di Artiglieria di spedirgli ora
stesso due perlunghe per trasportare in Cittadella i letti ed il poco equipaggio
presso di lui, stante che la mobilia ed il suo forte equipaggio qui è riposto dal
9 aprile ultimo.- Causa n'è che si scrive riservatamente da Reggio che le
Calabrie danno segno d'insorgere; se ciò si verifica l'affare andrà purtroppo
per le lunghe.- In Città si spaccia una dimostrazione armata per domani
Madonna della Lettera.- Alle ore 23 giunge sul vapore Capri il Generale di
Artiglieria Aiutante in Campo di S.M.(D.G.) Afan De Rivera, [...] 2 Capitani di
Artiglieria, altro del Genio, per conoscere la nostra posizione e quella di
Catania e Siracusa.- Alle ore 10 p.m. il detto Generale dopo qualche
conferenza qui avuta si è imbarcato di nuovo ed è partito per Catania.- A
seconda sicure notizie, Catania si batte ancora, la maggior parte è
incendiata. Garibaldi occupa qualche parte di Palermo che è quasi in fiamme,
cioè il mezzo cerchio dalla parte dei quattro venti al monte S.Rosalia, avendo
le truppe Reali comunicazione da Palazzo Reale per Porta di Castro fino alla
Marina; ma per giungere a Castellamare bisogna imbarcarsi essendo
occupata quella parte della Città dagli insorti. Garibaldi domandò tre giorni di
armistizio che gli furono concessi per interrare i morti e soccorrere i feriti;
domani termina l'armistizio.- Qua, dopo tre giorni di aspettazione per
conoscere notizie da Palermo, col vapore giunto da Napoli ci pervengono
così tristi! Il Comitato di Palermo è nelle carceri di Castellamare.
3 GIUGNO
Siamo ridotti alle nostre proprie forze; la insurrezione generale si è
manifestata accanita in tutta la Sicilia ed ogni capoluogo ha il suo Comitato.Sono stati richiamati in Napoli, forse per essersi mal condotti, due Brigadieri,
cioè Primerano e Fiorenza, nelle disposizioni date o ritirate, eseguite o mal
dirette nei varii incontri con le masse di Garibaldi; altri dicono perché voluti
infermi.- Non poteva essere altrimenti!...Ricevo ordine di alloggiare nella
Cittadella 2640 uomini di truppa che vengono da Catania e 232 cavalli e muli
di una mezza batteria a trascino ed una batteria a schiena, truppa che
abbandona Catania dopo averla bruciata; entrano ancora in Messina un
battaglione del 3° Cacciatori, truppe che molto si sono distinte a Catania. La
cavalleria prese ai rivoltosi 3 cannoni.- Alle ore 20 si è ordinato evacuarsi
l'Ospedale Militare e trasferirsi al Lazzaretto, grande stabilimento situato nel
raggio della Cittadella tra il Forte SS.Salvatore e Forte Lanterna, e ciò nel
caso che dovessimo essere assediati, ed i nostri bravi soldati feriti ed infermi
sarebbero esposti alle vandale squadre che li muliterebbero prima di
ucciderli; i grevemente feriti si imbarcano per Napoli sul "Guiscardo" nel
rientrare da Siracusa.4 GIUGNO
Messina seguita ad essere deserta; pochi venditori, botteghe di negozianti
tutte chiuse ad eccezione di qualche piccola bottega di poco conto e qualche
tabaccaro di bassa sfera, qualche persona si vede alla Marina perché in
attenzione di qualche legno che viene da Palermo.- Ieri la truppa non sortì dai
quartieri che sono in Città e neppure quella di questa Cittadella perché
stavamo in attenzione di una dimostrazione armata che minacciavano di fare
in occasione della processione della Madonna della Lettera, ma il timore dei
cannoni della Cittadella li sgomentò per cui non ebbe luogo la processione,
nè la dimostrazione.- Si ha notizia che gli inglesi hanno sbarcato armi e 5
cannoni nelle vicinanze di Taormina, sito che deve transitare la colonna del
Generale Clary che si ritira da Catania dopo di averla incendiata; pare che il
Governo abbia voluto abbandonare, come nel 1848, tutta la Sicilia in sua
balia, ritenendosi solo la Cittadella. Ma ora, per effetto forse di esperienza,
occupa tutte le piazze ove vi sono le solide fortificazioni, come la Cittadella,
Corsaga e Castellaccio in Messina, il Forte di Milazzo, Siracusa e Termini;
per Palermo, essendosi ancora in dubbio se si abbandoni a se stessa o pure
si guarda, attendiamo il risultato di ciò che si propose ieri dal Colonnello
Buonopane, spedito da Napoli.- Che cosa terribile è la guerra di insurrezione!
Due grandi città Palermo e Catania distrutte, campi devastati, la maggior
parte degli animali distrutti, molte uccisioni, inimicizie particolari vendicate,
giustizia penale sospesa, tribunali chiusi, sangue che si versa dalla truppa e
dai fanatici che si battono, estorsioni immense! Povera Sicilia condannata
spesso a distruggersi da per stessa per influenza estera e da quantità di
gente che non ha che perdere. Alle ore 23 è partita "La Rondine"(piccolo
vapore) per prendere notizie della truppa che abbandona Catania; "La
Rondine" ha imbarcato un distaccamento più due Capitani del Genio: si crede
che le masse cercano di impedire la marcia delle truppe, che si ritirano, al
passaggio delle forti posizioni di Taormina.
GIOBERTI
5 GIUGNO
Alla punta del giorno è giunto in questo porto il "Guiscardo" (fregata a vapore)
col Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante di Campo di S.M.(D.G.) portando a
rimorchio tre brigantini cariche di munizioni, equipaggi e donne della truppa di
Catania, nonchè le munizioni, 3 cannoni presi agli insorti, i feriti, spediti ecc.La truppa di Catania ieri è partita abbandonandola a se stessa, forse domani
giungerà in questa. Si sono preparati tutti i Conventi per quartieri, altra truppa
entra in Cittadella; paglia a terra se pure ve ne sarà per tutti.- Un battaglione
del 2° di Linea è pronto a partire di qui in caso che la truppa che si ritira da
Catania fusse attaccato dagli insorti.- Alla Marina di questo vasto porto si
osserva la massima confusione: munizione che imbarca, feriti sulle brande,
equipaggi, cannoni, equipaggi che si imbarcano per Napoli, signore, ragazzi
che piangono, mobili che si fracassano, grandi corvè che si incrociano per
l'Ospedale che si evacua e va al Lazzaretto, Uffiziali di piazza che vanno e
vengono, pagani che sfrattano, infine la Torre di Babele in confusione.- Gli
affari di sicilia mi sembrano molto complicati, perché non usi a fare con
Nazione che avesse dichiarato guerra al Re di Napoli, ma con invasori senza
nome di Nazione, chiamati nell'Isola dai malcontenti Siciliani e comandati da
un Generale di ventura molto strategico e manieroso (Garibaldi).- Questo
Generale imbarcatosi a Genova con due vapori con 800 uomini si dirige sulla
Sicilia ed intanto il Re del Piemonte avvisa il Re di Napoli che non aveva
potuto impedire la partenza dai suoi stati di questa masnada. Una buona fede
di usa fra i sovrani!- Napoli intanto con
la massima sollecitudine spedisce quantità di vapori nelle acque della Sicilia
per impedire lo sbarco; questa crociera, o per mala direzione, per fellonia, o
per cause ignote, fecero entrare nel piccolo porto di Marsala i detti due vapori
con Garibaldi e seguito i quali sicuramente concertatisi anticipatamente con
un legno da guerra inglese che li precedè con anticipo in detto porto,
sbarcarono, sotto la di costui protezione, buona parte di essi. In questo
frattempo giunse finalmente uno dei nostri vapori da guerra è imposto al
legno inglese di allontanarsi perché andava a tirare a mitraglia su quei che
armata mano sbarcavano sul suolo siciliano, questi risposero di avere il
Comandante del legno e parte della ciurma a terra e che domandavano un
quarto d'ora di tempo per allontanarsi, ma questo quarto d'ora durò tanto
finchè il materiale egli uomini sbarcarono tutti. Questa è la fede nel l'amicizia
inglese che ha un rappresentante ministro a Napoli! Allontanatosi il vapore
inglese, il nostro vapore affondò un legno nemico e l'altro lo catturò
conducendolo a Napoli molto mal concio. Or chi lo crederebbe! Che Garibaldi
con 800 uomini e gli insorti siciliani conquistano buona parte della Sicilia e
l'istessa capitale (Palermo) in dove vi erano 26mila uomini di tutte le armi e 5
batterie a trascino, a schiena e di campagna e due Forti, Catello a mare e
Castelluccio del molo e le forti posizioni di Palazzo Reale e Quattro Venti, nel
mentre i nostri soldati avevano molti giorni prima dispersi gli insorti facendone
strage a S.Carini e S.Sebastiano attaccandoli alla baionetta e dando fuoco i
due paesi.- Le bande di Garibaldi battute al Parco e a Corleone, che lo stesso
Garibaldi loda il coraggio dei nostri soldati, eppure una truppa così
coraggiosa al n° di 26mila uomini
e mezzi infiniti di artiglieria e cavalleria hanno sofferta l'umiliazione di sortire
da Palermo come se fussero stati battuti per generosità da Garibaldi che
asserisce a gran fortuna allorchè il Generale in Capo S.E.Lanza gli domandò
qualche giorno di tregua, nel mentre esso Garibaldi si credeva perduto.- Tal
tregua a richiesta del nostro Generale in Capo fu prolungata in modo che si
convenne che la truppa sarebbe sortita da Palermo abbandonando tutte le
sue posizioni e anche i Castelli con armi e bagagli, imbarcando quanto
trovavasi a Castellamare di artiglieria, affusti, cannoni diversi e quanto in essi
contenevasi; infine Garibaldi accordò quanto si chiedeva, stupefatto che tante
migliaia di uomini così ben provveduti di tutto cedevano la Città, porti e le loro
vantaggiose posizioni; intanto tale convenzione fu firmata da S.E. Lanza,
Generale in Capo delle nostre infelici truppe e Garibaldi non si degnò firmarla
praticandolo il suo Ministro Crispo.-Dicono tradimento; nulla di ciò suppongo,
ma vera crassa ignoranza di tutti i nostri Generali, senza esperienza, senza
aver fatto mai campagne, avvezzi sempre in guarnigione, senza uso di
guerra, poco studio o applicazione, ma avendo per egida la sola antichità. I
Generali si formano con studio, campagne ed esperienza; ma il Generale in
Capo è un Genio che viene da Dio: il nostro Generale in Capo Lanza a
Palermo non aveva nè l'uno nè l'altro.
Se S.E. Lanza, che aveva adeguato al suolo con migliaia di granate e proietti
una florida e popolosa Città come Palermo, doveva fare tutto il suo possibile
per mantenervisi, ma avendola abbandonata, giustamente viene giudicato da
"venduto".- Se il nostro Governo non si decide mandar fuori dei giovani
Uffiziali sortiti da Collegio e poi istruiti ove si fa la guerra per acquistare
conoscenze pratiche, dell'uso della guerra, la nostra povera Patria soffrirà
sempre umiliazioni e triste figure, massime nei tristi tempi che corono; che i
popoli la sanno lunga, i governi senza fede, trattati che si adempiono dai
piccoli Regni, non dalle Grandi Potenze, tutto ciò conferisce a tener sempre
pronta una forza e Generali istruiti che sappiano condurla.- Immenso è stato il
dolore dei vecchi Uffiziali che hanno militato nelle grandi armate (e che ora
per la loro avanzata età non più atti alla guerra) nel considerare sfacelo simile
come quello avvenuto in Palermo, e l'umiliazione dei nostri bravi soldati per la
crassa ignoranza di un Generale senza talento e di nessuna conoscenza
dell'arte della guerra: Ten.Generale Lanza.- Vedi differenza di comando,
nell'anno 1848 S.E. Filangieri con soli 18mila uomini conquistò Messina, in
allora gremita di 100 e più cannoni con battaglioni organizzati, numerose
squadre e 12 legioni armate, quindi Catania con numerose forti barricate a
secco (sotto una delle quali io restai ferito) con truppe estere comandate dal
Generale Polacco Marijolaski, ed immensa quantità di insorti che da tutti i
palazzi e case tiravano con boccacci e fucili, tanto che si fu obbligato a darli a
fuoco per passare avanti; non v'è dubbio che restammo feriti 44 uffiziali e 4
morti, ma Catania con la presenza di Filagieri fu presa, quindi le alture di
Palermo e tutta la Sicilia, nel mentre il Corpo di Esercito non era composto
che di 18mila uomini; ed ora con 800 esteri e gli insorti, 24mila uomini diretti
da ignoranti Generali, senza essere stati battuti, hanno sofferto l'umiliazione:
abbandonare Palermo e parte della Sicilia dopo aver battuto il nemico su tutti
i punti. Miseria umana! Cosa può un uomo di genio e di coraggio in guerra!
S.E. Filangieri, con pochi squadroni di cavalleria, sul ponte Panaro, ove fu
mortalmente ferito, guadagnò la testa di ponte che trovavasi guarnito di
cannoni tedeschi, e facilitò il passaggio della Divisione Carascosa (di cui io
facevo parte) in modo che battendo i tedeschi entrammo in Modena col
calate bajonetta a 3 ore di notte: ciò avvenne nella campagna del 1815.- Nel
leggere i nostri posteri la nostra storia del 1860 difficilmente presteranno fede
a quello avvenuto alla nostra Armata in Sicilia: a Catania il Generale Clary
con un battaglione di Cacciatori, 600 uomini del 2° di Linea, una batteria e
qualche squadrone di cavalleria, abbattè la popolosa Città di circa 90mila
abitanti con immense masse che guarnivano tettoie e balconi e le strade tutte
barricate e pure non nove ore di vivo fuoco, con molta mortalità dei nostri e
con bruciamenti di edifici e palazzi, la Città di Catania viene talmente
sottomessa che vi si esegue il disarmo, e nel mentre si erano già ricevuti 250
fucili che mi furono rimessi nella Cittadella, e nel giungere dopo l'azione un
rinforzo di 3000 uomini comandati dal Generale Afan De Rivera, da chi ne
aveva diritto, si ordina la ritirata, si abbandona Catania e si ripiega sopra
Messina. Infamia! Corre voce costante che colui il quale aveva il diritto di
ordinare la ritirata aveva un figlio uffiziale nella truppa di Catania, che
credendolo compromesso fece ritirare tutta la colonna di Messina. Povero
Paese che affida la sua sorte ed il suo onore a Generali di simile natura! Verso le 8 a.m. giunge in porto un nostro gran vapore a due tubi e sbarca un
battaglione del 13° di Linea che era di guarnigione a Trapani; questa Piazza
Capoluogo di Provincia anche è stata abbandonata a se stessa per cui tutti
gli arrestati e la galera di Favignana sono in libertà per l'aumento delle
masse.- Gli uffiziali superiori, Comandanti di Provincie e Uffiziali di piazza di
molte provincie sono in questa; una parte di essi va a partire per Napoli col
primo vapore in unione di gravi feriti e le donne.- Nella Cittadella, poi, si
osserva un perfetto caso del diavolo: tanta truppa nuova che entra, l'antica
che sorte per servizio in Città, guardie che smontano e non rinvengono le loro
caserme per dar luogo paglia a terra a quelli che giungono , munizioni
sbarcate che si immettono nella Cittadella, corvée che si intersecano, della
mobilia dell'Ospedale che deve traversare per la Cittadella per portarsi al
Lazzaretto, fracasso sui ponti nell'incontrarsi carri di chi esce e coloro che
sortono per imbarcare mobilia o altri oggetti per Napoli. Uomini di corvée che
mi si domandano ad ogni momento, quantità di uffiziali superiori che per
amicizia mi domandano anche un buco per non stare in Città ove hanno
ricevuto alloggio, altri per riporre equipaggi dei Corpi giunti, nel mentre tutti i
locali sono zeppi non essendovi rimasti che i soli antroni di passaggio; anche
la mia abitazione è occupata da due Generali con famiglie e Capi di Stato
Maggiore, avendo riservato per me una piccola stanza ed un camerino; la
cucina è comune a molti. Tutta la munizione di Trapani è qui giunta come
pure i viveri di riserva. La truppa accasermata nella Cittadella è stata da me
piazzata come segue:
15° Reggimento di Linea: SS.Salvatore e Forte Lanterna; 14° Reggimento di
Linea: Bastione S.Diego e Santo Stefano;
4° Reggimento di Linea: S.Teresa e Martello; 13° Reggimento di Linea:
Falzabraga S.Carlo;
Artiglieria 3ª Brigata: Porta di Grazia e Caserma di rimpetto la
Convalescenza; 8ª Batteria a schiena con 232 animali: nella grande
Caserma vicino la Chiesa del Forte la 13ª Batteria a trascino: nella caserma
ove trovasi.
Le truppe che alloggiano in Città sono: l'intiero Reggimento 2° di Linea,
Carabinieri a piedi, 5° Battaglione Cacciatori, 4 Squadroni
di Lancieri ed uno squadrone di Cacciatori a cavallo.- La truppa che lasciò
Trapani, con lo stesso vapore si portò a Palermo domandando a S.E. Il Ten.
Generale Lanza, che comanda colà con alter ego, se desiderava fusse
sbarcata per aumento di truppa, al che fu risposto di non averne bisogno e
che si fusse ritirata in questa (Messina). Alle ore 20 sono partite due
compagnie del 14° di Linea per rinforzare la guarnigione di Milazzo, ed una
compagnia di Veterani per Lipari, tutte imbarcate sul vapore "Il Veloce".Verso le ore 24 sono partit per Napoli il Maresciallo di Campo Afan De Rivera
ed il Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante di Campo di S.M.-Il Maresciallo
ritornerà subito, come lui mi dice.- Di Palermo nulla sappiamo.- Sono 3 ore di
notte è non ancora è finito di mettersi nelle riserve il biscotto e viveri venuti da
Trapani.- I soldati sono defaticati per le continue corvée.- Molte opere di
fortificazioni si accrescono nella Cittadella.
6 GIUGNO
Al far del giorno giunge nel porto la fregata a vapore "Guiscardo" portando le
ultime frazioni di Catania, infermi e feriti. Poco dopo è giunto lo "Archimede"
(fregata a vapore) che porta la guarnigione del Castello di Termini che anche
si è abbandonata. Nei giorni di rivolta questa piccola guarnigione, composta
di due compagnie del 4° di Linea ed una trentina di artiglieri, tirò circa 500
cannonate in Città e migliaia di fucilate, sostenendosi valorosamente. Ora
nello imbarcarsi non hanno incontrato nessun ostacolo avendo portato seco
loro cannoni, polvere e munizioni con tutte le famiglie; Termini dista da
Palermo 24 miglia.- Da Trapani molti viveri si sono imbarcati e quei rimasti
con analogo processo verbale sono stati consegnati al Capo dei rivoltosi che
assediavano la Città; Marchese Alragna comanda le masse a Trapani,
Barone S.Anna quelle di Termini e quelle di Catania sono comandate dall'ex
Capitano Puletti, impiego comprato nei Reggimenti Siciliani, che nel 1848
disertò dall'Armata e prese servizio con i rivoltosi per indi fu destituito.
Quest'oggi un nostro vapore, rimorchiando un brigantino mercantile, ha
imbarcato le signore degli Uffiziali e le donne dei sottouffiziali e lavandaie per
sbarcarle con i propri equipaggi ai Granili di Napoli ove hanno alloggio. Si
credeva che due legni erano sufficienti, ma non hanno imbarcato che la metà,
restando le altre in attenzione di altro vapore. Disgrazia del nostro esercito
l'aver tanti ammogliati!- Si hanno buone notizie della colonna del Generale
Clary che si ritira per terra da Catania perché i rivoltosi spacciavano che al
terribile e rischioso passaggio di Taormina e S.Alessio le strade erano minate
e circondate da insorti.
7 GIUGNO
Oggi "Corpus Domini". La truppa, secondo le nostre ordinanze, avrebbe
dovuto essere in gran tenuta e far parata; ma oggi nulla di tutto ciò. Al
contrario la truppa è in quartiere e pronta a imbrandire le armi.- La colonna
del Generale Clary è giunta in Messina verso le ore 23. Essa è composta di
circa 4000 uomini di fanteria e cavalleria, non compresa una batteria a
schiera e mezza batteria a trascino. Questa truppa dopo aver distrutta parte
della bella Città di Catania, nel ritirarsi molti gentiluomini sono rimasti
dispiaciutissimi perché andavano a cadere in potere dell'anarchia.- Ci sono
pervenuti i fogli di Palermo che Garibaldi fa stampare qual Dittatore. Egli che
occupa parte della Città alloggia al Palazzo Senatorio da ove detta decreti
che cominciano: "in Nome dell'Italia Centrale e del Re Vittorio Emanuele"[...]
firmato: "il Dittatore Giuseppe Garibaldi". Le quattro tappe da Catania a
Messina sono state felicemente eseguite dalla colonna di Clary e da ovunque
è passata ha ricevuto mille cortesie, nel mentre i rivoltosi di Messina
giornalmente spacciavano che per istrada questa colonna sarebbe stata
attaccata dagli insorti al passaggio delle forti posizioni di Taormina e
S.Alessio e che le strade in molte parti erano minate; ma niente di tutto ciò: i
paesi per dove la truppa è passata è stata ricevuta come al consueto.- Verso
un'ora di notte tutti i detenuti politici ch'erano nelle prigioni di questa Cittadella
sono passati nelle Carceri Centrali e rimesse le loro imputazioni al
Procuratore Generale per essere giudicati dalla Corte pagana e ciò per
ordina S.M.; ciò vuol dire che tra pochi giorni usciranno tutti in libertà.-Da
Palermo nulla di positivo sappiamo; pare che le cose non vadano troppo
bene per noi. Mille piani si fanno per campi trincerati. Certo è, a parer mio,
che tanta truppa massime la cavalleria, difficilmente può stare in Messina.
Povera truppa così mal comandata da Generali inesperti!
8 GIUGNO
I Corpi in giornata imbarcano i loro magazzini per Napoli, come pure le
numerose famiglie; questa operazione andrà per le lunghe pel grande
numero che ve ne sono. Le notizie che corrono in giornata sono che S.E.
Filangieri sia avanti Palermo ma che non sia sbarcato, ma semplicemente per
conoscere la posizione cui trovasi le truppe in Sicilia; più che siano sbarcati
12mila austriaci a Manfredonia. Ciò ha bisogno di rettifica ; ma se sia vero lo
sbarco degli austriaci, sicuramente della guerra vi sarebbe nel nostro infelice
Paese. Vi è poco da crederci.- Verso le due p.m. con vapori sono giunti nel
porto le 8 compagnie dell'8° Battaglione Cacciatori le quali trovansi a Palermo
e propriamente nel Forte chiamato Castellamare. Atterrita è rimasta
l'immensa truppa e artiglieria qui ammassata nel sentire da questo
battaglione che la nostra perdita a Palermo sia stato effetto di tradimento,
stante che tutta la truppa di colà va ad imbarcarsi per Napoli abbandonando
tutto. Credo piuttosto viltà dei Generali e poca esperienza.- Qui sembra una
vera disfatta nel mentre la truppa si è battuta fino all'ultimo sangue.- Gli
imputati politici messi in libertà.- Alcuni dicono che i due Generali Afan De
Rivera siano stati a Palermo e da qui sia avvenuto il loro imbarco; altri per i
varii comandi ricevuti separatamente; altri per poca esperienza di comando e,
finalmente, al solito dei soldati per tradimento. Certo è che i due Afan De
Rivera partirono da qui (Messina) per Napoli e non per Palermo. Soltanto il
Brigadiere Afan De Rivera venuto da Napoli col Cotto Sponzillo e altri Uffiziali
di Corpo facoltativi, dopo aver osservato la Cittadella e disposti i vari lavori, si
portarono in Catania ove, dopo tenuta una sessione con il Generale Clary, si
convenne che la truppa di Catania si fusse ritirata in Messina. Cosa
incomprensibile! La truppa di Catania, dopo otto ore di combattimento e di
essersi valorosamente comportata con perdita di uffiziali e soldati morti,
bruciati vari palazzi e fatta strage di rivoltosi sottomise la Città in modo che
ordinò il disarmo e in poche ore furono consegnati 270 fucili che sono riposti
in Cittadella e, nel mentre tal disarmo si operava, tutta la truppa ebbe ordine
di ritirarsi in Messina. Replico: cosa incomprensibile!-Certo è che la truppa,
da per ogni dove, si è fatta sacrificare, massime a Palermo, ove, tra Uffiziali e
soldati sono periti circa 2000 uomini. Eppure, una truppa di circa 24mila
uomini in Palermo si fa osservare uno sfacelo tutto nuovo, che si ritira con
benplacito di Garibaldi, nel mentre nel 1848, con S.E.Filangieri alla testa di
non più di 18mila uomini, di cui io faceva parte, si conquistò tutta la Sicilia
quasi organizzata con reggimenti e truppe estere comandate dal Generale
Polacco Marij Olaski ! Per me conchiudo essere gran disgrazia per un Regno
l'aver Generali ed Uffiziali Superiori di poca esperienza e quasi un terzo di
Uffiziali e sottouffiziali tutti ammogliati, i quali, nelle attuali circostanze, non
poco impaccio apportano al servizio.- L'istoria farò in proseguio tutto
conoscere!
Alcuni posti dell'8° Cacciatori, qui giunti da Palermo, mi rapportano che le
compagnie di Garibaldi hanno fatto molti elogi del coraggio dimostrato dai
nostri soldati, augurandosi che lo stesso coraggio mostrino nel combattere
insieme nei Campi di Lombardia! - Notizie sicure accertano che Garibaldi
avesse proposto al Re che lui avrebbe permesso di dare una costituzione al
patto però che dasse un corpo di esercito per soccorrere l'Italia Centrale
contro i Tedeschi.- Per ora si suppone tradimento, come i fatti fanno
supporre; cero è che vediamo con occhio non asciutto che immenso
materiale di artiglieria con 2000 barili di polvere, con due vapori qui giunti da
Palermo s'immettono in questa Cittadella, la quali già è zeppa di proietti e
polvere che manca anche il locale ove riporla. Questo materiale
appartengono alle batterie che erano situate avanti Palazzo Reale, dopo di
essere state vincitrici le nostre truppe al Parco e a Corleone, con permesso di
Garibaldi, si cedono, come pure il Palazzo Reale, eccellente posizione che
domina Palermo! Non saprei come sciogliere questo enigma! Ma prometto a
me stesso (non avendo nè moglie nè figli) che se questi baluardi della
Cittadella cader debbono per intrighi o tradimento, darò fuoco ad una delle
polveriste, che la menoma contiene mille cantaia di polvere, per così non
aversi nè da Dio, nè dal diavolo! Peccato veder sbarcar milioni tra polveri,
affusti e viveri in confusione tale che sembra aver ricevuto una dirotta tutta
l'armata.- Notizie molte si sentono: dicono che Garibaldi e la sua banda va a
ritirarsi per ordine del Re del Piemonte, perché la Russia e l'Austria gli hanno
manifestato che se Garibaldi non si ritira con la sua banda in Sicilia il Nostro
Re avrebbe le Marche di Ancona .
Ecco i tempi di guerra; bugie eterne; ognuno le discorre come desidera!
Catania desidera ed ha domandato truppa ad onta della lezione ricevuta; le
masse fanno eccidi e contribuzioni senza misericordia in quella disgraziata
Città.- Verso le ore 24 si è imbarcato il 1° battaglione del 2° di Linea che va a
sbarcare a Pizzo (Calabria); domani lo stesso vapore, il "Guiscardo" ritorna
per imbarcare il 2° battaglione che anche a Pizzo si dirige forse per formare il
Quartiere Generale a Monteleone, per quanto si dice.- Quest'oggi si sono
immessi nella Cittadella altri 2000 barili di polvere, come pure quantità di
cannoni con affusti e casse di fucili provenienti da Palermo. Generosa carità
di Garibaldi verso vili Generali! Nel sortire la truppa da Catania, i rivoltosi,
impossessatisi a viva forza del potere, hanno fucilato cinque individui sotto il
pretesto di realisti, ciò ha prodotto una controrivoluzione e si pretende che
siasi inalberata la bandiera reale domandando che la truppa rientri a Catania;
notizia da verificarsi.- Come pure che a Palermo sia avvenuto lo stesso
perché Garibaldi pretende 30.000 soldati dalla Sicilia.- Il Generale Clary,
dopo aver sottomesso Catania con le proprie forze, ordinò subito il disarmo,
che stavasi eseguendo col massimo ordine come nei tempi normali, e nel
mentre vi sopraggiungeva maggior forza della sua, cioè la colonna del
Maresciallo Afan De Rivera, ebbe ordine dal Brigadiere Afan De Rivera,
Aiutante di Campo di S.M. Che si portò da Catania con alter ego, di ritirarsi
sopra Messina. Tale ordine indignò talmente il Generale Clary che dopo aver
riportato segnalato vantaggio e di aver sacrificato degli individui, gli imponeva
una ritirata. Egli con telegramma o corriere spedito, domandò il suo ritiro
esponendo le sue ragioni al Re. Chi sa se S.M. Sia a giorno di quanto passa
o è passato. Infamia patente! Ecco la sorte dei Sovrani! Essi sono infelici
perché non possono veder tutto con i propri occhi. Il Genrale Clary è in
questa (Messina) con la truppa di Catania; appena giunto ha domandato
portarsi in Napoli ma finora non ha potuto ottenere il permesso.- Un Uffiziale
del 14° di Linea riceve oggi una lettera di sua moglie da Palermo: "qui vi è
una grande sciarra e Dio sa come finirà". Garibaldi ha imposto una taglia di 5
milioni di contribuzione forzosa e la doppia fondiaria, più una coscrizione di
30.000 mila uomini. Queste imposte, la coscrizione e il fucilare i ladri è cosa
che non troppo va a genio ai Siciliani, ma ciò non impedisce la devastazione
dei campi dalle masse disperse nell'isola, la uccisione di ogni sorta di animali,
i balzelli che queste masse esigono nei piccoli paesi, infine, è la perfetta
distruzione della Sicilia.- Ci si avvisa che un continuato fuoco di fucileria si
sente nell'interno della Città di Palermo, si suppone qualche reazione o
controrivoluzione; gli inglesi però non cessano di sbarcare armi e anche
uomini per Garibaldi.- Quest'oggi un vascello inglese, venendo forse da
Napoli, ed una fregata proveniente da Palermo si sono incontrate nel faro e,
postesi in banda a vista del porto, dopo aver ricevuto vari segnali dalla
fregata inglese che staziona nel porto, hanno seguito il loro cammino.- Nel
porto vi è ancora una fregata a vapore francese.- Oggi stesso è giunta una
fregata bavarese ordinando a tutti i legni e brigantini austriaci di ritirarsi dal
porto.
Si suppone che l'Austria abbia bisogno di legni per imbarcare truppe.- Si
teme di qualche movimento insurrezionale nelle Calabrie ed è perciò che ieri
sera sono partiti circa mille uomini del 2° di Linea che sono sbarcati a Pizzo e
domani parte il resto del reggimento con lo stesso destino.
11 GIUGNO
Verso le ore 6 a.m. è giunto da Napoli sul vapore "Archimede" il Maresciallo
di Campo Afan De Rivera.-Questo vapore deve imbarcare altre famiglie di
militari ed equipaggi per sbarcarli a Napoli.- Corre voce che uno sbarco di
Piemontesi sia avvenuto in Calabria ed altro negli Abruzzi.-Per ora, per
quanto si assicura, la Città di Napoli è tranquilla.- Nella Cittadella si
aumentano le fortificazioni.- La miseria aumenta.- Di tante Campagnie – dette
compagnie d'Armi – appena il solo Capitan d'Armi di Corleone con 60 uomini
sono con noi, tutti gli altri (il resto di 600) sono con D.Giuseppe Garibaldi.
L'8° e 9° Reggimenti di Linea, imbarcatisi a Palermo, sono sbarcati a Napoli e
partiti per Caserta per restarvi di guarnigione.- Riceviamo notizia che a
Palermo sono sbarcati 12mila Piemontesi sotto il comando di Garibaldi. Deve
essere falso; simile forza di di emigranti non potea riunirsi così presto, nè
possono essere truppe Piemontesi stante che quel Sovrano non ci ha
dichiarato la guerra apertamente, ed ha, in Napoli, il suo Ambasciatore
Villamorina presso Francesco II. Verso le ore 8 a.m. è partito il 2° battaglione
del 2° di Linea per sbarcare in Calabria, a Pizzo. Un nostro vapore è partito
per Siracusa. Grandi progetti si stanno scrutinando per rendere questo punto
di Messina invulnerabile da qualunque forza possa investirla.- Molta truppa e
artiglieria va qui a riunirsi; la Cittadella ne ha a ribocco. Le munizioni sono
eccessive ed intanto anche da Napoli si manda polvere, nel mentre mi veggo
imbarazzatissimo piazzare quella venuta da Trapani, Girgenti, Caltanissetta,
e Termini in questo Forte.- Si suppone doversi formare un forte trinceramento
fortificato per 24mila uomini, il sito non ancora si è deciso quale debba
essere. Povera Gerusalemme...Ho scritto per ottenere due grosse bandiere, nera la prima per izzarla in caso
di circostanza sul Lazzaretto, ove si è trasferito l'Ospedale Militare (che
contiene 300 feriti ed infermi), l'altra rossa da situarsi sulla Cittadella a
seconda la circostanza richiede. Sono le 4 p.m., ricevo una ministeriale con la
quale si avvisa doversi immettere nella Cittadella altre 140mila razioni a
secco di viveri, cioè biscotto, formaggio, pasta prosciutto ed una caraffa di
vino; più 120mila razioni di avena e paglia. Quella, però, che trovo strano a
sorprende si è che nella ministeriale dice di contribuire viveri e foraggio anche
alla colonna riunitasi in Catania, fin dal giorno 7 corrente trovasi in Messina
ed i 600 uomini del 2° di Linea che ne facevano parte sono già partiti per
Calabria. Fra le cose più dispiacevoli che osservo e che molto nocumento
arreca all'Armata si è che la non mediocre diserzione non solo dei volontari
ingaggiati siciliani, ma anche napoletani, i quali, per disposizione di Garibaldi,
ricevono 30 ducati, per disertare, e 6 carlini al giorno.- Nel mentre scrivo mi si
presenta il Capitano Serafino Salomone del 13° di Linea da parte del
Generale Comandante le Armi che mi invia l'Alfiere Conte, del 13° di Linea,
per restringerlo agli arresti di rigore in Cittadella con la massima sorveglianza.
Dopo letto l'Ufficio, dico al Capitano di far entrare l'Uffiziale per conoscerlo; in
effetti il Capitano si porta fuori la sala ove l'aveva lasciato e non lo rinviene.
Datami di ciò parte, gli ordino di prendere una vettura e fare il possibile per
rinvenirlo, cosa che gli è riuscito inutile perché, portatosi alla locanda dove
alloggia il Conte, il locandiere gli ha detto che pochi minuti prima il detto
Uffiziale si aveva preso la balice ed era partito. Questo Ufficiale era imputato
come reclutatore di soldati per farli disertare, commissionato da Garibaldi,
come in effetti si è disertato.- Manca parimenti il 2° Tenente Ferrantina del 2°
di Linea, il quale non essendosi imbarcato col reggimento e non trovandosi in
Messina, parimenti sarà passato al nemico.12 GIUGNO
Questa notte sono giunti, provenienti da Palermo, altri due brigantini carichi di
polvere che si immette nella Cittadella. Sembra cosa veramente deplorabile
che la nostra truppa in tutti i rincontri in questa occasione dello sbarco in
Sicilia di non più di 800 uomini comandati da Garibaldi, si è sempre ben
battuta, facendosi sacrificare tanto contro Garibaldi che con le masse, ed
intanto si vede uno sfacelo così vergognoso che si abbandona da Palermo
fornita di circa 22mila soldati, si vede qui in Messina sbarcare immensa
munizione, cannoni, affusti, mortai e immenso materiale. Si vede
abbandonata Catania dopo segnalata vittoria, si veggono tutti i Capiluoghi di
Provincia abbandonati senza battersi, infine, tutte queste cose giornalmente
apportano uno scoramento ad Uffiziali, sottouffiziali e soldati, in vece
dell'eccellente spirito che animava la truppa. Anzi, la continua diserzione
anche di Uffiziali tiene tutti in orgasmo per la diffidenza in cui vive perché tutti
suppongono o poca esperienza in chi comanda o tradimento. Faccia Iddio e
non si verifichi. Le truppe della Cittadella sono le seguenti compagnie
complete:
SS SALVATORE:......8 compagnie
MASCHIO CITTADELLA:2 compagnie del 14° di Linea
SANTO STEFANO:.....2 compagnie del 14° di Linea
S.CARLO:...........4 compagnie del 14° di Linea
SANTA TERESA:......2 compagnie del 14° di linea
NEL MASCHIO:.......4 compagnie di Artiglieria
Una batteria a schiena con circa 200 uomini
Una batteria a trascino
Circa 400 cannoni e più per baluardi.
Le truppe in Città sono:
5 squadroni di cavalleria: 4 Lancieri e uno di Cacciatori a cavallo;
Un battaglione di carabinieri;
Due battaglioni di Cacciatori (5° e 8°);
Una batteria a trascino;
Una batteria a schiena;
Due battaglioni del 13° di Linea. In Tutto: circa 8500 uomini.
Sono state destinate due compagnie di corvée fissa per trasportare in
Cittadella il gran materiale di artiglieria provenienti da Palermo. Dicesi che i
cannoni di ferro di posizione colà li abbiano inchiodati; tesori immensi che si
perdono per tanto materiale di artiglieria e Genio che si abbandona. Intanto
non ancora abbiamo potuto conoscere in che modo sia stata ceduta Palermo
con tanti mezzi e tanta truppa che si è così battuta coraggiosamente.- È
giunto il legno che porta l'aumento di 140mila razioni.
13 GIUGNO
Verso le ore 7 ½ a.m. ricevo rapporto dal posto Sarranieri che un piccolo
vapore con bandiera napoletana voleva sbarcare uomini in quella spiaggia e
che essendogli stato impedito, colui che comanda il legno, parlando ligua
affettata napoletana, ha detto che voleva sbarcare carbone per conto del
nostro Governo; ma il Caporale gli ha detto che ciò poteva eseguirlo nel porto
e se non si allontanava l'avrebbe fatto fuoco, per cui, borbottando, e togliendo
la bandiera, si è allontanato.- Ad un tal rapporto mi sono portato sopra luogo
ed, in effetti, ho osservato il piccolo vapore senza bandiera nel Faro che si
dirige verso Spartivento, ove vi sono in banda due grossi legni mercantili. Il
Capoposto mi ha soggiunto che molte persone, decentemente vestite, con
cannocchiali osservavano la Cittadella.- Questi certamente hanno creduto
che nella Cittadella si dorme, oppure che non si usa bastantemente
sorveglianza e che sia facile una sorpresa; ma si ingannano a partito. Non v'è
dubbio: la Cittadella di Messina è conosciuta da tutti; in tutti i collegi si studia.
Ma ora cercano di appurare le opere le fortificazioni che vi si sono aggiunte.
Si sta facendo ora, con una forte corvée di soldati, una lunga caponiera tra il
Forte Lanterna e Forte Salvatore per avere una sicura comunicazione al
coverto tra i due Forti.- Verso le ore 8 a.m. è giunto nel porto il vapore l'
"Archimede", reduce da Siracusa, che porta tutte le famiglie gli equipaggi di
quella guarnigione. Il detto vapore imbarca altre famiglie ed equipaggi di
questa guarnigione e di quelle di Girgenti, Caltanissetta e Catania, che qui si
trovano, portando a rimorchio due brigantini carichi di femmine e magazzini di
truppa; con tutto ciò ancora vi restano famiglie da imbarcarsi, che tutte si
riuniscono ai Granili (Napoli), a meno che non abbiano amici o parenti in
Napoli o nei paesi vicini. Corre voce che sbarcheranno in Ancona e negli
Abbruzzi 30mila
tedeschi, come dice il "Debats"; solite notizie che hanno bisogno di
conferma.- Questa notte il battaglione dei Pionieri sta al bivacco sulla
spiaggia di Sarranieri.-Un Ufficiale del Genio – De Benedittis – è passato
all'inimico.- All'ordine del Comandante delle Armi si
prescrive che ogni militare che manca per 24 ore dalla guarnigione è
considerato come disertore al nemico.- Non vi è giorno che disertino soldati.Sono venuti arrestati in Cittadella uno speziale ed altro pagano reclutanti per
far disertare i soldati.- Vittorio Emanuele Re di Piemonte, intitolato Dittatore
d'Italia, fa giungere un suo decreto a Palermo al suo Luogotenente Garibaldi
per farlo eseguire; esso ordina che fusse venduta la terza parte dei beni dei
Conventi con rendite per compensare i danni ricevuti da tutti quelli che hanno
sofferto pel bombardamento nella Città, che trovasi quasi più della metà
adeguata al suolo o bruciata. Ci perviene notizia che un nostro Uffiziale di
Artiglieria che nel 1848 si diede ai rivoltosi, e quindi passò al servizio del
Piemonte, di nome Cisini, abbia tentato uno sbarco di gente armata in
Calabria con due legni, ma giunta a tempo la nostra truppa, che credesi del
2° di Linea, ed altri 600 Calabresi (di quelli congedati che ricevono 25 grani al
giorno), facendoli fuoco addosso, quelli che non ebbero il tempo di imbarcarsi
furono tutti sacrificati.- Oggi è partito il Colonnello Dusmet del 14° di Linea
chiamato da S.M. a Napoli, forse per conoscere qualche cosa di cui è in
dubbio; si spera che da un sincero esposto possa cambiare di aspetto la
presente situazione.- A Bercellona vi è riunione di masse e, per quanto si
assicura dalle nostre spie, sono istruite
dal 2° Tenente Ferrantina che, dimenticando il giuramento dato, si è dato al
nemico; era del 2° di Linea.- Sono ristretti, per ben intese vedute, agli arresti
di rigore di questo Forte il Capitano Lamberti ed il 1° Tenente Tosti dell'8°
Battaglione Cacciatori.-
Garibaldi a Palermo
Costume di Corte d'epoca Borbonica
14 GIUGNO
Sono giunti da Palermo altri due brigantini carichi con altri 700 barili di
polvere, bombe ad altri attrezzi di guerra caricati a Castellamare in Palermo.Si sono date disposizioni per fare imbarcare i nostri soldati feriti ed infermi,
che sono al numero di più di 300, per Napoli e Reggio. Il detenuto politico
Matteo Cappadonica, per ordine superiore, è stato messo in libertà.- Faccia
Iddio... Mentre scrivo, giunge nel porto, proveniente da Palermo, altro vapore
che rimorchia un brigantino carico di equipaggi e materiali di artiglieria, che
sbarca il tutto in questa, ed il vapore carico di truppa che va a sbarcare a
Reggio.- Per quanto dicesi, si teme, o siasi avverato, qualche sbarco di esteri
in Calabria.- Stamane ho letto il foglio ufficiale da Palermo da cui si apprende
che Vittorio Emanuele s'intitola Re d'Italia e nomina Garibaldi come suo
Luogotenente in Sicilia e Dittatore; in detto foglio si leggono tutti i decreti di
Garibaldi per la coscrizione di 30.000 uomini, da 17 a 30 anni, divisi in tre
classi: una per guardare il proprio paese; altra per sortire e difendere la
Provincia, ma la massima parte per formarsi in reggimenti regolari. Entusiasti
proclami per la liberazione della Sicilia per liberarsi dal Governo tirannico
sotto cui giacevano, infine, proclami incendiarii dicendo che chi non si arma è
codardo e nemico della patria. Racconta tutti gli attacchi avuti per conquistare
Palermo e loda il coraggio dei nostri soldati, non, però, la condotta e
direzione dei nostri Generali a cui ha accordato per tre volte la sospensione
d'armi da questi domandata avendo riguardo ai cadaveri da interrarsi e a
curare i feriti (come lui dice) nostri fratelli e, finalmente, una tregua da lui
concessa indeterminata, firmata dal nostro Generale in Capo, senza
benignarsi (il Garibaldi) di segnarla, ma firmata dal suo Ministro Crispo.Decreta pure non pagarsi i dazi imposti alla Sicilia dal 1848 in poi, come il
macino, ecc. Cosa strana, nel mentre Vittorio Emanuele tiene il suo
Luogotenente in Sicilia (il Dittatore Garibaldi) abbiamo in Messina il suo
Console e molti legni piemontesi con bandiera izzata e che spacciano
protezione! Verso le ore 3 di notte giunge da Reggio l'Aiutante di Campo del
Maresciallo Afan De Rivera sopra il piccolo vapore "La Rondine", che porta
ducati 30mila presi dalle casse di detta Città; non poca noia mi ha arrecato
per far calare 3 grandi ponti, porte e due rastrelli, operazione per rinchiudersi
è durata fino ad un'ora dopo la mezzanotte.15 GIUGNO
Riceviamo consolanti notizie che un nostro vapore ha catturato un vapore
che rimorchiava un brigantino genovese avendo a bordo mille esteri armati, i
quali sono stati condotti a Gaeta prigionieri. Per quanto si assicura, Vittorio
Emanuele, lui stesso, avesse pervenuto il nostro Sovrano dalla partenza da
Genova di questa gente armata e che non aveva potuto impedire.- Si dice
che il Parlamento Inglese abbia fatto sbarcare l'Ammiraglio che comandava i
legni inglesi che protessero lo sbarco di Garibaldi a Marsala domandandone
conto.- Il Parlamento di Torino domanda conto a Garibaldi con quale
autorizzazione si serve del nome del Re Vittorio Emanuele e che gli ha
conferito la carica di Generale in Capo e Dittatore. Folle! La Francia ha
imposto a noi e Garibaldi la decorosa ritirata delle nostre truppe da Palermo,
di evacuare con la massima tranquillità tutti il macchinario, polvere ed attrezzi
di artiglieria, magazzini vestiario ed altro, non già per effetto che le nostre
truppe fussero state battute, ma, credesi, o poca esperienza o tradimento.- Il
Comandante la flotta inglese, dal Parlamento inglese, è stato richiamato per
dar conto perché non abbia impedito l'uccisione di tanta gente e l'esterminio
di così bella e popolosa Città.- Ci perviene notizia che il celebre brigante
Tallarico, che giammai potrà cadere in mano della Giustizia ora è capo di
circa 13mila calabresi, la maggior parte congedati, e volontari che ricevono
da Governo 25 grani al giorno, i quali hanno giurato vendicare i loro fratelli
morti in Sicilia. Chiacchiere!
Il brigante GiosefatteTalarico
16 GIUGNO
ci giunge notizia di Catania che nell'affiggersi i decreti di Garibaldi per la
coscrizione, quei manifesti sono stati subito lacerati e che già uno scisma sia
nato fra i differenti partiti. Secondo me la coscrizione che pretende Garibaldi
è molto difficile che può eseguirla ad onta del forte partito che ha; i Siciliani
amerebbero essere formati (cioè la gente torbida) in squadre per avere
l'aggio di andare saccheggiando, ma giammai soggetti a disciplina. Per la
gente onesta non ama affatto la coscrizione, perché il loro motto favorito
è:"Meglio PORCO che Soldato"; tanto vero che molti Siciliani fattisi volontari
col premio di 30 docati nel presentarsi, appena inteso lo sbarco di Garibaldi si
sono disertati per unirsi alle masse per andare rubando.- Delle 130mila
razioni che S.M. Ha aumentato di viveri in questa fortezza da pervenire da
Napoli, essendone giunta notizia parte di essa stamane, nell'asporizzarla col
Commissario di Guerra e periti, avendo rinvenuto 100 presciutti fracidi e
puzzolenti, che senza ascoltare ulteriori ragioni li ho fatti di nuovo imbarcare
per rimetterli al provveditore che li ha inviati, formandone analogo processo
verbale. Povera Gerusalemme, in man di cani...tutti ladri !
La diserzione non cessa; ieri si sono disertati 2 Primi Sergenti e due Secondi
Sergenti dell'8° Battaglione Cacciatori, come dicesi, perché dissestati in
finanze e zeppi di debiti.- Una lettera in stampa del Tenente del Genio
disertato da Messina (De Benedittis),esprime i grandi ringraziamenti che fa al
Comitato di Messina riunito ad un paese vicino Catania e propriamente vicino
al Gesso, ed il gran ricevimento ricevuto a Barcellona e l'entusiasmo che
infonde a tutti nel licenziarsi nel partito per Palermo.- Il cameriere pagano del
Maresciallo Afan De Rivera di Messina si è disertato, asportando un fucile del
Maresciallo.17 GIUGNO
Il 2° Battaglione di Cacciatori che era in Palermo è sbarcato a Reggio. Per
telegramma da Napoli si ordina che il Maresciallo di Campo D.Pasquale
Russo, Comandante le Armi in questa Provincia e Piazza, si porti in Napoli
col suo equipaggio e famiglia, conducendo seco i due Capi di Stato
Maggiore, Capitani Marchese Isastia e Occhionero, e che provvisoriamente
assuma il comando il Maresciallo Afan De Rivera, ritenendo anche il
comando della 3ª Divisione. Che il Marchese Isastia parte col suo Generale,
cui era Capo di Stato Maggiore, sembra regolare, ma l'aver chiamato in
Napoli il Capo di Stato Maggiore della Divisione nel mentre il suo Generale
assume funzioni maggiori in questa, sembra strano.- Da Napoli sono giunti in
un vapore 3 compagnie di artiglieria per portarsi a Siracusa.- Il Generale
Clary comanda la 3ª Divisione in questa e Siracusa.- Quattro compagnie di
Carabinieri, da questa, sono partite da Reggio e due da Siracusa, richiamato
in Napoli e sostituito da Brigadiere Fergola, partito da qui.- Tutti Generali di
Palermo, e lo Sato Maggiore compreso, per le coglionerie commesse, a
quanto dicesi, debbono passare tutti all'Isola d'Ischia.- Siamo in aspettativa di
molte novità.- Ci è giunta la notizia sicura del legno di armati catturati e
condotti a Gaeta.- Ricevo lettera riservatissima del Segretario di S.M. (D.G.)
che desidera conoscere se vi sono arrestati politici in questa Cittadella e dai
Forti che da me dipendono; io gli ho rimesso uno stato nominativo di tutti
quelli che vi sono stati dal giorno di Pasqua (8 aprile) finora, specificando
quelli che furono arrestati nei quattro giorni che si è fatto fuoco contro gli
insorti, e per ordine di chi sono sortiti e che in atto nessuno arrestato politico
vi esiste.- È sortito un quadro che rappresenta l'esercito di Palermo in dove si
osservano soldati ed uffiziali con testa di leoni irritati che si battono, uffiziali di
stato maggiore con sciabole sfoderate senza testa, e Generali con orecchie
d'asino.- Molti Uffiziali di Corpi Facoltativi sono qui giunti col vapore di oggi.
30 Ducati oro
18 GIUGNO
Più vapori sono giunti da Napoli con tre compagnie di Artiglieria, delle quali,
una per Augusta e due per Siracusa. Più quattro compagnie del 14° ed altre
quattro del 15°, in modo che questi due ultimi reggimenti sono per intieri nella
Cittadella.- Reduce da Napoli è giunto il Colonnello Dusmet del 14° di Linea,
il Colonnello Liguori e Maggiore Nunziante.- Si assicura che l'Aiutante di
Campo di Garibaldi sia da qualche giorno in questa Città vestito da Uffiziale
Piemontese, e siccome Vittorio Emanuele non ha dichiarato guerra al nostro
Sovrano non lo si può arrestare, tanto è vero che qui nel porto vi è un legno
di guerra piemontese ed il Console di detta Nazione.- Questa sera, verso
mezz'ora di notte, si sono imbarcate sul vapore "Lo Stromboli" quattro
compagnie del 15° di Linea per sbarcare in Augusta.- Corre voce che qui in
Messina si riunirà un Corpo di Esercito di 20mila uomini che dovrà marciare
sopra Palermo. Si spera buon capo per comandarli.- Garibaldi ha fatto fiasco
per la coscrizione dei 30mila uomini da 17 a 30 anni, stante che ovunque si
sono affissi avvisi e decreti sono stati lacerati.- A parer mio, se vi fusse un
Uomo di Genio, la controrivoluzione sarebbe subito fatta, ma
disgraziatamente questo manca !
19 GIUGNO
Questa notte è stata derubata la casa del Cavaliere Stagno, che con la
famiglia trovasi in campagna, come la massima parte dei proprietari e
negozianti per timore di non essere bombardati dalla Cittadella. I ladri sono
entrati per i balconi che hanno scalati; furti e riscatti in campagna ne
succedono alla giornata, la miseria è somma perché nessuno travaglia, chi
ha mezzi si ricovera sui legni esteri o fugge in campagna, nel mentre
nessuno li perseguita. Le botteghe chiuse la più parte e quelle aperte
sgombre affatto di generi ed appena hanno qualche piccolo oggetto da
vendere di cattivissima qualità. I caffè languiscono. Notizie sempre allarmanti;
pretendono che sempre che la Cittadella si prenda senza sparare ed intanto
tutti fuggono per timore che non faccia fuoco. Cosa terribile la guerra civile!
Come si accendono le fantasie, le bugie che si propagano sgomentano i
buoni ed incoraggiano i tristi, la paura invade il sesso femminile che consilia
sempre la fuga, la ruina dei negozianti tutti è inevitabile, le scadenze
maturano e la privazione del commercio produce un sicuro fallimento.- Col
vapore che porta in Napoli quantità di famiglie ed equipaggi si è imbarcato
anche il già Comandante le Armi Maresciallo di Campo D.Pasquale Russo.
Questo Uffiziale Generale, per quanto buono e bravo in apparenza, è il più
famigerato ladro e profittatore sporco e indecente: basti dire che in queste
emergenze colui che disponeva di tutti era un certo appaltatore Villano
cognominato Conte perché forniva al prelato Superiore quanto gli faceva di
bisogno di pranzo, cena, provviste di tutto, cavalli, carrozze fino a cinque
asine per latte, perché asmatico; intanto il suddetto appaltatore non mancava
in pubblico contare tutti i monopoli financo con bettolieri e fornisori. Non
pertanto qualunque cosa si desiderava dal Generale bisognava dirigersi a
Conte per ottenerlo, anche per i detenuti politici. Miseria umana! - Quest'oggi,
provenienti da Palermo, sono giunti nel porto due grandi vapori francesi
rimorchiando due brigantini napoletani, che hanno sbarcato due compagnie
di artiglieri con corrispondenti pezzi, affusti e animali formando le due batterie
ch'erano piazzate avanti il Palazzo Reale di Palermo; hanno condotto
parimenti la gendarmeria a piedi, e cavalli ed il magazzino del 9° Cacciatori
con immensi equipaggi, polvere, e proietti.- Si crede che domani, giusta il
convenuto, finirà l'evacuazione da Palermo di truppa e materiali e, a quanto
dicesi, il solo Tenente Generale Lanza stia a Palermo con i due Generali
Fratelli Marra, essendo tutti gli altri Generali e Stato maggiore passati a Ischia
con metà di soldo.
Abbiamo sicuro notizie che nei paesi ove si sono affissi gli ordini di Garibaldi
per la leva dei 30mila uomini, le popolazioni sono insorte contro i rispettivi
Comitati che vogliono obbligare di eseguire la leva.- Dicono uccisi tutti quelli
che non hanno avuto la fortuna di fuggire, massime a Francavilla, provincia di
Catania, ove vi è stata un'uccisione di tutti i galantuomini; sotto l'aspetto
ch'essi hanno chiamato Garibaldi in Sicilia.- É partito anche il Colonnello
Ferrara del 15° di Linea per Napoli, richiamato per causa di salute e
rimpiazzato dal Colonnello Ruiz del 5° Cacciatori; Paura. Oggi la Città di
Messina era molto popolata dopo il mezzogiorno per causa che le famiglie
dei Consoli inglese e francese si sono ritirate in Città, assicurando i
negozianti che gli affari della Sicilia andavano ad accomodarsi
diplomaticamente a che perciò avessero intrapreso i loro affari per
incoraggiare il commercio.20 GIUGNO
Sono cose veramente dispaicevoli sentire giornalmente diserzioni non solo di
sottoufficiali e soldati ma anche di Uffiziali; il contagio si propaga. Il Tenente
Colonnello Peternò anche disertato.- Molti vapori sono giunti da Palermo
portando il residuo di truppe artiglierie e proietti che trovavansi in quel
disgraziato e numeroso Corpo di Armata per mancanza di Generali: tutti gli
impiegati ospedalieri, telegrafici, commessi ed altri sono qui in Messina. Le
truppe che vengono da Palermo gridano tutte al tradimento e pare siano
diffidenti e, credo, ci vuole molta maniera per farli acquistare confidenza nei
loro Superiori.- Il Sig. Genrale Clary è giunto a questa al comando della 3ª
Divisione: se tutti i Generali in Palermo si fossero comportati come questo
bravo Generale in Catania non si avrebbe dall'Armata il dolore di vedere lo
sfacelo che si osserva e per rimettere l'opinione dell'Armata acquistato col
sangue nel 1848 e 49, molto tempo dovrà passare, se pure vi si presenta
l'occasione.- Ricevo lettera dal Commendatore Severino, Segretario
Particolare di S.M.(D.G.) che mi avverte per parte della lodata S.M., con
lusinghieri espressioni, cose da me prevedute di cui l'esperienza non poteva
tralasciare di prevedere, così ho riscontrato.- La Vicenitendenza da Palermo
è stat qui stabilita. (Carrelli è giunto oggi in Messina con tutti gli impiegati
della Viceintendenza); La Cassa di Campagna è stata depositata in questa
Cittadella ove ho dato alloggio a tre impiegati.- Il Brigadiere Clary è stato
promosso Maresciallo, reduce da Napoli ha ricevuto dal Tesoro 30mila docati
per spese straordinarie a farsi per spie o altro; egual somma ha ricevuto il
Maresciallo Afana De Rivera per lo stesso oggetto.- Quest'oggi sono partiti
dal Lazzaretto per Reggio tutti i malati e i feriti, restandone solo 45
gravemente infermi. Al locale dove stavano i detti infermi si costruiscono le
scuderie per l'immenso numero di mule venute da Palermo conle tre batterie
di Campagna.- Seguitano a partire vapori e brigantini a vele di equipaggi e
donne di uffiziali e truppa per sbarcarli in Napoli. Altri legni carichi della
stessa mercanzia partiranno domani.
21 GIUGNO
Essendo qui giunte da Palermo tutte le truppe destinatevi, questa mattina si
sono date da questo Sig. Generale Comandante le Armi tutte le analoghe
disposizioni in caso di all'armi, o che si batta la "Generale", assegnando ad
ogni Corpo o Brigata le disposizioni da prendere per tutte le truppe
accasermate in Città. Eguali istruzioni dal Comandante della Cittadella si
sono date alle differenti Armi e Corpi di guarnigione nel Forte.- Oggi tutte le
truppe della Città e della Cittadella hanno passato la rivista nel piano di
Terranova dal Maresciallo Clary; tutte le truppe in tenuta di marcia. Le truppe
intervenute alla parata sono le seguenti:
Un battaglione a trascino (Carascosa); altra a schiena (De Blasi); un
battaglione di Artiglieria,quattro squadroni di Lancieri, uno squadrone di
Cacciatori a cavallo, un battaglione del 4° di Linea, due battaglioni del 13° di
Linea, otto compagnie del 14°, otto compagnie del 15°; 5°, 8° e 9° battaglioni
Cacciatori, una compagnia di gendarmeria a piedi e mezzo squadrone di
gendarmeria a cavallo e tre batterie di campagna, a schiena: cioè 6ª(Cap.
Morabito), 7ª(Riario Sforza) e 14ª(Minutolo).
La grande disgrazia presente si è la diffidenza; il veder disertare uffiziali è
troppo doloroso. Sembra pure che tra i due Marescialli Afan De Rivera non vi
sia troppa armonia per qualche ordine contraddittorio avvenuto, come questa
notte che per bene due volte ho ricevuto ordine di far sortire la batteria a
trascino e quindi contrordine, dopo di aver fatto bassare i ponti e chiamato
una compagnia di granatieri per scortarla.- È stato chiamato in Napoli il
Maresciallo Afan De Rivera; questa chiamata qui giunta col vapore arrivato
verso mezz'ora di notte, mi sembra climaterico: in proseguio si saprà.- Si
sono dati ordini per formarsi scuderie al Lazzaretto ov'erano malati e feriti,
come pure scuderie nei magazzini della Dogana e altrove.
Ferdinando di Borbone – Piastra 1800
23 GIUGNO
È giunto da Napoli altro vapore da guerra, carico di sacchi a terra, tavoloni
utenzili pel Genio, il quale passando per Milazzo vi lasciò i viveri e parte dei
tavoloni e utenzili per il Genio perché, per quanto si suppone, in Milazzo va a
formarsi un campo trincerato per 18mila uomini.- Giungono da Palermo altri
brigantini carichi di proietti, tavoloni ed altri attrezzi di guerra, con 105 grossi
sacchi di grano che caricarono a Palermo il giorno 20 corrente, giorno ultimo
per la tregua.- Ecco la intiera Sicilia (per l'inesperienza di Generali) in potere
di Garibaldi, ad eccezione di Messina, Agrigento, Siracusa e Milazzo.Questa mattina su di un vapore è partito il 1° battaglione del 13° di Linea per
Milazzo comandato dal proprio Comandante Colonnello Torrebruno, che va a
prendere il comando di quel Forte.- Ho ricevuto avviso d'immettersi nella
Cittadella:
prosciutti -centinaia 36;
formaggio -centinaia 30;
biscotti -centinaia 280;
vino -litri 40mila;
grano -sacchi 105.
Nel ritirarsi la colonna del Generale Clary da Catania lo seguirono 5
presidiarii: Francesco Vicari, Concetto S.Giorgio, Innocenzo Lo Re, Giuseppe
Giambrone e Stefano Colliega, che prestavano servizio in quei quartieri, che
venendo in questa, furono mandati in questa Cittadella. Oggi, però, ne
debbono disertare due (Giuseppe Giambrone e Stefano Colliega), restando
gli altri tre in ostaggio e ciò con la massima riservatezza, perché, essendo
stato assicurando che Garibaldi trovasi in Messina, ai due Presidiarii capi
camorristi gli si sono promessi 1300 docati perché lo pugnalano: faccia Iddio
che si verifichi pel trionfo della nostra causa tradita da pochi ignoranti
Generali.- Abbiamo sicure notizie degli immensi furti si commettono nelle
campagne, ove moltissimi si sono ricoverati per timore dei cannoni della
Cittadella, ed in tutti i villaggi si commettono assassinii e uccisioni di nuovo
genere ed in quasi tutti i paesi si ammazzano i proprietari e gli si bruciano le
case e le loro masserizie. Quando finirà questo flagello! Per me sembra che
vada alla lunga! Una fregata da guerra a vapore austriaca questa mattina ha
traversato il Faro proveniente da Palermo.- Ieri il Tenente Lamberti dell'8°
Cacciatori è passato al nemico.
24 GIUGNO
Per telegramma questa notte è stato segnalato che due compagnie di
artiglieria, qui venute da Palermo, s'imbarcassero subito per Napoli. È giunto
un brigantino da Napoli carico di tanti oggetti per l'artiglieria, legname,
nonchè immensità di viveri di ogni specie.-Ci perviene copia di una protesta
fatta dal Comitato della Provincia di Caltanissetta a Garibaldi che dice essere
pronti a fare qualunque sacrificio per la libertà e buon governo della Sicilia,
ma per la coscrizione sono piuttosto decisi scannare i propri figli che farli
divenir soldati. Da due giorni che furono assegnate ad ogni Capo le posizioni
da occuparsi dai Corpi o distaccamenti, la metà della forza vi è situata al
bivacco ed è cambiata ogni 6 ore ad onta del forte sole che brucia.- Si sta in
dubbio se Garibaldi, travestito, sta ancora in Messina o se sia partito; per me
stento a credere che vi sia stato.- Il primo Tenente di artiglieria Gizzi (o Zizzi)
è passato al nemico.- Verso le ore 22 su di un vapore sono giunte le 4
compagnie del 14° di Linea ch'erano distaccate a Milazzo, rilevate da un
battaglione del 13° di Linea.- Alle ore 24 è giunto altro vapore che ha
sbarcato il 3° di Linea.- Ad un'ora di notte è giunto altro vapore ed alle ore 3
di notte ha sbarcato il primo Reggimento di Linea; questi due ultimi
Reggimenti vengono da Gaeta. Durante la notte sono sbarcate altre otto
compagnie del 3° di Linea. Una truppa è a vista, che sono altre otto
compagnie del 3° di Linea.- Verso le ore 2 ½ vi è stato un falso allarme: due
batterie a trascino e a schiera sono sortite dalla Cittadella; le truppe della
Città sono in posizione, la Cittadella ha chiuso le porte e alzati i ponti dopo
sortite le due batterie.- Dicesi che altre truppe debbono qui riconcentrarsi e
che S.E. Filangieri verrà a comandarle: unico mezzo per salvare la Sicilia. Si
spera, ma difficile sembrami che si verifica!
25 GIUGNO
Stamane si è piazzata una compagnia al bivacco al camino coverto a
Sarranieri che verrà cambiata ogni 24 ore, essa darà 15 sentinelle.Seguitano a sbarcar truppe, vapori francesi noleggiati che trasportano truppe
ed ogni sorta di materiali ed uomini rimorchiando brigantini. Legni inglesi che
traversano il Faro, altri nel porto.- A quanto si crede qui debbono riunirsi
27mila uomini di tutte le armi.- Quest'oggi verso le ore 21 sul vapore da
guerra è partito il Sig. Maresciallo di Campo Afan De Rivera per Napoli; il
comando delle Armi provvisoriamente è stato preso dal Maresciallo di Campo
Clary che comanda la Divisione. La Città è popolata, molte famiglie si sono
ritirate dalla campagna per i molti furti che si verificano, i magazzini dei
negozianti però sono tutti vuoti avendo le di loro mercanzie a bordo o inviato
a Malta.- Sono venuti arrestati sotto chiave nella Cittadella due Capitani del
14° di Linea, D.Ferdinando Ciccarelli e D.Tommaso Ubintè (?) per aver
denunciato falsamente (infamia) il loro Maggiore Guccione stando distaccati
in Milazzo.- Si è fatto un cambiamento di artiglieri tra quelli venuti da Palermo
e quelli di questa 3ª brigata creduti cattivi soggetti, questi si sono spediti in
Napoli.-Verso le ore 6 ½ a.m. nel mentre il forte negoziante Paino di Bartolo,
Giudice del Tribunale di Commercio, montava in carrozza, è stato ucciso con
tre colpi di fucile e, dopo caduto a terra, ha ricevuto una pugnalata a cuore:
egli dal suo casino, a circa un miglio dalla Città - tutto abitato come da Napoli
a Portici – montava in carrozza per portarsi in Città.-
Salvatore Fergola, Cerimonia d'inaugurazione della ferrovia Napoli - Portici alla presenza
del Re Ferdinando II (particolare), 1839
27 GIUGNO
Ieri sera, verso un'ora di notte, fu ammazzato un impiegato del macino con
colpo di fucile.- Il Corpo di Esercito in Messina, all'epoca di oggi, è così
composto:
- Generale in Capo Clary
-Capo dello Stato Maggioredell'Esercito: Capitano Pinedo e 9 Uff. di S.M.
-Capo dello Stato Maggiore di Artiglieria: Colonnello Brigante ed altri Uff.
-Capo dello Stato Maggiore del Genio: Colonnello Pelosi ed altri Uffiziali
-Assistenze ed Ambulanze: Vice Intend. Carrelli ed altri Commiss.Di Guerra;
Prima Brigata: Sig. Colonnello Melendez: 1° e 3° Regg. di Linea,
Battaglione Pionieri, Brigata di Artiglieria, Gendarmeria Reale e Cacciatori a
cavallo;
Seconda Brigata: Sig. Colonnello Cobianchi: 4°, 5° e 7° Reggimento di Linea;
Terza Brigata: Sig. Colonnello Ghio: 13°, 14° e 15° di Linea;
Quarta Brigata: Sig. Colonnello Beneventano del Bosco: 5°, 8° e 9°
battaglione Cacciatori;
Tutte le batterie sono agli ordini del Sig. Colonnello Briganti; I Battaglioni
Lancieri dipenderanno direttamente dal comando del Generale in Capo; il
comando della Cittadella al Generale di Brigata de Martino.
Questa mattina è stato ucciso il Capo Urbano ai Gambari, poco distante dalla
Città; da per tutto questi vandali siciliani si ammazzano come porci! Garibaldi
ha ordinato una forte requisizione di tela ed ogni mille anime deve contribuire
un cavallo ed un mulo.-Dicesi che le squadre si riconcentrano tutte a Palermo
e tutti i paesi e Città hanno il loro Comitato e la bandiera piemontese sventola
su tutte le casi comunali, ad eccezione di Messina, Milazzo, Augusta e
Siracusa, occupate dalle truppe del Nostro Sovrano.-I catanesi hanno
acquistato 5 cannoni rigati dall'estero per la difesa della loro Città.28 GIUGNO
La diserzione seguita abbenchè in poco numero. I reclutanti di Garibaldi sono
molti e pagano bene, massime gli artiglieri che giornalmente ne disertano.Stamane è stato inviato nelle prigioni di questa Cittadella un reclutante di
Garibaldi sorpreso sul fatto di vestire 3 fidi artiglieri da pagani per inviarli a
Barcellona; questi stessi artiglieri e dei sottoufficiali, espressamente
appostati, hanno arrestato il reclutante Giustino Barone, nostra Guardia
Doganale; da per tutto nemici del Governo, anche i salariati! Ieri al giorno fu
spedito un battaglione, comandato dal Colonnello De Torrebruna, al di sopra
dell'Ospizio per guardare quello sbocco da cui si accede a Messina.Quest'oggi la 2ª Brigata, 4°, 5° e 7° Reggimento di Linea, è sortita da
Messina, avendo quattro giorni di viveri, per prendere varie posizioni su vari
punti da ove può tentarsi qualche invasione della Città, non lungi, però, più di
quattro o cinque miglia.-Al sito – detto Paradiso – altre uccisioni sono
avvenute di pagani ad un miglio da qui.- Oggi abbiamo letto sul foglio del 25
di Napoli la data Costituzione, di cui la Sicilia neppure, pare, ne sia contenta.-
La Reggia di Caserta
29 GIUGNO
Corre notizia che alcuni Uffiziali francesi di qui giunti abbiano detto a questo
Generale in Capo che venivano per aprirgli le porte di Palermo; intanto, dopo
la data Costituzione, si cominciano a prendere energiche disposizioni per
guardar bene tutte le posizioni che circondano Messina perché si assicura
che Garibaldi con 12mila uomini di massa stia a Catania e marcia sopra
Messina.- Corre voce ancora che le due Corone di Piemonte e Napoli si
dividono l'Italia; che il Papa ha cessato il temporale sugli Stati della Chiesa e
che Napoli occuperebbe le Marche ed il resto al Piemonte. Tutto ciò a
verificarsi; certo è che si sta in uno stato di confusione tale, che nulla si
comprende. Intanto le vendette particolari si succedono e l'ammazzare un
uomo vale lo stesso che uccidere una gallina. Iddio sa come finirà questa
Terza Costituzione! Infelice Sicilia, però, che resterà molto in ruina! Sono qui
giunti 13 fornai dalla Calabria per farinizzare e per far pane per la truppa da
farsi in questa Fortezza, stante che l'appaltatore del pane si protesta di non
aver braccia per tanta truppa e che la maggior parte dei fornai si sono
allontanati per le minacce dei demagoghi che li minacciano di ucciderli se
seguitano a fare pane per la truppa.- Ecco le conseguenze delle guerre civili,
le più disastrose nel loro principio perché assi a fare con nemici occulti e nelle
circostanze in cui la forza morale e la giustizia non può agire! Sul giornale
uffiziale del Regno del giorno 25 giugno 1860 è stato
comunicato l'atto sovrano seguente:
"Desiderando di dare ai nostri amatissimi sudditi un attestato della nostra
Sovrana benevolenza, ci siamo determinati di concedere gli ordini
costituzionali e rappresentativi in armonia coi principi italiani e nazionali in
modo da garantire la sicurezza e proprietà in avvenire ed a stringere sempre
più i legami che ci uniscono a Popoli che la Provvidenza ci ha chiamati a
governare. A questo oggetto siamo venuti nelle seguenti determinazioni:
1. Accordiamo una generale amnestia per tutti i reati politici fino a questo
giorno.
2. Abbiamo incaricato il Commendatore D. Antonio Spinelli della formazione
di un nuovo Ministero il quale compilerà nel più breve termine gli articoli dello
Statuto sulla base delle istituzioni rappresentative italiane e nazionali.
3. Sarà stabilito con S.M. Il Re di Sardegna un accordo per gli interessi
comuni delle due Corone in Italia.
4. La nostra bandiera sarà da ora innanzi fregiata dei colori nazionali Italiani
ed in tre fasce verticali conservando nel
mezzo le armi della nostra Dinastia.
5. Per quanto alla Sicilia accorderemo analoghe istituzioni rappresentative
che possono soddisfare i bisogni dell'Isola ed
uno dei Principi della nostra Real Casa sarà in Nostro Vice Re.
Portici, 25 giugno 1860 – Firmato: Francesco."
30 GIUGNO
Ieri sera tutti i Capi di corpi e Comandante della Cittadella chiamati dal
Generale in Capo si stiede a discutere se questa mattina doveva oppur no
innalzarsi la Bandiera tre colori. La fregata "Il Veloce" venuta da Napoli con
due bandiere, una Reale e l'altra Costituzionale, con ordine di izzare la
Costituzionale purchè la Cittadella l'avesse di già innalzata. Dopo tante
osservazioni ed inutili discussioni, alla mezzanotte venne deciso che si
sarebbe innalzata la Bandiera Costituzionale alle ore 8 a.m. dalla fregata "Il
Veloce" e contemporaneamente dalla Cittadella e SS.Salvatore, tirandosi 21
colpi di cannone dalla fregata e dalla Cittadella per salutarla.- Durante la
notte si sono costruite alla meglio le Bandiere della Cittadella; intanto i legni
piemontesi e inglesi che sono nel porto ad izzare la nostra bandiera e
salutarla con 21 tiri. In questo intervallo vari ordini contraddittori si sono
succeduti; finalmente alle ore 7 ½ a.m. giunge nel porto un nostro vapore con
bandiera Reale.
Il Generale in Capo, giustamente in dubbio, ha sospeso tutto avendo
segnalato al Segretario Particolare Severino per conoscersi definitivamente
cose deve farsi. Intanto di tanti legni nel porto ognuno ha la sua bandiera, ad
eccezione dei nostri legni napoletani. Confusione!-Il Segretario Particolare del
RE, giustamente, ha risposto che le istruzioni dovevano riceverle dal
Ministero della Guerra e ciò a ragion veduta perché in un Governo
Costituzionale i Ministri sono responsabili di quanto accade e non il Sovrano,
per cui si è segnalato al Ministro della Guerra Vituni, il quale trovasi in
Calabria. Già sono le 2 p.m. e tuttora si attende riscontro. Ora stesso che
sono le 2 ½ p.m., per ordine superiore, ho fatto izzare sui baluardi della
Cittadella la Bandiera Costituzionale salutandola con 21 tiri a salva. Ecco la
Terza Costituzione nel Nostro Regno delle Due Sicilie: la prima nel '20, la
seconda nel '48 e la terza nel 1860.- Il Ministero a Napoli è già sciolto, il
Commendatore Spinelli deve organizzare il nuovo, ma nessuno vuole
accettare, in modo che pel Ministero di Guerra il solo Generale Vituni, si
crede, avere accettato. Egli è un buono Uffiziale Generale, ma giammai è
stato diplomatico o che potesse intendersi di politica. Faccia Iddio e la Sua
Divina Misericordi ci sia di aiuto e sostegno!! Questa mattina il popolo
fremeva, la gente ammonticchiata alla marina attendeva il segno della
Costituzione data dai baluardi della Cittadella il cui ritardo ha molto
pregiudicato perché il popolo siciliano è molto diffidente del Governo.- Si
attende cosa decide Palermo, il suo Comitato e Garibaldi.
1°LUGLIO
Ieri sera verso un'ora di notte vi fu un falso allarme, si credettero attaccati i
nostri avamposti perché si intesero dalla Città molti colpi di fucile: sull'istante
sortirono dai quartieri tutte le truppe senza battere nè chiamata nè la
generale, e si piazzarono nel gran largo di Terranova. Dalla Cittadella
sortirono due compagnie e due batterie a schiena e una a trascino. Spediti
subito uffiziali di Stato Maggiore e ordinanze a tutti gli avamposti che
circondavano tutte le alture a qualche miglio da Messina, si venne a
conoscenza che una sentinella avanzata aveva veduto molti pagani
aggruppati che non avendo risposto al "chi va là", li tirò un colpo di fucile. Or
siccome i nostri soldati sono in Sicilia con molta prevenzione, tutte le
sentinelle avanzate tirarono colpi senza misericordia. Tutta la truppa che
alloggia in Città fu sotto le armi, la maggior parte fino dopo la mezzanotte,
cavalleria, fanteria e artiglieria; ma io che conosco cosa è guerra civile, lasciai
dormire tranquillamente tutto il presidio della Cittadella che ammonta a circa
4.800 uomini, perché, abbenchè fussero stati effettivamente attaccati gli
avamposti, non per poche fucilate circa 15mila uomini dovevano stare sotto le
armi; e siccome per far rientrare l'artiglieria in Cittadella, questa è rimasta con
ponti abbassati e porte aperte, mi sono trattenuto fino alle ore 5 di notte fuori
la barriera.- Ho ricevuto il supplemento del giornale ufficiale di Napoli del
giorno 28 giugno da ove si rileva le ferite riportate la sera prima dal Ministro di
Francia e i disordini avvenuti nella Capitale.- Corre voce che una massa di
mille uomini comandati da un capo di squadra denominato Masso, sia calato
da Barcellona spacciando di investire Messina; solite fanfaronate degli
insorti!- Si assicura che dopo pubblicata la Costituzione Garibaldi si sia
portato in Napoli; niente incredibile nei tempi che corrono.- Le truppe
seguitano a dormire vestite nella paglia, e la maggior parte di essa dorme al
bivacco.- Un distaccamento di Pionieri si è imbarcato per Milazzo.
2 LUGLIO
Perviene notizia che il Vice Intendente ch'era a Palermo Ordinatore Carrelli
ed altri uffiziali dell'Intendenza e Commissariato sieno stati destituiti per
danaro involato al Banco di Palermo, stante che Garibaldi ha inviato a Napoli
il denaro estratto con ordinativi della Viceintendenza e quello gli è stato
consegnato con verbale. Ciò a verificarsi, ma si assicura con certezza; non è
strano: il furto ed il ladroneggio è all'ordine del giorno. Siamo nella massima
incertezza dell'avvenire: la truppa sta sempre ben disposta a qualunque
evento, anche i pagani torbidi, pacifici e liberali sono in attenzione di ciò che
Palermo decide; intanto, 15mila uomini di tutte le armi ammassati con paglia
a terra in Messina bastantemente soffrono perché la maggior parte di queste
truppe sono al bivacco giorno e notte. Fortuna che non si manca di viveri in
piazza perché tutti i soldati fanno la loro spesa di carne e pasta giornalmente,
stante che la Città tutto offre. Questo fortunato suolo abitato da diavoli e con
la influenza estera che per invidia cerca sempre di adescarli per la loro ruina
non ha simile in tutta Europa così abbondante ed ubertosa di tutto.-
Allievi della Nunziatella
3 LUGLIO
Questa notte si è permesso che le barche transitassero al Lazzaretto per
imbarcare di fretta il carbone fossile sui vapori che partir debbono per
Giulianova per imbarcar truppa per condurle non si sa dove.-La maggior
parte della truppa tutta la notte sta al bivacco nelle varie posizioni: quartier
generale a Terranova, avanti la Cittadella. La truppa è defaticata.- Si
minaccia dai demagoghi ai bettolieri che portano viveri alla Cittadella ove vi
sono circa 7 bettolieri che pagano all'Orfanotrofio Militare 1600 ducati annui,
vorrebbero che tutti i mezzi si tagliassero alla truppa, tanto più che due
battaglioni per turno non ricevono pane dalla fornitura, ma ricevono 6 grani
per un pane, stante che non si giunge a panizzare per tutta la truppa per
essersi allontanati tutti gli individui che alla fornitura panizzavano.
4 LUGLIO
Ricevo ordine per telegramma ricevuto da Napoli di non restituire la salva alla
fregata francese che rende gli onori funebri alle ceneri del Principe Girolamo
Napoleone con tirare un colpo di cannone ogni quarto d'ora.- Ho letto i fogli
ufficiali di Palermo intestati "Italia e Vittorio Emanuele, Generale in Capo e
Dittatore Giuseppe Garibaldi", in essi si osservano i decreti di nomina di tutti i
Ministeri ed altri impieghi, le offerte volontarie, e l'annessione della Sicilia alla
Confederazione Italiana, espulsione dei Gesuiti, progetti di strade ferrate,
miglioramenti, borza aperta, iscrizione Banco ecc. E non è strano se non
parlano bene del Governo, a loro dire, decaduto, e dei Napoletani. Ma della
Costituzione data dal Re Francesco Secondo per nulla ne parlano. Leggiamo
sugli ordini che ci pervengono che il Maresciallo Nunziante comanda la 6ª
Brigata fornita di immensa artiglieria e che marcia sulle Calabrie, non si sa a
qual fine perché sembrano tranquille e senza alcun moto rivoluzionario,
avendo ieri ricevuto lettera da Monteleone dal Sig. Colonnello Ghio, che
comanda due Reggimenti, cioè il 2° e l'11° di Linea, che mi avvisa le Calabrie
tranquille; si suppone forse che con detta Colonna Nunziante verrà anche in
Sicilia.- Alle ore 2 di notte è partito da qui per Napoli il vapore "l'Etna" ed ha
imbarcato le due compagnie di artiglieria (7ª e 14ª) con tutta la roba
superante delle 6 compagnie di artiglieria qui di presidio del Reggimento
Regina.5 LUGLIO
Questa notte alle ore 3 ½ si è chiamato all'arme dalle sentinelle del Forte
D.Relasco; essendomi portato sulla cinta principale ed osservato che non era
cosa positiva ma poche fucilate dalla parte dei Mosetti, ho lasciato dormire
tranquillamente la truppa del presidio di questa Fortezza.- Verso le ore 7 ed
un quarto le sentinelle della Cittadella, avendo chiamato di bel nuovo all'armi,
mi sono portato dalla Gran Guardia ed ho verificato che i colpi di fucile che
tirano i bastimenti nel porto per innalzare le loro bandiere, lo hanno praticato
molto prima dell'aurora, per cui le sentinelle credendo di essere stato
attaccato fuoco in Città hanno chiamato all'arme.- Verso le ore 24 da un
vapore sono sbarcati 30mila ducati per la truppa che sono stati riposti nella
Cittadella.- Le truppe situate sulle alture che coronano la Città ricevano la
razione viveri a secco.- Gran confusione. Giunge il vapore "Duca di Calabria"
proveniente da Napoli e assicura che in Napoli tutto è tranquillo e che S.M.
(D.G.) sia sortito in carrozza accompagnato dal Ministro Inglese e Francese e
che le nostre truppe presto andranno pacificamente in Palermo e Catania.
Intanto riceviamo notizie che Garibaldi stia a Malta per incettare vapori per
fare uno sbarco verso la Cittadella e masse che si organizzano a 30miglia da
qui (Barcellona), che si organizzano dal tenente De Benedictis, nostro
Ufficiale di Artiglieria disertore, e comandate da un uffiziale di gran fiducia di
Garibaldi, Medici; tutto è incerto.- Il lazzaretto è stato evacuato dagli infermi
che si sono inviati a Reggio.- Si costruiscono 600 mangiatoie nella Cittadella
e al Lazzaretto per gli animali delle 5 batterie che trovansi in questa, oltre la
cavalleria alloggiata in Città.6 LUGLIO
Corrono varie notizie, ognuno la discorre come la pensa. La Sicilia è in balia
di se stessa; i più forti o cattivi soggetti, massime nei paesi piccoli, rubano e
uccidono impunemente. Giustizia, tribunali, giudicati, polizia niente di tutto ciò
esiste; Ogni Comune o villaggio ha il suo Comitato e si governano come
credono, a discapito sempre delle persone oneste e pacifiche.- Metà della
truppa è sempre in posizione al bivacco e occupa tutte le posizioni in Città
come al di fuori; il resto sempre consegnata in quartiere per evitare la
diserzione.
Incerti siamo di quanto passa, nulla di positivo sappiamo; le nostre truppe in
Sicilia non occupano che Siracusa, Augusta, Milazzo e Messina con la
formidabile Cittadella.- Della Costituzione, abbenchè pubblicata, nulla si
conosce come la pensano o dicono i Comitati di Palermo e Catania; quanto si
assicura, la generalità l'accetta purchè, però, sia garantita da qualche
potenza estera, dicendo sempre che più di una volta è stata da essi
accordata e con la massima indifferenza tolta. Secondo me l'aver detto "si
accorda la Costituzione del 1848", che fu sospesa e non tolta, non è stato
regolare; sarebbe stato meglio il dire "... considerando che il voto dei miei
amatissimi sudditi desiderano una Costituzione, se ad essi accordo quella del
1848, che la circostanza del tempi obbligarono il mio augusto Genitore di
sospendere..." - oppure di non citarla affatto.
7 LUGLIO
Sono giunti da Napoli due vapori; è venuto con questi il colonnello Anzoni
all'immediazione di S.M.(D.G.); quale sia la sua missione non si conosce.
Varie conferenze ha tenuto col Generale Clary.-Il Genio continua a fare
grandi lavori per maggiormente fortificare la Cittadella, migliaia di sacchi a
terra si costruiscono. Contraddittorie notizie si spacciano, come ad esempio:
un ambasciatore Russo a Palermo incaricato per gli affari di Napoli; Garibaldi
che ha fatto fondere tutte le campane per costruire mortai e cannoni; altri
assicurano che tutto si accomoderà diplomaticamente, ma però che la truppa
deve marciare avanti e mostrarsi; che il Castello di Palermo sia stato
smantellato e ridotto in modo da non poter più offendere la Città; infine, un
mondo di coglionerie a cui non bisogna prestar fede.- Si sono aperti tre pozzi
nella Cittadella di acqua possibilmente buona. Abbiamo 40 pinne di acqua
per le fontane le quali spesso si arrestano si è obbligato ricorrere alle riserve,
con tutto ciò nei giorni che perennemente le fontane scaturiscono acqua pure
non è affatto sufficiente per abbeverare tre volte al giorno 650 muli e cavalli
delle 5 batterie e circa 4600 uomini. Al Lazzaretto vi sono 22 grosse tine le
quali si riempiono d'acqua due volte al giorno da una cisterna detta di mare la
quale attinge acqua con le pompe a Pozzo Leone e la trasporta per mare fino
al Lazzaretto ove vi è la 14ª batteria a schiena per abbeverare 140 muli e
cavalli.
MARIA SOFIA DI BORBONE
8 LUGLIO
Vari vapori inglesi entrano e sortono nel porto; il vapore austriaco ch'era nel
porto è partito. Un nostro vapore è partito per Siracusa, altro per Reggio,
dicesi, per prendere 3 battaglioni di Cacciatori per sbarcarli a Messina.Dodici impiegati di polizia di Palermo sono nella Cittadella perché temono di
essere uccisi in Città.- Verso le ore 20 un grosso vascello inglese ha
traversato il Faro verso Napoli.- È giunto un vapore da Napoli portando 120
emigranti siciliani che rientrano nelle loro patrie: effetto della Costituzione!
9 LUGLIO
Alcuni artiglieri si permisero giorni fa di scassinare una casa di negoziante;
essendo stati conosciuti ed arrestati hanno subito un consiglio di guerra in
modo subitaneo e condannati, quattro di essi, a cinque giri di bacchetta per
100 uomini e a tre anni di prigionia; altri quattro ai servizi ignobili e altri
quattro in libertà. Stamane si è eseguita la sentenza nella Cittadella,
intervenendovi un distaccamento di ogni Corpo.- La truppa è sommamente
defaticata.- Si è imbarcata per Milazzo una compagnia di artiglieria , un
Uffiziale e 60 Pionieri. Il 1° Reggimento di Linea si è imbarcato, non si
conosce ove deve sbarcare.- Il Capitano Lamberti e il Primo Tenente Tosti,
dell'8° battaglione Cacciatori sono passati alla 4ª classe dopo di essere stati
sotto chiave nella Cittadella per dimostrare viltà.- Essendovi una brigata in
posizione sulle alture che circondano Messina, si è potuto stabilire un
telegrafo ad asta a Torretta che corrisponde tra Milazzo e Messina, però non
sempre in tutte le ore è visibile: questo è il solo telegrafo che abbiamo.Siamo in attenzione dei battaglioni Cacciatori che devono venire con i vapori
da qui spediti per Giulianova; si crede che finalmente si andrà ad attaccare le
masse che trovansi riunite a Barcellona (che dista 27 miglia da Messina)
operazione che avrebbe dovuto farsi molto prima per non farle aumentare al
numero di 4mila che sono. Sono esse dirette da un cognominato Medici,
Generale, antico dipendente di Garibaldi che lo tiene molto in conto per gli
affari di guerra.- Dal Generale Comandante la Piazza di Siracusa è stato
spedito in questa il pagano Giuseppe Fasano; questo individuo, figlio di un
negoziante di seta ed abbenchè napoletano, si domiciliò a Catania sposando
una catanese. Egli mi assicura essere innocente di quanto gli viene imputato,
cioè di essere una spia del Comitato di Catania e di essersi portato in
Siracusa per fare disertare i soldati. Certo è che partendo da Catania, paese
in insurrezione, con un Comitato senza autorizzazione del legittimo governo,
portarsi in Siracusa ove sono le truppe Regie, l'essersi posto a leggere in una
decente bettola una carta stampata (che dice "Avvertimento di Popoli Liberi")
nella quale fa vedere che tutto il continente di Napoli è in rivolta, che S.M. è
fortemente ammalato in Portici e che tutte le Provincie vogliono l'annessione
al Piemonte ecc., tutte queste cose dette, lette e proclamate in un circolo di
soldati e sottouffiziali non fanno per nulla credere alla innocenza che
spaccia.- Prevenuto di ciò il Generale di Siracusa, dopo che lo fece arrestare,
lo ha spedito in questa con l'avvertimento stampato ed un sunto del suo
operato in Siracusa: egli trovasi in un criminale di questa Cittadella in
attenzione del suo destino.
10 LUGLIO
Alle ore 6 a.m. sono entrati nel Faro due vascelli misti francesi e si sono
ancorati nelle vicinanze del Salvatore de'Greci fuori del porto. Verso le 9 il
Console inglese si è portato sui detti legni che gli hanno reso gli onori di uso.
Hanno salutato la Piazza con 21 tiri di cannone e dalla Cittadella si è
corrisposto con altrettanti tiri.- Alle ore 20 d'Italia sono di bel nuovo partiti per
essere passata la corrente che li aveva obbligati qui ancorare.
Verso un'ora e mezza di notte si è chiamata all'arme in Città ma è stato un
falso all'arme perché verificatosi per un bifolco che ha tirato veri colpi di stile
ad una meretrice, che la gendarmeria lo ha arrestato subito, e siccome tutti
sono con animo sospeso, nel fuggire molta gente una sentinella ha chiamato
all'armi che subito si è propagata la voce per le immense sentinelle che
circondano la Città. Oggi alle ore 22 vi è stata una gran manovra al Piano di
Terranova di tutte le Armi, circa 10mila uomini vi sono intervenuti, quattro
batterie, due di campagna, una a schiena e la quarta a trascino.
11 LUGLIO
Oggi è rientrato da Milazzo il vapore che portò colà le 6 compagnie del 1° di
Linea, ed un distaccamento di artiglieria; l'artiglieria è stata cambiata ed è
tornata in questa. La 6ª compagnia del 13° di Linea, comandata dal
Colonnello di Torrebruno, sono sbarcate a Reggio per un intrigo che si saprà.
Le 6 compagnie comandate dal Colonnello Pironti sono rimaste di
guarnigione a Milazzo. Tutta la guarnigione è stata cambiata, anche lo
Uffiziale del Genio.- Alle ore 23 è giunto un vapore proveniente da Giulianova
ed ha sbarcato il Settimo Battaglione Cacciatori, comandato da Tenente
Colonnello Tedeschi: altri battaglioni di Cacciatori si attendono. Il numero di
soldati per il bivacco a Terranova è alquanto diminuito per la notte.-
Italia nel 1860
12 LUGLIO
Questa sera sono giunti altri tre battaglioni sui vapori anche da Giulianova e
sono il 1° e il 4°(Marra – La Rocca) e 6°(La Rosa).- Il 13° di Linea ha ricevuto
ordine di portarsi a Castellammare di Napoli. Si vuole che fra il Piemonte e
Napoli vi sia di già qualche cosa convenuta tra i due governi, verte soltanto la
difficoltà che Napoli vuole mantenere la semplice difensiva di ciò che
contiene attualmente l'Italia, ma non l'offensiva, p.es.: difendere tutto lo Stato
Italiano, ma non prendere l'offensiva se si dovesse attaccare Venezia o
intraprendere altra conquista. I demagoghi spargono la notizia di essere stati
avvistati tutti in Consoli in questa(Messina) di stare in attenzione della
misteriosa entrata delle truppe di Garibaldi. Ciò è una bubbola, ma se per
poco vi fosse qualche sentore di convegno o fellonia, il Comandante della
Cittadella è deciso dar fuoco alle polveriste per così non più appartenere nè a
Dio nè al Diavolo. Nella Cittadella vi esistono 7mila e più cantaia di polvere,
oltre i tiri confezionati per 320 pezzi, ognuno dei quali ne ha 20 di dote, più
due milioni e mezzo di cartucce fucilieri. La cosa più triste per l'Armata si è la
diffidenza che esiste tra noi: uffiziali che disertano giornalmente e i soldati
che li seguono. Non si può comandare allorchè si diffida, e si teme di essere
traditi. Del distaccamento del 13° di Linea in meno di 15 giorni sono disertati
due uffiziali e 13 soldati; nel giungere ieri qui gli artiglieri del distaccamento di
Milazzo, un artigliere stamane è disertato. I reclutanti pagano bene, Garibaldi
non spende del suo, ma difficilmente entrerà misteriosamente nella Cittadella
essendone il Comandante.
13 LUGLIO
Il giorno 9 del corrente mese sul vapore francese noleggiato a conto del
nostro Governo imbarcò l'intiera guarnigione per Milazzo essendo stata tutta
cambiata per qualche sospetto o infamia ordita dal Colonnello di Terrabruna
del 13° di Linea che colà comandava 6 compagnia del suo Reggimento.-Il
detto vapore francese ebbe per scorta la nostra fregata "Il Veloce"
comandata dal Capitano di Vascello Anguissola. Giunti a metà cammino "Il
Veloce" consegnò al vapore francese alcuni pieghi dicendogli che aveva altre
commissioni da disimpegnare e si allontanò.- Nel sortire dal porto i detti due
legni, partì parimenti il nostro piccolo vapore "L'Elba" per Reggio per indi, per
altre commissioni, trovarsi a Pizzo alla punta di giorno; ma appena sortito da
Torre di Faro, dalla fregata "Il Veloce" fu chiamato all'ubbidienza e lo catturò.Parimenti veniva da Napoli "Il Duca di Calabria, anche vapore piccolo, che
chiamato parimenti dalla fregata "Il Veloce", fu anche catturato, sicchè "Il
Veloce" portando a rimorchio i detti due vapori è passato al nemico.Rientrando da Milazzo il vapore francese senza la fregata "Il Veloce", diede
conoscenza a questo Generale Comandante le Armi che "Il Veloce" non
l'aveva seguito per disimpegnare altre commissioni cui era stato incaricato.
Segnalato a Napoli se ciò era vero, fu risposto negativamente. Intanto, dopo
due giorni, ci fu segnalato da Milazzo che "Il Veloce" si scopriva in quelle
acque rimorchiando due piccoli legni che non si conoscevano effettivamente
a chi appartenessero perché senza bandiere. Infamie simili soltanto ai tempi
del progresso si verificano! Il Veloce si diede al nemico in uno con la preda ! Si vocifera che S.M. Abbia convenuto col Re di Piemonte una lega offensiva
e difensiva di cui si era in questione; mi sembra difficilissimo. La cattiva fede
è all'ordine del giorno! - Verso le ore 22 è partita una colonna comandata dal
Colonnello Del Bosco, composta dal 1°, 8° e 9 battaglione Cacciatori, uno
squadrone di Cacciatori a cavallo, di 40 Pionieri con i corrispondenti
ferramenti, una sezione si ambulanza, equipaggi tratti dalla batteria n°14 e la
batteria a trascino n°13.- Il Battaglione del 4° di Linea che si era imbarcato
per portarsi a Reggio di nuovo è sbarcato; è comandato dal Maggiore
Anguissola, fratello del Comandante la fregata a vapore "Il Veloce" che si era
dato al nemico.- Ricevo nelle prigioni della Cittadella due disertori al nemico,
arrestati dai compagni d'arme, ed un reclutante a cui era stata venduta una
pistola dal disertore del treno arrestato.- Gli infermi rimasti a Girgenti
all'Ospedale del 4° di Linea oggi sono rientrati; essi erano al numero di 13,
ma passando per Terranova, quel Comitato se ne ha ritenuti 4 dei più robusti
e, taglia vantaggiosa, gli altri 9, senza molestia alcuna, sono qui sbarcati.-
15 LUGLIO
Avvicinandosi la colonna comandata dal Comandante Del Bosco, nei pressi
di Spadafora, gli insorti hanno bruciato quel telegrafo che corrispondeva con
la linea di Palermo; ora va rimettersi per mettersi in comunicazione con
Messina.- Sono giunti alle acque di Milazzo tre nostri vapori da guerra per
restarvi in crociera.- La diserzione disgraziatamente seguita.- Corre la triste
notizia che altro vapore proveniente da Napoli, e che portava 35mila ducati
per la truppa, sia stato catturato o si è dato al nemico.- La nostra posizione è
tristissima; il nemico conosce anticipatamente tutti i nostri movimenti e le
operazioni che si vanno a fare. Garibaldi esilia da Messina tutti quelle che
crede attaccati a Governo, questi obbediscono subito per timore di essere
ammazzati.- Da Palermo da Garibaldi si fanno imposizioni e si pagano
puntualmente; giorni dietro la Badessa di S.Caterina pagò 900 ducati: queste
cose si conoscono e nessun rimedio vi si appresta. Polizia non ne abbiamo,
tutti fuggono e si salvano, i numerosi Conventi di clausura di Messina sono
stati autorizzati da questo Cardinale Arcivescovo di far sortire le monache
professe e le componenti le Comunità per salvarsi ed andarsene a casa loro,
infine, un disordine incomprensibile e sembra che da per tutto vi sia
tradimento. Se da questo non resteremo vittime, sicuramente passeremo alla
casa dei matti in Aversa. È impossibile idearsi quello che qui passa con circa
20mila uomini di truppa, immensa artiglieria e la formidabile Cittadella, la
quale, però, se perde l'appoggio del mare, finiti i viveri, non vale più nulla...
Faccia Iddio!
16 LUGLIO
Questa mattina si sono spedite a Milazzo per la Colonna Del Bosco le
seguenti razioni per via di mare: biscotti, cantaia 391; prosciutti, cantaia 53;
formaggio, cantaia 38; avena, cantaia 214; più i bariloni dei 3 battaglioni di
Cacciatori.- Dal giorno che partì la Colonna Del Bosco cominciò di bel nuovo
l'emigrazione dei cittadini da Messina, che prima avevano cominciato a
rientrare; le botteghe di nuovo sono chiuse. E quello che trovo più triste si è
che cominciano a mancare i viveri, stante che non tutta la truppa ha potuto
fare la regolare spesa dell'ordinario e molti Uffiziali non hanno rinvenuto pane
in Messina.- Intanto, finora, nessun provvedimento si prende, nel mentre, se
si volesse agire con energia, sarebbe regolare chiamare il Sindaco e, con la
forza o violenza, obbligare i panettieri a panizzare e i maccaronai a fare la
pasta, giusta il consueto, oppure scrivere in Calabria di venire qui a vendere
senza dazio, vigilando coloro che sbarcano se siano molestati o minacciati
dai sicilaini, stante che l'abbondanze di frutti che giornalmente sbarcavano da
Calabria stamane non ne sono comparsi affatto, e credo per minaccia dei
Messinesi che cercano tutti i mezzi di provarci di tutto. Intanto con quanta
forza agiscono i Comitati segreti a noi ciecamente si ubbidisce, altrettanta
indifferenza si usa dal Generale in Capo che per nulla finora ha disposto, nè
con ordini precisi, nè con la violenza di cui si avrebbe di bisogno.- Tutti
fuggono dalla Città: le monache hanno abbandonato i loro conventi, gli
artigiani i loro opifici, i bottegai e negozianti sono, la maggior parte, chiusi;
intanto nessuna misura energica si adopera e si teme – come si sparge la
voce dai così detti liberali – che andiamo ad essere attaccati, e ciò
superiormente si crede, nel mentre abbiamo quantità di avamposti e circa
15mila uomini armati. Notizie sicure non ne abbiamo, ma neppure sappiamo
che forti colonne nemiche si avanzano. Sono voci che si fanno spargere ad
arte; per me desidero che queste voci si verificassero per conoscere
effettivamente la forza del nemico che, qualunque fosse, sarebbe sempre
battuta attesi i mezzi che abbiamo e che, forse, superiormente sono poco
calcolati, a meno che le superiori istruzioni, fussero stati di non impegnarsi.Tra le masse che si sono formate degli insorti comandate da un certo Medici
vi è un nostro Uffiziale del 2° di Linea di nome D.Gerardo Ferrantina,
pugliese, tanto vantato dai fogli di Barcellona per aver egli prontamente
istruita la sua compagnia e che merita gli elogi ed il grado di cui è stato
insignito.- Tra le notizie che si spacciano dai fogli dei Comitati vi è anche
quello che gli inglesi hanno regalato due vapori da guerra a Garibaldi, che,
uniti a quelli comprati in Inghilterra e quei catturati mercè la benevolenza del
Comandante della nostra fregata a vapore "Il Veloce" Anguissola, va ad
effettuare uno sbarco nelle vicinanze di Salerno; siamo in aspettativa se ciò si
verifica oppure no . Mi sembrano mille anni sortire dallo stato di apatia in cui
siamo.
Certo è che si parla sempre di entrata misteriosa nella Cittadella, ma nessun
preparativo finora si scorge che volessero tanto praticare. Mi auguro che lo
tentino per così conoscere cosa vuol dire la Cittadella, a meno che non
abbiano un forte partito nel presidio che finora la polizia particolare del
Comandante per nulla può sospettare, o che si impedisse il commercio di
mare, perché allora cadrebbe come tutte le piazzeforti, a meno che il
Comandante della Cittadella non dia fuoco alle polveriste, come ha in mente.Ruggiero Settimo, l'organizzatore della rivoluzione del 1848, è rientrato a
Palermo proveniente da Malta dietro lusinghiero invito fattogli da Garibaldi in
nome di tutta la Sicilia quale liberatore della sua patria.- Garibaldi prende
piede in Sicilia quale Dittatore ed esercita con maniere e prudenza nonchè
con giustizia la sua commessione... Come finirà questa commedia ?
17 LUGLIO
Sono stati ristretti nelle prigioni di questa fortezza vari disertori ed un pagano
arrestato agli avamposti che si suppone faccia parte delle masse; come pure
un artigliere di questa 3ª Brigata, il quale, per recidiva di diserzione, fu
condannato a 7 anni ai ferri da espiarli nelle prigioni di Trapani. Or, siccome
nell'abbandonare Trapani la nostra truppa, le galere furono aperte, anche
questo artigliere fu messo in libertà e certamente prese servizio fra le masse
perché giovane robusto e ben formato. Ora, dopo circa un mese e mezzo,
viene a presentarsi da questo Sig. Generale Comandante per essere
arruolato come soldato. Certamente sarà una spia spedita da Palermo,
perché sembra impossibile che da Trapani fino a qui, quasi 200 e più miglia
di cammino, traversando città e paesi senza che gli sia stato intercetto il suo
viaggio trovandosi l'intiera Isola in rivoluzione. Tanto egli mi ha asserito.- Si
ricevano rapporti da Milazzo; a qualche miglio da Milazzo vi sono molti mulini
i quali erano occupati da molte truppe insorte e, come assicurano, anche
Piemontesi i quali non facevano macinare per affamare la truppa e la
popolazione e ciò col consenso del Comitato di Milazzo. Ma il Colonnello Del
Bosco, conducendo due compagnie di Cacciatori, si è portato sui detti mulini
per scacciarli; il nemico, appena veduti i Cacciatori, dandosi alla fuga, ha
lasciato fucili, munizioni e quanto aveva nei mulini, i quali si sono attivati e
moliscono come prima.- Nella scorta fatta in vari villaggi del detto
distaccamento le case tutte hanno cacciato fuori bandiera bianca.- Pare, per
altro, che la nostra truppa abbia ordine di non attaccare se non sono
attaccati; si suppone che si stia in qualche trattativa col Ministro Piemontese
Cavour con la mediazione della Francia e dell'Inghilterra. Intanto da Messina
tutti fuggono e stamane correva voce nella Città che una colonna nemica era
da qui lontana vicino a Scaletta, circa 4 miglia, cosa che non si è verificata.Tutte le persone imbarcate sul vapore "Il Veloce", che si diede al nemico, ed i
due piccoli vapori "L'Elba" ed "Il Duca di Calabria", catturati, giungono a
Palermo, Garibaldi li ha imbarcati su di un legno inglese e li ha mandati in
Napoli, ove sono giunte, facendo imbarcare anche la ciurma del "Veloce" e
dei due legni catturati, che si sono rinunciati di restare al suo servizio.18 LUGLIO
Per telegrafo ad asta il Colonnello Del Bosco segnala da Milazzo che 4
compagnie di Cacciatori, spintesi nelle vicinanze di un paese chiamato Meri,
a circa 4 miglia da Milazzo, si attaccarono i nostri con le truppe di Garibaldi; i
Cacciatori, comandati dal Maggiori Maringh, si comportarono da vecchi
soldati agguerriti. Fecero prigionieri un capitano e 14 Piemontesi e cinque
feriti.- Dopo l'azione il Maggiore Maringh abbandonò la posizione e si ritirò.
Nel giungere a Milazzo il Colonnello Del Bosco lo ha ristretto agli arresti in
Castello, spendendo subito altre 3 compagnie, comandate dal Maggiore
Maria, per riprendere la posizione. Domani da per altro rinforzo da Messina,
stante che a Barcellona vi è una massa di circa 7mila uomini con molti Corpi
Piemontesi.- Riceviamo notizie tristi da Napoli per un conflitto vi sia stato tra
Guardie Reali e paesani; francesi feriti, inglesi, infine tante notizie
contraddittori che, secondo me, sarà stato tutt'altro di quello che si dice.Sarebbe meglio battersi che restare nello stato di aspettativa e apatia in cui
stiamo, bastantemente penosa, perché nello stato di aspettativa vi entra
anche l'ozio e quest'ozio vi fa occupare tante notizie.
Chi apporta notizie delle masse si formano in Barcellona, altri che contano la
grande emigrazione dei cittadini di Messina, altri che prevedono che saremo
affamati perché i venditori, minacciati dal Comitato, chiudono le botteghe, altri
che la Cittadella sarà presa per incanto e misteriosamente e, finalmente, si
assicura che 6 vapori Napoletani col Generale di Marina Roberti si sia portato
a Palermo e si abbia preso il nostro vapore "Il Veloce" che si diede al nemico
col Comandante Anguissola ed altri dicono che dal Console francese sia
stato fatto rilasciare per portarsi in Napoli, in fine un mondo di coglionerie, di
spiritose invenzioni.- Questa e la guerra civile e di partiti che ognuno discorre
come la pensa e secondo il partito che ha sposato. Certo si è che la paura è
un male contagioso facile ad invadere gli spiriti de boli ed i militari di poca
esperienza o chi giammai ha fatto la guerra.
Sino venuti arrestati due caporali del 15° di Linea sorpresi sul momento di
disertare e che stavano mutando d'abiti; questi hanno fatto resistenza alla
forza pubblica. Li ho inviati al carcere del Forte SS.Salvatore.- Due battaglioni
di Linea erano giunti alla marina per imbarcarsi per Milazzo, me
nell'imbarcarsi, venuto un segnale telegrafico da Napoli, si è sospeso
l'imbarco e sono di bel nuovo rientrati in quartiere.- Si sono di già situate nella
Cittadella 4 pompe con lunghi stantuffi per attingere acqua. Che immense
spese si fanno! Che tesori si spendono! e... quanto si ruba!
Il Generale Mac Mahon
19 LUGLIO
Si assicura che i due battaglioni che non partirono ieri al giorno per Milazzo
per effetto dell'ordine telegrafico venuto da Napoli sia di sospendersi tutte le
ostilità fino a che non vengano le decisioni dettate dalla Francia.- Siamo
senza corrispondenza, siamo privi di vapori da Napoli, ma corre voce che
nella Capitale vi sia stato un gran trambusto anche di fucilate e che S.M. si
sia ritirato a Gaeta.
In Reggio vi è stata una forte dimostrazione; in detta Città vi è stabilito un
Comitato, al pari di Messina, con 15mila uomini di truppa di tutte le armi, per
cui non è strano se il Comitato di Reggio dispone egualmente come qui, non
essendovi in Reggio che un battaglione del 13° di Linea che giornalmente
disertano per squadre. Miseria umana! Verso le ore 2 di notte ricevo avviso di
essere giunti nel porto col vapore francese noleggiato dal nostro Governo (il
Brasile) proveniente da Milazzo che porta i 14 prigionieri Piemontesi ed
cinque feriti da tenerli ben custoditi nella Cittadella, trattando i soldati con
paterna cura e religiosità e dargli 12 grane al giorno per ciascuno; ed il
capitano trattarlo con la massima decenza ed urbanità. Essendo chiuse le
porte ed alzati i ponti della Cittadella, si rimette a domani lo sbarco dei
medesimi.
Essi sono:
Prigionieri
D.Alessandro Catania – Capitano
Gaetano Rezzonica - soldato
Giovanni Grappone - soldato
Carlo Bussola - soldato
Salvatore Funaro - soldato
Felice Finetti - soldato
Giovanni Ugolino - soldato
Carlo Summaino - soldato
Valentino Pilotti - soldato
Luigi Colombi - soldato
Ernesto Rongani - soldato
Eduardo Pescopoldi - soldato
Giuseppe Brusà - soldato
Ernesto Casarico - soldato
Vittorio Mulinate
Gaetano Citicetti
Egidio Gabulio
Alessandro Daina
Gaspare Missuri
Feriti
- Foriere Maggiore
-2° Segretario
-soldato
-soldato
-soldato
20 LUGLIO
Questa mattina alle ore 6 ½ a.m.m sono sbarcati i prigionieri Piemontesi che
ho invitati nel Forte SS. Salvatore; comuni che ricevano 12 grani al giorno, e
la razione, li ho fatti porre all'ordine dell'artiglieria del Forte; il Capitano sarà
differentemente trattato. Il capitano mi ha detto che 50 siciliani erano stati
aggregati alla sua compagnia, il quale appena intesero il primo colpo di fucile
se ne fuggirono tutti.- Ho ricevuto parimenti 30 fucili, la maggior parte rigati e
a percussione, una bandiera tre colori non del Piemonte, perché ove vi deve
essere la croce in mezzo al bianco, vi sono 4 schiacchetti rossi, parimenti un
cattivo bonetto ed una miserabile blusa. Tanto il capitano che i soldati sono
quasi vestiti da pagani, con poche mostre da masse, ma si battono male. Il
detto Capitano mi ha assicurato che i nostri Cacciatori si battono bene e che
furono caricati alla baionetta in modo che anche lui ne ricevè che gli ha
lacerato la blusa e prodottagli leggiera ferita. I 5 feriti, come avevo ricevuto
avviso, non poterono imbarcarsi a Milazzo perché gravemente infermi. La
nostra perdita non ancora si è manifestata, ma non sarà stata indifferente,
perché molti Piemontesi rimasero estinti.- Riceviamo cattivissime notizie da
Milazzo: Garibaldi con 5 vapori è sbarcato tra il Capo di Milazzo e Patti e con
le altre truppe per via di terra si calcola la sua forza a circa 17mila uomini, per
cui la colonna del Colonnello Del Bosco, sopraffatta dal numero, è stata
obbligata ritirarsi sotto la protezione del Castello; si suppone che vi sia stato
un forte attacco nel ritirarsi, che molto sangue siasi versato dall'una e
dall'altra parte. Il peggio è che Milazzo non ha viveri che per 3 mesi, ma per
la sola sua guarnigione di 300 uomini; ma ora sono circa 4mila uomini e più,
non sarebbero più sufficienti che per pochi giorni. È vero che si spedirono
oltre 50mila razioni a secco, ma la truppa in posizione ne avrà ben
consumate molte migliaia; non saprei cosa si deciderà superiormente:
domani si saprà l'occorrente.-
1860 Primo "Piano Regolatore" in Italia, per la Città di Napoli
21 LUGLIO
Le notizie seguitano ad essere molto deplorabili; cioè che la colonna Del
Bosco siasi ritirata nel Castello di Milazzo sopraffatta e battuta da forza molto
superiore; si domanda rinforzo, si spedì il 7° di Linea per via di terra, e si fece
di nuovo ritornare perché molto debole a fronte del nemico. Per via di mare
non può soccorrersi per mancanza di legni a vapore da guerra, per uomini,
viveri o munizioni, per cui si teme che se non giunge da Napoli una forte
spedizione Milazzo deve cedere.- Si assicura che i patti proposti al Re siano
che la Sicilia si scelga da per se un Sovrano e resta nella sua indipendenza;
in compenso il Re di Napoli avrebbe Benevento e Pontecorvo, ed una parte
delle Marche; che S.M.Francesco II faccia un viaggio all'estero rimanendo la
reggenza a suo zio D.Leopoldo e se in caso il Re di Piemonte. Ecco le voci
della giornata che circolano e da cui si presta fede: bubbole! Si è segnalato in
Napoli la popolazione di Milazzo, si è in attenzione di provvidenze.- Vengo
assicurato con tutta certezza che il nostro Generale in Capo Clary ha ritirato
da negoziante inglese Grillo una cambiale di docati 18mila... Faccia Iddio e la
Divina Misericordia ci assista... però lo credo impossibile: emuli e nemici ne
ha molti perché a lui inferiori in talento.- Quattro compagnie dell'8° Cacciatori,
appartenenti alla colonna del Colonnello Del Bosco che trovavansi in
posizione a Spadafora , non avendosi potuto ritirare a Milazzo, hanno
ripiegato sui nostri avamposti di Messina, al Gesso, e questa mattina si sono
spediti i viveri a secco.
Nel consiglio di difesa tenuto stamane si è deciso rimanersi nello stato attuale
fino ad attendere le decisioni da Napoli se manda una forza per mare per
soccorrere Milazzo di viveri, munizioni e uomini, stante che qui abbiamo
molta gente inutile che in caso di assedio sarebbe di un grande imbarazzo
per la Cittadella, soprattutto per 600 animali, batteria a trascino ed altri Corpi,
nel mentre per la Cittadella, per mantenere lungo assedio, circa 3mila uomini
sono superanti. Cosa possono servire 4 squadroni di Ussari ed uno
squadrone di Cacciatori in un assedio che sortendo dalla Fortezza si entra in
popolosa Città e montagne vicine se da Napoli non si manda forza, munizioni
e viveri, Milazzo si renderà, e la gente superante cavalleria e treno dovrà
mandarsi da qui a Reggio se pure vi è tempo e mezzi.- Verso tardi vi è stato
un Consiglio di Difesa ove vari pareri si sono discussi , per esempio
soccorrere Milazzo per via di terra, abbandonare la Città restando
semplicemente la guarnigione dei Castelli e della Cittadella, ed altri pareri,
ma l'ostacolo maggiore si è il trasporto dei viveri, il paese tutto nemico,
mancanza dei trasporti ecc., ma si è deciso fare imbarcare come meglio si
può la cavalleria pel Continente; In effetti verso le ore 22 si è imbarcato uno
squadrone di Lancieri per disbarcare a Reggio.- La maggior parte o quasi tutti
gli impiegati di ogni ramo si sono allontanati dalla Città; siamo senza donne
nella Cittadella, le monache degli innumerevoli Conventi sono tutte partite, chi
in famiglia, altre in campagna; la Badessa S.Caterina per Reggio. La mia
biancheria che mandavo in un Conservatorio di donne, stamane ho dovuto
mandarla a prendere di fretta perché anche queste in giornata abbandonano
il chiostro. Spero che si recuperi.- Molta perdita di uomini è costata l'azione
data da Del Bosco nelle vicinanze di Milazzo; un preciso dettaglio non ancora
si è potuto avere perché senza corrispondenza a telegrafo, perché il solo che
avevamo abbenchè servibile per poche ore del giorno è di bel nuovo tagliato:
certo è da quest'oggi il Comitato ha fatto partire da Messina due carri zeppi di
spille e una carrozza piena di chirurgi per le truppe di Garibaldi; molta ho
dovuto essere la perdita da ambo le parti.- Alle ore 23 tutte le truppe hanno
prestato il giuramento al Re e alla Costituzione.
22 E 23 LUGLIO
Ieri al giorno partì su di un legno francese il Capitano di Artiglieria Guillamat
vestito da pagano per esplorare cosa si facesse in Milazzo barricata da per
tutto; assicura anche che i battaglioni dei Cacciatori comandati dal Colonnello
Del Bosco si trovarono nel Castello a mezza razione, che l'azione è stata
micidiale da ambo le parti, dei nostri da 4 a 5 cento, ma da parte di Garibaldi
al di più di 1000 e immensi feriti, causati da un imboscata fatta da Del Bosco
con 4 pezzi di artiglieria che tirando a mitraglia li ha distrutti; che il vapore "Il
Veloce", che si diede al nemico, è stato quello che ha fatto più strage dei
nostri soldati, ma che con vele marciava verso Palermo a rimorchio per cui si
suppone avesse ricevuto qualche palla lanciata dal Forte di Milazzo; che i
due grandi palazzi dei due Ministri Cassisi e Lumbo andavano in fiamme e
che la popolazione di Milazzo non si era mostrata molto ostile alla truppa
Regia.- Per le notizie ci pervengono a per quanto si è osservato dalle alture,
l'immensità dei morti essendo di molto numero per disposizione di Garibaldi
sono stati trasportati su di un monte ove si sono bruciati. Per la gran quantità
di feriti, oltre due carri che partirono ieri di spilli, compreso i medici e chirurgi
della Città, per disposizione del Comitato in tutte le case si fanno spilli: i
pastai hanno ricevuto ordine dallo stesso Comitato di tener pronto ognuno di
loro 50 cantaia di pasta per le truppe di Garibaldi che qui devono giungere
domani o dopodomani. Può darsi, ma io per ora non lo credo! Per altro, i
pagani sono divenuti molto altieri a segno d'insultare anche qualche coscritto.
Sembra però strano che stando noi in Messina con circa 15mila uomini il
Comitato comanda e dispone degli uomini e delle proprietà a suo piacere!;
ciò non è strano nelle guerre civili e di opinioni. Gli impiegati secretamente
sono stati minacciati o di allontanarsi o di essere ucciso, i giudici dello stesso
modo, la polizia minacciata e non esiste, si va per le case e si impone
contribuzioni e di allontanarvisi, generi di consumo non se ne fanno venire,
siamo senza sugna e lardo da moltissimi giorni. Si assicura che in Città vi
sono 1900 uomini armati in un punto ed altri 4000 sperperati per la Città per
insorgere appena Garibaldi comparirà sulle alture. Noi quindi siamo con
piacere in attenzione di un venuto, massime la Cittadella ch'è tutta pronta per
sperimentare il coraggio estero avanti questi baluardi! Con sorpresa verso
mezz'ora di notte ricevo ordine dal Generale in Capo, per bocca di un
sottouffiziale, di fare uscire tutta la truppa dalla Cittadella e dal Forte
SS.Salvatore; ho supposto, quindi, un tradimento e, nella rabbia, ho detto al
sottouffiziale: "Dite a chi vi manda che mettesse in scritto l'ordine che mi
portate perché sono in grado di ubbidire!".- Dopo un quarto d'ora sono venuti
da me il Tenente Di Re ed il Capo dello Stato Maggiore, molto confusi,
cercando scusa di essersi preso un equivoco, a cui ho risposto che lo stesso
ordine era stato dato a voce a tutti i forieri d'ordine alla piazza, è però che sia
sicuro chicchessia che simili ordini non saranno mai da me ubbiditi, essendo
io che comando la Cittadella e che sono responsabile.
Gli affari intanto sono nella massima confusione ed il peggio si è la massima
diffidenza che esiste fra noi nel mentre siamo al punto di essere attaccati,
stante che una colonna di 4mila uomini comandata dal figlio di Garibaldi da
Catania marcia sopra Messina per unirsi alle truppe di Garibaldi che vengono
dal lato opposto, ossia da Milazzo, oltre 5mila armati che simulati sono in
Messina pronti ad insorgere, per cui forse dopodomani saremo investiti;
intanto per segno telegrafico da Napoli si segnala avvertire Milazzo di restar
fermi e di non accettare niuna capitolazione perché numerosa flotta sarebbe
partita da Napoli con viveri e truppa di rinforzo.- Vengo di leggere un
bollettino stampato dal Comitato in dove si legge l'azione avuta da Del Bosco
con Garibaldi il quale racconta l'avvenuto, e tra le altre cose racconta non
aver sofferto altra perdita il Garibaldi che 7 o 8 feriti, nel mentre gli
annessionisti stessi assicurano di aver bruciato 700 cadaveri. La nostra
perdita è stata di due uffiziali morti e 8 feriti, 36 soldati morti, circa 80 feriti e
35 dispersi; ma il nemico ha avuto molta perdita effetto dell'imboscata di
quattro pezzi di artiglieria che con la mitraglia li ha sterminati. La ritirata dei
Cacciatori è stata in regola e sempre battendosi coraggiosamente come lo
stesso bollettino lo attesta.
Doveva per forza ritirarsi a fronte di forza ben 5 volte superiore alla sua, oltre
i legni da guerra che molto male han prodotto alla nostra truppa e
segnatamente "Il Veloce".
Verso la mezzanotte si è chiamato all'arme; tutta la truppa della Cittadella ha
preso subito le sue posizioni sulle batterie e altrove; vi è stato un fuoco vivo
verso la "Lanterna" che ha durato bastante tempo avendosi spedito dalla
Cittadella anche rinforzo di una compagnia di Granatieri. Osservando un
fuoco vivo che si faceva in quel punto contro due legni che sicuramente
supponevasi volevano tentare uno sbarco; disgraziatamente la cosa non è
stata così.
Un legno austriaco ed un paranzotto napoletano carico di polvere che deve
portare a Reggio, spinti dalla corrente, sono stati buttati fin sotto la
"Lanterna"; all'avvicinarsi, quindi, è cominciato il fuoco. La notte oscura alle
tante prevenzioni che ha tutta la truppa non sentendosi le voci dei legni e
persuasi i soldati dalle voci che corrono che Garibaldi ha detto che per
incanto vuol prendere la Cittadella, hanno supposto che si voleva tentare uno
sbarco.- Finalmente la forte corrente ha fatto arenare i due legni sotto la
"Lanterna" stessa; la maggior disgrazia è stata quella che 10 marinai per
timore di essere uccisi si sono buttati nella barchetta per allontanarsi, ma la
forza della corrente li avrà sommersi non avendone affatto notizia dei
medesimi.
Eppure siamo stati fortunati nella disgrazia stante che il paranzello è carico al
sommo di polvere che se avesse preso fuoco moltissimi individui sarebbero
periti.
Il legno austriaco pretende per danni sofferti mille ducati. Fatto giorno il
Generale Palmieri, spedito dal Maresciallo Clary, dal bivacco di Terranova, si
è portato sui legni per verificare i legni che si devono pagare; disgrazie che in
tempo di guerra sogliono succedere e che sono inevitabili.- Una fregata mista
da Sud entra nel "Faro"; è senza bandiere. Chi sa se avremo qualche ora per
riposare.- Gli uffiziali ch'erano al bivacco questa notte dalla parte del posto
"Lanterna", perché inavvedutamente i loro soldati hanno tirato sul legno
austriaco ed al nostro paranzello carico di polvere, sono stati ristretti agli
arresti di rigore in Cittadella. Essi sono: Capitano D.Vincenzo Ciotta, Primo
Tenente D.Stefano Di Paola e Alfiere D.Gennaro Orsini, tutti del 15° di Linea.
Ieri l'Intendente della Provincia mi domandò alloggio nella Cittadella ed
appena potè ricevere una stanza per lui, la sorella ed un fratello. Stamane è
stato segnalato essere giunto da Napoli soccorso a Milazzo di due fregate
napoletane e altre due francesi; non si sa cosa faranno, ma si suppone per
liberare Del Bosco e la sua colonna che trovasi assediata nel Castello,
oppure per un onorevole capitolazione.
24 LUGLIO
Questa notte alle 2 a.m. la nostra fregata a vapore "Il Guiscardo" proveniente
da Milazzo per portare plichi al Generale in Capo, spinta dalla corrente, si è
arenata vicino al Forte Lanterna; i nostri bivacchi che fortunatamente con
l'oscurità l'hanno riconosciuta non gli hanno fatto fuoco, anzi si sono
premurati accorrere per darle soccorso. Ma che giovano i soccorsi contro la
corrente del Faro? Ha subito la sorte di tutti gli altri legni che male accorti non
sanno evitarla. I plichi, per una barchetta, sono stati portati al Generale.Stamane alle ore 4 a.m. sono partite 3mila razioni di gallette e formaggio per
gli avamposti e su di un legno francese da noi noleggiato si è imbarcato un
Commissario di Guerra per portare alle guarnigioni di Augusta e Siracusa
22mila ducati per la 2ª quindicina del corrente mese ed il soldo degli Uffiziali;
cioè 6mila ad Augusta e 16mila a Siracusa. Povero RE; è una brutta
faccenda la guerra dei principi, come si suoli far credere!- Dalle notizie che si
possono attingere generalmente, si conviene che la Sicilia deve
abbandonarsi e che le quattro Fortezze rimaste in nostro potere: Milazzo,
Augusta, Siracusa e la Cittadella con i Forti adiacenti, devono evacuarsi; non
essendovi intervento di alcuna grande Potenza direttamente ed essendo
affare dei principi, facilmente può verificarsi. Ecco la sorte dei militari, sempre
varia ed incostante; nel 1848 sortiti da questa Cittadella con molto onore e
per le varie sortite da me fatte meritai l'elogi e decorazioni, essendo stato il
primo Capitano che fui decorato dello insigne Ordine di Cavaliere di
S.Ferdinando, ed ora Comandante della stessa Cittadella, dopo tante fatiche
e stenti, chi sa come ne sortirò! Per altro l'uomo d'onore ubbidir deve a chi lo
comanda ed adattarsi a quelle circostanze che il bisogno richiede, tenendo
sempre presente il giuramento dato. L'Intendente Cortada a cui ho dato
ricovero in questa Cittadella, nel licenziarsi da me perché va ad imbarcarsi
per Napoli, mi assicura che la Sicilia tutta sarà da noi evacuata rimanendo il
solo presidio della Cittadella.- Messina, intanto, è deserta, senza autorità
alcuna; tutti sono fuggiti, in campagna o sui legni; si crede di essere attaccati.
Cose contraddittorie! Il legno che aveva imbarcato i 22mila ducati per
Augusta e Siracusa è rientrato nel porto per non più partire.- Vengo di
ricevere ordine di consegnare sul vapore "Il Sorrento" il Capitano ed i
prigionieri Piemontesi; "Il Sorrento" si porta in Milazzo: si crede che a questo
momento quella guarnigione si stia imbarcando col materiale del Forte.Stamane hanno ucciso una vecchia donna per aver parlato bene della truppa;
ora tutto può farsi impunemente non esistendovi in Città alcuna autorità. La
gente pacifica che non ha avuto mezzi di fuggire e andare altrove è
rannicchiata in casa tremando; poche facce torbide si vedono in Città, le
botteghe sono chiuse, tutti gli impiegati sono spariti, le officine deserte, gli
appaltatori delle bettole nei nei quartini si sono allontanati, e fino gli impiegati
dei viveri di questa riserva, in modo che ho affidato le chiavi all'Uffiziale di
Piazza Arena per sortire il necessario; stamane senza carne, frutta e
pochissimo pane.
Il vapore "Il Guiscardo" è stato tirato fuori da due vapori e dalla corrente
favorevole. Tutti i legni da guerra delle differenti Potenze ancorati in questo
porto ed i legni mercantili si sono tirati fuori ancorandosi fuori il raggio della
Cittadella e propriamente nelle vicinanze di Salvatore dei Greci onde lasciar
libera la Cittadella di poter fare fuoco perché si crede di essere attaccati al
momento; tutto è contraddittorio!- Alle ore 23 si è chiamato all'armi; in un
momento si sono guarnite di artiglieri tutte le batterie della Cittadella ed il
presidio di 2 Reggimenti, le compagnie dei Pionieri ai loro posti da me
assegnati, ed il Capitano di Chiavi vicino ai ponti per alzarli ed abbassarli a
seconda le circostanze. Causa di tale allarme è stato che ai nostri avamposti,
ad onta che vi sia prevenzione di non attaccare, pure quattro individui delle
masse alzando una bandiera a fronte dell'avamposto hanno tirato quattro
fucilate alla sentinella avanzata che fortunatamente non hanno colpito; invece
la detta sentinella ha tirato un colpo solo a colui che portava la bandiera e lo
ha steso morto a terra.
All'allarme tutte le truppe della Città si sono portate al piano di Terranova
giusta il consueto ove sono rimaste, insieme a quelle della Cittadella, in
posizione fino alle ore 7 a.m., ritirandosi dopo per riposare.- Alle ore 9 a.m. si
è chiamato di bel nuovo all'arme per alcune fucilate tirate in Città stante che
essendo comparsa una bandiera che i rivoltosi giravano per la Città con le
grida "Viva Garibaldi e Vittorio Emanuele". Il fuggire di un vitello che faceva
tutti scappare, anche gli individui di truppa e trabanti che facevano la spesa,
ha obbligato la guardia al Banco di far fuoco; la perdita di qualcuno dei
rivoltosi non ha mancato di far sortire la truppa ed occupare le loro posizioni,
per cui non può negarsi di essere sommamente defaticati, massime col sol
leone.- Siamo tutti nella massima diffidenza perché temesi da per ogni dove
tradimento. La diserzione di Ufficiali e truppa seguita, financo tra i Cappellani,
e Chirurghi; sembra che la maggior parte abbia perduto la testa.- Il Generale
in Capo questa notte ha tenuto lunga conferenza con il Luogotenente di
Garibaldi (Medici) che comanda alcuni Piemontesi e masse provenienti da
Catania e da questa Provincia. Tutti temono tradimento nel Capo. Faccia
Iddio!
Milazzo ha capitolato mercè la protezione delle quattro fregate a vapore colà
arrivate; la guarnigione è sortita con tutti gli onori militari e con la batteria a
trascino, lasciando al nemico la metà delle mule di detta batteria e dei cavalli
dei Cacciatori , nonchè la piazza guarnita come trovasi. Questa notte al
bivacco il Generale Palmieri mi assicurava essere pervenuto ordine di S.M.
Che tutta la truppa di Messina si fusse imbarcata lasciando il solo il presidio
della Cittadella fino a che non si conosceva quello che le altre Potenze
avrebbero deciso; intanto il Generale in Capo ha nessuno ha manifestato un
tale Sovrano Rescritto, ad onta che siano giunti in questo porto 11 vapori per
imbarcare la truppa e circa 600 muli delle tre batterie che, in caso di assedio,
sarebbero perduti.- Si sta in attenzione del Colonnello Ansani
all'immediazione di S.MM. Per meglio regolarizzare lo sbarco della truppa.
Egli è reduce da Milazzo per quella capitolazione, essendo il Re disposto a
tutto credere purché non si sparga sangue.- Dicesi da chi stamane viene da
Napoli sui vapori che S.M. la Regina vedova sia partita per Trieste e che degli
individui della cameriglia abbiano avuto passaporti per l'estero, come il
Maresciallo Nunziante, il Brigadiere Afan De Rivera, il Segretario Particolare
del Re Colonnello Severino, ecc. Vi è poco da crederci. Gran confusione nel
bivacco, cattivissime disposizioni, molte ciarle, bandiere che girano nella
Città, i nostri posti avanzati retrocedono. Si crede già tutta abbandonata la
Sicilia come deve essere, tanto per ignoranza che per tradimento, defezione
e per essere affare dei principii.- Ho ricevuto ordine far sortire dalla Cittadella
il 14° di Linea per imbarcarsi venendo rimpiazzato dal 7° di Linea.
1860 Prima città d'Italia per numero di Tipografie ( 113, in Napoli)
26 LUGLIO
Le masse sono prossime alla Città; ho segnalato ai due Fori Consagra e
Castellaccio di non far fuoco su di esse se non sono seriamente attaccati. I
nostri avamposti non ancora si sono ritirati. Vi è ordine del Re di non fare
fuoco. La truppa comincia ad imbarcarsi alle ore 7 a.m., si sta imbarcando il
14° di Linea: di circa 20mila uomini resterò col 3°, 5° e 7° di Linea per
presidio nella Cittadella.
Nel porto vi sono 13 vapori per imbarcar truppe; chi sa cosa avverrà di tanti
tesori che contiene questa Fortezza, di tutti i suoi materiali, cannoni, ecc.Alle ore 22 si è imbarcato il 15° di Linea e molti equipaggi dei battaglioni
Cacciatori che hanno capitolato in Milazzo.- Questa sera si sono ritirati tutti gli
avamposti rientrando molti battaglioni nella Cittadella ed altri in posizione a
Terranova a tiro di fucile dalla Cittadella con una sezione di montagna
(artiglieria).- In Città non più entriamo; questa mattina è cominciata la razione
ed abbiamo avuto una galletta, formaggio e mezza caraffa di vino. L'olio dei
Corpi di Guardia e per le Caserme anche viene fornito dalla riserva.- Questa
mattina più non scaturivano acqua le nostre fontane, ma essendosi scritto dal
Generale in Capo al Comitato, dopo 4 ore l'abbiamo avuta. L'altro giorno i
nostri avamposti si batterono, in questo mentre il Comitato e la Città
spedirono due personaggi con un lascia passare del Generale in Capo onde
non fussero molestati dai nostri avamposti, i quali presentatisi al Generale
Fabrizio, che comanda alcuni italiani e immense masse, lo pregarono
desistere dal fuoco onde evitare che la Cittadella non avesse incendiata la
Città, ed in effetti cessò il fuoco e siamo in tregua anche con la Città, nè
ostilità alcuna si dimostra.-L'imbarco per ora va a rilento, domani imbarcherà
la batteria di campagna e forse qualche battaglione di Cacciatori.
27 LUGLIO
Stamane il Generale in Capo ha riunito tutti i Capi dei Corpi ed il Comandante
della Cittadella ha cui ha letto le ministeriali istruzioni: cioè di cedersi
bonariamente i Forti Consagra e Castellaccio col disarmarli, se si può, di
cedere parimenti Augusta e la piazza di Siracusa imbarcando tutte le truppe
per sbarcarle nel continente, che tutte le truppe di Messina si imbarcano
lasciando soltanto nella Cittadella 24 compagnie, cioè 8 del 3° di Linea, 8 del
5° e 8 del 7° di Linea, il resto che deve imbarcarsi, cioè tre batterie che hanno
600 muli, con espresso ordine che la Cittadella deve tenersi a qualunque
costo con le 24 compagnie suddette, la 3ª Brigata di Artiglieria e 2 compagnie
di Pionieri fino a che l'Inghilterra, la Francia ed il Piemonte non decidono sul
proposito.- Si stanno imbarcando i 4 battaglioni di Cacciatori; per l'imbarco
dell'Artiglieria di Campagna, a trascino ed a schiena, con i 600 animali, si
attende la venuta dei vapori francesi.- Il mio parere è stato di non trattarsi
della guarnigione dei Castelli Consagra e Castellaccio se prima non si
imbarca tutte la truppa che non deve far parte del presidio della Cittadella,
perché questa truppa mi darebbe troppo impaccio nella Fortezza; se
negandoci il nemico di far sortire la truppa dai detti Forti con tutti gli onori
militari, io sarei obbligato imporre la Città con granate e bombe e si verrebbe
a guerra aperta, contro gli ordini di S.M.- Mentre scrivo mi si rapporta che il
nemico ha occupato la Città ed ha stabilito i suoi posti avanzati. La nostra
truppa occupa ancora Terranova con i battaglioni Cacciatori, una batteria a
trascino e 6 compagnie del 4° di Linea, e, ma suppongo che questa sarà per
evitare collisione tutti entreranno nella Cittadella avendomi il Generale in
Capo domandato una piazza nel mio alloggio.
Nell'entrare i "fratelli" in Messina tutti i balconi carichi di signore che
sventolano fazzoletti bianchi gridavano "Viva Vittorio Emanuele, Garibaldi e la
Costituzione". La Città è popolatissima ; per incanto sono tutti rientrati perché
giustamente si crede che comincerà ad esserci ordine in tutto restando i
"fratelli" in Città ed i Regii in Cittadella.
28 LUGLIO
Stamane dovrebbero calare in Cittadella le guarnigioni di Castellaccio e
Consagra; detti due forti saranno disarmati e il materiale (se vogliono) in
Cittadella, unico punto da tenersi.- Tutti sono nella Cittadella: Generali, Stato
Maggiore ed il presidio destinatovi. Il Generale in Capo occupa due stanze
del mio appartamento.- In giornata comincia ad imbarcarsi pel continente la
batteria a trascino Carascosa; nel giungere i vapori francesi s'imbarcherà
l'artiglieria pesante e quella di schiena.- Non abbiamo fuori la Cittadella, nel
piano di Terranova, che una sola compagnia; il convenuto si è la linea di
demarcazione tra S.Giuseppe e Palazzo Siracusano a 70 metri di distanza
dal posto nemico.- Essi ci usano cortesie e questa mattina e questa mattina
ci hanno mandato dei venditori ambulanti di frutta e pane per provvedersene i
nostri soldati abbenchè la razione cha abbiamo è più che sufficiente...Timete
Danaos etiam dona ferentes... ed è perciò che il fronte di terra l'ho fatto
guarnire come devesi di artiglieria e fanteria. Il Generale in Capo e lo Stato
Maggiore stamane sono entrati in Città per trattare: il peggio si è la diffidenza.
Faccia Iddio! Ieri sera vi fu grande illuminazione in Città per la venuta, a
quanto sappiamo, di Garibaldi.- Imposta sul sale a 4 grani il rotolo; ad onta di
tante feste in Città, le botteghe ieri erano chiuse.- I conventi di monache,
abbenchè furono da esse abbandonati, ieri sera li vedemmo dalla Cittadella
tutti illuminati. Aumento di 4 grani e mezzo sul dazio del ferro.
Sono le 11 a.m., il telegrafo mi avvisa che circa 130 barche siciliane si
avanzano verso il Faro forse provenienti da Milazzo o Palermo. Esse sono
destinate per uno sbarco in Calabria per quanto lo stesso Console
Piemontese assicura e dice che pure che si userà
il minimo spargimento di sangue che si può ma che tutta l'Italia dev'essere
unisona e riunita sotto gli stessi principii.
Le trattative stamane tra il nostro Generale in Capo e l'avversario Generale
Medici si sono tenute in una casa terza e molto si è ottenuto: cioè la tregua, il
canale del Faro libero e libero ogni commercio, che se poi si volesse investire
deve tra una parte e l'altra avvisarsi due giorni prima. Grande colpo ha fatto il
nostro Generale l'ottenere il canale libero, stante che se manca il mare la
Cittadella, per forte che sia, se perde il mare, subisce la sorte di tutte le
piazze con il semplice blocco; mancando i viveri, manca tutto. Per il Generale
Clary si conserva la Cittadella, perché le prime istruzioni ricevute furono di
cederla, ma il suo agire è stato tale che ancora onoratamente si conserva;
ma vedi infamia: da qualche Uffiziale superiore "cacasotto" si spacciava che il
Generale se la intendeva col nemico. Tale infamia ha portato nei giorni
passati qualche sussurro negli artiglieri e pionieri massime per alquanti
cammorristi venuti con l'artiglieria da Palermo che spacciano Realismo col
secondo fine. Giunta tale notizia al Prefetto Generale si consigliò meco se
doveva o no ritirarsi sicuro in Cittadella, ma si rasserenò avendolo io
assicurato che l'imprudenza di pochi non conferiva nulla sulla generalità e
che nulla di dispiacevole sarebbe avvenuto. In effetti, manifestatosi con
l'ordine di oggi la tregua e i patti stabiliti, tutti hanno gridato "Viva il
Generale!".
Questa mattina sono state abbattute tutte le statue della nostra Real Dinastia,
non da molti anni rimpiazzate in marmo, che nel 1848 erano in bronzo. Quella
poi di Ferdinando 2° è stata abbattuta questa mattina con molta fatica
essendo colossale e di bronzo.
È inutile l'esprimere l'esultanza del popolo e gli sfregi fatti ai pezzi di marmo
ridotti in frantumi!
29 LUGLIO
Stamene si sono presentati avanti l'avanzata della Cittadella due nostri
soldati – Cristofaro Sinisi, del 2° Cacciatori, e Gaetano Previsieri, del 3° di
Linea – fatti prigionieri a Milazzo e obbligati a prendere servizio nelle truppe
del Generale Garibaldi. Essi sono vestiti con camicia rossa, pantaloni e
stivaletti bigi, un peripelli, una correggia che sostiene una gammella e fiasca
di latta; essi asseriscono essere pagati con la promessa di 3 carlini al giorno
allorchè l'Italia sarà tutta organizzata, ma che al presente ricevono due grani
al giorno perché manca il numerario. Ricevono il pane e da Milazzo fino a
Messina han vissuto di frutta e ciò che per strada hanno rinvenuto. L'ho
mandati in sussistenza al 7° di Linea per armarli e vestirli.- Mentre scrivo si
presenta un fanfarrista del 6° battaglione Cacciatori – Ivo Scarpone – che fu
preso dai Messinesi mentre si allontanava dagli avamposti, i quali toltigli gli
abiti da militare lo vestirono da pagano, ove rimase guardato fino a che ha
avuto l'agio di fuggire.- Stamane ho destinato per Aiutanti di questa Piazza
della Cittadella il Capitano da Artiglieria Sedentaria D.Antonio De Gennaro, il
1° Tenente del 3° di Linea D.Pasquale Messina e D.Domenico Amodeo del
5° di Linea.- Alle ore 8 a.m. una barca di siciliani si è avvicinato al Forte
SS.Salvatore; la sentinella colà piazzata l'ha imposto di allontanarsi ed in
risposta ha ricevuto invettive e cattive parole, al che la sentinella ha tirato un
colpo di fucile. Ricevuto tal rapporto dal Comandante del Forte, ho fatto noto
che il commercio è libero e sino a che non si cercasse di sbarcare gente a
terra non devesi affatto far fuoco, giusta il trattato stabilito col Comandante
dei' Garibaldesi.
Il giorno dopo che Garibaldi giunse in Messina con esultanza del popolo, il
giorno appresso partì per la punta del Faro per fortificare quel punto
all'entrata del Canale che ha dirimpetto a tiro di cannone i due Forti di
Calabria, cioè Torre Cavallo e Punta del Pezzo. Per quanto abbia potuto
sapere, si attende in Sicilia il pro-Dittatore, con maggiori facoltà, denominato
De Petris, il quale ha maggiori facoltà di Garibaldi dovendosi questo soltanto
incaricarsi dell'Armata e il De Petris per l'amministrazione in generale, come
un Ministro di Finanze, il quale sicuramente dovrà dare maggiori imposizioni
per far sussistere l'Armata perché sicuramente le prime offerte non possono
essere sufficienti pel mantenimento di tanti uomini che si battono, nè, a parer
mio, lo stato finanziero del Piemonte può far fronte a tante spese. Per altro,
suppongo, che ai popoli si fa credere essere questa guerra di principii,
mentre questa sarà altra cosa, e chi sà in potere di quale Potenza andrà a
cadere l'infelice Sicilia e questa infelice Cittadella per trattati, come si dice, tra
Francia, Inghilterra e Piemonte. Aspettiamo gli eventi che a sangue freddo
attendo! Quest'oggi è entrata in Città altra Colonna di Garibaldi comandata
dal Generale Cosenz, ex nostro Tenente di Artiglieria; i nostri Uffiziali che
sono andati in città hanno veduta defilarla. Essa era composta di circa 2mila
uomini ben formati, ma malvestiti, e ben armati. In giornata sono nella Città
circa 15mila uomini con 250 barche rimorchiate dietro al Faro. Essi spacciano
per eseguire uno sbarco in Calabria, altri credono per sorprendere la
Cittadella. Credo piuttosto al primo che al secondo dato, stante che del modo
come ho ripartito il presidio e le batterie, sembrami difficile la sorpresa o la
conquista, a meno che non vengono per aria...
Oggi si è imbarcata la batteria da campo, ma il pesante macchinario non ha
permesso imbarcar tutto e i circa 200 muli; forse domani si effettuerà l'intiero
imbarco per sbarcare a Reggio, ove esiste anche un Comitato. I prigionieri
fatti a Milazzo in giornata sono rientrati essendo stati cambiati mercè l'invio di
un Capitano di Stato Maggiore, il quale mi ha rapportato che nel solcare il
vapore francese che li riceveva, i Siciliani gli hanno tirato circa 200 fucilate
fortunatamente senza offendere alcuno. Ho mandato a ricoverarsi nel
Lazzaretto per ordine del Generale in Capo, 18 meretrici, le quali, con pianti e
preghiere intercedevano di entrare in Cittadella per campar la vita, stante che
sono trucidate dal partito avverso, avendone ieri uccise tre perché avevano
commercio con i Reali. Il modo barbaro come queste tre le trucidarono sente
di vero barbarismo perché prima le tagliarono le zinne e poi mutilandole fino a
vederle spirare.
30 LUGLIO
Molti dei nostri soldati prigionieri a Palermo e a Milazzo, preso servizio per
forza (per quanto dicono) nelle truppe di Garibaldi, si presentano ai nostri
avamposti e sono da noi ricevuti.- Una forte batteria è stata formata da
Garibaldi alla punta di Torre di Faro; parimenti, dai nostri, si sono armate,
dalla parte di Calabria, dirimpetto le due batterie Torre Cavallo e Punta del
Pezzo. È rientrato in Cittadella la guarnigione di Castellaccio e Consagra;
questi due Forti sono stati evacuati per ordine del Re. Le guarnigioni sono
state condotte, a tambur battente ed armate, fin qui. Si è fatto la consegna ai
Piemontesi con inventario di ciò che esiste nei Forti, che essi stessi si sono
obbligati a portare in Cittadella. Vana promessa!
Come si puo osservare NAPOLI, PALERMO, MESSINA erano tra le più grandi città
d’italia e d’Europa. NAPOLI DA SOLA, ERA QUASI più grande di Milano Roma e
Torino messe assieme, IL CHE ERA PROBABILMENTE ANCHE INDICE DI
DISCRETO BENESSERE
31 LUGLIO
Oggi è stato "gran gala" per la nascita di S.M. la Regina Vedova; nella
Parrocchia della Cittadella si è cantato il Te Deum con l'intervento del
Generale e di tutti gli Uffiziali.- Seguitano ad imbarcarsi Artiglieria pesante e
animali.- Sono partiti il Generale Melendez e vari Uffiziali di Stato Maggiore
con vapore da guerra.- La diserzione dei nostri Pionieri ed Artiglieri
giornalmente seguita, e quello che più è strano è che altrettanti ne sono
disertati da Garibaldi e sono venuti nelle nostre file vestiti con veste rossa.1°AGOSTO (mercoledì)
Stamane verso le ore 8 a.m. il Maresciallo Clary ha avuto abboccamento in
Città con Garibaldi e, per quanto si è potuto conoscere si è che Garibaldi gli
abbia detto non essere affatto nemico di Francesco 2°, ma che bisognava
restare uniti perché tutti Italiani e che bisognava cacciare il nemico dall'Italia
ed altre cose. Certo si è che il Generale pare non si sia ritirato troppo
contento e soddisfatto e, appena firmate alcune carte, facendo imbarcare
tutto il suo equipaggio e cavalli, è partito per Napoli per conferire con S.M.
Deplorandolo. Mi ha promesso sul suo onore che sarebbe ritornato, a meno
che S.M. Non lo avesse destinato altrove, per Sabato.
Le voci che corrono sono che Garibaldi attende preciso riscontro da qui a 5
giorni.- Questa mattina si sono a me presentati altri 3 disertori di Garibaldi,
che sono di quelli che rimasero all'Ospedale di Palermo e che presero
servizio con le truppe del medesimo; forse domani partiranno per Napoli con
altri 62 uomini di diversi Corpi che trovansi nel Continente, sortiti
dall'Ospedale di Reggio.
I disertori di Garibaldi presentatisi a me sono in tutto al n° di 42.2 AGOSTO
Questa mattina alle 3 a.m. è partito il Colonnello di Artiglieria Brigante con un
vapore francese al nostro servizio per portarsi ad Augusta e Siracusa per
disarmarle e cederle al nemico.- Alle ore 11 a.m. è partito un piroscafo a
vapore per Napoli ed ha imbarcato 64 infermi sortiti dall'Ospedale di Reggio,
che appartengono ai diversi Corpi che trovansi nel Continente. Parimenti
sullo stesso legno si sono imbarcati i 42 disertori di Garibaldi che
appartenevano ai nostri Corpi. Le notizie che riceviamo e che corrono in Città
sono che i Messinesi trovansi alquanto disgustati dei loro liberatori perché, ad
eccezione dei Piemontesi, le masse fanno dei soprusi in Città, massime nelle
bettole e cantine, che mangiano e non pagano che con le parole : "Siamo
fratelli, vi abbiamo liberato dai Tiranni" ecc.- Dicesi pure che in Palermo vi sia
stato una reazione.- Da qualche uffiziale nostro disertore si è saputo che
sabato si cerca di prendere d'assalto la Cittadella. Non saprei se li basto il
cuore di tentarlo!-Come pure, si dice, che un Reggimento Greco sia sbarcato
al Faro e, finalmente, che in Messina trovansi già riuniti 25mila uomini sotto
gli ordini di Garibaldi.- Si riceve per telegramma dalla nostra Crociera che se
pervengono prigionieri presi per mare si facessero sbarcare alle spalle della
Cittadella per non farli osservare dalla Città; si sono date delle disposizioni
all'uopo.- Tutto è politica! Ci si avvisa parimenti che se qualche nostro legno
fusse inseguito da forza maggiore si sarebbe riparato sotto la protezione del
cannone della Cittadella. Oggi verso le ore 22 per telegramma si ordina che
Augusta e Siracusa facessero la più valida resistenza e di non cedere affatto.
Or siccome alle ore 3 a.m. è partito il Colonnello Brigante ed il Capitano di
Artiglieria per disarmarle e cederle, si è subito fatto approntare un vapore;
alle ore 9 p.m. è partito il Capitano Guillamat per Siracusa ed Augusta per il
contrordine.- Da ciò, pare, che la nostra posizione, in qualche modo, migliora,
tanto più, se si volesse prestar fede a tante cose che si dicono, pare che
qualche Potenza grande avesse sposato qualche simpatia per la nostra
causa. Certo si è che tutti i nostri legni da trasporto assoldati dal Governo per
trasportare viveri, paglia ecc., e che trovavansi nel nostro porto, si sono fatti
subito partire perché, a quanto dicesi, debbonsi imbarcare 60mila uomini per
lo sbarco in diversi punti della Calabria. Bisogna vedere se la Marina è
fedele, come non lo sembra, da persona dio esperienza!
È giunto dalla Calabria un bastimento carico di gabbioni e salsiccioni da
servire nelle circostanze ove il bisogno richiede. Alla mezzanotte mi sono
portato alla sperlungata per ricevere un telegramma portato dal vapore "La
Rondine" da Reggio, che si ordina dal Ministero di Guerra che il Generale Lo
Cascio resti al comando di Siracusa; questo dispaccio sarà comunicato col
vapore che andrà a partire al detto Generale.
La moneta siciliana era l’Oncia(ag/au) ( valore in Euro 48,39) che valeva 3 Ducati ed
era suddivisa in 30 Tarì(cu/ag) (=300 Baiocchi-cu). Tutto il sistema monetario nel
suo complesso era garantito in oro nel rapporto uno a uno, la lira piemontese
invece era garantita nel rapporto tre a uno (ogni tre lire in circolazione erano
garantite da una sola lira oro). Le monete erano coniate in oro (au), argento (ag) e
rame (cu). Il cambio nel 1859 era 1 Ducato=4,25 lire.
Un Ducato Napoletano rapportato alle vecchie lire equivale a lire 31.223,47, pari ad
Euro 16,13.
Una lira piemontese equivaleva a 7302 lire del 2001 e a circa 3,77 euro attuali.
3 AGOSTO
Ieri la truppa ebbe razione di pane perché si panizzò dai forni della Cittadella.
Siamo privi di tutto; dal nemico, abbenchè in tregua, non si permette entrare
in Città. Abbiamo, per altro, il vapore "La Rondine" che va e viene da Reggio
per provvederci di qualche cosa. Intanto il mio cameriere Gaetano
furtivamente è entrato in Città ed ha portato carne, pane e frutti. "Il Bove" è
un legno che fu preso dalle barche di Garibaldi carico dei suoi disertori; da
rapporto ricevuto, questi sbarcarono dietro la marina di Calabria ed i paesani,
nel vedere tanta gente estera, si armarono e li cacciarono via, accorrendo
anche le donne con zappe e mazzuole.-Questa mattina si è a me presentato
un bel giovane della truppa di Garibaldi che ha disertato; egli è austriaco, di
professione musicante, è mi ha detto che trovandosi a Peschiera fu preso di
viva forza e fatto arruolare in uno dei reggimenti della spedizione con la
promessa di 10 carlini al giorno. Fatto sta che non riceve che 4 grani al
giorno, poco pane e impercettibile pezzo di carne, ma non sempre. L'ho
ricevuto e mandato detenuto al Forte SS.Salvatore per farlo partire per Napoli
col primo vapore.- Sono giunte da Napoli altre 100mila razioni di viveri su di
un legno a vela rimorchiato da un vapore francese noleggiato dal nostro
Governo. Verso le 3 di notte ricevo avviso per le porte di corrispondenza che
il Maresciallo Clary era giunto da Napoli col vapore "L'Archimede" e che
trovavasi all'avanzata. Mi son portato ad aprirgli le porte col mio Stato
Maggiore: è rientrato è si è posto subito a letto. Molti nostri artiglieri, o
prigionieri o disertori, giornalmente si presentano e – vedi stranezza – altri ne
disertano.4 AGOSTO
Questa mattina il Maresciallo Clary ha avuto conferenza col Console francese
sullo spalto della Pagliara e, quindi, con i Comandanti delle due nostre
fregate a vapore, comandate dai Capitani di vascello Rodriguez e Lettieri,
Comandanti sospetti alla truppa! Dal nostro telegrafo della Cittadella si avvisa
che altri nostri legni da guerra sono venuti in crociera, come pure due legni
piemontesi che hanno disbarcato truppe al Faro. Si calcola la forza del
nemico a circa 22mila uomini, tra Piemontesi sbarcati, venuti da Palermo e
masse; che tutte trovansi da Messina fino a Punta di Faro. Con millanteria si
spaccia dal nemico di assaltare la Cittadella; ai nostri Uffiziali che vanno in
Città di dice: "sabato saremo insieme nella Cittadella"; Altri dicono che ai 15
si darà l'assalto. Intanto, passano le giornate prefisse e non ancora ho avuto
il piacere di vederli. La Cittadella li attende ben preparata! Stamane abbiamo
pane fresco dai nostri forni nella Cittadella! Questa notte vi sono stati varii
segnali a bengala tra i legni a mare e le Calabrie. Finora non si è conosciuto
se dai nostri legni in crociera o da altri, segni che crediamo sospetti, come
tutta la nostra Real Marina. Dai nostri avamposti si è disertato un soldato del
3° di Linea con armi e bagaglio.- È partito per Napoli il Colonnello Brigante ed
il Capitano di Artiglieria Aran per altro destino, come pure il Colonnello
Micherù dei Pionieri che va al comando del 1° di Linea.
5 AGOSTO
Dei 600 Compagni d'armi che esistevano in Sicilia circa una cinquantina di
essi hanno seguito le nostre truppe fino a Messina per cui trovansi molti
compromessi in modo che se sortissero dalla Cittadella sarebbero uccisi; tutti
gli altri, alcuni furono sacrificati dal furore del popolo in varii paesi, gli altri da
principio si unirono alle masse. Si pensò mandarli in Calabria i detti 50 con i
loro cavalli, ma furono respinti perché dal Comandante della Provincia si
opinò che sarebbero stati uccisi dai demogoghi. Se ne scrisse parimenti a
Napoli e fu risposto che in nessun modo si fussero spediti in Napoli perché
sicuramente avrebbero prodotto un trambusto, di maniera che questi infelici,
in qualunque evento, sarebbero stati vittime del loro ben servire.- Andato a
Napoli il 1° del corrente mese il Maresciallo Clary umiliò a S.M. (D.G.) la di
costoro situazione e la pregata M.S. Saviamente dispose che i cavalli fussero
acquistati per conto del Governo e spediti in Napoli ed i Compagni d'armi
piazzati come Guardiaboschi o Gendarmi, facendoli qui abbigliare e, poi,
separatamente spediti in Napoli. Questa operazione è stata eseguita
stamane ed alcuni dei loro cavalli sono stati acquistati da qualche Uffiziale di
Stato Maggiore che ne aveva bisogno. L'ammontare dei cavalli è stato subito
pagato agli individui della Cassa di Campagna.- L'oste nemico ammassatasi
a più non posso in Messina produce tra essi molta confusione essendovi
delle masse composte da servi di pena di tutti i bagni (penali) della Sicilia, i
quali molti soprusi commettono con non pagare. Gli Uffiziali Piemontesi
ricevono 2 franchi al giorno ed i Capitani anche ne hanno 2 per cui poco
hanno da spendere. Manca, per altro, il nemico di mezzi e di danaro per fare
una forte spedizione in Calabria o porre un formale assedio alla Cittadella.
Debbono limitarsi al semplice blocco per terra stante che, avendo il mare
libero e componendosi gli affari diplomaticamente, la Cittadella può
contenersi per anni.- Se le Calabrie in generale non sono pel partito della
insurrezione come in Sicilia, sicuramente il nemico che vi sbarca sarà sempre
in pericolo, ma temo che l'insurrezione sia anche generale in queste
provincie.- È giunta una grossa fregata piemontese ed ha sbarcato, a quanto
dicesi, una quantità di denaro.-
1860 Prima città d'Italia per numero di Teatri (Napoli)
Napoli
1856 Primo Sismografo Elettromagnetico nel mondo costruito da Luigi
Palmieri
6 AGOSTO
Questa mattina molta truppa piemontese è sbarcata al Faro. Molti nostri legni
sono in crociera, secondo me per guardarli da lontano ma non per impedire le
loro operazioni.- Disertori nostri che vanno e vengono; ieri si disertarono 12
dei nostri da Garibaldi, questa sera 3 dei nostri sono passati a Garibaldi, tra
questi anche il cuoco del Generale Clary. Anche ieri è partito per Napoli il
Capitano del Porto Colonnello Del Coral; le barcacce da trasporto della Real
Marina si sono trasferite nella Cittadella con un Uffiziale, un pilota e 38
marinai che ho fatto alloggiare al quartiere S.Teresa.-Nella Cittadella il
presidio, oggi, è di circa 4500 uomini.- Abbiamo nel Faro 8 nostre fregate a
vapore: quattro all'entrata e altre quattro all'uscita, che vanno e vengono nel
Faro per sorvegliare sullo sbarco di Garibaldi in Calabria. Intanto Reggio,
Villa S.Giovanni e Scilla sono piene di truppa.- In Calabria, non v'è dubbio, vi
è il partito demagogo e d'insurrezione, ma vi è anche il partito del Re. Il
partito di Garibaldi ed il suo prestigio è molto accetto in Calabria, però non a
tutti perché le vecchie monarchie hanno sempre profonde radici difficili a
svellerle.- D'altronde moltissime truppe vi sono in Calabria ed altre che
marciano per la stessa volta; tesori immensi si spendono dal Re e dal
Governo. Con tutto ciò, essendo cosa dei principii (come si vuol far credere),
e traditori e disertori immensi di persone molto benificate fanno alquanto
dubitare del risultato.
Certo è che se Garibaldi si ingolfa nelle montagne di Calabria non avrà quella
fortuna avuta in Sicilia per la sciocchezza ed ignoranza di Generali che non
hanno l'uso della guerra; ma se vi è tradimento...! Quest'oggi è avvenuto un
vandalismo non insolito nei siciliani: una povera donna, moglie di un nostro
soldato, nel portarsi a comperare qualche cosa in Messina è stata arrestata
dai siciliani che, denudandola, con mille sevizie e scherno l'hanno fatta
traversare le principali strade della Città maltrattandola e sputandola sul viso;
quindi verso le ore 24 vestitola di nuovo l'hanno rimandata ai nostri
avamposti. Sono sicuro che simili soprusi non sono a conoscenza di
Garibaldi o che questi non è in Città perché non lo permetterebbe affatto. Ma
che fare contro un popolo sfrenato e circa 12mila uomini sortiti dalle galere ed
armati? I Piemontesi, per altro, sono gentili e manierosi! Ieri si spacciava
dall'oste nemica che questa notte avrebbero assalito Forte Lanterna: li
abbiamo attesi, come da tutti i lati della Cittadella, ma da nessuna parte
siamo stati onorati dai..."fratelli"!
Grandi preparativi di batterie si fanno da Garibaldi alla punta del Faro per una
discesa in Calabria, oppure così praticano per forse tutto ad un tratto
rivolgersi verso la Cittadella, ma questa non giudica dalle apparenze, né si
lascia ingannare dai stratagemmi dello "strategico" ed intraprendente
Garibaldi! - Ieri dal nemico si spacciava che andavano ad arrivare 25mila
inglesi sui legni da guerra: siamo alle ore 8 a.m. e non ancora sono giunti.
7 AGOSTO
Ieri, perché gli Artiglieri si lamentavano che il vino non era buono, che è
quello venuto da Napoli, perché desideravano quello di Siracusa, della antica
riserva della Cittadella, si è ordinato che l'intiero presidio non avesse più vino.
Poca esperienza del Generale Clary! Stamane, pel piccolo vapore "La
Rondine", partono per Reggio molti impiegati delle ambulanze che vanno a
fare parte dell'Esercito che trovasi in Calabria, come pure i corrispondenti
materiali, medicinali, materassi, brande, letti, sedie da campo ecc., che qui
trovansi in quantità. È veramente straordinario lo stato di guerra in cui siamo;
nessuna nazione di primo o second'ordine ci ha dichiarato guerra. Gli
Ambasciatori e Consoli di tutte le Potenze sono a Napoli o nei porti si mare
ove riceviamo giornalmente legni mercantili e da guerra, ed intanto abbiamo
un Generale intraprendente come Garibaldi, padrone della Sicilia (ad
eccezione di Siracusa, Augusta e la Cittadella di Messina) con pochi esteri e
l'insurrezione siciliana! Un generale senza carattere di una Nazione che
dicesi Dittatore, servendosi di questo titolo con aggiunzione di Vittorio
Emanuele, nel mentre come amici del Piemonte abbiamo nel porto e sotto il
cannone della Cittadella due legni Piemontesi da guerra e nulla possiamo
dire ad essi perché il Piemonte non ci ha dichiarato la guerra.- Le grandi
Potenze per nulla si incaricano di ciò che succede nel nostro Regno, non ci
dichiarano la guerra ed intanto l'Inghilterra, la Francia e le altre Potenze
amministrano armi, danaro e quanto bisogna a Garibaldi ed alla insurrezione.
Non saprei cosa dirà l'istoria, nei tempi avvenire, delle grandi Potenze che
vantansi mantenere l'equilibrio d'Europa, che lasciano una Potenza di
second'ordine in balia di un generale di ventura e al capriccio di popolo!
Ieri vi fu molto malumore in Messina nel pubblicarsi la leva forzosa e nel
manifestarsi da Garibaldi che ogni uomo armato è soggetto alla legge
militare. La Sicilia è assolutamente negata alla disciplina militare, massime ad
essere reggimentati; desiderano solo volontariamente arruolarsi e servire pel
tempo che ad essi piace: alcuni per entusiasmo d'indipendenza, altri per i 3
carlini al giorno e fare il servizio a loro piacere, devastando, facendo soprusi
ecc.- In Palermo le Chiese sono state spogliate delle loro argenterie e
masserizie. I Gesuiti però non sono stati colti in quella spoliazione perché,
degli 80 che ve n'erano, fin dal mese di marzo, giornalmente, ne partivano 4
o 5 per Malta portando seco loro fino alle statue d'argento, di maniera che,
all'entrata di Garibaldi in Palermo, non se ne rinvennero che 9 di essi, i quali
vennero espulsi e di quel convento se n'è formato un ospedale militare. In
Messina si sta facendo un notamento di tutte le argenterie e oro delle chiese,
le quali ascendono a immense somme per i numerosi Conventi che ci sono di
monache e frati. Immense dono le ricchezze della Cattedrale in dove vi è la
Ninfa che Ferdinando 2° regalò alla Cattedrale nel 1847 del costo di 17mila
ducati. La Città non è troppo contenta, ma Garibaldi ha bisogno naturalmente
di mezzi per mantenere circa 22mila uomini in Messina e nelle vicinanze.Dicesi che il Palazzo Reale a Palermo si stia rimodernando per la venuta
forse di un Sovrano indipendente che non ancora hanno scelto, come fecero
del 1848. Intanto dagli Italiani si vuole l'annessione al Piemonte ed i Siciliani
si battono ed insorgono per l'indipendenza.
Il tempo ci farà conoscere quello che otterranno!
In Messina questa mattina vi è stata una gran confusione e si è gridato "Viva
la Repubblica": non può essere altrimenti! I caffé sono da mattina a sera
ripieni di Uffiziali i quali portano avvolti al collo un Fazzoletto spiegato che
indica "di servizio"; alcuni con piccole bluse o camicie rosse, altri di colore;
altro distintivo non hanno che il bonetto che distingue i gradi.
Tanta gente ammassate produr deve certamente confusione; molte chiese
sono state adibite per caserme, tra le altre, la famosa Chiesa dei Benedettini
"La Maddalena". Hanno qualche cappellano, ma messa non ne ascoltano...è
un caso....La diserzione dei Siciliani è immensa!
Monsignor Capaldo è assediato nella sua abitazione, forse per disposizione
del Comitato perché non ha voluto andare a far visita a Garibaldi e, di
conseguenza, creduto un Realista: la popolazione è malcontenta!
Per quanto dicesi, Garibaldi non è troppo contento dei Comitati Calabresi,
avendo questi fatto conoscere che si erano compromessi per avere una
Costituzione, avutala da Francesco 2°, non tutti erano per l'annessione.
Questa mattina vi è stata conferenza tra il Maresciallo Clary e qualche
Console, i quali non parlano più così altieri come prima, vista la fermezza del
prefato Generale, il quale gli ha fatto capire che se succede lo sbarco in
Calabria non sa come si regolerebbe con la Città di Messina! Abbiamo
notizie di Palermo: a Monreale – 4 miglia da Palermo – vi è stata una
reazione; cinque individui sono stati fucilati perché hanno gridato "Viva
Francesco 2°". Altro movimento reazionario vi è stato in Milazzo con gridi di
"Viva l'Indipendenza".
Verso un'ora di notte, mentre assistevo alla chiusura delle porte della
Cittadella, verso i Moselli si sono tirati due colpi di fucile alle nostre sentinelle
avanzate; queste, parimenti, hanno risposto. Questi colpi hanno fatto
chiamare all'armi per tutte le sentinelle che circondano la Cittadella. Ma quale
è stata la mia sorpresa nel sentire, da dietro, gridi per alzare i ponti che mi
erano dietro e che in un momento hanno alzato; complotto combinato tra
artiglieri e pionieri, corpi indisciplinati, a cui si sono aggiunti anche i soldati
della linea. Non può essere altrimenti perché Capi di Corpi che nulla valgono,
non usi alla guerra, non capaci di dire una parola! La maggior parte degli
Uffiziali sono la vera feccia della milizia, tutti casati, ergo pieni di apprensione
e paura, che poco o nulla badano a ciò che fanno i soldati perché dai Capi di
Corpi non s'ispira ad essi energia e contegno, ma piuttosto dubbi, sofferenze,
diffidenze e quanto di male può produrre un Capo di Corpo debole come
disgraziatamente l'Armata non ne manca. Per me se la Cittadella fusse
presidiata da truppe come quelle del 1848 siderei dieci Garibaldi, ma con la
presente guarnigione e con i presenti Capi di Corpo Iddio me la mandi buona!
Si è disposto intanto che gli Uffiziali dormissero nelle Compagnie.- Col
Generale Clary ed il Generale Fergola e Stato Maggiore siamo stati fino alle
ore 11 p.m. per le Caserme onde far rientrare ciascuno al suo posto.
Chi li crederebbe! Correva voce tra i soldati che 15 dei nostri erano morti agli
avamposti di Terranova, nel mentre non abbiamo nessuna corrispondenza
con essi di notte. Ma questo ammutinamento ha dipeso da varie cause:
primo, per la poca fiducia che dai soldati nel Generale Clary si ripone e
ingiustamente stante che in Catania con poca truppa sotto mise una
popolazione insorta di 90mila anime facendovi anche il disarmo; per ordine
Sovrano con la sua truppa venne in Messina ed in tutto il tempo ha dormito al
bivacco agli avamposti, ha sostenuto con fermezza quanto potea con
Garibaldi, il Comitato ed i Consoli l'onore della guarnigione, e quanto potea
pretendersi da un Generale dietro istruzioni ricevute. Secondo: dai cattivi
Capi di Corpo e Frazioni, uomini deboli, di poca energia, asini, lamentandosi
avanti ai soldati di qualunque disagio, senza ispirare energia, zelo e punto
d'onore ai propri Uffiziali, e questi quasi tutti di fresca data che a nulla
valgano parlando di tutto e di tutti avanti i soldati, sicuramente hanno dovuto
un tale risultato. Terzo: dal mormoramento dei Sigg. Uffiziali massime di
Artiglieria (perché troppo giovani) pel vino di razione se troppo buono o
cattivo e che perciò dal Generale ne fu sospesa la distribuzione, e le
lagnanze degli Uffiziali avanti i soldati che il Generale non ha il diritto di farlo.
Tutte queste cose hanno prodotto l'ammutinamento di questa sera. Grande
disgrazia per un Corpo d'Esercito il non avere Capi di Corpi dotati di energia
e zelo da poter inspirare col di loro contegno fiducia e disciplina, non aver
cura dei propri soldati e nello stesso tempo mantenere quella forza morale
necessarissima per gente armata.-
1835 Primo istituto italiano per sordomuti e albergo dei poveri a Napoli
8 AGOSTO
Partono per Siracusa 2 compagnie di Pionieri su di un vapore francese
noleggiato dal nostro Governo, ed un Uffiziale che porta ventimila ducati a
quel presidio. Stamane il Maresciallo Clary ha riunito tutti i Capi di Corpo di
Fanteria, Artiglieria, Pionieri a cui ha parlato come doveasi, facendo ad essi
conoscere che la loro debolezza e poca cura che prendevano dei soldati
produssero l'ammutinamento di ieri sera. Ho dato ad essi buone prescrizioni
sotto la loro più stretta responsabilità; ma ne sono essi capaci?- Stamane si è
dato il vino di razione alla truppa di Uffiziali.- Questa notte col Generale
Fergola ci siamo portati ad aprire Porta di Grazia per pieghi pressanti portati
da un vapore di guerra non entrato nel porto ma per una lancia spedita dietro
la Cittadella. I pieghi contengono che il Maresciallo Clary si ritiri subito in
Napoli, suppongo per effetto dell'ammutinamento avvenuto ieri che egli
segnalò per telegrafo.
9 AGOSTO
Questa mattina verso le ore 11 a.m. il Maresciallo Clary col suo Stato
Maggiore si è imbarcato per Napoli col suo equipaggio, lasciando in sua vece
il Generale Fergola.- Alle ore 8 a.m. sono venuti accompagnati dai
Garibaldesi i nostri viveri di riserva che trovavansi sopra i Castelli Consagra e
Castellaccio, giusta i patti fatti per cedersi.- Si sono parimenti imbarcati parte
dei cavalli e uomini dei Compagni D'Arme che sbarcarono in Reggio per
l'acquisto fattone della cavalleria.- Il Console Sardo assicura che 8mila
Garibaldesi sono sbarcati in Calabria e che i nostri 9 vapori e barche
cannoniere nell'osservare il loro sbarco si sono allontanati.- Un Uffiziale di
Marina nel venire a prendere il Generale Clary per condurlo sul vapore dice
non essere vero lo sbarco dell'oste nemico che si fece a Torre di Faro,
mentre ieri al giorno pubblicamente si diceva che i Garibaldesi al n° di 4
battaglioni andavano ad imbarcarsi a Torre di Faro. Il tradimento della Marina
è chiaro! Povero Re! Ieri si seppe che i telegrafi ad asta ed elettrico a
Bagarosa erano stati rotti per cui senza corrispondenza con Napoli.-Verso le
ore 9 a.m. per telegramma sappiamo che il telegrafo ad asta è stato rimesso,
ma provvisoriamente con una sola asta.- Molte notizie contraddittorie si
dicono per lo sbarco dell'oste nemico in Calabria, la maggio parte assicurano
che parte di essi siano stati battuti, ma nulla di ufficiale si sa.
10 AGOSTO
Sono assicurato che ieri giunsero in Messina dei feriti provenienti dalla
spedizione di Garibaldi nello sbarco in Calabria e tra questi un Uffiziale.
Questo sbarco è stato eseguito tra Torre Cavallo e Scilla da circa 150 uomini
arditi italiani vestiti da marinai inglesi, ma i paesani accortisi che erano armati
e dell'Armata di Garibaldi li hanno scacciati uccidendone molti.- Lo sbarco
intanto è stato eseguito, per quanto si rappresenta da un Uffiziale di Marina,
al Pizzo e a Paola.- Siamo in attenzione di notizie circa il movimento che
faranno le nostre truppe. Grazie alla nostra Marina! I nostri legni da guerra,
ancorché veggono questa gente armata, non possono fargli fuoco addosso
perché il mare ed il Faro, giusta le convenzioni, è libero per tutti; d'altronde il
Piemonte non ci ha dichiarato guerra, nè alcuna altra nazione. In fine nella
storia non si è letto un caso simile di guerra come quella che oggi da noi si fa.
Noi siamo assediati nella Cittadella ed intanto i nostri Uffiziali, soldati e
trabanti vanno in Città con ordine espresso di Garibaldi di usarci il massimo
rispetto ed, in effetti, gli Uffiziali Piemontesi ci salutano col massimo piacere.Se qualche nostro soldato riceve o ha ricevuto qualche insulto e dalla parte
dei Siciliani, massime dal battaglione dei galeotti venuti da Palermo che
usano maniere del loro genere. Abbiamo stabilito un Ospedale nella
Cittadella, e propriamente al Lazzaretto, e da lì, col permesso del
Comandante di Piazza di Garibaldi, ogni giorno parte una barca per Messina
e fa tutte le spese per gli infermi dell'Ospedale di carne, polli e quanto può
occorrere.- Ci si fa venire l'acqua dalla Città nelle nostre fontane, che nel
1848 ci tolsero. In fine, se un estero che non conoscesse la nostra posizione
venisse in Messina e vedrebbe i nostri Uffiziali e soldati nei caffé e nelle
botteghe dei negozianti conversare insieme con quei di Garibaldi, certamente
si crederebbe che siamo tutti allo stesso servizio, nel mentre siamo nemici
così decisi che sosteniamo questo punto (Cittadella), che se fusse da essi
occupata deciderebbe definitivamente della sorte del Regno.- Son dispiaciuto
non poter godere di simile spettacolo perché Comandante della Cittadella mi
crederei troppo esposto essendo troppo conosciuto dai demagoghi Messinesi
fin dal 1848. Sono le 3 ½ p.m., si spediscono a Reggio trecentomila cartoni
per i Cacciatori che vengon trasportati sul vapore "La Sirena". Sono le ore 5
½ di notte, si sono tirati 4 colpi di cannone verso Torre di Faro; monto sulle
batterie, ma nulla si conosce in tempo di notte. Suppongo i colpi partiti o da
Torre Cavallo o da qualche nostro vapore.- Per telegramma si ordina da
Napoli di subito far partire tutti i vapori di guerra e i vapori francesi noleggiati
dal nostro Governo per Napoli, perché, a quanto dicesi, per imbarcare 12mila
uomini comandati dal Ministro di guerra per sbarcare in Calabria.11 AGOSTO
Da rapporto ricevuto da un Uffiziale di Marina si rileva che questa notte si è
tentato dal nemico uno sbarco a Villa S.Giovanni (Calabria) e che giunto il
vapore "Il Bove", a forza di colpi di cannone, lo ha impedito. Ci pervengono
notizie da Reggio che molti Garibaldesi inseguiti dalla parte di S.Agata da un
posto di 15 dei nostri Cacciatori del 1° battaglione ne hanno molti feriti e fatti
prigionieri; altri pochi si sono dispersi nelle montagne. Se Garibaldi si trova
ingannato nel credere che il partito insurrezionale di Calabria sia lo stesso
che quello in Sicilia perderà tutto il suo prestigio, stante che le Calabrie,
conoscendo la ruina prodotta in Sicilia, difficilmente tutti annuiranno
l'annessione che lui crede potersi effettuare; per altro ha un gran partito a suo
favore. I pochi dell'oste nemica dispersi nelle montagne difficilmente
camperanno la vita.- Ho fatto stabilire una bettola nel Maschio della Cittadella
da un congedato del 3° di Linea, il quale giornalmente si porta in Reggio col
piccolo vapore "La Rondine".- che mantiene la nostra corrispondenza con
terraferma – che nulla fa mancare di frutta, pane, vino, neve sapone, di
quanto può occorrere o di quanto gli si può commissionare.- La truppa della
guarnigione riceve la diaria e la forte razione di biscotto, prosciutto,
formaggio, pasta, legumi, riso, legna, olio, sale – alternando giornalmente – e
una mezza carafa di vino; ogni 3 giorni riceve pane fresco che si panizza
nella Cittadella.- Secondo me nella nostra Real Marina vi è poco da fidare
stante che, come può supporsi non in connivenza con Garibaldi se 5 o vapori
in crociera sul litorale a mezzogiorno della Sicilia,armati a guerra, permettono
sbarcare nell'Isola alla loro vista 800 uomini con Garibaldi, imbarcati su due
legni mercantili?
Come non giudicare generale tradimento nell'intiero Corpo della Marina se il
Comandante Anguissola della fregata a vapore "Il Veloce" si dà a Garibaldi e
5 vapori da guerra in crociera nel Faro, a vista loro, permettono eseguirsi lo
sbarco dell'intiera forza di Garibaldi in Calabria? E, finalmente, come si
allontana da noi la fregata "Il Borbone" per non più ritornare? -Povero
Sovrano, da tutti vien tradito!
Giuseppe Salvatore Pianell
Francesco di Borbone Conte di Trapani
12 AGOSTO (dalla Cittadella)
Questa mattina fino alla punta di giorno vi è stato gran cannoneggiamento
verso Torre del Faro e la spiaggia di Calabria. All'alba un vapore dell'orda
nemica era avanti Torre di Faro, all'approssimarsi di nostri vapori si è
accostato a terra (cosa curiosa, i nostri vapori non possono tirare se non al
momento che sbarcano nella spiaggia di Calabria) .
Al dire degli Uffiziali di Marina, mola gente si osserva a Torre di Faro.- Questa
mattina non vi è stata imbarcazione di viveri, come al solito, da Messina per
Torre di Faro per i Garibaldiani.
Durante la notte, e mentre vi era fuoco di cannoni, gran traffico di carrozze,
fra le quali una di posta proveniente dal Faro.- Verso le ore 6 a.m. una
imbarcazione dell'orda nemica era per partire dal Faro, il nostro vapore "Il
Fulminante" con due colpi di cannone l'ha impedito al che si sono ritirati.
Sembra che gran sbarco non vi è potuto essere.- Sulla "Sirienne", vapore
francese al nostro servizio, si sono imbarcati 400mila cartocci per Cacciatori
e linea, oltre molti attrezzi e munizioni da guerra per l'artiglieria, Torre Cavallo
e Alta Fiumara.- Sono pervenuti da Napoli sul vapore "L'Ercole" molti
medicinali, sfile compresse per l'Ospedale formato nella Cittadella, e
propriamente al Lazzaretto, nonchè 4mila mignatte e le tende per i nostri
avamposti al bivacco. Si riceve rapporto dal Comandante l'Ospedale di
Reggio circa la cura che si ha dei feriti dell'orda nemica, come pure la bella
operazione fatta dal chirurgo operatore Capasso per la dislogazione di un
braccio ad un piemontese ferito dai nostri Cacciatori.- Il telegrafo ad asta ed
elettrico tra Palmi e Reggio fu tagliato il giorno 9, ma dopo poche ore fu di
nuovo attivato.
Alcuni della truppa di Garibaldi trovansi nelle montagne dell'Aspromonte, ma
in poco numero. Si lusingano di ingrossarsi con le masse Calabresi; lo sbarco
in molto numero è stato impedito dai nostri legni ed in molti punti i paesani si
sono a loro mostrati ostili abbenchè un partito per essi esiste.
Quest'oggi verso le ore 21 mi è stato rapportato dal Capitano di Gran Guardia
che vicino al camposanto inglese fuori Terranieri vi esisteva un soldato dei
Pionieri morto; ho subito spedito il Commessario del Re dei Pionieri ed il
Capitano Aiutante Maggiore di Piazza ed il Commessario del Re di
Guarnigione sopra luogo è si è verificato essere un cammorrista di detto
Corpo ucciso da un altro dell'istessa infame setta, artigliere Vincenzo Sica,
della 1ª Compagnia, il quale è stato subito posto in prigione perché
riconosciuto dalla sentinella al n°3 del bivacco e da tre testimoni.13 AGOSTO
Questa notte non vi è stato movimento alcuno al campo nemico (Torre di
Faro). Verso le 6 a.m. dai porti di Calabria sono partiti pochi colpi di
cannone.-Da Messina sono partiti i soliti viveri per per Torre di Faro al
nemico.-Il Brigantino armato a guerra che ieri giunse al nemico rimorchiato
dal vapore inglese si stente prossimo alla nostra banchina, tiene armato al
suo pennone un paranco, quindi sembra che ha dovuto sbarcare grossi pezzi
al campo nemico.-Il nemico ha ricevuto molti rinforzi di vapori, tra gli altri "Il
Veloce", nostra fregata che il Comandante Anguissola, con infame
tradimento, si diede al nemico, in conseguenza i nostri lancioni che si trovano
sotto il posto Alta Fiumara (Calabria) per impedire lo sbarco si sono ritirati
sotto la protezione del cannone della Cittadella, tra Porta di Grazia ed il Forte
Lanterna: la ciurma di questi lancioni, dicono gli uffiziali di marina traditori.Due dei nostri battaglioni sono piazzati militarmente per proteggere il Forte di
Alta Fiumara; altre truppe e artiglieria si invia verso la parte ove sicuramente
dovranno sbarcare; purché le popolazioni non sono ostili, il nemico non avrà
vantaggio.- Partono per Napoli due nostri vapori "L'Ercole" e "L'Archimede",
con essi si imbarcano gli Uffiziali sedentari della piazza di Messina che non
ritengo utili per lo Stato Maggiore di questa Fortezza perché troppo vecchi e
acciaccati e che nelle presenti circostanze a nulla valgono. Essi sono i
Maggiori Sebastiani, Valente e Casalin e l'Aiutante Maggiore Morfino.-
14 AGOSTO
Ieri sera da mezz'ora di notte fino alla mezzanotte vi fu un fuoco tra il Pizzo e
Torre Cavallo ed al fuoco di grosse artiglierie, ogni dato tempo, si sentiva un
colpo di piccolo calibro.-Dopo il fuco i nostri vapori passarono a covrire
Reggio ove trovansi tuttora. I nostri vapori per equivoco si tirarono varii colpi
tra loro, fortunatamente non si colpirono.- I vapori delle masse sono tuttora al
medesimo sito e due, dei tre, sono con le macchine accese.-Il moto al Faro è
lo stesso.-In questo momento che sono le 5 ½ a.m. è giunto un piccolo
vapore selle suddette masse qui a Torre di Faro rimorchiando un brigantino.-I
viveri di Messina pel campo nemico si sono imbarcati nella medesima
quantità dei giorni scorsi ma ad ora più presto.-Verso la mezzanotte un nostro
vapore ha condotto alle spalle della Cittadella 6 prigionieri, e cioè 5
piemontesi (Enrico Bonè, Carlo Freschini, Pasquale Calcano, Ulizze
Mizerocchi, Biagio Bresciano) ed un calabrese (Vincenzo Squillace).- Le
masse calabresi a noi contrarie sono comandate dal Cavalier Mellissoni, di
Reggio, ricevitore. I suddetti prigionieri sono stati spediti dal Generale
Melendez con ufficio di ieri stesso da Bagnara. Molto moto in Città la scorsa
notte; questa mattina molto meno di ieri mattina.
Alle ore 8 a.m. di ieri giunse a Bagnara una nostra fregata a vapore na Napoli
che sbarcò una grossa quantità di truppa; alle ore 4 p.m. ne giunse un'altra.-I
prigionieri piemontese giunti ieri sera assicurano che 250 di loro sbarcarono
nelle vicinanze di Bagnara ove rinvennero il Cavalier Mellissoni con circa 800
uomini di massa, i quali vedendosi battere vigorosamente dalla nostra truppa
che ne faceva un macello, fu ordinata la ritirata, e che trovandosi essi di
avamposto e lungi dagli altri, essendo stati circondati buttarono i fucili e si
diedero prigionieri. Assicurano parimenti che il cosiddetto Colonnello
Mellissoni è un uomo debole e niente atto per la guerra; ma quello che è più
deplorabile – a loro dire – si è che il partito per essi è molto debole in
Calabria, niente affatto come quello in Sicilia, e che le truppe Reali si battono
con coraggio, cosa che in scritto hanno fatto conoscere a Garibaldi.- Si riceve
per telegramma che questa notte una barca carica di armi diretta al nemico
nelle vicinanze di Cannitello, contiguo a Villa S. Giovanni, della nostra
artiglieria è stata mandata a picco; la barca veniva da Malta. Uomini ed armi
sono colati tutti a fondo; altri legni sono stati predati dai nostri.- Verso le ore 2
½ p.m. il Comandante della fregata francese "Descartes" che trovasi nel
nostro porto è venuto a pervenirmi che domani alle ore 8 a.m., al levar del
sole, avrebbero fatto la salva per un "gala" dell'Imperatore, pavesando la
fregata: la nascita di Napoleone I.-Entrando in discorso col medesimo mi ha
assicurato che Garibaldi, sull'ultimo legno a vapore sardo, si è imbarcato per
Genova.
Questa mattina in Città un Capitano Piemontese-Sardo è stato ucciso dai
Siciliani.
15 AGOSTO
Dal rapporto ricevuto dal Forte SS.Salvatore si rileva che una buona parte
delle masse verso le ore 5 ½ a.m. si sono ritirate dal Faro abbenchè i
consueti viveri sulle barche fussero partiti da Messina; nel ritirarsi le masse
sono state seguite anche dalle loro ambulanze.-Il vapore grande e tre
piroscafi ch'erano la Faro più non compariscono.-Le notizie che corrono per
Messina sono che Garibaldi sia in Napoli per parlare con S.M. (D.G.) e che la
truppa imbracatasi al Faro vada per tentare uno sbarco a Sorrento. Tutto ciò
a verificarsi; certo è che molta truppa di Garibaldi dal Faro è rientrata in Città
in dove sufficiente malcontento vi esiste.-Le masse sicule, massime quelle
composte da migliaia di servi di pena, girano per tutti i paesi dell'Isola,
imponendo tasse e balzelli forzosi, senza misericordia e chi non paga viene
ucciso come Realista. Non può essere altrimenti non essendovi più giudici,
gendarmeria, polizia e tribunali; Povero paese! Abbenchè gli autori di questa
insurrezione troppo tardi si trovano pentiti del loro operato.
Oggi si è passata in ozio la giornata, mirandosi agli avamposti garibaldini e
reali osservando curiose anomalie. Un trombettiere, un sergente ed un
soldato del 3° di Linea si sono dati al nemico dagli avamposti; dei nostri
soldati disertori, al servizio di Garibaldi col grado di caporale, hanno disertato
e ritornati a noi, uno dei quali per mare nuotando per sfuggire la vigilanza
dell'avamposto nemico, altro che, a suo dire, stamane, mentre faceva la
spesa, è stato preso per forza e vestito con tunica bigia aol grado di caporale
perché pioniere, verso le ore 23, fuggendo gli vamposti, è ritornato con
tunica, fiasca e... Sembra veramente la vera epoca dei pazzi! Alle ore 8 a.m.,
a mezzogiorno e all'occaso la fregata francese pavesando il legno ha fatto tre
salve per la nascita di Napoleone I; gli altri legni da guerra piemontesi e
inglesi che sono nel porto hanno fatto lo stesso.
La Cittadella ha inalberato la sola bandiera.16 AGOSTO
Questa mattina dietro avviso mi sono portato agli avamposti ed ho ricevuto il
Comandante della fregata francese "Descartes" che veniva per ringraziare il
Generale della compiacenza usata per permettere la salva nel porto per il
"gala" dell'Imperatore Napoleone e di aver izzato la bandiera sulla Cittadella
durante il giorno di ieri.
Lo stesso mi ha detto che Garibaldi aveva quasi rinunciato alla Calabria e la
poca sua gente colà sbarcata era tutta perduta; che Garibaldi si era
imbarcato per Genova, che aveva ritirato molte masse dal Faro perché molto
soffrivano al sole della presente ragione.-La fergata piemontese ch'era
ancorato in centro all'antico Forte Real Basso, all'alba di questa mattina, ha
fatto vela pel faro.-"Il Duca di Calabria", vapore delle masse, ieri sera ha dato
fondo incontro al bastione Campana del Forte SS.Salvatore.
Molte truppe si sono ritirate dal Faro in Città; corrono voci che Garibaldi
voglia diminuire le sue masse essendo esorbitante la forza che ha di 42mila
uomini. Cosa da non credersi pel numero e per la diminuzione, ma queste
sono le notizie che si propagano.
Verso le ore 2 di notte il vapore "La Sirena" è entrato nel porto ed ha sbarcato
nella Cittadella con 9 prigionieri, dei quali 3 italiani, 4 calabresi ed un pioniere
nostro disertore che facevano parte delle masse sbarcate in Calabria. Essi
sono così denominati:
Piemontesi:Giovanni Scioscilli, Giovanni Milano, Felice Gennaro;
Calabresi:Bruno
Gramaglia,
Giuseppe
Lobrano,
Francesco
Balerò,D.Giuseppe Adiroldi; Pioniere: Antonio Sposato.
L'Uffiziale di Marina che li ha condotti ci da notizia che il vapore "Il Veloce" da
noi disertato, con gente armata a bordo, si era portato a Castellammare per
mettere fuoco al nostro vascello perché conoscevasi da Garibaldi che non
aveva munizioni a bordo, ma accostatosene il vascello "Il Castello" lo ha
respinto a colpi di cannone e così si è allontanato. Mille voci di giubilo corrono
per Messina che 6mila uomini con Garibaldi siano sbarcati a Sapri; cosa da
non credersi perché non ha legni da poter tanto eseguire, tanto più che le 130
piccole barche e 3 fellucini trovansi ancorate dietro il Faro, nè sono legni atti
a simile viaggio.- Verso la mezzanotte si è chiamato all'arme; in un momento
tutto il presidio era al suo posto e l'artiglieria ha caricato i pezzi a Lunetta
Carolina, S.Teresa, Lunetta S.Francesco, e batteria S.Carlo. Mi sono portato
subito ad aprire la porta falsabraga S.Carlo e porta Principale, alzare i ponti
Martello, S.Teresa e Lunetta Carolina per situare il 3° di Linea nei differenti
larghi e saettiere dei differenti siti. Il Generale Fergola si è situato sulla
batteria S.Carlo; il fatto è stato il seguente: dalle ore 21 si è osservato dai
nostri avamposti verso dei giardini detti le Muselle un battaglione formato in
massa ove prima appena vi era qualche sentinella; più, nel battere le masse
la ritirata con musica avanti il nostro bivacco, hanno gridato "Oggi è l'ultimo
per voi" con mile improperi. Tutto ciò ha maggiormente allarmato i nostri
coscritti, i quali hanno maggiormente aumentato la loro attenzione nel sentire
da essi "Oggi è l'ultimo per voi". In effetti, dal trivio verso la Fiumara, alla
sopraddetta mezzanotte, è partito un colpo di fucile contro una sentinella del
bivacco, al che non è stato risposto, a ad altre 3 fucilate il nostro bivacco ha
risposto. Ma essendosi tirato dai giardini circa 30 fucilate, i nostri benedetti
coscritti hanno fatto fuco vivo ritirandosi. Male a proposito, la compagnia di
diritta del bivacco dietro la palizzata, entrando per il cancello Pagliara, e
quella di sinistra dietro la Caponiera che attacca a D.Blasco, facendo un
fuoco che, ad onta delle trombe e la voce degli Uffiziali, non si vedeva
cessare. Dalle masse si è tirato anche qualche colpo di boccaccio. Cessato il
fuoco, le due compagnie del bivacco hanno ripreso la loro posizione;
fortunatamente che l'artiglieria non ha fatto fuoco perché se un cannone
tirava tutti avrebbero tirato a chi sa che danno avrebbe sofferto la Città.Ripresa la posizione i Garibaldini avevano anche essi abbandonato i loro
posti di avanzata, e siccome era a supporsi che non per ordine era avvenuto
quel fuoco, ma prodotto dalle insubordinate masse siciliane, si è spedito un
coraggioso sergente del 3° di Linea e 3 soldati verso di loro per domandare
spiegazione al posto S.Girolamo ove il Colonnello Italiano si lamentava del
fuoco avvenuto e che tre dei loro erano stati gravemente feriti, uno dei quali
era vicino a morire. Il sergente asserisce che molta confusione regnava fra
quelle masse ma che tutti si ritiravano verso le 4 Fontane; da parte nostra
nessuna ferita. È a idearsi la gran paura della Città temendo le bombe e
granate della Cittadella. Domani si sortiranno le lagnanze dei Consoli e
Garibaldini che sicuramente diranno che il fuoco è stato da noi provocato.
Vittorio Emanuele Secondo
17 AGOSTO
Alle ore 9 a.m. sono stato avvertito che l'Aiutante di Campo del Generale
Medici desiderava avere un abboccamento da parte del suo Generale; mi
sono portato subito avanti il cordone delle sentinelle avanzate in dove ho
rinvenuto il detto Capitano Aiutante di Campo D.Nicostrato Castellini il quale,
con molte gentili espressioni, ha domandato per parte del suo Generale che
comanda tutte le truppe in vece di Garibaldi di far retrocedere alquanto le
nostre sentinelle avanzate onde non siano così vicino alle loro, per impedire
che i pagani messinesi insultassero le nostre sentinelle, compromettendosi di
far restare al sito convenuto le loro sentinelle avanzate. Credendo giuste
quanto si chiedeva gli ho promesso che vi avrei fatto annuire sl Sig.Generale
Comandante le truppe però a non retrocedere più che a 20 passi le nostre
sentinelle purché però le di loro non avessero inoltrato di un passo dal sito
convenuto.- Parlandogli del fuoco avvenuto questa notte col dirgli che le
nostre sentinelle hanno tirato dopo che varii colpi gli sono stati tirati e che
solo la loro massa è stata la prima di aggredire, con molte buone parole e
decenza mi ha risposto:"Non parliamo di questo perché il Generale Medici ne
è convinto! Ma che volete, questi indisciplinati siciliani non si possono
reprimere nè regolare per quanti ordini severi si possono dare".-Il detto
Aiutante di Campo, per sommo favore, mi ha chiesto parlare ai prigionieri
italiani; gli ho risposto che trovandosi la Fortezza in istato di assedio non
potessi permettere, ancorchè bendato come lui stesso domandava, stante
che dai nostri avamposti sino al Forte SS.Salvatore, ove i prigionieri sono
custoditi, vi era più di un miglio; che, per altro, poteva essere sicuro che da
essi nulla mancava avendo letti, forte razione di viveri e 12 grane al giorno e
quanto può desiderarsi in una piazza assediata.- Dicesi che tra questi
prigionieri guide dello Stato Maggiore di Garibaldi ci sia il nipote di Torlonia.
Ho spedito il Tenente Colonnello Valle, di Artiglieria, per far retrocedere di 20
passi le sentinelle e avvertire il Generale Medici del convenuto. Questa
mattina il primo trabante che sortiva dagli avamposti gli è stato detto
dall'Uffiziale di guardia piemontese:"Volete passare? Servitevi, ma vi
consiglio di non entrare in Città perché vi sono molte famiglie che piangono
per i molti feriti di questa notte", per cui nemmeno il dispensiere del
provvisorio ospedale ha fatto la spesa. Per altro i Calabresi cominciano a
portarci viveri sbarcando dietro la Cittadella.- Corre voce sicura in Palermo,
Monreale, Bagaria e altri paesi della Sicilia vi sia stata una reazione
inalberando la bandiera borbonica; ciò è a verificarsi! Potrebbe, per altro, ciò
avvenire perché in tutta la Sicilia si vive nella perfetta anarchia, con bande
armate che scorrono e devastano le campagne, imponendo balzelli e
contribuzioni e senza commercio.- Sono giunti dalla Calabria 220 sacchi di
farina per panizzarli nei forni di questa Cittadella; l'Uffiziale che li ha condotti
da Reggio ci assicura che le masse unitesi con quelle di Garibaldi si sono
tutte disciolte rimanendo i Garibaldini isolati sull'Aspromonte, circondati dai
nostri battaglioni di Cacciatori e che andranno presto ad arrendersi per la
fame essendo state prese le vaccine che dal partito gli si spedivano ed il
pane che era nascosto sotto le salme dei carboni. Si ha prevenzione di molti
prigionieri che devono riceversi nella Cittadella.
È giunto il vapore "La Sirena" e verso due ore di notte ha caricato dalla
Cittadella 5 grandi casse di mitraglia e bombe per portarle al Forte di Alta
Fiumara per rimpiazzare quelle tirate nell'ultimo attacco sostenuto contro le
masse.- Questa mattina si sono esposti nelle pubbliche piazze di Messina 3
cadaveri uccisi la notte scorsa nell'attacco avuto, nonchè 5 feriti messinesi ed
in ogni capo strada un sacerdote che li mostrava e con calorosa arringa
incitava il popolo a prendere vendetta contro gli infami Regii che trovavansi
nella Cittadella, essendo cosa santa vendicare quei martiri ch'erano morti per
la libertà della patria.
Oltre a questi morti, altri pagani feriti portati all'ospedale civico, colà sono
morti.
18 AGOSTO
Questa notte verso le ore 4 varii colpi di cannone si sono intesi nel Faro.
Stamane il Generale Medici con la massima indifferenza diceva che "Il
Veloce" andato a Castellammare per predare il nostro vascello era stato un
affare sbagliato.
Il Comandante del vapore "La Sirena", avendo parlato col vapore francese
"La Massajerie", proveniente da Marsiglia, lo ha assicurato che, per preciso
ordine di Napoleone, Garibaldi deve ritirarsi dalla Sicilia. Certo è che questo
intraprendente Generale non si sa precisamente ove trovarsi, stante che qui
trovasi la maggior parte delle sue forze, comandate dal Generale Medici che
fa dire che Garibaldi trovasi a Napoli, o Genova, o Salerno, Sapri; ogni giorno
si fa dire un luogo differente da ieri. Stamane dal Governo del Dittatore si
sono fatti fucilare 3 individui come ladri.
Vi sono affissi in Città che manifestano il licenziamento che fa il Generale
Medici dai Messinesi, come pure altro manifesto che dice che resta a loro
libertà ritirarsi alle loro famiglie tutti quelli che si sono assoldati nelle bande
del Dittatore Garibaldi.
Verso 3 ore di notte di è chiamato all'arme dai nostri avamposti e quindi dalle
sentinelle della Cittadella il cui presidio in un momento i è portato al suo
posto. Essendo montato col Generale sulla batteria S.Carlo, abbiamo
osservato che le fucilate erano in Città, certamente tra Siciliani e Italiani.-Le
nostre sentinelle avanzate del bivacco, restano ai loro posti, hanno risposto
alle fucilate tirate dai Messinesi dalla parte dei "Giardini".- Dopo replicati tiri in
Città abbiamo inteso a voce chiara quantità di gente che gridavano "Viva il
Re"; non sappiamo di preciso cosa sia avvenuto. Certo è che se partono gli
Italiani da Messina, le bande sicule certamente metteranno a sacco la Città e
col pretesto di vendicare i loro morti o feriti adoperano tutti i mezzi per incitare
la truppa onde la Cittadella tiri sulla Città per così saccheggiarla, perché le
masse difficilmente si ritirano senza far bottino. Gli italiani, che usano molte
buone maniere, sono molto malcontenti di loro.
Nessun Uffiziale o soldato si azzarda più andare in Città perché sarebbe
esposto ad essere assassinato dai siciliani a tradimento; la Città è nella
anarchia, ognuno fa quel che vuole, la gente onesta trema, i demagoghi si
pentono, le Chiese profanate, il commercio chiuso, soprusi senza
misericordia, venditori che non smaltiscono, la miseria è estrema. Intanto i
Calabresi ne profittano perché quantità di barche vengon dalla Calabria la
mattina, cariche di quanto può occorrere di frutta, pane, carne, vino, e quanto
bisogna di tutto ci provvedono; non v'è dubbio un poco più caro, ma il soldato
e l'Uffiziale che ha, oltre la doppia diaria, anche la razione viveri, poco gli
importa di spendere.-
Guglielmo Pepe
Generale. Dopo avere frequentato la scuola militare La Nunziatella combatté nel 1799 nelle file della milizia della
Repubblica Partenopea. Subendo la sconfitta contro le truppe borboniche del cardinal Ruffo, fu fatto
prigioniero e inviato in esilio, combatté con Napoleone a Marengo (1800) nella Legione italiana. Fatto ritorno a
Napoli nel 1803, fu nuovamente arrestato per la sua attività antiborbonica; rimesso in libertà all'arrivo dei
Francesi (1806), combatté in Calabria contro gli insorti, e poi in Spagna (1811) e nella campagna del 1815.
19 AGOSTO
Garibaldi ieri giunse al Faro, questa mattina si è portato in Messina ove ha
tenuto conferenza col Comitato. Si spacciava che fusse andato a Genova,
ma ora si suppone con certezze che era imbarcato sul "Veloce" per catturare
a Castellammare il vascello "Il Monarca" col consenso di S.A.R. Don Luigi
Conte di Aquila, zio di S.M., ed è perciò che la prefata A.R. Si è fatta subito
partire per Londra.- Verso le ore 23 è venuto ai nostri avamposti il Console
Piemontese; appena ne ho ricevuto l'avviso mi sono portato da lui per
conoscere cosa chiedeva. Mi ha detto che il suo Generale era
dispiaciutissimo dell'attacco della notte passata, ma che lui non poteva in
nessun modo reprimere la canaglia siciliana, quasi tutti servi di pena, e che
aveva ordinato stabilirsi un secondo cordone più in dentro della Città onde i
siciliani non lo avessero oltrepassato, situandovi tutti gli italiani, ma mi
pregava indurre il Generale di ritirare le due compagnie di avamposto verso
gli spalti e la Caponeria della Fortezza; al che gli ho risposto che giammai
avrei consigliato o annuito ciò che dal Generale Medici si proponeva, stante
che essendo lui un vecchio militare ben comprendeva quale svantaggio
sarebbe per noi perdere tutto il raggio di Terranova compreso nella
convenzione. Per latro, poi, restringendo più indietro i posti avanzati non si
potrebbe più guardare il sito più esposto da ove siamo sempre aggrediti dalla
canaglia siciliana. Ma egli insisteva che saremmo stati autorizzati a tirare
anche cannonate a chiunque avesse ardito oltrepassare i nostri avamposti; al
che gli ho detto, che essendo noi truppa sommamente bene organizzata ci
piace stare alla convenzione stabilita, ed allora la Cittadella tirerà il cannone
quando ci si avvisa due giorni prima che la convenzione non ha più luogo.Dopo di averlo persuaso gli ho domandato di Garibaldi ed avendomi detto
che trovavasi al Faro e ch'era incomprensibile come
quest'uomo non trova mai riposo, che molto male agiato stava fra i soldati al
Faro, al sole ardente di Leone, mi ha soggiunto che giornalmente 30 o 40
malati venivano dal Faro agli ospedali di Messina, specialmente quando si
tirano fucilate perché sempre
temono di essere bruciati da cannoni della Cittadella.- Quest'oggi sono giunte
400 cantaia di paglia per la truppa che dorme sulla nuda terra; più, dei 2500
materassini di lana spediti da Napoli, ne sono giunti 250 ed allorchè tutti
prevengono si distribuiranno alla truppa per piazzarli sulla paglia: i rimanenti
si sono sbarcati a Reggio.- È giunto altro convoglio di viveri che, giusta la
convenzione che tutto ciò che trovasi nei due Forti Conzagra e Castellaccio,
viene trasportato dai garibaldini avanti i nostri avamposti; di questi viveri non
ne facciamo affatto uso, ma si ripongono nei grandi locali del Lazzaretto.
20 AGOSTO
Questa notte non vi è stata novità alcuna; i nostri avamposti non sono stati
per nulla provocati. Le lezioni ricevute pare che abbiano persuaso i siciliani
che i nostri soldati non tirano male.- Alla punta di giorno sono partite dalla
punta di Faro 60 barche piccole cariche dell'orda nemica per tentare lo
sbarco in qualche spiaggia di Calabria. I nostri lancioni li tengono a vista,
come pure è partito un vapore; ma giusta la maledetta convenzione non
possono aggredirle se non al momento che tentano sbarcare. Si spera che la
nostra marineria (cioè Uffiziali) agiranno meglio dopo la scoperta del
tradimento di S.A.R. Il Conre di Aquila, zio del Re.
Si è sparsa voce in Messina che 4mila esteri da Genova su vapori vadano a
tentare uno sbarco dietro marina nella Calabria a noi rimpetto; forse perché
Garibaldi (per quanto dicesi) con essi imbarcato, si lusinga ancora di trovare
riuniti i 30mila calabresi che i Comitati delle 3 Provincie gli avevano
promesso. Potrà sbarcare, ma difficilmente rinvenire i 30mila! Questa mattina
si sono disertati dalle bande di Garibaldi 3 dei nostri soldati che rimasero feriti
nell'ospedale di Palermo ed obbligati a servire nel battaglione dell'Adige. Essi
sono: Domenico Caione, del 2° Btg.Cacciatori; Giuseppe Campo, del 9° di
Linea; Pasquale Caputo, del 13° di Linea. Questi mi assicurano della
massima confusione che esiste tra le masse di Garibaldi, ricevono 4 grane e
mezzo al giorno ma non sempre puntualmente pagati, un cattivissimo
ordinario e chi non si trova presente ne perde il diritto, mal calzari, senza
cappotti, i pantaloni a volontà, indossando una camicia rossa o una bigia di
cattivissima roba o di lana, un piccolo kepì, fiasca di latta, sacco a pane,
cinturone per la bajonetta. Vi è rispetto per i superiori ma non
subordinazione.- Garibaldi con le sue masse imbarcate a Taormina su legni
venuti da Genova con masse nuove ha effettuato lo sbarco dietro la marina
non lungi da Reggio. Ha scritto all'Intendente che lui non voleva che si
spargesse sangue essendo tutti fratelli italiani, ma che avesse fatto ritirare le
truppe Regie prevenendolo che ad un'ora di notte sarebbe entrato in Reggio.
Si è fatto notte ed il telegrafo non ha più parlato; infatti da Napoli si segnala
che le truppe si battono a Reggio e se si può (e qui cessa il discorso del
telegrafo ad asta perché oscurata l'aria). Stante che da Napoli alle Calabrie ci
esiste il telegrafo elettrico, ma dalla Calabria alla Cittadella solo quello ad
asta.
Sospeso il discorso si è opinato che da Napoli si domandasse che si mandi
soccorso a Reggio perché puol darsi che quella poca guarnigione si fusse
ritirata nel Forte. All'oggetto, riunito il Consiglio di Difesa ad ore 2 ½ di notte,
composto dal Generale Fergola, io ed il Colonnello Cobianchi, abbiamo
deciso che da questo presidio domani partissero 1.000 uomini composti di
300 per ogni Reggimento del 3°, 5° e 7° di Linea e 100 Pionieri comandati dal
Colonnello Cobianchi che s'imbarcassero su due nostri vapori per soccorrere
Reggio da eseguirsi domattina dopo dato ad ogni individuo due giorni di viveri
a secco, cioè gallette, formaggio e vino.- Giunta tardi la nostra fregata a
vapore "Il Fulminante", cioè dopo eseguito lo sbarco di Garibaldi, nel mentre
l'ultimo vapore stava sbarcando, "Il Fulminante", a forza di granate, lo ha
incendiato, e quindi avendo osservato in una casina a tiro molte persone,
forse ove era il Comitato, gli ha tirato varie granate che sicuramente molte
vittime avranno fatto. Verso un'ora di notte i nostri posti avanzati sono stati
attaccati con poche fucilate; si è chiamato all'arme e subito il nostro presidio
si è portato sulle batterie e ai posti assegnati. Il fuoco è durato circa
mezz'ora, ma con nostra sorpresa abbiamo osservato che il fuoco è in Città:
certamente hanno tirato fra loro.
Molte voci parimenti abbiamo intese in Messina e due fuochi di plotone. La
vera anarchia è all'ordine: povera umanità! Le truppe si sono ritirate alle ore 4
di notte circa; un'ora dopo si è chiamato all'armi, di nuovo le truppe si sono
portate ai loro posti rinforzando i posti avanzati. Ciò ha prodotto qualche
disordine perché giungendo queste al camino coperto hanno fatto fuoco da
tutti i lati in modo che molte palle sono giunte fino alla fregata inglese che è
nel porto. Il fuoco è stato vivo da parte di terra e da qualche piccolo legno da
mare e con boccacci anche da qualche abitazione. Al far del giorno la truppa
si è ritirata: abbiamo avuto qualche ferita.
Napoli - Tram a cavalli che sta per immettersi in via san
Carlo.
Ferdinando IV
21 AGOSTO
Questa mattina sono stato chiamato agli avamposti per essere stato avvertito
che il Comandante della fregata inglese, accompagnato dal Console,
desideravano parlare al Generale (essendo io il secondo sulla piazza sorto
sempre a parlamentare). Uscito fuori la piazza il suddetto Comandante
domandava soddisfazioni di essere stato offeso il padiglione delle "Regina
d'Inghilterra" per aver il suo legno ricevuto l'insulto di 5 o 6 palle pervenute
sullo stesso mentre era tranquillo nel porto e non situato verso la direzione da
ove il fuoco nemico tirava verso noi.
L'ho in qualche maniera persuaso che i nostri soldati non hanno sicuramente
ideato di offendere il padiglione inglese, ma per quelle circostanze facili ad
accaderevi in tempo di attacco ha potuto avvenire un incidente; ma la
prepotenza inglese, poco persuasa delle ragioni addotte, mi ha significato
che avrebbe scritto all'Ambasciatore. Gli ho risposto:"Fate quel che credete!".
Circa un'ora dopo il Generale mi fa leggere un segno telegrafico spedito dal
Generale Comandante in Reggio col quale lo premura di spedir subito forza
per riprendere Reggio già invasa dal nemico; ho osservato al Generale
essere cambiata la posizione e che i mille uomini pronti ad imbarcarsi per
dare un soccorso non potevano essere sufficienti per riprendere una città
occupata dal nemico e con molta simpatia degli abitanti e che perciò si fusse
riunito il Consiglio di Difesa per sentire il loro parere. In effetti tutti sono stati
del mio parere e non ha avuto più luogo l'imbarco dei 1.000 uomini.
Da questa mattina continuati colpi di cannone si sentono verso Reggio; lo
sbarco eseguito ieri dietro marina con marcia forzata si è portato a Reggio
ove le nostre truppe ritiratesi nel Castello non hanno fatto valida resistenza,
come pure il nostro legno da guerra "Il Fulminante" ha tirato immense granate
in Città. Molte barche siciliane hanno parimenti sbarcato truppa di Garibaldi in
altri siti della Calabria vicini a Reggio; "il Fulminante" ne ha catturate una
diecina ed in una di esse vi erano due Uffiziali di marina.- Verso le 5 p.m., nel
mentre alcuni legni siciliani imbarcavano parte delle truppe di Garibaldi,
dall'avamposto a Terranova si è chiamato all'arme; la fanteria regolarmente si
è formata per portarsi ai loro posti, ma gli artiglieri e pionieri, nel portarsi in
massa sulle lunette Carolina e S.Teresa, senza nessun ordine e in
confusione, si sono posti a tirar cannonate senza misericordia, come
parimenti ha praticato il Forte D.Blasco.
Questi diavoli di artiglieri hanno preso di mira la casa ove ieri si tiravano colpi
di boccaccio, per cui una granata colà caduta l'ha incendiata.
Il nemico ha sofferto qualche perdita, massime alla parte dei "Giardini",
perché l'orda siciliana era ben sicuro che la Cittadella non poteva tirare se
non dichiarata rotta la convenzione. L'affare è stato caldo e dispiacevole per
noi che dobbiamo stare alla convenzione, ma i soldati che comprendono di
ciò? Tanto più che i Capi di Corpo e Uffiziali deboli, che nessuna confidenza
inspirano ai loro soldati, la disciplina rilasciata non può produrre che simili
effetti.- Appena cessato il fuoco, comparisce una bandiera bianca agli
avamposti con un trombettiere ed il Capitano Aiutante di Campo del Maggiore
Generale Medici, secondo di Garibaldi.
Parimenti con altra bandiera bianca ed un trombettiere mi sono portato ad
incontrarlo e mi ha detto che il suo Generale desiderava parlamentare, al che
mi sono inoltrato verso il suo avamposto ed il Generale venendomi incontro
mi ha detto: "Son sicuro che non superiormente è stato ordinato far fuoco di
cannoni dalla Cittadella" – al che gli ho risposto che i superiori della
Cittadella, fedeli osservatori della convenzione, non avrebbero mai ordinato
tirar colpi di cannone se prima non avessero dichiarata rotta la tregua, ma chi
i soldati, irritati dalle continue provocazioni dei suoi militi e dai tiri di boccaccio
partiti dalle barche del porto ed altri insulti di parole che si fanno alle
sentinelle avanzate, senza ordine alcuno, senza poterli frenare, si sono
portati sulle batterie ed hanno tirato colpi di cannone; che se non si fusse
giunto a tempo dai superiori avrebbero minata la Città. Al che mi ha risposto
non essere gli italiani che commettono simili provocazioni, ma bensì gli infami
e indisciplinati siciliani, quasi tutti sortiti dalle galere che in nessun modo
possonsi reprimere o ridurre a disciplina e che egli
era persuaso che cotesta genìa giornalmente insultava, ma che lui era
pienamente contento e soddisfatto nell'essere assicurato non essere stato
dai superiori comandato che avesse agito il cannone. Replicai che se lui
soffriva l'indisciplinatezza dei siciliani, noi avevamo l'inconveniente che i
nostri giovani soldati, pieni di devozione ed attaccamento al Re, desiderano,
per distinguersi, sparar sempre senza sapere quello che fanno; dopo vari
discorsi mi disse: "Voi siete il Sig. De Martino, ho tanto piacere di conoscervi
perché siamo stati commilitoni al servizio dell'Impero Francese in Spagna, di
cui pochi siamo rimasti".
Dopo qualche altro discorso, ci siamo congedati. Durante il nostro colloquio le
sue truppe si imbarcano e nello stesso tempo si sentono molte fucilate in
Città, forse tra le masse di Garibaldi e i siciliani.
Altra nota è stata spedita dal Comandante la fregata francese perché alcune
palle dei nostri soldati hanno offeso il suo legno, tenendoli perciò per un
insulto alla bandiera francese; si risponderà categoricamente! La città di
Reggio è in potere di Garibaldi, non però il Castello che trovasi in potere dei
Regii; nulla sappiamo finora. Si sentono spesso colpi di cannone e fuochi di
fucileria; si spera che le nostre colonne divise in varii punti verso Aspromonte,
Bagnara, Alta Fiumara, si riuniscono per cacciare il nemico da Reggio, il
quale ha già ricevuto immensi soccorsi dal Faro e da Messina.- Come ho
convenuto col Generale Medici, i nostri avamposti che montano verso le ore
23 ½ si sono situati nel cammino coperto detto "Pagliara", Caponiera e
fucilaria attaccata al Forte D.Blasco da restarvi durante la notte ed lla punta di
giorno prenderanno il solito posto prescritto dalla convenzione, e ciò per
evitare collisione ed evitare qualche colpo di boccaccio che perviene da
finestre della Città; ad onta di ciò per ben due volte si è chiamato all'arme, di
maniera che fino alle ore 6 ½ di notte si è stato sotto le armi. Alla seconda
chiamata di all'arme si sono tirati due palle luminose per conoscere se il
nemico trovavasi in agguato nel piano di Terranova.22 AGOSTO
Telegramma del Generale Briganti da Villa S.Giovanni alle ore 10 a.m. di
oggi.- Dopo 12 ore di fuco, ieri, per non aver acqua nel porto di Reggio, con
800 individui assaliti da tutte le parti, sena aver aiuto anche dalla Squadra
Napoletana in crociera, e per i molti feriti e morti, il Comandante le Armi di
Reggio convenne fare la capitolazione col Generale Garibaldi. I soldati
irruppero il fuoco senza sentire comando per attaccare le barricate. Non
conosco le condizioni della capitolazione. Il Colonnello Duspet è stato ferito e
sostenne l'attacco insieme al Generale Melendez nella Fortezza.- Per quanto
si assicura, un nostro vapore ha sbarcato truppe tra Pellero e Reggio, truppe
che se non hanno accordo con le altre di terra saranno schiacciate, stante
che da ieri a oggi da Messina e dal Faro si sono imbarcati circa 8mila della
bande di Garibaldi per sbarcare in Calabria.-Questa mattina di bel nuovo ho
avuto abboccamento con il Console ed il Comandante delle fregata inglese
per le forti pretenzioni che affaccia per alcune palle tirate dai nostri soldati e
che giungendo al suo bordo hanno offeso il padiglione della "Regina Vittoria".
Brutta cosa il pinolo avanti il Forte! Tutte le Potenze sono nostre amiche ed
intanto tutti sono congiurati contro il nostro Sovrano e tutti, sotto varii pretesti,
cercano sopraffarci sotto tutti i rapporti. Faccia Iddio e protegga la giusta
causa! Un nostro vapore ha sbarcato nella Cittadella 24 prigionieri presi nelle
vicinanze di Begnara. Sono:
D.Ascenzio L'Afazio, di Palermo – 2° Tenente;
D.Fortunato Buonocore, di Palermo, Tenente;
D.Luigi Barone, Sardo, Tenente;
Vincenzo Sansa, di Palermo;
D.Pietro Bugamino, di Palermo, commerciante;
Domenico Lodicaro, di Genova;
Cristofaro Geballo, di Genova;
Luigi Granato, di Genova;
Giuseppe Bellino, di Genova;
Alessandro Vevilacqua, di Ancona;
Demetrio Conte, di Ancona;
Felice Novello, di Ancona;
Biagio De Minoiaviche, di Ragusa
Mariano Papa, di Cefalù; rimasto a bordo perché ferito.
Lorenzo Marchese, di Palermo;
D.Antonio Viola, di Palermo, Guardiamarina;
D.Achille Piraina, di Palermo, Guardiamarina;
D.Giorgio Moscardò, di Rovigno, Tenente;
Giuseppe Albano, di Palermo, Tenente;
D.Pietro Ravello, di Genova, Tenente;
Filippo Duliò, di Palermo, Guardiamarina;
D.Nicola Zilinch, di Corfù, Capitano;
Nicola Gioacchino, di Genova.
In tutto: 12 Ufficiali e 12 marinai; i primi ricevono 4 carlini al giorno e la
razione ed i secondi 12 grana al giorno e la razione come la truppa. Oggi ha
traversato il Faro la nostra nuova fregata a vapore "Borbone"; nel passare per
Torre di Faro ha ricevuto varii colpi da cannone senza essere offesa, al che
ha risposto con più fiaconate. Grande quantità di legni vi è nel Faro, tra i
nostri vapori e quelli delle bande. Molti colpi di cannone si sentono,ma nulla
di positivo sappiamo. Certo si è che Reggio col Castello è in mano del
nemico. Le nostra perdita è significante di artiglieria, munizioni, batterie di
montagna e quanto può contenere una piazza approvisionata.
Intanto Garibaldi prende piede in Calabria con la simpatia del popolo.
23 AGOSTO
Per telegramma sappiamo che al Campo del Piale trovansi riunite tre Brigate:
cioè quella del Generale Melendez e Briganti e del Colonnello Ruiz.
Telegramma del Generale Melendez dal Piale diretto al Ministro della Guerra,
al Generale Vial, in Scilla, e, per intelligenza, alla Cittadella: "il nemico
essendo stato respinto ha domandato una tregua; ho creduto regolare con un
uffiziale mandarlo dal Generale in Capo Vial per sentire ciò che decide non
essendo stata da me accordata." La bella fregata "Borbone" nel venire nel
Faro, alla punta del Faro ove li nemico ci tiene forte batteria, ha ricevuto dei
colpi di cannone. La fregata in un istante ha tirato varie fianconate che con
piacere, abbiamo osservato dai nostri baluardi della Cittadella, la detta
batteria ha molto sofferto.
Un vapore carico di truppe di Garibaldi è rientrato nel porto perché i nostri
vapori lo inseguivano per fargli fuoco; altro vapore anche carico di Garibaldini
sta nel porto senza permettersi di uscirne per timore della nostra fregata che
non lo mandi a picco.
Per effetto della convenzione il porto è libero per tutti, e libero il commercio
del Faro e del mare, di rispettarsi le due bandiere. Ciò fa si che essendo il
porto attaccato alla Città e questa essendo in potere del nemico, questi ha il
diritto di restarvi, imbarcare, e sbarcare le sue truppe, abbenchè il porto intero
è sotto il dominio del cannone della Cittadella. In modo che questi due legni
potrebbero essere mandati a picco dai nostri cannoni; ma ciò osta ai patti, in
modo che anche il vapore "Il Veloce", da noi disertato, trovasi nel porto. Or
siccome il nemico ha fatto fuoco sui nostri vapori dalla punta di Faro, i nostri
vapori credono giusto che sortiti i legni nemici dal porto possono contro di
essi agire, meno che questi di notte non ingannino la nostra crociera,
difficilmente potranno dar soccorso alle di loro masse sbarcate in Calabria.Corre voce molto assicurata che nel Trattato di Villafranca fu stabilito che se
Garibaldi avesse posto piede nel continente s'intendeva dichiarata la guerra
al Piemonte dall'Austria e che questa nota, dopo essere stata notificata al
Piemonte, i Tedeschi marciavano verso il Piemonte. Speriamo si verifichi. Le
notizie in tempo di guerra sono sempre dubbie; per me non ci credo: l'Austria
non è in felice posizione! Questa mattina nel portarsi alcuni nostri Ufficiali
Superiori in Messina per ottenere un permesso di poter fare acquisti di oggetti
e viveri per i prigionieri che abbiamo nella Cittadella e nel Forte SS.Salvatore,
il Generale Medici (garibaldino) lodava moltissimo la poca guarnigione di
Reggio che si era battuta con 6mila di loro, nel mentre i nostri non erano che
circa 700 del 14° di Linea, ma sopraffatti dal numero, dalle masse e dalla
Città, hanno dovuto capitolare. Corre voce affermativa che il buon Colonnello
Duspet del detto Reggimento sia morto pugnalato dai propri parenti, stante
che essendo egli proprietario in Reggio, forte lite aveva con essi, dediti al
partito di Garibaldi a cui avevano fatto trovare pronte masse a proprie spese.-
È quasi mezzanotte, monto sulla cinta principale della parte del Faro ed
osservo con sorpresa che i nostri vapori abbandonano il Canale e si dirigono
verso Taormina lasciando libero la spiaggia di Garibaldini che liberamente
sortendo dal porto possono sbarcare in Calabria. Dal movimento che si
osserva nel porto pare che bastimenti nemici ne sortono; mi auguro mi sia
ingannato! A giorno chiaro tutto si saprà.
1754 -Prima Cattedra di Economia, nel mondo, affidata a Napoli ad Antonio
Genovesi
24 AGOSTO
Disgraziatamente si è verificato quanto questa notte ho sospettato, stante
che il nostro telegrafo della Cittadella fa conoscere che da Torre Cavallo,
Punta del Pizzo e Petrella non corrispondono affatto ai nostri segnali sicuro
segno che questi punti sono stati occupati dal nemico.- Dal bollettino
stampato in Messina il Dittatore Garibaldi scrive al Generale Ristori, suo
Luogotenente, che le due Brigate Melendez e Briganti, che erano in posizione
al piano Piale, si sono rese a discrezione con l'artiglieria e tutte le armi.-Iddio
sa come sarà avvenuto! Nessun dettaglio, però abbiamo, nessuna
corrispondenza oltre al telegrafo, giacché, essendo rotti tutti i telegrafi che
comunicavano con la Cittadella, ed essendo lo Stretto dell'entrata del Faro
occupato dal nemico, sia dalla parte dalla Sicilia che dalla Calabria, nessun
vapore potrà venire da Napoli, a noi. Siamo rimasti isolati! Illuminazione a
giorno per tutta la Città per la vittoria riportata da Garibaldi in Calabria e per
l'occupazione dei Forti di Alta Fiumara, Torre Cavallo e Scilla. Cosa vuol dire
un popolo disgustato il di cui Sovrano non ha saputo acquistarsi il suo amore
e la sua simpatia! Napoli ricevè dalla Provvidenza un Re religioso e di buon
cuore, come tutti i Borboni, ma guasto il suo cuore dalla adulazione e dalla
finta venerazione di uomini che lo circondavano, di poca esperienza, di niuna
educazione militare, bisognosi, senza idee di grandezza o di nobiltà,
circoscritti nelle loro idee. Ecco tutto lo Stato Maggiore che da mattina a sera
circondavano il volontario prigioniero di Gaeta, che poco o nulla lo
avvertivano delle ingiustizie che si commettevano dai Magistrati e Intendenti
delle
povere provincie dilaniate da tutti gli amministratori. Aggiungi a questo
l'avarizia, l'ammassar tesori senza misericordia.
Tre leve in un anno; un milione e mezzo insaccato per cambi, altra leva per
rimpiazzare questi, la poca cura presa di ascoltar reclami per la stazione di
Gaeta ecc. ecc. Tutte queste cose avendo prodotto un generale disgusto al
popolo che la sa molto lunga, perché lo sviluppo troppo precoce gli ha fatto
conoscere la sua forza, ha fatto in modo che Garibaldi ha trovato il gran
partito nel Regno dando promesse e speranza di miglior governo. Ecco
perché lo giudico non effetto di tradimento i due Generali Melendez e Briganti
per essersi resi a discrezione (come si dice) ma piuttosto che trovandosi in
posizione con le di loro brigate ancorchè vantaggiose, se altre due Provincie
che avevano alle spalle fussero insorte e attaccati alle spalle e con Garibaldi
di fronte, sicuramente non potevano tentare un attacco deciso stante che con
le popolazioni contrarie nessun mezzo di sussistenza o di risorsa avrebbero
avuto e che perciò sarà loro convenuto di arrendersi.-Chi non ha esperienza
di simili guerre, mal può giudicare.- In Ispagna, il Generale Dupont, nelle
pianure di Bayleon, dovette arrendersi, con un Corpo di Esercito Francese di
18mila uomini, alle masse che da per tutto lo circondavano facendogli
mancare ogni mezzo di sussistenza.
Questa mattina, abbenchè il Generale Medici avesse assicurato al Tenente
Colonnello Vallo che aravamo liberi tutti gli individui del presidio della
Cittadella di andare in Messina per provvederci di quanto ci bisogna, pure
degli incaricati della spesa dell'Ospedale, ancorchè accompagnati da un
Ufficiale Piemontese, hanno ricevuto mille insulti dai Messinesi.-
Foto dell'ultimo Re delle Due Sicilie: Francesco II, con la regina Maria Sofia
(1859-1861).
25 AGOSTO
Questa mattina siamo stati tranquilli, nè gli avamposti sono stati attaccati.
L'esultanza del popolo è immensa per le conquiste di Garibaldi in Calabria;
gran passeggiata in Città per godersi dell'illuminazione spontanea fatta in
onore del Dittatore.- Siamo in attenzione di qualche vapore francese
noleggiato dal nostro Governo perché i nostri legni non più possono entrare
nel Faro per essere occupati dal nemico i Forti delle due spiaggie con i
corrispondenti Forti, cioè: Alta Fiumara, Torre Cavallo e Scilla.- Siamo
avvertiti che a Reggio vi sono circa 80 tra sottoufficiali e soldati forse della
guarnigione che capitolò con Garibaldi, i quali o non hanno mezzi o perché
non hanno voluto prendere servizio con lo stesso, desiderano portarsi in
Napoli. Si è spedito il vapore francese noleggiato dal nostro Governo per
imbarcarli e condurli a Napoli "por lo mismo mileche de jerro a ido a
Napoles".- Molti vapori francesi sono noleggiati dal nostro Governo, come il
"Pitias", molto grande, il "Sirienne", il "Carlo Martello" ed altri, perché sotto la
bandiera francese possono tenersi attivata da per tutto la nostra
corrispondenza e quanto ci bisogna.- Mentre scrivo, due scosse di terremoto
ondulatori si succedono di pochissima durata; sono le ore 11 ed un quarto
d'Italia. Mi auguro che non vi sia replica, abbenchè i terremoti politici poco ci
fanno calcolare i terremoti naturali!
Il Generale Medici domandava un abboccamento col nostro Generale
Fergola; riunito il Consiglio di Difesa, si è deciso non convenire e, pertanto, si
è risposto negativamente.- Verso le ore 22 il nostro avamposto è stato
attaccato con colpi di fucile e boccacci Messinesi; i nostri hanno risposto. I
Piemontesi si scusano sempre dicendo che le squadre siciliane non possono
reprimersi.- Messina e Reggio sono festosamente illuminate per le vittorie di
Garibaldi riportate in Calabria.
È entrato nel porto un vascello ed una fregata francesi.
26 AGOSTO
Riceviamo notizia che Garibaldi con le sue masse sia entrato in Monteleone
con generale acclamazione e che le Calabrie siano nel perfetto senso della
Sicilia.-Viene di entrare nel porto (ore 9 a.m.) un vascello ed una fregata
inglesi.-Dal nostro telegrafo della Cittadella si scovre che il telegrafo di Collina
Petrella, che pria segnalava a noi, or si corrisponde a Bagnara ove trovansi le
truppe di Garibaldi che s'inoltra più avanti. Il Capitano Palladino aggiunto al
mio Stato Maggiore si è portato sulla fregata Sarda per riceversi una lettera di
riscontro ad altra del Generale, e siccome era stata inviata al Console per
farla giungere nella Cittadella, si è mandata a prenderla. In attesa, dal
Comandante la fregata è stato invitato a pranzo ove molto gentilmente è stato
trattato, non tralasciando fargli comprendere i torti del nostro Governo nel non
aver voluto accettare un ultimatum che propose il Piemonte e non aversi
voluto dividere da Casa d'Austria che forma la sua rovina con essersi sempre
negato di accordare qualche cosa ai propri sudditi. Il Capitano saviamente
che essendo militare non conosceva nè entrava in simili materie.27 AGOSTO
Questa notte verso le ore 7 italiane dai "Giardini" è stato tirato dalle messe
siciliane un colpo di boccaccio, e siccome i nostri giovani soldati dei posti
avanzati hanno cominciato a persuadersi che non bisogna tirare se non
quando si vede a tiro il nemico, per nulla hanno risposto, stante che i siciliani
in altro modo non appaiano se non da dietro i muri o da dietro a qualche
grosso albero, oppure a tradimento.- Dal giorno 24 che la Provincia di Reggio
è stata occupata da Garibaldi e dalle masse calabresi. Cominciamo a soffrire
le pene dell'assedio stante che da Calabria non più vengono barche che nulla
ci facevano desiderare. Ora siamo alla generosità degli italiani (che non
credo andrà a lungo), i quali con tutta gentilezza ci invitano andare in Città a
comprare quel che ci bisogna; ciò però non basta per evitare le insolenze dei
siciliani a cui si viene esposti, per cui pochi imprudenti si azzardano entrare in
Città, contentandoci della razione che abbiamo interpellatamente di
presciutto, formaggio, pesta, legumi, riso, vino e due volte la settimana pane
fresco e carne fino a che finiscono 30 vaccine che abbiamo.-Quanto è duro il
presente stato per la maggior parte dei nostri Uffiziali, non avvezzi alle
sofferenze e privazioni che offre la guerra.- I due Generali dell'orda nemica
sono partiti per la Calabria, cioè Medici e Ristori; è rimasto in Messina il solo
Generale Fabrizio, barone siciliano. Ieri il Dittatore Garibaldi scrisse al suo
Generale in Messina: "La nostra marcia nella Calabria è un trionfo. Le truppe
Regie si sbandano e le popolazioni sono frenetiche ed entusiaste". Ciò fu
subito messo in stampa che ne ricevemmo copia.- Uno dei nostri brigantini
carichi di paglia con antecedente avviso attendevamo da Napoli per la
giacitura dei soldati, alla punta del Faro è stato catturato dai Garibaldini.
Essendo stato da noi veduto scaricarsi alla Marina di Messina, si è scritto al
Governatore che ciò ostava allo art.6 della convenzione. Ci è stato risposto
dover ciò dipendere da qualche equivoco e che andava a dilucidarsi.- Alle ore
11 a.m. ci è stata tolta l'acqua da tutte le fontane della Cittadella: ho fatto
subito aprire le riserve d'acqua, supponendo, come è avvenuto qualche volta
anche nello stato normale, che l'acqua per intrigo dei giardinieri per qualche
ora non veniva dalla Fortezza.
Abbiamo atteso fino alle ore 23 in cui si è fatto tanto conoscere al
Comandante di Piazza il quale ha risposto che subito avrebbe dato ordine
che ci fusse restituita l'acqua.
È cosa per me troppo dolorosa l'aprire le riserve d'acqua, unico mezzo per far
arrendere una Fortezza prima del tempo. Siamo 5mila circa cui bisogna
acqua e se il tempo non è piovoso l'acqua presto potrebbe terminare.
Abbiamo tre pozzi artesiani, ma questi poca acqua scaturiscono e per nulla
sufficienti per 5mila persone! Attendiamo domani se il nemico attende a
quanto ha promesso che sarebbe nei patti della convenzione, a meno che
non intenda violarla .
Posta da Napoli non più ne riceviamo, i nostri vapori nel porto più non ne
vengono, abbenchè i vapori francesi dal Governo noleggiati potrebbero
entrare nel porto e conferire con noi, pure da Napoli non se ne invia alcuno.
Siamo isolati e privi di tutte le notizie a meno di quelle che il nemico ci vuole
far conoscere; in questo stato deplorabile di conoscenza di ciò che si fa nella
Capitale e dal Governo attendiamo fino a che non abbiamo viveri o istruzioni
che ci sarebbero purtroppo necessari.- Tra i prigionieri inviatici dal Generale
Melendez da Bagnara il giorno 16 corr. vi era un calabrese, Giuseppe
Adiroldi, che dal detto Generale si scrisse di tenerlo sotto stretta
sorveglianza, per cui si strinse in una prigione seprata al Forte SS.Salvatore;
essendoglisi rinvenuti 47 napoleoni in oro e 6 piastre glieli feci togliere
consegnandoli alla Cassa di Campagna da poterne fare uso a seconda i suoi
bisogni permessi ai prigionieri. Or siccome il detto calabrese ha saputo che i
garibaldini prigionieri, perché Guide dello Stato Maggiore di Garibaldi, sono
trattati con qualche distinzione, domandò unirsi a questi perché avevano dei
materazzini e stavano con più libertà nel Forte; ebbe una negativa. A ciò ieri
inoltrò domanda di parlare col Generale Comandante, al che fu risposto che
avesse conferito col Maggiore Vacca, Comandante il Forte che avrebbe
rappresentato. In effetti ha confessato aver mentito il suo nome e condizione
e di essere egli un Cappucino Sacerdote di Messa, di chiamarsi Padre
Samuele di Cardinale ed al presente Cappellano Maggiore del Battaglione
"Stocchi" delle masse di Garibaldi. Egli era al convento di Nicastro. Gli è stato
dato un materazzino d'ospedale, ma restando in quella prigione.
Lo stesso ha detto che mentì il suo nome perché aveva seco una balice
piena di cartocci e di revolveri che suppone essersi perduta. Ha detto pure
ch'egli partì da Nicastro per avvertire il Comitato di Palermo che il Comitato di
Nicastro teneva pronti 20mila uomini armati che sarebbero insorti appena
Garibaldi sarebbe sbarcato in Calabria.-
1762 -Accademia di Architettura, una delle prime e più prestigiose in Europa
28 AGOSTO
Stamane alle ore 11 a.m. è venuta l'acqua nelle nostre fontane della
Cittadella che non ci fu tolta dal nemico bensì dal monopolio dei fontanieri
che la vendono ai giardinieri degli agrumi.-La giornata si è passata
tranquillamente sempre però con infauste notizie che ci pervengono
(sebbene da Messina) pel trionfo di Garibaldi in Calabria e per la simpatia
che inspira alle popolazioni.- Nessuna notizia riceviamo da Napoli; siamo del
tutto isolati. Molti dei nostri vanno in Città sotto aspetto di comprar viveri agli
infermi del nostro Ospedale o per i prigionieri e piuttosto gentilezze ricevono
dagli Italiani, non però dai siciliani a cui si è sempre esposti a qualche
insulto.- Ieri sera nel voler riunire i primi prigionieri Guide dello Stato
Maggiore con i secondi quasi tutti di marina, i primi mi pregarono di non farl
eseguire ancorchè sarebbero stati meglio. Domandatane la causa mi
risposero ch'essi erano Lombardi e quelli Piemontesi; lo accordai. Ma intanto
osservo la perfetta antipatia che esiste tra Lombardi e Piemontesi, che se tutti
gli Stati Italiani hanno simile simpatia fra loro non saprei se l'unità d'italia o la
fratellanza che dobbiamo avere possa essere favorevole a tale unità o
annessione generale di tutti gli Stati, stante che nei
miei viaggi in Italia in diverse epoche ho osservato sempre una naturale
antipatia tra Romani e Toscani, tra questi e i Lombardi e tra questi e i
Piemontesi ed, infine, quella naturale antipatia che suole esistere tra Stati
limitrofi come la Francia ed Inghilterra, che la politica di Stato e gli interessi di
commercio li mantengono uniti ma sempre minacciosi fra loro.29 AGOSTO
Questa sera è entrato nel porto un grosso vapore carico di feriti delle masse
di Garibaldi; detto vapore dopo aver sbarcato i feriti ha requisito tutte le
barche piccole e peschereccie che hanno imbarcato truppe per sbarcarle a
Reggio. Supponiamo che forte azione vi sia stata con le nostre truppe verso
Monteleone e che le truppe di Garibaldi che trovavansi a Reggio siano con
sollecitudine marciate a quella volta e rimpiazzate da quelle partite da
Messina.- Al ritorno di dette barche ci hanno provveduto di quanto può
desiderarsi di vitella, pesce, grande abbondanza di frutti, neve ecc.;
abbenchè il Generale Fabrizio avesse ordinato che le barche di Messina
andassero al Lazzaretto ove è il nostro ospedale ed anche i prigionieri a
vendere quanto bisogna, come pure al Forte SS.Salvatore, dando ordine
severo ai Messinesi di rispettare e non insultare qualunque individuo che
dalla Cittadella si porta in Messina per comprare quanto ci bisogna.
Il Generale Fabrizio fa grande premura per il cambio dei prigionieri, ma gli si
è risposto che avendone chiesta l'autorizzazione del Ministro di Guerra, non
si può per ora eseguire, stante che siamo senza comunicazione con la
Capitale e no si conosce se il detto Ministro lo approvi. Tra i prigionieri vi
sono 7 Uffiziali di Marina e molti marinai che suppongo fanno ad essi molto
bisogno.- Sono le ore 12 ½: il Console Sardo è annunziato agli avamposti;
egli desidera parlare al Generale. Dopo le cerimonie di uso gli dico: "cosa
avete a dire al Sig. Generale, il quale manda me come secondo nel Comando
di questi Baluardi" – "Ma io ho preciso bisogno di parlare col Generale" – Io
rispondo: "Non può essere; quello che dovete a lui dire nel dirlo a me sarà
fedelmente rapportato"-Finalmente persuaso, mi ha detto: "Leggete questo
bullettino di Napoli ove vi è anche una lettera di D.Leopoldo a suo nipote
Francesco II ove si osservano le vittorie di Garibaldi ed il consiglio dello zio
D.Leopoldo al nipote Francesco II che lo consiglia di sciogliere il popolo dal
giuramento e partire da Napoli" – "Mio caro Console, questo bullettino l'ho
letto prima di Voi e ne resto inteso se non avete altro da dirmi!" -"Ho alcune
lettere venute da Napoli con la messaggeria del Tenente Colonnello De
Nunzio del Genio e altri" – "Ebbene datele pure a me che saranno
fedelmente consegnate". Dopo di ciò, mi ha replicato: "Avrei sommo
interesse di parlare al Generale anche per il bene di tutto il presidio della
Cittadella per intavolare un trattato senza avere effetto per ora perché la
guarnigione potrebbe godere di quei vantaggi che più tardi non gli sarebbero
concessi" – "Signor Console" – gli ho risposto – "Questo è un caso
impossibile perché ad onta che il Generale annuisce a stabilire un trattato (lo
che non credo) bisogna vedere se il Consiglio di Difesa vi annuirebbe perché
essendo io il secondo nel Comando sarei sempre di contrario avviso, tanto
più che Lei non ha un mandato ufficiale, nè nella Cittadella vi sono uomini di
tanta poca esperienza che non conoscono che gli affari di guerra sono
sempre dubbi. D'altronde questa Fortezza ci è stata consegnata da un
legittimo Sovrano e si difenderà fino all'ultimo sangue e fino a che Lui stesso
o altro legittimo Governo qualunque gli succeda non dia ordine di fare quello
che sarà per comandare, staremo sempre fermi nella nostra difesa!" Un
parlare così sostenuto ha un poco paralizzato il Console il quale ha replicato
che lui agiva per il bene della guarnigione, perché inoltrandosi più le vittorie di
Garibaldi la guarnigione della Cittadella avrebbe avuto delle dure condizioni,
come il licenziamento di tutti gli Uffiziali; al che ho risposto che questi
andrebbero sempre superbi di essersi comportati da uomini d'onore. Mi ha
detto anche che la Città di Messina non temeva affatto la Cittadella; gli ho
risposto che in ciò vi era un errore perché in caso di estremo bisogno la
Cittadella si avrebbe fatto provvedere dalla Città a forza di bombe. Egli ha
replicato: "Venendo una grande forza dal mare e attaccati da terra come
farete?" -Gli ho risposto che essendo io l'effettivo Comandante della
Cittadella negli ultimi estremi, avendo le chiavi di tremila cantaia di polvere li
darei a fuoco per così non esistere più nè Cittadella, Messina, Borbone o
Garibaldi, restando nel fermo proposito che senza ordine di un legittimo
Governo, qualunque esso sia, nessun trattato potrà farsi, che lo ringraziavo,
per altro, della sua filantropia usata verso la guarnigione e che non avevamo
tanto piacere di parlamentare potendo scrivere tanto lui che il Generale
Comandante le truppe in Messina che si sarebbe puntualmente risposto.Puntualmente mi ha risposto che lui sempre conferiva col Maresciallo Clary;
gli ho risposto che forse le circostanze erano diverse e che se aveva comandi
a darmi gli auguravo buon appetito.
In tal modo è terminato l'abboccamento. Questo Console vorrebbe acquistare
un merito con Garibaldi con convenire un trattato di resa con la Cittadella,
senza avvedersi che ha da fare con gente d'onore e vecchi soldati!
Verso le ore 22 un telegramma di Garibaldi a Messina ordina che tutti i legni
da trasporto e i tre vapori si portassero subito a Pizzo. Non sappiamo che
operazione debbono fare, se avanzando o per retrocedere. Certo è che
moltissimi feriti sono venuti in Messina e a Reggio. In Messina vi sono
rimaste poche truppe di Garibaldi. Il Sig. Prat, Uffiziale di piazza al nostro
servizio, essendosi incontrato col Console Sardo gli ha detto essere io "uomo
poco concilievole e pare stia sempre con la miccia accesa in mano" e che
non così era il Maresciallo Clary. Ciò è dipeso per avergli parlato con quella
fermezza e contegno di un vecchio ed onorato soldato che non si fa imporre
da chicchessia per critiche che siano le circostanze. Non avvezzo a sentir
parlare in simil modo, ha cambiato linguaggio ed ha detto al cennato Uffiziale
di aver io minacciato financo di far fuoco in caso estremo alla cantaia di
polveri che sono nelle riserve. L'Uffiziale gli ha risposto: "Se ve lo ha
promesso, siate sicuro che attenderà alle sue parole".30 AGOSTO
Questa notte alle ore 6 sono stato personalmente a far aprire e calare i ponti
di Porta di Grazia dalla parte di Mare grosso da ove è passato un vapore
francese e per un marinaio ci ha fatto passare alcuni plichi e poche lettere
particolari. Le lettere ministeriali di 10 giorni fa non contengono che rimpiazzo
di Uffiziali di artiglieria, di proporre che tabacco si potrebbe somministrare alla
truppa e cose che a nulla riguardano la nostra presente posizione, molto
differente di 10 giorni dietro.- Il detto vapore si suppone essersi diretto per
Siracusa.- Da sicura notizia scritta da Reggio ci si assicura che il Generale
D.Filomeno Briganti, nello sbandamento dei soldati a Scilla, fusse stato
trucidato dagli stessi soldati ed il figlio, Capitano di Artiglieria, si fusse ucciso
con un colpo di pistola.- Si suppone che a Scilla il Generale avesse dato
tavola agli Uffiziali di Garibaldi e che i soldati credendosi traditi come a
Palermo, dopo averlo trucidato, si sbandarono. Che cosa triste per un
Generale l'aver poca esperienza e poca conoscenza degli uomini che
comanda.- Quest'oggi verso le ore 23 sono stati tirati da mare due colpi di
fucile verso i nostri avamposti a Terranova. Dai nostri molini si macina il
grano dai nostri soldati e si panizza tutte le volte che la truppa riceve il pane
in vece di gallette; circa 4.800 razioni al giorno. Siamo all'oscuro di tutto; nulla
sappiamo. Da Napoli nessun vapore. Abbiamo per ora abbondanza di tutto
che ci s'invia dalla Città facendosi dal nemico pervenire al Lazzaretto e
SS.Salvatore quantità di barche cariche di quanto può desiderarsi, come pure
gran quantità di soldati si portano a spendere in Città tranquillamente. Ciò è
per ora; non sappiamo se andrà a lungo. Suppongo, per altro, che ciò sia per
far vivere anche la popolazione onde smaltisca i suoi generi stante che i
nostri soldati spendono generosamente perché oltre una forte razione ed il
vino ricevono 16 grane al giorno e doppia diaria. Cosa graziosa l'osservare in
una vasta ed estesa fortificazione come questa composta di tanti baluardi,
lunette, forti staccati a considerevole distanza come il Forte Lanterna,
SS.Salvatore, il Forte D.Blasco intersecati da estesa pianura con
comunicazioni di Caponiere, un vasto Lazzaretto, da per tutto cannoni e
materiale da guerra e circa 4.800 uomini che ad ogni momento sono pronti a
battersi ed esporre la loro vita, che cantano, gozzovigliano e fanno il loro
servizio dormendo a terra e sempre vestiti da più di cinque mesi. Nella lunga
estensione della Fortezza si osservano quantità di speculatori soldati (per lo
più pionieri ed artiglieri) che dalle barche o dai giardini comprano all'ingrosso
frutti, pomidoro, melloni, vaccina, pani, sigari e vino, che formano
continuamente botteghe ambulanti e nulla fanno mancare ai soldati. Chi sa
come finirà quanto durerà questa faccenda e come finirà. Faccia Iddio!
31 AGOSTO
Sono approdati varii vapori nel porto che sbarcano molta gente di Garibaldi.
Da noi si crede e si conferma da tutti che sono feriti, come pure si accerta
che i legni approdati questa notte a Reggio, osservati dal nostro telegrafo
della Cittadella, siano anche feriti Messinesi e siciliani e ciò per non far
avvilire il partito siculo li conducono a Reggio. Intanto dentro Messina si
cantano e si stampano vittorie di Garibaldi in Calabria e si dicono tante
cglionerie in suo vantaggio. Certo è che se fussero vere si sarebbero
replicate le illuminazioni, lo che non è avvenuto. D'altra parte poi da noi si
dicono, si credono o s'inventano altrettante coglionerie sia pel desiderio del
nostro bene o perché qualche Uffiziale di non nota entità (che non ne
mancano) dice qualche cosa in nostro vantaggio in presenza del trabante o di
qualche soldato, questi propaga la notizia aumentandola; l'ozio che vi è la fa
replicare tanto che ritiene come cosa certa, nel mentre, riflettendo sul
proposito, si osserva che essendo ni senza nessuna corrispondenza, nè per
mare nè per terra, tali notizie non potevano pervenirci. Per esempio, le notizie
di oggi sono: che circa 500 feriti di Garibaldi sono sbarcati negli ospedali di
Messina, all'Ospizio di Colloreale e a Reggio; che le colonne di Garibaldi
siano state battute e che hanno retrocedute in modo che verso le ore 20 molti
assicurano di avere inteso fuochi di artiglieria in Calabria, a noi rimpetto,
molto indietro di quanto le masse si erano avanzate. Chi dice in Città poche
masse, altri assicurano al contrario, infine l'ozio, che fa sempre chiacchierare,
fa dire e credere cose che non esistono. La mia esperienza nulla mi fa
credere se non quello che i fatti dimostrano o che qualche vapore ci
apportano notizie ed ufficiali. Attendiamo con ansia qualche vapore per
sapere qualche notizia sicura della Capitale e delle nostre famiglie, come
pure per il necessario soccorso di danaro, stante che la truppa non ha danaro
che fino al 14 di settembre, per viveri ne abbiamo in abbondanza, forse per
altri due mesi.- Alle ore 20 di bel nuovo si è fatto annunciare il Console Sardo
agli avamposti. Si è spedito il Tenente Colonnello De Nunzio del Genio al
quale ha detto che aveva somma necessità ed urgenza di parlare al Generale
Comandante le truppe, al che gli si è risposto che giusta l'articolo
dell'ordinanza di piazza il Generale non può sortire dalla piazza per aver
abboccamenti con chicchessia, che scriva e si risponderà. Non saprei, per
altro, quale sia la tanta premura del detto Console di voler conferire col
Generale mentre avendo conferito con me come Comandante la Cittadella ha
ben dovuto comprendere come si pensa dall'intiero presidio! Questa mattina
il mio cameriere Gaetano è stato arrestato e condotto alla Piazza perché,
come goloso, si è portato a prendere un gelato a Messina e siccome non si è
portato il "passo" da me firmato è stato condotto avanti il Comandante di
Piazza il quale, essendosi assicurato non essere una spia lo ha rimandato.
In tutta la giornata nessun colpo di fucile agli avamposti. Nel porto vi è un
vascello inglese, altro farnese e una fregata piemontese; molti legni
mercantili.
1° SETTEMBRE 1860
Altro vapore questa notte è venuto a Messina; per quanto si dice,ha sbarcato
molti feriti della truppa di Garibaldi. Certo si è che Messina è in lutto, nè si
stampano, da qualche giorno, bollettini di vittorie.
Questa notte abbiamo inteso dai nostri baluardi un forte cannoneggiamento
cupo nelle montagne di calabria, molto indietro della marcia trionfale fatta da
Garibaldi nello sbarcare a Reggio insorta e con migliaia di calabresi armati
preparatigli dal ricevitore Melissani; da ciò da noi si suppone che Garibaldi sia
stato battuto al di là di Bagnara. Grande illuminazione in Messina e a Reggio;
il nostro interprete del telegrafo, da segnali fatti dal nemico a Messina, rileva
che Garibaldi segnala da Paola, vale a dire 24 miglia da Cosenza; questa
sarà stata una delle solite ottime mosse di questo strategico Generale che ha
chiamato forse l'attenzione dei Regii ove ha avuto tanti feriti prima di
Monteleone per eseguire poi lo sbarco a Paola per attaccare i Regii da dietro
e fare insorgere la provincia di Cosenza non tanto devota ai Borboni, e quindi
le provincie di Basilicata e Salerno che sono nello stesso senso.- Un triste
caso si è avuto, che fortunatamente si è scoverto, ma dà molto a temere
perché non siamo sicuri della guarnigione. Sulla cinta principale si è trovato
un "pezzo" inchiodato che tira su di un punto interessante da ove può temersi
facilmente una sorpresa.
Si è fatto subito cambiare il pezzo, ma dà molto a riflettere potendovi essere
molti Giuda fra noi!- In tre giorni si sono disertati 2 primi tenenti del Genio;
Saint Paul e Morante. A questo punto de Martino interrompe la sua
trattazione cronologica per riportare il testo di due documenti:
A) le clausole della Capitolazione di Milazzo;
B) il testo integrale della convenzione fatta a Messina tra il
Maresciallo di Campo Clary ed il Maggiore Generale Medici.
A) CAPITOLAZIONE DI MILAZZO
1.
Le Reali truppe sarebbero uscite dalla Fortezza di Milazzo cogli onori militari,
eccettuato il Colonnello Bosco, il quale doveva uscire a piedi e senza spada;
però Garibaldi volle essere generoso con lui accordandogli la sola spada.
2.
La fortezza sarebbe rimasta con tutta l'artiglieria e munizioni da guerra in
potere di Garibaldi.
3.
I cavalli tutti a metà delle mule che rimanevano ai Napoletani da consegnare
a Garibaldi. Tutto fu eseguito in un paio di giorni. I Regii furono imbarcati sui
bastmenti o vapori da trasporto mandati espressamente dal Governo di
Napoli.
B) CONVENZIONE DI MESSINA
L'anno 1860, il giorno 28 di luglio in Messina, Tommaso CLARY, Maresciallo
di Campo, Comandante Supremo le Truppe riunite in
Messina, ed il Cavaliere Maggiore Generale Giacomo MEDICI, animati da
sensi di umanità e nello intendimento di evitare lo spargimento
di sangue che avrebbe causato l'occupazione di Messina da una parte e la
difesa della Città e Forti dall'altra; In virtù dei
poteri loro conferiti dai rispettivi mandanti, sono addivenuti alla seguente:
CONVENZIONE
1.
Le Reali Truppe abbandoneranno la città di Messina senza essere molestate
e la Città occupata dalle Truppe Siciliane, senza
venir pure queste molestate dalle prime.
2.
Le Truppe Regie evacueranno i Forti Gonzaga e Castellaccio nello spazio di
due giorni a partire dalla data della soscrizione della presente convenzione.
Ognuna delle due parti contraenti destinerà due Uffiziali ed un Commissario
di Guerra per inventariare le diverse bocche a fuoco, i materiali tutti da guerra
e gli approvvigionamenti di viveri e di quanto altro esisterà nei Forti su
indicati. Resta poi a cura del Governo Siciliano lo incominciare il trasporto di
tutti gli oggetti inventariati appena effettuato lo sgombro dei soldati, di
compierlo nel minor tempo possibile e consegnare i materiali trasportati nella
zona neutrale di cui si tratterà appresso;
3.
Lo imbarco delle Reali Truppe varrà eseguito senza che venga molestata per
parte dei Siciliani.
4.
Le Truppe Regie riterranno la Cittadella coi suoi forti D.Blasco, Lanterna e
SS.Salvatore con la condizione però di non dovere in qualsiasi avvenimento
futuro recar danno alla Città, salvo il caso che tali fortificazioni venissero
aggredite o che lavori d'attacco si costruissero nella Città medesima. Stabilite
e mantenute queste condizioni, la inoffensività della Cittadella verso la Città
durerà sino al termine delle ostilità.
5.
Vi sarà una fascia di terreno neutrale parallela e contigua alla zona militare, la
quale si intende debba allargarsi per 20
metri oltre i limiti della attuale zona che va inerente alla Cittadella.
6.
Il commercio marittimo rimane completamente libero d'ambe le parti.
Saranno, quindi, rispettate le bandiere reciproche. In ultimo resta alle autorità
dei Comandanti rispettivi che stipulano la presente Convenzione la libertà di
intendersi per quei bisogni inerenti al vivere civile che per parte delle Regie
Truppe debbono venire soddisfatti e provveduti nella Città di Messina.- Fatto,
letto e chiuso il giorno, mese ed anno come sopra nella casa del
Sig.Fiorentino Francesco, banchiere alle Quattro Fontane.
Firmati: Tommaso De Clary - Maresciallo di Campo
Cav. Giacomo Medici – Maggiore Generale
Per copia conforme:
Firmato: G.Guastalla – Capo dello Stato Maggiore.
2 SETTEMBRE 1860
Questa mattina la truppa ha ricevuto per la prima volta una distribuzione di
carne essendosi uccise quattro vaccine della riserva. La notte agli avamposti
si è passata tranquillamente senza novità.- Caldo eccessivo.- Un bollettino
stampato in Città annuncia con data di ieri un telegramma di Garibaldi da
Cosenza che la Colonna del Generale Ghio essendo stata attaccata alle
spalle si è sbandata ed i Calabresi pieni di entusiasmo proclamano con gli
"evviva" Garibaldi.- Sono le ore 9 a.m.; giunge per la parte di mare grosso un
lundro di Dogana spedito da Siracusa al Generale Lo Cascio che comanda
quella Fortezza e quella di Augusta, con ufficio che fa conoscere che il
Capitano di barca detto Romano, giunto colà proveniente da Messina, aveva
sparsa la voce che la Cittadella si era resa al nemico e che i Garibaldini e le
Regie Truppe erano unite insieme alla Fortezza e che perciò domandava
istruzioni come regolarsi. Gli si è risposto essere tutta menzogna quanto si
spacciava e che si tenesse fermo nell'obbligo suo e che in nulla si amovesse
senza l'ordine di questo Sig. Generale Comandante le Truppe riunite nella
Cittadella, ha permesso innalzarsi bandiera Piemontese sulla Cattedrale di
Siracusa, i detti marinai hanno subito spacciato che Siracusa si era resa.
Un ordine del giorno al presidio ha fatto conoscere la falsità della notizia,
soggiungendo che le due suddette piazze erano fornite di viveri per quattro
mesi che non ancora avevano toccati perché giornalmente quella truppa fa la
spesa del rancio nella piazza della Città.- Questa notte è partito da Messina
altro vapore con truppe nemiche; non si conosce ove andavano a sbarcarle.
In Messina vi è pochissimo numero di uomini delle masse.- Il Consiglio di
Difesa ha deciso mentre in Napoli un Uffiziale Superiore (Maggiore Diversi)
sotto pretesto di andare a prendere danaro, ma effettivamente per sapere o
conoscere lo stato delle cose che passano e la posizione degli affari.
Io sono stato di contrario avviso dicendo che una piazza chiusa da assedio,
avendo viveri e munizioni, il Governo, il Re o chicchessia, non deve pensare
a maggiori soccorsi avendo una sufficiente guarnigione per difendersi. Ho
detto parimenti: "Che notizie volete che il Ministro di Guerra vi dia? Forse la
posizione dell'Armata? E questo non ha nulla a che fare con la Fortezza!" ed
altre ragioni che il buon senso di ogni militare può suggerire, ma, siccome
non tutti siamo militari nel 1860, il mio voto non ha avuto luogo ed il Maggiore
Diversi domani partirà con la "Messagerie" francese. Faccia Iddio che abbia
buona accoglienza ove si presenta, perché sicuramente questa disposizione
sarà presa per debolezza e titubanza del Generale che comanda le Truppe.
Oggi altre masse si sono imbarcate in Messina per raggiungere Garibaldi, ma
non sappiamo dove. L'imbarco si è effettuato sulla fregata piemontese che
sta sempre nel nostro porto sotto il cannone della Cittadella che dobbiamo
considerare come di Nazione amica perché il Piemonte non ci ha dichiarato
la guerra e perché per trattati non vi è intervento fra una Nazione con altra.
Intanto lo strategico Garibaldi impronta il nome di Vittorio Emanuele, s'intitola
Dittatore e tutte le Potenze, Inglese, Francese e come l'intiera Italia, gli
somministrano tutti i mezzi per promuovere una grande insurrezione nel
nostro infelice Regno. Che dirà la storia a venire? Se non vi è intervento
perché la Francia spedisce truppe nella Siria contro i Musulmani che hanno
fatto man bassa dei Cristiani ed altre Potenze che v'intervengono? E soffrire
poichè un Generale senza nome di Nazione con delle masse invada un
Regno di un legittimo Sovrano, fa dei proseliti dai malcontenti dello stesso
Regno che ruina da capo a fondo col lasciare libertà molti migliaia di servi di
pena e cattivi soggetti che da per tutto apportano anarchia e disordine,
eppure nessuna Nazione prende interesse a cosa che in tutti i Regni può
avvenire. Non v'è dubbio che molto malcontento esiste nel Regno per causa
della prepotenza e dispotismo dei Ministri, intendenti e Amministratori, come
pure che l'Italia si crede libera dal giogo tedesco e che si vorrebbe Napoli
nello stesso senso, ma questo avrebbe potuto ottenersi con trattati senza
però pretendere che il Sovrano sorta e rinunci al Regno come lo consigliò il
proprio zio S.A.D. Leopoldo.
Avendo il Re data una Costituzione, dalla Francia stessa o da qualche altra
Potenza si avrebbe potuto obbligare a concederla su più larghe basi oppure
formare una confederazione come meglio avessero giudicato le grandi
Potenze, ma non avrebbero mai dovuto permettere che il Regno fusse invaso
da un particolare individuo e dal capriccio dei popoli. Certo è che la guerra
che attualmente facciamo è caso non ancora da secoli avvenuto e Dio sa
quando l'infelice Regno delle Due Sicilie rientrerà nello stato normale. Noi
siamo assediati, la truppa riceve doppia diaria e razione di viveri dalle riserve;
dal menico si permette che i nostri soldati si portano in città per comprare ciò
che si desidera, protetti dagli Italiani che gentilmente li proteggono, ma
sovente insultati e malmenati di siciliani, i quali alle volte li lusingano e
l'inducono a disertare. Molti de disertori, dopo aver indossato la camicia
rossa, ritornano di bel nuovo; non così gli Uffiziali, particolarmente quelli dei
Corpi Facoltativi che molti ne sono disertati da questa Fortezza perché
ricevono gradi maggiori di quelli che hanno nel nostro esercito, ed a misura
che Garibaldi avanza essere sempre più la diserzione. Spesso siamo
minacciati che oggi o domani la Cittadella sarà assalita a tale o tal'altra ora,
ma questo mai si è verificato; ciò accade mentre i nostri sono in Città,
sebbene queste fanfaronate si fanno dai Siciliani o da qualche nostro Uffiziale
disertore. Cose simili in nessuna guerra si è osservato. La truppa è sospetta
e teme sempre di essere venduta da qualche tradimento. Disgraziatamente
nella Cittadella sono due Capi di Corpo del 5° di Linea e del 3° di Linea
D.Emanuele Molesti e D.Bartolomeo Aldanese, ai quali li ha presi talmente la
malattia del cuore (cioè la paura) che per nulla compariscono o si danno
premura di osservare ciò che passa nei rispettivi Corpi. È una vera disgrazia
il non avere Capi di Corpo in simili circostanze. Il 7° di Linea ha casermato al
Forte SS.Salvatore va bene ed è disciplinato perché comandato dal
Colonnello D.Cesare Anguissola che ha numeri per comandare un
Reggimento. Per l'opinione che hanno i soldati di pochi vecchi Uffiziali
Superiori esiste la Cittadella ancora in nostro potere senza una manifesta
rivoluzione che apporterebbe la sua ruina stante che su il Comandante dei
Pionieri Palmieri, Uffiziale Superiore molto debole e con pochissimi buoni
Uffiziali, sul Comandante di Artiglieria Ten. Colonnello Valle vi è poco da
contare, stante che gli artiglieri lo hanno sospetto, come pure il Direttore di
Artiglieria Quillamatte di recente promosso Maggiore, la di cui moglie è
Messinese, nonchè del Direttore del Genio De Nunzio, il quale è
effettivamente un eccellente e buono Uffiziale Superiore, ma siccome i primi
sono molti anni che trovansi in Messina ed hanno dei rapporti ed amici in
Città, sia per qualche biglietto o imbasciata che ricevono, la truppa che non
conserva quella perfettissima disciplina come nei tempi normali e istigata
pure dai discorsi di Uffiziali materiali, li hanno tutti in sospetto, massime ora
che si è rinvenuto un cannone inchiodato.
3 SETTEMBRE
Questa mattina si è presentato agli avamposti il Console inglese ed il
Comandante la fregata di detta Nazione; gli si è spedito il Gran Prevosto Sig.
Maggiore Coda al quale dal Comandante la fregata gli si è detto che pregava
il Generale di rilasciargli il prigioniero D.Eduardo Filenghi essendo un
Capitano di Bastimento di nazione inglese, tanto più che fu preso non con le
armi alla mano, nè vestito da militare Garibaldino.
Il Generale inteso il Consiglio di Difesa e verificato il suo nome e cognome e
condizione, lo ha fatto condurre sulla fregata inglese ricevendone i dovuti
ringraziamenti dal Comandante. Alle ore 1 p.m. è partito il vapore francese la
"Messagerie"; con esso sono partiti il Capitano D.Giuseppe Festa del 3° di
Linea, passato alla Guardia Reale, il Capitano di Artiglieria Armenio, perché il
Generale poco contento di lui, ed il Maggiore del 7° di Linea Diversi,
incaricato di portare tutti gli Ufficii e rapporti a S.E. Il Ministro di Guerra e
parlare a S.M.(D.G.); lo stesso è incaricato di portar denaro per la truppa.
Sullo stesso vapore si sono imbarcati i cavalli del Colonnello Aldanese ed il
Maggiore Milano, del 3° di Linea, per sbarcarli in Napoli.- In Città poca truppa;
si evita, per quanto si può, che Uffiziali e soldati vadano in Messina. Grande
apatia e somma noia, effetto di un noioso assedio in cui siamo. Certo è che
ad onta che abbiamo viveri di riserva ci provvediamo in Città di quanto ci
bisogna.- Questa notte si è passata tranquillamente nè fucilata alcuna vi è
stata agli avamposti, come da parecchi giorni non ve ne sono state.
4 SETTEMBRE
Questa mattina vi è stato un allarme nella Cittadella per un tristo caso che si
prevedeva: la nostra panatica, fornita di quattro grandi forni, tiene attaccato
alle sue pareti un grandissimo locale zeppo di fascine innumerevoli per
cuocere il pane. Stamane, nell'aprirsi il detto locale una grande colonna di
fumo ha offuscato i soldati che sono andati ad aprirlo, e siccome vi è contiguo
una riserva di munizioni per la batteria che sovrasta i forni ed il magazzino
della legna, un forte spavento ha prodotto. Avvertito di ciò mi sono portato
subito sopra luogo chiamando i 100 uomini dei Veterani che subito sono
accorsi ed altra corvèe fatta subito nominare di tutte le armi, nonchè due
pompe per smorsare il fuoco che si supponeva. Sono accorsi subito i Direttori
di Artiglieria e del Genio e con la massima sollecitudine, a forza di centinaia
di braccia, si è vuotata parte delle migliaia di fascine accatastate alle pareti di
forni e si è osservato che dalle fessure dei forni passava il fumo ove sono le
fascine; cosa che si è subito dato riparo, con ordine però di non più cuocere il
pane in quei forni, ma da quelli del lato opposto.
Si è ringraziato l'intero presidio per la sollecitudine cui tutti sono accorsi,
dando due piastre ai due pionieri che si sono più esposti, ed agli altri sei, una
razione doppia di vino. Le circa 6mila fascine sortite, dopo che si sono
raffreddate l'infuocate mura dei forni, dovranno di bel nuovo mettersi al loro
posto.
Questa mattina ci siamo veduti assorti da circa 50 barche che portavano al
Lazzaretto e dietro Porta di Grazia, carichi di frutta, uova, pollastri, galline,
carne e financo venditori di fazzoletti, forchette, cucchiai, specchi e tante altre
coglionerie; Alcune di queste barche provenienti anche dalla costa di
Calabria. Alcuni affermano che i venditori avessero reclamato di non avere a
chi vendere i loro generi, nè potevano guadagnarsi il vivere senza lo
smaltimento dei medesimi e che per ciò gli si fusse permesso di venire a
venderli nella Cittadella i di cui soldati pagavano bene e che il Governatore di
Messina avesse tanto permesso. Altri assicurano con certezza essere ordine
di Garibaldi di non far mancare nulla alla guarnigione della Cittadella. Che
assedio e che guerra curiosa è questa! Chi sa quali discussioni si agitano nei
differenti Gabinetti delle grandi Potenze per questo interessante punto della
Cittadella, eppure nulla possiamo prevedere della nostra sorte avvenire!Essendo giunto il vapore francese la "Messagerie" si è mandato un
nostro Uffiziale a bordo per sapere qualche notizia di Napoli ed il
Comandante lo ha assicurato che Napoli è tranquilla che i Ministeri tutti
agiscono, che la Guardia Nazionale mantiene l'ordine in unione della truppa,
che due battaglioni di Guardia Nazionale avevano manovrato avanti Palazzo
Reale con banda e tutti avevano gridato "Viva Francesco II", "fuori il
Comandante della Guardia Nazionale" e "Abbasso il Generale Cutrogliano";
più ha soggiunto che da Livorno dovevano partire 2mila Italiani per sbarcare
sulle coste di Roma, ma che ne sono stati impediti dai legni francesi di uscire
dal porto. Tutto ciò se sia vero o falso non ci prestiamo fede perché rinchiusi
e senza corrispondenza da circa 25 giorni dal Governo e dalle famiglie; non ci
conviene farealtrimenti!
Il Generale Fabrizio, Comandante la Truppa Garibaldina, ha scritto una pulita
lettera al Generale Fergola dicendogli che con il vapore francese la
"Messagerie" erano giunte molte lettere di ufficio alla posta, come pure molte
lettere particolari dirette alle Autorità e Uffiziali della Cittadella e che per ciò
avesse mandato a prenderle per un Uffiziale. Il Generale Fergola nel
ringraziare il Comandante Fabrizio con altra lettera, ha spedito due Uffiziali
per riceversi le lettere, ma le sole dei soldati, nemmeno una degli Uffiziali e di
ufficio. Corre voce per Messina che gli affari di Garibaldi in Calabria non
vanno bene; le teste rinchiuse in un assedio ci fanno credere quanto si dice in
nostro vantaggio si spera che si verifica. Poca fede vi presto visto il gran
partito. Ieri dal Lazzaretto si è disertato il 2° Commesso Sardi, fratello
germano del Maggiore Sardi, giorni fa partito da questa per Napoli perché
passato alla Guardia Reale. Il Console Piemontese ha invitato lettera al
Tenente Colonnello del Genio De Nunzio che apertasi avanti del Generale, di
me ed altri Uffiziali Superiori, si sono lette le ampollose vittorie di Garibaldi e,
tra le altre, che Siracusa era stata ceduta, Garibaldi a Napoli pel giorno 8
corrente, la Famiglia Reale in
Gaeta e tante altre menzogne, credendo così di reclutare: per altro, chi sa se
si verifica.-
1781-Primo Codice Marittimo nel mondo (opera di Michele De Jorio)
5 SETTEMBRE
Verso le ore 8 a.m. è giunto il vapore francese al nostro servizio "La Sirienne"
con due impiegati del Tesoro che hanno portato del denaro a siracusa,
Augusta e al presidio della Cittadella 49mila ducati, 8 botti di abbigliamento
per il 7° di Linea. Questi impiegati sono apportatori di tristissime notizie, cioè
che siracusa abbia ceduto la piazza ed il Castello alle voci corse che la
Cittadella si era resa, che la truppa trovavasi fuori la Città, che il Generale Lo
Cascio si ha ricevuto dai nostri impiegati 17mila ducati per pagare la truppa,
che la maggior parte si sarà disciolta almeno per coloro che hanno avuto i
mezzi per andarsene; il detto vapore ha imbarcato tutti gli infermi al n° di 130
non avendo potuto imbarcare tutta la truppa.- Or chi avrebbe potuto supporre
tanta debolezza nel Generale Lo Cascio tenuto per un Uffiziale Superiore di
Artiglieria di talento e coraggio colà lo dimostrò essendo insieme qui nella
Cittadella nel 1848 nell'assedio sofferto per circa 8 mesi? Bisogna convenire
essere una vera epidemia che in questa presente guerra, nuova nell'istoria,
abbia invaso la malattia del cuore (paura) alla maggior parte di tutti i nostri
Generali. Il figlio di detto Generale Lo Cascio, Uffiziale di Stato Maggiore
presso di lui, fu
spedito a Napoli con due plichi a S.M. Ed al Ministro di Guerra, il quale nel
ritornare a Siracusa con "La Sirienne", avendo veduto la bassezza o la viltà
del padre, non ha voluto sbarcare, come neppure in questa, perché divenuto
quasi frenetico o pazzo.-"La Sirienne" parte da qui all'1 p.m. per Napoli con
gli infermi presi all'ospedale di Siracusa e con circa 40 individui, cattivi
soggetti, che si espellono da questa piazza, quasi tutti artiglieri e pionieri,
truppa indisciplinata perché deboli i Capi che la comandano.- Un grazioso
aneddoto si è offerto stamane: allo sbarcare del vapore "La Sirienne" i due
impiegati del Tesoro per consegnare i 49mila ducati in Cittadella, la truppa
nel vedere nuovi ricami tanto ai loro soprabiti che ai loro bonetti, in folla li
sono corsi sopra dicendo: "Ecco gli inglesi" – "Che cosa vogliono da noi?".
Ecco l'ozio e la fantasia accesa, nel mentre i detti due impiegati hanno la vera
faccia di lazzari napoletani. È stato gioco forza farli parlare per persuaderli.
Intanto, nominata una corvèe per andare a prendere il numerario a bordo,
nell'entrare in Cittadella i 49mila ducati, ad una voce, tutti gridavano: "Viva il
Re, Viva il Re, ci manda il danaro!".
Molti Uffiziali di Corpi Facoltativi venuti col ripetuto vapore da Siracusa non
hanno avuto il coraggio di sbarcare e venire a vedere i loro compagni d'arme
in Cittadella per non soffrire la vergogna di essere rimproverati di aver ceduto
quella Fortezza senza ragione!- La notte si è passata tranquillamente, senza
novità al bivacco degli avamposti.-Sappiamo da Messina essersi preso ad
impronta dal Banco, o come dicono dal Debito Pubblico, 13mila ducati per
pagare le truppe Garibaldine e che sei Uffiziali pagatori della stessa armata
siensi disertati asportandosi 36mila ducati e che la truppa in Messina da tre
giorni non riceve il prest. Questa mattina la solita fiera davanti il Forte
SS.Salvatore ove tutti si provvedono di quanto bisogna; tra le altre cose,
stamane, vi era abbondanza di sapone di Genova e quantità di carni a due
carlini il rotolo.- Cosa curiosa! Dalle masse di Garibaldi disertano tre pagatori
con 36mila ducati e da noi diserta il Capitano Comandante l'Ospedale del
Lazzaretto D.Giuseppe Chiariti, il quale ha delle somme per la spesa di detto
Stabilimento che ha lasciate.-È disertato anche un primo Sergente de'Pionieri
in unione del detto Capitano Chiariti, asportandosi la cinquina della
compagnia.-Giunge un ufficio pressante dalla piazza di Augusta dal
Colonnello Tomson La Tour che la comanda, che rapporta l'esultanza di
quella popolazione perché giunta colà la notizia che Siracusa aveva
fraternizzato con i Regii, i quali avevano ceduto il Forte e le fortificazioni alla
Guardia Nazionale, sortendo essi fuori la piazza e che per ciò domandava le
istruzioni da qui come regolarsi, stante che la popolazione di Augusta
domandava lo stesso.-Riunitosi il Consiglio di Difesa si è risposto che si
attenesse perfettamente agli articoli della ordinanza di piazza, anzi che si
preparasse a valida difesa se bisogna; che se il Generale Lo Cascio ha
tradito o per sua debolezza ha ceduto la piazza di Siracusa tutta la
responsabilità cadrà su di lui, più che avendo denaro per la truppa fino al 15
corrente alla prima occasione gli sarà spedito altro danaro e che nulla
operasse senza ordine che da qui non pervenisse.
6 SETTEMBRE
Un vascello inglese ad elica ed altro piccolo vapore è entrato questa notte nel
porto ed oggi si è sortito. Questi legni da due giorni vanno e vengono nel
porto; il vascello francese da qualche giorno è fisso.- Abbiamo per notizia che
sia stato imposto da una Grande Potenza a Garibaldi di sortire dal Continente
di Napoli e di riconcentrarsi in Sicilia; alcuni dicono fra 8 giorni, altri fra 20. Il
tempo dirà se sia vero; per ora suppongo che no! Dal segnale telegrafico a
vista di Reggio, che segnala nei paesi interni delle Calabrie occupati dalle
truppe di Garibaldi, si ordina di non più arruolare volontari nei battaglioni
siciliani; ciò lo rapporta l'Uffiziale telegrafico interprete che abbiamo
nella Cittadella che osserva tutto ciò che segnala Reggio ed i telegrafi di tutta
la spiaggia di Calabria a noi rimpetto.
I Messinesi, dichiarati nostri aperti nemici non ci fanno nulla mancare nel
nostro assedio, stante che forse per la penuria del danaro in Città portano
tutto a vendere nella nostra Fortezza, approdando per via di mare avanti il
Forte SS.Salvatore; quest'oggi, oltre la grande abbondanza di frutta di ogni
specie ed oggetti anche di telerie ed altre bagattelle, abbiamo avuto dei
gelati, carne di vitella, pane, neve ecc. È un curioso e galante assedio che
soffriamo! Non pertanto, siccome la Città trovasi nella perfetta anarchia, dalla
Sanità, sita in Città dirimpetto il Forte SS.Salvatore, sono state tirate tre colpi
di fucile alle nostre sentinelle, le quali per nulla vi hanno risposto.- Si dice che
i nostri vapori hanno catturato due piccoli legni garibaldini; attendiamo la
conferma. In tempo di guerra non bisogna essere troppo credulo.- La notte si
è passata tranquillamente.
7 SETTEMBRE
In città girano carte stampate, anche con la firma dei redattori, di un quasi
testamento di Francesco II che cede nel partire dal Regno tutti i suoi diritti a
Garibaldi indicandogli anche il modo di governare, con altre cose così buffe
che quelli del loro partito neppure vi prestano fede. Si dice ancora che
Milazzo abbia formato un battaglione di mille nobili volontari così
entusiasmati, pronti a qualunque chiamata; tale numero di nobili, a quanto
sembrami, compreso le donne, Milazzo non li comprende. Ore 9 a.m.: un
grosso vapore inglese è entrato nel porto.- La cosa più penosa in istato di
assedio si è il non saper nulla di quanto passa all'Armata e nelle Provincie del
Regno. In giornata abbiamo una quantità di notizie che ci rallegrano e ci
illudono; ma sono vere? Sono esse certe? Per esempio: una giardiniera
vicina ai nostri avamposti ci dice che i Garibaldini hanno ricevuto una forte
rotta e che Garibaldi è prigioniere vestito da monaco. Un marinaro che dice
essere stato in Città e ci assicura che un legno a vapore carico di garibaldini
feriti è stato affondato dai nostri vapori e, finalmente, che "Il Veloce" sia stato
ripreso dai nostri vapori e condotto in Napoli. Tutto ciò sarebbe buono se
fusse vero! Intanto, stamane, nel mandare a prevenire i legni da guerra esteri
che la Cittadella domani avrebbe eseguite tre salve per la ricorrenza del
nome di S.M. La Regina, il Maggiore garibaldino Pesce (mio antico scribante)
ha detto al nostro Uffiziale degli avamposti che gli ha consegnato le lettere:
"perché non cedete la Cittadella? Domani Garibaldi è in Napoli e se lui viene
qui non sarete più a tempo ed avrete delle cattive condizioni".
L'Uffiziale gli ha risposto come conviensi ad uomo d'onore. Certo è che se
fussero vere tutte le vittorie di Garibaldi vedressimo molte illuminazioni in
Città.- Verso le ore 23 ¼ sono sbarcati con bandiera francese avanti il nostro
bivacco il Comandante del vascello francese ed il Comandante la fregata
inglese; trovandomi io agli avamposti gli sono andato all'incontro e
domandato ad essi cosa desideravano mi hanno risposto che desideravano
parlare al Generale. Gli ho risposto che le nostre ordinanze non permettono
che il Generale Supremo sorta dalla piazza in tempo di assedio, per cui
potevano conferire con me come secondo nel comando; ma il Comandante
inglese, col quale ebbi la prima conferenza, e conosce come la penso, mi ha
detto che avevano preciso bisogno di parlare col Generale essendo cose di
sommo rilievo.
Ho replicato: "Compiacetevi di scriverlo che sarete riscontrato". Mi ha risposto
il Comandante francese: "il metterci in corrispondenza per iscritto sarebbe
lungo, abbiamo bisogno ora stesso parlare col Generale", per cui mi hanno
interessato di fargli tanto conoscere; vi ho annuito prevenedoli che vi voleva
del tempo perché il Generale trovavasi al Forte SS.Salvatore. Ci siamo
licenziati dicendoli che gli avrei reso la risposta. Fatto sta che per persuadere
il Generale di annuire alla domanda vi è passato del tempo per cui i detti
Comandanti, vedendo che l'ora si avanzava, si erano ritirati. Non avendoli
rinvenuti il Generale, per quelle convenienze d'uso, ho spedito un Uffiziale su
di una lancia a prevenire i detti Comandanti che il Generale dispiaciuto di non
averli rinvenuti li avessero dato l'ora per domani che si avrebbe fatto trovare
agli avamposti.
Il Governatore garibaldino nel ricevere l'avviso che la Cittadella faceva le tre
salve pel nome della Regina ha creduto rispondere che non lo credeva
regolare. Ma noi che siamo in casa nostra ed abbiamo la forza senza farci
imporre la eseguiremo! Il Capitano Chiariti, nostro disertore dell'altro giorno,
scrive ad un dottore dell'Ospedale del Lazzaretto, di cui n'era il Comandante,
che dopodomani si sarebbe presentato in Napoli e che lui si era allontanato
per i torti ricevuti di sortire dall'attività e per non aver potuto ottenere un
permesso per Napoli. Gli dava parimenti notizia che la Brigata Ghio si era
sbandata, ma che giunti i battaglioni svizzeri hanno massacrato 300
garibaldini fatti prigionieri e finalmente che Garibaldi domani sarebbe in
Napoli.
Come credere tante cose contraddittorie? Alle ore 4 ½ di notte avendo inteso
un forte cannoneggiamento alla parte di Reggio, mi sono portato subito sulle
batterie della cinta principale che guarda verso Reggio ed ho osservato il
fuoco di due vapori senza distinguere se erano nostri o del nemico, e dei
continuati fuochi di moschetteria al di fuori dei due lati di Reggio. I due vapori
dopo circa un'ora di fuoco si sono allontanati portandosi verso Torre di Faro,
per cui è a supporsi che sono del nemico. La nostra illusione ci fa credere
che qualche truppa regia sia sbarcata dietro marina per riprendere Reggio.
Di notte veramente è difficile calcolare le cose. Domani può darsi si
conoscerà la verità del fatto.-
1789 Prima assegnazione di "Case Popolari" in Italia (San Leucio presso
Caserta) e prima istituzione di assistenza sanitaria gratuita
8 SETTEMBRE
Alle ore 6 a.m. si è presentato agli avamposti un Maggiore Garibaldino detto
Bisogni, uno dei nostri Uffiziali disertori; Si è spedito il Gran Prevosto
Maggiore Coda per sapere cosa chiede. Egli è apportatore di due telegrammi
segnalati da Reggio per farli leggere al Generale: uno di essi annuncia che
ieri alle ore 12 meridiane Garibaldi ha fatto la sua entrata in Napoli, l'altro
avvisa il Generale Fabrizio Governatore in Messina, l'entrata di Garibaldi in
Napoli. Il Generale Fabrizio nel rimettere originalmente questi due documenti
ne domanda le restituzione ed a voce consiglia di fraternizzare con essi e di
cedere la Cittadella perché ora avressimo dei vantaggi, stante che se giunge
Garibaldi avressimo dure condizioni e faressimo la ruina degli Uffiziali che
sarebbero tutti licenziati.
Si è risposto ringraziandolo della sua filantropia e che il presidio della
Cittadella si comporterebbe sempre da uomini d'onore. Non si comprende
perché tanta premura di avere la Cittadella stante che se disgraziatamente il
Real Governo avesse cessato di esistere e Francesco II avesse perduto il
Regno avrebbe ordinato di cedere la Cittadella e sciogliere la truppa dal
giuramento; ecco ciò che ci fa supporre essere falso quanto dal nemico si
asserisce. Del resto tutto puol darsi essendo guerra d'insurrezione e di
malcontento dei popoli (al dir dei demagoghi). Alle ore 7 a.m. sono sbarcati ai
nostri avamposti con bandiera spiegata i due Comandanti dei legni da guerra
Francese ed Inglese giusta il convenuto. Il Generale ed io, in gran tenuta
perché giorno di gala di Corte, ci siamo inoltrate verso di esse e, dopo il
saluto, il Comandante del vascello francese ha incominciato ha parlare in
francese; il Generale pretendeva che avesse parlato in italiano, al che gli ho
detto: "Se non lo conosce, come si può pretendere? Sono io qui e vi
spiegherò il tutto!". In complesso si sono lamentati che ieri furono mal ricevuti
da me e la tardanza del Generale; al che ho loro risposto che i nostri
regolamenti impediscono al Generale assediato di uscire a parlamentare con
chicchessia e che malgrado ciò mandai a chiamare il Generale avvertendoli
anche che avrebbe tardato a venire perché trovavasi al Forte SS.Sepolcro.
Essi saranno anche dispiaciuti che il giorno onomastico di Napoleone e della
Regina Vittoria, nel mentre i loro legni da guerra fecero la salva, non furono
corrisposti dalla Cittadella e ciò sembrava loro poca amicizia per le due
Grandi Potenze. Al che ho risposto loro che tra i diritti internazionali tra le
Potenze è prescritto che, trovandosi un legno da guerra in un porto, se fa la
salva per qualche gala della sua nazione, il Forte più vicino deve solamente,
in segno di amicizia, izzare la bandiera e non altro. Mi hanno risposto: "In
simili occasioni, Napoli è stata più cortese verso di Noi!.
Ho risposto: "In Napoli vi è il Ministro della Guerra e vi è il Re che può tutto in
un momento cambiare le cose a loro piacimento, ma noi, lontani, non
possiamo allontanarci dai regolamenti". Il Comandante del vascello francese
ha replicato: "Se questo è il vostro regolamento vi diamo avviso che noi non
corrisponderemo alla vostra salva"; ho risposto: "È giusto" e ci siamo
licenziati .
Suppongo che la grande premura dei due Comandanti, ieri sera, era quella di
annunciarci l'entrata di Garibaldi in Napoli e servir da intermediari per una
capitolazione, ma avendo saputo la risposta data al Generale Fabrizio prima
della loro venuta, di nulla hanno parlato della Cittadella.- Le grandi cannonate
e spari di questa notte a Reggio, per quanto ci si assicura, essere una festa
annuale che si celebra in tal modo, aumentata per l'entrata di Garibaldi nella
Capitale. Intanto, essendo venuto da Catania un calabrese a vendere lardo e
sugna nella Cittadella, ha confidato ad un parente, soldato di questo presidio,
che Garibaldi trovavasi ferito nel Castello di Scilla. A chi prestar fede? Il
Generale Fabrizio, Comandante in Messina, nel mandarci replicati
telegrammi per l'entrata di Garibaldi in Napoli, domanda i prigionieri italiani
che sono presso di noi dicendo che essendo cambiato il regime sembra
inumano ritenersi ancora i prigionieri.
Gli si è risposto che avendo rappresentato al Ministro di Guerra sull'oggetto e
non essendosi ancora ricevuto riscontro, se, come lui dice, è stato cambiato
regime, può superiormente premurare gli ordini; in caso contrario, i prigionieri
non si possono amuovere.
Triste cosa è l'incertezza! In Reggio ed in Messina grande illuminazione! A
Reggio, a mezzogiorno ed alle ore 24, grande salva di cannoni per la festa
che si celebra tutti gli anni; ora, però, essendo il Castello in potere del nemico
e per dar contento alla popolazione, tirano cannonate a salva senza
misericordia, non dovendo dar conto a nessuna autorità delle grandi riserve
di polvere che esistono nel Castello.
Dalle ore 23 fino ad un'ora di notte nel grande Maschio della Cittadella due
Bande del 3° e 5° di Linea hanno suonato per divertire la truppa la quale,
entusiasmata, ad ogni pezzo, ha gridato: "Viva il Re, Viva il Generale, Viva il
Comandante della Cittadella". Tali gridi sentiti in Città facilmente persuadono
a tutti che la Cittadella è decisa a battersi ad onta, come essi dicono, che
Garibaldi sia in Napoli, a meno che un legittimo e regolare governo non
ordina le resa.
Dopo suonato l'inno, la banda e la truppa si sono ritirati nelle proprie
caserme.-
Napoli – Piazza della Borsa
9 SETTEMBRE
Questa mane è comparso in Messina uno stampato che dice: "GIACCHÉ GLI
INFAMI REALISTI RINCHIUSI NELLA CITTADELLA NON VOGLIONO
CEDERLA BISOGNA, O MESSINESI, PRENDERLA COL SANGUE!" Ciò,
per altro, non ha impedito a molte barche, cariche di quanto può desiderarsi,
venire da Messina al Forte SS.Salvatore per smaltire i loro generi.
Ieri sera al Gran Teatro si è pubblicato la presa di Napoli da Garibaldi. Intanto
dal telegramma rimessoci ieri sera dal Generale garibaldino Fabrizio vien
detto che Garibaldi è entrato in Napoli alle ore 12 meridiane! Questa mattina
il nostro Gran Prevosto, parlando con il prigioniero cappuccino Padre
Samuele da Cardinale, cappellano (dicono) dei battaglioni nemici,
francamente gli diceva che può darsi che Garibaldi sia in Napoli forse
chiamato per concertare qualche cosa con gli Ambasciatori esteri su qualche
vascello francese o inglese; ma che sia entrato con l'Armata in Napoli
neppure io vi presto fede! Verso le ore 8 a.m. il Generale Fabrizio ha scritto
una lettera al nostro Generale lamentandosi che i loro prigionieri, contro ogni
umanità, erano mal trattati e poco sicuri della loro vita e che per ciò andava a
darne conoscenza alle Potenze Estere per far tanto conoscere al Dittatore
Garibaldi.
Sono stato di parere di non fargli rispondere perché l'asserito è tutto falso
essendo i prigionieri Uffiziali trattati con caffé e sigari, quattro carlini al giorno
e la razione ed i soldati con 12 grane al giorno e la razione.
Alle ore 11 a.m. si sono presentati agli avamposti il Comandante il vascello
francese ed il Comandante la fregata inglese con i rispettivi Consoli
domandando al Generale; il Generale ed io siamo stati a riceverli ed il
Comandante il vascello ci ha detto che i prigionieri di Garibaldi erano trattati
male e compromessa la loro sicurezza e che venivano in nome dell'umanità
ad interessare il Generale a far cessare tanto rigore.
Gli si è risposto tutto ciò essere falso come possono accertarsi dal Capitano
Chiariti, che ha disertato da noi e trovasi in Messina, il quale comandava il
Lazzaretto ove sono in custodia i prigionieri in parola, pel modo come sempre
sono stati trattati; anzi si è ad essi mostrata una dichiarazione degli stessi
prigionieri che feci redigere giorni dietro che erano molto soddisfatti del modo
come erano trattati. Allora il Comandante francese si è compiaciuto dirmi:
"Esternate al Sig. Generale che noi siamo venuti pel solo oggetto di umanità
e non per altro volendo conservare la perfetta neutralità di quanto passa, non
volendoci affatto immischiare nè della Cittadella o di Garibaldi."
Ho consigliato il Generale che se per domani o dopo non si riceve notizia da
Napoli o dal Ministero di Guerra per i prigionieri che ne avesse fatto il cambio,
tanto più che costoro ci apportano una spesa di circa 8 ducati al giorno, oltre
le razioni ed altre spese che occorrono.- Verso le ore 20, agli avamposti, è
stato consegnato da un Maggiore garibaldino foglio aperto a me diretto in
dove si leggeva un telegramma spedito da Napoli una decisione ministeriale
di cedersi tutte le piazzeforti di Siracusa, Augusta e la Cittadella di Messina al
nuovo Regime e che nel periodo di 20 giorni i Comandanti di dette Fortezze
si presentassero ai corrispondenti Comandanti di Piazza, che gli Uffiziali
sarebbero conservati nei loro gradi e soldi ed altri vantaggi; ma quelli che non
avrebbero subito ubbidito sarebbero stati puniti e licenziati ed, infine, un
ammasso di cose che la mano rifugge a scriverle. Dopo la mia lettera, altre
ne sono state portate agli avamposti, aperte tutte, tendenti a sovvertire
Uffiziali e truppa con delle menzogne e ciarle che fanno vergogna ad una
truppa organizzata; dette carte sono state tutte portate agli avamposti dai
Maggiori Bisogni e Pesce, nostri disertori. L'ultima ricevuta dice: "...Garibaldi,
non da Napoli, ma dal Porto di Gaeta...". Ho dato ordine all'Uffiziale di
avamposto, nel riceversi tali lettere aperte, di ringraziare il latore ed
assicurarlo che con simili mezzi non può prendersi la Cittadella, ma cannoni,
a meno che ordini precisi e a seconda l'ordinanza di piazza prescrivono.- Un
Uffiziale appartenente al mio Stato Maggiore (Prat, svizzero), casato con una
messinese che abita in Città, questa mattina ha ricevuto una lettera dalla
moglie che, tra l'altro, gli scrive: "Non credete a quanto si dice, sono tutte
ciarle, benchè la Città abbia sofferto una contribuzione di 12mila ducati per
celebrare la festa della presa di Napoli da Garibaldi, sono tutte voci per far
cedere la Cittadella". Questa sera grande illuminazione in Città e
segnatamente nei Monasteri che sono nelle alture, come S.Gregorio ed altri;
il mezzo busto di Vittorio Emanuele e Garibaldi, con lumi accesi, sono esposti
alla Comune. Questa mattina il mio domestico, nel portarsi al Forte
SS.Sepolcro per comprar carne e quanto bisogna, uno dei macellai che
conosce, nel dargli la carne, gli ha detto: "Non credete a niente, è che
vogliono assaltare la Cittadella, perché se voi mettete in fazione le sole
gallette al posto dei soldati, neppure ci vengono ad assaltarvi. In Città si
muore dalla fame e solo quì dai soldati vediamo le piastre. In Città vi è
miseria assai grandi illuminazioni"
I cosiddetti liberali mal soffrono che nel nostro assedio di nulla manchiamo,
perché dai clamori di tutti i venditori sono stati obbligati a permettere che
venissero a vendere nel largo avanti il Forte SS.Salvatore che fa parte della
Cittadella, abbenchè anche dalla spiaggia di Calabria vengono barche dalla
parte del Forte Lanterna; i gelati vengono dal "Caffè d'Italia", quantunque
quello sia il convegno di tutti i demagoghi.
Nulla sappiamo di positivo, viviamo nell'incertezza, notizie ufficiali non ne
riceviamo, aspettiamo con premura "La Messagerie" francese che dovrebbe
essere dopodomani e condurre il Maggiore Diversi, se pure ritornerà.
Verso le ore 7 p.m. è entrato nel porto un vapore francese, forse proveniente
da Malta; non sappiamo cosa sia: i ponti già erano alzati e le porte chiuse.
1813 Primo Ospedale Psichiatrico italiano (Reale Morotrofio di Aversa)
10 SETTEMBRE
Il vapore giunto ieri sera è un legno francese "L'Avenir" al nostro servizio, il
quale il giorno 2 corrente fu spedito da Napoli per portarsi a Bari e colà
riceversi dal Ricevitore Generale 300mila ducati, ma giunto colà ha rinvenuto
la Città in rivolta con le masse di Garibaldi che fraternizzavano un gran
tripudio delle popolazioni armate tutte in favore dell'insurrezione, che non vi è
casa in Città che non abbia la bandiera piemontese con grandi grida di
"Evviva Garibaldi e Vittorio Emanuele".
Il Capitano di detto legno ci assicura che per tutte le coste che ha passato
l'entusiasmo è generale pel cambiamento di governo. Detto Capitano, nel
partire da Napoli, ricevè ordine dal Ministro di Guerra che dopo aver preso i
300 mila ducati (che non ha ricevuto) nel passare per Messina avesse
caricato 30 casse di fucili che trovansi superati in questa Cittadella, fucili che
egli non vuole prendere dicendo che essendo stato noleggiato da Francesco
II e non essendo Egli più sul trono di Napoli non saprebbe a chi consegnarli,
per cui non intende prendere ciò sulla sua responsabilità.
Gli si è detto di attendere fino a domani stante che dovendo arrivare da
Napoli il vapore francese "La Messagerie" e forse anche il Maggiore Diversi,
si sapranno notizie sicure dal governo e della Capitale.
Alle ore 11 a.m. si è tenuto Consiglio di Difesa e si è deciso restare in
attenzione del vapore francese che deve giungere domani da Napoli per una
decisione, sempre però ai sensi della Real Ordinanza di Piazza, come
conviensi a Militari d'onore! Che cosa triste è per un Sovrano non avere
l'amore dei suoi popoli! Cosa potrà fare la truppa, per quanto dicesi, riunita a
Salerno e sue vicinanze se le provincie tutte sono insorte con la speranza di
miglior governo? In che triste posizione devono trovarsi i Generali e gli
Uffiziali in campagna? perché sicuramente, con l'istoria del passato, i soldati
si sbanderanno! Cosa farà la Capitale? Certamente la Guardia Nazionale per
evitare un saccheggio facilmente annuirà al primo venuto. Povero Regno
delle due Sicilie, chissà quale triste avvenire ti è serbato! Anche triste è la
nostra posizione, isolati in questi baluardi, con una truppa poco subordinata
perché così educata da Ferdinando II per aver Egli sempre nominato i Capi di
Corpo per antichità per far giungere fino a coloro che meno ligii sono stati alla
sua causa e che per i loro vantaggi gli hanno fatto prendere sviste madornali
da non potervi porre più rimedio! Povero Principe, abbandonato dalle
Potenze tutte, dai suoi popoli e da coloro che si lusingava essere i suoi più
fidi amici! Questa è la sorte dei Sovrani: crear degli ingrati!- In questa
Fortezza, con truppa entusiasmata e che crede tutto essere tradimento, in
caso di effettivo rovescio, come annunciare ad essa la reddizione della
Cittadella senza esporsi ad una rivolta come lo fu nel mese allorchè gridarono
"Abbasso il Generale Clary"? Capi di Corpo poco energici, Uffiziali materiali e
senza talento o esperienza, facili a buttarsi nel partito dei soldati ignoranti! Se
da qui si sorte senza una catastrofe, sarà un miracolo di Dio! Si è ricevuto dal
Generale Fabrizio, Governatore di Messina, altro telegramma di Garibaldi che
ordina comunicarlo ai Comandanti di Forti occupati dai Regii che tutti gli
Uffiziali che nel termine di 10 giorni faranno la loro sottomissione ai rispettivi
Comandanti saranno confermati nei loro gradi, quelli poi che si negano
riconoscere l'attuale regime s'intendono licenziati. A tutto ciò non si è
risposto!
11 SETTEMBRE 1860
Il vapore che avrebbe dovuto portare il Maggiore Diversi partiti da qui con
impieghi al Ministro di Guerra e per parlare al Re otto giorni dietro non è
arrivato. Nel mentre tutto il presidio, nello scorgere il vapore francese,
attendeva che fusse sbarcato il detto Maggiore, vedendo deluse le nostre
speranze, si è mandato a bordo un Uffiziale per domandare se portava lettere
per qualcheduno del presidio o di ufficio. Gli è stato risposto negativamente;
nel mentre quantità di liberali e garibaldini si premuravano prendere notizie di
Garibaldi se era a Napoli, un viaggiatore che andava Malta, avvedutosi della
dispiacenza del nostro Uffiziale, o perché forse lo conosceva, chiamatolo in
disparte, sotto voce gli ha detto: "Tenetevi forti nella Cittadella; il Re per poco
è sortito dalla Capitale, ma trovasi nella testa dell'Esercito tra Capua e
Gaeta". Gli ha dato un foglio ("Il Paese") ed un supplemento dicendogli: "Fate
leggere questo ai vostri camerati e tenetevi fermi nella Cittadella".- Letto i
detti fogli; conosciuto che Garibaldi era entrato in Napoli con la massima
tranquillità; letto il discorso del Re alla Capitale; conosciuta la posizione
dell'Esercito da Caserta fino a Gaeta, si è convocato il Consiglio di Difesa (a
cui si è fatto noto quanto sopra) per deliberare cosa a farsi. Dopo varie
discettazioni, si è deciso mandare una commessione al Re a Gaeta e
rassegnarli che, essendo privi di notizie e provvedimenti dal Ministero di
Guerra, s'inviava tale commessione per metterci in comunicazione con
l'Esercito, a seconda il prescritto dell'Ordinanza di Piazza ecc. La detta
Commessione è composta dal Colonnello Anguissola, dal Maggiore Coda, da
un Uffiziale, un sottouffiziale ed un soldato di ogni Corpo, a scelta dei soldati,
anche per lo scopo che i soldati, che si credono sempre traditi, sappiano della
lealtà con la quale si agisce. Per poco si è detto che io sarei partito, Uffiziali e
soldati hanno gridato: "il nostro padre non partirà".
Io li ho subito persuasi che essendo il Comandante della Cittadella, non
potevo nè desideravo partire per detta commessione. Disgrazia per taluni
Uffiziali Superiori caduti in sospetto dei soldati, mentre credo che non lo
dovrebbe essere, ma la diserzione di varii Uffiziali di Corpi Facoltativi,
Capitani e subalterni, fanno sospettare di tutti. Fortuna che fidano sul
Generale per essere un buon uomo e la somma confidenza che hanno in me,
tanto più che trovansi nella Cittadella la maggior parte dgli artiglieri anziani
che furono con me nell'assedio del 1848 e dei miei sottouffiziali della
Compagnia di allora, come aiutanti dei Veterani, custodi, aiutanti di quartiere
e Capitani di Chiavi.
Oltre il verbale e lettere rimesse a S.M.(D.G.) con la Commessione, ho scritto
a S.M. una lettera col dirgli che ascrivevo a fortuna trovarmi per la seconda
volta alla difesa di questa Cittadella e che lo assicuravo del buon spirito della
truppa e dell'attaccamento e fedeltà che dimostrava per la giusta causa e pel
Real Trono ecc. Si è rimesso poi a S.A.R. D.Luigi, Secondogenito, uno stato
dei nostri bisogni, che non avevamo viveri per un altro mese, pregandolo
badare a tale interessante articolo perché mancando questi certamente
cesserebbe di esistere la Cittadella.
Quest'oggi ho dato ordine che tutti gli individui di truppa che hanno gallette
superanti, se bramavano venderle, l'avessero portate al magazzino dei forni
che da quell'Uffiziale ne avrebbero ricevuto una publica ognuna per così non
venderle cambiate per 4 o 5 fichi oppure venderle per un tornese; chi lo
crederebbe? Appena manifestatosi l'ordine, si sono comperate 4mila e più
gallette,perché venendo molti venditori al SS.Salvatore, i soldati comprano
pane e frutti in abbondanza e poco mangiano le gallette.
Speriamo che il nemico mandi sempre i venditori i quali assorbiscono quasi
per intero le 16 grane al giorno che ogni soldato riceve oltre la razione.- La
Commessione è partita alle 4 p.m. col vapore francese "L'Avenir", noleggiato
dal nostro governo; è a supporre con quale ansietà attendiamo il suo ritorno
che forse sarà da qui a 4 giorni (sabato).
Il Generale Governatore di Messina Fabrizio non cessa di mandarci
telegramma di Garibaldi e altri scritti restando in attenzione della nostra
sottomissione e reddizione della Cittadella, cosa che difficilmente potrebbe
ottenere stando S.M. nel Regno, o che non ci mancano viveri, o finalmente se
avessimo una guarnigione più disciplinata che disgraziatamente non lo è.
12 SETTEMBRE
Disgraziatamente è cominciato un mormorio nel presidio; i soldati temono
sempre un tradimento perché poco disciplinati non già per attaccamento e
fedeltà verso il Re (che non ne sono capaci), ma perché amerebbero una
rivolta, forse per fini indiretti o per sbandarsi. Il peggio si è per gli Uffiziali che
non si presentano al termine dei 10 giorni ai rispettivi Comandanti di
Provincia s'intendono dimessi, la maggior parte spacciano che essendo il loro
pane e la loro sussistenza il grado che rivestono non lo vogliono perdere pel
capriccio dei Superiori. Iddio sa come finirà questo infelice dramma!-Guai se
la Commissione inviata a Gaeta non torna per sabato, sono sicuro della
defezione della maggior parte degli Uffiziali. Il Generale ed io siamo nella
massima costernazione: parte dei viveri comincia a mancare. L'olio, la legna,
il biscotto ne abbiamo per pochi altri giorni, in quanto ne bisognano 29
cantaia al giorno; abbiamo loto grano, ma tra giorni mancheremo di fascine.
Intanto S.M. trovasi in Gaeta ed ordina di resistere alla difesa non mandando
subito quantità di viveri, non si potrà ciò fare che fino al termine dei viveri che
abbiamo, i quali basteranno molto dopo i 23 giorni di tempo assegnato, per
cui avverrà la defezione degli Uffiziali. Se poi il Re non trovansi a Gaeta, la
Commessione sicuramente non ritornerà, sia che il nuovo Governo non lo
permetterà, sia che il vapore francese noleggiato dal nostro Governo non li
porterà perché non si troverebbe chi lo paga. Faccia Iddio!
Oggi si sono disertati 4 artiglieri ed un soldato del 5° di Linea essendo di
servizio agli avamposti.- Verso le ore 23 ½ è entrata nel porto una flotta
composta di una fregata e due vapori da guerra che appartenevano a
Francesco II, accompagnati da una fregata piemontese. Nell'entrare nel
porto, l'altra fregata piemontese che vi si trovava li ha fatto il saluto con la
salva; lo stesso ha praticato il vascello francese che trovasi nel porto.
Messina intera era sulla marina e gran calca di gente che li aspettava dava
dei gridi "Evviva Garibaldi e Vittorio Emanuele" che giungevano fino
all'interno della Cittadella. In Città grande illuminazione!
13 SETTEMBRE
Nel mentre si facevano mille congetture sul ritrovo del Re a Gaeta dalla
nostra Commissione spedita ieri l'altro e sull'andare e venire di tanti legni
francesi, inglesi e piemontesi nel porto e lungo il Faro, ci si annunzia dal
nostro telegrafo un vapore da guerra prussiano il quale, a macchina forzata,
entra nel porto e, dopo un quarto d'ora, l'Uffiziale di guardia annuncia un
parlamentario prussiano. Siamo sortiti il Generale ed io a riceverlo. Egli era
allegro e contento e gia trovavansi in mezzo a molti dei nostri Uffiziali e
diceva che il Re stava bene in salute e moltissima truppa era scaglionata da
Capua fino a Gaeta. Lo stesso (si chiama Dorely ed è Comandante del
vapore denominato "Kung") ha consegnato al Generale un ordine del giorno
del Re se l'8 corrente, che trascrivo ed un ufficio del Ministro di Guerra
Caselli che annuncia che Ministeri, Comando Generale ed Ispettori trovasi
tutti a Gaeta. Domandato se vi era truppa numerosa, mi ha replicato che da
Capua a Gaeta vi sono più di 30mila uomini e che fino a che alla Prussia
resterà un solo soldato, Francesco II non perderà il Regno.
Iddio lo voglia !
Il prussiano era contentissimo e rideva molto e diceva agli Uffiziali: "Siete
contenti che io sia venuto? Dirò tutto a S.M. Ed io vado a partir subito per
dirgli che la Gran Cittadella di Messina è in suo potere ed è difesa da buoni
soldati ed Uffiziali a Lui affezionati".-Volesse Iddio si potesse dire ciò per tutti;
in effetti il nostro Commessario di Guerra di 1ª classe Guccioni, un'ora prima
di giungere il legno prussiano, nello sbarcare, si è portato a far visita al
Generale nemico in Messina e gli ha detto che veniva da parte di Francesco
II a parlare col Comandante della Cittadella; al che il Generale gli ha risposto
di non poterlo permettere stando noi assediati. Al che il prussiano gli ha
risposto: "Io sono venuto a farle visita per convenienza e non a chiederle il
permesso di entrata nella Cittadella perché non ho bisogno di permesso e ci
entrerò!". Ed in effetti è venuto! L'esulatanza dei soldati è stata eccessiva
tanto più che il Generale permesso che due bande suonassero nella
Cittadella ed altra al SS.Salvatore da dopo la ritirata ad un'ora di notte, la
truppa si è talmente inebriata che i gridi di "Viva il Re, Viva Francesco II" per
lo spazio di circa un'ora e mezza ha assordito l'intiera Città di Messina. I legni
da guerra di diverse Potenze che sono nel porto vicinissimi alle fortificazioni
sono rimasti sorpresi a gridi così stentorei che non finivano mai, che per farli
cassare si è avvertito a tutti di portarsi in Chiesa per ringraziare la Vergine
SS. e prendersi la Benedizione, come hanno eseguito! E'uso nei porti che
trovandosi un vascello di qualunque Nazione ed entrandovi altro legno di
minor portata purchè si di Nazione amica a quella del vascello, deve rendergli
il saluto di 11 colpi di cannone, a cui il vascello deve corrispondere. Or io ho
osservato che il prussiano è entrato nel porto con agile manovra, a macchina
forzata, è passata tra la fregata inglese ed il vascello francese senza render
loro un saluto alcuno, quindi è a supporsi che non vi sarà molta amicizia fra
loro! Non saprei come i soldati abbiano trovato tutti i mezzi per fare una
illuminazione nell'interno della Fortezza e finanche dei piccoli toselli sebbene
di carta; è vero che abbiamo gli artefici dell'arsenale e tutte le arti... ma l'olio e
tutte le occorrenze? Sono le ore 5 di notte e la Cittadella è ancora illuminata.
ORDINE DEL GIORNO DI S.M. FRANCESCO II RECATO DAL
COMANDANTE PRUSSIANO
SOLDATI!
È tempo oramai che la voce del Vostro Sovrano echeggi nelle vostre file; di
quel sovrano che crebbe in mezzo a voi e che spendendo ogni sua cura pel
vostro miglioramento è finito per dividere i pericoli, ed oggi le sventure.
Gli illusi, i sedotti che hanno immerso il Regno intero nelle sciagure o il lutto,
non sono più fra noi, è però che io fo appello al vostro onore, alla vostra
fedeltà, alla ragione stessa onde l'orda infame di codardia e tradimento sia
cancellata con un sequela di gloriose azioni e di nobili slanci.- Noi siamo
ancora in numero sufficiente per affrontare un nemico che non combatte con
altre armi se non con quelle della seduzione e dell'inganno.
Ho fin'oggi voluto risparmiare molte Città, ed in particolare, la Capitale, del
sangue e della strage, ma ridotto ora sulla linea del Volturno e del Garigliano,
vorremo ancora aggiungere note umilianti alla nostra condizione di Soldati?
Permetterete voi che per la sola opera vostra il Sovrano lascia il proprio
Trono e vi abbandona ad una eterna infamia?
No, non mai! In questo supremo momento ci raccogliamo tutti intorno alla
nostra bandiera per difendere i nostri diritti ed il nostro onore ed il nome
napoletano di già molto avvilito, e se in tal momento vi saranno ancora dei
seduttori che vi mostrano ad esempio quei sciagurati che per pura viltà si
sono dati al nemico, voi invece mostrerete quei bravi e valorosi soldati che
seguendo la sorte del proprio Sovrano Ferdinando IV di gloriosa memoria si
ebbero lodi non comuni dall'universale beneficenze e gratificazioni dallo
stesso Monarca!
Questo bello esempio di fedeltà sia per voi di gara generosa; e se il Dio degli
Eserciti proteggerà la nostra causa, avrete a sperare ciò che altrimenti non
potete mai conseguire.
Gaeta, 8 settembre 1860 Firmato: Francesco
14 SETTEMBRE
Gli evviva di ieri sera troppo eccessivi hanno talmente irritato i siciliani ed il
nemico che il nemico stamane hanno espressamente proibito che alcun
venditore fusse più venuto a vendere commestibili o altro nella Cittadella; o,
permettendo che neppure si fusse fatta la spesa per gli infermi del nostro
provvisorio ospedale, stante che la solita barca che si portava in Messina per
la giornaliera spesa degli infermi, essendo stata minacciata dai pugnali, se
n'è ritornata. Non pertanto, vedi l'isea del guadagno: due barche calabresi si
sono azzardate, traversando il Faro, venire ad approdare dietro la Cittadella,
cariche di frutti e pomodori, col rischio di essere predate dai siciliani e ci
hanno permesso che domani ritorneranno con le commessioni ricevute.
Questi marinai ci hanno assicurato che a Reggio, Scilla e ai Forti di Torre
Cavallo e Alta Fiumara non vi sono affatto garibaldini, ma tutto è affidato ai
calabresi del loro partito. Nel porto non vi sono affatto legni del nemico e
piemontesi essendo tutti partiti per la dietro marina di Calabria, non si sa se
verso le Puglie o verso Trieste ove, pare che siano andati chiusi tutti i nostri
legni. La venuta del legno prussiano fa fare mille castelli in aria a teste
rinchiuse come siamo noi in questo assedio: chi crede che la nostra flotta sia
in Trieste ad imbarcare prussiani, altri, dicono, bavaresi e finalmente anche
austriaci; altri si figurano che gli austriaci, già sortiti per la sinistra del
quadrilatero, hanno di già occupato le Marche e marciano verso le nostre
frontiere; infine, un mondo di coglionerie che a forza di dirle e propagarle essi
stessi lo credono.
15 SETTEMBRE
Ricorrendo oggi la nascita del Conte di Bari, dai nostri baluardi si è innalzata
la bandiera di mezza gala. Cosa curiosa: in Città la bandiera piemontese e
nella Fortezza quella Borbonica Costituzionale! Il Generale Governatore
Fabrizio invia un ufficio al Generale rammentandogli i telegrammi
comunicatagli il giorno 9 dal Dittatore Garibaldi, che accordava 10 giorni di
tempo a tutti gli Uffiziali e Generali per l'adesione al nuovo regime e che
questi andavano a terminare, che perciò le avesse reso di pubblica ragione a
tutti per non formare la loro ruina, perché dopo il 10° giorno s'intenderebbero
tutti licenziati se non si presentano a lui, e ciò sotto la sua più stretta
responsabilità. Sono stato di parere di non fargli rispondere.- Sono stato
avvertito stamane dal Comandante il Forte SS.Sepolcro, Maggiore Pieccò,
che ieri al giorno, verso le ore 22 ½, con i suoi cannocchiali osservò che sul
Lido della Batteria Torrecavallo (Calabria) vi era situata una capria a vento e
diverse barche ivi ancorate forse o per disarmare quella batteria ed imbarcare
i pezzi, oppure per imbarcare quelli delle batterie vicine. Questa notizia mi
conferma sempre di più che il nemico si dispone piuttosto alla difesa,
sembrando così vero quello che le nostre spie ci rapportano; cioè che il
nemico costruisce fortificazioni dietro marina, ossia dietro Spartivento, e colà
trasporta i pezzi che togli a Torrecavallo, segno evidente che teme che
qualche forza navale che trasporta truppa (come dicesi, estere) possa venire
da Trieste o da altra parte in soccorso del Re.- Attendiamo con impazienza la
Commessione spedita in Gaeta che avrebbe potuto essere di ritorno
quest'oggi. Ecco altra angustia per i calcolatori che basano sempre le cose
sopra ipotesi: riflettendo con indifferenza tanti differenti caratteri, quasi tutti
ignari della guerra e delle eventualità che in esse si verificano, e gioco forza
ridere!
Per la diserzione del del Commessario di Guerra Luccione, si è affidato tale
incarico al Tenente Colonnello Bagani dopo aver fatto inventariare
l'equipaggio e tutte le carte del detto Commissario disertore, il quale, per
mezzo del Generale Fabrizio, ha fatto pervenire al nostro Generale una sua
lettera chiedendo il suo equipaggio. Si è risposto che essendo un disertore, a
miglior tempo se ne parlerà! Reclami al Generale Fabrizio da parte dei
venditori per essere stato loro vietato di venire a vendere nella Cittadella; in
effetti nessuna barca è venuta al solito sito del Lazzaretto o al SS.Salvatore,
per cui per l'Ospedale si è fatto ammazzare una vaccina della riserva. Ma
verso le 11 a.m. un Uffiziale garibaldino si è presentato agli avamposti ed ha
detto al nostro colà di servizio che potevamo mandare il solito nostro
bettoliere in Città a comprare quanto si desiderava. In effetti si è mandato il
bettoliere il quale, tra le altre cose, ha portato una grossa quantità di salsicce.
Ecco i differenti usi dei paesi: nel continente non si fa uso della carne porcina
che nel mese di novembre, mentre qui in Sicilia, molto più calorosa del
continente, si incomincia da agosto a farne uso. Verso le ore 22 una barca da
Messina ci ha portato 3 barili di vino. Siamo stati assicurati che i 14 Consoli
esteri in Messina hanno bassato le armi essendovi rimaste alzate solo quelle
di Francia, Inghilterra
e Piemonte.- Vedendo lo sciupìo che fanno i soldati delle gallette, quest'oggi
si è diminuita la razione a 12 oncie. Si daranno un giorno
gallette e due giorni di pane essendosi attivati i nostri mulini, in modo che si
moliscono 26 sacchi di farina ogni 24 ore.16 SETTEMBRE
Questa mattina il Battaglione di Pionieri ha celebrato la festa della Madonna
Addolorata, Protettrice del battaglione; vi è intervenuto il Generale e molti
Uffiziali di altri Corpi. Ha suonato la banda del 3° di Linea. L'essere stati privi
per due giorni di viveri provenienti da Messina ha prodotto forti reclami dei
venditori al nuovo governo, per cui stamane ci siamo veduti assaliti da barche
cariche di ogni ben di Dio: due vaccine, pane, frutta, pesce, fazzoletti di
telerie e quanto può rinvenirsi in Città. I venditori ci assicurano che in Città vi
è il vero squallore della miseria; pochissimi abitanti e miserabili, garibaldini
pochi e bastanti servi di pena armati che vogliono i generi per poco o nulla.
Quest'oggi abbiamo avuto quantità di gelati, due grossi tonni a 12 grane il
rotolo, cambio di monete e quanto più desiderarsi.
In Città il nuovo regime ha affisso un proclama col quale si annuncia che
restano in ostaggio tanto in Sicilia che a Napoli tutte le famiglie degli Uffiziali
che trovansi al servizio di Francesco II. Delli Franci, uno dei due Uffiziali
rinchiusi nella Torre di Gaeta per 11 anni e da ivi sortito all'atto della
concessione della Costituzione da parte del Re, è ora Colonnello a Palermo
al servizio del Dittatore; per quanto ci avvisa il telegrafo della Cittadella, che
traduce tutti i messaggi del nemico, detto Uffiziale ha chiesto al Dittatore le
dimissioni. Chi sa per qual ragione. Il Delli Franci ha suo padre Generale al
servizio del Re. Sei legni mercantili, carichi di soldati che supponiamo essere
della guarnigione che si è resa a Siracusa, trovansi vicino alla spiaggia di
Calabria. Coi nostri cannocchiali non si distingue se son armati nè
conosciamo il loro destino. Verso un'ora di notte è partita una piccola barca
Calabrese da dietro la Cittadella con tre calabresi con le carte in regola di
Messina, per portare una lettera al Comandante di Piazza di Angusta per
conoscere la sua posizione e quella di Siracusa e quant'altre notizie possono
aversi.
I detti 3 uomini sono stati provveduti di viveri per 6 giorni, pane, formaggio, e
prosciutto, non però gallette nel caso fussero fermati e sospettati di aver
ricevuto viveri dalla Cittadella. I detti individui saranno largamente compensati
al loro ritorno, altrimenti non si perdono che i viveri ed i pighi si tradiscono.
Corrono mille voci in Messina che il Generale Piemontese La Marmora sia
partito da Torino con una forte Divisione verso l'Italia Centrale; che i Tedeschi
abbiano passato il Mincio e che sono stati battuti dagli Italiani; più che il
Generale francese Lamuricier, al servizio del Papa, marci sopra agli Abbruzzi
ecc. cose tutte che potendo o non essere, non bisogna prestar fede. Mille
congetture si fanno per non essere ancora rientrata la Commessione spedita
al Re a Gaeta da questo presidio; tutti dicono un mondo di coglionerie di
poter essere questo o quell'altro. Certo è che se non ancora sono rientrati vi
ha dovuto essere qualche ragione che non possiamo ancora conoscere se
non alla loro venuta,se si verifica. Per l'abbondanza dei generi commestibili
che viene dalla Città si è diminuita la razione dei viveri nel seguente modo:
biscotto: 12 oncie – fave: 6 oncie -formaggio: 5 oncie
pane: 18 oncie -presciutto: 5 oncie – riso: 6 oncie
pasta lunga: 8 oncie-pasta corta: 6 oncie-carne: 5 oncie
Dandosi il pane non si riceve biscotto, come pure dandosi
presciutto non si da formaggio. Si alterna per tutto.
17 SETTEMBRE
Questa mattina ci siamo assicurati che i legni che sono nella spiaggia di
Calabria trasportano la guarnigione di Siracusa, cioè quelli che non hanno
voluto prendere servizio nelle masse di Garibaldi; ci si assicura parimenti che
ieri, dall'Autorità di Reggio, si pretendeva che fussero sbarcati senza le armi,
ed avendo avuto risposta negativa si è loro ordinato di allontanarsi e che non
si fusse loro dato viveri fino alla resa. A queste notizie,vere o false, a forza di
danaro si è spedito una barca calabrese con un ufficio col quale vi è
convogliato l'ordine del Re inviatoci da Gaeta col vapore prussiano e
consigliando a tutti di dirigersi sopra Gaeta, oppure, ad un legno per volta,
venire nella Cittadella. Ci si dice che essendo stato ciò segnalato a Garibaldi,
questi ha ordinato che si apprestassero i viveri della detta truppa imbarcata.
Speriamo che tal tentativo riesca e che la truppa suddetta riceva il nostro
piego perché se i Comandanti dei legni non vogliono trasportarla a Gaeta
possono benissimo trasportarla nella Cittadella. Corre sicura notizia per
Messina essere avvenuta una forte battaglia fuori Capua con immensa
perdita dei garibaldini per varie mine scoppiate in mezzo al campo militare;
speriamo che sia così!
Forte tafferuglio, dicesi, essere avvenuto in Palermo in dove si è proclamata
la repubblica pura e semplice; tal notizia potrebbe verificarsi stante che sono
ormai 5 mesi circa che il nostro Governo ha cessato di governare e non
ancora la Sicilia si ha scelto un Capo o stabilito un Governo. Oggi è l'ultimo
giorno in cui il Dittatore prescrive che dopo tal giorno tutti gli Uffiziali che non
hanno presentato la loro adesione al nuovo regime s'intendono dimessi. Per
tale avviso manifestato in stampa, se non fusse venuto il vapore prussiano,
molti Uffiziali certamente sarebbero disertati per timore di perdere i di loro
gradi, per la marcie rapide di Garibaldi e per avere S.M.(D.G.) abbandonata
la Capitale, tanto più che correva voce che il Re si fusse imbarcato su di un
legno spagnuolo e partito per la Spagna: il prussiano rassicurò a molti. Ad
onta di ciò, il nostro Direttore di Artiglieria Maggiore Guillamat, che ha sua
moglie in Messina, per aver ricevuto una lettera che sua moglie era
fortemente inferma, dopo aver pianto per qualche tempo perché molto ama la
detta moglie, finalmente si è deciso di domandare un permesso al Generale
per portarsi in Messina. Sono sicuro che sua moglie lo avrebbe fatto
presentare al Generale nemico tanto più che hanno bisogno di Uffiziali
facoltativi; all'oggetto, il Generale ha ordinato di imporre subito gli arresti di
rigore al detto Maggiore, per il suo bene perché, oltre ad essere un distinto
Uffiziale Superiore di Artiglieria di ottimi ed onorati costumi e che da la sua
parola d'onore di rientrare, pure l'affezione e l'amore che porta alla moglie
l'avrebbe fatto cedere ai suoi voleri e tradire il giuramento dato. Così si è
praticato per il suo bene essendo un Uffiziale Superiore che lo merita.
D'altronte sono sicuro che il Generale Fabrizio non l'avrebbe fatto rientrare
più nella Cittadella.- Apprendiamo da una lettera venuta da Messina trovarsi
la Città quasi deserta perché corre voce che siano di già sbarcati i prussiani e
si pensa finanche che siano in Cittadella. Cosa fa la paura e la fantasia
accesa! Volesse Iddio che i prussiani si preparassero a soccorrerci, almeno
diplomaticamente, ma essi sono molto distanti; per altro dai Siciliani si crede
che qualche Potenza sia in nostro favore: il tempo lo dirà! In Città non vi sono
che pochi garibaldini, forse quelli usciti dall'Ospedale, il resto sono masse
siciliane comandate dal Generale Fabrizio, Governatore della Provincia di
Messina.-
18 SETTEMBRE
Dal nostro telegrafo ci si avvisa che il Generale Fabrizio ha ricevuto ordine di
portarsi subito in Palermo che trovasi in disordine per la proclamata
Repubblica e che questi avrebbe risposto di non potere in nessun modo
lasciare Messina in dove non vi sono che solo due battaglioni siciliani che
difficilmente si possono reprimere.
Verso le ore 9 a.m. è giunto il vapore postale francese "La Messagarie"; con
esso è ritornato il Maggiore Diversi che il giorno 3 corrente partì da questa
per portare pieghi al Ministro di Guerra per rapportargli la nostra posizione ed
i nostri bisogni e parimenti parlare al Re, cosa che non potè effettuare, quindi
successivamente non ebbe più l'opportunità di ritornarsene , se non dopo
tanti impegni e andirivieni. Egli ci assicura che Napoli è tranquilla mercè
l'opera della Guardia Nazionale in di cui potere sono tutti i Castelli e l'ordine
pubblico; che le famiglie dei militari non sono per nulla molestate come qui si
supponeva il contrario; che il nuovo regime (almeno in apparenza) usa delle
belle maniere sotto tutti i rapporti; che in Napoli vi sono circa 20mila
garibaldini che nessun servizio prestano, che il porto è pieno di legni da
guerra esteri di tutte le Nazioni ecc.- Per altro, per me, per quanto ho potuto
interrogare il detto Maggiore, le sue notizie non sono affatto soddisfacenti
perché assicura che la Colonna delle Puglie siasi sbandata; L'attacco di
Capua che credevamo essere disfatta tutta la forza di Garibaldi, non è stato
che un semplice attacco di avamposti; che le Colonne di Garibaldi, passando
il Volturno al di là di Caiazzo, lasciavano le truppe di fronte e si dirigevano per
le Puglie passando per sopra lo Stato Romano; che nessuna Potenza, in fine,
si era dichiarata in nostro favore fino al momento che è partito da Napoli e
che nulla conosceva della spedizione della nostra Commessione a Gaeta. In
sostanza, della grande speranza che avevamo della sua venuta per
confermarci nella nostra illusione, tutto è svanito.
Ecco l'altalena di chi è assediato.- Fra le cose raccontateci dal detto
Maggiore Diversi si è la partenza del Re di Napoli che fu di sera, sopra un
legno da guerra spagnuolo e nell'andarsi ad imbarcare trovò tutti gli Uffiziali di
Marina schierati che formavano ala al suo passaggio, oltre molti individui
pagani che domandavano grazie, ad alcuni dei quali diede danaro, ad altri
prometteva far grazia se Iddio benedicesse il suo ritorno; ma per nulla ha
guardato gli Uffiziali di Marina. Ad uno di essi che si era avvicinato per
baciargli la mano, il Re, nel ritirarlo pieno di sdegno, ha ad essi detto: "E
come avete ancora il coraggio di presentarvi con me, voi che siete la causa di
tutte le mie disgrazie e della ruina del Regno? Andate a farvi fottere!"proposizione mai intesa uscire dalla bocca del Re! Molta pena è costata al
Maggiore Diversi per partire da Napoli e rientrare in Cittadella; fu obbligato
parlare al Ministro di Guerra Cosenz, al Direttore di Polizia, delle Poste ed
altri. Vedendo infruttuosi tutti i suoi tentativi, finalmente si diresse a Garibaldi
che, con molte gentili maniere, lo accolse, tanto più che militarmente gli parlò
dicendogli che essendo stato spedito dalla Cittadella per commessione, il suo
onore gli imponeva di ritornare a qualunque rischio o commessione; il che
piacque al Dittatore che gli permise imbarcarsi sulla "Messagerie" dicendogli:
"Conosco che siete un uomo d'onore e perciò devo domandarvi qualche cosa
purché da uomo di onore mi dite la verita".
Al che il Maggiore rispose: "Quanto vi dirò è la verità, su quello che non
posso palesare mi taccio!" Tal risposta fu molto gradita e, quindi, domandò
chi erano i Comandanti in Prima ed in Seconda della Cittadella. Il Maggiore
rispose: "Il Generale Supremo chiamasi Fergola, Generale di Artiglieria di
ottimi costumi, ma fermo nel suo carattere, che dicendo si o no nessuno lo
rimuove dal suo proposito",-"il Secondo come chiamasi?" -"de Martino:
antichissimo Uffiziale Superiore di molta opinione perché ha molte ferite e
molte campagne. Sul suo conto può informarla il suo Generale Medici per
aver servito nelle campagne di Spagna". Al che Garibaldi ha detto:
"Ah, de Martino...uomini di ferro!"
Ci si assicura parimenti che Garibaldi siasi portato in Palermo per gli
sconcerti ed i fatti d'arme avvenuti per aversi proclamata la Repubbilca e che
da Messina sia partita una Commessione per lo stesso oggetto. Buon
principio per l'Unità d'Italia! Seguitano a venire da Messina quantità di
commestibili di ogni sorta; la truppa spende molto, i gelati aumentano
giornalmente e tutto quanto ci si porta dai venditori si smaltisce subito e con
bastante guadagno, perfino i cambiavalute che per ogni sperlina si prendono
62 carlini. Ci auguriamo che questo stato di assedio sia sempre così; se ci
mancassero i viveri, certamente non ci si manderebbe dal nemico tanta
abbondanza che può dirsi di lusso ed è perciò che preghiamo Iddio che il Re
abbia i mezzi per farceli pervenire! Dai detti venditori abbiamo appreso che
questa mattina sono stati fucilati 11 individui, 3 garibaldini, 7 palermitani ed
un messinese, imputati di varii reati e per aver ucciso un antico Impiegato di
Polizia facendolo a pezzi con mille strazi ed oscenità. Altri 30 individui sono
stati condotti alla Vicaria; il disordine e l'anarchia è al corrente, i due
battaglioni siculi che sono in Messina naturalmente dovranno essere tutti
servi di pena posti in libertà dai differenti reparti penali della Sicilia.
Quest'oggi una fregata russa ha traversato il Faro. Dal Maggiore Diversi ci si
dice che il Generale Ghio fu nominato Comandante di Piazza di Napoli da
Garibaldi, ma che, nel partire da Napoli, aveva poi saputo che detto
Generale, per ordine dello stesso Garibaldi, trovavasi in Castello! Tutta la
nostra Marina è riunita nei porti di Napoli e Castellammare; si pretendeva dal
Dittatore di farla partire per Genova o altro porto del Regno Piemontese, ma
ciò gli è stato impedito, che dice dagli inglesi, altri dai francesi, adducendo a
motivo "Con quale bandiera viaggerebbe questa flotta? - Bubbole!!! Nessuna
novità vi è stata questa notte ai nostri avamposti. Ricorrendo oggi, domani e
dopodomani le vigilie delle 4 tempora, si è disposto che la truppa non riceva
prosciutto, ma bensì pasta,formaggio, oppure legumi.
Napoli Via Medina
19 SETTEMBRE 1860 – CITTADELLA
Notizie
. Il Generale Garibaldi ha scritto a coloro da cui ha ricevuto mandato per le
sue operazioni di inviargli oro a sufficienza essendo inestinguibile la sete dei
Generali Napoletani;
. che il Maresciallo di Campo Pinedo avesse ricevuto 35mila ducati per
cedere la piazza di Capua; essendosi trapelato da militari onesti ed attaccati
ai loro doveri, che egli, fu obbligato a fuggire dalla piazza col pericolo di
essere ucciso;
. che il Ministro di Guerra Pianell, creato Maresciallo di Campo a preferenza,
siasi disertato e fuggito a Marsiglia asportandosi 135mila ducati appartenenti
ai fondi della guerra. Mi sembra impossibile!
. Che i Capitani di Vascello Lettieri, Rodriguez, Flores, il Generale Salazar,
anche di Marina, ed altri ad onta di aver tradito Francesco II, pur nondimeno
Garibaldi non ha voluto accettarli a suo servizio; si crede per far piacere al
Comitato di Palermo perché i legni da loro comandati conferirono molto al
bombardamento della Città;
. che i Gesuiti sono sortiti da Napoli e che nel monastero neppure i chiodi si
sono rinvenuti, ad eccezione di alcune casse di
libri;
. che due compagnie dell'11° di Linea della guarnigione di Siracusa siano
sbarcate in Napoli con armi e bagagli con banda in testa e siano state
alloggiate al Quartiere di S.Potito. Si suppone essere quelli che hanno preso
servizio con Garibaldi. La defezione di Siracusa, oltre al Generale Lo Cascio
che ha tradito, se ne attribuisce anche la colpa al Colonnello Galluppi per
connivenza o viltà. Intanto ci si assicura che porzione della guarnigione
trovasi rinchiusa nel Castello che contiene molti viveri, stante che n'era
provveduto per 4 mesi per 1.400 uomini; ora se nel Castello, a quanto dicesi,
siano rimasti circa 300 uomini, avrà viveri per un anno! Quante anomalie e
cose straordinarie avvengono in questa guerra, per sua natura, tutta nuova!
. Si ricevono due lettere agli avamposti, una diretta al Direttore del Genio De
Nunzio, inviatagli da due Uffiziali del Genio disertori Tenenti Saint Paul e Del
Bono, che reclamano il loro equipaggio lasciato nella Cittadella ed il loro
soldo del passato mese di agosto. L'altra lettere diretta al Tenente Avena,
anche del Genio, gli si manda dal Console Piemontese il quale gli dice che
deve parlargli e dargli notizie ed imbasciate rimastegli da suo suocero
Generale Lo Cascio (che ha tradito a Siracusa) e che qui fu di passaggio
giorni dietro per trasferirsi in Napoli. Queste due lettere, essendo state aperte
avanti al Generale ed a me dagli interessati, si è disposto di non rispondere!
. Per mezzo di lettere pervenute dalla Calabria ci si fa conoscere che
Provincie di Catanzaro e Cosenza sono in rivolta inalberando
bandiera bianca!
. Il Generale Fabrizio è partito da Messina per Palermo avendo rimasto al
comando delle truppe un Colonnello inglese al servizio delle masse
garibaldine.
20 SETTEMBRE
Si è passata la notte tranquillamente senza alcuna novità. Si sono disertati
due soldati della 2ª Compagnia del 3° di Linea.
Al Forte SS.Salvatore sono approdate le solite barche apportando viveri,
frutta, suola di scarpe, cambio monete, negozianti di telerie, orologiai,
insomma tutto quanto vi è in Città perché il soldato spende quello che ha ed
essendo il presidio di 4.500 uomini circa, oltre gli Uffiziali, molto introitano gli
speculatori, nel mentre in Città, essendovi molta miseria, disordine e
anarchia, nulla colà smaltiscono. Con le barche approdate questa mane al
SS.Salvatore è venuta la domestica del Tenente Svizzero Prat, addetto al
mio Stato Maggiore, la quale ha fatto raccapricciare tutti nel raccontarci lo
stato i anarchia e disordine in cui trovasi l'infelice Città di Messina: un povero
giovane, ieri, fu fatto a pezzi dai malviventi rimasti in Città in unione dei
Palermitani usciti dalle galere. Tutte le Autorità sono fuggite; il Generale
Fabrizio, che manteneva qualche ordine, è partito ed il Colonnello inglese
rimasto con i due battaglioni siculi, per nulla si vede e di niente si incarica. La
moglie di detto Tenente ha deciso di ritirarsi nella Cittadella pel timore di
essere uccisa ad onta che sia messinese; e per tanto eseguire attende la
venuta di qualche vapore postale per avere la scusa, imbarcandosi su
qualche barchetto, che va al vapore, perché se dalle persone torbide si viene
a sapere che viene in Cittadella, certamente rischia la vita. Infelice Città!
Della sua bellezza e amenità, rappresenta ora lo squallore della miseria e
della morte! Quante anomalie e disgrazie rappresenta la infelice epoca che
percorriamo, piena di avvenimenti per una guerra tutta nuova! Sembra
un'epidemia che abbia invaso tutte le teste, anche quelle di buon senso! Noi
assediati viviamo e siamo sicuri che lo stato presente non può durare per le
lunghe e ci illudiamo di tante notizie svariate che ci pervengono. Intanto
apprendiamo che tanti Generali e persone sennate anche in Napoli si danno
al partito dell'annessione, nel mentre sembra impossibile a chi ha sangue
freddo e senza spirito di partito e calcola le cose ed i particolari avvenimenti
che succedono che questa annessione possa effettuarsi. Infelice Italia! Per
servir sempre, o vincitrice o vinta! I pochi birbanti rimasti in Messina
spacciano che si stanno costruendo nascostamente migliaia di scale per
assaltare la Cittadella. Ecco come illudono la plebe a cui promettono il
saccheggio della Fortezza, come se si potesse scalare senza calcolare i
cannoni e le migliaia di soldati! Bentivegna, uscito dalle carceri si Siracusa,
ora Colonnello di un reggimento siciliano a Milazzo, segnala al Ministro della
Guerra in Napoli che i suoi Uffiziali sono malcontenti per non aver ricevuto i
loro brevetti e premura che siano loro spediti. Parimenti si premura da
Messina che i brevetti degli Uffiziali di artiglieria e genio e del Commessario
di Guerra, disertori dall'Armata Napoletana (graziosa caratteristica).
Ciò ci si rapporta dal nostro interprete del telegrafo che osserva tutti i
telegrammi da Palermo, Napoli, Messina ecc. Ci avvisa pure che il
"Tangredi", nostra fregata a vapore con bandiera piemontese, ha imbarcato
truppe di Garibaldi alle coste di Calabria, verso Nicastro, per sbarcarle
altrove. Ci si conferma sempre più il rovescio o movimento rivoluzionario
avvenuto in Palermo ed i partiti contrari tra Monreale, Misilmeri ed altri paesi
vicini a Palermo. Povera Sicilia! Ed in qual triste posizione si troverà
nell'inverno quasi vicino per qualunque governo la regge! I legni mercantili
che avevano a bordo le truppe che hanno ceduto Siracusa e che trovavansi
avanti Reggio, sono partiti per Napoli. Il Generale Lo Cascio che le
comandava trovasi da qualche giorno in Napoli, ma non sappiamo quale
vergognosa capitolazione o mercenaria convenzione avesse fatto per cedere
la piazza di Siracusa senza essere investito.
Che infamia! La fanfaronate che si contano in Messina, per quanto ci dicono
gli speculatori che vengono a vendere da noi i loro generi sono che sabato,
ossia dopodomani, verrà una squadra per impossessarsi della Cittadella alla
scalata, senza conoscere che sotto i baluardi vi sono i fossi bagnati battuti dal
mare di molta profondità, oltre a 250 pezzi di artiglieria, quasi tutti alla pexan
da ottanta. La giornata si è passata tranquillamente chiacchierando, ciascun
dicendo cosa aveva comprato al mercato volante che il nemico permette farci
venti re dalla Città. Chi ha comprato vitella, altri insalata mischia, pesce o
frutta, alcuni di aver cambiato monete d'argento con oro e lamentandosi del
forte aggio del 3% e finalmente si è parlato della Nostra Commessione
spedita a Gaeta che non torna essendo passato già molto tempo. Su di ciò
molte coglionerie si sono dette, alcuni suppongono prevedere cose buone,
altri tristi, infine ognuno ha profetizzato sull'avvenire. Gli individui addetti l
nostro ospedale provvisorio a cui è permesso di portarsi in Città per comprare
il bisognevole agli infermi, ci hanno raccontato di aver veduto il nostro
Commessario di Guerra Guccione, da noi disertato, come pure il Capitano
Palladino, ambedue con camicia rossa e sciabola per aver preso servizio
nelle truppe di Garibaldi. Ma il Commessario di guerra, essendo molto basso
di statura e bastante grasso, faceva una figura molto originale!
Reggia di Caserta – Sala del trono
21 SETTEMBRE
Ieri sera fu di ritorno la barca che, con pericolo dei marinai e a forza di
denaro, giorni dietro si spedì al Comandante di Piazza e Forte di Augusta
rimettendogli l'ordine di S.M.(D.G.), ricevuto tramite il vapore prussiano,
ingiungendogli di tenersi fermo a difendere la piazza fino agli ultimi estremi e
di nulla oprare in contrario senza espresso ordine in scritto di questo
Generale Comandante. In riscontro il Colonnello Tomson La Tour,
Comandante della detta Piazza, rimette una balorda capitolazione fatta col
Municipio della Città, senza la firma di persona alcuna. In essa si dice che la
guardia di artiglieria resta per dare la consegna di quanto esiste nel forte; che
6 legni mercantili, scoratti a rimorchio da un vapore, ricondurrebbe tutta la
guarnigione in Napoli, da ove le 4 compagnie del 15° di Linea, le due
compagnie di Pionieri e la compagnia completa di artiglieria andrebbero a
raggiungere i rispettivi Corpi; che la guarnigione non sortirebbe dal Castello
che al momento dell'imbarco con armi e bagaglio, come pure gli Uffiziali con il
loro equipaggio.- Una tal capitolazione, fatta con un municipio di una piccola
Città composta quasi tutta da marinari, sembra così strana come tutti gli
avvenimenti della presente guerra insurrezionale. La fortezza aveva viveri per
3 mesi per 300 uomini, ma ora si era aumentata a circa 1.000 uomini, però il
detto presidio ha fatto la spesa in piazza fino al 13 corrente per cui per un
mese avrebbe potuto restar fermo al suo posto fino al 12 dell'entrante. Il
Comandante si scusa dicendo che erano finiti i fondi regii per fare il prest, che
la diserzione aumentava, l'indisciplina ed, infine, tante altre ragioni che
possono o non possono essere ammesse. Per altro se alla testa dei 600
uomini del 15° di Linea vi fusse un uomo fermo e di coraggio e non già il
Maggiore Aldanese, uomo vile e di nessuna esperienza, certamente non
avrebbe fatto accettare una capitolazione a tutte le altre ermi di simil natura,
stante che la cessione di una Piazzaforte non dipende soltanto da chi la
comanda, ma da un Consiglio di Difesa e massime da un Capo di Corpo.
Ecco la conseguenza di creare Uffiziali Superiori per antichità, qualunque sia
la loro entità, morale, coraggio, talento ed esperienza, per cui non è strano se
nel nostro esercito avvengono simili svergognatezze.-La capitolazione è
avvenuta il giorno 17 del corrente mese. Cosa strana, però; la guarnigione
deve ancora essere nel Forte perché non vi sarebbe ove alloggiarla in
Augusta e, quindi, certamente dovrà prestare servizio fino a rinvenire 6 legni
ed un vapore per imbarcarli. Ma dove prendere o rinvenire questi mezzi? Per
ora non ancora sono per qui passati, giacchè, non essendovi altra via di mare
che per il Faro, solo da qui debbono passare. Che strane anomalie si
succedono! Sappiamo da un marinaro, venuto da Napoli sopra legno
mercantile, che le Potenze estere abbiano impedito che la nostra flotta
sortisse dal porto di Napoli e che la Prussia l'avesse presa in consegna.
Piacesse a Dio e fusse vero! Le nostre speranze si ravvivano, ma poco
credito vi presto! I Calabresi che vengono da noi a smaltire derrate ci
assicurano che a Reggio non vi sono che 30 garibaldini e che il Castello sia
in potere della Guardia Nazionale; che molti garibaldini sono stati ammazzati,
specie quelli che, forse, hanno attentato alle donne, ben sapendo quanto i
calabresi ne siano gelosi.-I due fratelli Plutino, D.Antonio e D.Agostino, esiliati
nel 1848 perché capi di quella rivoluzione di Reggio, ora, uno è capo della
Provincia e l'altro è Direttore e Amministratore in Reggio.
Il primo di essi, cioè D.Antonio, lunedì scorso si ha amputato una gamba per
ferita ricevuta in combattimento.-Il Vescovo di Reggio è stato deposto, non
dal Pontefice, ma dalle presenti Autorità temporali ed è stato sostituito dal
Sacerdote Abbate Pelligani, molto compromesso nel 1848. Finalmente
abbiamo appreso la morte del Colonnello Marchese Dusmet del 13° di Linea,
avvenuta nel modo seguente: sbarcato Garibaldi dietro la Marina di Reggio
(certamente col consenso dei Comandanti dei vapori della nostra Real
Marina, tutti traditori), mandò lettera al Generale Gallotti, Comandante la
Provincia, dicendogli che raccomandasse alla truppa di non battersi perché
lui in tutti i modo sarebbe entrato in Reggio e nel Castello. Il detto
Comandante chiamò Dusmet che aveva il suo Reggimento a Reggio, sua
patria, ed abitava in casa del suo Mellisano, capo dei Demagoghi; Il Dusmet
assicurò al Generale Gallotti che si sarebbe battuto (così come assicurano
tutti i Capi di distaccamento delle diverse Armi), mentre, precedentemente,
aveva assicurato ai suoi parenti e paesani che non si sarebbe battuto contro
Garibaldi. Nel suonarsi l'allarme e sortendo egli, a cavallo, dalla casa di
Mellisano, nel voltare in un vicolo, un plotone di pagani gli fece addosso
fuoco rimanendo ucciso lui ed un bel figlio, 2° sergente, che lo seguiva a
piedi. Si vuole che gli stessi parenti gli avessero preparata tale infelice morte.
Per quanto ci riferiscono i venditori che vengono a smerciare in
Cittadella, voci d'irritamento corrono in Messina contro gli Italiani, si
minacciano nientemeno che un "Vespero Siciliano" contro di essi, così, come
dicono, sia avvenuto in Monreale, vicono Palermo.
La bassa gente è disgustata per la gran miseria che vi esiste, perché la mono
d'opera non travaglia ed il commercio per nulla esiste.-Cosa avverrà in
questo inverno con le campagne devastate, i proprietari e negozianti
oppresso da tanti balzelli e tanti servi di pena usciti dalle carceri che rapinano
e commettono prepotenze e ricatti?-La subitanea partenza da Messina per
palermo del Generale Fabrizio ci fa credere che qualcosa di sinistro sia colà
avvenuto, essendo questo Generale uno dei Luogotenenti di Garibaldi!-Non
cessiamo di essere in pensiero per la Commessione spedita al Re in Gaeta e
che non ritorna. Che sa qual che ne sarà la causa!
Napoli Piazza Garibaldi
22 SETTEMBRE
Dal nostro telegrafo si intercetta che il Comandante del Forte di Scilla
segnala al Comandante delle truppe garibaldine che ieri disertarono 40
Pionieri, di quelli che passarono al loro servizio e che gli altri sono riuniti in
complotto per disertare; eguale segnale si è fatto per tutta la linea fino a
Palmi avvisando tutte la Autorità di arrestarli. Corre voce che Garibaldi sia in
Messina reduce dal porto di Palermo in dove non gli hanno permesso di
sbarcare temendo che abolisse la proclamata Repubblica e che il Generale
Fabrizio, partito da qui, neppure sia stato ricevuto in Palermo. Queste notizie
le credo del tutto false perché sembra impossibile che Garibaldi avesse
abbandonato l'Armata e le sue operazioni, stante che il solo suo prestigio fa
operare le sue masse; intanto bisogna confermarle come vere onde
maggiormente migliorare lo spirito della guarnigione ed inspirare in essa
fiducia e speranza per la buona riuscita della causa del nostro Sovrano! Alle
ore 11 a.m. è entrato nel porto un piccolo legno a vapore con bandiera
piemontese;immensa folla di popolo si è accalcata alla marina, ma con
silenzio si è ritirata, come abbiamo osservato dai nostri baluardi.-Verso le ore
22 ½, altro vapore piccolo con la stessa bandiera è entrato nel porto ed ha
sbarcato molti feriti che si credono tutti messinesi; non sappiamo da ove
pervengono. La fregata inglese è stata rilevata da altra fregata della stessa
Nazione; il solito vascello francese seguita a restare nel porto. Verso le ore
23 vi è stata gran rivista alla marina di circa 4mila garibaldini; non abbiamo
potuto distinguere il Generale che li passava in rassegna. Egli aveva presso
di se 5 Ufficiali di Stato Maggiore.
Dopo la rassegna, tutta la truppa si è ammassata al Largo Real Alto, e da lì si
è, poi, forse, portata ai rispettivi quartieri non essendo più ritornata per la
marina. Le vaghe notizie che riceviamo in giornata, alle quali non si deve
prestar molto credito, sono che Garibaldi a Capua abbia perduto circa 10mila
uomini; che tutti gli ospedali di Napoli siano pieni dei suoi feriti e che Capua
sia in suo potere. Ciò si stenta a credere perché se fosse vero si avrebbe
veduto Messina illuminata, come anche Reggio, così essendo la
consuetudine quando avviene qualche azione vantaggiosa per i garibaldini
(Reggio, Scilla, Monteleone e l'entrata a Napoli). Andiamo a dormire con
molta speranza perché il nostro telegrafo ci avvisa che un vapore proveniente
da Napoli è a 25 miglia dal Faro con prua alla nostra volta, il quale entrerà nel
porto verso le ore 3 di notte. Tutti sperano sia nostra Commessione spedita a
Gaeta che ritorna con buone notizie e viveri.- Chi sa se le nostre speranze
non restino deluse!!!
23 SETTEMBRE
Alla punta di giorno tutti montano sulle batterie per osservare se il vapore
giunto ieri sera a notte avanzata fusse il legno che conduceva a noi la
Commessione spedita al Re in Gaeta, e mentre credevamo deluse le nostre
speranze perché quel vapore era garibaldino, dal nostro vapore ci si avvisa
che altro vapore proveniente da Napoli era vicino ad entrare nel Faro. Ed in
effetti, dopo qualche ora, è giunto il vapore francese "Il Pitias" che conduceva
la nostra Commessione reduce da Gaeta, la quale annunciava a questa
guarnigione il gran contento di S.M.(D.G.) pel modo lodevole come si
comportava, ed il piacere col quale ha ricevuto la Commessione da qui
spedita, col presente ordine del giorno dettato dalla prefata M.S.
ORDINE DEL GIORNO PER LE TRUPPE ESISTENTI NELLA CITTADELLA
DI MESSINA
SOLDATI!
Lungi da voi e dai bravi Uffiziali che vi comandano, sento vivamente il
desiderio di esternarvi la mia soddisfazione pel contegno militare e pel buon
volere di tutta la guarnigione mostrata nell'attuale circostanza.
Gli stenti e le fatiche durate e quelle che probabilmente proverete nel tratto a
venire accresceranno gloria a voi, reputazione alle Armi Napoletane.
State anzitutto ubbidienti ai vostri Superiori: è questo il primo elemento della
Vittoria! Rammentate che son Re soldato e che, educato in mezzo a voi,
palpito di gioia allo annunzio della dei vostri successi e rammentate pure che
siete chiamati a difendere una Fortezza istorica.
I miei pensieri saranno per voi! Coraggio adunque, il Cielo benedica le nostre
armi ed un giorno potrete con orgoglio dire: "Io fui nel 1860 tra i difensori
della Cittadella di Messina"
Gaeta 14 settembre 1860 F.to Francesco
Con l'istessa Commessione la pregiata M.S. Mi ha fatto pervenire il
brevetto di Generale del Real Esercito rimanendo al comando della
Cittadella di Messina ed il Ministro di Guerra con data del 19 corrente
lettera n°127 mi scrive quanto appresso:
AL SIGNOR COMANDANTE
LA CITTADELLA DI MESSINA
D.NICOLA DE MARTINO
Ella qual vecchio Soldato maturato dalla esperienza e versatissimo delle
conoscenze militari non ignora certamente di quanta grave importanza sia la
conservazione di cotesta Piazza il di cui Comando è stato meritevolmente a
Lei affidato.
Sebbene io sia più che convinto, in vista della chiara opinione ch'Ella gode
nell'Armata, che nulla sarebbe necessario inculcarle per la conservazione di
codesta Cittadella, pure nello interesse di compiere esattamente i voleri del
nostro clementissimo Sovrano, le ingiungo quanto segue.
A qualunque costo, sia anche col glorioso olocausto della propria vita, dovrà
tener ferma la conservazione della Fortezza, la quale dovrà cedersi nel solo,
unico e lontanissimo caso che, dopo aver sostenuto con tutte le forze un
assalto in seguito di essersi aperta la breccia si resti sfornito di trinceramento
interno. In una parola, la Piazza potrà cedersi nei soli casi previsti dalla Reale
Ordinanza di Piazza.
Compio pure la Sovrana volontà di esternarle con piacere la completa
soddisfazione Sovrana pel modo lodevolissimo ed esemplare cui adempie ai
propri doveri, ed io sono lieto di annunciarle il compiacimento del Re.
Piacciate a cotesto distinto Sig.Fergola che la predetta M.S. Ammira con
rimarchevole piacere lo zelo e la sua solerzia, e se l'operosità da lui
dimostrata nella circostanza, sono conseguenze del costante attaccamento
che in tutti i tempi ha fatto mostra, oggi più che mai si è reso degno della
Sovrana particolare considerazione.
Si cerchi infine di provvedere la Piazza di viveri ed altro necessario alla
difesa, ritenendosi che uno dei mezzi più efficaci per ottenere lo scopo si è
quello di minacciare Messina.
Infine La prego di esternare ai Sigg. Ufficiali, Sottoufficiali e Soldati
componenti la guarnigione di cotesta Piazza il Sovrano compiacimento per la
esemplare condotta e perfetta disciplina serbata dai medesimi e vado
sicurissimo che tutti vorranno apprestare le loro forze per secondare le di Lei
premure che altro non sono che i comandi di S.M. Il RE (D.G.).
IL TENENTE GENERALE
MINISTRO SEGRETARIO DI STATO-PRESIDENTE DEI MINISTRI
F.TO CASELLA
La Commessione ci ha narrato il sommo piacere provato da S.M. Nel
presentarsi a lui e la grande soddisfazione dimostrata nell'apprendere come
si era comportata e si comporta la guarnigione della Cittadella, nel mentre
vedesi tradito da tutti coloro a cui era affidata una fortezza, come Siracusa,
Augusta, Pescara è da per tutto è stato tradito, nonchè dall'intiera Marina. La
clemenza di S.M., infine, con l'ordine del giorno del giorno 14, lo ha ben
dimostrato, come anche verbalmente. I nostri Uffiziali della Commessione ci
hanno raccontato l'azione avanti Capua, la dirotta dei garibaldini avanti la
Piazza e il gran numero dei prigionieri fatti al di là di Caiazzo e mille altre
cose per noi vantaggiose e per la buona causa troppo giusta che difendiamo.
Avendomi il Capitano dello Stato Maggiore Guillamat (che ha accompagnato
la Commessione) detto che S.M. soffriva molto a Gaeta pel cattivo vino che
beve, mi son fatto dovere di inviargli due barili di vino della riserva, e
propriamente quello di dieci anni che ho fatto distribuire alla Piana Maggiore.Le truppe nemiche in Messina, malcontente delle notizie pervenuteci per la
Commessione reduce da Gaeta, ha creduto imporci con attaccarci quest'oggi
verso le 2 ½ p.m. nel piano di Terranova. Al semplice grido di "Allarme" tutti
eravamo al nostro posto: vi è stato un fuoco bastantemente forte di fucilerie e
boccacci da parte del nemico e da qualche casa, per cui sembrandomi troppo
noioso ho ordinato al Forte D.Blasco di tirare qualche granata e qualche
colpo di mitraglia, come pure ha praticato il Sig. Generale Fergola che
trovavasi sopra la lunetta Carolina. Qualche granata ha incendiato qualche
abitazione; dopo una dozzina di cannonate il fuoco è cessato e gli avamposti
del bivacco hanno ripreso le loro posizioni. La truppa di avamposto del 3° e
5° di Linea si è molto ben battuta con molto entusiasmo, perché poco
ubbidienti al tocco della ritirata dal piano per far agire l'artiglieria, perché
erano decisi di voler entrare in Messina. Sono stato obbligato a mandare
degli Uffiziali per farli rientrare.
I nostri soldati sono veramente accaniti contro il nemico. Due soli dei nostri
soldati sono stati feriti; del nemico non sappiamo perché la nostra mitraglia
ha traversata la grande strada d'Austria. Il detto vapore "il Pitias" è partito
verso le ore 24 ed ha imbarcato circa 40 Compagni d'Arme che conduce a
Gaeta.
La Fortezza di Gaeta
24 SETTEMBRE
Verso le ore 2 ½ dopo la mezzanotte si è chiamato all'arme; la truppa di tutte
le armi si è portata ai siti indicati ma non c'è stato altro che uno scambio di
fucilate agli avamposti, per cui, dopo circa un'ora, ci siamo ritirati.- Per le
cannonate di ieri nessun venditore è venuto in Cittadella, nemmeno quello
della neve; mi auguro che non durerà molto perché gli stessi venditori
reclameranno presso le Autorità garibaldine per venire a smerciare le loro
derrate.- Alle ore 8 a.m. circa si è chiamato di bel nuovo all'arme; la stessa
cosa: poche fucilate e, quindi è cessato il fuoco. Ciò nonpertanto la truppa si
è defaticata perché non trova riposo. Per altro mi ha fatto piacere perché
sembra che le cannonate di ieri e le fucilate di oggi abbiano voluto
solennizzare la mia promozione a Generale! Alle ore 11 a.m. si sono
presentati agli avamposti con bandiere spiegate il Comandante del vascello
francese e quello della fregata inglese con i rispettivi Consoli. Sono sortito in
unione al Generale Fergola a riceverli. Gli stessi si sono lamentati dei colpi di
cannone che si sono tirati in Città. Essi, inoltre, adducono che alle fucilate si
può rispondere con le stesse armi, mentre ai colpi delle granate si può
ruinare la Città. Ho detto loro che i nostri soldati mal soffrono che siano loro
tirate le fucilate per cui subito rispondono e che i colpi di cannone si sono
tirati perché dal nemico non si fa solo uso si fucili ma anche di boccacci che
hanno una portata più lunga del fucile . Al che il Comandante francese ha
risposto che essi erano nel porto per difendere i loro interessi ed i loro
connazionali e che se la Cittadella vuol tirare ne fussero preavvertiti per far
allontanare dal porto i loro legni mercantili. Le discussione si è molto portata
per le lunghe e, finalmente, ho loro detto essere conveniente che si
dirigessero dal Comandante della truppa in Messina onde proibire che i
Siciliani o i pagani venissero ad insultare i nostri posti avanzati e che poi
dicono che sono sempre i nostri che hanno provocato. Finalmente il
Comandante francese mi ha anche detto che l'esultanza dei nostri soldati di
ieri proveniva dalla venuta della Commessione da Gaeta per le buone notizie
che ci avevano recate e che si augurava che fussero vere, stante che lui
temeva che in giornata Capua fusse occupata da Garibaldi. Gli ho risposto
che i dati della guerra sono sempre dubbi, per altro noi della Cittadella non ci
occupavamo di altro che di difenderla. Mi ha detto pure che i nostri soldati
non sono troppo subordinati essendo stato di ciò assicurato dai nostri
Uffiziali. Ho risposto ciò essere falso e nè lui come francese poteva tener
conto di quanto asserivano nostri Uffiziali disertori, credendosi nella loro viltà
e farsi merito col nemico nell'asserire menzogne. Ci siamo licenziati
promettendo che non si sarebbe più tirato col cannone se non aggrediti con
la stessa arma e che in caso dovessimo agire con tale arma ne sarebbero
pervenuti. Ieri e stamane, nel tuonare i cannoni della Cittadella, più di cento
barchette cariche di donne e pagani si sono poste intorno al vascello
francese e che sa quante preghiere hanno fatto al Comandante per farlo
venire a trattare, come ha praticato.
1813 Prima nave a vapore nel mediterraneo "Ferdinando I" (le precedenti
erano a vela)
1832 primo Ponte sospeso, in ferro, in Europa continentale ( sul Garigliano a
sud di Cassino
25 SETTEMBRE
La notte si è passata senza novità.-È giunto da Napoli il vapore postale "La
Messagerie"; abbiamo mandato su detto legno un nostro Uffiziale al quale il
Comandante, ingenuamente, ha detto che Garibaldi è stato battuto, ma ciò
non avrebbe impedito che potesse prendere la Piazza di Capua. Avendo il
detto Uffiziale girato sul legno per attingere ulteriori notizie, un passeggero,
chiamato in disparte, gli ha detto: "Io sono il Capitano di Marina Greco G.A.
Vappindaka, molto affezionato al vostro Re. Tenetevi forte nella Cittadella;
Garibaldi per ben due volte è stato battuto sotto Capua; la quantità di feriti
che ha è immensa. S.Maria C.V., Caserta, Aversa sono piene di suoi feriti, i
corridoi del Palazzo Reale di Caserta lo sono a ribocco. Le immense
requisizioni che si fanno di materazzi e lenzuola ed altro hanno disgustato
tutti quei paesi circonvicini. I Siciliani si ritirano, i Calabresi sono quasi disciolti
protestandosi di essersi ingaggiati per la guerra delle montagne e non già
avanti la Piazza. Garibaldi ha dimesso il Ministero in Napoli volendone
formare altro repubblicano, con a capo un certo Agresta. A Napoli i Luciani
non lasciano passare alcun garibaldino per S.Lucia perché li ammazzano".
Infine un mondo di buone notizie che mi auguro tutte si verifichino. Il detto
greco ha dato all'Uffiziale un biglietto da visita per sapersi il suo nome e dirmi
che scrivendo al Re avessi parlato di lui. Licenziandosi ha detto al Tenente:
"Tenetevi fermi nella Cittadella perché tutto andrà bene in favore del Re".
Questa mattina, verso le 8 a.m., alcuni pagani, nel venire dai Giardini per
portare a vendere pomidori e verdure ai nostri avamposti del Forte D.Blasco,
sono stati fatti segno di 4 colpi di fucili senza offenderli; i nostri non hanno
risposto. I pagani sono venuti lo stesso da noi a smaltire i loro generi. Nel
portarmi sopra luogo, ho fatto caricare a mitraglia i pezzi di Lunetta Carolina e
quelli di D.Blasco. Dal Governatore di Messina si sono fatte evacuare dai
Giardinieri tutte le piccole casette sparse lungo i Moselli ed i giardini contigui
al Forte D.Blasco; non sappiamo se vogliono colà costruire qualche batteria
come fecero nel 1848 (lo che non credo). Suppongo, piuttosto, per non farci
pervenire pomidoro, verdura e frutta che quei coloni ci vendono. Parimenti si
è proibito alla grande quantità di venditori di più approdare al Forte
SS.Salvatore, credono con ciò di affamarci. Ciò per un paio di mesi ci da
poca pena avendo viveri e grano a sufficienza. Per altro può dirsi che i
reclami dei venditori otterranno di ritornare a fovorirci, stante che
giornalmente si portano a casa dai due a trecento ducati; e non sono solo i
venditori di commestibili quelli che vengono, ma anche orologiai, argentieri,
cambia monete, venditori di telerie, sale, corde, scarpe, calze ecc. Tutti
comprano perché i 4.500 soldati e gli Uffiziali hanno danaro a sufficienza per
la doppia diaria che godono, oltre la razione di viveri. Quest'oggi nessuna
barca è venuta da Messina. La Città di Reggio, per telegrafo, ha chiesto
permesso al Governatore di Messina di fare una salva in occasione della
solita festa annuale che fa. Si è risposto che non conviene. Da noi si crede
che tal divieto dipenda dal fatto che gli affari di Garibaldi non vadano bene.-
26 SETTEMBRE
Verso un ora e mezza dopo la mezzanotte si è chiamato all'arme dalla
fazione del Forte D.Blasco; la truppa si è portata ai posti assegnati. Dai
Giardini ove ieri il nemico fece sgombrare tutte quele casette si sono tirati
alcuni colpi di boccacci e bastanti colpi di fucile, ma essendosi tirate da detto
forte alcuni colpi a mitraglia ove si vedeva, per la luna, più gente riunita, si è
cessato immediatamente.Poco dopo, la truppa, che dorme sempre vestita, si è ritirata nelle rispettive
caserme.- I due colpi di mitraglia, credo che non abbiano fatto molto bene al
nemico.
Questa mattina è cominciata la istruzione delle granate a mano per tutta la
truppa. Verso le ore 11 a.m. si sono presentati di bel nuovo i Comandanti del
vascello francese e della fregata inglese con i rispettivi Consoli lamentandosi
che dopo di aver noi promesso di non tirar più cannonate, questa notte
abbiamo [...] alla nostra parola. Al che ho risposto: "I colpi di cannone non
sono stati tirati in Città, ma bensì dalla parte dei giardini contigui alla
fortificazione, perché avendo le nostre sentinelle avanzate veduto inoltrarsi
molte persone che hanno tirato delle fucilate, è stato gioco forza adoperato il
cannone, per convincervi, favorite ad osservare la posizione". Dopo aver
osservato, han detto: "Avete ragione! Tirate da qui quanto volete, nè noi
v'impediremo di bombardare la Città, purché ci preveniate con anticipo per
salvare i nostri connazionali e i loro interessi". Ho detto parimenti al Console
francese che, giusta la convenzione, noi avremo il diritto di mandare in Città
per fare la spesa dell'ordinario per la truppa e che ciò non facciamo per
evitare
collisione ed inconvenienti, non con gli italiani, ma con i siciliani e i nostri
Uffiziali disertori, capaci di qualunque cosa pur di non aver testimoni della
loro viltà. D'altronde noi di nulla manchiamo, avendo viveri per lungo tempo
ed anche vaccine che non mancano di erbaggio nella vasta pianura di
Terraniera ed anche fieno riposto.
D'altra parte è stata una viltà non mandare più i venditori a smaltire viveri ed
altri oggetti che facevano vivere la bassa gente di Messina che giornalmente
si portava a casa sempre 2 o 300 ducati. Per ora, meglio per noi che
guardiamo al denaro!
Per segno telegrafico da Caserta, Garibaldi ordina a Palermo di spedirgli con
la massima sollecitudine un battaglione di fanteria. Si è passata la notte
senza novità.
Napoli - Via Foria
27 SETTEMBRE
Dal nostro interprete telegrafico si fa conoscere essere stato segnalato a tutta
la linea garibaldina – da Napoli a Palermo – di essersi disertati 800
ergastolani dell'isola di Santo Stefano e che si prendessero tutte le
precauzioni per non farli sbarcare pel continente.
Non essendo venute ieri le barche da Messina, si ammazzò una vaccina da
servire per ieri e per oggi per gli infermi del nostro ospedale e per i Generali.
Si dice che vi è ordine di demolire il Castello di Reggio e che il Cavaliere
Morsellino – famiglia ricca del paese – abbia offerto 8.000 per costruirvi un
palazzo; forse l'otterrà perché hanno bisogno di denaro.
Alle ore 22 è giunto un vapore a servizio del nemico, sembra "il Pompei";
dalle notizie attinte da un marinaro si è appreso che S.Marina C.V. sia stata
incendiata per metà e che siano morti 11mila garibaldini. Sebbene la cifra
sembra alterata, pure è sicuro che bastante perdita ha dovuto avere
Garibaldi; altri dicono che tal perdita sia tra i nostri e quelli del nemico.
La forza che domanda Garibaldi per telegramma, cioè 600 volontari da
Reggio, un battaglione da Trapani ed altro da Palermo, non si sa dove
sbarcherà.-Vi è grande allegria fra i nostri soldati perché corre voce che S.M.
ieri abbia fatto la sua entrata in Napoli, ma non essendosi potuto verificare da
chi sia venuta tal notizia, non vi è a prestarvi fede. Quello che però
incomincia a darci da pensare si è che il tempo passa ed i viveri si
consumano e, ad onta che S.M. conosce che ne abbiamo fino al 15
dell'entrante mese, pure è da temersi se abbia mezzi come potercene inviare.
Trattasi di 4.500 uomini.
Faccia Iddio!
Dal telegrafo nemico apprendiamo che il Generale Fabrizio da Napoli ritorna
a Palermo.
Si sospetta che in Città, da qualche punto dominante, si costruiscono batterie
per abbattere la Cittadella; nulla però da noi si osserva di positivo; nessuno
dei nostri entra più in Città, nè alcuna barca di venditori è più venuta da noi.
28 SETTEMBRE
Ieri alle ore 3 di notte dal Palazzo Siracusano si è tirato un colpo di fucile
all'avamposto Pagliara e, alle ore 4 ½, dai Moselli si è tirato dal nemico un
colpo di boccaccio alle sentinelle del Forte D.Blasco. I nostri per nulla hanno
risposto per maggiormente dimostrare quanto sono buffoni se pretendono
prendere la Cittadella con i fucili! Avendo fatto notare al Direttore del Genio,
con eccellente cannocchiale, tutti i ponti e sbocchi della Città, mi ha
assicurato che in alcuna parte vi è traccia di voler piazzare cannoni o formare
batterie. Nessuna barca di venditori è venuta in Cittadella!
ORDINE DEL MINISTRO DI GUERRA DATATA 14 SETTEMBRE DA
GAETA
"Il Brigadiere D.Luigi De Benedictis per la sua riprovevole e disleale condotta
militare, per volere Sovrano, resta destituito dal suo grado come ribelle e reo
di alto tradimento viene sottoposto sotto processo in contumacia diudicandosi
dal competente Consiglio di Guerra.
I Marescialli di Campo D.Giovanni Battista Vial e D.Filippo Flores ed i
Brigadieri D.Nicola Melendez, D.Giuseppe Caldarelli, D.Francesco Buonanno
e D.Giuseppe Ghio vengono sottoposti al competente Consiglio di Guerra per
essere giudicata la di loro condotta."
29 SETTEMBRE
Questa notte in Città vi sono stati canti e suoni per la notizia che si fece
correre che Garibaldi era entrato in ancona e che Capua aveva capitolato. Vi
è stata illuminazione alla sola municipalità, per cui ci è sembrata una cosa
forzata; noi nulla sappiamo di positivo per cui siamo agli eventi essendo
perfettamente senza comunicazioni.
Verso la mezzanotte è entrato nel porto un vapore di guerra piemontese.
Alcune barche, con commestibili e verdure, venivano verso di noi per smaltire
la merce, ma giunta alla metà del porto una barca spedita da Messina le ha
fatte ritornare. Credono così di affamarci, ma noi siamo provveduti di viveri
fino ai primi di novembre.
Tre grossi colpi di boccaccio sono stati tirati questa notte in vari punti della
Città, non diretti ai nostri avamposti, ma per far festa alle favorevoli notizie
che corrono per la loro causa. Segnalazione da Napoli a tutti i Governatori in
Calabria e in Sicilia: "I PIEMONTESI HANNO CONQUISTATO ANCONA E
S'INOLTRANO NEGLI ABBRUZZI."- Alle ore 8 ½ a.m. è giunto nel porto il
vapore "L'Archimede" proveniente da Napoli; ha trasportato pochi passeggeri
pagani e 4 Uffiziali garibaldini. Messina è deserta.
Molti legni esteri sono entrati nel porto, e tra questi un legno da guerra
americano. Tutti vanno e vengono nel Faro, intanto noi nulla sappiamo. O per
qualche notizia non sicura o per quanto il nostro interprete del telegrafo può
intercettare dai telegrammi del nemico, pare che tutto vada a vantaggio di
Garibaldi per i continui soccorsi che riceve dalla Sicilia in uomini e danaro.
Intanto la notizia ricavata dal telegrafo nemico che Ancona sia stata occupata
dalle truppe piemontesi e che s'inoltra verso gli Abbruzzi troppo ci affligge.
Consideriamo che il Re potrebbe essere attaccato alle spalle, stante che se
l'infame Generale De Benedictis che comanda negli Abbruzzi si è dato al
nemico e la Piazza di Pescara ha ceduto, è segno che Garibaldi già tiene a
se quelle tre Provincie che sicuramente saranno insorte e regolate dai
Comitati. Povero Sovrano, da tutti tradito, fino da quelli della stessa Famiglia
e dai proprii zii! Guerra straordinaria è questa, unica nell'istoria! Tradimenti
così generali che fanno raccapricciare. Se la deficienza dei Generali vuolsi
attribuire ad ignoranza o poca esperienza perché creati Generali per antichità
e non per talento militare, come scusare l'intiero Corpo di numerosi Uffiziali di
Marina, tanto beneficati dal presente e passato Sovrano, in modo che altro
legno non ha seguito il Re a Gaeta che la sola fregata a vela "La Partenope"
col solo Comandante e 3 guardiamarina! Ecco tutta la flotta che ha il Re e
circa 3 o 6 Uffiziali, se pure vi sono! Chi sa come finirà questo dramma così
complicato.
In Città vi è illuminazione alla municipalità; buone notizie il nemico avrà
ricevuto!
Questa mattina si è fatta uccidere altra vaccina per i nostri infermi, per i
Generali e gli Uffiziali.-
Napoli - Santa Lucia - Pizzofalcone
30 SETTEMBRE
Da Napoli il Dittatore ordina imbarcarsi tutta la truppa che trovasi in Sicilia per
Napoli: lo squadrone di cavalleria da Palermo e i due battaglioni di fanteria;
da qui, questa notte, su di un vapore è partito il battaglione venuto da
Trapani.
Fino alle ore 7 di notte vi è stata gran festa da ballo alla Borza con grande
illuminazione per festeggiare l'entrata dei Piemontesi in Ancona.
Durante la notte i nostri avamposti non sono stati per nulla molestati. Corre
voce che il Generale francese La Moresiere, al servizio del Papa, con la sua
truppa ha preso posizione tra Pontecorvo e Benevento.
Chi sa se si verifica; noi tutto dobbiamo credere perché senza comunicazione
ufficiale e senza rapporti con chicchessia. Dobbiamo stare alle chiacchiere
che si raccontano per far passare la noia dell'assedio! È giunta "La
Messagerie": le notizie che abbiamo potuto ricevere sono contraddittorie, e
cioè: che avendo S.M. fatta fare una sortita dalla Piazza di Capua a 16mila
uomini, questi, dopo aver inseguiti i garibaldini, per manovra fatta da
Garibaldi, avendo fatta sortire dai due fianchi la sua truppa, i 16mila uomini
sono tutti rimasti prigionieri di guerra con molti morti e feriti.
Altra notizia, poi, che Garibaldi abbia avuto molta perdita e che perciò
richiama in Napoli quanti uomini si trovano in Sicilia. Noi rinchiusi in questi
baluardi con pazienza riceviamo tutte le notizie, o buone o cattive, senza
essere sicuri quali siano le vere.
È giunto ancora nel porto il vapore postale "Luca di Calabria"; il Tenente dei
nostri lancioni, per mezzo di un marinaro colà imbarcato, ha ricevuto una
lettera da Napoli con data del 25 che gli da notizie che Garibaldi è stato
battuto replicate volte sotto Capua e che egli dai cannonieri di marina vuol
formare un battaglione di artiglieri per condurla alla presa di Capua e che
questa novità ha prodotto molta diserzione e tutti si presentano a Gaeta. Mille
altre notizie si sono sparse, tutte a seconda come ognuno desidera. Certo è
che di positivo nulla sappiamo!
1°OTTOBRE – Cittadella di Messina
Durante la notte i nostri avamposti per nulla sono stati attaccati. Un soldato
del 5° di Linea, di servizio al bivacco, è stato dato per disertore, ma si
suppone che essendosi portato imprudentemente nei giardini per prendere
qualche frutta o verdura sia stato preso dai posti avanzati del nemico.
Seguitano ad imbarcarsi garibaldini su di un vapore per rinforzare l'Arma
sotto Capua.- In giornata vi è stata una forte diserzione; si sono prese
maggiori precauzioni per evitarla.- Dicesi che in Messina, dal Governatore
Militare, si sia dato ordine ai posti avanzati garibaldini – pena la morte – di
non tirare fucilate sui nostri soldati di fazione agli avamposti.- Sono le ore 3 di
notte e dalla Cittadella si sente un continuato fuoco dalla parte di Villa
S.Giovanni, lungo la spiaggia di Calbria, fino alle vicinanze di Pizzo e di
Reggio; intanto non può supporsi qualche festa popolare a Reggio o altrove,
altrimenti si scorgerebbe illuminazione, giusta il consueto in simili circostanze.
Sono le ore 4 di notte e finora non abbiamo osservato che un fuoco di
fucilerie verso la spiaggia di Calabria, per l'estensione di qualche miglio, e
diversi colpi di cannone e boccaccio molto all'interno dalle montagne. Non
sappiamo a che attribuire untal fuoco perché privi di notizie; per altro, questi
avvenimenti di distraggono alquanto dalla penosa noia in cui viviamo, senza
nulla sapere del mondo politico per essere privi di fogli. Nel curioso assedio in
cui viviamo, il non tirar cannonate e ricevere seri attacchi ci fa vivere in una
monotonia peggiore di qualunque disagio.- Alle ore 5 ½ è giunta una barca
da Reggio che approdando alla Sanità, a voce alta, tanto che si sentiva al
Forte SS.Salvatore, ha proclamato che Capua era stata presa e arresa.
All'istante tutte le campane di Messina, per più di due ore, hanno suonato a
festa e, da Reggio fino a Gallo, Villa S.Giovanni, Pizzo, per l'estensione che
si scovre e si sente dalla Cittadella, hanno seguitato il fuoco fino all'interno
delle montagne.
Tanto è stata la esultanza generale di quella Provincia! Ecco svanite tutte le
nostre speranze e le nostre illusioni! A meno che ad arte non si abbia fatto
spargere tale notizia...e ciò potrebbe anche essere un'illusione!
2 OTTOBRE
Alle ore 9 ½ è giunta nel porto "La Messagerie"; si è mandato a bordo un
nostro Uffiziale il quale ha domandato ala Comandante notizie di Napoli
ricevendone risposta che la Capitale era tranquilla ma che nel partire, per
lungo tratto di tempo, aveva inteso che per le strade di Napoli si batteva la
generale. Detto Uffiziale nostro, poi, è stato chiamato da un gentiluomo che,
in pubblico, gli ha detto: "Che cosa fate più nella Cittadella? perché non la
cedete, il Re non è più a Capua, tutto è finito, Francesco II non regna più",
quindi sotto voce gli ha detto: "Portatevi nel mio camerino n°2 che da qui ad
un quarto d'ora verrò a parlarvi". Passato tale tempo, al posto indicato, il detto
gentiluomo ha detto al nostro Uffiziale: "Io sono il Capo dei Gesuiti di Napoli e
col Padre Provinciale, travestiti ci portiamo a Malta. Tenetevi saldi nella
Cittadella che sarete soccorsi. Gli affari vanno bene! Garibaldi è stato
replicate volte battuto sotto Capua". Gli ha detto, parimenti, che a Capua un
Capitano di Artiglieria aveva inchiodato 12 pezzi di cannone per dove doveva
passare la Colonna di Garibaldi, ma che il Re, avvertito a tempo, li fece
rimpiazzare da altri 12 pezzi da 80, di maniera che, avanzatesi le colonne
garibaldine sicure di entrare libere da quella parte, nel giungere a tiro di
pistola, i 12 pezzi vomitarono la morte a colpi di mitraglia.
Tirarono per tre volte consecutive producendo al nemico significatissima
perdita . Dopo l'azione, un Consiglio di Guerra condannò a morte il Capitano
e l'esecuzione ebbe subito luogo. Disse, altresì, che Napoli era tranquilla e
che si speravano buoni risultati. Verso le ore 10 a.m. si è avanzato un
parlamentare portando una lettera al Generale Fergola direttagli dal
Governatore di Messina nella quale gli si diceva che le vittorie di Garibaldi
progredivano immensamente e che avesse riflettuto alla sua posizione ed a
quella della guarnigione e che oramai era tempo di cedere la Cittadella. Si è
risposto a voce, per mezzo di un sottouffiziale, che alla lettera non si deve
risposta. Quest'oggi, verso tardi, si sono imbarcati altri soldati garibaldini.
Napoli – Palazzo Reale
3 OTTOBRE
Questa mattina si è pervenuto il Comandante di Piazza a Messina,
Sig.D'Antoni, che dopodomani la Cittadella avrebbe eseguito tre salve in
occasione del nome di Francesco II; eguale prevenzione si è fatta ai
Comandanti di vascello francese e della fregata inglese.
Ho ricevuto i fogli di Francia "Le Costitutionnel" e "Le Gazzette du Midì"
inviatimi dal Comandante la fregata inglese. Dai detti fogli ho appreso
l'antagonismo del Ministro piemontese Cavour e Garibaldi ed altre notizie che
hanno alleggerito in parte la noia in cui si vive in un assedio. Ho appreso
parimenti dell'invasione dell'Umbria e delle Marche dalle truppe piemontesi e
la disfatta di Le Moricier in Ancona e delle truppe Pontificie in diverse città
delle Marche e del "Te Deum" cantato dall'apostata Gavazzi nella Cattedrale
di Napoli. Sono tre giorni che le barche non vengono ad apportarci viveri ed
altro, ciononostante dalla parte dei Giardini i pagani, nascostamente dalla
gente cattiva, ci portano verdura, pomodoro, melingiane e poca carne. Ma
avendone scritto al Comandante di Piazza e mandatosi il dispensiere in Città,
questi, oltre di ciò che bisogna all'ospedale, ha disimpegnato altre
commissioni per molti Uffiziali, come zucchero, caffè, sapone, sigari ed altro;
tra le altre cose, ha comprato cento canne di tessuto colorato per guarnire la
baracca nella quale, in occasione del nome di S.M. (D.G.) avrà luogo una
festa da ballo (senza dame). Nell'imbarcarsi, detto dispensiere, è stato
raggiunto da una barca della Dogana che gli ha tolto le cento canne di
tessuto. Scritto al Comandante di Piazza, questi ha risposto che il tessuto
non era perduto, ma solo sequestrato, stante che, essendo la Cittadella fuori
dal porto franco, doveva pagarsi il dazio della Dogana, per cui si è spedito
persona pel pagamento della somma di 12 ducati.-
4 OTTOBRE
Verso le ore 8 a.m. ci si annunzia dal nostro telegrafo che si scovre a 15
miglia il vapore francese al nostro servizio, e propriamente quello stesso che
15 giorni dietro venne quì col Capitano di Stato Maggiore Guillamat, latore del
mio brevetto di Generale. Ognuno può figurarsi come si è messo in moto tutto
il presidio trattandosi di sapere sicure notizie del nostro Re e del nostro
Esercito e delle azioni guerresche avvenute sotto Capua di cui Messina e le
vicine Calabrie facevano festa ed illuminazioni per le volute vittorie di
Garibaldi.- Alle ore 10 a.m. una Divisione di Artiglieria in Gran Tenuta, la
Banda del 3° di Linea, i Generali e tutti gli Uffiziali, si sono portati in questa
Chiesa Parrocchiale e si è cantato il "Te Deum" in occasione del nome di
S.M.(D.G.); dal Tenente Falduti, con voce di basso, si è cantato il "Tantus
Erge".
Verso le ore 11 è entrato nel porto il vapore francese; bastante tempo è
passato per ricevere pratica dalla Sanità, Dogana e Comandante le truppe in
Messina che quasi si pretendeva di non far sbarcare il Capitano e gli oggetti
che conduceva. Finalmente è sbarcato e ci ha dato buone notizie della salute
del Sovrano e dell'Esercito e delle gloriose azioni operate contro Garibaldi
per la grande perdita sofferta in morti, feriti e prigionieri. Ci ha raccontato
quanto passa in Gaeta, dei nostri compagni d'arme, di quelli buoni e dei
traditori! Credevamo che avesse portato viveri e denaro, ma nulla di ciò, anzi,
precisi ordini di S.M. di pretendere i viveri dalla Città a colpi di cannone e di
usare la massima energia col nemico, eliminando le buone maniere e che le
salve non più si eseguissero al fronte di mare ma a quello della Città non solo
della Cittadella ma anche del Forte SS.Salvatore e che le cariche fussero
piene come le cariche con i proietti e non più deboli come il consueto. In
effetti ciò si è praticato alla salva di mezzogiorno e a quella del cader del
sole. Ma verso l'una p.m. si sono presentati agli avamposti i soliti due
Comandanti francese e inglese con i rispettivi Consoli, come parlamentari,
con bandiere spiegate. Sono sortito a riceverli con il Capitano Guillamat; essi
mi hanno assicurato che tutta la Città si è preoccupata di quel fuoco inusitato
supponendosi una provocazione per bombardare la Città; che se tanto si
voleva eseguire dalla Cittadella si fosse avvertito per allontanarsi dal porto e
salvaguardare i loro connazionali. Ho loro risposto che essendo noi i padroni
della Cittadella potevamo eseguire le salve come e dove meglio credevamo e
che le salve erano state a polvere e non a palle o a mitraglia e che perciò la
Città poteva tranquillizzarsi. Ho aggiunto che domani, forse, si farà domanda
al Comandante delle truppe garibaldine in Messina di quanto bisogna al
presidio, e ciò in linea di giustizia e secondo la convenzione, che se ciò
venisse negato, la Cittadella si servirebbe dei suoi cannoni, assicurando loro
che sarebbero preavvertiti 24 ore prima. Il parlamento è stato a sufficiente
riscaldato perché il Console francese che molto teme per sua moglie che
soffre di convulsioni, mi ha detto: "Cosa fareste voi Generale su tutti
abbandonano la Città?" - Gli ho risposto: "con 2.000 uomini invaderei la Città
e con tal sortita, accompagnata anche da cannoni, prenderei in Città quanto
bisogna ad un presidio deciso di difendere la Cittadella fino agli estremi". Il
Capitano Guillamat ha anche fatto loro sentire il sovrano intendimento e,
finalmente, siamo convenuti che si
avvertiranno tanto i Consoli che i legni esteri con anticipo in caso che la Città
dovesse avere la disgrazia di essere bombardata.
Il timore panico, però, in Città è grande e spero che non giungiamo a simile
eccesso. Vedi come cambiano le cose in tempo di guerra: l'altra sera in Città
e in Calabria grandi illuminazioni, suoni, feste, campane a gloria tutta la notte
per il bollettino inviato da Garibaldi per vittoria riportata su tutti i fronti; oggi,
per l'arrivo del Capitano Guillamat, tutto il contrario: la Città, spaventata e
piena di timore, ricorre ai Consoli e ai Comandanti i legni esteri per essere
sicuri che la Cittadella non fulmini la Città. Nella Cittadella grande esultanza
per le veritiere e non falsi avvisi relativi al vantaggio riportato dal Re su
Garibaldi. Le bande dei Reggimenti battono l'inno Borbonico ed i gridi di "Viva
il Re" si fanno sentire in Città dai nostri baluardi. Si inaugura la baracca,
costruita nel Maschio della Cittadella, tutta addobbata e illuminata, ove
danzano gli Uffiziali; di tanto in tanto dalle bande si suona la tarantella per far
ballare i soldati in mezzo al Maschio. Gaffè gelato, acqua gelata con rhum,
vino moscato, gridi di "Viva il Re" echeggiano fino alla Città misti al suono
delle bande. Curioso spettacolo per chi considera 4.500 uomini assediati in
una Fortezza, isolata, priva di ogni soccorso, distante circa 600 miglia da
Gaeta, che si ridono di una Città di circa 90.000 abitanti in rivolta con truppe
dell'invasore e con la protezione di Nazioni Estere! Cosa fa il cannone e la
resolutezza di una truppa che adempie ai propri doveri e non soffre le
umiliazioni e la taccia di traditori toccata al Generale Comandante la Piazza
di Siracusa ed a quello di Augusta! Le festa da ballo nella baracca e nel
Maschio è durata fino alle 22; sarebbe durata di più se non si avesse avuto in
mira di far riposare i soldati e gli Uffiziali che domani devono montare al
bivacco.
Che cosa curiosa è la guerra! Un giorno si canta vittoria da una parte e
tristezza dall'altra; altro giorno, il contrario...ed intanto il sangue scorre per i
due partiti! Fatalità dell'uomo nato per distruggere se stesso! Però, a mio
parere, non bisogna credere che il gaudio sia duraturo; in tutte le vicende
sogliono esservi alti e bassi, nè bisogna illudersi delle speranze perché i dati
ed i risultati della guerra sono sempre dubbi...ma la nostra disgrazia sembra
alquanto sicura!
5 OTTOBRE
Questa mattina, contro le nostre aspettative, sono approdate di bel nuovo al
Forte SS.Salvatore gran quantità di barche cariche di frutta, carne, pane,
pesce, cambia monete, orologiai, dolcieri, venditori di suole, filo e quanto può
desiderarsi; dopo qualche ora tutto è sparito, massime una mezza barca di
sapone è stata venduta in un momento perché 4.500 uomini, senza donne,
lavar pure devono la propria biancheria. Alle ore 10 a.m. si è spedito un
ufficio al Comandante le truppe in Messina col quale si chiedevano viveri per
il presidio e che fussero evacuati i Forti Castellaccio e Consagra di tutti i
viveri di riserva ivi contenuti e trasportati nelle zone militari avanti la
Cittadella, nonchè tutta la polvere, i proietti e i cannoni, giusta la convenzione
fatta tra il Maresciallo Clary ed il Maggiore Generale Medici. Si aggiungeva di
rispondere, onde avere il tempo di poter avvisare preventivamente i Consoli
ed i Comandanti dei legni esteri se, in caso negativo, si fusse stati obbligati a
far fuoco contro la Città. La risposta, pervenuta alle ore 23 con ufficio postale
agli avamposti, è stata gentilmente affermativa e con essa si domandava di
parlamentare sopra un legno estero per combinare ciò che si faceva di
bisogno, il modo, la quantità, ed il luogo ove il vario materiale, specialmente i
viveri, potevano sbarcare. Pare che il mio discorso di ieri con i Comandanti
dei legni e Consoli esteri con la minaccia di bombardare la Città e di fare una
sortita abbia fatto effetto. Evidentemente tutto è stato rapportato al
Comandante Militare ed ai Messinesi, per cui si è a tutto annuito. Può anche
darsi che ciò sia dipeso dalla poca truppa garibaldina in Sicilia, in quanto la
gran parte di essa è stata imbarcata per Napoli, giusta gli ordini di Garibaldi.
Si è pure appreso che per incoraggiare a partire detta truppa si fecero
illuminazioni e feste con avvisi che Garibaldi era vincitore su tutti i punti. Ora
però gli annessionisti sono alquanto avviliti perché sembra che per essi gli
affari non vanno troppo bene e che il loro telegrafo, da 3 giorni, non riporta
più notizie e vittorie.
Verso le ore 18 il Capitano Guillamat, col lo stesso vapore col quale era
venuto da Gaeta, è partito per Augusta per accertare cosa sia avvenuto di
quella guarnigione che svergognatamente capitolò nella Fortezza e per
acquistare, se gli riesce, olio e grano; egli, infatti, viaggiando su un vapore
straniero, può effettuare acquisti, se ne rinviene. L'invasione delle truppe
regolari piemontesi è cosa per noi veramente affligente; l'invadere l'Umbria e
le Marche senza dichiarare guerra è cosa veramente strana ed inaudita nella
storia, massime trattandosi degli Stati Pontifici, garantiti dall'Imperatore dei
Francesi, il quale, poichè ciò gli dispiaceva, ha ritirato il suo Ministro da
Torino ed il piemonte ha fatto lo stesso ritirando il suo da Parigi. Intanto il
Piemonte, e il Ministro Cavour poco conto ne tiene, come se poco o nulla
facesse conto della Francia e delle sue armate. Cosa può idearsi di ciò?
Sembra cosa incomprensibile! Nell'istesso modo avviene in Napoli: Il Re di
Piemonte non dichiara guerra a Francesco II, anzi gli dimostra amicizia,
intanto manda a Napoli due Reggimenti Piemontesi ed un Ammiraglio per
impossessarsi e comandare la nostra flotta. Garibaldi Dittatore fa decreti in
nome di Vittorio Emanuele; Francesco II fa proteste a tutte le Nazioni ed
intanto tutte restano impassibili a tanta pirateria. Le marce vittoriose e
trionfanti di Garibaldi, mercè le insurrezioni di intere popolazioni ed il
tradimento di Generali inesperti, pare che abbiano fatto, in qualche modo
sosta avanti Capua e potrebbe anche darsi che la truppa rimasta fedele al Re
possa riacquistare parte del perduto. Ma se 30.000 piemontesi invadono gli
Abbruzzi ed attaccano il Re alle spalle, come andrà la faccenda?
La funicolare del Vesuvio
6 OTTOBRE
All'apertura delle porte, le solite barche, cariche di tutto, sono approdate al
SS.Salvatore ed in meno di 4 ore hanno introitato più di 600 ducati; è
incredibile vedere come generosamente spendono i nostri soldati,
provvedendosi di quanto bisogna, al di là del bisogno stesso. Si è scritto al
Comandante le truppe garibaldine in Messina che domani si portasse al
nostro avamposto alla Pagliara per conferire col Generale Cav.D.Nicola de
Martino per stabilire un appendice alla nota convenzione e fissare il metodo
sicuro, l'ora ed il luogo onde portarsi i generi bisognevoli al presidio ed il
trasporto degli oggetti relativi all'evacuazione dei Forti Consagra e
Castellaccio.
Alle ore 10 a.m. si è presentato agli avamposti, con bandiera parlamentaria, il
Console Americano accompagnato da altro diplomatico, il quale, gentilmente,
si è scusato di avermi scomodato ma che credeva suo dovere presentarmi il
Console che lo rimpiazzava. Al che ho cortesemente ringraziato; mi ha detto
che il suo Ministro lo premurava caldamente voler conoscere lo stato di
Messina e quello della Cittadella, per cui mi pregava di dirglielo ,stante che
doveva a lui presentarsi e con sincerità , notiziarlo sulla verità dei fatti. Io gli
ho risposto poter assicurare al suo Ministro che la Cittadella non sortirà mai
dalla linea del giusto e da quanto si contiene nella convenzione; tale linea, a
cause di varie cannonate tirate in varie volte, era stata sospesa, ma che ora,
essendosi di nuovo attivata, ed essendoci stato accordato quanto da noi si è
preteso, si sta nella perfetta tregua. Ho parimenti detto che domani avrei
avuto un abboccamento col Comandante nemico agli avamposti per
confermare quanto lui ha permesso di eseguire. Siccome il detto Console mi
dice che la Città è in gran timore, gli ho detto di poter assicurare i Messinesi
di nulla temere dalla Cittadella purchè non sia provocata e che non si stia al
convenuto; che in me troveranno l'Uomo giusto ed imparziale. Dopo le
cerimonie di uso, ci siamo licenziati. La nostra baracca(o casina) si è
provveduta di tutto, come un "Caffè" ben guarnito di tutto; si sono trovati
subito speculatori che hanno acquistato rosolii, caffé, zucchero, vini forestieri,
carte da gioco e quanto occorre, nonchè gelati e limonate in tutte le ore. Ad
una cosa soltanto non può darsi rimedio ed è la fastidiosa noia per chi non ha
il vizio del gioco, tanto più che trovandosi senza il nostro intiero equipaggio
non abbiamo libri da leggere.
7 OTTOBRE
Questa mattina si è ritirata nella Cittadella la moglie del Sig.Prat, Uffiziale di
questo Stato Maggiore. Essa è di Messina ed ha due fratelli Guardie
Nazionali; essa mi ha assicurato che in Città non vi esiste più nessun soldato
e volontario di Garibaldi, ha la semplice Guardia Nazionale, pronta a buttare i
fucili in caso che dalla Cittadella si facesse qualche sortita con le truppe del
Re. Vi è in Città qualche superiore, e tra questi il Comandante di Piazza
D'Antoni, il quale ha cessato il comando il giorno che dalla Cittadella si
tirarono alcune granate e non si sa se per questo o perché cadde da cavallo,
si è rotto una gamba e gli hanno amputato l'altra. Mi dice ancora che più di
300 persone sono arrestate alla Vicaria perché, come Palermo, chiedevano
la repubblica; racconta dello spavento propagatosi tra i messinesi per aver io
detto al Console francese che avrei fatto una sortita in Messina con 2.000
uomini(ma io gli dissi: "purché non si accorda al presidio quanto di
domanda"); cessato il commercio, i viveri incariti, senza lavoro, tutto il basso
popolo desidera Francesco II. Seralmente succedono furti, massime nelle
case abbandonate, perché gli abitanti se ne fuggono in campagna.
Alle ore 14 ½ giunge dietro la Cittadella, e propriamente al Lanternino, il
vapore francese al nostro servizio con il Capitano di Stato Maggiore
Guillamat il quale, dovendo partire subito, ha lasciato una lettera per il
Generale Fergola con la quale lo avvisa che non può trattenersi o entrare in
porto perché potrebbe incontrare difficoltà con la Sanità, avendo a bordo,
nascoste sotto coperta, 4 Compagnie, cioè 2 di Pionieri e 2 del 15° di Linea,
imbarcate ad Augusta; che non ha potuto imbarcare la Compagnia di
Artiglieria e le altre due del 15° di Linea perché il vapore non poteva
contenerle; che il Maggiore Aldanese si era dato al nemico, forse per l'infamia
commessa per aver capitolato col Municipio; che aveva acquistato del grano
a caro prezo per Gaeta.- Alle ore 22, giusta il convenuto, al nostro avamposto
alla Pagliara è venuto il Comandante la Provincia di Messina, accompagnato
da un Uffiziale di Stato Maggiore e da un Capitano del Genio alla sua
immediazione. È stato colà fatto trovare l'occorrente per scrivere e, dopo
varie difficoltà, abbiamo stabilito un'appendice alla convenzione del 28 luglio
ultimo, fatta tra il Maresciallo Clary ed il Generale Maggiore Medici, della
truppe garibaldine. Si è convenuto su quanto dal presidio della Cittadella si
desiderava, e cioè:
. si doveva somministrare al presidio quanto bisognava al vivere civile, carne,
pane, biada per gli animali, legna, tabacco ecc;
. non interrompere il cammino delle acque nella Cittadella;
. riprendere il trasporto di quanto rimane nei Forti Consagra e Castellaccio. I
viveri da portarsi con barche fino a Terranieri;
i proietti, polvere e cannoni, da portarsi avanti la zona
militare fino a Terranova. Tali operazioni dovranno avere inizio da domani 8;
. che non si fusse impedito alle nostre barche di sbarcare in Città chiunque
della guarnigione per comprare qualunque genere
occorresse:
. commercio libero del mare.
È stato accordato tutto quanto da me domandato. Il Comandante della
Provincia di Messina è D.Salvatore D'Antoni che comprò l'impiego nei
Reggimenti Siciliani il 1827, e si allontanò dalle bandiere nel 1848 da
Capitano e fu destituito; ora è Colonnello nell'armata di Garibaldi. Il Capitano
alla sua immediazione è il Capitano del Genio Ischia che disertò da noi nel
mese di agosto ultimo. L'Uffiziale di Stato Maggiore è un Uffiziale Italiano.
Tutti e tre, di molte gentili maniere, non erano molto allegri; ma hanno
assicurato che presto andrebbe tutto a comporsi con pace, essendo
intervenuta qualche Potenza estera. Mi hanno assicurato ancora che il
Generale Ghio trovavasi in Castel S.Elmo in Napoli sotto giudizio per aver
cospirato contro la vita di Garibaldi e chi sa a quest'ora cosa sarà di lui!
Dopo aver firmato l'appendice in parola, dopo le cerimonie d'uso, si siamo
licenziati. Dal nostro telegrafo ci si rapporta che il telegrafo da Napoli non più
segnala per i garibaldini. Ciò ci fa supporre che forti bande a nostro favore
hanno rotto i telegrafi nell'interno delle Calabrie, oppure nulla hanno da
segnalare per non aver qui forza disponibile.
Napoli - La Reggia di Capodimonte
8 OTTOBRE
Un vascello inglese è entrato nel porto e la fregata della stessa Nazione che
sta qui da qualche mese è partita.
Il nostro interprete del telegrafo che osserva tutti i telegrammi del nemico
rapporta un dispaccio partito da Napoli dal Ministro Piemontese che ordina
mandarsi in Napoli i cavalli di un Maggiore Italiano. Questa sera grande
illuminazione alla Comune; cartelli in Città che annunciano la venuta di
Vittorio Emanuele – Re di Piemonte – in Napoli con 40mila uomini e pare che
voglia cacciar fuori Garibaldi per aver conosciuto che voleva elevarsi a
presidente della repubblica napoletana e siciliana che intendeva ristabilire.
Tutte queste cose, se vere o false, non vi si può contar sopra perché non
tutte le illuminazioni e le dimostrazioni fatte in Messina sono state
effettivamente per cose o vittorie che hanno spacciato.
Forse dal "Messagerie" che giunge domani possiamo sapere qualche cosa.
Con l'abboccamento avuto ieri col Comandante le truppe in Messina, mi si
disse che presto le cose andranno a finire pacificamente per essersi
frapposta qualche Potenza nei nostri affari e che Vittorio Emanuele era atteso
ad Ancona e non a Napoli, come si spaccia in Messina. Siamo assaliti da tutti
i venditori di Messina, non solo al SS.Salvatore, che vengono per via di mare,
ma anche, dalla parte di terra, ai nostri avamposti e propriamente alla
Sperlungata, in dove, essendomi portato stamane, ho osservato che
friggeveno anche pesci, piparoli e pasta e mi pregavano di non proibirlo,
stante che in Messina si moriva dalla fame e tutto il basso popolo è alla
disperazione e che essi si esponevano, anche a rischio della vita, di passare
fra gli avamposti garibaldini. Ho ad essi detto che non temessero perché
dietro l'abboccamento avuto col Comandante la Piazza di Messina essi
potevano venire da noi ed io anche permettevo che potessero vendere in
quel sito.
Maria Sofia di Borbone
9 OTTOBRE
Questa mattina si è ricominciato il trasporto di quanto trovasi nel Forte
Consagra; si è iniziato coi barili di polvere; ho disposto che domani dovranno
calarsi i viveri.- Ho ricevuto vari fogli di Francia; non è piccolo sollievo nel
noioso assedio in cui siamo. Nel foglio "Costitutionel" ho letto che l'Armata
Piemontese ha marciato dai suoi Stati perché chiamata da Viterbo e da altre
città dell'Umbria e delle Marche per voto delle popolazioni.
Mazzini trovasi in Napoli ed il Dittatore, fattolo chiamare, gli disse che non si
opponeva al suo soggiorno in Napoli ma che non avrebbe sofferto se la sua
presenza produrrebbe e minaccerebbe intrighi nella Capitale.
Cosenz, Scialata e Pisanelli sono Ministri in Napoli, molto devoti al principio
monarchico e al partito di Cavour.
Le Morecier è assediato dietro Ancona e circondato da 50mila uomini delle
due divisioni piemontesi comandate dai Generali Fanti e Cialdini, i quali
hanno accordato tre giorni per cedere il Forte; il grande bombardamento per
mare durato 24 ore è cessato per ordine perché doveva darsi l'assedio.- Il
nostro Ambasciatore a Messina, Principe di Carini, ha ricevuto ordine dal Re
di non ammuoversi dal suo posto.- Nella "Gazzette du Midì" si legge: "Il
Generale Bosco, il difensore di Milazzo contro Garibaldi, ieri passò la giornata
24 settembre in Marsiglia. Egli veniva da Napoli; Garibaldi gli mandò un
passaporto con ordine di partir subito da Napoli; egli ha cambiato questo
passaporto con altro del Re e questa sera è partito per Parigi. Non si sa
spiegare perché Bosco non sia a Capua o a Gaeta! In questo momento tutto
è oscuro e confusione, si spera che si premurerà di giustificare la sua
condotta su quello che i giornali piemontesi gli imputano di infedeltà al proprio
Sovrano per così restar degno della stima delle oneste ed onorate persone.-È
giunto parimenti a Marsiglia il Generale Pianelli che fu Ministro di Guerra nel
Gabinetto diretto dal traditore Liborio Romano e si assicura che il Cardinale
Antonelli lo avesse fatto sfrattare da Roma."
La fregata inglese che sortì ieri dal porto, questa mattina è ritornata, ed il
vascello che giunse nella stessa giornata è partito.
È giunto "La Messagerie" da Napoli, ma nulla abbiamo potuto penetrare
perché il Comandante del legno ha detto che non essendo stato in Napoli che
per due ore nulla sapeva. È una grande disgrazia per circa 100 Uffiziali che
stiamo in questo assedio non poter avere notizie delle nostre famiglie e della
Capitale nè di quanto accade. In noi tutti è induzione; per gli Uffiziali casati è
una vera disgrazia perché le loro famiglie furono mandate a Napoli ai Granili
ove ebbero alloggio, a Capua e poche a Gaeta; ora come far pervenire la
sussistenza alle stesse, ad eccezione di quelle a Gaeta? Miseria Umana!
Intanto dalla lettura dei fogli esteri rilevo che le cose vanno per le lunghe e chi
sa come finiranno! Ho poca speranza che finiscano bene!
10 OTTOBRE
Dal Forte Castellaccio, i Garibaldini, giusta la convenzione, hanno portato ai
nostri avamposti circa 70 sacchi di biscotto; la distanza è molta, i giorni sono
corti, per cui l'evacuazione di quanto esiste nei due Forti durerà molto e chi
sa se può effettuarsi prima che termina la scena presente, bastantemente
deplorabile per l'Italia tutta! Dai venditori che vengono da noi apprendiamo le
voci che corrono per Messina; quelle di oggi sono che Lamericier sia andato
prigioniero a Torino e che Vittorio Emanuele, con quarantamila uomini,
marcia per Napoli per togliere il comando a Garibaldi ed abbattere il suo
partito; che Capua ha ceduto e che la Cittadella andrà ad essere bloccata tra
giorni e tante altre cose che arrecano noia allo scrivente.
Napoli - S. Anna dei Lombardi
11 OTTOBRE
Dal nostro interprete telegrafico, che intercetta tutti telegrammi del nemico, ci
si rapporta che da Palermo si segnala in Napoli che, essendosi riattivati i
telegrafi elettrici ed a vista da Torino a Napoli, si desidera conoscere i decreti
che si emanano, come pure di tutto ciò che accade in Napoli, Capua ed
altrove, non potendosi restare all'oscuro di tutto. Secondo me, le notizie che
si spacciano in Messina e che si propagano in tutta l'Isola ad altro non
tendono che per far soldati ed arruolare i volontari di cui bisognano per
sostenere la causa intrapresa; per altro, io sono nel fermo proposito che tutto
dipenda dalla riunione dei tre Sovrani del Nord a Varsavia il giorno 13 corr.,
come rilevo dai fogli francesi. Ed allora la politica dei Gabinetti dovrà subito
cambiare, tanto più se la Russia garantisce di tenere a freno l'Ungheria.
L'Austria è un governo latino, come diceva Luigi XVIII, bisogna temere il suo
silenzio! È una Nazione che difficilmente perdona le offese! Quest'oggi alle
ore 20, per rompere la monotonia della noia dell'assedio, si è battuta la
"generale", per conoscere se i 4.500 uomini si fussero portati subito ai loro
posti; tutto è riuscito a soddisfazione. Facciamo dei falsi allarmi stante che è
passato bastante tempo che non si fanno dei veri; viviamo nella perfetta
tregua col nemico che abbiamo di fronte, non numeroso, ed entrambi
attendiamo gli eventi. Chi sa per chi dei due saranno favorevoli; gli eventi
della guerra sono sempre dubbi!
Dai Forti Consagra e Castellaccio, i garibaldini, incaricati dell'evacuazione di
quanto in essi vi esiste, hanno trasportato ai nostri avamposti 79 sacchi di
biscotto che si sono riposti nei magazzini della Cittadella.
12 OTTOBRE
Nel porto è approdato un vapore piemontese avendo a bordo 400 marinari;
detto legno viene dal Mediterraneo, forse dalla parte di Ancona, e fa carboni.
È mezzogiorno e non ancora sono sbarcati perché, a quanto dicono, sono
diretti a Napoli.
Il telegrafo avvisa da Caserta a Messina di inviare a Napoli tutte le barche e
paranzelle disponibili.
Da Napoli si è ricevuta lettera con la data del 3 corr. dalla quale si apprende
che la strada Napoli-Caserta è interrotta; ciò posto, Garibaldi non può essere
a Caserta. Tutto per noi è incerto! I venditori venuti al SS.Salvatore dicono
che domani non verranno perché va ad intimarsi il blocco della Cittadella; non
saprei come può verificarsi perché in Messina non vi è altra forza che la
Guardia Nazionale che monta anche sui Forti da noi ceduti (Consagra e
Castellaccio). Qualche Superiore e pochi italiani sortiti dall'ospedale sono
soltanto in Città. Le notizie accreditate che spacciano in Messina sono che il
Re Vittorio Emanuele con 40mila uomini il giorno 15 corrente sbarcherà in
Napoli in dove si fanno grandi preparativi per la sua entrata, specialmente a
Palazzo Reale dove si fanno preparativi di lusso. Il tempo dirà la verità! Si è
presentato, proveniente dalla Calabria, un artigliere che faceva parte delle
batterie a trascino sotto gli ordini del Generale Briganti che tradì e che fu
ucciso dai soldati; detto artigliere ci assicura che, dopo lo sbandamento a
Scilla, tutti se ne andarono alle proprie case, ma ora, essendosi emanato un
decreto da Garibaldi che tutti gli artiglieri e marinari sbandati se non si
presentano subito saranno fucilati, ha creduto meglio presentarsi sotto la
bandiera del proprio Re. Sono le ore 2 p.m., si sente una salva di artiglieria;
dai nostri baluardi si osserva effettuarsi ciò dal Castello di Reggio. Forse quel
Comitato avrà ricevuto notizie vantaggiose pel di loro partito, oppure per
restituire il saluto a una fregata piemontese che ha salutato la Piazza. Il
nostro telegrafo rapporta che a bordo di questa grossa fregata vi è imbarcato
un Generale.- Dal Forte Castellaccio abbiamo ricevuto in giornata quantità di
gallette, 64 presciutti, molti sportoni di pasta lunga e 4 di pasta minuta.
Il Commessario di Guerra, molto gentile, si scusa sempre con i nostri Uffiziali
che ricevono tutto il materiale per la poca sollecitudine con la quale avviene
l'evacuazione per mancanza di mezzi di trasporto. Quest'oggi la maggior
parte dei Messinesi portava incollato al cappello un cartellino col seguente
scritto a grosse lettere: "VOGLIAMO L'ANNESSIONE PER SUFFRAGIO
UNIVERSALE".-Ciò fa ben conoscere l'anarchia in cui si vive e che alcun
governo ancora vi è stabilito! Per quanto sappiamo, alla Vicaria vi sono più di
400 malviventi che si temono dalla gente onesta più che la Cittadella, per cui
la maggior forza della Guardia Nazionale è alla loro custodia impiegata,
tenendo sempre pronte delle granate a mano in caso si mettessero in rivolta;
si assicura anche che se questi sortissero in libertà si vedrebbe il sangue a
fiumi per la Città ed un generale saccheggio e devastazioni, essendo tutti
cammorristi, galeoti e gente perduta.- La Guardia Nazionale si è protestata
che per nulla intende far fuoco contro i Regii, che se vogliono la Cittadella
mandassero truppa per prenderla. Abbiamo tante cose contraddittorie; ed
intanto sono sempre in pensiero nel constatare che i viveri vanno a finire; il
denaro basta per la truppa fino alla fine del corrente mese, non compresi gli
Uffiziali che non avranno soldo, a meno che S.M. da Gaeta non mandi viveri
e danaro. Brutta posizione per chi comanda! L'essere all'oscuro per quanto
passa, della posizione del nostro Esercito e del Re, sono tristi pensieri che
uccidono! Per altro, è cosa curiosa il vedere passeggiare insieme i nostri
Uffiziali incaricati della ricezione di ciò che scende dai due Castelli e che
devono traversare la Città con quella urbanità ed amicizia, figlie di
educazione, con degli Uffiziali del partito avverso, che ci fanno provvedere di
quanto abbiamo bisogno, oltre ad un mercato aperto che giornalmente vi è al
SS.Salvatore che appena fa giorno approdano in quel Forte quantità di
barche cariche di commestibili non solo, ma anche negozianti di tutte le sorti,
financo cambia monete e ministrelli con arpe e violini. Questi tutti
guadagnano perché circa 4.500 uomini tutti spendono, perché oltre alla
razione e presto tutti ricevono doppia diaria. Chi sa se questa posizione sarà
di lunga durata! Tutto è dubbio non essendo per nulla conosciuta la politica in
generale delle Grandi Potenze! Quelli, poi, che hanno fede in Barbanera
sperano molto, perché, a quanto si assicura, domani giorno 13 avrà luogo in
Varsavia la riunione dei due Imperatori di Russia ed Austria e del Principe
Reggente di Prussia... e Barbanera il giorno 14 dice: "Notizie rilevanti dal
Nord-Partitanti avviliti"... quindi ne deducono che queste tre Potenze
libereranno il nostro infelice Regno dall'anarchia in cui al presente giace e
che sembra molto difficile ritornare nello stato normale.
Napoli - Piazza Plebiscito
13 OTTOBRE
Messina segnala a Reggio chiedendo di conoscere cosa succede nel
Continente non desiderando restare all'oscuro di quanto succede.
Il telegrafo di Reggio segnala che si è ordinato riunirsi i comizi il giorno 21
corr. per dare ciascuno il suo voto, ricevendo ognuno due biglietti stampati,
un pel si e l'altro pel no per l'annessione. Ecco perché ieri tutti avevano al
cappello il cartello con la scritta "Vogliamo l'annessione per suffragio
universale".
Sono le ore 10 ½ a.m. da Villa S.Giovanni, dal nipote dell'impiegato del
nostro telegrafo in Cittadella, viene inviata una persona con l'incarico di
riferire allo zio che S.M. ieri ha fatto la sua entrata in Napoli e che tutto il
popolo ha gridato "Viva Francesco II" e che perciò ne avesse data
conoscenza a tutto il presidio. Volesse Iddio che si verifica se sembrandomi
contraddittoria la riunione dei comizi ordinata da Garibaldi e l'entrata di S.M.
in Napoli; del resto tutto puol essere, nè noi, rinchiusi, possiamo conoscere
come sia avvenuto...però, credo, che ciò sia falso!
Dai due Forti seguitano a venire, giusta la convenzione, quanto in essi vi era
di viveri di riserva; questa mattina abbiamo rinvenuto due grossi carri di
presciutti, altri carri di legumi e pasta. Questi due Castelli avevano viveri di
riserva per 4 mesi per 400 uomini; poco giovamento adesso fanno per 4.500
unità che siamo in Cittadella, quindi la risorsa potrà essere per pochi giorni, in
ogni caso è sempre una risorsa! Ma se il Re ha fatto la sua entrata in Napoli
è anche soverchio, stante che i viveri della riserva sono sufficienti anche per
qualche giorno del mese di novembre. Chiamato l'Uffiziale interprete del
nostro telegrafo, D.Giovanni Deligata, e domandato se il telegrafo nemico
segnalava qualcosa da Messina circa l'entrata di S.M. in Napoli, mi ha detto
che da Reggio di segnalava che due marinari che dovevano presentarsi,
giusta ordini di Garibaldi, si erano imbarcati per Messina e che li avessero
arrestati allorchè sbarcavano; il resto per la scorridoia, per cui crede che per
la scorridoia sarà trasmessa la notizia riguardante il Re, se vera. perché è a
sapersi che il telegrafo nemico conosce che il nostro interprete ha scoperto la
di loro cifra cambiata, per cui non segnala che cose che poco ci riguardano
oppure quelle cose che non sono di loro vantaggio, ma trattandosi di affari di
certa conseguenza, invece di annunciarli per telegrafo da Reggio, si spedisce
per la scorridoia. I due marinari latitanti, invece di sbarcare in Messina, sono
venuti nella Cittadella ove sono stati ricevuti perché vecchi marinari della
Real Marina che non hanno voluto prendere servizio sotto la Dittatura di
Garibaldi. Verso le ore 23 sono entrati nel porto un vascello francese ed una
fregata piemontese; questa, dopo aver fatto carbone, parte per Napoli.
Vengono da Ancona.
14 OTTOBRE
Questa mattina è partito dal porto il vascello francese che trovavasi qui
distaccato da qualche mese ed è rimasto quello venuto ieri; parimenti è
partita la fregata inglese, rimanendo qui una corvetta ed altro piccolo vapore.Le nostre speranze vanno a dileguarsi, stante che, secondo le notizie sicure
spediteci per espresso dalle Calabrie, ci assicurava chi ieri al giorno il Re
Francesco II era entrato in Napoli; ora il nostro interprete telegrafico ci
rapporta una segnalazione garibaldina partita da Napoli ad ora tarda, quindi
S.M. non può essere a Napoli se da Napoli segnala il nuovo governo. La
notizia del Re a Napoli l'ho sempre creduta dubbia e poco strategica nella
presente posizione in cui trovasi il Re e l'Esercito. Bisognerebbe che si
chiarissero meglio prima le cose diplomatiche e poi sperare l'entrata del Re
nella Capitale.
Ordine di S. Ferdinando al merito
15 OTTOBRE
Questa mattina, alla punta di giorno, l'Uffiziale interprete del nostro telegrafo
personalmente è venuto a svegliarci, annunziando, con molta gioia, a tutti i
tre Generali che siamo nella Cittadella che stava per entrare nel Faro il
vapore francese al nostro servizio, quello stesso che il giorno 4 corr. portò in
questa il Capitano di Stato Maggiore Guillamat. Per quanto estremo è stato il
nostro piacere a tale notizia, altrettanto è stato il nostro dispiacere nel
conoscere, dopo circa un'ora, che era una fregata inglese. Quanto può sul
cuore umano una notizia favorevole, ancorchè dubbia, per colui che spera!
Da ieri sera fino a questa mattina quantità di vapori francesi e inglesi hanno
traversato il Faro; alcuni sono entrati nel porto e, fatto carbone, sono ripartiti;
tra questi, uno piemontese che porta soldati in Napoli, tutti provenienti
dall'Adriatico.- Da qualche giorno abbiamo disertori del 3° di Linea ed
artiglieri; tutti calabresi.-Questa mattina, alla punta di giorno, si sono issate le
bandiere grandi sui baluardi della Cittadella ed al Forte SS.Salvatore e alle
ore 8 a.m. si è eseguito da ambo le parti la salva a carica di guerra, e ciò per
la ricorrenza del nome di S.M. la Regina vedova.
Le altre due salve a mezzogiorno ed al calar del sole.-Alle ore 10 a.m. si è
cantato il "Te Deum" nella Parrocchia della Cittadella con l'intervento dei
Generali ed Uffiziali in tenuta.- Per un parlamentario, il Console inglese ha
domandato il permesso per un legno da guerra inglese di potersi avvicinare al
Forte SS.Salvatore per essere accomodato; questo è infatti il sito che nei
tempi normali tutti i bastimenti attraccano per i necessari accomodi. È stato
permesso.- All'ora della ritirata le due bande del 3° e 5° di Linea si sono
portate avanti la casina ove interpellantemente hanno suonato vari pezzi di
musica e la tarantella per far ballare i soldati; ciò fino alle ore 2 ½ di notte, ora
in cui la truppa si è ritirata e, nella casina, è incominciato il ballo per gli
Uffiziali; poichè in Cittadella non vi sono donne, hanno messo un fazzoletto
bianco legato al braccio sinistro.
La casina era ben provveduta di gelati, rhum, rosolii, caffè e sigari.
Al Forte SS.Salvatore, non essendovi casina, la banda del 7° di Linea ha
suonato per far ballare i soldati del 5° di Linea, gli artiglieri e i pionieri colà di
presidio.
Stamane è giunto nel porto il vapore "Il Pompeo"; mandato a bordo un nostro
Uffiziale per sapere notizie del Re e della Capitale, il Comandante del detto
vapore gli ha detto che da 8 giorni manca da Napoli, da ove partì, ma che
una forte tempesta lo ha obbligato a buttare a mare quanto aveva di carico,
che ha approdato in differenti siti della Calabria e da per tutto si diceva che
S.M. era entrato in Napoli ma che non lo assicurava con certezza.- Per
quanto è stato possibile apprendere dalla fregata inglese, dicesi che le nostre
truppe sono entrate a viva forza nella Capitale battendosi valorosamente e
con molto spargimento di sangue; che non tutta la Città era in nostro potere
per le grandi barricate e profondi fossati fatti a Porta Capuana ed altrove.
Povera Napoli...infelici nostre famiglie...e povera gente onesta in balìa di
gente armata e di rapaci Lazzaroni...e chi sa qual saccheggio soffriranno, e
avran sofferto. Faccia Iddio...solo si spera che tutto ciò sia falso...come ne
sono sicuro.16 OTTOBRE
È giunta la "Messagerie"...ed ecco svanite tutte le mie speranze dei creduli e
dei militari senza esperienza; smentito ancora quanto ci assicurò ieri il
Comandante del vapore "Il Pompeo" circa l'entrata si S.M. in Napoli, le
barricate, i fossati, ecc. Che fare? Ciò, per altro, postula il mio sistema di
nulla credere, ma di stare ai fatti. Ciò che assicura il Comandante della
"Messagerie" si è di esservi stata un'altra sanguinosa azione il giorno 7 nelle
vicinanze di Capua, in dove molto sangue si è versato da ambo le parti;che
forse non si tirerà più un colpo di fucile e che Francesco II resterà Re di
Napoli con la Costituzione di Francia: per la Sicilia si è in dubbio! Certo si è
che quanto leggi sul "Bebàts", "La Presse", "Le Costitutionel" e
sull'"Indipendence" sembra tutto al contrario, non prestando fede affatto a
quanto dice l'"Indipendence" , foglio di Napoleone.
Bisogna attendere i risultati; per altro, il Comandante de "La Messagerie" ci
ha fatto sapere che gli affari si accomoderanno diplomaticamente in questo
mese, dicendoci anche del gran vantaggio che riceverà Francesco II col
mantenimento della difesa della Cittadella di Messina, cosa da me ben
calcolata, per cui si sta facendo il possibile per avere grane e fascine per
qualunque sacrificio dovrà farsi da questo presidio.
Questa mattina si è a me presentato un calabrese, nominato Domenico Gulli,
del villaggio Villaniri vicino Reggio, il quale mi ha detto che nel suo paese ed
in altri 5 vicino Reggio, volevano prendere le armi in favore del Re, ma che
desideravano almeno 200 soldati per semplice apparenze onde dimostrare
che si battevano effettivamente per il Re. Gli ho risposto che era lodevole il
loro attaccamento, ma che non era il caso di spedir truppe a dalla Cittadella
senza un ordine espresso del Sovrano; d'altronde, se ne venisse l'ordine,
subito s'invierebbe pur essendo sicuro che S.M. non vuole che si versi
sangue stante che il Gulli mi diceva ch'erano decisi ad ammazzare tutte le
Guardie Nazionali ed i Capi di Governo.
Napoli Galleria Umberto
17 OTTOBRE
Per quanti fogli esteri e nazionali legga, sembrami che la causa del Re sia
perfettamente perduta! Infatti, il Governo si è stabilito in Napoli; Prodittatori e
Ministri Piemontesi che giungono nella Capitale; Deputazioni delle Provincie
e di Napoli che si presentano in Ancona a Vittorio Emanuele; 8.000
piemontesi presenti a Teramo; i proclami che Vittorio Emanuele fa alle
popolazioni di Napoli e Sicilia; le unanimi acclamazioni ecc. Tutto dimostra
che Francesco II sia definitivamente abbandonato da tutte le parti e da tutte
le Potenze, senza speranza di potersi più sostenere nei punti che attualmente
occupa, anche in considerazione della truppa perduta nelle vicinanze di
Capua! Chi sa, mentre scrivo, qual sarà la sua posizione , stante che non ha
mandato a riprendere le altre tre compagnie che capitolarono ad Augusta e
che non ha mandato danari e viveri a questa Cittadella (posizione tanto
importante per la sua causa)! È a supporsi che gli manchino i mezzi, oppure
che non stia più a Gaeta (Iddio non voglia!). Intanto, come Uomo d'onore e
come Comandante di questa Fortezza è necessario che io la difenda e la
sostenga fino all'estremo.
In effetti, ho persuaso quest'oggi il Generale Supremo di diminuire la razione
di viveri alla truppa per quanto si può; fino a quando dura la tregua mentre
soffriamo questo misterioso assedio, per i tre giorni che si mangia carne, la
truppa dovrà fare l'ordinario a proprie spese rimettendovi 6 grane della
doppia diaria che riceve, avendo però pane, legna e vino: per gli altri tre
giorni, la truppa riceverà i viveri della riserva. Ciò per risparmiare il più
possibile i viveri della riserva. Si sono parimenti commessionati 160 cantaia di
grano, augurandomi che dal Governo Militare di Messina non s'impedisca
l'accesso in Cittadella. Dai Forti, stamane, sono calati gran quantità di barili di
vino. Voglio augurarmi che seguiti a venire nella Cittadella quanto esiste nei
detti Castelli perché sembrami che gli affari stringono in quanto Garibaldi, fin
dal giorno 5 corrente, ha ordinato di bloccare Gaeta e la Cittadella. Secondo
me, se ciò finora non è stato eseguito, è per la poca forza che vi è in
Messina, temendosi anche la minaccia da me fatta di una sortita con 2.000
uomini.
È giunto nel porto un nostro vapore mercantile, proveniente dalla Francia.
Avendo mandato a bordo un Uffiziale per sapere qualche notizia, il
Comandante ha detto che nulla conosceva perché veniva da Marsiglia,
meravigliandosi, anzi, come la Cittadella non ancora era in potere dei
garibaldini, correndo voce in Marsiglia che, oramai, tutte le Piazze della Sicilia
avevano ceduto.
18 OTTOBRE
Corre voce per Messina, e ci perviene alla Cittadella dai venditori che qui
pervengono, che Garibaldi sia morto in seguito alla ferita incancrenita e che
S.M. sia entrato in Napoli ieri. Sembrandomi troppo strana questa novella,
temo che sia voce sparsa ad arte per farci addormentare; ma la Cittadella
non dorme, anzi il suo presidio sta risparmiando i viveri in attenzione di
blocco non ancora effettuato per scarsezza di truppa da parte del nemico. Si
dice anche morto il figlio di Garibaldi; tutto a verificarsi.
Io sempre dubito.
Stamane, col permesso del Comandante di Piazza garibaldino, è venuto in
Cittadella un sarto di Messina per costruirmi un pantalone rubio ed applicarmi
gli alamari di Generale ad un soprabito; questi mi ha detto che, unitamente ad
altre 12 persone del mestiere, hanno costruito l'uniforme pel Reggimento
Carabinieri Garibaldini e che tanto i negozianti che i sarti in nessun modo
riescono ad essere pagati. Mi ha raccontato parimenti la grande miseria che
vi è in Messina tra il basso popolo e per la mano d'opera che per nulla
travaglia; che l'isola di Lipari, essendosi posta in rivolta per non volere e
potere pagare i pesi e le contribuzioni impostele, venne occupata da 80
carabinieri che vennero, ad eccezione di 5 o 6, tutti uccisi dalla popolazione;
che questa mattina, su un piccolo vapore, si sono imbarcati altri 200
caribinieri che, si suppone, andranno a Lipari. Anarchia, confusione da per
tutto! Molte famiglie di gentiluomini piangono perché tra i carabinieri vi sono
molti giovanotti di buona famiglia, di Messina e della Provincia, arruolati per
fanatismo, per la libertà della patria e per levarsi da sotto il gioco dei Borboni!
Ieri, per un parlamentario, il Governatore di Messina ha scritto una lettera al
Comandante in Capo Fergola con la quale si lamenta che i nostri soldati del
Forte D.Blasco si calano nei sottoposti giardini, cioè ai Moselli, e tirano pietre
ai loro carabinieri che sono colà agli avamposti. Questa mattina si è risposto
che simili inconvenienti non si sarebbero più verificati! Quanta
imbecillità...sembra aver a che fare con piccoli neonati! Verso le ore 22 è
entrato nel porto il vapore "Duca di Calabria", proveniente da Napoli; tra i
passeggieri sbarcati vi sono state varie donne e signore, appartenenti a
militari di questa guarnigione, le quali, oppresse dalla miseria in cui erano in
Napoli, sono venute a raggiungere i loro mariti, ancorchè in istato di assedio.
Queste diavole di "janare" non solo hanno smentito quanto si diceva stamane
circa la morte di Garibaldi e dell'entrata del Re in Napoli(e trovo giuste le loro
asserzioni), ma hanno spacciato notizie allarmanti di eccidii avvenuti nella
Capitale, di lazzaroni assoldati ad 8 carlini al giorno, di barricate per tutte le
strade e vicoli, gridi e schiamazzi a tutte le ore, dello sbarco di 18.000 inglesi
in Napoli, 60mila piemontesi, dell'entrata in Napoli di Vittorio Emanuele per
domenica prossima, il pane ad un carlino il rotolo, la pasta a 15 grane,
carestia, cibo introvabile, infine, che nell'ultima battaglia erano morti 20mila
garibaldini e 30mila dei nostri, che si andava a fucilare il Colonnello Ghio, che
migliaia dei nostri soldati prigionieri erano stati mandati a Genova e gli
Uffiziali rinchiusi nel Castel S.Elmo e tante altre notizie sciocche e allarmanti.
Essendo stato rapportato quanto sopra, ho fatto avvertire queste donne che
se non tacciono avrei fatto loro somministrare 50 legnate per ciascuno col
calzonetto bagnato, perché quanto asserivano era falso e che il presidio della
Cittadella non ha bisogno di simili notizie in quanto, qualunque fussero gli
eventi, saprà stare al suo posto! Potrebbe anche trattarsi di persone sospette,
inviate dal nemico, con l'incarico di sfiaccare la truppa con simili notizie!
Per la scarsezza di viveri di riserva, si è disposto che per tre giorni della
settimana la truppa compri i viveri in Città prelevando la somma dalla doppia
diaria che riceve. La somministrazione del prest è di già sospesa per
mancanza di numerario.19 OTTOBRE
Quante anomalie si verificano nelle guerre civili ed in una insurrezione
generale come la presente; chi, a sangue freddo, calcola i suoi andamenti
non può far altro che ridere e compiangere! Noi siamo assediati, abbiamo
una convenzione col nemico(quali sono i messinesi che ci odiano) e questo
stesso nemico manda ai nostri avamposti a provvederci di quanto ci bisogna
di commestibile ed altro pel vivere civile. Dalla Fortezza ceduta,
giornalmente, dallo stesso nemico garibaldino, a mezzo di facchini, ci si fa
trasportare, fino avanti la zona militare della Cittadella, quanto nella Fortezza
stessa era contenuto; ed i pagani che effettuano il trasporto non possono
persuadersi come, nel mentre si dice che si fanno progetti per assaltare ed
espugnare la Cittadella, nello stesso tempo ci si fa portare tutto ciò che ci
bisogna e che chiediamo!
Tutti i giorni riceviamo notizie contraddittorie di perdite e vittorie dei Regii;
oggi, per esempio, si assicura che Re Francesco II è stato battuto, ha ceduto
Capua e si è imbarcato per la Spagna; che i garibaldini hanno avuto una
perdita di 20mila uomini; che la nostra cavalleria più non esiste; insomma un
ammasso di menzogne e di saputelli, che, senza riflettere a quel che dicono,
spacciano coglionerie grosse assai. Infatti, un individuo, che si crede molto
istruito, mi assicurava che ieri Garibaldi, dal Monte S.Angelo che aveva a viva
forza tolto ai Regii, aveva cominciato a bombardare Capua perché molto
irritato di aver perduta molta forza al passaggio del Volturno per conquistare
quella posizione. Ebbene, nol credereste, non è stato possibile persuaderlo
che da Monte S.Angelo le bombe non possono giungere fino a Capua che
detto monte è al di quà e non al di là del Volturno, altrimenti Capua sarebbe
circondata; nè Garibaldi, per quel che sappiamo, ha passato il Volturno al di
là. Chi lo crederebbe? Ad onta di avergli fatto osservare che il Monte
S.Angelo è al di quà – ossia tra S.Maria C.V. e S,Leucio – e non al di là,
tuttavia non è ancora persuaso, perché, ad onta della scienza che vanta, non
conosce la Carta.
Per chi ha buon senso, nulla bisogna credere nelle presenti circostanze,
massime noi ristretti nei nostri baluardi, stante che vere notizie ed ufficiali
solo da Gaeta possiamo ricevere, cosa non tanto facile a verificarsi ad onta
che il Re conosce la scarsezza dei nostri viveri e mancanza di danaro; intanto
si farà tutto il possibile ed ogni sforzo poter vivere fino al giorno 13 del mese
venturo, ancorchè dobbiamo vivere col solo pane, purchè non ci venga meno
un contratto di grano fatto e che con anzietà attendiamo da Siracusa, come
assicura il negoziante di Messina col quale si è contrattato.- All'ordine di oggi
si è discusso che le donne sbarcate, col primo vapore, ritornino a Napoli
essendo state considerate come inviate dal nemico per spargere notizie
allarmanti in questo presidio; nello stesso tempo comunicare a tutto il presidio
di far conoscere alle loro famiglie in Napoli o altrove che nel caso volessero
venire in Messina, per nulla saranno ricevute nella Cittadella.- Questa
mattina, dalla Calabria, è qui approdato il mastro falegname Domenico
Alloisio, inviato da un Barone di Stilo (Distretto di Palmi in Provincia di
Reggio) con l'incarico di riferire che sette paesi sono pronti ad insorgere in
favore di Francesco II ma che desidererebbero una piccola aliquota di soldati
e di armi, di cui sono privi; che nelle Calabrie non vi sono garibaldini se non
quelli pochissimi in Reggio; che la bassa forza della Guardia Nazionale sono
tutti del partito del Re; che non ci sarebbe che sottomettere ed ammazzare
che pochi galantuomini della Guardia Nazionale, che sono del partito di
Garibaldi, che opprimono prepotentemente le popolazioni ed, che nei sei
paesi vi sono circa 600 sbandati che prenderebbero le armi in favore del Re
qualora venissero loro somministrate. Ci ha pure raccontato (cosa da non
credersi) che in Calabria corre voce che Bosco, con astuzia, abbia preso tre
Forti in Napoli ed altre simili notizie da non prendere in considerazione.
Ho persuaso lo Alloisio che senza il permesso del Re non possiamo far
sortire truppe ed armi dalla Cittadella e l'ho consigliato di far incominciare
l'insurrezione perché S.M., a tal notizia, avrebbe certamente dato gli ordini
opportuni; ho anche assicurato che non si mancherà di fare tutti i tentativi per
far tanto conoscere alla Maestà Sua, per cui ritornasse da noi il giorno due
dell'entrante mese per conoscere quanto S.M. potesse disporre in merito, ove
mai il nostro inviato avesse via facile sia all'andata che al ritorno.
Parimenti sono venuti a presentarsi 3 impiegati di Dogana calabresi,
esibendo i loro documenti ed anche le schede stampate col "Si" da dare ai
comizi il giorno 21 per l'annessione; hanno riferito che se non danno il loro
voto sono minacciati di vita e, pertanto, sono venuti a rifugiarsi in Cittadella
per non essere obbligati a votare col "Si". Ieri il Consiglio di Guerra giudicò il
presunto uccisore del Pioniere, chiamato Sica; per non essersi contestato
legalmente, è stata decisa una più ampia istruzione condannando il Sica a
rimanere in prigione per 6 mesi, come da disposizione di legge.- Verso le ore
8 ½ è giunto nel porto un vapore proveniente da Palermo recando 220
garibaldini – ossia volonatari siciliani – che per farli apparire più
numerosi(come spacciano 4.000), li hanno fatti salire tutti sul bordo e sulle
antenne, senza sapere che noi, dal Forte SS.Salvatore e dalle nostre barche
che trasportano i viveri, ad occhio nudo, li abbiamo contati. Non c'è dubbio
che gli uomini si dividono in tre classi: coglioni, coglionanti e coglionati! I
quattro muletti che S.M. ci inviò con l'ultimo vapore, ieri sono stati posti a
travagliare sotto i mulini di pietra che sono stati fatti accomodare, stante che i
dieci mulini inglesi a mano che abbiamo si sono consumati nelle ruote pel
continuo macinare e sono difficili a ripararsi essendo di ferro fuso.Allorquando, con l'ultimo vapore, venne da noi il Capitano di Stato Maggiore
Guillamat e si portò in Augusta per imbarcare le sette compagnie di quel
presidio, che bestialmente capitolarono col Municipio, e le portò a Gaeta, ne
rimase tre colà perché il legno non potea contenerle. Saputosi ciò dal
Ministero di Palermo (per quanto si è saputo) è stato colà mandato un vapore
per imbarcarle ed, a quanto dicesi, le tre dette compagnie sono state
trasportate a Genova. Ciò a confermarsi! Per la bontà del Generale Supremo,
le donne sbarcate giorni fa sono rimaste in Cittadella.
Festeggiamenti a Napoli per la Costituzione concessa da Ferdinando di
Borbone il 10 febbraio 1848
20 OTTOBRE
Parte della truppa garibaldina giunta ieri da Palermo si è imbarcata e dal
Forte SS.Salvatore si sentivano voci e bestemmie di chi non voleva
imbarcarsi; l'oscurità della notte non ha permesso osservare qual rotta ha
preso il legno.
Alle 9 a.m. ci è pervenuta notizia che le Calabrie sono insorte al grido di "Viva
Francesco II". È l'Una p.m. giunge un espresso dalla Calabria e mi presenta
una lettera con suggello nero diretta al Comandante della Cittadella, senza
indicare nome e cognome. Ho creduto, per principio di educazione, mandarla,
pel mio segretario, al Generale Fergola, Comandante Supremo della Truppa,
facendogli dire che l'avesse aperta e che qualora non fusse a lui diretta
l'avesse a me rimandata. Or siccome trovavasi pranzando, ha detto: "Dopo
pranzo la leggerò" ed ha disposto che l'espresso avesse atteso.
Essendo io occupato ad altri affari, non vi ho più pensato; ma verso le ore 21,
nel riunirsi la truppa in mezzo al Maschio della Cittadella, il Generale Fergola
mi ha detto: "Generale, leggete la lettera che mi avete mandata". Letta la
lettera, gli ho detto: "Cosa avete risposto? Cosa avete regalato all'espresso?
Avete disposto di mandare le bandiere?"-mi ha risposto: "niente di tutto ciò,
gli ho fatto la ricevuta!"-"Miseria Umana!", gli ho detto, "Non conoscete quale
servizio intende rendere al Re e a Noi la persona che scrive? Come è
possibile non riscontrare? E non mandare almeno un paio di bandiere?"
-"Come mi dice, bandiere? Io non ho letto le bandiere!". Ho replicato, pieno di
rabbia: "Miseria Umana! Povero Re!"- La lettere era inviata, con data di ieri,
da un paese della Calabria detto Pentaoli(Prov. Di Reggio) dal Cav.
D.Francesco Antonio Carbone, il quale avvisava il Comandante della
Cittadella di essersi posto alla testa dell'insurrezione di 6 paesi e, pertanto,
chiedeva se era possibile avere una Compagnia di Cacciatori e almeno una
porzione di bandiere costituzionali, e che avrebbe fatto conoscere il luogo
della riunione ed il giorno della insurrezione. Ora, quale risposta di
ringraziamento da parte del Re e nostra non si sarebbe dovuto fare al
Carbone? E con quali lusinghiere espressioni non si sarebbe dovuto parlare
ad un Uomo che si espone volontariamente a prestare servizio di tanta
conseguenza e mandargli le dovute bandiere e lusinghiere promesse?
Eppure il buon Generale Fergola si è tolto di mezzo con una ricevuta e senza
dare nemmeno una piastra al messo! Povero Re con Generali di simil natura!
Colpa, per altro, è da attribuirsi alla mia troppa delicatezza perché essendo di
me più anziano gli uso quei riguardi che nuocciono, perché il Ministro della
Guerra a me scrive ed il Re in me fida! Ma vedi disgrazia, le cose
superiormente non sempre bene si calcolano: se si ha fiducia in me, perché
lasciare altro di me più anziano? -Intanto ho cercato di rimediare col mandare
persona a Pentaoli al Cav. Carbone ed aggiustare alla meglio la faccenda! Il
Console francese ha riferito che la Russia ha richiamato il suo Ministro da
Torino e che l'Austria ha fatto marciare 150mila uomini nell'Italia Centrale
sortendo dal suo quadrilatero. Credo sia falso!
21 OTTOBRE
Alla punta di giorno tutte le campane di Messina, per molto tempo, hanno
suonato a festa: si è dato il plebiscito per l'annessione,tutti per il "Si". Intanto
si sono trovati due colossali pupazzi sotto il palazzo del Senato con il viso
tagliato da ambo le parti; dicono che rappresentino Garibaldi e Vittorio
Emanuele. Tutti hanno dovuto cacciar fuori una bandiera dai balconi, negozi,
botteghe, stabilimenti ecc., di modo che dalla Cittadella vediamo Messina
tutta pavesata come un vascello.
Dal Governatore di Messina ci si rimettono 12 avvisi stampati del seguente
tenore:
ITALIA E VITTORIO EMANUELE RE D'ITALIA
MANIFESTO
Il Governatore Generale della Provincia si dà il piacere di comunicare ai suoi
concittadini dispaccio pervenutogli or ora, alle ore 4 ¾
p.m.: "Il Ministero di Polizia a tutti i Governatori;
Dal Governatore di Chieti mi perviene il seguente telegramma –
S.M. il Re Vittorio Emanuele fra entusiastiche acclamazioni giunse ieri alle 5
p.m. e n'è ripartito questa mattina per Popoli alle ore 8 p.m.
Chieti 19, ore 10 a.m. -n°2460 Napoli, lì 20 ottobre, ore 4 ¾, Reggio, lì 20
ottobre 1860!
Il Governatore: Tenente Colonnello Antonio Plutino."
Quante cose contraddittorie! Se l'avviso di Vittorio Emanuele a Chieti è vero,
in brutta posizione si troverebbe il nostro povero Re! Nel mentre il
Comandante della "Messagerie" ci assicura di aver letto sui fogli ministeriali a
Malta che tutto si accomoderà diplomaticamente e che Francesco II resterà a
Napoli! Molti contrasti anche in Sicilia si sentono per l'annessione pura e
semplice e per le amministrazioni comunali. Faccia Iddio! Chi sa quanto finirà
lo stato di anarchia nel nostro infelice Regno! Riceviamo continue notizie
dalla Calabria per le insurrezioni che si aumentano e pel malcontento che vi
esiste per il nuovo regime. Intanto il Padre Gavazzi, intimo confidente del
Generale Garibaldi, scrive a tutti i redattori dei fogli esteri le sorprendenti
vittorie di Garibaldi e che la Piazza di Capua vuol capitolare e siccome non
ancora si è verificato, qualche foglio francese lo mette in caricatura. Verso le
ore 22 ½ grande illuminazione per tutta la città, grandi bandiere che girano
per le strade principali con grande calca di popolo che grida "Viva il nostro Re
Vittorio Emanuele!"
La nostra posizione comincia a divenire alquanto triste; la mancanza del
danaro per la truppa, che non abbiamo che fino al termine del corrente mese,
ci da vera afflizione, in quanto dal 1° novembre i soldati non potendo
spendere, non avendo nè prest nè diaria, sarà giuoco forza dar mano ai viveri
di riserva che bastano appena per una quindicina di giorni; finiti questi, si
potrebbe vivere per ancora pochi giorni col semplice pane, ma terminato
anche questo il caso diverrà critico se non abbiamo soccorso dal Re in viveri
e danaro. Non v'è dubbio che minacciando la Città di bombardamento ci si
provvederebbe di tutto, ma come pagare? Nulla si può pretendere senza
pagamento, e neppure con "buoni" perché non accettabili non riconoscendosi
più Francesco II, ma Vittorio Emanuele! Speriamo che le cose in qualche
modo si accomodino e che il Re ci faccia giungere qualche soccorso. Si sta
facendo di tutto per far venire a conoscenza del Sovrano la nostra posizione,
che ben deve saperla, augurandoci(Iddio nol voglia) che non manchi di
mezzi!
22 OTTOBRE
Questa mattina si sono presentati tre calabresi provenienti da Scilla, cioè un
gendarme, altro del 4° di Linea, sbandati, ed un doganiere; si sono ricevuti e
posti in sussistenza. Questi hanno disertato perché, giusta ordini di Garibaldi,
chiamati per formare il Reggimento Carabinieri Calabri, e non volendo colà
prendere servizio, sono venuti da noi.
Dal telegramma di ieri da Napoli a questo Governatore Garibaldino in
Messina(per quanto riporta il nostro interprete telegrafico) si rileva che il
Generale Fanti, garibaldino, ha avuto una forte azione a Venafro col
Generale Scotti che è stato battuto e caduto prigioniero con 50 Uffiziali e
1.000 soldati e 400 dispersi. Si spera che tal notizia sia falsa: le cattive
notizie, per altro, vanno sulle ali dei venti! L'espresso(leggi il messo) venuto
dalla Calabria il giorno 20 è ritornato di bel nuovo; lo stesso ci da notizia che
la maggior parte dei villaggi della Provincia di Reggio, fino a Bagnara, sono in
insurrezione. Ho asserito che molti posti dell'interno sono molti irritati per le
prepotenze che soffrono e sono tutti del partito del Re; che si sono dati alla
macchia per non dare il "Si". Gli sono state date tre bandiere ed una lettera
molto lusinghiera pel Cavaliere Carbone, capo dell'insurrezione! Si è
presentato un giovane, impiegato nel telegrafo elettrico di Scilla, il quale, per
non essere obbligato a dare il voto del "Si", è scappato. Lo stesso ci ha detto
che dal telegrafo garibaldino di Napoli, il giorno 16, si segnalava: "La Patria in
pericolo alle Calabrie ed in tutta la Sicilia" e che perciò avessero mandato
tutte le forze disponibili in suo soccorso .
Ci ha, inoltre, detto(salvo verità) che la nostra nuova fregata "La Borbone" in
potere del nemico, nel mentre trasportava 2.000 prigionieri a Genova, questi
si sono rivoltati ed hanno obbligato il Comandante di trasportali in Gaeta,
minacciandolo della vita; detta fregata con altro legno pare che stiano a
Gaeta! Quante notizie opposte! Il tempo ci dirà...!!! Molto malcontento vi è in
Messina, ad onta che ieri tutti, dietro minacce, diedero il voto favorevole per
l'annessione ed hanno innalzato bandiere per l'annessione. La miseria
affligge il popolo basso ed i proprietari e negozianti sono oppressi da
contribuzioni; commercio non se ne conosce più in un porto franco come
Messina, denaro poco ne gira, ad eccezione di quelli che vengono a smaltire
merce nella nostra Fortezza in dove 4.500 uomini comprano e spendono al di
là dei loro bisogni. Voglio sperare che seguiti purchè S.M. ci mandi danaro e
viveri. Abbiamo spedito al Re il Dottor Guadar di questo ospedale; egli è figlio
di francese e si è finto dargli il suo congedo per così portarsi in Francia, ma,
invece, sbarcherà, come francese dimissionato dal nostro servizio, in Napoli
per indi portarsi in Gaeta, oppure prima a Civitavecchia. Egli si è
compromesso giungere a Gaeta ed a voce dire al Re la nostra posizione.
Non si è tralasciato altro mezzo: al Comandante "La Messagerie", il quale
sembra molto attaccato al nostro Re, si è dato un plico diretto a S.M. Detto
plico sarà consegnato al Console Francese in Civitavecchia, che molti servizi
sta rendendo al Re, che si premurerà di farglielo pervenire con sicurezza.
Speriamo che detto plico giunga a S.M. onde conosca le nostre circostanze
ed i nostri bisogni. Il Governatore di Messina, per mezzo di un parlamentario,
ci invia altro avviso a stampa, in quattro copie, ossia un telegramma
segnalato da Napoli dal Ministero di Guerra che avvisa tutti i Governatori di
Napoli e Sicilia che il Generale Cialdini con il suo corpo d'armata piemontese,
avendo avuto un forte attacco a Venafro con la colonna del Maresciallo di
Campo Scotti, lo ha fatto prigioniero con 50 Uffiziali e 700 soldati ed altri
4.000 soldati si sono dispersi. Se devesi prestar fede a quanto dal nemico ci
si fa conoscere senza domandarlo bisognerebbe convenire che la perdita di
un Regno sia un fatto compiuto. In tempo di guerra bisogna attendere il
risultato perché le astuzie guerresche sono molte. Per tale notizia, affissa su
tutti i cantoni della Città, si è ordinata altra alluminazione, per questa sera.
Quest'oggi un uffiziale francese del vascello ancorato nel porto, con piccola
barca, si è avvicinato al Forte SS.Salvatore domandando il permesso a quel
Comandante di poter raccogliere su quella spiaggia delle pietre pomici, al che
si è annuito ed essendosi avvicinati a lui alcuni nostri uffiziali ha detto loro
che dalle Autorità di Messina gli era stato detto che noi cedevamo la
Cittadella subito che venisse in Messina Vittorio Emanuele; al che gli uffiziali
gli hanno risposto che difenderebbero la Cittadella fino agli estremi essendo
questa la volontà dei Superiori ed il nostro attaccamento al Re ed essere tutto
falso quanto le Autorità di Messina gli avevano detto. Truppe garibaldine,
ossia volontari siciliani, nel giungere per via di terra, si sono imbarcate ed a
quanto si è saputo vanno a sbarcare al di là di Pizzo per l'insurrezione
scoppiata in Calabria. Quante novità e momenti si succedono! L'essersi però
incerti dell'avvenire, nè potendo in nessun modo calcolare con esattezza le
cose di tanta importanza perché in dubbio di tutto e di tutti, è una vera
angustia.
23 OTTOBRE
Dall'interprete del nostro telegrafo sappiamo che truppa garibaldina ieri
sbarcò a Paola ed altro legno, anche con truppa, trovavasi ieri nelle acque di
S.Eufemia; sembra, quindi, vera la insurrezione in Calabria.
Si sno presentati due marinari della Real Marina che per esimersi dal servizio
garibaldino in Napoli sono qui venuti e sono stati ricevuti; gli stessi mi hanno
assicurato che Napoli è tranquilla, ma sempre in aspettativa di novità e che in
Gaeta giornalmente sbarcano Bavaresi ed Austriaci; dicono pure che in
Napoli il Re ha un gran partito.
Stamane abbiamo acquistato in piazza 14 cantaja di fiore che si mischierà
con la farina dei nostri mulini pel pane della truppa.
Or che puolsi calcolare da tante notizie incerte? Cialdini ha battuto la Colonna
di Scotti, facendolo prigioniero con molti uffiziali e truppa – molti feriti
garibaldini in Napoli - alcuni dicono che Garibaldi sia stato battuto – forestieri,
Bavaresi ed Austriaci che sbarcano giornalmente a Gaeta e che S.M. li
avrebbe nelle sue truppe – plebisciti, tutti con "Si", e per buona volontà o per
forza – marinari e soldati sbandati che si presentano da noi – lo stato di
assedio che soffriamo – il nemico che nulla ci fa mancare – parte dei siciliani
disgustati – circa 600 Realisti nelle prigioni di Messina – la pubblicazione
dell'annessione con generale plebiscito – le Calabrie in rivolta – truppe
garibaldine che vanno e vengono comandate da Uffiziali disertori quasi tutti
siciliani ad eccezione di pochi italiani... Una contraddizione di cose e di
notizie da far perdere la testa, specie a noi rinchiusi nel vasto locale della
Fortezza che nulla possiamo sperare di positivo!
Verso le ore 9 è giunto il vapore francese "La Messagerie" da Napoli; si è
spedito il solito Uffiziale dal Comandante per conoscere qualche cosa dalla
Capitale e di ciò che passa nell'Esercito del Re. Ci fa conoscere essere vera
la prigioniera del Generale Scotti ma non con tanta perdita di uomini come si
spaccia nel telegramma inviatoci dal Governatore garibaldino di Messina. Ma
ciò che maggiormente ci rattrista si è che S.M. vi aveva spedito da Gaeta
danaro ed il vestiario d'inverno per la truppa col solito vapore francese è stato
catturato dal nostro vascello "Il Monarca" in potere di Garibaldi e condotto a
Napoli. Il Ministro francese, indignato di ciò, ad onta delle ragioni addotte, ha
dovuto convenire coi rappresentanti del nuovo regime che il legno fusse
rientrato in Gaeta, avesse scaricato quanto apparteneva al Re e fusse
rientrato in Francia. Non saprei come ciò può avvenire, stante che, per diritto
internazionale, la bandiera copre la mercanzia!
Si è mandato un Uffiziale Superiore sul vascello francese per ringraziare il
Comandante di quanto ci aveva avvisato, facendogli conoscere che questo
presidio durerà fino agli estremi essendo tutti i decisi a difendere questa
fortezza tanto intensamente, da S.M. affidataci. Lo stesso ci fa conoscere che
dalle Potenze è stato imposto al Re Vittorio Emanuele di ritirare subito tutte le
sue truppe dal Regno di Napoli(speriamo che si verifichi!). Abbiamo, poi, altre
notizie: che fra giorni vi sarà una grande battaglia nelle vicinanze di Capua.
Tutto è contraddittorio; il tempo ci fa conoscere la verità. Il Capitano
d'Artiglieria Fonseca, nostro disertore, ieri è venuto in Messina col grado di
Maggiore, al servizio di Garibaldi!
24 OTTOBRE
Da Pentaoli in rivolta, il Cavalier Carbone, manda continuati messi; domanda
200 soldati per far comparire l'uniforme del Re. Si risponde giornalmente che
si attendono gli ordini Sovrani. Questa mattina altri 4 calabresi, di vari paesi,
vengono per lo stesso oggetto. Sarebbe un gran vantaggio un'insurrezione
generale nelle Calabrie, ma come darne l'impulso dalla Cittadella senza
ordine Sovrano e senza mezzi? Come far traversare il Faro con una forte
crociera nemica che ci sorveglia? Il passaggio di 200 uomini in Calabria si
rende molto difficile! Si è scritto al Sovrano la nostra posizione e lo stato delle
Calabrie; a Lui dare disposizioni ed i mezzi per far progredire le cose! Avendo
restituito al Comandante del vascello francese i fogli per ricevere i nuovi,
questi mi fa dire dal Capitano di Artiglieria, apportatore dei fogli stessi, di non
credere a nulla di quanto si dice su Napoli perché tutto è menzogna. Mi
auguro sia così. Noi intanto ci provvediamo per tirare a lungo la nostra difesa!
Mi si rapporta dai calabresi che ieri, nell'approdare un legno con alcuni
garibaldini che volevano sbarcare tra Scilla e Villa S.Giovanni per provvedersi
di alcune cose, i calabresi hanno fatto loro fuoco addosso facendoli ritornare
in Messina.
Altri dicono che in altro paese in sommossa che voleva alzare la bandiera del
Re hanno ucciso un sottointendente che voleva impedirlo.
Abbiamo acquistato altre 3 cantaja di fiore; si fa quanto si può prevedendo il
futuro, ma il numero di 4.500 uomini è esorbitante.
Non abbiamo gallette che per due altri giorni! Garibaldi ha ordinato censirsi
tutti i beni ecclesiastici; i monaci restano nei loro conventi con una pensione
mensile che sarà loro pagata dal Governo. Questo decreto non ha fatto
troppo piacere!
Siccome l'olio comincia a mancare, si è disposto che essendovi la luna fino a
mezzanotte, solo a tale ora potranno accendersi i lumi
esterni. La Cittadella consuma, per l'illuminazione e Corpi di Guardia, circa
309 rotoli di olio al giorno.
25 OTTOBRE
È giunto il vapore postale "Il Pompeo" apportatore della notizia che i
garibaldini hanno preso il Forte S.Angelo; per quanto è a mia conoscenza, il
forte S.Angelo non esiste, ma bensì il Monte S.Angelo, a tre miglia da Capua.
Può darsi che i garibaldini hanno occupato quella posizione, ma i bullettini
stampati in Messina dicono "Forte S.Angelo". Si pubblica, altresì, la resa di
Capua ed è per ciò che Messina e tutti i legni siciliani che sono nel porto sono
tutti pavesati. Si crede che tutte queste notizie siano procurate perché molti
minacciano di ritirarsi nelle proprie case.
Il tempo dirà la verità, ma io vi presto fede! Un marinaro di detto vapore, di
nostra confidenza, ci assicura essere tutto falso quanto si dice a Messina e ci
ha confidato con molta sicurezza che Garibaldi è morto a Napoli e che dopo
averlo imbalsamato, il cadavere è stato riposto in tre casse ed inviato a
Genova sul vapore "Lo Stromboli". Ci assicura parimenti che il figlio di
Garibaldi trovasi ferito a Capua e che Francesco II lo visita tutti i giorni.
Parimenti ci si assicura essere falsa la notizia della cattura del vapore
francese "Proteus", al nostro servizio, effettuata dal vascello "Il Monarca",
portato in Napoli e dal Ministro francese fatto restituire a Gaeta per colà
sbarcare quanto aveva per conto del Re ed indi restituirsi in Francia.
Che cosa crudele è l'incertezza!
Quest'oggi un sensale interprete, in una carrozza tirata da due facchini, con
una grossa bandiera sarda, girava per le strade principali di Messina
gridando la presa di Capua ed inneggiando a Vittorio Emanuele ed al
Dittatore Garibaldi.- Questa sera magnifica illuminazione forzata per tutta la
Città.- Tutte queste dimostrazioni si fanno onde persuadere i difensori della
Cittadella di cederla facendo spacciare che la perdita del Regno di Francesco
II sia un fatto compiuto.-Non sanno che ove sono vecchi e onorati soldati le
parole a nulla valgono, ma solo fatti e si attengono solo agli ordini che S.M. ci
fa pervenire!!!
26 OTTOBRE
Questa mattina sono venuti altri calabresi spediti dal Cav.Carbone a
domandare truppa e danaro per riunire in un sol punto 20mila uomini
provenienti dalla provincia, oltre tuti gli sbandati, in numero esorbitante,
essendo pronti a prendere le armi. Per quanto ci dicono, il Barone di Gioiosa,
Aiossa, l'ex Intendente di Salerno, ha assoldato circa 400 sbandati e, pare,
che questi hanno di già avuto un'azione contro le guardie nazionali del partito
sovversivo infliggendo molti morti e feriti.
Non v'è dubbio, si potrebbe fare un gran colpo inviando poche centinaia di
uomini dalla Cittadella, ma con quale mezzo trasferirli in Calabria essendo noi
senza vapori e circondati da crociera nemica? E il denaro? Noi ne siamo
senza! Ed il consenso dl Re a cui si è scritto in proposito e siamo ancora
senza istruzioni e corrispondenza? La posizione dei calabresi è critica, senza
direzione, senza danaro; si trovano compromessi ad onta che le urne con i
voti del "Si" per Vittorio Emanuele sono partite per Napoli, abbenchè non
hanno votato perché i pochi galantuomini di ogni paese avversi al Re poco si
sono curati che siano oppur no stati presenti i votanti; è stato ed essi
sufficiente riempirle del "Si". La miseria in Calabria, come in Sicilia, è
eccessiva; cosa sarà or che si avvicina l'inverno? In questo stato di cose
l'insurrezione nelle Calabrie certamente si aumenterebbe giornalmente, ma
manca il meglio: danaro ed un vapore da guerra! Questa mattina in Messina,
dai partigiani del nuovo regime, si metteva in dubbio la presa di Capua,
abbenchè ieri si fecero delle grandi illuminazioni e feste. Anche il nostro
interprete telegrafico ci avvisa che nessun telegramma da Napoli è passato a
Reggio per la presa di Capua, da ove avrebbe dovuto pervenire per darne
notizia a Messina; ed è per ciò che stamane, col telgrafo a occhio, da Reggio
si segnalava a Messina cercando di conoscere per quale causa ieri sera si
fecero le grandi illuminazioni per tutta la Città e conventi. Messina per nulla
ha risposto! Ho letto in un foglio di Messina che il blocco posto avanti Gaeta
ha catturato 6 barche cariche di viveri ed un brigantino con 18mila ducati. Se
questa notizia è vera, per noi è una vera disgrazia stante che non ad altri
potevano essere diretti i viveri che a questa fortezza che, fra giorni,
comincerà a sentirne impellente bisogno.
27 OTTOBRE
Si sono acquistati due cavalli per i molini anche per dare aiuto ai 4 muletti che
abbiamo, stante che i nostri bisogni giornalmente crescono consumandosi in
ogni distribuzione 45 cantaja di farina e non essendoci più gallette.
Questa mattina alle ore 10 è trapassato il Tenente dei Pionieri D.Michele
Toro, dopo aver ricevuto, in un mese, ogni possibile assistenza in questo
ospedale provvisorio.
Di buon ora questa mattina abbiamo saputo che ieri sera in Reggio vi furono
molti trambusti e si tiravano varie fucilate in Città; più tardi si è sparsa la voce
che un serio attacco vi sia stato in un villaggio vicino a Scilla tra insorti contro
i garibaldini: cioè, siciliani e calabresi assoldati da Garibaldi e Guardie
Nazionali con gran macello dei secondi; che nel forte della zuffa le Guardie
Nazionali si sono unite agli insorti. Pare che l'insurrezione in Calabria abbia
cominciato a prendere piede; alcuni vogliono che sia stato il Barone Aiossa
ad incominciare, altri il Cavaliere Carbone di Pentaoli.
Pare che l'azione abbia avuto inizio nel paese chiamato Cinque Fronde; certo
è che un marinaro venuto dalle coste della Calabria ci assicura che per tutti i
paesi che ha costeggiato si sentivano gridi di gioia che inneggianti a
Francesco II. Tutto ciò poco giova. Questa sera abbiamo veduto Catona ed
altri villaggi della Calabria con grande illuminazione, forse in segno di gioia
per la vittoria riportata. Reggio è perfettamente all'oscuro; nessuna notizia
ufficiale su ciò abbiamo. Domani certamente, venendo qualche calabrese,
sapremo la verità. Da Napoli si domanda se Garibaldi sia a Palermo e questi
risponde negativamente, ma tutti assicurano che sia morto. Per Messina
dicesi che egli sia a Caserta, alla testa dell'armata dei volontari.
Messina – Il Porto (1800)
28 OTTOBRE
In Messina vi sono affissi che fanno noto che Garibaldi si è ritirato rimanendo
al Re Vittorio Emanuele la finalizzazione dell'unione del Regno delle Due
Sicilie a tutta l'Italia; non sappiamo a che attribuire un simile avviso. Si vuole
con certezza Garibaldi morto, altri alla testa dei volontari ed, infine, che si sia
ritirato. Tutto è incerto!
Stamane il mio sarto, nel venirmi a portare i ricami per la mia uniforme di
generale (previo permesso del Governatore di Messina)
mi ha detto che in Città sono tutti spaventati perché corre voce che i Generali
della Cittadella hanno domandato al Senato 10mila oncie per pagare le
truppe del presidio altrimenti avrebbero bombardata la Città. Ho detto di
rassicurare tutti essendo ciò del tutto falso e che la Cittadella non domanda
cose ingiuste e si augura di non venire a questi estremi.
Ci si assicura che l'altra sera, al largo della Matrice di Reggio, si fece molto
fuoco tra insorti favorevoli a Francesco II e garibaldini che ne ebbero la
peggio; come pure un sanguinoso attacco a Polistina ed Oppido. Poveri
paesi, come si ridurranno in questa guerra civile che, a quanto pare, va a
propagarsi! Ad onta di tante notizie, tutte a nostro vantaggio, pure il mio
pensiero è sempre in orgasmo poichè nessuna notizia ci perviene da Gaeta,
nè possiamo per nulla calcolare cosa possa succedere colà.
Certo è che se S.M. avesse i mezzi ci avrebbe soccorso; gli affari, intanto,
sono a riflettersi bene e bisogna con anticipo prevedere alla meglio
all'avvenire. Le gallette sono finite, la razione di pane, invece di 24 oncie, si è
ristretta a 18. Abbiamo legumi, pasta e formaggio fino al 15 dell'entrante
novembre; la truppa è pagata fino al termine del corrente mese e fa
l'ordinario a sue spese riscuotendo la sola diaria. Or siccome nella nostra
Cassa di Campagna non vi esistono che 3.000 ducati, ho convenuto col
Sig.Generale Fergola che dal 1° novembre non si darà ai soldati nè prest nè
diaria, nè soldo di ottobre agli Uffiziali, ma la semplice razione potendo i
3.000 ducati servire per compera di grano per l'ospedale, e qualche altro
bisogno, dovendosi provvedere al sostentamento di 4.500 uomini. Tutto ciò
se da Gaeta non giungono soccorsi! Se questi manca? Non trovo altro
espediente che una questua tra Generali, Uffiziali e soldati... Faccia Iddio!
È giunto il vapore "Duca di Calabria" e tra i passeggeri sono sbarcate le mogli
del Tenente di Artiglieria Balestra e la moglie di una guardia di artiglieria;
esse erano alloggiate a Napoli ai Granili, come tutte le famiglie che da qui
partirono; per nulla sono state molestate nell'entrare Garibaldi a Napoli,
quantunque tutta o parte della sua truppa fusse alloggiata in detto locale,
rispettando sempre il sito ov'erano le famiglie dei militari. Ma queste signore,
vedendosi prive di denaro, per mancanza di rimessa da parte dei mariti qui di
stanza, si sono imbarcate con tutto il loro equipaggio ed alle ore 23 sono
entrate nella Cittadella. È a supporsi che queste donne in un baleno sono
state circondate da Uffiziali e soldati, ognuno per sapere notizie del Re, della
Capitale e delle nostre truppe. Esse assicurano che Garibaldi è morto, ma
che a Napoli non si puol dire, tanto più che essendovi altro individuo che gli
somiglia, si fa dire che ora è in un sito, ora in un altro. Raccontano che vi
sono molti feriti garibaldini; le mine preparate da Bosco che fecero saltare in
aria migliaia di nemici; che Napoli è tranquilla, che il Re Francesco II tra pochi
giorni entra in Napoli; che una cinquantina di signore italiane vestite a tre
colori con pistole a fianco e carabina a tracolla passeggiano per Napoli
portandosi dietro una schiera di "lazzari" che gridano "Vivò"; che più non si
nomina Garibaldi, ma Vittorio Emanuele, in fine un mondo di coglionerie a cui
l'Uomo di buon senso non deve prestarvi fede. Corre voce che all'attacco di
Polistina ed Oppido tra insorti e garibaldini sia stato ucciso il figlio del Barone
Aiossa. Da accertarsi!
Questa sera osserviamo dai nostri baluardi illuminazione a Catania e ai
villaggi circonvicini a Palmi, Messina e Reggio all'oscuro; non sappiamo a
che attribuirlo. Certo è che Plutino, Governatore Militare e Civile, è fuggito da
Reggio. Quest'oggi si è ordinato la riunione di tutta la guardia nazionale di
Messina; non se ne conosce la causa.-Questa mattina, però, si pretendeva
dal Governatore di Messina che la guardia nazionale avesse montato gli
avamposti avanti la Cittadella, abbiamo osservato una quantità di lancioni
riuniti avanti Reggio e molti altri in Messina. Si suppone, forse si vorrà spedir
truppa in Calabria, abbenchè poca Ia quella che esiste in Messina, quasi tutta
formata da siciliani che difficilmente si imbarcheranno.
Messina 1800
29 OTTOBRE
Questa mattina alla punta di giorno si è presentato ai nostri avamposti un
soldato garibaldino con armi e munizioni. Egli è di Mantova, ha circa 28 anni
ed ha disertato mentre era di sentinella.-Parimenti si sono presentati 5
calabresi, soldati sbandati, già appartenenti ai diversi Corpi della Brigata di
Brigante e Melendez, dipendenti tutti dal Maresciallo Vial.
Questi raccontano cose dell'altro mondo circa il grande fatto d'arme avvenuto
nei paesi insorti di Pentauli ed altri quattro contro circa 1.000 garibaldini e
guardie nazionali di Reggio. Affermano che di questi ultimi ne sono stati
uccisi 700 e che Plutino sia gravemente ferito. Tutto questo sarà, ma il
numero dei morti mi sembra molto alterato! Il non avere in nessun modo
notizia da Gaeta e non ricevere affatto soccorso di viveri e denaro, mi
mantiene sempre in tristi pensieri per non esserci rimasti che viveri per una
quindicina di giorni e qualche migliaio di ducati. All'oggetto, avendo persuaso
il Generale Supremo Fergola su tale interessante argomento, abbiamo riunito
tutti i Capi dei Corpi e fatto ad essi conoscere la non felice posizione in cui
siamo. Si è detto che per questo mese di ottobre Generali ed Uffiziali non
percepiscono soldo perché nella Cassa di Campagna non vi esiste altro
denaro che pel mantenimento dell'ospedale e qualche spesa straordinaria;
che non abbiamo che pochi giorni di viveri e che perciò se consumiamo
questi, venendo ad essere astretti da forte assedio, ci vedremmo perduti.
Inoltre, seguitano ad esserci la tregua, non avendo danaro, come si potrebbe
obbligare la Città a fornirci di viveri?
Minacciare con cannonate non si può stante che legni esteri, fregate inglesi e
vascelli francesi, con l'ultimo abboccamento che ebbi, i rispettivi Comandanti,
mi dissero che erano nel porto per proteggere gli interessi e le persone dei
connazionali, a seconda il diritto delle genti e dei patti internazionali. Quindi,
non avendo soccorsi da Gaeta, proponevasi una questua tra tutti gli Uffiziali e
soldati per imprestare alla Cassa di Campagna il denaro che ognuno
volontariamente vuol dare, danaro che sarebbe restituito alle prime somme
che S.M. invierà da Gaeta. Per dare l'esempio, io ho dato 200 ducati; Fergola
300 ed il Generale Cobianchi 120. Si proponeva inoltre che la truppa non
riceverebbe che la sola diaria di sei grane al giorno per fare la compera
dell'ordinario, pane e vino e non riceverebbe prest finche non viene danaro
da Gaeta. Chi lo crederebbe? I soldati appena inteso tale disposizione,
ognuno si è portato ad offrire al proprio Capitano la somma che tiene,
stimandosi contentissimi di dar tutto per l'onore della Piazza e per l'amore
verso il Re. Domani saprò il risultato; per ora la Cassa di Campagna, dai tre
Generali ed Uffiziali di Stato Maggiore, ha introitato 1025 ducati.
Sembrami che offrendosi di propria volontà dal presidio della Cittadella la
somma di ducati quattordicimilaseicentoventotto e grani 461, dimostra il buon
spirito e la buona volontà dello stesso per provvedere ai propri bisogni per
tirare per quanto più si può a lungo la difesa di questa importante Fortezza.
30 OTTOBRE
Questa mattina è venuto il messo Domenico Penna da Catona, inviato da
D.Vincenzo Cilea di Salici e D.Matteo Marra di Catona, con un
biglietto che portava cucito nelle scarpe, col quale si chiedeva armi, munizioni
e danaro per pagare migliaia di uomini che avevano riuniti per una
controrivoluzione. Si è risposto che siamo in attenzione di ordini di S.M.,
come si è detto altre volte, senza di che non possiamo in alcun modo dare la
disposizioni che si convengono.
Altri 6 marinari calabresi si sono presentati e presi qui in sussistenza ma
finalmente si è riuscito a persuadere il buon Generale Fergola che lo
ammettere tante bocche inutili nella Cittadella era un danno positivo, essendo
gente che nessun servizio può rendere ed avendo noi forza sufficiente per la
difesa della fortezza. D'altronde, bisogna riflettere che questi calabresi che
qui vengono sicuramente non è per amor di Sovrano, ma o per viltà o per la
fame, stante che se fusse per amor di Sovrano si unirebbero alle masse che
già si sono organizzate; se per viltà, nessun conto renderebbero a noi il
sostentarli, mentre noi, se le cose andranno per le lunghe, potremmo
mancare di tutto. Pare che il buon Generale in Capo si sia persuaso. È giunto
il solito vapore francese "La Messagerie", quello stesso che portò una nostra
lettera a S.M. facendola pervenire a mezzo del Console Francese a
Civitavecchia. Andato subito a bordo il solito Uffiziale nostro, il Comandante
gli ha dato buone notizie della salute del Re e dell'ottimo spirito del nostro
Esercito e delle buone speranze che i nostri affari si accomoderanno
diplomaticamente ad onta che la molta truppa piemontese ora entrata nel
Regno, quindi ha detto: "Io ho portato un grosso piego di S.M. che ho
consegnato all'Ammiraglio Francese che sta sul vascello e che da lui sarà
inviato al Generale della Cittadella".
In effetto, l'Ammiraglio, gentilmente, per Uffiziale, ci ha rimesso il plico da
ove abbiamo appreso quanto è passato nell'azione avvenuta a Cascano tra
la nostra truppa ed i Corpi Piemontesi i quali sono stati battuti; e noi, che
siamo da tanto tempo senza notizie, siamo rimasti sorpresi nell'apprendere
come il Re Vittorio Emanuele, che ha sempre dimostrato amicizia al nostro
Sovrano, avendo anche un suo Ministro in Napoli, avesse potuto commettere
l'infamia di entrare con le sue truppe nel Regno ed inoltrarsi fino a poche
miglia da Gaeta per attaccare le nostre truppe alle spalle. Ma ci siamo
rallegrati nell'apprendere che il blocco posto da Garibaldi per via di mare a
Gaeta non solamente non è stato riconosciuto dalle Potenze estere, ma che
la flotta francese si è portata avanti Gaeta e l'Ammiraglio ha obbligato i legni
piemontesi di allontanarsi. È da lusingarsi che la politica sia cambiata e che la
Francia abbia per noi qualche simpatia sia per l'eccessiva malafede del
Piemonte che pel Congresso di Varsavia in dove la riunione dei Sovrani del
Nord pare che voglia prendere in considerazione lo stato deplorevole della
infelice Italia, del Pontefice e di Francesco II. Con lo steso piego del Ministro
della Guerra abbiamo ricevuto molti fogli da Gaeta in dove abbiamo letto le
giuste proteste del nostro Re a tutte le Potenze. Si sono ricevuti molti brevetti
e nomine di Generali ed Uffiziali, tra i quali il nostro Generale in Capo Fergola
è stato promosso Maresciallo.
Si riceve ancora una ministeriale con la quale fa conoscere la somma
riconoscenza del Sovrano per la fedeltà e attaccamento che dimostra questa
guarnigione per la difesa di una piazza di tanta importanza. Parla pure di altre
cose e segnatamente del modo come amministrare gli averi, stante che, per
quanto vi avvisa, tra pochi giorni, pel vapore francese a nostro servizio, il
"Proto", ci perverrà la somma di 12mila ducati per 4.500 uomini? perché
volendosi pagare prest e diaria ai soldati e soldo agli Uffiziali non sono
sufficienti che per 15 giorni. Ciò fa osservare che le finanze dell'ottimo
Sovrano non sono troppo felici.
Questa mattina dalle Calabrie sono sbarcati alla marina molti gabbioni;
suppongo che voglio prepararsi per stringerci di formale assedio, col rompere
la convenzione. Per ora non è da preoccuparsi, stante che, con la truppa che
attualmente trovasi in Messina, non possono effettuarlo. Intanto fo tutto il
possibile per fare immettere quanto grano si può, avendo tre molini a pietra e
6 animali per molirlo nella Cittadella.- Dal mese di agosto fino ad oggi, sono
morti nel nostro ospedale della Cittadella un Uffiziale e 7 individui di truppa, di
diversi
Corpi.-
Veduta di Messina
31 OTTOBRE
È entrata nel porto una fregata inglese.- Il Comandante di Piazza garibaldino
ci avvisa amichevolmente di provvederci al più presto possibile di quanto ci
bisogna perché ha ricevuto una prevenzione che va a venire un vascello
piemontese ed altri legni per mettere il blocco alla Cittadella e Messina. Non
saprei se ciò può verificarsi, stante che se il blocco posto da Garibaldi a
Gaeta non è stato riconosciuto da nessuna Potenza e la flotta francese lo ha
fatto togliere, non saprei se il Vice Ammiraglio francese che trovasi sul
vascello nel porto lo permetterebbe.- Verso l'una p.m. è passato nel Faro un
vascello inglese e dopo aver parlamentato con la fregata giunta stamane è
partito.- I calabresi mandano giornalmente; si è ad essi risposto quanto S.M.
ha scritto, cioè che non convien mandare forza in Calabria per ora, ma che
operassero da per loro, onde far conoscere all'Europa che il voto universale
del "Si" votato per l'annessione, o è stato forzato o che le urne dei voti sono
state riempite di "Si" senza che i votanti fussero stati presenti; che S.M.
ringrazia i calabresi ed a suo tempo manderà forza e danaro. La fregata
inglese giunta stamane, verso mezzanotte, è di nuovo partito facendo rotta
verso l'Adriatico.- In giornata abbiamo acquistato 100 cantaja di farina,
bastante per 4 giorni.
Messina – Bastione della Cittadella
1°NOVEMBRE 1860 – CITTADELLA
Questa mattina il Cav.Carbone di Pentauli ha scritto una lunga lettera al
Generale Supremo facendogli conoscere che l'attacco di Cinque Fronde non
riuscì a seconda dei suoi desideri per il gran numero dei garibaldini e guardie
nazionali usciti da Reggio e diretti da Poerio, per cui ordinò, dopo il conflitto,
alla sua massa di disperdersi. Al che Plotino, ritornato a Reggio, ordinò a
Poerio di non eseguire il disarmo nei paesi insorti e nè eseguire gli arresti da
lui ordinati. Dietro di che Poerio mandò un messo al Cavaliere Carbone
facendogli dire che voleva avere un abboccamento con lui e che essendosi
ritirato nel suo paese a Pentaoli rinunciò al sito indicato. Saputosi ciò da
Poerio, questi con soli 8 uomini armati si portò dal Cavaliere Carbone
cercando di persuaderlo di desistere dalla sua impresa per non rovinare la
Provincia ed assicurandolo che non avrebbe eseguito nè disarmo nè arresti,
nominandolo anzi Capo della Guardia Nazionale. Da ciò Carbone ne deduce
che Reggio teme un'invasione e, pertanto, prega il Generale in Capo, ove
mai la truppa dovesse sbarcare in Calabria, di avvisarlo cinque giorni prima
onde trovarsi al punto dello sbarco che lui stesso indicherà. Dice pure che il
voto relativo all'annessione mandato a Napoli è falso poichè nessuno di quei
paesi ha votato e perciò chiede l'intervento di qualche Potenze estera per
presenziare ad una nuova votazione.
Gli si è risposto trascrivendogli la lettera di S.M. nella quale è detto di non
mandare, per ora, truppa in Calabria fino a nuova disposizone e che gli insorti
agissero per loro conto, essendo sicuro della loro fedeltà, già dimostrata in
varie circostanze.
Visto le nostre ristrettezze e l'assedio che, forse, andrà per le lunghe e i pochi
mezzi che ha S.M. per soccorrerci, stamane si è deciso dal Consiglio di
Difesa che gli Uffiziali non ricevono il soldo del mese di ottobre, ma che la
semplice doppia diaria e che i soldati e truppa, cominciando da oggi, ricevano
il solo prest senza diaria. Col prest la truppa deve comprarsi quanto gli
bisogna per l'ordinario fino a quando i garibaldini lo permetteranno. Parimenti,
Uffiziali e truppa, dai nostri magazzini di riserva, riceveranno giornalmente
pane e vino. Si fa tutto il possibile per acquistare grano e, difatti, ieri si
acquistarono 100 cantaja di farina sufficiente per 4 giorni; siamo in trattative
per 50 salme di grano, come pure si fa il possibile di cambiare 3.000 tomoli di
biada, che abbiamo, con grano. Speriamo di riuscirci avendo i paesani
ottenuto il permesso di acquistare; sarebbe un gran vantaggio. Oggi è
cominciato il freddo; la nostra truppa soffre perché priva
di sottocalzoni a pantaloni ed uniformi di panno. Tutto il presidio non ha che il
semplice pantalone e giubba bigia e cappotto perché così partì da Gaeta; gli
uffiziali trovansi parimenti nelle stesse condizioni.
2 NOVEMBRE
Questa mattina altri calabresi si sono qui presentati e sono stati ammessi.
Cosa curiosa; nel mentre gli sbandati vengono a noi, alcuni nostri soldati si
disertano. Questa notte si sono disertati tre calabresi e due di Campobasso,
che erano agli avamposti.- Ho disposto di non più fare entrare nella Cittadella
parenti dei soldati calabresi perché questi, forse, li consigliano di diseratare.
Riceviamo dubbia notizia che il Barone Ajossa sia stato arrestato dai
garibaldini, forse nell'attacco sostenuto.
Dai telegrammi che vengono dal Continente e che vengono interpretati dai
nostri impiegati del telegrafo, si rileva che il Generale Fabrizio, ferito sotto
Capua, passa molto meglio col braccio e che il fratello del Ministro di Guerra
a Palermo, parimenti, migliora con la sua ferita.
Le truppe garibaldine in Messina sono alquanto disgustate perché da più
giorni non ricevono nè prest nè soldo. Da Maggiore fino a 2° Tenente
percepiscono 2 franchi al giorno. Un capitano di paranzella proveniente dalle
Puglie ci assicura che a Manfredonia sono sbarcati gli Austriaci. Si è ordinato
di fare fuoco addosso a qualsiasi soldato che si allontana dal bivacco di
Terranova, sperando, così, di impedire la diserzione.
3 NOVEMBRE
Il nostro interprete telegrafico ci avvisa che da Reggio viene comunicato che
sono partite 150 guardie nazionali con l'incarico di inseguire la gente insorta
di Pentaoli e degli altri paesi vicini che inneggia a Francesco II e minaccia
Bagnara e S.Eufemia. Ciò viene confermato dai calabresi i quali assicurano
che l'insurrezione progredisce e che molti paesi hanno anche innalzata la
Bandiera Reale. Visto il cattivo tempo e la gran pioggia di questa notte, la
truppa al bivacco ed ai posti di guardia, questa mattina, ha ricevuto la razione
di rhum. Sono le ore 10 a.m.; grande fracasso di campane in Messina per la
notizia ieri pervenuta della resa di Capua. Se ciò sia vero, è a supporsi che i
garibaldini avendo portato nelle vicinanze di Capua quantità di mortai per
bombardarla e non essendovi rimasta che la sola guarnigione di 4.200 uomini
– quale è la forza stabilita per detta Piazza – e per essersi il nostro esercito
fortificato tutto sulla linea del Garigliano, puol darsi che S.M. abbia ordinato di
cedersi Capua per non farla distruggere dal nemico a forza di
bombardamento. Se avessero voluto prenderla con la forza, molto tempo vi
avrebbero impiegato per gli approcci e lavori da farsi.
Riceviamo nella Cittadella uno degli affissi posti in tutti i cantoni di Messina
che dice quanto segue:
"IL GOVERNATORE DI REGGIO AL GOVERNATORE DI MESSINA. IL
PRODITTATORE MI AVVISA CHE IERI CAPUA HA CAPITOLATO. LE
NOSTRE TRUPPE L'HANNO OCCUPATA. NOI QUI SIAMO IN FESTA ED
IN TRANQUILLITÀ! REGGIO, 3 NOVEMBRE 1860.
IL GOVERNATORE
Francesco Ugdolena"
Questa sera grande illuminazione per tutta la Città; bandiere spiegate per tutti
i balconi e gran calca di popolo che gira per la Città con bandiere spiegate
che, come ossessi, gridano "VIVA IL RE GALANTUOMO". Intanto noi nella
Cittadella siamo pacifici ascoltatori e attendiamo gli eventi e, sebbene non
abbiamo contatti con la Città, pure siamo trattati come se fussimo amici,
stante che tutto quanto da noi si chiede, dal Governatore e Comandante di
Piazza di Messina ci viene accordato.
In effetti, per la deficienza di viveri, che non ne abbiamo che per un altro
mese ed anche meno, abbiamo domandato un appalto per la carne e
maccheroni o pasta, ed i beccai e postai ci vengon a servire fino al Forte
SS.Salvatore. Inoltre, tanti altri venditori ci forniscono di sugna, lardo, cipolle,
pane, vino e quanto può bisognare pel viver civile. Abbiamo anche
domandato di fare acquisto di grano e quanto può bisognare pel vivere civile.
Abbiamo anche domandato di fare acquisto di grano e dalla Piazza è stato
accordato il permesso ai negozianti di poterlo portare in Cittadella; ne
abbiamo acquistato per circa 20 giorni. Or siccome nella Cittadella vi sono
riposti circa 3.000 tomoli di biada e non avendo che sei animali per i molini
abbiamo cercato di venderli; appena domandato il permesso di tanto
negoziare, subito è stato concesso che un negoziante potesse passare gli
avamposti per fare l'acquisto. A costui, inoltre, è stato rilasciato uno speciale
permesso onde non fusse insultato da qualche tristo messinese, stante che i
paesani non vedono troppo bene tanta cortesia nei nostri riguardi. In effetti
quest'oggi si è pattuito il prezzo della biada a 83 grana il tomolo ed il
negoziante ne ha già preso 132 sacchi dandoci altrettanto grano.
Dopodomani, lunedì, verrà di nuovo a prenderne quanto ne può e così fino al
termine del quantitativo. Speriamo che le cortesie seguitino fino al termine di
tutta la vendita, perché, verificandosi la capitolazione di Capua, potrebbe
avvenire un cambiamento di cose. Però la Cittadella sarà sempre la stessa
purchè non manchino viveri e mezzi; ed è per ciò che ci affligge il non veder
giungere il vapore francese con i soccorsi promessi nell'ultima ministeriale. É
vero che con la questua volontaria fatta tra noi si è prodotto 14mila e più
ducati, ma che sono per 4.500 uomini a cui bisognano 1.000 al giorno? Senza saper nulla di positivo viviamo con la speranza che le Potenze estere
diano soccorso al nostro Sovrano, purchè (e Iddio nol voglia) non riescano
fallaci come avvenne per i Patrioti del 1799, i quali, fino al momento di salire
sul patibolo, attesero l'Armata Gallo-Ispana che doveva liberarli.
Pianta della Real Cittadella di Messina
4 NOVEMBRE
Questa mattina alle ore 7 a.m. il nostro interprete telgrafico ci avvisa che a 35
miglia(come comunicava anche l'altro telegrafo garibaldino in Messina) si
vedeva un vapore ad elica, senza bandiera. Si suppone che fusse quello
stesso vapore francese che S.M. spedì qui il giorno 4 ottobre col Capitano
Guillamat. A tal notizia i nostri baluardi erano gremiti di uffiziali e truppa per
vedere i soccorsi che giungevano da Gaeta, ma qualè è stata la nostra
sorpresa allorchè il legno, ha issata la bandiera inglese ed invece di entrare
nel porto ha proseguito verso l'Adriatico! Questa notte c'è stata pioggia a
dirotto, per cui nella mattinata tutte le guardie ai bivacchi hanno ricevuto la
razione di rhum. Col vapore "La Messagerie", qui proveniente da Malta, un
Gentiluomo, forse incaricato dal Pontefice, si è premurato parlare col
Maresciallo Fergola; Ha detto che lui agiva in favore del Papa e di Francesco
II per arrolare 30mila volontari per la Santa Causa e che non si fidava affatto
dei Francesi perché Napoleone è il nemico dell'Italia e del Regno delle Due
Sicilie; che fino a quando vive Napoleone III l'Italia sarà sempre schiacciata;
che in Francia essendo numerosi i legittimisti presto Egli cadrà. Egli è un
uomo di circa 30 anni, ma sembrami un gesuita, abbenchè porta mustacchi e
lungo napoleone alla barba; è fornito di passaporto di varie nazioni e con
nomi diversi. Or, siccome poco m'illudono i progetti di emissari, massime
nelle presenti circostanze, dò poco credito alle parole: solo i fatti mi
persuadono, nè saprei qual mezzo egli possa adoperare per reclutare 30mila
uomini! Ha domandato qual mezzo potrebbe trovare per parlare a Francesco
II;ha detto pure che il Papa, per consiglio del Cardinale Antonelli , voleva
pubblicare una Crociata, ma che Napoleone III non ha voluto permetterlo, e
tante cose, che tutte mi sembrano aeree, oppure di entusiasta senza
riflessione. Ci ha finalmente assicurato che il Congresso di Varsavia tra gli
Imperatori di Russia, Austria ed il Principe Reggente di Prussia è durato 4
giorni ed è terminato il 26 ottobre p.p., ma che non se ne conosce ancora il
risultato... Molta truppa garibaldina è partita da Messina per le Calabrie ed
hanno eseguito molti arresti di Realisti; hanno parimenti rinforzato i Forti di
Scilla e Torrecavallo e perseguitano li paesi insorti in favore del Re a mezzo
della guardia nazionale, massime quella di Reggio molto accanita contro gli
insorti.
Carlo III
5 NOVEMBRE
Ho letto l'opuscolo ricevuto ieri: esso è un appello contro Napoleone III
esponendo tutti i suoi torti ed inganni; esorta tutti i Sovrani d'Europa e la
stessa Nazione Francese di abbatterlo dimostrando il suo carattere infernale
e la sua smisurata ambizione, i torti verso Pio IX in quanto sotto l'aspetto di
proteggere la sua persona e la Religione, col suo consenso fa invadere dal
suo alleato Re del Piemonte tutti gli
Stati della Chiesa, istigando i suoi popoli e quelle delle Due Sicilie ad
insorgere contro i propri legittimi Sovrani.
Quest'oggi abbiamo acquistato altre 50 salme di grano e ducati 1.260 la
salma ed abbiamo venduto quantità di biada.
Siamo in grande attenzione dei soccorsi promessi da Gaeta e della roba di
panno per la truppa che veramente ne ha bisogno. Stamane abbiamo
mandato due grossi pieghi al Vice Ammiraglio francese sul vascello qui
stanziato nel porto, che nel riceverli gentilmente si è compromesso farli
pervenire a Gaeta. Speriamo che S.M. conoscendo i nostri bisogni si premuri,
se può, spedirci l'occorrente, o almeno quanto ci venne promesso nell'ultima
ministeriale.
6 NOVEMBRE
Ore 9 a.m. -È giunto "La Messagerie" ed il Comandante assicura che Capua
effettivamente è stata occupata dai garibaldini e che S.M. ha fortemente
fortificato tutte le posizioni da Sessa fino a Gaeta. Parimenti è giunto il vapore
"Maria Antonietta" e due commedianti ci hanno assicurato che Capua non è
stata invasa. A chi dar credito? Brutta cosa è l'incertezza! Ci si dice ancora
che il Comandante Militare in Napoli, dopo aver riuniti tutti i nostri soldati
usciti dagli ospedali ed i prigionieri fatti in diverse occasioni li ha fatti
imbarcare per Genova non dando affatto ascolto a molte famiglie che
reclamavano di farli restare nella loro patria; anzi ha loro risposto che
essendo prigionieri di Capua giusta capitolazione di Capua dovevano
imbarcarsi per Genova.
Quante contraddizioni!
IL Comandante de "La Messagerie" ci assicura ancora che il vapore francese
"Il Proto" a nostro servizio era stato da lui veduto a Gaeta che caricava generi
di panno e abbigliamento che dovevano qui spedirsi; speriamo che ciò si
verifichi! - Ci si fa conoscere che la Russia, Austria e Prussia abbiano fatta
una nota collettivamente alla Francia in risulta del Congresso di Varsavia con
la quale le impone di dichiarare francamente i suoi divisamenti relativamente
all'Italia ed in modo stima la parte che vuol prendervi stante che non possono
più permette al Re di Piemonte di agire come sta praticando al presente.
Speriamo che ciò sia vero perché molto vantaggio arrecherebbe alla nostra
causa. Questa notizia mi sembra non vera!-Ci si dice ancora dai passeggeri
della "Maria Antonietta" la grande miseria che vi è in Napoli ed il disgusto
della popolazione per cui giornalmente si teme una reazione, e che i "lazzari"
hanno preparato una grande quantità di pietre nelle loro abitazioni. Insomma,
una gran quantità di notizie a cui non bisogna prestar credito, ma che io qui
registro per ammazzar la noia.
La Sicilia sembra in apparenza tutta entusiasmata e contenta; eppure non è
così. Sono contentissimi della Costituzione, ma vorrebbero che questa nuova
forma di governo non restasse nell'anarchia come attualmente si trova, per
cui il malcontento non solo vi esiste in quelli che col Governo vivevano
impiagati ed ora espulsi, ma anche nei proprietari pacifici e nei negozianti a
cui sembra mille anni che tutto finirà in qualunque maniera sia.- Stamane un
assistente di un nostro Uffiziale Superiore, nel portarsi con permesso a
Messina, si è incontrato con un Gentiluomo che abita di fronte la casa ove il
detto Uffiziale alloggiava allorchè era in Città, e chiamato in disparte gli ha
detto: "Dite al vostro padrone di non credere affatto a quanto si dice in Città;
sono tutte bugie. Tenetevi forti nella Cittadella e non credete a nulla." Infine,
chi vuole che la faccenda sia vicino a sciogliersi, altri dicono "guerra
europea", altri cantano vittorie, altri disfatte... certo è che da circa 7 mesi
viviamo segregati dal consorzio umano, sempre in aspettativa, ora di buone
ora di tristi notizie, che farebbero ammalare chiunque non abbia sangue
freddo e riflessione. In giornata abbiamo acquistato altre 25 salme di grano e
venduto 86 salme di biada. Brutta cosa è pensare per la sussistenza per
4.500 uomini armati!
7 NOVEMBRE
Questa mattina il nostro interprete del telegrafo ci avvisa che un telegramma
da Napoli segnala a Reggio che il "Re Galantuomo" Vittorio Emanuele faceva
la sua entrata in Napoli alle ore 10 a.m. e che perciò si ordinasse a tutti i Forti
e Castelli che a detta ora facessero la salva di rito.-In effetti alle ore 10
abbiamo inteso tuonare il Castello di Reggio, Torre di Faro, Scilla, Alta
Fiumara che sono di fronte. Tale notizia ci è stata partecipata, per un
parlamentario, anche dal Comandante di Piazza garibaldino di Messina.
Cosa curiosa, giusta la convenzione, tutto ciò che trovasi nei due Castelli di
Consagra e Castellaccio deve trasportarsi a spese di della Città in questa
Cittadella, e nel mentre dal nemico ci si partecipa l'entrata di Vittorio
Emanuele nella Capitale del Regno, ci pervengono due grossi carichi di barili
pieni di polvere trasportati da messinesi, tanto a noi avversi e che sempre
inneggiano al Re Galantuomo Vittorio Emanuele!
La notizia dell'entrata in Napoli di V.E. Per nulla mi ha sorpreso, come pure
all'intero presidio, perché io che leggo i
fogli di Francia già sapevo in quanto già annunciato dal foglio francese "La
Presse" del giorno 23 del mese passato; in detto foglio era anche comunicato
tutte le deputazioni, con i nomi, presentatesi a Vittorio Emanuele ad Aquila,
Sulmona e Castel di Sangro e segnatamente quella di Napoli che lo
premurava di venire subito nella Capitale per evitare sconcerti. Infatti, nel
foglio si diceva che il Re d'Italia avrebbe fatta la sua entrata in Napoli il giorno
8, ma, si vede, che per la premura fatta, è stata anticipata ad oggi. La notizia
ha prodotto forte dispiacenza a questa intera guarnigione! Grandi feste a
Messina e Reggio; le illuminazioni non hanno avuto luogo per la forte pioggia
che cade. Nei teatri, certamente, ci sarà grande illuminazione. Questa
mattina il Tamburro del 5° di Linea Ferrara ha sofferto 100 legnate per tentata
diserzione; alto individuo, per ferimento, è stato sottoposto al Consiglio di
guerra del Corpo.
Messina – Porta del Forte S.Salvatore
8 NOVEMBRE
Ci si assicura da alcuni marinari che la notizia dell'entrata di Vittorio
Emanuele in Napoli è falsa; quella segnalazione fatta da Napoli fu per far
partire dalla Sicilia e dalla Calabria 3 battaglioni di dette Provincie per Napoli
in quanto in nessun modo volevano partire.
Se ciò sia vero oppur no il tempo lo dirà. Certo è che se la notizia non è vera
molta poco vercondia deve avere quella Autorità che fa mettere in stampa
simili avvenimenti falsi. E gli è certo che tutte le volte che sono partite truppe
dalla Sicilia o dalla Calabria, sono state sempre precedute da notizie di
battaglie vinte.
Messina – Forte S.Salvatore
9 NOVEMBRE
Per tentata diserzione di sette individui, soldati del 7° di linea, fu ieri ordinato
un Consiglio di Guerra subitaneo. Il capo complotto condannato a 10 anni ai
ferri ed a 15 giri di bacchetta per 200 uomini; tre soldati, a 15 giri di bacchetta
per 200 uomini e gli altri tre ad un anno ai servizi ignobili perché conoscitori
della diserzione dei primi quattro e non ne avevano passata notizia ai
Superiori.-La sentenza non potè rendersi esecutiva ieri stesso perché molto
tardi termino il giudizio, ma bensì questa mattina, in mezzo al Maschio della
Fortezza con l'intervento di tutta la guarnigione sotto l'armi. Tale esempio farà
ben considerare a qualche scioperato che avesse cattiva intenzione di
disertare la pena a cui va soggetto.
Nel venire dal Forte SS.Salvatore il 7° Reggimento di Linea, con bandiere
spiegate, nella Cittadella per l'esecuzione di detta sentenza, ha attraversato il
piano di Terranieri che sta avanti la palazzina. Nel sentirsi la banda di detto
reggimento, gran calca gente si è colà riunita; forse qualche bello spirito ha
detto che quel reggimento si portava a Terranova per stipulare la
capitolazione della resa della Cittadella; tal voce si è subito propagata per
tutta la Città in modo che il Comandante di Piazza garibaldino Maggiore
Bisogni aveva già nominato individui per ricevere i patti della capitolazione.
Nel medesimo tempo Reggio ha segnalato a Catanzaro e Cosenza la resa
della Cittadella e che sa se tal notizia non sia già pervenuta anche a Napoli.
Un Uffiziale italiano, quest'oggi, parlando con il nostro Uffiziale incaricato di
comprare in Messina grano e farina gli ha detto che i Tedeschi hanno
passato il Mincio e minacciano la Lombardia e che perciò essi andavano a
partir subito per Genova per prendere posizione sul Po per battere i
Tedeschi.- Siamo stati assicurati essere falsa la notizia della resa di Capua e
dell'entrata di Vittorio Emanuele in Napoli, che il giorno 3, avanti Capua, vi è
stato un forte attacco ove sono periti 12mila garibaldini e 400 dei nostri.
Queste cifre mi sembrano un poco alterate e da non credersi. Ci si dice
ancora che il Generale Bosco sia partito per gli Abbruzzi con 18mila uomini,
che i siciliani ed i calabresi non hanno voluto partire perché credonsi
ingannati, che le Calabrie sono tutte in rivolta e, finalmente, che si crede una
reazione di Napoli stante che dal Trattato di Varsavia la Francia ha promesso
di non ingerirsi degli affari d'Italia se l'Austria dichiara guerra al Piemonte. Se
tutto ciò fusse vero il nostro affare andrebbe benissimo, ma i fogli di Francia
non ne parlano affatto. Certo è che da Messina tutti si allontanano; la miseria,
per altro, in Città è strema, nessuno lavora, il commercio è fermo e il basso
popolo, il più insolente, minaccia sempre il saccheggio.- Quantità di legni
inglesi, seguiti sempre da francesi, traversano il Faro; intanto noi pacifici
spettatori e incerti di quanto di vero o menzognero ci si dice non facciamo
che vigilare i nostri baluardi, unico punto di tutta la Sicilia ove sventola il
vessillo di Francesco II, mirando sempre verso Torre di Faro con la speranza
di scoprire il "Proto" vapore francese al servizio del Re che deve portarci i
promessi soccorsi ed i generi di panno per la truppa per i presenti freddi
manifestatisi con molto rigore; ma disgraziatamente il "Proto" non si vede nel
mentre da molti giorni avrebbe dovuto arrivare.
Cavour
10 NOVEMBRE
Abbiamo venduto per 1.700 ducati di biada ed abbiamo acquistato grano e
farina per la sussistenza del corrente mese e altri giorni di dicembre.
Manchiamo di olio e si è commessionato per avere 20 cantaja, stante che per
i molteplici corpi di guardia ed illuminazione della Fortezza ve ne bisognano
circa 30 rotoli al giorno. Questa mattina si sono imbarcati garibaldini e parte
dei volontari sopra un vapore ed altro legno a vela ed hanno preso la volta
del Sud, ovvero Spartivento. Si suppone che se non sbarcano in Calabria
dietro marina, andranno forse verso Ancona per proteggere la linea del Po,
come disse ieri l'Uffiziale italiano. Viviamo sempre con animo sospeso in
attenzione di eventi senza saper mai cosa alcuna di certo.
È giunto verso le ore 20 un vapore proveniente da Siracusa carica di truppa
nemica; tra i soldati vi sono quelli della 5ª compagnia dei Pionieri che dopo la
capitolazione di Siracusa presero servizio nelle masse di Garibaldi i quali
hanno riferito ad un nostro Sergente che venivano a Siracusa e andavano e
Genova. Ciò ci fa credere che potrebbe verificarsi quanto ci hanno riferito,
cioè che i Tedeschi hanno passato il Mincio e che dalle Due Sicilie partono
truppe per difendere il Po e per prenderli alle spalle.
I nostri emissari calabresi più non li vedono da molti giorni; non sappiamo a
che attribuirlo. Da una parte ci si dice che in Calabria siano stati eseguiti molti
arresti di Realisti, altri che l'insurrezione progredisce. Per noi tutto è incerto!
Questa mattina si è disposto che l'illuminazione delle caserme vada a carico
dei Corpi, come per legge, e non più si riceva olio dai magazzini della riserva
e ciò fino a che non sia interrotto il curioso commercio con la Città. Siccome
la guarnigione non riceve il vino per qualche giorno, perché devesi tramutare,
la truppa riceverà un rotolo e mezzo di lardo per Compagnia tutte le volte che
farà il ragù, invertendo in carne ciò che dovrebbe spendere pel lardo. Si fa
tutto il possibile per allungare la durata dei nostri viveri, sempre nel dubbio
dell'arrivo dei soccorsi da Gaeta.
11 NOVEMBRE
Il Governatore di Messina telegrafa a Napoli desiderando conoscere se
Vittorio Emanuele, dopo di aver visitato Palermo, viene anche a
Messina. Ad onta di tali telegrammi, molte persone, anche in Città, mettono in
dubbio l'entrata in Napoli di Vittorio Emanuele,
come pure la presa di Capua; il tempo lo dirà.
Ho ricevuto stamane una copia del foglio francese "La Patrie" ove
è trascritto il risultato del Congresso di Varsavia. Il testo è il
seguente:
Art.1 – Guerra aperta alla rivoluzione e allo spirito
rivoluzionario.
Art.2 – Mantenimento di tutte le Sovranità e specialmente delle
Sovranità della attuali frontiere.
Art.3 – Piena disapprovazione di quanto avviene in Italia.
Art.4 – Impegno di favorire il reintegramento delle possessioni in
Italia.
Art.5 – Sacrifizio per parte dell'Austria in favore della Russia
nella possessione che essa avea pria del trattato di Parigi.
Art.6 – Appoggio eventuale afferto all'Austria dalla Russia dalla
parte di Ungheria, dalla Russia dalla parte della Boemia, dalla
Boemia dalla parte del Tirolo.
Art.7 – Accordo non solo per mantenere la divisione della Polonia,
ma per impedire una rivoluzione polacca.
Art.8 – Promessa amplissima di concorrenze relative agli
avvenimenti che possono aver luogo fra cui primeggia la mansione
della guerra sul Reno."
Sono le ore 12, si sente tuonare a Reggio e Torre Cavallo per i
tre giorni di salve che sono stati ordinati per l'entrata di
Vittorio Emanuele in Napoli.
12 NOVEMBRE
Questa mattina è giunto nel porto un vapore francese proveniente da Gaeta
forse per qualche nuova istruzione al vascello francese
stanziato in questo porto, al quale ha consegnato una quantità di plichi a noi
diretti e qui fatti pervenire subito a mezzo di un Uffiziale di Marina, il quale li
ha consegnati al Comandante Supremo Maresciallo Fergola. È una vera
posta per i tanti uffici ai Corpi, ministeriali, brevetti gli uffiziali promossi.
L'Uffiziale di Marina francese ci ha assicurato che ufficialmente è stato ad
essi partecipato la capitolazione di Capua, ma che stessimo tranquilli perché
fra giorni tutto si comporrà diplomaticamente e finiranno le nostre angustie
dell'assedio.
Tra gli uffici vi sono due "ordini del giorno" partecipati a tutti Corpi del Reale
Esercito ed a questa guarnigione con ministeriale n°8 el 2 novembre 1860:
"Corre il quarto mese ed il presidio di Messina, chiuso l'orecchio ad ogni
insidia o minaccia, respinge le offese nemiche e non lascia occasione di
domostrare fermo e deciso sostenere la causa dell'Augusto Re Francesco II.
Ma non ha guari dava benanche manifesta prova di anteporre la stessa
sofferenza, le fatiche ed i pericoli della guerra alle dolcezze di famiglia ed alle
domestiche cure. Questi sono soldati e sottouffiziali che per compiuto
impegno hanno diritto a definitivo congedo, ma unanimemente sono venuti
nella onorevole e bella determinazione di rimanare sotto le bandiere finche
perduri la guerra.
E S.M. il Re(D.G.) volendo rendere duraturo il ricordo di tale generoso
sentimento e perché gli individui potessero dimostrarsi orgolgiosi di così bella
e militare risoluzione ha ordinato che venissero tutti fregiati della medaglia
d'argento dell'ordine di Francesco I."
ALTRO ORDINE DEL GIORNO N°9 DEL 4 NOVEMBRE 1860
"Non è molto che il Comandante della Cittadella di Messina fatto noto a quel
presidio come la Cassa di Campagna si vedesse ristretta nei pagamenti, tutti,
proporzionatamente, dal Capo all'ultimo soldato, offrirono il loro soccorso e fu
raccolta la non lieve somma di oltre 14mila e 628 ducati.
Tale spontaneo ed onorevole disinteresse, non comune alle istorie militari,
basterebbe da se solo per dimostrare di qual generoso sentimento si trova
animato quel pugno di bravi ragazzi che tra le vicende di una guerra, inaudita
ed insidiosa nonchè irregolare, si è deciso a sostenere e con ogni mezzo le
ragioni dell'Augusto Re Francesco II e di pugnare per la giustizia ed il diritto
senza por mente alla natura dei sacrifizi che la necessità loro imponesse!"
Da molte lettere particolari apprendiamo tristi notizie del nostro Esercito: cioè,
Capua bombardata e la guarnigione prigioniera di guerra; le truppe d'Itri
battute e la maggior parte, comandate dal Generale Ruggiero, si sono ritirate
a Terracina dichiarandosi truppa neutrale(perché forse vi sono i francesi)
depositando le armi finchè non possonsi ritirare a Gaeta; le nostre in
posizione in quel di Mola, battute completamente e ritiratesi, sono al bivacco
sotto le mura di Gaeta. Infine, un mondo di disgrazie, uffiziali morti, che la
mano rifiuta di scrivere, ma, ciononostante, ci si assicura sempre che presto
tutto si accomoderà. Il desiderato vapore "Il Proto" che deve recarci i
promessi soccorsi non ancora giunge; il desiderio della sua venuta fa sì che
qualunque vapore si scorge da lontano, la maggior parte del presidio monta
sulle batterie per osservare se sia il benedetto "Proto". Gran quantità di
soldati sono provveduti di cannocchiali comprati SS.Salvatore dalla gran
quantità di venditori che colà accorrono giornalmente a vendere ogni sorta di
oggetti.
Ma la vendita comincia a diminuire perché il danaro comincia a mancare
stante che i Generali e gli Uffiziali, oltre di ciò che hanno improntato alla
Cassa di Campagna per i bisogni del presidio, non hanno ricevuto soldo pel
passato mese di ottobre, ma la sola diaria e, parimenti, la truppa, oltre di ciò
che ha improntato alla detta Cassa, dal primo del corrente mese riceve solo il
prest senza diaria. Quest'oggi abbiamo acquistato 7 cantaja di olio a ducati
26 ¼ al cantaja perché quello delle nostre riserve era per finire.
13 NOVEMBRE
Apprendiamo da vaghe notizie che la maggior parte delle nostre truppe
abbiano battuto ritirata a Terracina; si suppone che qualche convegno vi sia
tra il nostro Re ed i francesi e che questa truppa siasi colà ritirata per non
avere sussistenza sotto le mura di Gaeta, anche perché(a quanto dicesi)
battute a Mola dalla flotta navale anche di notte, era obbligata ad
abbandonare quella posizione. Notizie ufficiali non ne abbiamo, ma le lettere
particolari si rileva.
Dicesi ancora che il Re con soli 14mila uomini siasi concentrato nella Piazza
di Gaeta e che abbia prevenuto gli abitanti di provvedersi di viveri per alquanti
giorni e che alle famiglie dei militari abbia fatto anticipare 6 giorni di viveri e
che, finalmente, a Gaeta tutti i militari ricevono i viveri dalla riserva.- Questa
mattina abbiamo ricevuto 50 cantaja di legname dalla riserva di Artiglieria
ricavati da affusti vecchi perché disgraziatamente la legna manca per
cuocere il pane. Dalle Calabrie potrebbero venire legna e fascine, ma da colà
si impedisce il commercio per Messina. Dalla Città, giusta la convenzione,
potremmo pretendere pagando, ma Messina è scarsissima di legna ed è a
carissimo prezzo; noi, pertanto, rimediamo alla meglio con botti e barili della
vuotata riserva e con le immense sporte di maccaroni per qual tanto che
basta a fare la vampa per infornare il pane di cui ne bisognano circa 25
cantaja per ogni distribuzione. Speriamo, per altro, che le faccende di guerra
presto si accomodino abbenchè la diplomazia vada sempre per le lunghe, ma
ora che il nostro Re(per le notizie pervenuteci da Gaeta) trovasi assediato in
quella Piazza, non estendendosi i suoi avamposti che alla Casa Quadrata a
vista della Piazza e a circa un quarto di miglio dagli avamposti nemici(ossia
all'Arco di Conca), la Capitale occupata dal nemico, Capua invasa dopo un
bombardamento, questa Fortezza imponente rimasta isolata e con scarsi
mezzi, se le Potenze amiche non si premurano, il nemico terrà come fatto
compiuto la conquista del Regno di Napoli e Sicilia. Calabresi più non ne
vediamo; infiniti arresti si fanno in quelle Provincie da lo nuovo regime,
inimicizie particolari che tra essi si vendicano, anarchia per ogni dove. Nella
Cittadella abbiamo il Maggiore Commessario del Re per i Consigli di Guerra
di Guarnigione; egli è di Reggio ed ha 4 figli maschi, due dei quali erano qui
con lui ed altri due impiegati di Dogana a Scilla; ora questi sono tutti nelle
carceri centrali di Reggio per ordine del Governatore Plutino, accusati di
essersi battuti a Pentaoli e Cinquefrondi, mentre, in effetti, due erano qui ed
altri due a Scilla. Falsi testimoni ed inimicizie particolari li fanno gemere nelle
prigioni; chi sa per quanto tempo vi resteranno.
Francesco Primo giovane
14 NOVEMBRE
È giunto da Napoli il vapore "Duca di Calabria" ed ha portato due donne
appartenenti a soldati delle compagnie di artiglieria di questa Cittadella, le
quali trovavansi a Capua il giorno del bombardamento e ci hanno confermato
quanto di già conoscevamo fin da ieri, soggiungendo che la guarnigione si
rese prigioniera e che tutta fu portata in Napoli ed imbarcata per Genova,
licenziando i soldati che avevano terminato il loro impegno ed obbligando al
servizio quelli che ancora non lo hanno finito. Per gli uffiziali: coloro che non
hanno voluto servire a Vittorio Emanuele, sono stati licenziati(ma quasi tutti
hanno accettato e rimasti in rimasti in servizio). Raccontano ancora le grandi
feste fatte a Napoli alla entrata di Vittorio Emanuele e la grande esultanza dei
Napoletani.- Dal giornale francese "La Presse" del 30 ottobre rilevo che a
Varsavia nulla hanno combinato i due Imperatori di Russia ed Austri ed il
Principe Reggente prussiano e sembra che gli affari siano rimasti in
diplomazia; ad onta degli 8 articoli la cosa pare che prenda tempo: mentre il
medico studia il malato se ne muore! È una vera disgrazia, anche i fogli di
Francia si contraddicono! Noi intanto fidiamo grandi speranze sulle Potenze
del Nord ed alla loro diplomazia, vista la permanenza di S.M. in Gaeta con
tutta la Real Famiglia, nonchè l'amicizia che pel momento gli dimostra la
Francia col mantenere a Terracina parte della sua Armata come neutrali,
come pure per aver nominato Ministro Plenipotenziario presso S.M.
l'Ammiraglio Le Barbier de Finar.
15 NOVEMBRE
Questa mattina sono partiti da Messina 300 garibaldini su di un piccolo
vapore e non si sa per dove; alcuni dicono che sono dei nostri artiglieri, forse
prigionieri fatti a Siracusa, o Augusta al servizio nemico, che vanno a Napoli.Sono giunti nel porto vari vapori mercantili da Napoli. Varie donne di Uffiziali
e Sottouffiziali di Artiglieria sono qui venute a raggiungere i loro mariti; queste
trovavansi a Capua col Deposito di detto Corpo. Molte coglionerie, miserie e
morti raccontano e pazientemente si ascoltano per ammazzare la monotonia
e l'ozio dell'assedio. Quest'oggi si sono disertati due Secondi Sergenti del 7°
di Linea – Ventre e Carriero -; si ha sospetto di molti Uffiziali Superiori o che
vogliono disertare perché pieni di timore per i loro gradi, oppure per viltà,
spargendo voci scoraggianti forse per persuadere altri di rendere la piazza,
senza conoscere che la mia particolare polizia li sorveglia attentamente e che
hanno a che fare con uomini decisi e vecchi ed onorati militari che
comandano questa Fortezza, come il Generale Supremo Fergola ed io che
ne ho l'esclusivo comando. Voglio per altro augurarmi che non si verifichi
quanto sospetto perché un Consiglio di Guerra subitaneo non mancherebbe
di condannarli a morte. Ecco – e lo dico per la ennesima volta – la
conseguenza degli Uffiziali Superiori fatti per antichità ed immersi nell'ozio
delle guarnigioni senza aver fatto mai la guerra o sofferto disagi in qualche
Campagna, avvezzi sempre all'adulazione che hanno loro prodotto gradi ed
onori, e vanagloriosi. Infelice Sovrano, abbandonato da tutti coloro che ha
maggiormente beneficato!
Messina 1860 - Panorama
16 NOVEMBRE
Fra le notizie che pervengono da Messina vi è che Vittorio Emanuele con
6mila uomini si porta a Palermo, resterà qualche ora a Messina e quindi
partirà per Genova per affrontare i Tedeschi che hanno passato il Mincio.- Da
Palermo si segnala che due vapori con truppa sono in vista. Pel cattivo
tempo si sono costruite quantità di garitte per le molteplici sentinelle che
circondano la Fortezza e molte baracche di legno per sostituire le tende
deteriorate dalle abbondanti piogge e dai venti.
17 NOVEMBRE
Abbiamo sicura notizia che le truppe piemontesi , o garibaldine, di
guarnigione nella Piazza di Siracusa, hanno ricevuto l'ordine di partire,
rimanendo colà la sola guardia nazionale per custodire la piazza stessa.
Dicesi lo stesso per la guarnigione di Messina che è poco numerosa. Il
Cardinale Villadicane ed il suo Coadiutore Mons. Papardo si sono allontanati
da Messina, lo stesso hanno fatto molti capi di ricchi ordini religiosi.
Le truppe di Catanzaro e Cosenza(a quanto dicesi) si sono tutte imbarcate a
Paola, rimanendo, per guarnigione, la guardia nazionale del nuovo regime.
Intanto a Messina si sta preparando il Palazzo Reale per la venuta di Vittorio
Emanuele. Riceviamo sicura notizia dal caffettiere greco Costantino, che ci
provvede di gelati ed è ora venuto dal Levante, che i Tedeschi sono calati
nell'Alta Italia, come pure il Duca di Modena con altri 20mila uomini. Verso
mezzogiorno si sono posti gli affissi per la Città riportanti il telegramma
segnalato da Palermo che avvisa che il Re Vittorio Emanuele andrebbe a
Palermo, ma che non veniva a Messina e che perciò cessassero i preparativi
delle feste; i negozianti avevano offerto 15mila oncie per queste feste. È
entrato nel porto un grosso vascello inglese a due ponti e mezzo ed è partita
la fregata inglese che qui trovavasi da più di un mese. Ci si assicura che a
Palermo siano sbarcati due Reggimenti piemontesi ed altri due se ne
attendono; Altro Reggimento verrà in Messina. Di tante notizie che riceviamo
senza nulla sapere di positivo, perché tutte sembrano contraddittorie, il nostro
animo si mantiene sospeso, abbenchè decisi, come di dovere di fare tutto il
possibile di resistere fino all'estremo per la difesa di questo interessante
punto, unico posto in tutta l'Isola in cui sventola il vessillo di Francesco II.
Rattrista soltanto il non veder giungere i promessi soccorsi da Gaeta, non
tanto pel denaro e viveri avendone per circa altro mese, quanto per la tenuta
d'inverno per la truppa che trovasi vestita in bigio con i freddi che corrono e
per sapere della salute del Re e la posizione in cui siamo e quella
dell'Esercito, stante che tutto quanto sappiamo e conosciamo è dubbio e
contraddittorio. La truppa non riceve vino, ma le guardie tutte, al numero di
mille e più uomini, alla punta di giorno ricevono una razione rhum.
18 NOVEMBRE
Ieri al giorno, verso tardi, il Console Piemontese diresse una lettera al
Maresciallo Fergola allegandogli altra lettera del nostro Capitano del Genio
Saint Paul, che disertò mesi addietro, pregandolo di rimettergli il suo
equipaggio; con questa occasione il detto Console, fra l'altro, gli dice: "....Voi
della Cittadella non credevate alle vittorie di Garibaldi, nè alla resa di Capua,
ma ora crederete alla posizione di Francesco II in Gaeta..." e, nel contempo,
si offriva per qualunque cosa potesse abbisognarci. Per quanto riguarda il
Capitano Saint Paul, gli si è risposto che non intedevamo avere a che fare
con i disertori e null'altro! Questa mattina è entrato nel porto altro vascello
francese, col Retro Ammiraglio a bordo, e la fregata inglese che partì ieri sera
di nuova è rientrata.
Tanta forza navale inglese e francese, cosa insolita nel porto, ci da qualche
pensiero, ciononpertanto questa mattina abbiamo spedito un Uffiziale a bordo
del primo vascello francese, dando al Comandante tutti i nostri pieghi e
contabilità dei Corpi, diretti a Gaeta al Ministro della Guerra ed ad altre
Autorità. Ho letto sul foglio siciliano il seguente articolo: "AVVISO AL
PUBBLICO – NON RICEVERÒ LETTERE SULL'ISOLA DI CAPRERA,
OVE MI RITIRO, SE NON AFFRANCATE. GIUSEPPE GARIBALDI".19 NOVEMBRE
Questa notte è partita la fregata inglese che era nel porto. Riceviamo
consolanti notizie dalla Calabria che gli insorti a favore di Francesco II siasi
impossessati di tutti i Forti di Scilla, Alta Fiumara e Torre Cavallo e che
abbiano fatto un macello di tutti i garibaldini e quelli ad essi associati, che
l'insurrezione progredisce avendo alla testa il Cavaliere Carbone di Pentaoli.
Mi auguro che tutto ciò sia vero, ma lo credo impossibile. Corre voce
parimenti che stanno per giungere altri due vascelli francesi, conducendo in
questa S.A.R. il Principe D.Luigi, fratello di S.M.(D.G.); se ciò si verifica, pare
che la noia del nostro assedio ben presto terminerà. Molte altre voci ci
vengono a raccontare, per esempio:
•
che Vittorio Emanuele sia stato mal ricevuto in Napoli;
•
che abbia mangiato con Francesco II;
•
che tutti i piemontesi e garibaldini devono subito sfrattare dal Regno delle
Due Sicilie; ad altre cose di simil natura. Intanto in Messina si dice che Gaeta,
da qui a otto giorni, va ad essere consegnata a Vittorio Emanuele. Tutto è
contraddittorio! I due sergenti disertati il giorno 15 hanno fatto conoscere che
vorrebbero rientrare di bel nuovo sotto le bandiere nostre, ma al patto di
essere perdonati. Il Generale Supremo ha voluto sentire il Capo del Corpo ed
altri pareri allo scopo di stabilire se i predetti dovevansi o non accettarsi.
Domandato il mio parere, ho detto che in tempo di guerra non si usano mal
volute considerazioni e che se i due sergenti Ventre e Carriero si
presentassero ai nostri avamposti dovrebbero essere subito giudicati da un
Consiglio di Guerra subitaneo e fucilati, stante che la legge stima saviamente
che il disertore che passa al nemico in tempo di guerra è un traditore.
Venendo tra noi potrebbero compromettere la Piazza affidataci; oltre a ciò, lo
statuto penale militare non ammette la presentazione in tempo di guerra.20 NOVEMBRE
Questa mattina doveva giungere, giusta il consueto, la "Messagerie"
francese, proveniente dalla Stato Romano, Gaeta e Napoli, che con grande
premura stavamo attendendo con la speranza di denaro, stante che non
abbiamo altro denaro che per il semplice prest della truppa e per soli altri 6
giorni; come pure per avere qualche notizia sicura di Gaeta e di Napoli, in
considerazione che tutto quanto veniamo a conoscenza è vago e
contraddittorio e quasi sempre non si verifica. Ma le nostre speranze sono
rimaste deluse atteso il diluvio di grandine ed acqua caduta questa notte, con
il tempo così burrascoso e vento impetuoso che due vapori partiti ieri al
giorno sono rientrati di bel nuovo nel porto. La "Messagerie", quindi, non è
venuta e Dio sa ove travasi e se sia partita. Poichè il tempo seguito nello
stesso modo, tale incidente fa rattristare molti. Il mese passato gli Uffiziali non
hanno ricevuto il soldo, la questua(o impronto) fatta alla Cassa di Campagna
termina il giorno 26 corrente, in modo che non giungendo denaro siamo
obbligati dar di mano i viveri di riserva che non sono molti. Dovrebbe anche
pervenirci la roba di panno per la truppa che muore dal freddo.
Chi da quali critiche circostanze impediscono tali invii. Faccia Iddio!
Armata Borbonica
21 NOVEMBRE
Verso le ore 9 ½ è giunta la tanto desiderata "Messagerie" dalla quale
attendevamo la conferma di tante lusinghiere notizie che correvano, nonchè
denari, soccorsi, vestiario d'inverno per la truppa. Vane speranze! Non
abbiamo ricevuto niente di tutto ciò, neppure un plico o lettera di ufficio; anzi,
il Comandante ci ha assicurato che tutta la Famiglia Reale, imbarcata su un
legno spagnuolo, trovasi a Roma. S.M. il Re è rimasto a Gaeta con 20mila
uomini ed il rimanente del nostro Esercito trovasi, armato, a Roma e che i
piemontesi preparano approcci per battere Gaeta. La stessa Messagerie ha
sbarcato il Generale Bosco a Gaeta, forse proveniente da Marsiglia. Tutti,
poi, assicurano che gli affari, abbenchè troppo inoltrati, ci accomoderanno.
Da Messina giornalmente si rilasciano congedi ai volontari siciliani, a quanto
ci si fa conoscere, tutti i garibaldini non italiani debbono essere congedati.
Quest'oggi è partito uno dei due vascelli francesi.
22 NOVEMBRE
È giunto da Napoli il vapore "La Partenope" ed ha portato varie signore
appartenenti a questo presidio; Nel mentre qui ci vediamo nelle ristrettezze
per poter tirar avanti dal 26 in poi. La bontà del Generale Supremo è grande
perché non avrebbe dovuto farle sbarcare, ma è stato sufficiente dirgli che
non avevano come vivere in Napoli per farle entrare in Cittadella con il suo
permesso. Questa mattina ho fatto cacciar via tutti i calabresi che vennero a
rifugiarsi in Cittadella ed accettati per disposizione del Generale Supremo; col
persuaderlo che noi non abbiamo bisogno di forza per la difesa di questa
Fortezza, avendone anche a sufficienza, convincendolo che questa gente
inutile è di peso e di spesa per le nostre esaurite finanze. Questi calabresi
vengono in Cittadella e raccontano un un mondo di menzogne alle quali il
Generale Supremo crede come un ragazzo; ma siccome gli affari ed i bisogni
stringono, ho dovuto far sentire al Maresciallo i miei divisamenti che, per
troppa delicatezza e fine educazione, per il passato non espressi in
occasione di qualche svista da lui presa, anche perché i tempi non erano così
critici come al presente. Questa mattina si è cambiato in piazza l'ultimo
denaro in oro che avevamo nella Cassa di Campagna, residuo della questua
fatta tra noi. Quest'ultimo denaro è sufficiente fino al giorno 26, a meno che
S.M. non manda soccorsi. Lo credo difficile!!!
Verso le ore 4 ½ di notte ricevo rapporto di essere giunto il vapore "Il
Sorrento" apportatore di buone notizie che ha dato ad un nostro marinaro dei
lancioni, facendo sperare grandi cose (giusta il consueto che non sono mai
verificate). Ha detto che essendo ritornato da Parigi il Generale Bosco ha
arrecato promesse e aiuto dalla Francia e che andava ad arrivare a Gaeta
bastimenti di viveri e che, tra giorni, questa fortezza sarà soccorsa di quanto
bisogna. Sarebbe una grande risorsa... se si verificasse!
23 NOVEMBRE
Questa mattina si è comparto per ducati 30 altro cavallo per molire il grano ed
attivare il quarto molino a pietra, altrimenti non si avrebbe avuto sufficiente
farina per panizzare per l'intiero presidio. Abbiamo parimenti venduto altri 100
tomoli di biada per provvedere ai bisogni del nostro ospedale che, ad oggi,
contiene 175 infermi. Piove a diluvio da qualche giorno e la noia dell'assedio
si rende maggiormente penoso!
Napoli Via Toledo (già Via Roma)
24 NOVEMBRE
Corre voce in Messina che il Re Vittorio Emanuele si porta a Palermo ove
grandi preparativi si fanno pel suo ricevimento.- Da Napoli ci si fa sapere che
le nostre truppe, obbligate a prendere servizio sotto Vittorio Emanuele, si
organizzano a Nocera.- In Calabria si arrestano tutti i soldati che non hanno
terminato il loro impegno per obbligarli a servire al nuovo regime.- La Guardia
Nazionale da per tutto serve con impegno e alacrità nei sensi del nuovo
regime.- I prigionieri fatti a Capua sono, parte a Napoli e parte a Nocera.
Centinaia di Uffiziali passeggiano per Via Toledo a Napoli col soldo di
prigionieri.- Molte nostre truppe sono a Roma disarmate.
Francesco II, Sovrano infelice di questo infelice Regno, non possiede che
Gaeta ove trovasi assediato.- Quattromilacinquecento uomini, dal 26 luglio
scorso, siamo assediati nella Cittadella di Messina senza avere perfetta
comunicazione con la Città, abbenchè ci si permette di comprare o vendere
quanto bisogna pel vivere civile, pagando a pronti contanti.- Quantità di
barche hanno il permesso dall'Autorità Militare della Città di venire ad
approdare in Cittadella e smaltire i loro generi per far vivere i Messinesi.
Abbiamo continui inviti per cedere la Cittadella, ma sempre con gentili
maniere e sotto aspetto pel nostro bene e vantaggio.-Dai castelli ceduti il 26
luglio, giusta convenzione, viene puntualmente trasportato, a spese della
Città, quanto in essi era contenuto; questa mattina una gran quantità di
proietti ci sono pervenuti; mentre ciò si esegue, ci si invita e cedere la
Fortezza.-Vascelli inglesi e francesi che vanno e vengono nel porto,
restandone però sempre due ed altre a vista.-La Francia, in apparenza,
embra che ci favorisce, ma si teme che non sia sincera.- Notizie vaghe ed
incerte, ora favorevoli, più tardi disastrose, ci mantengono in continuo
orgasmo, senza per nulla poter calcolare sulla nostra vera posizione che
troppo scabrosa ci si presenta pel fatto che abbiamo viveri e denaro per pochi
altri giorni.
Se abbiamo il mandato di difendere questa importante Fortezza, da Militari di
onore, quì siamo disposti a sacrificarci, purchè ci attacchino ed investino
regolarmente, ma il nemico ci tratta con la massima delicatezza ed urbanità
per così non rischiare 15 o 20mila uomini per la sua conquista e per farci
esaurire tutti i mezzi di viveri e denaro che abbiamo, forse perché
suppongono o si credono sicuri che da Gaeta non riceveremo più soccorsi.
Disgraziate anomalie avvenute, come quelle verificatesi in persona
dell'infelice Re Francesco II, dopo pochi mesi salito al trono, sono inaudite:
uno zio, conte di Aquila, ammiraglio, cede tutta la flotta ed il personale al
nemico; tradimenti e sviste di Generali, alcuni dei quali uccisi dai propri
soldati che vedendosi traditi e senza direzione si sbandano; altra truppa che
coraggiosamente si batte sotto il comando del Sovrano; sangue immenso che
si sparge nelle vicinanze e sotto la Piazza di Capua; il Re che voleva
sostenere la linea del Volturno contro la massa di Garibaldi, perché credeasi
sicuro alle spalle essendo certo che le truppe Piemontesi, che trovavansi
nelle Marche, non lo avrebbero attaccato stante che il Piemonte aveva il suo
Ambasciatore in Napoli sotto l'aspetto dell'amicizia, nè gli aveva dichiarato la
guerra, ed ora lo assale.- La Capitale abbandonata senza essere difesa,
forse per qualche non sincero consiglio.- Uffiziali che disertano(massime dei
Corpi Facoltativi), prendono servizio col nemico ed unitamente a questo si
battono contro i propri fratelli .
Una insurrezione in tutto il Regno. Il Re, attaccato alle spalle dal Re del
Piemonte in persona con truppa regolare e, si ritira a Gaeta ove credesi
assediato.- Capua che dopo un bombardamento di arrende.- Infine, un
ammasso di disgrazie per un Sovrano che perde un Regno senza
dichiarazione di guerra da parte di altro Sovrano.
Un uomo intraprendente come Garibaldi che mette in insurrezione un Regno,
nominandosi Dittatore e poi cedendo il Regno stesso a Vittorio Emanuele
senza che questi avesse dichiarata guerra a Francesco II.
Tale conquista fatta con malafede da un Sovrano sorprende e fa rimanere
atterriti e stupefatti i contemporanei essendo avvenimento tutto nuovo nella
storia!
Un marinaro, sbarcato di tutta fretta da un legno, ci si presenta per darci,
secondo lui, una consolante notizia: egli ci dice che, traversando avanti
Gaeta, aveva contato 31 legni Austriaci che si portavano a Gaeta. Tutti si
rallegrano e fanno giubilo, ma io non vi presto fede stante che questa flotta
avrebbe dovuto attraversare il Faro qui a Messina, potendo soltanto venire
dall'Adriatico, perché, come rilevo dai fogli di circa un mese addietro,
l'Arciduca Massimiliano aveva riunito tutta l forza navale austriaca a Pola.
Un Milazzese venuto al SS.Salvatore per parlare ad un Uffiziale di Artiglieria,
ha assicurato che Vittorio Emanuele, nell'entrare a Napoli, ebbe grandi
accoglienze, ma il giorno dopo nominò due Luogotenenti, uno per Napoli ed
altro per Palermo, e quindi partì per Torino di tutta fretta. Un Uffiziale del 5° di
Linea – Stano – che disertò quando Garibaldi era in Messina e prese servizio
con le masse, oggi, reduce da Napoli e vestito meschinamente da pagano,
passeggiava in Città per essere stato licenziato. A quanto dicono, tutti i nostri
Uffiziali disertori saranno licenziati.- Questa mattina il Comandante di Piazza
di Messina, Maggiore Bisogni, parlando al nostro Tenente Colonnello ai
Artiglieria Vallo, incaricato di ricevere tutto il materiale proveniente dai Castelli
ceduti, gli ha detto che in Messina si viveva in grande timore e che molti si
erano portati da lui domandando perché la Cittadella minacciava col piazzare
più cannoni e gabbioni. Tra l'altro gli ha detto: "Voi fate male a più fortificarvi
perché noi viviamo in armonia e quanto da voi ci si chiede, con vero piacere
vi si accorda."
Al che il Tenente Colonnello gli ha risposto essere tutto ciò falso, stante che
la "capria" che veggono situata sulla batteria "norimberga" si è per cambiare
l'affusto di quel pezzo che trovasi alquanto deteriorato perché il legname
dell'affusto, stando esposto all'aria, si marcisce. Se, poi, veggono situare i
"gabbioni" sulla batteria "Lunetta Carolina", altro non è che per rimpiazzare i
sacchi a terra, i quali, essendosi deteriorati e rotti per la forte pioggia, hanno
perduto tutta l'arena che contenevano.
Questo stato d'incertezza e le continue notizie che non sappiamo se vere o
false, il non avere conoscenza perfetta di ciò che passa a Gaeta e il vedere
ritardare i soccorsi, ci mantengono nello stato di penosa speranza. Il mio
stato, poi, si rende più infelice degli altri per delle ragioni che non oso scrivere
e che resteranno sepolte nella mia coscienza, e ciò affinchè la bisogna
cammina al meglio che può!
Armata Borbonica
25 NOVEMBRE
Ci pervengono notizie vuote di senso.- La nobiltà napoletana, che trovasi a
Castellammare, ha inviato quantità di viveri a Gaeta diretti al Re.- Rivolta in
Napoli.- La Guardia Nazionale ha buttato l'uniforme.- Tre mesi di armistizio.- Il
più triste è che notizie così sciocche sono credute da persona che nol
dovrebbe!
26 NOVEMBRE
Oggi la truppa riceve l'ultimo prest perché esaurito tutto il numerario ed anche
i 14mila e 600 ducati che Generali, Uffiziali e soldati hanno improntato alla
Cassa di Campagna per tirare avanti fino ad oggi; in conseguenza di che si
sono avvertiti tutti i venditori messinesi che fornivano pasta e carne per
l'ordinario della truppa che provvisoriamente non più ne portassero ricevendo
da domani in poi tutto il presidio viveri dalla riserva.- I nostri viveri, per quanto
risparmio si sia potuto fare, sono sufficienti appena fino alla fine dell'entrante
dicembre; siamo, però, con la speranza di tante notizie vaghe che riceviamo,
che forse S.M. ci manderà soccorsi. Questa è l'infelicità di tutte le Piazze che,
per forti che siano, mancando viveri e sussistenza, a nulla servono. Oltre a
ciò, vi sono le somme che devonsi per la questua fatta, non tanto per i
Generali ed Uffiziali, quanto per la soldatesca la quale, in caso di disgrazia,
pretende la restituzione di quanto ha improntato. Speriamo in Dio che fino al
termine delle nostre risorse S.M. trovi il mezzo per mandarci almeno i viveri.
Certo è che questa tardanza ci mantiene in continuo orgasmo. Questa
mattina un marinaro venuto da Napoli ci ha assicurato che S.M. ha ricevuto
dalla Francia un milione, più molti bastimenti cariche di viveri e che perciò
presto avremo soccorsi. Faccia Iddio!
N.B.(A questo punto del diario la trattazione si interrompe per lasciare il posto
alla trascrizione integrale della Capitolazione di Capua)
CAPITOLAZIONE DI CAPUA
Art.1 – La Piazza di Capua ed il suo completo armamento, bandiere,
magazzini, polveri, armi, abbigliamenti, viveri, equipaggi di
ponti, cavalli, treno di equipaggi di ponti ed ogni altro oggetto appartenente,
tanto militare che civile, sarà consegnato al più presto possibile, nelle 24 ore,
dopo firmato la presente capitolazione, alla truppa di S.M. Vittorio Emanuele.
Art.2 – A quest'oggetto saranno consegnate alle truppe di detta M.S. le porte
della Città e tutte le opere di fortificazione.
Art.3 – Tutta la guarnigione della Piazza di Capua, compresi gli impiegati
militari dell'Armata che si trovano nella Piazza, ne
sortiranno con gli onori della guerra.
Art.4 – Le truppe che compongono la guarnigione sortiranno con le bandiere,
armi e bagagli, successivamente da un'ora all'altra, Duemila uomini alla volta.
Queste truppe, dopo aver reso gli onori militari, deporranno le armi e le
bandiere a piè degli spalti (eccettuati gli Uffiziali di tutti i gradi che
guarderanno le loro sciabole o spade) e saranno inviate a piedi di Napoli ove
saranno trasportate dalla Città per la Porta di Napoli domani 3 del mese di
novembre a cominciare dalle ore 7 a.m.-Saranno trattati come disertori di
guerra tutti quelli che resteranno nella Piazza senza alcuna causa che li
impedisce di marciare.
Art.5 – Gli Uffiziali di tutti i gradi(eccettuati i Generali che saranno inviati a
Napoli per la strada ferrata) marceranno con le
loro truppe. Le famiglie dei militari non potranno seguire la colonna.
Art.6 – I feriti e i malati saranno lasciati a Capua sotto la guarentigia delle
truppe che occupano la Città. Vien permesso agli
Uffiziali infermi ritenere i loro assistenti.
Art.7 – Le parti contrattanti nomineranno una commissione mista composta
ognuna di un Uffiziale di Artiglieria, di un Impiegato
dell'Intendenza militare a fine di riceversi tutto ciò che esiste nella Piazza e
sue dipendenza appartenente al Governo. Di tutto
ciò sarà redatto un verbale.
Art.8 – Gli Uffiziali porteranno seco il loro equipaggio semplice.
Art.9 – Si è convenuto che dopo firmata la presente capitolazione non dovrà
esistervi più alcuna mina carica nella Piazza perché se
se ne rinviene questa capitolazione sarebbe considerata nulla e la
guarnigione considerata esposta a tutte le conseguenze di una resa
a discrezione.
Art.10 – Questa capitolazione sarebbe parimenti considerata come nulla se si
trovassero nella Piazza pezzi di Artiglieria
inchiodati e i fucili messi fuori uso, la carabina e le altre armi.
Art.11 – Le famiglie della guarnigione di Capua, come ancora quelle
appartenenti al resto dell'Armata del Re Francesco II, che
trovansi a Capua sono poste sotto la protezione dell'Armata di S.M. Vittorio
Emanuele.
Art.12 – I cavalli di pertinenza degli Uffiziali gli saranno rilasciati.
S.Maria, lì 2 novembre 1860
Firmato: Girolamo de Liguori – Brigadiere
Firmato: de Fornari, Ten.Col. dello Stato Maggiore del 3°Corpo
Firmato: de Corné – Maresciallo
Firmato: Della Rocca – Generale dell'Armata
Gli uffiziali nominati per prendere possesso del materiale di
guerra riceverono:
290 bocche a fuoco di bronzo;
240 metri di ponte;
2 equipaggi di ponte quasi nuovi;
90mila fucili quasi tutti di precisione;
10mila sciabole;
300 cavalli;
una enorme quantità di proietti;
magazzini riempiti di abbigliamento sufficiente per 30mila uomini; un
armeggio di artiglieria e di pirotecnica con delle magnifiche
macchine.
Napoli -Piazza Municipio anni '50
27 NOVEMBRE
è giunta la sospirata "Messagerie" e per mezzo del Comandante il vascello
francese stanziato nel porto si sono ricevuti tutti i pieghi provenienti dal
Ministero di Guerra di Gaeta. In una delle ministeriali si ordina che tutti gli
Uffiziali promossi dal 7 ottobre in poi riceveranno il soldo del grado
precedente, senza però soprassoldo o altra indennità, ricevendo soltanto la
metà delle spese di ufficio, beninteso che saranno di tutto rivalutati dopo la
pace. Più si è ricevuto il brevetto del Colonnello Aldanese a Brigadiere e
ordina di promuovere tutte le piazze vuote fino ad aiutante. Si è ricevuto
parimenti un lusinghiero ordine lodando questa guarnigione, e per denaro e
viveri obbligare la Città a fornirci di tutto abbenchè occupata dal nemico.
Per lettere particolari sappiamo che le truppe piemontesi abbiano lasciato
Mola e che dal Generale Bosco siano state occupate quelle posizioni.28 NOVEMBRE
Si è domandato a S.E. il Ministro di Guerra maggiori chiarimenti e
delucidazioni precise sul modo di regolarsi nel caso la Città non si presta a
fornirci i viveri con semplice "bono" non avendo denaro per pagare, facendo
parimenti conoscere la triste situazione in cui la Piazza trovasi.
La riunione dei 5 Generali stamane con ufficio pressante ha rapportato
l'occorrente; si è creduto da tutti attenersi al mio parere. La difficoltà si è
come far pervenire a Gaeta un tale ufficio pria che giunga la Messagerie in
questa che sarà da qui ad altri 6 giorni. Riceviamo varie notizie, per esempio:
che il Generale Bertolini sia stato mandato via dal re da Gaeta per mancanza
di servizio; che i Generali Colonna e Barbalunga e due altri si siano
congedati, per quanto dicono, perché malcontenti di essere comandati dal
Generale Bosco; che flotte russe e austriache circondano il mare di Gaeta;
che a Napoli vi sia stata qualche reazione e che gli affari presto si
accomoderanno a vantaggio di Francesco II.-Tutte queste cose, vere o false,
per nulla migliorano la nostra condizione di essere privi di denaro, viveri e
soccorso qualunque, nè le grandi lodi suffraggio alcuno ci arrecano stante
che giammai ho dubitato che questa Fortezza avesse potuto soccombere per
la forza delle truppe esistenti in Messina, ma la mancanza di viveri e la
scarsa speranza di averne, arreca molta inquietudine a tutta la guarnigione.
Riflettendo che avendo ancora il Re un piede nel Regno e mancando i viveri
alla fine dell'entrante dicembre, pur usando economia per quanto si può, qual
triste momento sarà per chi comanda!
Conte Cesare Anguissola
Testo del rapporto fatto dal Generale de Martino alla riunione dei 5
Generali tenuta il giorno 28 novembre, alla quale parteciparono:
D.Gennaro FERGOLA - Maresciallo di Campo, Comandante Supremo;
D.Nicola de MARTINO -Generale, Comandante la Cittadella di Messina;
COBIANCHI - Generale di Brigata;
Conte ANGUISSOLA - Generale, Comandante del 7° di Linea;
ALDANESE - Generale, Comandante il 3° Regg. Di Linea;
Signor Maresciallo,
Non è indifferente il peso che gravita sulla Sua responsabilità per quello che
prescrive la ministeriale della guerra che si è compiaciuta darcene lettura e
Le rendiamo grazie di averci qui riuniti per sentire i nostri divisamenti.
Per bene giudicare di un affare di tanta importanza, sarei del rispettato avviso
leggere i di Lei antecedenti uffici per essere a giorno come ha rapportato a
S.E. il Ministro di Guerra per i viveri e denaro che attualmente ha in serbo
nella Cassa di Campagna e nei magazzini di questa Fortezza, come pure
leggere i riscontri della prefata E.S. per conoscere se sta perfettamente a
giorno della nostra triste posizione.
Signori, la esperienza di 34 anni di servizio e le lunghe campagne mi hanno a
sufficienza dimostrato che in affari di guerra non bisogna illudersi, nè fidare
su vaghe notizie, buone o cattive, come si pratica, ma è prudenza di chi
comanda stare ai fatti e prevedere se more il cattivo perché succedendo il
buono maggiore vantaggio arreca.
Sarei quindi di parere di domandare maggiori chiarimenti sul proposito a S.E.
il Ministro della Guerra per conoscere esplicitamente se la Città ci nega i
viveri quali misure debbonsi prendere e se si può fare uso del cannone.
Se la Città in questo caso soffre il bombardamento per qualche giorno, come
dobbiamo regolarci.
Credo troppo pericoloso proporre una sortita stante che in Città vi sono 3
battaglioni nemici e l'intiera popolazione ostile che seguendo le norme del
1848 guarnirebbe subito i balconi di materassi per sacrificare la truppa
perché di fucili non manca.D'altronde giunti con strage di magazzini per prendere viveri, sarebbe una
follia pensare che potessimo tranquillamente trasportarli nella Cittadella.
Ammettendo tutto ciò eseguibile e a nostro vantaggio, se il nemico raddoppia
la sua forza e cannoni e se gli affari di guerra a secondo delle nostre
speranze(che Iddio nol voglia!) oppure che da Gaeta non ci giungesse
soccorso a tempo, quali misure si dovrebbero adottare? Quindi è necessario
domandare precise e chiare istruzioni, rapportando con tutta verità la nostra
effettiva e critica posizione, e cioè:
1.viveri per un mese per 5.500 uomini a due terzi di razione come
si pratica, e non già intera;
2.il soldato è senza prest e diaria dal 26 novembre
3.gli Uffiziali senza soldo di ottobre e novembre, avendo ricevuto
la semplice diaria di ottobre;
4.dal giono 9 la truppa non riceve vino non avendone nei magazzini
che per 13 giorni, da farne uso solo in determinate circostanze;
5.rapportatre che la soldatesca vedendosi in qualche restrizione
domanda il denaro improntato alla Cassa di Campagna.
Signori, non bisogna lusingarci, questo mormorio esiste e grandi disgrazie
potrebbe arrecarci in qualche infelice circostanza. E, finalmente, quanto qui
andrà a decidersi non dovrebbe manifestatesi ad alcuno stante che ieri restai
sorpreso(dopo giunta la fatale ministeriale) sentire generalmente per la
Fortezza chiare cannonate, bombe per la Città ed altre millanterie spacciarsi
da alcuni Uffiziali ignoranti, di fresca data e senza alcuna esperienza, incitare
i soldati a simili pericolosi eccessi, senza sapere che in Messina vi esistono
14 Consoli di Nazioni estere che, per diritto internazionale, debbono
difendere i loro connazionali e salvare i loro interessi, oltre ai vascelli ed altri
legni da guerra esteri che sono nel porto. Noi tutti come vecchi ed onorati
soldati dobbiamo difendere questi baluardi affidatici dal nostro Sovrano fino
all'ultimo sangue per un giuramento datogli, ciò sempre a seconda
l'ordinanza di Piazza o da ordini chiari e precisi della pregiata M.S.; ma se si
commettesse qualche imprudenza per bestialità di Uffiziali ignoranti che
incitano i soldati a montare sulle batterie o per qualche svista a prendersi,
fussimo obbligati ad imperiose circostanze in caso di cedere la Piazza(che
Iddio nol permetta), come vecchi soldati onorati, son di parere seguire
l'esempio di Missolungi con dar fuoco alle batteriste che sarà mia cura
l'eseguirlo, stante che essendo io il Comandante titolare di questa Fortezza
non saprei lasciarla vergognosamente.
Nicola de Martino – Generale
29 NOVEMBRE
Per qualche sospetto, i venditori di Messina, invece di portarsi avanti il Forte
SS.Salvatore a vendere le loro derrate e mercanzie, si portano al Lazzaretto
ove subito hanno costruito baracche e costituite cantine. Si sono venduti circa
2.000 cantaja di muniglia o polvere di carbone fossile, utile per le fucine, a 15
grana il cantajo. Miserabile risorsa!
Armata Borbonica
30 NOVEMBRE
È giunto un vapore da Napoli; varie signore di Uffiziali che trovavansi a
Capua o ai Granili, mancanti di mezzi di sussistenza, sono venute a
raggiungere i loro mariti nella Cittadella. Liete e confortanti notizie riceviamo
per via di lettere dalle nostre famiglie, e sembra imminente il riacquisto del
Regno dal nostro ottimo Sovrano (D.G.).-Iddio lo faccia verificare presto,
abbenchè ci si avvisa che altra fase dovrà succedere nella Capitale.1° DICEMBRE
Essendo terminati i 14.600 ducati ricavati dalla questua fatta tra tutti i
Generali, Uffiziali e soldati, questa mattina si è dato principio alla unica
risorsa che abbiamo di un mese di viveri. Speriamo in Dio e nelle buone
notizie che abbiamo ricevuto ieri che il Re da Gaeta ci mandi qualche
soccorso stante che gli Uffiziali non ricevono soldo da due mesi e sta ad
incominciare il terzo e la truppa si alimenta con la sola razione, cioè due terzi
e non intera, per prolungare quanto si può la nostra esistenza e fedeltà al
giuramento dato. Stamane il Comandante Militare da Messina ci ha mandato
bollettini stampati, come quelli affissi in Città, che fanno conoscere l'arrivo di
Vittorio Emanuele Re d'Italia a Palermo. Suoni e feste per tutta la Città ed
ordinata grande illuminazione; verso l'una dai Forti di Torre di Faro si sono
tirati cento colpi di cannone ed altrettanto da Reggio. In generale la
popolazione non sembra molto ilare come per lo passato. Riceviamo notizia
del malcontento in Calabria ove, a quanto dicono, tutti si hanno rase le barbe
e le lunghe mosche e che il Governatore Plutino di Reggio ha imbarcato tutto
il suo equipaggio per l'estero ed ha una barca a scorridoia sempre pronta per
un impreveduto accidente, stante che sembra che le notizie in vantaggio di
vantaggio di Francesco II a noi pervenute da Napoli siano anche alla di loro
conoscenza. Questa mattina si è data una vaccina dalla riserva ad un
macellaio col patto che deve somministrare la carne per otto giorni al nostro
ospedale ove esistono 160 infermi. Si è così pensato perché, se si uccide
una vaccina per conto Regio, la carne non avrebbe potuto conservarsi che
per due giorni; dando, invece, la vaccina al macellaio, sarà sua cura di
provvedere l'ospedale per 8 giorni.-I venditori seguono a venire; chi ha
denaro trova quanto gli bisogna, ma generalmente non si spende molto.
2 DICEMBRE
Alle 3 p.m. è entrata nel porto la fregata "Borbone"(che era nostra) con
bandiera piemontese ed altra parlamentaria, da cui si è sbarcato un Generale
piemontese ed il suo aiutante di campo, i quali portatisi agli avamposti hanno
inviato al Generale Supremo due biglietti da visita facendo dire che
desideravano abboccarsi con lui.
Siamo sortiti agli avamposti il Maresciallo Fergola ed io ed il Generale
piemontese ci ha detto che veniva per parte del suo Re Vittorio Emanuele da
Palermo per conoscere le nostre intenzioni nel caso che da Gaeta partisse
Francesco II, cosa che potrebbe avvenire anche subito.
Al che si è risposto che i nostri regolamenti prescrivono che una Piazza non
può cedersi che dietro ordine scritto di proprio pugno del Sovrano e dopo che
dalla Piazza si saranno mandati Uffiziali di fiducia per accertarsene;
allorquando ciò avvenisse, ci saremmo regolati.
Egli ci ha detto che l'Armata Francese a Roma andava a ritirarsi e che il Papa
ne sarebbe partito il giorno appresso; al che gli ho risposto che essendo a
giorno dei fogli esteri sapevo che il Generale francese Guyon aveva ricevuto
il Cordone di S.Gennaro da Francesco II per aver così bene accolte le truppe
napoletane nello Stato Pontificio. Egli ha soggiunto che i napoletani suddetti,
a 2000 alla volta, s'imbarcarono per Genova; al che gli ho risposto che forse
erano notizie posteriori a lui pervenute, ma non a nostra conoscenza. Avendo
egli parlato di plebisciti, del voto generale, che Francesco II era stato
abbandonato da tutte le Potenze, ed altro, dopo di averlo fatto ben parlare a
più non posso, gli ho detto: "Signor Generale, Lei è un vecchio soldato come
me e ben comprende l'affare dei plebisciti e come si sono rapportati il "Si" ed
il "No"; noi abbiamo le vicine Calabrie in dove paesi interi non hanno votato
ed intanto le urne di tutti i villaggi sono partite ripiene di "Si". L'essere stato
abbandonato Francesco II da tutte le Potenze lo mettono in dubbio tutti i fogli
esteri che leggo, perché se il vostro Re è intervenuto puol darsi che qualche
altra Potenza lo sia o potrà intervenire , per cui, sia per sicuro, che qualunque
sia l'evento, noi difenderemo la Cittadella fino a che il nostro Re, a cui
abbiamo giurato, non ci ordina il contrario".-Egli mi ha detto che non
intendeva affatto intimare la resa, ma parlava per il nostro bene e per la sorte
avvenire degli Uffiziali. Al che ho risposto che gli Uomini d'onore saranno
sempre rispettati come tali da tutte le nazioni civilizzate, per cui poteva
scrivere e sommettere al suo Sovrano i
nostri sinceri sentimenti.
Siccome abbiamo saputo che il nostro Sovrano ieri mattina entrò in Palermo
e, ad onta di tanti preparativi, fu ricevuto freddamente ed avendo colà
rinvenuto la Deputazione di Messina, questa si dolse che non erano del tutto
liberi nella Città essendo ancora la Cittadella in potere delle truppe
Borboniche, da ciò si suppone che Vittorio avesse spedito subito il suo
Aiutante di Campo il quale, dal bel principio, balbettò modestamente che
sarebbe spiacevole impiegare la forza, per cui poste da parte le cerimonie, gli
risposi: "Ebbene, allora ci batteremo!". Egli, sentito ciò, modificò molto il suo
parlare e, con cerimonie ci siamo licenziati.
Nel giungere la detta fregata, quantità di barche messinesi con bandiere
piemontesi sono state a festeggiare il Comandante con musiche, trombe e
grida di "Vittorio Re Galantuomo", supponendo che veniva per essere
consegnata la Cittadella, per cui nel venire il detto Generale Aiutante di
Campo ai nostri avamposti, tutta la popolazione lo seguiva da lontano, ma al
suo ritorno sono rimasti delusi nelle loro speranze.
Questa mattina si sono trovati molti affissi nella Città che minacciano la
Guardia Nazionale ed i Carabinieri se in caso prendono le armi in qualche
circostanza contro il popolo.- Si assicura che questa mattina vi sia stato un
tafferuglio tra due partiti e molti feriti. Certo è che vi è il partito del Re nel
basso popolo, sia per la miseria e per promuovere un saccheggio; più certo è
che l'anarchia è al suo colmo! Il mio grande dispiacere si è che cominciano a
difettare di denaro e che i viveri alla giornata diminuiscono, senza avere
ancora notizie precise di soccorsi da Gaeta. Abbiamo liete notizie e nutriamo
grandi speranze, non però di soccorso!
Guastatore esercito Borbonico
3 DICEMBRE
Con gli ultimi uffici pervenuti da Gaeta si premurava dal Ministero di Guerra
se potevamo in Messina acquistare una gran quantità di carta per
confezionare "cortocci" che se ne difettava; or siccome in questa direzione di
artiglieria ve ne esisteva una gran cassa, si è spedita a Gaeta per mezzo
della "Messagerie", portandola prima sul vascello francese, come facciamo
per tutti gli altri uffici. Il nostro Uffiziale spedito sul vascello voleva pagare il
nolo da darsi alla "Messagerie", ma il Comandante del vascello per nulla ha
voluto accettare, anzi, ridendogli sul viso, ha detto: "il Generale piemontese
era venuto ieri per consegnarsi la Cittadella come se fusse venuto per
prendersi una lettera. Tenetevi fermi! Sappiamo che non avete denaro, ma
come state per viveri? Sarebbe sufficiente se aveste per 13 giorni." Avendogli
il nostro Uffiziale detto che ne avevamo per molto di più, il detto Comandante
ha replicato: "Va benissimo e con la messageria che giunge domani siate
sicuri in Cittadella che vi farò pervenire buone notizie!"-Lo speriamo; pare che
la Francia voglia prendere difesa per Francesco II... il tempo dirà!
4 DICEMBRE
Per deficienza di denaro, il giorno 28 del passato mese si vendè la munizione
di carbon fossile, riposta nell'Arsenale, con un contratto fatto con un
negoziante a 15 grana il cantaja; siccome sono molte cantaja, ad una certa
quantità per giorno la trasportava. Ma ieri il detto negoziante fece sentire che
non veniva più a caricare essendogli stato espressamente proibito. A tal
notizia se ne scrisse subito al Comandante la Piazza di Messina fecendogli
conoscere la nostra dispiacenza e pregandolo di non obbligarci a venire,
nostro malgrado, a modi ostili. Questa mattina il detto Comandante, con
ufficio molto decente, ha riscontrato che tanto lui che altre autorità non hanno
dato un simile ordine ma che suppone che forse sarà stata scusa del
negoziante perché non gli conviene acquistarne la quantità contrattata. Si è
disposto che l'Uffiziale incaricato domani si porti dal negoziante in parola per
ben verificarsi la verità. Verso le ore 23 ½, in un baleno, sono partiti dal
Lazzaretto tutti venditori ed abbattute tutte le baracche che vi avevano
costruito, imbarcandosi in tutta fretta per portarsi in Messina.
Domandatosi dal Capitano Gran Prevosto la causa di tale subitanea
partenza, gli è stato risposto esservi ordine del Comando di Messina che
chiunque venisse ordine nella Cittadella sarebbe stato subito arrestato e
punito esemplarmente; alcuni altri dicono essere stato ordine lasciato
dall'Aiutante di Campo del Re Vittorio Emanuele nel partire ieri notte da qui,
perché non avendo noi bonariamente voluto cedere la Cittadella si
interdicesse qualunque commercio tra noi e la Città onde per fame si fusse
resa. Dalla risposta che avremo dal negoziante si disporrà all'occorrenza.
Alle ore 10 a.m. è giunta la "Messagerie" che con premura attendevamo;
dopo mezz'ora un Uffiziale del vascello francese ha portato al Maresciallo
tutti i pieghi provenienti da Gaeta. Tutti avevamo speranza di viveri, denaro e
roba di panno: niente di tutto ciò! Molti decreti e brevetti di generale,
colonnelli e direttori del Genio e di Artiglieria ed altri brevetti di uffiziali con
prescrizione che tutti i promossi debbano essere pagati a secondo le tariffe
del grado precedente, facendo salvo il diritto di essere saldato di ogni cosa a
pace conclusa. Sono giunti anche 40 brevetti della Medaglia di Francesco I
per altrettanti individui di truppa che avendo terminato il loro impegno hanno
rinunciato al congedo volontariamente desiderando servire fino alla pace.
Altra ministeriale per farci conoscere che i promessi 12mila ducati non si
sono rimessi per mancanza di persona sicura, ma che con altra messageria,
o altro mezzo si riceveranno. Altra ministeriale ordina al Comandante
Supremo di acquistare viveri e di non toccare quelli che abbiamo; comprar
gallette, pasta, formaggio ecc. Per formare una riserva, essendo stato ordine
al Ministro di Guerra di inviarci denaro. La nostra posizione è curiosa! Si
ordina di non toccare i viveri della riserva, nel mentre da 8 giorni li stiamo
consumando anche perché gli Uffiziali non hanno soldo da due mesi e la
truppa non riceve il prest da 9 giorni. Si ordina di acquistare viveri anche per
la riserva ed intanto la Cassa di Campagna non ha un soldo; si aggiunga che
non sappiamo se vi sarà più commercio con la Città e se dobbiamo correre
ad azioni ostili. Certo è che non abbiamo che soli altri 24 giorni di viveri!
All'una p.m. è giunto un vapore nel porto ed i barcaiuoli non hanno voluto
portare in Cittadella alcune mogli dei nostri Uffiziali dicendo loro, con parole
improprie, che con la Cittadella non vi poteva essere più commercio. Ma,
essendo andato a bordo un Uffiziale con una barca della Cittadella, le ha qui
trasportate. Si suppone che vivendosi in Messina nella vera anarchia, questi
abusi dipendono da gente armata o da qualche Comitato non già dalle
Autorità Militari che forse non ci credono in forza di reprimere. Basta! Domani
verremo a giorno della verità!
Questa mattina si è celebrata la festa di S.Barbara con quella decenza e
lusso che può farsi in una Piazza assediata; per altro, la nostra Parrocchia
era illuminata a sufficienza. Bande, organo, litanie e canti dalle nostre
batterie: 7 al principio, all'Elevazione e 7 alla fine della Messa cantata.
5 DICEMBRE
Dietro verifiche fatte dal Comandante Militare di Messina si è conosciuto che
il negoziante che aveva contrattato il carbone era stato impedito di
acquistarlo dal Municipio, asserendo essere di pertinenza della Sanità perché
rinchiuso nei magazzini del Lazzaretto, ma avendo dimostrato che
apparteneva alla Marina Reale hanno desistito dalle loro pretenzioni.
Essi ben lo sapevano, ma essendo irritati per non aver ceduto l'altro giorno la
Cittadella all'Aiutante di Campo del Re Vittorio Emanuele, cercavano di
vendicarsi; come pure di non far venire più i venditori con le loro merci nella
Cittadella per provvederci di ciò che bisogna, di modo che ieri sera
mangiammo la semplice razione di pasta e presciutto della riserva. Questa
mattina la gran folla di barche dei soliti venditori ha di bel nuovo approdato al
Lazzaretto.
Da Napoli il Pro-Dittatore Farina segnala a Palermo la morte di S.A.R. Il
Conte di Siracusa avvenuta a Pisa: morto con un colpo apoplettico!
Requiescat in pace! 8 giorni di lutto! Verso le 4 p.m. con bandiera
parlamentaria sono approdati nella Cittadella i due Comandanti dei vascelli
francese ed inglese ed il Console di quest'ultimo. Essendo stato ad
incontrarli, il Comandante francese si è meco lagnato di aver ricevuto
reclamo dal Municipio che le nostre sentinelle minacciano i lanternieri e gli
impiegati della Lanterna grande, del lanternino e del lungo cammino coverto
doganale fuori il bastione D.Blasco, tanto è vero che questa notte non vi è
stata illuminazione, e siccome ciò appartiene al commercio e all'interesse di
tutte le Nazioni, mi interessava dare ordini sul proposito. Al che gli ho risposto
che tutto ciò era falso tanto vero che gli impiegati del Forte Lanterna hanno
per lo passato ricevuto viveri gratis dalla nostra riserva e quando la truppa
non riceve viveri gli si permette di portarsi in Messina per provvedersene.
Questa menzogna del Municipio o della gente del Comitato fa tutto il possibile
per promuovere una collusione tra la truppa ed i siciliani: "Vivete sulla mia
parola che tutto ciò è falso e che la illuminazione non è mancata questa notte
al Faro!"
Il suddetto Comandante si è ben persuaso di quanto gli ho detto; entrando in
altro discorso, pare che sia stato contento dell'abboccamento avutosi con
l'Aiutante di Campo di Vittorio Emanuele e mi ha detto ridendo: "Ma che
domandava?", gli ho risposto: "La Cittadella!", ed egli: "Conosco come gli
avete risposto!".- Quest'oggi passeggiando per Terranova dentro la nostra
zona di convenzione, avendo preso di me un'ordinanza ed il solito
trombettiere, abbiamo inteso scoccare tre tocchi di tubetti a cui nè io nè
l'ordinanza ci abbiamo fatto caso; ma giunti alla sperlungata le sentinelle mi
hanno avvertito che alcuni pagani mi hanno tirato dai Moselli e che
fortunatamente i fucili non hanno preso fuoco. I Messinesi hanno una tale
rabbia che farebbero di tutto per distruggere la Cittadella insieme al
Comandante. Spero che ciò non gli riesca; essi ben mi conoscono dal 1848!
In giornata il Maresciallo ha fatto molte promozioni si sottouffiziali di tutto il
presidio per i posti vuoti che vi esistevano.
Cacciatori dell'esercito Borbonico a Capua
6 DICEMBRE
Ieri sera, verso un'ora di notte, sulla pubblica strada furono uccisi un prete ed
un monaco di S.Filippo Neri; questa mattina sono comparsi affissi per la Città
che l'uccisione del prete fu per errore.
Siccome siamo del tutto scarsi di denaro, dal Maresciallo e dal Consiglio di
Difesa si era stabilito vendersi 100 botti ove era riposto il vino della
riserva(per il che si era trovato anche il compratore) per ducati 80, come
anche due grossi alberi di bastimento per 150 ducati. Essendo stati i
compratori a chiederne il permesso al Comandante di Piazza di Messina,
questi risposto negativamente ed ha trascritto al Maresciallo Fergola di aver
ricevuto un telegramma dal Ministero di Napoli di non permettersi vendita
alcuna di oggetti della Cittadella. Nel Consiglio di Difesa si era pensato
scrivere con minaccia che se non si permetteva vendere ciò che appartiene a
Francesco II allora s'imponeva alla Città di farci un'impronta di 20mila oncie
più 60mila ducati nello spazio di due giorni, altrimenti con la forza li avressimo
obbligati. Riflettuto e discorso meglio nel prendere i voti, che sono stati i più,
si è adottato di scrivere al nostro Re, restando in attenzione dei suoi ordini!
Tutto ciò sulla considerazione che avendo scritto al Sovrano la nostra triste
posizione e dicendogli ancora che se dobbiamo fare uso del cannone per
avere i viveri lo avesse chiaramente ordinato. Or siccome tale risposta
giunger ci dovrà martedì, ossia di quì a 5 giorni, puol darsi che abbiamo
precise istruzioni ed allora potrà operarsi liberamente, tanto più che siamo in
aspettativa dei 12mila ducati promessi da circa un mese.
Ho letto con orrore nei fogli di Francia la giornata dell'11 del passato mese di
Novembre circa l'attacco avvenuto sotto Gaeta tra i nostri Cacciatori ed i
Bersaglieri piemontesi, battendosi uno dei nostri contro sette piemontesi e
che la maggior parte dei nostri Uffiziali Superiori mostrarono viltà e
tradimento. Il Tenente Colonnello Nunziante lasciò l'8° Battaglione Cacciatori
fuggendosene dentro Gaeta con altri suoi colleghi; il Colonnello Pianell,
fratello dell'ex Ministro di Guerra, condusse il 15° battaglione Cacciatori in
una vallata e fece deporre le armi avanti i Piemontesi e con tutto ciò i
Cacciatori dopo essersi battuti per l'intera giornata fecero retrocedere il
nemico e ritirandosi ordinatamente condussero nella Piazza circa 40
prigionieri. Il foglio francese così si esprime: "C'est vraiment domnage que
des soldats si bien disposés a se battre soient toujours mal commandés!"
Il Generale Bertolini, Capo dello Stato Maggiore del Tenente Generale
Salzano inviato dal Re per visitare i posti avanzati, questi senza sortire da
Gaeta rapportò a S.M. non esservi novità alcuna, nel mentre gli Uffiziali
napoletani del 15° battaglione si divertivano insieme con gli Uffiziali
piemontesi. Il Re lo destituì e lo cacciò da Gaeta. I Generali Salzano,
Barbalonga, Colonna e Polizzi hanno chiesto le dimissioni; Colonna ha anche
ardito scrivere che se non gli venisse accordata si sarebbe dato al nemico
con le truppe che comandava. Le dimissioni furono accettate e sortirono dalla
Piazza. Infelice Sovrano, quanti ingrati hai creato!
7 DICEMBRE
Tutti scrivono da Napoli, Gaeta e Capua consolatissime notizie e danno quasi
ad intendere la promessa entrata del nostro Re a Napoli, ed alcune teste di
poco senso comune scioccamente lo credono e domandano sempre se puol
darsi ed io sempre rispondo: "Puol darsi ciò avverrà ma vi bisogna tempo
stante che gli affari diplomatici non si risolvono su due piedi; non avendo noi
forza superiore al nemico e tutto dovendo dipendere dalla politica europea,
sembrami che sufficiente tempo vi vuole per accomodarsi bastantemente gli
affari dell'infelice Italia, come si è dimostrato per lo passato." Ma dovendosi
credere a quello che si dice sarebbe follia!
Il Ministero in Francia è cambiato, ci auguriamo che ci sia favorevole.
La Legazione inglese a Vienna è stata innalzata ad Ambasceria; ci
auguriamo che l'Inghilterra non sia così ostile con l'Austria per gli affari d'Italia
come si è dimostrata per lo passato. Ogni giorno le nostre angustie si
aumentano per la mancanza di denaro e di viveri che vanno terminare e da
Gaeta non ancora si spediscono mezzi e soccorsi; se avessimo i mezzi che
avevamo nel 1848 vivressimo in pace che il nemico difficilmente spedirebbe a
Messina 20mila uomini per assediarci perché la Cittadella dipendendo dalla
sorte di Gaeta, questa decise di noi.
8 DICEMBRE
Alle ore 10 ½ si è celebrata la festa dell'Immacolata Concezione, Protettrice
della nostra Armata, con grande pompa come si è potuto praticare in una
Parrocchia di Piazza assediata da circa 5 mesi.
7 battaglioni formati in una colonna serrata per divisioni avanti la Chiesa ad
eccezione di poche divisioni che vi hanno potuto entrare, hanno ascoltato la
Messa cantata e preso la Benedizione; le bandiere dei Corpi situate a fianco
dell'Altare Maggiore. Terminata la Santa Funzione, la truppa tutta schierata
nel Maschio della Cittadella ha formato un quadro; tutti i Generali presenti al
centro del quadro, il Maresciallo ha disposto che sotto la bandiera del 3° di
Linea – perché più antico – si fussero riuniti tutti i candidati dei differenti Corpi
del presidio, al n° di 142, per essere insigniti della Medaglia d'Argento di
Francesco I, per aver rinunciato al loro congedo che li spettava obbligandosi
a servire senza premio fino alla pace. Il defilè non ha avuto luogo per una
pioggia improvvisa e, quindi, per non fare troppo bagnare la truppa che non
ha come cambiarsi. Si è data una razione di rhum a tutta la truppa.
9 DICEMBRE – domenica
Tempesta in mare, acqua e diluvio, terribile vento, fastidiosa noia di lungo
assedio hanno fatto il trattenimento della giornata.
In un foglio che si stampa a Messina ho letto che i siciliani si lamentano di
Napoleone dicendo di averli traditi...
Riceviamo notizia che il giorno 7 corr. Vittorio Emanuele è rientrato a Napoli.
Il nostro telegrafo ci avvisa essere passato un telegramma che andavano a
giungere a Palermo 200 congedati Volontari siciliani e che si soddisfacessero
in un mese di prest non essendovi mezzi in Napoli come soddisfarli.
Questa notte in Messina è stato assassinato un gentiluomo.
Verso le ore 10 a.m. un nostro Uffiziale ha portato tutti i nostri pieghi sul
vascello francese per trasmetterli alla "Messagerie" che parte, onde
consegnarli al Ministro di Guerra a Gaeta; egli ha ricevuto molte amabilità dal
Comandante di detto vascello, il quale è rimasto molto soddisfatto
nell'apprendere che avevamo viveri per altri 18 giorni. Ci si avvisa per
telegrafo che a Scilla la Guardia Nazionale ha vociato contro i propri Uffiziali;
si suppone che qualche tafferuglio sia colà successo perché abbiamo veduto
sortire dal porto un piccolo vapore con molta gente che sembrava armata e
che si è diretta a Reggio. Da per tutto anarchia! La processione
dell'Immacolata Concezione non ha avuto luogo.
10 DICEMBRE
Seguita un forte vento, il mare è molto agitato e tutto ciò molto contrista
l'animo di tutti perché temiamo che impedisca il cammino della messageria
francese che deve qui giungere domani da Gaeta o che possa pericolare
essendo su di essa poggiate tutte le nostre speranze per viveri e denari.
Speriamo in Dio che si verifichi e che il nostro infelice Sovrano abbia trovato i
mezzi per poter tanto praticare. Se ciò non avviene, diverranno assai critiche
le nostre circostanze!
Francesco II
11 DICEMBRE
Dalla punta di giorno la maggior parte del presidio, stando in aspettativa della
messageria con la speranza che fusse apportatrice di denaro, viveri e
vestimenti, si aggirava su tutti i punti della Fortezza per scorgere la sua
entrata nel Faro onde darne subito avviso a quelli di guardia o rimasti in
caserma. Non si è dato mai il caso, da molti anni, che il vapore francese per
le 11 a.m. del martedì non fusse giunto in questo porto; siccome oggi non è
giunto, tutti ci siamo lusingati che, essendo il mare burrascoso e continua
pioggia, avesse ritardato di qualche ora, ma – ohimé – è giunta l'ora della
ritirata, senza alcuna speranza! Ognuno può figurarsi qual dispiacenza hanno
provato, massime i Generali Fergola e de Martino su cui pesa tanta
responsabilità!
L'avere pochi altri giorni di viveri, effettiva mancanza di denaro, mancanza
totale di legna facendosi uso giornaliero del legname di costruzione del Genio
per cuocere il pane, 160 infermi nel nostro provvisorio ospedale, la
sussistenza per 4mila e più individui è cosa che fa raccapricciare vedendosi
mancare tutti i mezzi. Aggiungi che il soldato defaticato, svestito, dorme sul
nudo suolo, con due terzi di razione, e l'aver improntato, per la sua
sussistenza fin qui acquistata, 9.600 ducati, con altri 5mila e più dai Generali
ed Uffiziali, che non ricevono soldo da circa due mesi, tutte queste calamità
incominciano a produrre mormorio e malumore.
Speriamo in Dio che domani possa giungere il desiderato vapore che ci
apporti qualche soccorso, purchè il povero Sovrano abbia avuto i mezzi.
Questa mattina è giunta nel porto una fregata inglese al di cui arrivo
immediatamente è partito il vascello della stessa Nazione. Stamane si sono
disertati 2 soldati del 5° di Linea.- Ieri l'altro morirono nel nostro ospedale 2
soldati e due presidiarii.
Il tempo è orribile e la nostra truppa di guardia, massime le sentinelle soffrono
immensamente; questa notte il vento è stato così violento che ha abbattuto 5
garitte. Vi è stato un momento di maremoto che ha spaventato molti.
A Reggio si sono fatte tre salve reali, ma non ne sappiamo la causa; in
Messina dicesi per la presa di Gaeta, ma ciò non è da credersi, ma piuttosto
che sia il nome di Vittorio Emanuele. Il giorno 20 novembre p.p. giunse a
Civitavecchia la Regina Vedova, con parte dei Principi e Principesse di sua
famiglia, sotto il titolo di Contessa di Santa Cecilia; fu ricevuta col suo seguito
alla stazione della strada di ferro dal Cardinale Antonelli, Segretario di Stato,
da Monsignor Stella e da Mons.Ricci, della Casa di Sua Santità. Discesero al
Palazzo Apostolico del Quirinale che il Santo Padre ha messo a disposizione;
il maggiordomo le ha presentato i suoi omaggi. Il giorno 21 successivo, il
Santo Padre, perceduto dalla Sua Corte, le ha fatto visita. La Regina, con la
famiglia e seguito, lo ha ricevuto al principio della scalinata. Dopo essersi
intrattenuto lungamente, il Santo Padre è ritornato al Vaticano.
Il Ministro piemontese M.r de Cavour giustifica l'invasione di Napoli con
l'appoggio dei seguenti antecedenti !
–
Luigi XIV ha egli violato il diritto internazionale proteggendo
l'invasione dell'Ungheria?
–
Gli Stati Generali di Olanda hanno meritato lo stesso rimprovero
sostenendo Guglielmo D'Orange contro il Re Giacomo II
detronizzato per la rivoluzione del 1668?
–
IL Re Luigi XIV ha egli violato i diritti internazionali dando
il suo generoso concorso per la libertà degli Stati Uniti?
–
La Francia e l'inghilterra e la Russia hanno esse commesso un
delitto contro il diritto delle genti associando i loro sforzi
per strappare la Grecia dal gioco del dominio Ottomano?
12 DICEMBRE
Sono le 2 ½ p.m.-quali angoscie non soffre il mio cuore nel non veder
giungere rapporto alcuno dell'apparizione della sospirata messaggeria
francese che, ci lusinghiamo, deve apportarci i promessi soccorsi,
cominciando noi ad essere privi di tutto.- Questa mattina mi piangeva il cuore
nel veder distribuire alla truppa legname nuovo di costruzione del Genio per
cuocere i legumi alla truppa. Dio sa come finirà questa faccenda! Se i
soccorsi tardano dobbiamo sicuramente oprare un vandalismo col
bombardare la Città se non ci dà da sussistere! Ma se questa viene
abbandonata dai cittadini, come nel 1848, come regolarsi? È mezzanotte e
nessun legno è venuto nel porto.
Quanti tristi pensieri opprimono il nostro morale! Chi sa se col temporale dei
due giorni passati la messageria non ha sofferto qualche disgrazia! Chi sa se
non sia per accomodarsi, ma che fare! Puol darsi che domani si verifichi la
sua venuta e così le nostre speranze non resteranno deluse! Certo è che
siamo in molte critiche circostanze!
13 DICEMBRE
Qual consolazione per l'intero presidio di questa Fortezza nel vedere nel
porto al far del giorno la sospirata messaggeria francese! Dal vascello
francese nel porto si è spedita una lancia per prelevare due Uffiziali dello
Stato Maggiore del Re di Napoli imbarcati sulla messageria e spedirli in
questa Cittadella.
In effetti, verso le 9 a.m. sono sbarcati al posto S.Teresa i due suddetti
Uffiziali, travestiti, Avolio e Pugliese, portando passaporti spagnoli. Le
espressioni a voce ed in scritto che S.M. fa a questa sofferente guarnigione
sono veramente obbligantissime. Abbiamo ricevuto Diecimila ducati tutti in
oro (napoletani da 20 franchi), non essendosi potuto rischiare dal Re
maggiore somma; con ministeriale ci fa conoscere il Ministro della Guerra
essere detta somma un anticipo momentaneo, ma che tra giorni ci
perverranno viveri per 15 giorni e maggior somma di denaro. Si è disposto,
quindi, dare ai soldati un terzo delle somme improntate con la promessa che
giungendo altra somma saranno di tutto soddisfatti; che la truppa riceverà il
prest giornaliero dal giorno 16 corrente dovendosi provvedere da questo pel
proprio ordinario; un notamento di quelli Uffiziali bisognosi per dare ad essi
qualche cosa di denaro in acconto delle somme improntate alla Cassa di
Campagna onde tirare avanti per la di loro sussistenza non ricevendo più i
viveri dal 16 corrente nella intelligenza che i loro soldi e diaria li riceveranno
nel giungere vistose somme. Si è disposto parimenti acquistare 50 salme di
grano e 8 cantaja di olio stante che giornalmente la truppa deve sempre
ricevere la razione di pane.
Dal Ministero di Guerra si è domandato la esatta situazione della forza di
questo presidio ed uno stato nominativo di tutti gli Uffiziali i quali sono al n° di
203.- Questa piccola somma di ducati 10mila hanno un poco alleviato le
nostre apprensioni purchè però la promessa dei 15 giorni di viveri e maggior
somma di denaro ci giunga presto, perché cosa sono 10mila ducati per 4.500
uomini? Il solo prest della truppa importa 600 e più ducati al giorno senza
nulla dare agli Uffiziali i quali col corrente mese avanzano tre mesi di soldo ed
altre indennità! Se non giunge la rimessiva del denaro ed i viveri promessi,
tolto il terzo di ciò che i soldati hanno improntato(3.600 ducati), la compra di
50 salme di grano ed 8 cantaja di olio, no resta che dare al soldato nemmeno
giorni nove di prest. Dopo di che saremo obbligati dar di mano ai pochi altri
giorni di viveri che ci rimangono. Nonpertanto speriamo che da Gaeta ci si
spedisce quanto ci viene promesso, tanto iù che dal Ministero di Guerra ci si
trascrive l'ordine dato al Ministro di Finanze e questo ci domanda una
situazione della forza particolare per calcolare l'approvisionamento di viveri
per 6 mesi. Faccia Iddio che tutto si verifichi!
Ufficiale degli Ussari della Guardia Reale Borbonica
14 DICEMBRE
Verso le ore 23 è giunta nel porto la fregata a vapore "Il Ruggiero"(che mesi
addietro apparteneva al nostro Sovrano) ed ha sbarcato 250 volontari
garibaldini siciliani i quali, a quanto sembra, non ono molto soddisfatti del
congedo ricevuto. Di questi, parte ritorneranno nelle proprie famiglie ed altri,
forse, si daranno al brigantaggio! Il Governatore di Messina Sig.Ugdolena(per
quanto dicesi, Uffiziale Superiore inglese) venuto a Messina con Garibaldi,
uomo – per quanto dicesi – molto burbero, è partito da qui in istato di arresto
ed è stato rimpiazzato dal Barone Giuseppe Natoli, siciliano. Per quanto
rapporta il nostro Uffiziale interprete telegrafico, sono tre giorni che Napoli
non segnala cosa alcuna in Sicilia; nè ordini o disposizioni. Stamane nel
cambiarsi i Napoleoni in oro ricevuti ieri, nel fare i diversi pagamenti, la gente
torbida mormorava: "La bestia ha ricevuto denaro!"
In Messina, sotto il nome di "bestia" , si intende la Cittadella.
Cosa strana, mentre siamo nemici, ci vendono ciò che bisogna per mezzo di
Uffiziali che si portano in Città con permesso di comprare, andare alla posta o
altro e per la truppa ci portano roba fino alla Cittadella. In Messina, per altro,
vi è pochissima truppa, quasi tutta siciliana, che dicesi Reggimento
Carabinieri, molta Guardia Nazionale e pochissimi piemontesi. Anche il
Comandante di Piazza ed il Comandante di Provincia sono siciliani: D'Antoni
e Bisogni.
15 DICEMBRE
Verso le ore 8 a.m. è giunto nel porto, approdando direttamente al
Lazzaretto, un vapore francese il quale ha portato 10 invece di 15 giorni di
viveri che erano stati promessi ed altri 10mila ducati in oro, che sono stati
consegnati dal Capitano di Stato Maggiore Bellucci venuto sullo istesso
legno. La Sanità di Messina voleva mettere il legno in contumacia per non
voler far sbarcare nè generi nè persone, come pure per non far montare
alcuno su detto vapore, ed in conseguenza spediva la sua barca con un
deputato con bandiera gialla. Del che accortosene il Comandante del
vascello francese ha spedito un suo Uffiziale imponendogli di ritornarsene
con minaccie. Nello stesso tempo entrava nel porto una fregata piemontese
che portava a bordo un Reggimento di Fanteria; il Comandante del vascello
francese ha imposto di non entrare nel porto e sbarcare la truppa fuori del
porto stesso.
In una guerra come la presente che si scorgono tante cose contraddittorie
sono tentato a credere che le tante gentilezze che ci usa la Francia non sono
veramente sincere e che presto finiranno stante che se l'Inghilterra vuole
l'annessione Italiana certamente la Francia non si disgusta con questa
Potenza per difendere Francesco II. La Francia e l'Inghilterra, emuli e nemici,
hanno compreso che la loro amicizia e alleanza è vantaggiosa per le due
Nazioni; come può pretendersi da alcuni che per gli affari d'Italia queste due
nazioni si disgusteranno a vicenda? Ciò non può avvenire stante che
un'armata navale che hanno insieme nella China un trattato recente di
commercio, un viaggio dell'Imperatrice negli stati della Gran Bretagna, non
possono in nessun modo(secondo me) portare rottura di guerra per difendere
i diritti temporali del Papa e di Francesco II, Re del Regno delle Due Sicilie.
A parer mio: i francesi a Roma per difendere Pio IX, la flotta francese che
impedisce il bombardamento per via di mare di Gaeta, il permettere che tre
vapori francesi siano al servizio del Re asportando viveri che si comprano a
Marsiglia, soccorrere la Cittadella con gli stessi vapori, l'usarci l'amabilità di
tener corrispondenze tra la Cittadella ed il Re in Gaeta per mezzo del
vascello francese qui stanziato, secondo me tutto ciò è climaterico!
Se 5 vascelli francesi impediscono il blocco a Gaeta, perché non impedire il
bombardamento per via di terra? Se non vi deve essere intervento, perché
soltanto intervenire per via di mare? Basterebbe un "fiat" della Francia ed i
Piemontesi sortirebbero dal Regno delle Due Sicilie; ma la Francia non può
disgustarsi l'Inghilterra! Spero ingannarmi, ma suppongo che la perdita del
Regno delle Due Sicilie sia un affare compiuto perché quanto il nostro infelice
Sovrano avrà esauriti tutti i mezzi possibili, finirà la galanteria francese, a
meno che tutte le Potenze del Nord non si decidono ad una accanita guerra
con spargere immenso sangue nella infelice Italia!
Basta, nel mese di aprile o maggio venturo tutto sarà chiarito, perché non è
possibile che per quanto tempo le nostre provincie possono restare
nell'anarchia in cui trovansi. Questo è il mio parere nello stato attuale! Molta
rabbia ha prodotto ai Messinesi l'arrivo dei soccorsi di viveri e denaro e
abbigliamento ricevuto. Ma che sono altri 10mila ducati se solo l'impronto
fatto dalla stessa guarnigione ascende a 14.600 ducati? Con tutto ciò in
giornata stessa abbiamo acquistato altre 50 salme di grano e olio e
cerchiamo come Uomini di Onore sostenerci il più possibile in questo punto
tanto interessante, assicurando la sussistenza per tutto il mese di gennaio,
purchè però la truppa piemontese, in giornata qui giunta, non ci tolga le
facilitazioni ed il commercio che finora abbiamo avuto con la Città.
16 DICEMBRE
Ieri sera fino a ore 2 di notte i soldati si divertirono a cantare, accompagnati
dalle bande, canzoni da loro composti in lode del Re per i viveri e denaro che
ci ha rimessi. Poveri giovani, fin dal mese di aprile dormono sulla nuda terra,
non privi di qualche insetto, nel vedersi nel vedersi coverti ora di un pantalone
di panno, quantunque non in buono stato, sono veramente contenti. I
pantaloni ricevuti non sono quelli regolamentari; di fatto, l'artiglieria, invece di
ricevere i pantaloni di colore bleu, li ha ricevuti rubii. Ad onta di tanta
allegrezza e contentezza della truppa il mio cuore è sempre afflitto
prevedendo il futuro che per me non sembra troppo felice. I giovani militari
qui si appagano del presente senza guardare all'avvenire troppo triste, anche
in considerazione della posizione infelice in cui trovasi Gaeta che, a quanto
mi assicura il Capitano di Stato Maggiore, è molto triste ed in segreto mi ha
detto che gli Uffiziali di quella guarnigione non sono sicuri se per la fine del
corrente mese percepiranno un terzo del di loro soldo prchè colà mancano
mezzi e denaro! Verso l'Una ½ p.m. è venuto personalmente il Comandante
del vascello francese a ringraziare il Maresciallo delle gentilezze usategli,
perché essendo morto a bordo un sottouffiziale di apoplessia fu sezionato nel
nostro ospedale ove io feci trovare tutto il necessario, dottori, ferri e quanto
bisognava, facendo, poi, interrare il cadavere nel nostro camposanto.
Siccome il nostro Generale Supremo non parla che il solo italiano, sono stato
chiamato per esprimere i suoi ringraziamenti. Essendo entrato con il detto
Comandante in lunghi discorsi, mi sono avveduto che il presente affare non
andrà troppo per le lunghe perché mi fa sospettare che la squadra francese
non sarà di molta di molta permanenza in Gaeta.
Se ciò disgraziatamente si verifica, molto male andranno i nostri affari di
guerra. Lo stesso mi ha detto che col Reggimento Piemontese sbarcato ieri a
Messina vi è anche un Generale che andava qu a riunirsi la sua intera
Brigata.
Mi ha detto pure che il Governatore Ugdolena, da qui partito in istato di
arresto, fu arrestato per suo intervento per aver fatto fare una dimostrazione
repubblicana perché essendo garibaldino desiderava un partito in quel senso.
Il detto Comandante ha mostrato gran piacere che io parlavo in francese
perché lui non parla affatto l'italiano; entrando in discorso di guerra non può
credersi le amabilità che mi ha usate offrendomi la sua disposizione per
quanto poteva occorrermi, tanto più che che mi ha nominato nu suo parente
che fece parte del Corpo di Armata del Centro ove io appartenevo in Spagna,
rammentandomi la battaglia di Bayler perduta dal Generale Dupont fatto
prigioniero con l'intiero Corpo d'Esercito che comandava. Abbiamo parlato
per più di un'ora e sinceramente gli ho detto: "Se la Francia continua a
mostrarci la sua amicizia e simpatia, il nostro infelice Sovrano ricupererà il
suo Regno, ma ciò lo credo un poco difficile stante che la Francia non può
disgustarsi l'Inghilterra ".
Al che mi ha risposto: "Non saprei rispondervi; intanto siamo militari e
soggetti a tutte le fasi, che voi ben sapete quanto ne sono avvenute in
Francia"17 DICEMBRE
Da bordo, ad onta della pioggia, si stanno sbarcando i viveri; forse il detto
vapore domani ripartirà per Gaeta. Alle 11 a.m. sono stato a restituire la visita
al Comandante del vascello francese "Le Togo", Cap. L. de Kzrikouet,
seguito dal Generale Cobianchi e due Capitani dello Stato Maggiore. Con
somma amabilità siamo stati ricevuti; ci hanno portati a curiosare il vascello
fin ov'è la macchina a vapore, spiegandoci quanto non è del nostro mestiere
di soldati di terra; le quantità di macchine che vi sono: per panizzare, per le
manovre di norre, di giorno e finalmente ci hanno fatto osservare la macchina
come ridurre l'acqua del mare ad acqua dolce. Il gran magazzino ove tutto vi
si rinviene per quanto bisogna al materiale ed al personale. Avendogli
domandato del costo di un tal vascello, mi ha risposto che il suo valore è di
circa 4 milioni di franchi. Siamo stati girando per più di due ore per tutto
osservare e siccome la pioggia era forte ci siamo trattenuti per più di altra ora
discorrendo sempre di cose militari e delle presenti circostanze.
Altre truppe piemontesi sono sbarcate a Messina e se la spia non m'inganna,
ma si assicura che circa 14mila piemontesi sono sbarcati a Milazzo;
abbenchè la cifra sembrami alquanto alterata, è certo che molta truppa
trovasi a Milazzo è sicuramente sarà messa a scaglioni da colà fino a
Messina in quanto Milazzo non potrebbe tutti alloggiare per cui stenderanno a
Barcellona ed altri paesi più vicini a noi. Ciononpertanto stamane ho fatto
aumentare tutti i posti delle opere esterne e delle opere avanzate, le tre
lunette S.Francesco, lunetta Carolina e Rivellino S.Teresa. La Cittadella è
all'ordine; allorchè sarà attaccata saprà ben rispondere. Mezzi di artiglieria e
uomini ne abbiamo al di più del bisogno! I viveri...i viveri formano il mio
estremo dispiacere ed il triste avvenire! Nonché i cannoni rigati di cui siamo
privi! Ieri è entrata nel porto la fregata piemontese che ieri sbarcò truppa a
Messina e che fu dal Comandante il vascello francese inibita di entrare nel
porto. Avendone domandato al detto Comandante mi ha risposto che con suo
permesso vi era entrata per causa del cattivo tempo. Mi auguro che i miei
sospetti non si avverino perché dal lungo discorso di stamane ho rilevato che
la nostra posizione è veramente infelice!
Ussari della Guardia Reale Borbonica in parata
18 DICEMBRE
È giunto altro vapore con altri 100 volontari garibaldini che devono essere
congedati; essi finora sono al numero di 1.100, tutti siciliani. Una parte di essi
è già partita per raggiungere le famiglie, altri 500 e più attendono che siano
soddisfatti di un mese di prest che ad essi si dà per gratificazione; per ora
manca il denaro!
Il vapore che ha portato i nostri viveri verso le ore 22 è partito per Gaeta, ma
il cattivo tempo lo ha fatto ritornare in porto.
Stamane, giusta il consueto, è giunta la messaggeria postale ed abbiamo
ricevuto uffici da Gaeta rimessici dal Comandante del vascello francese. Essi
annunciano molte promozioni di individui di questo presidio. In giornata si
sono immesse altre 50 salme di grano nei nostri magazzini. Ieri sera, per
quanto ci dicono i venditori che vengon a vendere al Lazzaretto, vi fu gran
folla al teatro ove avvenne un forte tafferuglio per causa che alcuni gridarono
"Viva Vittorio Emanuele" e gli altri tacquero ma al grido di "Viva Garibaldi" i
gridi e battute di mano furono così generali e consecutivi che si fu obbligato a
calare il sipario. Pare che il partito repubblicano, o d'indipendenza, sia
generale in Sicilia. Da Capitano in giù tutti gli Uffiziali di questo presidio
hanno ricevuto 6 ducati per ciascuno per i tre mesi di soldo che
avanzano, ad eccezione di molti, che non hanno le loro famiglie a Gaeta ove
sono in parte pagate che hanno ricevuto qualche cosa di
più. Più tardi si è pagato il soldo di ottobre agli Uffiziali e metà soldo agli
Uffiziali Superiori e Generali.
19 DICEMBRE
Questa mattina, nel portarsi in Messina il nostro Uffiziale tesoriere Capozzi
per cambiare i napoleoni in argento, un caporale garibaldino lo ha fortemente
insultato, prima con parole e, dopo, tentava anche per via di fatto sguainando
anche la baionetta, ma essendo accorsa la Guardia Nazionale e frappostasi
persone pacifiche, hanno fatto montare in carrozza l'Uffiziale
accompagnandolo fino agli avamposti della Cittadella. Se c'è scritto al
Comandante di Piazza nei sensi onde evitare collisioni prima del tempo.
Avendo ricevuto i fogli di Francia (Le Siècle) rilevo sotto l'articolo "Londre 11
Xbre" quanto segue:
"L'Empereur Napoléon ne verrait pas, dans le cours des evénemens recéns,
l'execution de ses intentions à l'egard de l'Italie. En effet, L'Empereur
Napoléon aurait voulu seulement protéger la personne du Roi François II et
lui èviter l'humiliation de devenir prisonnier. Nous avons des raison de croire
que cette protection ne serà plus longtemps de nature à devenir un moyen de
prolonger la guerre civile, et bientot di François II ne se retire pas
tranquillement de Gaete cette ville serà bombardée par mer e par terre."
Se questo articolo è vero sarebbe un fatto compiuto la perdita del Regno pel
nostro Re!
20 DICEMBRE
Essendosi alquanto deteriorati i nostri 4 molini e non potendosi panizzare per
la truppa e non volendo consumare i viveri che abbiamo, si è disposto che la
truppa riceva due grani e mezzo al giorno per comprarsi il pane fino a che
non si accomodino le pietre dei molini.
Grande scisma esiste in Messina tra garibaldini e la truppa piemontese di
fresco giunta. Anarchia perfetta tra i pagani. La Sicilia vuole essere
indipendente. Assassini giornalmente succedono. La Guardia Nazionale
presta buoni servizi. I nostri disertori sono mandati fuori alla Vicaria dal
Comandante di piazza di Messina.
21 DICEMBRE
Vari legni inglesi a vapore da qui partiti sono rientrati nel porto per causa del
cattivo tempo di mare. Le truppe piemontesi qui giunte hanno preso il servizio
degli avamposti.
22 DICEMBRE
Niente di positivo se non la noia di lungo assedio.- Il Generale Supremo si
applica ad apprendere la lingua francese; il suo maestro è il 3° chirurgo
Dr.Palumbo di questo ospedale provvisorio. Dai fogli francesi che leggo e che
mi si mandano per puara amicizia dal Comandante il vascello francese e dal
loro Console(Le Débat, Le Siècle e La Press) rilevo una lettera del Principe
Murat che fa conoscere impossibile l'annessione dell'Italia; la protesta del
Generale dei Gesuiti e li scismi che si propagano in Francia dai Vescovi
francesi, e segnatamente dall'Arcivescovo di Lione, in favore della Santa
Sede, nonchè il tafferuglio di tutta la stampa francese per il decreto del 24
novembre in corso per la libertà della stampa e di ciò che la Nazione
pretende. Tutto ciò mi fa sperare qualche cambiamento nella politica
abbenchè sembra ancora stabile il sistema inglese per l'annessione italiana
per i suoi interessi.
23 DICEMBRE
Il Comandante di Piazza di Messina, in riscontro a quanto si è ufficiato circa
l'incidente avvenuto al nostro Uffiziale insultato da un garibaldino, ha fatto
conoscere la sua dispiacenza somma per tale avvenimento con
l'assicurazione che il caporale garibaldino già trovasi in prigione e sottoposto
al Consiglio di Guerra; assicura inoltre di aver replicato i suoi ordini tanto ai
garibaldini che ai due reggimenti piemontesi di rispettare come devesi ogni
individuo della Cittadella che si porta in Città.
24 DICEMBRE
La giornata generalmente si è veduta in spendere dai nostri soldati al
Lazzaretto al più non posso per solennizzare la Vigilia del Santo Natale. Or
siccome giorni dietro nel riceversi 10mila ducati da Gaeta si distribuì ad essi
la terza parte dei 9.600 ducati che avevano improntato alla Cassa di
Campagna, son sicuro che di un migliaio e mezzo di ducati hanno consumato
in vino, baccalà, pesce, pane, frutti e verdura e quanto si usa in Napoli in
questa giornata, per cui allegria e feste fra loro ed a nulla pensano.
Al contrario gli Uffiziali tristi e pensierosi perché disgraziatamente tutti casati,
che ha moglie a Gaeta, chi la famiglia a Capua o a Napoli, senza mezzi di
poterle soccorrere e col pensiero che in questi giorni non hanno da mangiare,
si veggono in uno stato deplorabile.
25 DICEMBRE
In Cittadella tutta la notte le bande dei reggimenti hanno sempre suonato fino
alle 4; canti, balli, suoni, tutto col massimo buon ordine non essendovi stato il
menomo incidente. Reggimento e truppa al Forte SS.Salvatore ha pristinato
lo stesso. Le bande musicali interpellantemente sono venute a suonare alle
abitazioni dei Generali.
In Città vi è qualche disordine e pertanto la processione questa notte non è
sortita dalla Cittadella pur essendo una delle principali feste di Messina. I
siciliani che presero servizio con Garibaldi e che debbono essere licenziati
per ordine di Vittorio Emanuele non vogliono partire o essere disarmati
perché pretendono i 6 mesi di prest come ricevono i garibaldini italiani che si
licenziano. Continui alterchi succedono tra questi e i piemontesi che sono
truppe regolari, con vera educazione militare. Nei conventi ove sono
accasermati i garibaldini vi si vede tutto devastato avendo rotto tutte le lastre,
porte e financo rotti i pavimenti. Quest'oggi martedì, giorno dell'arrivo della
messaggeria postale francese che viene da Gaeta, non è giunta, forse
perché Natale oppure pel cattivo tempo di mare e dei forti venti che spirano.
Un piccolo legno a vapore "L'Elba", che partì da qui sabato scorso, si è
naufragato vicino a Santa Venere, al di là di Pizzo.
Il Padre preposito di un convento, fratello di Monsignor Papardo, da qui
esiliato dai garibaldini, ieri inviò al Generale Fergola un piccolo quadro della
Madonna della Provvidenza pregandolo di piazzarlo nella nostra Parrocchia
della Cittadella; ha mandato pure 50 figurine da distribuirsi nelle Compagnie.
A questa S.Immagine si ha grande devozione in Messina ed il detto Padre ci
fa sapere che ha dato varii indizi pel miglioramento della nostra causa.
26 DICEMBRE
Vari legni piemontesi sono sortiti dal porto, ed anche una fregata con a bordo
truppe imbarcate a Messina. Hanno preso rotta dell'Adriatico, ossia dietro
marina. Secondo le voci che corrono, forse sbarcheranno in Calabria per le
sommosse popolari che colà
si manifestano per non essere contenti del nuovo regime e per le vendette
particolari che colà si succedono giornalmente.
L'anarchia è generale nel nostro infelice Regno e Dio sà quando avrà
termine.
Questa mattina la messaggeria dalla quale avevamo speranza di ricevere
viveri e denaro da Gaeta; nulla di tutto ciò, nemmeno un ufficio del Ministero
di Guerra.
Avendo parlato con un Uffiziale del vascello francese, questi mi ha assicurato
che la flotta francese, composta di 5 vascelli e seguito, trovavasi nel porto di
Gaeta comandata dal Vice Ammiraglio De Titar, cosa che ieri mi tenne nella
massima afflizione stante che il giornale di Messina intitolato "D.Marzio"
asseriva che la flotta francese si era allontanata da Gaeta.
Il vasto porto di Messina era carico di legni mercantili e vapori di tutte le
Nazioni che si erano qui ricoverati per i cattivissimi tempi dei giorni passati;
da ieri sera partono legni a vela e vapori perché il tempo si è moderato di
molto. Alcune nostre signore del presidio anche sono partite per Napoli col
vapore mercantile "Maria Antonietta".
Tiragliatori e Guastatori Esercito Borbonico
27 DICEMBRE
La lettura dei vari fogli esteri che ricevo mitiga alquanto la noia del lungo
assedio, ma nel considerare la truppa non ha prest che per altri 4 giorni ed in
conseguenza non può acquistare a sue spese l'ordinario, mi fa cadere nella
tristezza stante che dal 1° dell'entrante gennaio essa dovrà ricevere i viveri
della riserva e non ne abbiamo che per soli 26 giorni(compreso 4 cantaja di
gallette acquistate oggi).
I fogli esteri danno poca speranza, o nulla, pel ritorno del nostro infelice
Sovrano sul trono di Napoli e, nello stesso tempo, rapportano fedelmente la
reazione in suo favore di quasi tutte le Provincie di terraferma. Secondo me
tutto dipende dal discorso del trono che ai primi giorni del nuovo anno
faranno tanto l'Imperatore Napoleone quanto il Re Vittorio Emanuele.
Siccome tale epoca è prossima, presto sapremo la nostra sorte qual dovrà
essere. Certo è che le continue lagnanze e reclami di tutti i vapori francesi e
di tutto l'Orbe Cattolico contro la strana invasione degli Stati della Chiesa,
una specie di Crociata che si propaga, il malcontento che esiste nell'Alta
Italia, le nostre Provincie quasi tutte in rivolta, le solenni proteste delle
Potenze del Nord, un'amministrazione non ancora basata, tutto ciò puol darsi
che faccia cambiar politica alla Francia e potrebbe essere propizia al nostro
Re.
28 DICEMBRE
Il Generale piemontese che comanda le truppe in Messina chiamasi
Chiabrera!
Questa mattina si sono disertati – verso le 11 a.m. - quattro Uffiziali di questo
presidio:
1.Capitano del Genio Alfredo Avena (che dicono figlio naturale del Generale
De Sauget);
2.Tenente del Genio Giovanni Colucci;
3.Tenente del 3° di Linea Costantino Moffa e
4.Tenente del 3° di Linea Vincenzo Dell'Aversano.
Essendosi costoro presentati al Generale piemontese in Messina, lo stesso li
ha fatti subito imbarcare su di un vapore ch'era per partire per Napoli
scrivendo al suo Ministro di Guerra che gli mandava i 4 Uffiziali disertati dalla
Cittadella e chiedendo di conoscere istruzioni nel caso che altri fussero a lui
presentati. Di ciò con ufficio ne ha dato conoscenza al nostro Maresciallo
Fergola. I nostri soldati bastantemente soffrono per la presente stagione e
non sono privi di insetti; dormono sulla nuda terra. Or siccome in Cittadella vi
è del fieno, sebben non in molta quantità, oggi se n'è fatta la distribuzione in
ragione di 5 rotoli a soldato. Non si è potuto darne maggiore quantità
dovendo serbarne quanto necessario per 8 animali che abbiamo per i molini
e per le cariche dei cannoni. Abbiamo distribuito anche 500 sacchi onde
potervi mettere dentro il fieno e sopra giacervi. Ma che sono 500 sacchi per
4.500 uomini? Da qui a 4 giorni deve pervenire la messaggeria francese e
Dio sa con quale ansia l'attendiamo per avere notizie da Gaeta e del nostro
Re. Dovressimo avere necessario soccorso, ma notizie troppo affligenti ci
pervengono circa la triste posizione finanziaria in cui trovasi il Sovrano
abbenchè ci piace lusingarci del contrario; ma le cattive notizie vanno sempre
sull'ala dei venti!
29 DICEMBRE
Questa mattina avanti il posto Pagliara si è avanzato un parlamentario che
sono andato a riceverlo son le solite formalità.
Il parlamentario era formato dall'Intendente dell'Esercito, un Commissario di
Guerra ed un Uffiziale con camicia rossa.
L'Intendente con molta cortesia mi ha detto che il fornisore del casermaggio,
uomo da mala fede, asseriva che la più grande parte del casermaggio
militare era di sua pertinenza e che la parte appartenente al Governo
trovavasi nella Cittadella e, pertanto mi pregava fargli conoscere la verità, e
dargli qualche chiarimento onde non venissero defraudati gli interessi del
governo in cui tutti cercano di profittarne. Io ho assicurato che tutto il
casermaggio è di pertinenza del governo e tutto deve trovarsi presso il
fornisore, ad eccezione di quanto poteva rinvenirsi nella Cittadella di cui
gliene avrei fatto tenere fra giorni un stato esatto, facendogli noto che pria
dell'entrata in Messina di Garibaldi, dopo la convenzione fatta col Maresciallo
Clary, trovavansi nel piano di Terranova e nella Cittadella circa 22mila uomini
delle nostre truppe, tra cavalleria, artiglieria e linea, e per dare capienza a
tutti con paglia a terra si dispose che tutto il casermaggio si fusse consegnato
al fornisore, come fu eseguito, ad eccezione di quegli oggetti appartenenti
agli individui che trovavansi di servizio all'ospedale che rimasero in Cittadella
e di cui, come ho detto, gli avrei fatto tenere uno stato. Per quanto riguarda il
casermaggio dei Forti Consagra e Castellaccio, esso fu consegnato alle
truppe garibaldine alle quali i forti stessi, per convenzione, furono ceduti.
L'Intendente è rimasto molto confuso della mia gentile maniera di parlargli e
mi ha detto: "Speriamo tra giorni di abbracciarci da veri amici". Al che gli ho
risposto: "I militari di onore sono soggetti a tutte le fasi fino a che l'onore è
salvo meritano sempre lode dallo stesso nemico."
Vedendo le buone maniere dell'Intendente, gli ho chiesto in favore se poteva
farmi dal fornisore un migliaio di coperte di lana in prestito, pagandone anche
il compenso mensile come gli paga il governo; egli mi ha detto che farà il
possibile Generale; Dopo le cerimonie di uso di uso, ci siamo licenziati. Il
vapore che imbarcò ieri i nostri 4 Uffiziali disertori pel cattivissimo tempo di
mare è ritornato nel posto ed i detti Uffiziali sono di nuovo in città in
attenzione.
31 DICEMBRE
Le notizie che ci pervengono da Messina sono:
a) che la Francia ha protestato di non ingerirsi più negli affari d'Italia in caso
che l'Austria dichiara la guerra al Piemonte. Non si conosce se questa
protesta obbliga la Francia a ritirare la sua flotta che trovasi avanti Gaeta;
b) che circa un migliaio e più di garibaldini riuniti in Messina per essere
congedati, giusta l'ordine di Vittorio Emanuele, ora hanno ricevuto il
contr'ordine di dover restare in servizio.
Noi rinchiusi da più di 5 mesi in questa Cittadella attingiamo sempre notizie
da qualunque sorgente vengano senza mai essere sicuri se siano vere o
false. Intanto è necessario sentirle non per altro che per ammazzare l'ozio
dell'assedio. In effetti, mentre scrivo, mi si porta sicura notizia(come dice il
latore) che la Baviera ha dichiarato la guerra al Piemonte. Per me sta che la
Baviera sola non può misurarsi col Piemonte nello stato presente nè liberare
le Due Sicilie dalle angustie in cui trovasi. Nei fogli esteri non rilevo altro che
una protesta della Baviera la quale ha ritirato il suo Ambasciatore da Torino e
viceversa. Il tempo ci dirà la verità, per ora viviamo di speranza e puol darsi
che alla venuta della messaggeria potremo avere notizie da Gaeta. L'anno
1860 è finito con il ricevere consolanti notizie(se pure vere) ed il presidio si
trova nella seguente posizione:
1. La truppa improntò alla Cassa di Campagna, per comprare viveri ducati
9.586 – i Generali ed Uffiziali ne improntarono 5.042.
Alla rimessiva di ducati 10mila da Gaeta si restituì alla truppa un terzo di ciò
che aveva improntato.Ai Generali ed Uffiziali nulla;
2. La truppa avanza 18 giorni di prest e la diaria di novembre e di dicembre.
Gli Uffiziali, da Capitano in giù, avanzano averi e
diaria di novembre e dicembre.-I Generali ed Uffiziali Superiori avanzano
metà degli intieri averi e diaria del mese di
ottobre e gli intieri averi e diaria di novembre e dicembre.
Essendo finito perfettamente il denaro, da dopodomani – 1861 – la truppa
non riceve più prest ed in conseguenza la truppa non compra
il suo ordinario, ma riceve la razione dai viveri della riserva, che ne abbiamo
per un solo mese.
Per domani, come primo giorno del nuovo anno, la truppa riceve il prest,
essendosi rimediato al meglio con la vendita di altro poco carbon fossile, e
ciò per non essere di cattivo augurio per l'anno nuovo 1861 che speriamo che
non sia così triste e
malagevole, come quello che termina, pel nostro Regno infelice, che a
quanto pare lo saprà per molto tempo!
Granatieri e Musicanti dell'esercito Borbonico
1 GENNAIO 1861
Verso le ore 8 a.m. è giunta la sospirata messaggeria lusingandoci che
avrebbe portato soccorsi di viveri e denaro; niente di tutto ciò. Invece,
quantità di lettere particolari delle famiglie dei Sigg.Ufficiali di questo presidio
che trovansi a Gaeta; pochi uffuciali del Ministero di Guerra che di tutto di
parlano fuorchè di darci almeno speranza di quanto si attende, mentre non
abbiamo che altri 26 giorni di viveri e qualche centinaio di ducati per far fronte
a tante spese giornaliere, specie per l'ospedale che, allo stato, tiene ricoverati
169 infermi, ed una truppa di 5.400 uomini assediata da più di 5 mesi.
Tra gli ufficii del Ministero di Guerra si ordina che delle 5 Compagnie dei
Pionieri si riducessero a quattro e comandati dal Sig.Maggiore Granata e che
il Colonnello Palmieri (che le comandava) e l'altro Maggiore Hueber, dello
stesso Corpo, e le altre cariche superanti si mandassero a Gaeta col primo
vapore.
Il Maresciallo Comandante Superiore Fergola è stato sovranmente
autorizzato di dare medaglie a tutti coloro che per conosciuta fedeltà o per
massima distinzione di coraggio se ne rendessero meritevoli.
Tutte le lettere particolari che sono pervenute da Gaeta ci danno liete notizie:
che l'Armata navale Francese è sempre avanti Gaeta per impedire il
bombardamento per via di mare; che i piemontesi dalle alture davanti Gaeta
di raro tirano qualche colpo dentro la Piazza e che poco danno hanno
prodotto stante che la maggior parte delle bombe crepano in aria. Ci avvisano
pure che i Ministri Olloa e Garbonelli, reduci, il primo, da Parigi ed il secondo
da Roma, per contrattare un prestito, hanno fatto buoni affari e che presto
riceveremo soccorsi. Il Comandante il vascello francese, per un suo Uffiziale,
alle ore 3 p.m., ha mandato in Cittadella biglietti da visita al Generale Fergola
ed a me ricambiando gli auguri del 1° dell'anno. Con l'occasione ci ha
mandato a dire che Luigi Napoleone ha messo a disposizione di Francesco II
i vascelli che trovansi avanti Gaeta per impedire il bombardamento dei
Piemontesi dalla parte del mare.
2 GENNAIO
Ieri sera al Teatro vi fu grande fracasso e tafferuglio: bandiere bianche, altre
di diverso colore e stemma, gridi immensi di "Viva la Repubblica", "Buon
Governo", "Viva Garibaldi" e nessuno per l'annessione; infine, una confusione
che terminò col fare stancare tutti per le voci che spargevano. Persona
alcuna pronunciò il nome di Vittorio Emanuele. L'anarchia è nel perfetto stato!
Le buone notizie che riceviamo sono note in Città per cui il massimo
avvilimento vi esiste fra i compromessi.
Due nostri artiglieri, Piga e Covino, spacciati per disertori ma effettivamente
nostre spie, come tali furono arrestati in Messina e sottoposti al Consiglio di
Guerra dal Generale Comandante i Piemontesi, il quale scrisse al nostro
Maresciallo se desiderava mandare un Uffiziale di questo presidio come
difensore nel dibattimento non avrebbe incontrato difficoltà alcuna. Avendolo
ufficiato che questi non erano affatto spie, ma soldati che abusivamente si
erano portati in Città senza permesso, non potevano essere, quindi, giudicati
come disertori. Or, siccome i detti due individui, nell'essere arrestati,
dichiararono che si erano disertati per prendere servizio nelle truppe
piemontesi, vennero assolti ed arruolati nelle loro file e destinati nelle batterie
di Torre di Faro.
Questa mattina, invece di portarsi ai posti destinati, con bastante rischio, si
sono portati da noi nella Cittadella.-Intanto, altri due artiglieri, Giovanni
Allevato e Domanico Gigliotti, essendo di sentinella sulle due cannoniere del
posto di D.Blasco(molto basse e sporgono a Terranova) si sono da colà
buttati e disertati, lasciando al piede di dette cannoniere il loro cuoiame. Che
assedio curioso è il nostro e quante anomalie succedono!
Questa mattina, alla punta di giorno, si sono trovati alle Quattro Fontane in
Messina affissi che dicevano: "Vogliamo Francesco II – fuori i Piemontesi!"
3 GENNAIO
Da ieri la truppa non riceve più prest, ma viveri scarsi della riserva. Ieri
riceverono biscotto, fave e formaggio; oggi hanno ricevuto pasta lunga,
gallette e formaggio. Gli Uffiziali nulla! Questa notte agli avamposti si sono
disertati 6 soldati del 3° di Linea: due dal posto Pagliara e quattro dal Forte
D.Blasco, tutti mentre erano di sentinella, ed abbenchè le altre sentinelle gli
avessero fatto fuoco, non avendoli colpiti si sono evasi. Queste diserzioni non
mi stranizzano stante che i nostri soldati, non avvezzi ai disagi della guerra,
quasi tutta di nuova leva, abituati dal principio dell'assedio con 26 grane al
giorno, la razione giusta e vino, mal sopportano le ristrettezze presenti. detti
disertori sono: Giuseppe Costantino, Vincenzo Ciacciarella, Antonio
Lattanzio, Pietro Camarco, Francesco Severino e Antonio Manna. All'Una
pomeridiana è venuto agli avamposti come parlamentario il Console Greco
domandando il permesso di fare accomodare un legno ellenico nel
carenaggio sotto il Forte SS.Salvatore. Gli è stato concesso! Tutti i partiti
sono con animo titubante: varie notizie corrono – che i piemontesi debbono
abbandonare Napoli, ma intanto si propone da Farini una leva generale in
Napoli – il partito di Mazzini, ossia repubblicano, sembra aumentarsi, almeno
qui in Sicilia – una disorganizzazione su tutto vi esiste ed una perfetta
anarchia.
Intanto i fogli di Francia mostrano non comprendere la grande simpatia di
Napoleone III per Francesco II – la permanenza della squadra francese che
protegge Gaeta dalla parte del mare e la lascia bombardare dalla parte di
terra, nel mentre poi lo stesso Napoleone ha incitato i popoli italiani alla
rivolta. Certo è che gli stessi fogli di Francia (Le Dèbats) asseriscono che
l'Imperatore di Russia con lettera amicale a Napoleone lo interessa a
proteggere il Re di Napoli, non per questo, poi, tutti i fogli dicono che tale
simpatia non andrà a lungo stante che l'Inghilterra dice che tale operato osta
a quanto si era stabilito nei trattati pel non intervento. Le notizie anche che si
spacciano sono che Vittorio Emanuele sia fermamente deciso di occupare
Roma nell'aprirsi la Compagna nè si conosce in tal caso cosa farebbero i
30mila francesi che si trovano in Roma.
Certo è che generalmente la Francia mal soffre il modo d'invadere del Re del
Piemonte! Intanto noi chiusi in questa Fortezza da circa 6 mesi viviamo nella
speranza di nu felice risultato pel nostro amato ed ottimo Sovrano, che anche
lui con vera fermezza e alacrità trovasi assediato i quei baluardi di Gaeta
restando in attenzione per l'esito di una guerra così straordinaria ed ingiusta
che gli vien fatta da un suo congiunto sotto l'aspetto dell'amicizia e della
lealtà con l'immensa ruina del suo Regno. I traditori tremano del
loro avvenire; quelli rimasti fedeli al loro giuramento dato sono incerti della
loro sorte ma pure si consolano perché gli Uomini di onore in tutte le armate
sono sempre rispettati.
Artiglieri Borbonici in gran tenuta
4 GENNAIO
Questa notte sono partiti da Messina 200 piemontesi per sedare la rivolta di
alcuni villaggi che, a quanto ci si dice, è giunta fino a Patti. L'assistente del
Sig.Colonnello Vallo, a nome Vitolo, è disertato. Il Generale Aldanese, sotto
pretesto di malattia, dal Maresciallo Comandante Superiore è stato esonerato
dal Comando del 3° Reggimento di Linea, ma, in effetti, è stato ciò fatto
perché ritenuto inabile al comando, vile, capace di spargere notizie
scoraggianti e per nulla s'incarica del suo mestiere. All'oggetto il 3° di Linea
viene comandato da Sig.Maggiore Conte Cobianchi, formatosi sotto le
bandiere dal Generale Cobianchi. Si è dato all'ordine di oggi che qualunque
soldato o sottoufficiale arresti un disertore nella flagranza avrà un grado in più
e, se Uffiziale riceverà una decorazione.
Varii distaccamenti piemontesi sono partiti da Messina per via di terra ter
soccorrere Milazzo, minacciata di essere invasa da gente rivoluzionaria che
proclama Garibaldi e la Repubblica; altre truppe, per via di mare, vanno verso
Bagnara ove quei vicini paesi sono in rivolta con bandiere borboniche ed
inneggianti Francesco II.
Ieri mattina un soldato ha ricevuto 5 giri di bacchetta dietro un giudizio subito
per aver prodotto una ferita ad altro soldato.
Siccome il Generale Chiabrera, Comandante le truppe in Messina, aveva
proibito di acquistare fascine per la Cittadella dicendo che potevano servire
per spalleggiamento alle batterie, stamane si è mandato il Colonnello Vallo
per dirgli che in Cittadella nulla mancava per le fortificazioni, ma che le
fascine bisognavano per il forno per cuocere il pane, e ciò a secondo la
nostra convenzione pel vivere civile non potevasi negare lo acquisto.
Dopo qualche difficoltà ha ceduto dicendo: "Voi non potete credere quanto
sono dispiaciuto nel sentire dai vostri disertori i disagi e le privazioni che
soffrite nella Cittadella, ma ciò vi fa molto onore e sarete molto sempre
rispettati e stimati da tutte le Nazioni."-Al che il Colonnello gli ha detto che a
noi nulla manca e lo ha ringraziato per la buona opinione che nutriva per noi.
Lo stesso Generale gli ha detto che presto gli affari si sarebbero accomodati
stante che la Russia, la Prussia e l'Austria aveva premurato la Francia di
proteggere Francesco II e che la flotta francese lasciasse Gaeta.
5 GENNAIO
Trovandoci in critica posizione per viveri e denaro, si è giudicato opportuno
spedire un Uffiziale a Gaeta per far presente a Re la nostra triste posizione
specie per la sussistenza per 4.300 persone. Siccome per noi non vi è mezzo
per potersi imbarcare per Gaeta, si è domandato a pregare il Comandante
del vascello francese se volesse compiacersi far spedire un passaporto per
Marsiglia ad un nostro Uffiziale che andrebbe vestito da pagano facendolo
imbarcare sulla messaggeria francese che parte da qui il giorno 7 corrente.
Ove la messageria francese non dovesse toccare Gaeta, l'Uffiziale si
porterebbe a Marsiglia e di lì raggiungerebbe Gaeta. Il detto Comandante, a
tale avviso, è venuto di persona nella Cittadella per chiedere il nome
dell'Uffiziale permettendone l'imbarco. Io l'ho ringraziato di tanta gentilezza
aggiungendo che se in questi due giorni fossero giunti soccorsi da Gaeta il
detto Uffiziale non sarebbe partito. Intanto è rimasto alquanto dispiaciuto
nell'apprendere che non abbiamo che pochi altri giorni di viveri, tenendogli
nascosto che i soldati da tre giorni ricevono meno di due terzi di razione.
Ecco le angustie in cui viviamo!
È arrivato un vapore da Napoli e disgraziatamente ha sbarcato tante diavole
di femmine e signore appartenenti a militari di questo presidio, le quali non
avendo come vivere in Napoli o a Capua sono venute a raggiungere i loro
mariti. Cosa affligente, mentre noi siamo nelle massime angustie per la
mancanza di viveri! Ma come respingerli? Ove mandarle? Le notizie che essi
ci apportano sono che a Maddaloni giornalmente giungono feriti dall'assedio
di Gaeta; che Vittorio Emanuele nal partire da Napoli si caricò tre vapori di
tutta la roba del Palazzo Reale e dei Musei della Capitale, oltre il denaro che
potè riunire; che il Luogotenente Farini sia partito da Napoli e che per Napoli
si cantano tante canzoni popolari in favore di Francesco II. Dicono pure che i
tre vapori carichi degli oggetti del Palazzo Reale e altri siano stati arrestati dai
legni francesi nelle acque di Terracina. Se quanto sopra hanno detto le
signore sia vero o falso il tempo lo dirà!
6 GENNAIO
Questa mattina sono disertati due soldati del 5° di Linea mentre erano di
guardia al posto avanzato alla Pagliara. Disgrazia che i nostri soldati mal
soffrono le privazioni di denaro e viveri!
Questa notte hanno rubato nella Chiesa dell'Annunziata la SS.Vergine delle
Grazie i grandi doni di pietre preziosi, oro e argenti di cui era adorna la
statua, come pure due altre Cappelle nella stessa Chiesa ove vi erano voti di
sommo valore alle immagini di S.Francesco di Paola e altra Vergine. Detta
Chiesa appartiene ai monaci Teatini ed è situata al centro di una delle strade
principali di Messina, detta Corso. A quanto dicesi pare che i ladri siano stati i
garibaldini; parimenti sono state derubate due case. In città, nella stessa
notte, si sono intese molte fucilate.
Questa mane il Tenente Galligaris, appartenente a questo Comando, nel
portarsi a fare delle compere al Lazzaretto, ove vengono i soliti venditori da
Messina, ha dato una solenne lezione di schiaffi ad un macellaio per avergli
questi mal risposto; ciononpertanto, l'Uffiziale è stato punito con gli arresti.
7 GENNAIO
Verso le ore 10 ½ a.m., un carretto carico di travi, trasportato da una corvé di
artiglieri, provenienti da Terranieri, entrando per Porta di Grazia, si è
abbattuto ad una trave ha preso sulla testa l'artigliere Coccia Vincenzo
stendendolo morto a terra; questi ha appena potuto ricevere, sul momento, i
soccorsi religiosi del Parroco della Cittadella.
Ieri hanno traversato il Faro due vascelli inglesi, forse provenienti da Napoli,
dirigendosi verso Malta. Si sono mandati tutti i pieghi al Comandante il
vascello francese che, per la messaggeria francese, li farà partire per Gaeta.
Con la stessa nave è partito anche il nostro Uffiziale di Stato Maggiore Alfiere
Gaeta, mercè la cooperazione del Comandante il vascello francese, con altri
pieghi per parlare personalmente a S.M. e fargli presente la necessita in cui
siamo per mancanza di viveri e denaro. Intanto, mentre la setta messaggeria
usciva dal porto col nominato Uffiziale, è entrato il vapore francese "Protis"
spedito da S.M.(D.G.) da Gaeta con il Capitano di Stato Maggiore Bellucci e
due Commessari di Guerra D'Ambrosio e Martinez, apportatori di 20mila
ducati e bastanti viveri, ma senza vino:
biscotto cantaja 239
carne salata cantaja 76
formaggio cantaja 32
farina cantaja 160
riso cantaja 113
fagioli cantaja 113
Ognono può figurarsi qual piacere e quanti "Viva il Re" si sono intese
dall'intiero presidio nel vedere sbarcare tanta provvidenza.
Oggi mentre sbarcavano i nostri viveri con sorpresa sei Messinesi e
ammirazione del nemico, sono partiti due vapori carichi di congedati
garibaldini per Genova che con fazzoletti bianchi salutavano i nostri soldati i
quali, da sopra le batterie, guardavano più i viveri che sbarcavano che i loro
saluti.
Il Comandante il vapore "Protis", al quale io servivo da interprete per tutti, con
quella solita gentilezza ed amabilità francese, mi ha premurato di accettare
una dejuné a bordo per domani, invito al quale non hon potuto rinunciare.
Il Comandante il vascello francese "La Toge" mi ha fatto sapere di premurare
il vapore "Protis" di scaricare tra oggi e domani tutti
i viveri stante che lui ha ordine di portarsi col vascello a Tolone per cui
amerebbe che il "Protis" fusse all'ordine per l'ora della sua partenza per non
ricevere qualche ostacolo dalla Sanità o dal Governo Militare di Messina.
Cacciatori in uniforme da Campo
8 GENNAIO
Alle ore 10 a.m., col Capitano dello Stato Maggiore Bellucci, il Maggiore di
Artiglieria De Michele – presentato come Capo del mio
Stato Maggiore – con una lancia marina, ci siamo portati sul vapore "Protis"
ove siamo strati ricevuti con tutte le formalità.
Pria del pranzo(che dicesi dejunè) è stato offerto un buon vermouth che
prepara lo stomaco a ben mangiare con appetito, quindi il galante dejunè è
stato servito da otto portate oltre quei piatti di rinforzo e molta sorte di frutti e
mandarini.
Dopo il pranxo mi sono portato sul vascello francese per augurare il buon
viaggio al Comandante anche da parte del Maresciallo Fergola,
ringraziandolo delle gentilezze usateci anche da parte della Francia. Dopo
varii discorsi il Comandante mi ha domandato se tutti i viveri erano stati
sbarcati dal "Protis", a cui ho risposto che tale operazione sarebbe terminata
alle ore 23.
"Ebbene" – egli mi ha detto "ora potete stare tranquilli nei nostri baluardi per
più di due mesi; d'altronte, non so se io sarò ringraziato da altro legno da
guerra, ma finora nulla ne conosco, ma so che verranno in questo porto tre
legni da guerra russi e che il Console Russo ha già ricevuto una grossa
somma di denaro per l'approvvigionamento dei detti legni". Mi ha, parimenti,
soggiunto che in Palermo vi è stata una sommossa e le Autorità sono venute
a Messina a ricoverarsi. Le voci popolari sono che le Autorità suddette si
sono dirette a Gaeta per sottomettersi al Re. Questa seconda parte non è
troppo da prestarci credito.
Il Generale piemontese si è scusato di non poter più permettere di comprare
fascine per i nostri forni perché non può frenare la popolazione che lo
minaccia di pugnalarlo stante che crede che dette fascine ci servono come
spalleggiamento per le nostre batterie. Ha detto pure di essere stato
obbligato fare arrestare un Uffiziale garibaldino al teatro perché, salito su una
sedia, gridava ad alta voce "Viava il solo Garibaldi"; che nell'anarchia in cui
trovasi la città non vi è forza bastante per reprimerla.
Dovendoci adattare alle circostanze si sta escogitando il mezzo come
rimediare dando alla truppa il pane in denaro in ogni tre o quattro giorni.-Cosa
strana! Nel mentre la popolazione è così ostile verso di noi, tutti i venditori
vengono a venderci quanto ci bisogna in modo che la truppa, che da oggi
riceve il prest, compra a sue spese l'ordinario di carne e pasta ed anche il
pane per 4123 uomini e 213 Uffiziali.
Nel mentre siamo assediati, giornalmente si seguita il trasporto nella
Cittadella di quanto esiste nei due Castelli di Consagra e Castellaccio, giusta
la convenzione stabilita nel luglio con i garibaldini in Messina. Siamo molto
afflitti per un nostro Uffiziale aggiunto alla Stato Maggiore, Tenente Capozzi,
il quale ha rinvenuto la triste notizia che una bomba, a Gaeta, ha fatto restare
morta sua moglie ed una bimba che stava allattando ed una scheggia ha
spezzato un braccio ad un'altra figlia di 5 anni .
Per quanto ci assicura il Capitano che ci ha portato i viveri, a Gaeta,
giornalmente, si bombarda dal nemico la Città, producendo danni e disgrazie
tra la popolazione, ma nulla alle fortificazioni.
9 GENNAIO
Questa mattina il vascello francese "La Toge", con macchina accesa, nel
sortire dal porto, la corrente lo ha trasportato vicino al SS.Salvatore ed è stato
sul punto di andar soggetto a disgrazia, ma, mercè l'aiuto di altri vapori,
fortunatamente ha evitato ogni pericolo ed è sortito dal porto verso le ore 23.
Io non ho mancato di mandare a bordo un Uffiziale per offrire al detto
Comandante una numerosa corvé e quanto poteva bisognargli; nel molto
ringraziarmi, non ha accettato alcun aiuto avendo a bordo 900 e più uomini.
Questa notte in Città sono avvenuti molti furti ed i piemontesi di guardia
ricevono molte fucilate che si suppongono tirate dai garibaldini, gente molto
torbida e che tuttora ve n'è eran quantità in Messina, ove regna un gran
disordine e anarchia.
Tutta la truppa avanza 3 giorni di prest di novembre, 15 di dicembre e 7 del
corrente gennaio, in tutto 25 giorni. Stamane è stata ad essa pagato i soli 3
giorni di novembre prevedendo che ad altra remissiva di somma riceverà il
resto. Gli Uffiziali avanzano novembre e dicembre; per ordine venuto da
Gaeta, devono essere pagati questi due mesi a condizione, però, che da
questi devono restituire il soprassoldo, la doppia diaria, alloggio e mobilio
percepito nel mese di ottobre stante che per l'ultimo trimestre del 1860 essi
non debbono avere che il solo semplice soldo. Per i Capi di Corpo ed i
Generali, la metà delle spese di ufficio ed un semplice soldo; il tutto, poi, da
essere rivalutato allorchè si farà la pace.- Dai 20mila ducati ricevuti, niente si
è potuto restituire alla truppa ed agli Uffiziali per quanto hanno improntato alla
Cassa di Campagna, che ammonta a circa 12mila ducati, altrimenti si
sarebbe potuto dare pochissimi giorni di prest e soldo .
I 20mila ducati sono tutti in Napoleoni d'oro di 20 franchi e ci vengono
calcolati a 49 carlini ognuno; or siccome in piazza vengono valutati a 46 ½
carlini, per ogni napoleone si perdono 25 grana.
10 GENNAIO
Il vascello francese che partì ieri al giorno è rientrato di nuovo nel porto per
aggiustare ed indennizzare i danni arrecati ad un legno americano. Questa
notte è stato assassinato un negoziante in Messina.
11 GENNAIO
Alle ore 7 a.m. il vapore "Il Protis" è partito per Gaeta portando seco i nostri
pieghi, il Colonnello Palmieri e Maggiore Hueber ed il Generale Aldanese.
Verso mezzogiorno è entrato nel porto una fregata americana la quale ha
reso gli onori al vascello francese con 6 colpi di cannone, ed altrettanto ha
fatto per la fregata inglese, che hanno restituito i saluti, per cui siamo stati
ascoltatori di continue cannonate.
Dalla Calabria ci pervengono notizie di continue reazioni. In Messina corre
voce che sia partita una deputazione da Palermo per portarsi a Gaeta e
domandare delle garenzie a Francesco II; detta notizia viene confermata nel
foglio francese "La Debats" del 2 corrente che dice "...queste cose danno
molto imbarazzo alla Corte di Torino".
Speriamo che sia vero!
Ferdinando II in uniforme da Lanciere
12 GENNAIO
In Messina corre voce di una rivoluzione in Francia ed a Vienna, ma non è
annunciato ufficialmente.
Il vascello francese "La Toge" è ripartito col nostro massimo dispiacere,
memori delle gentilezze e buone maniere scambiateci col Comandante. Egli
mi inviava tutti i giorni i fogli francesi; non sappiamo se altro legno francese lo
sostituirà. Siamo però in aspettativa di legni da guerra russa, per quanto ci si
fa sperare. Lo credo difficile!
Due fregate americane molto ben armate trovansi nel porto .
Oggi il Generale Chiabrera ha passato in rivista, in gran tenuta, la sua Brigata
Piemontese e la Guardia Nazionale. Grandi scissure vi sono in Città tra i
Piemontesi ed i Garibaldini, quasi tutti siciliani, la più parte sortiti dalle galere.
Questi ultimi minacciano anche la Guardia Nazionale e non passa giorno che
non succedono omicidi ed assassini. Ieri verso le 23 anche un Commessario
di Polizia ricevè un colpo di stile alla gola. Oggi è giunto un vapore da Napoli
con tristi notizie di quella infelice Capitale; cioè di una violenta reazione che
ha obbligato la truppa piemontese ritirarsi dalla parte di Portici. Se
disgraziatamente questa notizia sia vera, chi può liberarla da un saccheggio?
Povero Regno! Chi sa quando rientrerai nello stato normale! Per la Sicilia le
cose vanno di male in peggio giornalmente per la crescente miseria,
massime in Messina che per nulla si travaglia: il porto, emporio della sua
ricchezza, punto franco, è del tutto arenato perché manca il commercio.
L'anno passato per nulla poteva transitarsi per la marina tanta era la follia dei
facchini addetti allo scarico delle merci e pel caricamento degli agrumi, unico
prodotto di questa provincia e che in questo mese si raccoglie per esportarlo
all'estero. Ora nulla di tutto ciò: nella marina si osserva uno squallore,
magazzini chiusi e vuoti, pochi facinorosi che girano, nessuno travaglia;
migliaia di causidici, notari, amanuensi impiegati destituiti che muoiono di
fame.
Una perfetta anarchia, ove il più forte opprime il debole! La plebe onesta, per
poca che sia, desidera Francesco II, come ci esternano i venditori che
vengono a vendere nella Cittadella.
13 GENNAIO
Ci si avvisa con sicurezza che vi sia stato uno sbarco in Calabria di circa
3.000 uomini comandati dal Generale Bosco, partiti da Gaeta su legni
francesi, avendo a rimorchio 3 piccoli legni carichi da armi. Se tal notizia si
avvera, i Calabresi si comporteranno come il 1799. Lo credo falso! Una
signora venuta da Napoli ci ha portato la seguente canzone popolare che
cantano i lazzaroni:
1
Fora, fora Manuele
lu Cavour e lu Farini
purzì tutti st'auti assassini
se ne vanno a fà squartà.
Manué si vuò da lu Re
va a Turino, siente a me!
2
Chesta bella Capitale
che d'Italia è nu giardino
na provincia cchiù maschina
la vulive fà addeventà.
Manué nun è pe te
và 'mmalora, siente a mé!
3
Nuje vulimmo lu Re nuosto
ch'é nu figlio 'e Santarella
cu la cara Reginella
Isso nuje àdda guvernà.
E chi nun lo può vedé
schiatta e crepa. Viva 'o Re!
4
Viva sempre lu Re nuosto
Viva sempre Francischiello
cu chitarre e sciusciarielle
nuje l'avimmo j 'a scuntrà.
E chi nun lo può vedé
schiatta e crepa. Viva 'o Re!
14 GENNAIO
Questa mattina si è mandato un Uffiziale a bordo della fregata inglese con un
ufficio diretto al Comandante per prevenirlo che dopodomani, ricorrendo
l'onomastico del nostro Sovrano, la Cittadella ed il Forte SS.Salvatore
eseguiranno tre salve di rito.
Il detto Comandante non solo a voce ha esternato i suoi ringraziamenti
all'Ufficiale, ma ha scritto al Maresciallo una compitissima lettera di
ringraziamenti e riconoscenza offrendosi a quanto poteva bisognare all'intiero
presidio; quindi ha introdotto il suddetto Uffiziale nella sua stanza
complimentandolo di caffè e rhum ed a parte gli ha detto: "State allegri
perché i vostri affari vanno ad accomodarsi, ma a poco a poco."-Tanta
simpatia giammai ci hanno dimostrato gli Inglesi! Ciò fa supporre qualche
cambiamento nella politica.
Col vapore ora giunto da Napoli è venuto nella Cittadella un fratello di un
nostro dottore il quale ci dà consolantissime notizie dei nostri affari, che se
fussero vere staressimo al termine delle nostre afflizioni. Intanto bisogna
crederle o fingere di crederle per così far restare più contenta e con maggiori
speranze la nostra guarnigione. Esse sono:
•
i Castelli nelle mani della guardia nazionale;
•
in Napoli non più di 1.500 piemontesi;
•
i garibaldini tutti periti e molto malcontenti;
•
partito immenso per Francesco II;
•
la guardia nazionale però non tutta dello stesso parere perché
vogliono la repubblica, ma sono i più deboli;
•
gli ospedali pieni di infermi della truppa di Cialdini in Gaeta;
•
i tre vapori carichi degli effetti di Palazzo Reale, carrozze,
cavalli, quadri, ecc., sono stati presi da due legni francesi e
si credono restituiti nel porto di Napoli o a Terracina;
•
è sicuro che Garibaldi morì in seguito della ferita ricevuta
sotto la Piazza di Capua;
•
giornaliere reazioni succedono nella Capitale in favore del
nostro Re;
•
e finalmente che il Principe Carignani è in Napoli come Luogotenente in
sostituzione di Farini.
Con lo stesso vapore sono giunti 300 garibaldini congedati, parte dei quali
sono sbarcati a Paola perché calabresi, il resto a Messina; aumento di
anarchia in questa Città.
Il Sig.Maresciallo ha fatto mettere in musica dalle nostre bande la canzone
popolare venuta da Napoli facendola cantare fino alle ore 3 di notte dalla
Casina Militare; siccome mai io vi sono intervenuto, il Capitano direttore della
banda del 3° di Linea si è creduto in dovere portare la banda nella mia
abitazione per farla cantare.
Abbenchè credo ciò poco contegnoso per una truppa ben organizzata dopo
battuta la ritirata, pure, per uniformarmi all'ignoranza dei tempi presenti(infelici
sono tutti i rapporti) ho complimentato la banda con delle bottiglie di rhum.
Ho ricevuto due fogli da Napoli "La Croce Rossa" – "5 e 9" e "L'Equatore" dai
quali ho appreso con qualche soddisfazione lo stato politico in cui ci troviamo,
nè mi persuado come possa dire con tutta verità quanto succede. É vero che
la stampa è libera, ma le cose che offendono direttamente il nuovo regime
sembrami perfettamente da permettersi in tempi di anarchia: lo stile, per altro,
lo giudico Gesuita!
Il Generale Nunziante - 1794 - 1832
15 GENNAIO
Il Commodoro(o Ammiraglio) di due legni americani da guerra che sono nel
porto, per mezzo del di loro Console, esternarono la colontà di voler far visita
al Comandante Supremo ed al Comandante la Cittadella. Feci rispondere che
con piacere sarebbe stato ricevuto oggi alle ore 11 a.m. Ho fatto preparare
una stanza, non alla Cittadella, ma al Lazzaretto ove il Maresciallo Fergola ed
io l'abbiamo ricevuto.
Egli era accompagnato dal Comandante la fregata e da altro Uffiziale
Superiore, forse Comandante di altro legno, e dal Console Americano che ha
fatto da interprete. Per me non credo uomini molto istruiti questi che ci hanno
onorato perché non parlano che la sola lingua americana, nel mentre la
lingua francese, generalizzata per tutta l'Europa, è quella diplomatica. Il
discorso è stato breve ed appena qualche parola ho potuto scambiare con
l'Ammiraglio che balbetta qualche parola in francese.
Il Console Americano mi ha assicurato che dei cinque vascelli francesi,
quattro erano di già partiti dal porto di Gaeta e l'ultimo aveva l'ordine di
ritirarsi il giorno 19 del corrente mese; se sia vero oppur no non si tarderà a
conoscere.
Certo è che, partendo da qui, il vascello francese dovette lasciare al Console
francese istruzioni analoghe a quelle da lui ricevute dall'Ammiraglio francese
Barbier De Fitan, Comandante la Squadra avanti Gaeta, circa i pieghi che ci
pervengono da Gaeta ed il mertedì tramite la messaggeria e che egli ci
faceva pervenire; infatti, ieri ci furono rimessi dal detto Console francese Mr
Boulard i pieghi pervenuti da Gaeta e ci fece avvertire di mandare a lui i
pieghi che dobbiamo mandare a Gaeta, assicurandoci che li avrebbe fatti
proseguire all'indirizzo. Molti, poi, assicurano che legni spagnoli ed esteri
resteranno avanti Gaeta per proteggere il nostro Re. Non essendo prudente
restituire la visita dell'Ammiraglio Americano, vi abbiamo mandato un nostro
Uffiziale con biglietto da visita del Maresciallo Fergola e mio.
16 GENNAIO
Oggi, ricorrendo il fausto onomastico del nostro Sovrano, abbiamo rotto in
qualche modo la monotonia in cui siamo.
Alle ore 8 a.m. si è tirata la prima salva tanto della Cittadella che da Forte
SS.Salvatore. Alle 10, Te Deum in gran tenuta; altra salva alle 12 e la terza al
calar del sole.
Le tre bande dei Reggimenti hanno suonato alla Casina Militare tutta
illuminata ed i soldati hanno replicate volte cantato con la musica la canzone
"Fora, Fora Manuele."-Tale baldoria è durata fino alle due di notte e quindi, si
è fatto battere la ritirata.
Buone notizie riceviamo da ogni dove e la più parte della guarnigione si
lusinga la nostra entrata in Napoli prima della fina del mese. Io son costretto
annuire a simili notizie per non mostrarmi contrario al sentimento comune,
ma, per me, ci vuol molto tempo ancora e molte difficoltà restano a superare.
Faccia Iddio e sia di scudo al nostro amato Sovrano!
17 GENNAIO
Ieri disertò il chirurgo dei Pionieri D.Antonio Garzia e questa mattina, tramite il
Generale piemontese Chiabrera, ha chiesto le sue dimissioni dichiarando di
prendere servizio nelle truppe di Vittorio Emanuele, il quale non fa un grande
acquisto stante che il detto dottore è una vera bestia.- Alle ore 24 di ieri è
giunta nel porto una corvetta francese; questa mattina ho inviato il Tenente
Brath ad offrire al Comandante qualunque cosa potesse bisognargli, ma egli
molto gentilmente ha detto: "Ringraziate il Sig. Maresciallo Fergola ed il
Generale de Martino, perché io conosco i loro nomi, e son dispiaciuto che
non resto qui ma vi sono venuto per causa dei cattivi tempi di mare e son
diretto per levante." Ha poi aggiunto che tre vascelli francesi sono a Gaeta.
Il nostro interprete telegrafico ci avvisa che la corrispondenza telegrafica tra
Calabria e Napoli è interrotta dalla ore 18 di ieri; ciò fa supporre che bande
calabresi si sono aumentate e che abbiano rotti i telegrafi.
Altro legno a vapore carico di garibaldini congedati sta per entrare nel porto.
Ieri sera giunse nel porto un vascello inglese; non si sa se resta come al
consueto oppure sia venuto qui per i cattivi tempi di mare.
Corre voce che legni russi devono venire nel porto di Messina , ma per ora
nessun indizio ufficiale abbiamo; dicesi pure che La Farina ed il Luogotenente
di Sicilia, dopo la sommessa di Palermo, si rifugiarono in Messina e da qui
partiti, forse, per Napoli. Furti in Città non ne mancano!
18 GENNAIO
Cosa sono le guerre civili e l'anarchia! Nel mentre in Messina vi sono due
Reggimenti piemontesi, molti garibaldini da congedarsi (truppa per nulla
adatta per battere o assalire la Cittadella), la Città è in perfetta anarchia e la
gente onesta teme che la Cittadella spari. Intanto, questa notte la
popolazione è stata nei palpiti e pochi si sono coricati perché dei malviventi
ieri e al giorno spacciarono la voce che la corvetta francese avrebbe
attaccato la Cittadella e, di conseguenza, questa avrebbe bombardata la
Città.
Simili menzogne sono credute perché tutti gli animi sono sospesi ed in
trambusto e tutti desiderano la fine di questa tragedia che nessuno può
calcolarne i risultati; i soli facinorosi desiderano lo statu quo.-Il padre e la
madre di una delle mie ordinanze che vengono da un paese di Calabria
chiamato Catona, di fronte alla Cittadella, mi assicurano che a Reggio ed in
buona parte della Calabria non vi sono affatto truppe piemontesi e che i
calabresi che presero servizio con Garibaldi e che furono spediti a Napoli ed
a Capua sono stati tutti congedati con 30 ducati di compenso ciascuno con
l'ordine di essere pronti a qualunque chiamata. Mi hanno inoltre detto: che il
Governo di Vittorio Emanuele non è sostenuto che dalla Guardia Nazionale e
da ogni paese esigono dazii e gabelle a loro piacere; che giudici e giustizia
per nulla se ne conoscono ed, infine, che un decreto di Vittorio Emanuele
stabilisce che tutti gli sbandati che non hanno compiuto il loro impegno
devono presentarsi al Capoluogo di Provincia per essere condotti a Napoli e
che le Guardie Nazionali si premurano arrestare tutti coloro che si trovano in
questa categoria. Ma finora nessuno ancora hanno arrestato stante che tutti
coloro che dovrebbero presentarsi sono nelle montagne dicendo(come
asseriscono)"Quando ci chiama Francesco II allora ci presenteremo".
L'anarchia e la miseria in questo nostro infelice regno è generale!
Varii vapori di commercio sono qui giunti da Napoli e varie famiglie di °Uffiziali
di questo presidio sono venute a raggiungere i loro mariti dicendo credersi più
sicure in una piazza assediata, esposta a tutti i pericoli della guerra anzichè
nell'infelice Capitale di Napoli. Esse raccontano tutte le peripezie passate e
giornalmente aumentano sempre col timore che divengono più tristi.
In giornata sono partiti dal porto il vascello inglese,dirigendosi verso Napoli, e
la corvetta francese ed altra americana dirigendosi verso levante. Stamane si
è presentato nella Cittadella un sergente garibaldino disertore che si è fatto
arruolare come soldato in artiglieria. Lo stesso racconta l'indisciplina ed il
poco ordine che regna in quelle truppe e specie di masnade!
Alfonso di Borbone – Conte di Caserta
19 GENNAIO
Le nostre spie che abbiamo in Città ci rapportano che questa notte si sono
fatti molti arresti in Messina di coloro che sono designati come realisti, ed
infatti sono state sequestrate 10 bandiere con lo stemma reale di Francesco
II.-Domenica scorsa da un gentiluomo furono riuniti circa 80 persone in un
sito appartato della campagna ove trovarono un messinese che domandò a
tutti se erano disposti a tenersi pronti per una eventuale chiamata; tutti
risposero di si e si sciolsero.
Questa notte è stata derubata la Madonna della Provvidenza nella Chiesa
vicino all'Ospedale Generale.-Altro assassinio commesso in Città in persona
di un negoziante.
Finora il presidio della Cittadella conta 106 disertori di tutte le armi, la
maggior parte di essi calabresi; più 13 Uffiziali, la più parte di essi dei Corpi
Facoltativi.
Che impero hanno le mogli sui di loro mariti! Specialmente i militari che sono i
più coglioni mariti del mondo. Infatti, si sono disertati Uffiziali del Genio di
molto talento e molto attaccati ai loro doveri, ma le insinuazioni delle mogli da
Napoli li hanno fatto aberrare quasi alla vigilia della fine delle nostre angustie,
le quali certamente non tarderanno a decidersi nella prossima primavera.
La forza effettiva in giornata nella Cittadella è di 4.413 uomini. Verso le ore 22
tutte le botteghe si sono chiuse e la Città è rimasta deserta perché un forte
distaccamento di carabinieri aveva avuto l'ordine di partire per le Calabrie per
esservi colà bisogno di forza; i carabinieri, essendo siciliani, con pochi capi
italiani, non hanno voluto marciare dicendo che toccava ai Reggimenti
piemontesi. Or siccome si suppone che con la forza si obbligherebbero i
carabinieri a partire e questi essendo decisi a battersi piuttosto coi piemontesi
che a marciare per le Calabrie, sono cominciate le minacce e tutti i cittadini si
sono ritirati e le botteghe si sono chiuse. Povera Citta! La miseria cresce...ed
i furti giornalmente si moltiplicano!
20 GENNAIO
Ieri sera i carabinieri, obbligati dalla forza, partirono; non saprei se, in caso di
qualche scontro, si batteranno bene! Sono le ore 20 e ricevo notizie dalle
Calabrie che ieri sera a Reggio vi fu un fuoco nutrito di fucilaria; con chi sia
avvenuto non si conosce perché da Reggio nessuna barca è qui approdata,
forse perché non permesso dalle Autorità.- Seguitano fino alle ore 24 le
notizie delle molte reazioni nei diversi paesi della Provincia di Reggio; oggi
sono partite altre Compagnie di piemontesi per Reggio da dove, da questa
mattina, pervengono replicate premure per avere rinforzo, stante che la
Guardia Nazionale si crede insufficiente a resistere ai reazionari, abbenchè
abbia il Castello.
Questa notte si è tentato di scassinare la Chiesa Madre, ma giunta a tempo
la truppa si è evitato che la Madonna della Lettera, Protettrice di Messina,
perdesse tutti i tesori che l'adornano.
Molti arresti si sono verificati dei cosi detti realisti ricchi, poco curandosi dei
realisti poveri; tra gli arrestati, dicono, il ricco negoziante speculatore e
appaltatore Conte. Da costui, prima dell'entrata ,di Garibaldi in Messina, dal
locale Comitato si pretesero 12mila ducati; dopo la entrata, altra forte
contribuzione e l'obbligo di confezionare il pane per tutta la truppa. Siccome
non fu mai pagato, il Conte pensò di emigrare e si ricovera a Malta, da dove,
dopo due mesi, si disse, raggiunse le Calabrie, e precisamente a
Monteleone, presso una sua figlia maritata. Oggi però lo dicono arrestato, la
sua casa circondata da gente armata e tutti i beni sequestrati, tra cui il
grazioso feudo di Schirò, vicino a Taormina. Tutti i fondi dei Conventi sono
stati sequestrati! I due più accaniti qui in Messina per fare arresti ed aizzare il
popolo sono il Barone S.Antonio, messinese – ora colonnello dei carabinieri -,
ed il Maggiore Bisogni, Comandante di Piazza, già vecchio strascinafaccende
presso i sensali di porto franco. Il Barone S.Antonio è un esiliato del 1849. Il
Generale Chiabrera, che comanda la truppa piemontese, ha preso posizione
con la sua brigata sul Noviziato ove ha situato due pezzi di artiglieria perché,
a quanto credesi dalle apparenze, teme un conflitto tra i piemontesi ed i
carabinieri uniti a quantità di garibaldini, i quali, quantunque disarmati, si
fanno temere e gridano sempre per essere congedati, ma sia la mancanza di
denaro o per qualche altra ragione non vengono congedati. La confusione e
l'anarchia è tale che nessuno più capisce come andrà a terminare simile e
generale calamità.-Per quanto osserviamo dalla Cittadella, molti viveri di
riserva si trasportano nel palazzo Siracusano, sito di rimpetto alle nostre
batterie, ove sono piazzati gli avamposti nemici; ciò fa supporre che il
Generale piemontese, temendo qualche reazione dei carabinieri in unione dei
garibaldini, voglia tenere la posizione all'esterno quasi della Città – dal
Noviziato fino al palazzo Siracusano – essendo sicura che, quantunque
dominato dalle nostre batterie, la Cittadella per nulla prenderebbe parte ai
loro affari.
Qual curiosa complicazione! Noi assediati, ora, siamo più tranquilli delle
truppe che diconsi conquistatrici e temonsi più fra loro che dei nostri cannoni i
quali, ben sorvegliati, riposano tranquillamente, nè, per ora, mi sembra
potranno mettersi in uso, stante che lo scisma esistente tra i nostri nemici
forma la nostra sicurezza.
Per altro, la truppa che trovasi in Messina non sarebbe neppure sufficiente
per fare una sorpresa o un colpo di mano, nè è truppa per simili faccende.
Se, poi, i piemontesi volessero stringerci di formale assedio, a mio credere,
dovrebbero almeno riunire in Messina 20mila uomini, se pure ve ne sono tanti
in tutto il Regno, essendo questa una Fortezza così difficile a prendersi o ad
essere assalita. Solo la fame o un tradimento può farla prendere o cederla,
ma avendo viveri si sta tranquilli. Ma se il nemico è provveduto di cannoni
rigati, siamo perduti perché nemmeno uno ne abbiamo nella Cittadella.
21 GENNAIO
Alle ore 7 a.m. è giunto uno dei vapori francesi noleggiati per conto del Re; la
maggio parte dei soldati, come al solito, è montata sui baluardi per osservarlo
sperando nell'arrivo di soccorsi di viveri, vino e denaro, ma qual è stata la loro
sorpresa nel vedere sbarcare circa 600 donne e ragazzi, rispettivamente
mogli, sorelle, madri e figli di ufficiali e soldati di questo presidio, che S.M.
(D.G.) ha spedito da Gaeta a quì onde non esporli a pericolo del fuoco
nemico. Domandato al Comandante del vapore se portava anche viveri e
denaro, ha risposto negativamente, aggiungendo che a bordo vi era solo
equipaggiamento dei passeggeri ed, inoltre, recava due lettere per il Sig.
Maresciallo. Con lo stesso vapore è venuto il Sig. Colonnello D.Raffaele
Ferrara per assumere il comando del 3° di Linea.
Le notizie da Gaeta sono: che colà era cessato il fuoco; che la flotta francese,
nell'allontanarsi, aveva issata la nostra bandiera facendo la consueta salva di
rito e che si attendeva l'arrivo della squadra russa.
Che trambusto e che confusione per alloggiare tante femmine e famiglie!
Verso le ore 11 ½ il Direttore di Artiglieria Colonnello D.Ferdinando Guillamat
ha disertato! Appena il Maresciallo Fergola ha ricevuto tal notizia, con la sua
solita bontà, ha mandato il Sig. Colonnello di Artiglieria Vallo(il quale può
andare e venire da Messina perché addetto a riceversi quanto si trasporta in
Cittadella dai Forti Consagra e Castellaccio) a richiamarlo, promettendogli
che non avrebbe affatto tenuto conto di simile aberrazione. In effetti,
essendosi il detto Colonnello Vallo portato a casa del suocero di Guillamat,
Sig.Marchese De Gregorio, ha colà trovato una quantità di gente quasi a
minacciarlo, credendo che fusse andato per condurre di bel nuovo il
Guillamat in Cittadella. Infatti il Marchese lo ha mal ricevuto dicendogli di
andarsene perché altrimenti sarebbe stato esposto al rischio di avere bruciato
il palazzo da parte della popolazione. Ma essendo sortito il suddetto
Guillamat ed intesa la imbasciata del Generale, dal Marchese gli è stato
imposto di ritirarsi nelle sue stanze ed ha licenziato il Colonnello Vallo.
Costui, nell'abbandonare la casa, giù al portone è stato preso a fischi; se non
vi fussero trovati presenti alcuni gentiluomini della Guardia Nazionale che lo
hanno aiutato a mettersi in carrozza e far ritorno alla Cittadella, certamente
l'avrebbe passata male.
Essendo venuto quanto sopra a mia conoscenza, ho detto al Sig.Maresciallo
di essersi molto mal regolato nell'usare tanta bontà e compiacenza con un
uomo senza onore, che diserta dopo un giuramento dato e dopo tanti benefici
ricevuti; che in cinque mesi da Capitano è divenuto Colonnello Direttore di
Artiglieria; e che perciò, se di nuovo venisse nella Fortezza sarei di parere di
non ammetterlo, anzi lo sottoporrei a giudizio per farlo fucilare. Gli ho deto
pure che il Guillamat è un uomo di molto talento e che si è avuta una perdita,
ma che nessuno e necessario al mondo tanto più quanto può supporsi un
tradimento in un uomo che calpesta il suo onore col disertare e, quindi, può
essere capace di tutto.
Un falso storico
Immagine raffigurante il testo fatto forse circolare dai piemontesi per screditare le
forze armate del Regno delle Due Sicilie, la cui marina era un modello di efficienza.
La fregata Partenope nel Porto di Napoli
22 GENNAIO
Con la messaggeria francese è ritornato da Gaeta il nostro Uffiziale di Stato
Maggiore che fu spedito il giorno 7 del corrente mese; egli ci ha recato
consolanti notizie sulla perfetta salute del Re, dello entusiasmo di quella
guarnigione, delle reazioni che vi sono in tutte le Provincie e delle buone
speranze che si hanno in favore del nostro Sovrano; nulla ci ha portato di
viveri o denaro perché per imbarcarsi sulla messaggeria ha dovuto prima
portarsi a Civitavecchia con passaporto francese. Il Re ha esternato la sua
piena soddisfazione dei Generali fino all'ultimo soldato per la maniera come
serviamo ad onta delle privazioni che si passano con tutta alacrità.
Questa notte a Messina si son fatti numerosi arresti; nelle cosiddette fornaci,
dai piemontesi, si sono rinvenuti circa 300 fucili. In Calabria, massime a
Reggio, anche si sono fatti molti arresti e, dicono, che colà vi siano gran
quantità di reazionari in favore del Re. Se quanto ci dicono i Calabresi fusse
vero gli affari dovrebbero presto finire; per altro, la maledetta Guardia
Nazionale, che è composta quasi tutta da gente compromessa, agisce con
vigore e fa arresti senza pietà. Le Compagnie dei piemontesi partite l'altro
giorno per la Calabria sono rientrate a Messina; dicono che siano state
respinte dai rivoltosi, ma io poco ci credo.
L'Uffiziale venuto da Gaeta apportava la notizia che il Colonnello graduato
Guillamat aveva ricevuto la proprietà e che S.M. lo aveva destinato al
Comando del Reggimento di Artiglieria in Gaeta. Qual dispiacere dovrà
provare il Guillamat per la sua diserzione di ieri! Dicasi aberrazione o
passione per la moglie, l'azione da lui commessa è sempre infamante!
23 GENNAIO
Ieri al giorno verso le 22 ½ vi fu in Messina una piccola reazione con grida di
"Viva Francesco II"; tutte le botteghe si chiusero, vi fu qualche fucilata,
accorse truppa piemontese, si fece qualche arresto e tutto rimase nella solita
anarchia.
Il giorno 15 del corr.mese, verso le ore 23, si presentò un francese, giunto
quasi per miracolo alla sperlungata senza essere stato arrestato dagli
avamposti nemici. Questo veniva ad avvisarci che il Colonnello francese, con
altri due, dovevano conferire col Generale Comandante la Cittadella; essi
venivano da Gaeta e dovevano sbarcare nelle Calabrie. Fatto sta che il detto
francese era ubriaco e disse tutto ciò in pubblico, alla presenza di Uffiziali e
soldati e dei due dottori dei Reggimenti. Condotto alla presenza del Generale
Fergola, questi gli disse che poteva guidare i tre francesi a Porta di Grazia
per via di mare alle ore 2 di notte. Il messo francese, sempre ubriaco, per
poca accortezza avuta, fu arrestato dagli avamposti nemici. Or siccome la
mattina appresso disertò dalla Cittadella il Chirurgo Garzia, costui, qual vile
disertore, andò a denunziare al nemico ciò che aveva udito dal messo
francese. Io ed il Maresciallo Fergola attendemmo fino alle 3 di notte il
Colonnello e gli altri due francesi, ma questi non vennero perché furono
subito arrestati su delazione del Garzia.-Il Console francese – per quanto si è
saputo – ha ottenuto che i tre restassero arrestati nella locanda; non si sa
altro.
Col vapore giunto ieri è anche venuto, vestito da pagano, il Capitano di
Artiglieria Afan De Rivera, forse, di qualche commissione per la Calabria.
Infatti, ieri, in un villaggio detto Cannitello, al di qua del Faro rimpetto alla
Cittadella, un francese si rivolse ad una persona credendolo il Dottore
Colosimo (forse ne aveva i connotati); la detta persona gli rispose
negativamente ma gli disse che, se lo desiderava, lo avrebbe chiamato
perché trovavasi pochi passi vicino. Il francese gli disse di si e lo ringraziò;
intanto la persona, che era una delle guardie nazionali, si unì ad altri ed
arrestarono il Colosmo, che sull'istante fu spedito in Messina e, quale
reazionario, fu subito condannato ad essere fucilato questa mattina. Il
Colosimo venne rinchiuso in un corpo di guardia ed esposto a mille
insolenze; dopo che tutti lo ebbero insultato ben bene, la maggior parte della
guardi cominciò ad addormentarsi, chiudendo bene la stanza ove era
rinserrato. Il Colosimo, accortosi che tutti dormivano ed osservando che sotto
la finestra della stanza, abbenchè molto alta, vi erano dei carrettini, si è
buttato giù dalla finestra della stanza e si è posto a correre verso i nostri
avamposti i Terranova e, per poco, le sentinelle del posto Pagliara non
l'hanno ucciso perché egli gridava "Viva Francesco II".
Giungendo al Corpo di Guardia nostro, il povero Colosimo, di professione
medico
chirurgo, quasi moribondo e sfinito, si bevve tutto d'un fiato, quasi una
gamella d'acqua; presentate le sue carte e presi accordi con Afan De Rivera
per le operazioni da farsi in Calabria con i francesi, l'abbimo salvato in
Cittadella.
Oggi i piemontesi, verso le ore 22, hanno battuto la "generale" e sono calati
dai loro quartieri prendendo posizione d'attacco; si è tirato da essi anche un
colpo di cannone, molte fucilate si sono intese in Città, ma non ne sappiamo il
risultato. Certo è che la popolazione è contraria senza sapere cosa vuole,nè
qual governo desidera: ama soltanto l'anarchia. La truppa piemontese ha
preso posizione avanti la linea di demarcazione della Cittadella credendosi
sicura alle spalle per poter far fronte alla popolazione, ai carabinieri siciliani e
garibaldini che pure sono ad essi contrari. Io, intanto, ho fatto raddoppiare
tutte le sentinelle ed ho ordinato all'artiglieria di Lunetta Carolina e Rivellino
S.Teresa che se truppa qualunque si avanza sopra Terranova o si
oltrepassasse i limiti della convenzione si tirasse a mitraglia senza
misericordia.
Dal nostro interprete telegrafico si avvisa essere passata segnalazione a
Messina che legni da guerra di molte Nazioni sono giunte avanti Gaeta per
proteggere Francesco II, ma che non si fa fuoco.
Oggi si è data gran tavola al 3° Reggimento di Linea per la venuta del nuovo
Colonnello; siamo stati invitati tutti i 5 Generali, Stato Maggiore ed altri. 22
coperti, serviti eccellenti vini e pasticceria, non è mancato lo champagne.
24 GENNAIO
Questa mattina, avendo parlato col Comandante della messaggeria francese,
ho saputo con molta segretezza che il bombardamento a
Gaeta era cominciato per mare e per terra, che nel partire da Gaeta i vascelli
francesi partirono anche i legni spagnuoli e che nel porto non è rimasto altro
che una fregata a vela disarmata, unico legno rimasto al nostro Re.
Ho parimenti parlato con il Comandante di altro vapore francese il quale ha
condotto un Maggiore Prussiano al servizio del nostro Re che, invece di
sbarcare nella Cittadella, è sbarcato a Messina ove è stato arrestato
rinvenendo nella sua valigia tutta la corrispondenza ed il piano concretato per
una reazione in Calabria.
Questo Maggiore doveva agire in unione al Colonnello ed agli altri due
francesi che trovansi arrestati. Il Comandante del detto vapore mi ha detto
pure che avendo atteso per ben 5 giorni il Maresciallo Afan De Rivera, che
deve venire dallo Stato Romano per la stessa operazione, andava a
partirsene perché, a quanto sembra, l'operazione è del tutto fallita.
Intanto dalla Cittadella si è preparata un mezza batteria a trascino, completa
di basti e tutti gli arnesi, ma senza animali; in più si tengono pronti 2
battaglioni di fanteria in attesa ,di ordini. Siccome di questa operazione,
disgraziatamente mal combinata e sbagliata, ne è tutta a conoscenza il
nemico, numerosi arresti si fanno in tutte le ore in Messina, per cui,
essendosi riempita la Vicaria, cominciano a trasportare gli arrestati al Castello
Consagra. In Calabria avviene la stessa cosa.
La situazione presente è davvero infelice è più infelice è il vivere in tanta
incertezza perché, rinchiusi, non siamo mai sicuri del vero. Rileviamo tante
differenti notizie, si spendono denari per spie, ma di niente siamo sicuri;
mentre ci si assicura che delle flotte estere sono giunte a Gaeta per
soccorrere il Re, il Comandante della messaggeria francese mi dice essere
cominciato il bombardamento per via di mare e di terra con il particolare che
l'Ammiraglio francese, nel partire, gli disse: "Se trovate i legni piemontesi
avanti Gaeta per impedirvi l'entrata, vi allontanerete, altrimenti le cannonate
andranno a vostro conto." Quindi la nostra posizione diventa alquanto triste
se il Re è circondato per mare e per terra per cui alcun soccorso potrà più
venirci e nè corrispondenza.
Altro vapore giunto da Napoli ci assicura di aver veduto ci assicura aver
veduto sortire da quel porto il nostro vascello (ora in potere del nemico),
armato a guerra, diretto a Gaeta e da servire pel bombardamento di quella
Piazza.
Dai fogli di Francia rilevo che la Russia aveva solennemente protestato alla
Francia che per nulla riconosceva il blocco di Gaeta ma non già che vi aveva
mandato una flotta per proteggere Francesco II, come si diceva o ci volevano
far credere.
25 GENNAIO
Quest'oggi si è fatto battere la "generale" nella Cittadella per osservare se
tutte le Armi e Uffiziali si fussero portati subito ai siti e posizioni assegnati. In
effetti, con la massima esattezza, in un momento, tutti si sono recati dove
dovevano. Non è strano se il nemico in Città, vedendo 4.500 uomini in
posizione sui baluardi e sui numerosi pezzi, non si è posto sotto le armi? Qui
a Messina si stampa un foglio, press'a poco come l'Arlecchino del 1848,
intitolato "DON MARZIO"; il numero di oggi portava che il bombardamento
per via di mare a Gaeta è cominciato il giorno 21 corrente e cessò subito
perché gli Ambasciatori di Austria, Russia, Prussia, Spagna e Baviera
innalzarono le loro bandiere dentro la Piazza.
Lo stesso giornale dice che Francesco II, invece di mandare viveri nella
Cittadella, inviò un carico di femmine, che nello sbarcare il Maresciallo
Fergola "si cacò ne calzoni" . Siccome la stampa è libera ognuno si permette
dire quel che vuole! Il reazionario calabrese Dottore Colosimo , che il giorno
23 corr. fuggì in questa Fortezza perché condannato a morte, oggi è stato
reclamato dalle Autorità Militari nemiche di Messina; siccome ciò sarebbe
contro il diritto delle genti e contro l'onor militare, si è risposto negativamente.
26 GENNAIO
Noia di un lungo assedio!
27 GENNAIO
La corvetta inglese da 21 pezzi che trovasi in stazione in questo porto ed il di
cui Comandante ci usa mille gentilezze, contro il solito ci ha mandato dei
fogli; non saprei a che attribuirlo! Questa mattina si è mandato il Generale
Cobianchi ed altro Uffiziale a bordo per restituirgli i fogli con i dovuti
ringraziamenti. Questi sono stati molto ben ricevuti ed hanno offerto gateau,
caffè e rosolio. Detto Comandante ha loro detto che dopodomani ci farà
pervenire notizie positive e che questa mattina a Messina si faceva le elezioni
dei Deputati al Parlamento, quasi mettendo in ridicolo tale elezione.
Le notizie che riceviamo sono:
•
che dei legni russi abbiano preso, a vista di Gaeta, due legni piemontesi
lasciati in abbandono perché danneggiati molto dalle bombe della Piazza e
che a rimorchio li abbiano trasportati nel porto di Gaeta;
•
che Brindisi e Barletta avevano operato una reazione ed inalberata la
bandiera di Francesco II, analogamente a quanto avvenuto nella Città di
Teramo e in tutto l'Abruzzo. Per le Calabrie abbiamo le stesse notizie. Se
tutto ciò si verifica il nostro assedio e le nostre privazioni non andrebbero
molto a lungo. Però non saprei da ove abbiano potuto venire nel Mare Tirreno
i legni Russi; dal Baltico non è possibile perché gelato nella presente
stagione; dal Mar Nero neanche pel passaggio dei Dardanelli. Soltanto
bisogna lusingarci che legni russi trovavansi nel Mediterraneo. Intanto
bisogna credere quanto dicesi a nostro vantaggio affinchè si stia più allegri di
spirito e pensar meno in quale epoca terminerà la catastrofe dell'infelice
nostro Paese, da molti mesi invaso dall'anarchia. Sappiamo dalla Città che le
due Compagnie dei Carabinieri che si spedirono a Messina, città al confine di
questa Provincia, per sedare una reazione nel senso repubblicano, sono
state circondate dai reazionari e per telegrafo domandano proprio soccorso. Il
Generale Chiabrera, che comanda le truppe piemontesi a Messina , si è
negato mandare in soccorso i suoi piemontesi col dire che si mandassero i
carabinieri perché essendo siciliani spetta ad essi dare dare aiuto ai
nazionali. I carabinieri non vogliono partire ed il Barone S.Antonio va a
sottosopra e non ancora si è deciso il da farsi.
Verso un'ora di notte è giunto nel porto un vapore mercantile con bandiera
francese da ove è sbarcato, venendo per via di mare, nella Cittadella il
Maresciallo di Campo D.Gaetano Afan De Rivera. Lo stesso ci ha detto
venire da Parigi, Marsiglia, Civitavecchia (è stato o non è stato a Gaeta?). Ha
portato due pieghi di corrispondenza consistenti in semplici comunicazioni
datate da Gaeta 21.
Infine non si è capito niente, forse perché avrà segrete istruzioni; è rimasto
molto dispiaciuto per l'arresto fatto dal nemico dei tre francesi e del Maggiore
sassone Klicki. Dopo circa un'ora si è rimbarcato portando seco suo figlio,
Capitano di Artiglieria, vestito da pagano , ed il Dottore calabrese Colosimo
che si era qui rifugiato. La barca della Sanità non voleva farli imbarcare
perché il legno non aveva ricevuto pratica, ma il Comandante del vapore ha
insistito nel dire che erano suoi passaggeri e così si sono potuti imbarcare. Il
detto Maresciallo ci ha inoltre che aveva a bordo due barilotti di rhum per la
truppa e dello zuccaro e caffè per gli Uffiziali, ma tutto ciò non ha potuto
sbarcare perché il legno non aveva la pratica in regola; si attende il risultato
domani.
Ci ha anche detto che a Parigi aveva un prestito per il Re; che il partito
legittimista in Francia è abbastanza numeroso e che si teme un rovescio; che
il vapore era pieno di viveri presi a Marsiglia e che non aveva potuto sbarcare
a Gaeta e li ha lasciati a Civitavecchia al nostro Console che deve trovar
mezzi per farli passare nella Piazza di Gaeta; che due legni piemontesi erano
stati affondati avanti Gaeta; che vi era il blocco ed, infine, tante cose forse
non vere per nascondere la sua missione.
Certò è che gli uomini e le braccia del nostro infelice Sovrano non sono atte a
disimpegnare quegli che vengono loro affidati. Il Maresciallo Afan De Rivera
doveva essere quì da circa 15 giorni; ora che il nemico ha conosciuto il da
farsi dello stesso, se ne va per perder tempo e compromettere uomini e cose,
senza nulla cavarne. Faccia Iddio e trovi dei mezzi come calmare la presente
burrasca.
Avviso a Ruote DELFINO
Nave Reale Ferdinando
28 GENNAIO
Questa mattina il Generale Conte Anguissola, con preventivo ordine di ieri,
doveva passare in rivista il 5° di Linea, uno dei due Reggimenti destinati alla
sua Brigata; nella posta del Maresciallo Fergola si è trovato uno scritto
dicendo che questo Generale Anguissola è un traditore e che suo fratello,
della Marina, fu il primo a tradire dandosi al nemico, e che passa continue
riviste al 5° di Linea per farlo stancare e far tradire anche la truppa e fa delle
angherie per farla disertare dopo tante privazioni che soffre. L'anonimo scritto
dice anche molte cose a carico del Maggiore di Artiglieria De Michele che
anche aveva ordinato una rivista ai suoi artiglieri. Conosciuto ciò, il
Maresciallo Fergola, per la sua conosciuta bontà, ha ordinato solo la
sospensione della rivista. Ognuno ben comprende che il Generale Anguissola
si sia rattristato per simile contr'ordine! Egli ha dichiarato che non si sentiva
più in grado di comandare la Brigata e, pertanto, domandava o le dimissioni o
un permesso per Gaeta.
Fortuna che tutti hanno opinione in me! Il Maresciallo mi ha incaricato di
accomodare il tutto, come mi è riuscito. Le ragioni da me addotte per
persuadere il Generale Anguissola sarebbero molto lunghe e noiose a
registrarle; certo è che le persone vili e per nulla militari, mal consigliano il
Maresciallo che potrà trovarsi male. La disciplina è la prima base del mestiere
dell'Armata! Molto dovrei qui prolungarmi, ma io non vorrei affatto offendere
altri per fare le mie lodi. La mia esperienza e prudenza fa in modo di portare
avanti questo noioso e complicato ed ancora misterioso assedio nel miglior
modo che si può, mancando a molti l'uso della guerra, l'esperienza del
mestiere ed il senso comune.
Col vapore che giunse ieri sera S.M.(D.G.) ci manda rhum per la truppa, circa
400 pipe di Marsiglia, caffè, zuccaro e sigari per gli Uffiziali e tabacco per i
soldati; tutto ciò è sbarcato oggi, dopo che il legno ha ricevuto la pratica.
È giunto nel porto un vapore che ha sbarcato poche truppe piemontesi; non si
è potuto sapere da ove sono partiti. Alcuni dicono da Genova, ma si
imbarcheranno di bel nuovo per Taranto. In Città, nella Chiesa Cattedrale,
alla sua diretta, vi esiste un colossale campanile di cattivissima forma ed
antichissimo che guasta la magnifica facciata della Chiesa. Da circa due anni
si fece il progetto di demolirlo per costruirvi due campanili ai due lati della
Chiesa, più svelti del gusto presente; questa mattina i lavoratori sono andati
per smontare le campane, una gran folla si è ammutinata e gente robusta e
montata sul campanile, cacciandone i lavoratori, si sono posti a suonare per
più di 3 ore. Il popolo gridava che volevano rubare le campane e che si
fossero costruiti prima i due campanili e poi togliere le campane. Si è dovuto
ubbidire al popolo sovrano.
Alle 8 p.m. si è chiamato "all'armi" dai nostri avamposti; in un momento tutto il
presidio è stato sotto le armi e sulle batterie. La nostra pattuglia a Terranova
si è molto inoltrata, per cui le sentinelle piemontesi han fatto fuoco. Dopo
scambio di alquante fucilate, la truppa si è ritirata. In giornata abbiamo
acquistato due barili di olio e cinquanta salme di grano. Si dato caparra per
100 grosse fascine. Il grano, abbenchè carico di olio( che apporta dolor di
testa) è stato immesso per la bontà del Generale Fergola.
29 GENNAIO
Questa notte è partito il vapore francese che aveva a bordo il Maresciallo
Afan De Rivera, suo figlio, Capitano di Artiglieria travestito ed il
dott.Colosimo. É venuta la solita messaggeria francese ma senza notizia per
noi, stante che, essendo partita la squadra francese dal porto di Gaeta, non
più passa per quelle acque. Il giorno 19 corr., la detta squadra, comandata
dal Vice Ammiraglio de Filan, partì per Tolone.
Un vapore carico di piemontesi, qui imbarcati, si è diretto a Reggio. Il
processo contro i quattro francesi arrestati come emissari borbonici è in corso
di istruzione presso il Consiglio di Guerra di Messina. Dalle eseguite
investigazioni sul prussiano Enrico Klicki si è venuto a conoscere che il
supposto nome di Klicki si identifica nientemeno che col Conte Kalkreut,
Capitano di Stato Maggiore delle nostre truppe. Egli si è imbarcato a
Civitavecchia diretto per le Calabrie onde riunirsi ivi al Generale Afan De
Rivera e promuovere un movimento in quelle parti avente sempre come base
delle operazioni la Cittadella di Messina. Gli si sono rinvenute addosso delle
interessanti lettere di Gaeta, oltre 400 napoleoni in oro, due revolver, due
sciabole ed un piano orografico delle Provincie d'Abruzzo ove, sembra,
dovesse prima scoppiare la rivoluzione. Il detto Conte Kalkreut trovavasi
rinchiuso nel Forte Castellaccio e guardato a vista; mostra molto sangue
freddo ed ha dichiarato essere pronto a subire le conseguenze della sua
condotta
Immagine di “Avviso” a ruote
Goletta Sfinge
30 GENNAIO
Noia di lungo assedio. Giornata molto fredda in Sicilia e per la Sicilia.
31 GENNAIO
Stamane un piccolo vapore francese armato è entrato nel porto; non si
conosce il suo destino.
Quest'oggi, verso le ore 20, è giunto nel porto un vapore francese
proveniente da Civitavecchia spedito da S.A.R. Don Francesco di
Paola che in nome di S.M.(D.G.) invia a questo presidio i seguenti viveri
acquistati a Marsiglia:
FARINA kg. 120.000 FORMAGGIO kg. 13.100
FAGIOLI kg. 30.000 BACCALÀ kg. 7.000
RISO kg. 12.000 PESCE IN SALAMOIA kg. 1.700
BISCOTTO kg. 3.000 SARDELLE kg. 2.000
OLIO kg. 2.400 SARDINE kg. 2.000
CARNE SALATA kg. 8.200 SALE kg. 7.000
LARDO kg. 1.700 ARINGHE kg. 51.000
Più 8 casse di medicinali.
Ognuno ben comprende con quale allegrezza si è ricevuto un tal soccorso
perché da domani 1° febbraio la truppa non riceve più prest col quale fa il suo
ordinario(perché si manca del tutto di danaro) ma bensì riceve giornalmente
la razione dei viveri della riserva. Siamo però allegri perché con i viveri che
avevamo e questi venuti possiamo attendere il risultato della guerra per ben 5
mesi, augurandoci che per tale epoca saranno finite le nostre privazioni.
Il nemico non lo temiamo perché non è in forma per attaccarci e fino a che
non giungono in Messina almeno 20mila uomini, l'Armata Piemontese
nessuna operazione potrà intraprendere contro la Cittadella forte al pari di
Gaeta. I soli viveri ci tenevano in pensiero, venuti questi non più pensiamo
che a soffrire un misterioso assedio con una convenzione. Per altro ad onta
di qualunque sofferenza o privazione, questo presidio può chiamarsi
fortunato, visto le disgrazie e le calamità sofferte dal nostro esercito. Solo mi
sgomentano i cannoni rigati di cui ne siamo privi. I messinesi non possono
persuadersi come Gaeta e la Cittadella non possono cadere in potere di
Vittorio Emanuele e dei piemontesi, nel mentre da questi giornalmente si
canta vittoria e battaglie guadagnate e si fanno suonare campane a gloria per
la presa di Gaeta e per aver occupato tutte le posizioni. Il parlare delle
coglionerie che giornalmente si stampano sarebbe soverchio perché essendo
la stampa libera ed il popolo sovrano ciascuno può far stampare quanto gli
piace.
Il Comandante del vapore ci ha detto che il bombardamento del giorno 23
corrente furono molto danneggiati sei legni piemontesi dal terribile fuoco della
Piazza di Gaeta, restandone qualcheduno affondato, come pure la gran
perdita dei soldati morti, tra questi 3 Generali dalla parte di terra ove dai
cannoni della Piazza si smontarono molti pezzi delle batterie nemiche. I fogli
legittimisti fanno ascendere a 7.000 la perdita nemica. Tutti gli uomini di
guerra giornalmente ricevono, al far del giorno, una razione di acquavite;
oggi, oltre a questa, l'intera guarnigione ha ricevuto una razione di rhum di
quello che portò il Maresciallo Afan De Rivera il giorno 27 spirante mese.
La lettera che segue fu scritta giorni dietro dal nostro Re Francesco II
all'Imperatore Napoleone III: "Je défendrai mes droits jusque au dernier
moment; si je suis tué, ma mort sera mon plus beau titre de gloire au
souvenir de la posterité. Si je fait prisonnier, l'exemple de François I m'appris
que mon honneur serait sauf, et je n'aurait rien cédé des droits de mes
successeur."
Corvetta Zeffiro
1° FEBBRAIO
Questa mattina le truppe invece di prest (per non esserci denaro) ha ricevuto
i viveri della riserva, e cioè: fave, formaggio, lardo per condimento ed il pane.
Alle ore 8 a.m. è cominciato lo sbarco dei viveri qui giunti ieri che sono tutti di
eccellente qualità; c'è uno squisito formaggio svizzero, uguale a quello che
compriamo in Piazza a 6 carlini al rotolo dal "Bolognese". Lo sbarco durerà
per più di 5 giorni. Gli Uffiziali non ricevendo soldo, hanno parimenti la
razione dei viveri come i soldati.
2 FEBBRAIO
I viveri di oggi: fagioli, riso e baccalà.
Un vapore piemontese ha imbarcato truppa, ma non sappiamo ove si dirige;
alcuni dicono per Genova ma non è da credersi stante che la truppa in
Messina è molto poca; forse sbarcherà in Calabria.
Questa mattina vi è stata la riunione di tutto il presidio nel Gran Maschio della
Cittadella con bande e bandiere spiegate per disposizione del Generale in
Capo Fergola per distribuire una quantità di medaglie di Francesco I rilasciate
dietro proposta del detto Maresciallo, e a chi? A 25 sbandati nelle Calabrie o
altrove che dopo essere stati per molti masi in casa loro o al servizio di
Garibaldi, e quindi congedati col premio di 30 ducati, visto il pericolo di essere
richiamati da Vittorio Emanuele, sono venuti a presentarsi nella Cittadella.
Ognuno può comprendere qual cattivo umore si è manifestato dalla intiera
guarnigione, la quale fin dal mese di luglio interpellatamente si è battuta, ha
prestato e presta penoso servizio, da circa 8 mesi dorme sulla nuda terra ed
ha financo improntato, fino all'ultimo soldo, alla Cassa di Campagna il denaro
che aveva di risparmio e che non ancora gli è stato restituito, che fin dal
mese di aprile soffre privazioni e fatiche! Come non lamentarsi nel veder
decorati soldati sbandati come sopra ho detto!
Il più cattivo umore si è manifestato nella Brigata di Artiglieria per le
promozioni fatte dal Maresciallo di molti sottouffiziali, di recente venuti, che
appartenevano alla Fanteria di Linea e dal Maresciallo stesso assegnati
nell'Arma di Artiglieria con il grado che essi hanno dichiarato (tra cui il fratello
dell'Uffiziale di Stato Maggiore Gaeta). Quello che è però sorprendente è che
essendo il Maresciallo Fergola dei Corpi Facoltativi, supponendo che deve
sapere quanto deve conoscere e sapere un sottouffiziale di artiglieria, abbia
situato in artiglieria un 1° sergente di Fanteria. Miseria umana!
Il Maresciallo, che ha il Comando Supremo della Cittadella con ampie facoltà,
è una persona buonissima, devota, troppo compiacente e credula; ascolta
due Messe la mattina, per lo più inginocchiato, e prende la Benedizione la
sera, niente riflessivo, nulla prende di tristo. É affiancato da uno Stato
Maggiore composto da un Capitano, nuovo in questo incarico e che non vale
molto, e da tre giovani Alfieri che pochi mesi prima erano sottouffiziali e
quindi nudi di tutto, d'istoria, geografia, letteratura, lingue estere e quanto può
supporsi di ignoranza in un sottouffiziale dei nostri tempi. Questa nobile
unione non fa che adularlo e dargli quei consigli che lo inducono a
commettere tante sviste che chi sà qual termine avranno per la tanta fidanza
che ripone nei sopradetti individui. In effetti, molti malumori in giornata si sono
manifestati e molte lagnanze ho ricevuto non per canali regolari perché non
v'è molta disciplina essendo tutto perdonabile secondo il costume del
Maresciallo.
Il nostro Generale in Capo molto s'illude di certe notizie sciocche che riceve
dal suo Stato Maggiore che, per altro, non si credono affatto da chi ha buon
senso comune. Il suo Stato Maggiore per ottenere quanto desidera gli
apporta sempre vantaggiose notizie per noi e ciò senza riflessione perché,
non conoscitori di geografia nè dello stato d'Europa perché non leggono fogli
esteri per non conoscere alcuna lingua, spesso portano il Mincio nello Stato
Romano ed il Tevere in Lombardia! Notizie caotiche, come ad esempio:
Cialdini morto, il fuoco avanti Gaeta cessato, una flotta Russa avanti la
Piazza, tutte le Potenze estere in nostro favore, gli Austriaci entrati a Milano,
l'entrata del nostro Sovrano in Napoli tra pochi giorni ecc. La bontà del
Maresciallo le crede, esclama "La Santa Causa è vinta!", senza per nulla
pensare a qualche triste avvenimento o prevedere qualche futuro non
sapendo che gli affari della guerra sono sempre dubbi, massime ora con la
diplomazia non sincera. Egli crede di divenire popolare, mentre è preso a
scherno perché i soldati lo chiamano "Santa Causa"...quì tutto va
bene...perché va bene...In Messina il nemico è in poco numero e da qualche
mese viviamo tranquilli nel nostro assedio e con la massima sorveglianza dei
nostri bivacchi e posti da me stabiliti, fin dal principio, alle opere esterne e
sulle batterie.
Il Maresciallo, fin dal principio dell'assedio, volle stabilire nel Maschio della
Cittadella una Casina Militare (alias ciscolo); gli feci osservare tutti gli
inconvenienti che avrebbe prodotto e fu concorde con me; ma consigliatosi
meglio col suo Stato Maggiore, con forte spesa, in un momento fu creata la
Casina che ha portato molto dissesto agli Uffiziali.
In uno dei gran magazzini vuoti di viveri, senza mia saputa, si formò un teatro
e si cominciò a concertare; con molto risentimento parlai al così detto Capo
dello Stato Maggiore e quindi feci le mie osservazioni al Maresciallo e così
non ebbe luogo il teatro.
Venuto il Carnevale il Maresciallo mi disse che essendo questi tempi
eccezionali amava che la truppa si divertisse ed ha permesso, nientemeno,
che le maschere e le bande si divertissero di giorno e notte! Così in una
Fortezza assediata abbiamo suoni e canti fino al far del giorno.
Cosa direbbe un militare estero? Qual contegno potrebbe supporre che
abbiamo come truppa ben organizzata? Spesso da qualche Alfiere dello
Stato Maggiore si danno delle "soirèe" con complimenti ove interviene il
Sig.Maresciallo Comandante, ma giammai dal Generale Comandante la
Cittadella. Mi auguro che gli affari della guerra non si complichino, perché
allora termineranno quegli atti di educazione e bontà fin qui usati perché non
essendo cose positive non ho voluto mettermi in urto perché la dissidenza fra
Superiori è sempre cattiva e conduce a male esito. Allorché tratterebbesi
delle compromissione della Cittadella sarà mia cura regolarmi come vecchio
ed onorato soldato!
3 FEBBRAIO
Questa sera, col permesso del Sig.Maresciallo, il Sig.Commessario di Guerra
D'Ambrosio dà una festa da ballo con inviti anche agli Uffiziali di guarnigione
al Forte SS.Salvatore e Lazzaretto che hanno famiglia.
Il detto Commessario, essendo venuto da me, di persona, ad invitarmi, gli ho
detto che mi meravigliava come come potevansi trovare di spirito tanto
allegro lui e che gli aveva dato il permesso di tenere una festa da ballo nel
mentre il nostro Sovrano, nelle sue deplorabili circostanze, sta esposto da un
bombardamento per mare e per terra e chi sà se a quest'ora qualche
disgrazia non l'ha colto, sia ad Esso che ai nostri bravi camerati che Lo
difendono. "Ciò mi sembra" – gli ho detto – "una vera svergognatezza ed è
perciò che non accetto il vostro invito!".
4 FEBBRAIO
La festa da ballo è durata fino a giorno; più di 200 persone, tra uomini e
signore, vi hanno figurato. Vi è stato gran chiasso e galante buffet. Vi è stato,
per altro, qualche inconveniente: cioè, dal Maestro di Sala, Alfiere Gaeta, è
stata chiusa la porta
del salone per impedire la curiosità della folla dei soldati di veder ballare o
assalire il ridotto. Questi si sono messi a gridare "Fora, fora, Abbasso" in
modo che si è stato obbligato ad aprirla e farli entrare fino a 10 passi avanti
l'orchestra.
Bella disciplina militare in una piazza assediata! Dietro quanto sopra ho
creduto scrivere amicalmente questa mattina al Maresciallo quanto segue:
" Sig. Maresciallo Comandante, Qual Uomo di onore, mi credo di doverla
avvertirla che, ad onta di tante cure e fatiche si dà pel benessere di questa
guarnigione, pur nondimeno la Sua opinione è compromessa. Coloro che
L'hanno consigliata permettere la chiassosa festa da ballo di questa notte
l'hanno tradita. Quale opinione può aversi di questa guarnigione che, stando
il nostro infelice Sovrano rinchiuso nella Rocca di Gaeta, bombardata per
mare e per terra, senza alcuna comunicazione, esposto a pericolo della
propria vita, noi siamo qui in festa, balli e buffet? Maresciallo, l'Europa intiera
ci osserva e ci giudica e sicuramente ci giudicherà da veri mercenari e non
già sudditi devoti ed affezionati al proprio Re. Il contegno della truppa è quello
che più la distingue ed è perciò che tanti legni esteri che sono nel porto quale
opinione di una Piazza assediata che fino a giorno canta, balla e gozzoviglia,
col veder spesso alzare e calare i ponti per fare entrare e sortire gli invitati,
nel mentre tutti gli Esteri conoscono la infelice posizione del nostro
disgraziato Sovrano, della nostra Armata disciolta, dei nostri camerati
incarcerati, esiliati, malmenati e pieni di miseria? Ieri mattina nel venire di
persona ad invitarmi il Commessario di Guerra gli feci sentire i miei
sentimenti e che giudicando tale festa di ballo una svergognatezza non
accettavo il suo invito.
Sig. Maresciallo, io qual Comandante titolare di questa Fortezza sono
nell'obbligo redigere il giornale di quanto passa in questo assedio da servire
per l'istoria del Regno e posso assicurarla che mi trema la mano nel
registrare alcune cose, perché anche io disgraziatamente fò parte
dell'assedio.
Sig.Maresciallo, mi credo anche nell'obbligo di prevenirla che nei sottouffiziali
di artiglieria vi esiste mormorio e cattivo umore per aver Lei piazzato in quella
classe due sottouffiziali provenienti dai Reggimenti di Linea, uno dei quali di è
battuto sotto Capua nelle righe dei Garibaldini contro la nostra truppa.
Lei Sig.Maresciallo che sorte dai Corpi facoltativi ben conosce quanta
maggiore esperienza deve avere un sottouffiziale di artiglieria da quello di
Linea. Nelle Sue altre attribuzioni può tutto fare e promuovere, ma credo mio
dovere avvertirLa avendo molto bisogno di quest'Arma in questa circostanza
di assedio. Son sicuro che non terrà a male quanto per Suo bene Le
pervengo e sia sicuro che, ad eccezione di alcuni camorristi che durante la
notte vestiti in maschera si sono divertiti, la maggior parte della truppa, che
non ha un grano per comprarsi un sigaro, mal giudicano la festa e gozzoviglie
che si facevano nella sala da ballo di Signori Generali ed Uffiziali. Ritengo ciò
come un attestato del mio attaccamento e divozione che con tutta sincerità
Le professa un vecchio ed onorato soldato che con tutto rispetto si rafferma
dev.mo Generale Nicola de Martino"
Da Messina ci pervengono notizie che i piemontesi hanno sofferto molta
perdita sotto Gaeta e che Cialdini per ben due volte ha domandato una
tregua per interrare i morti. Come pure dicesi che i rivoltosi di Mistretta
abbiano completamente battuto i Carabinieri che da Messina partirono di
rinforzo. Speriamo che ciò si verifica.
FRANCESCO II DI BORBONE
Battezzato con il nome di Francesco d'Assisi Maria Leopoldo, il futuro Francesco II nacque a Napoli 16 gennaio 1836. Figlio
di Ferdinando II di Borbone perse la madre, Maria Cristina di Savoia figlia di re Vittorio Emanuele I, al momento della
nascita. Di carattere mite, tenuto sin da giovane lontano dagli affari di Stato e privo della necessaria competenza militare,
Francesco II sale al trono dopo la morte del padre il 22 maggio 1859. Nello stesso anno sposò la giovanissima Maria Sophie
Amalie von Wittelsbach di Baviera, sorella dell’Imperatrice d’Austria Elisabetta detta Sissi. Pur regnando per poco più di un
anno, Francesco II ebbe tempo di varare alcune riforme di politica interna tra le quali la concessione di autonomie ai
comuni, l’emanazione di amnistie, la riduzione di tasse doganali, l’apertura delle borse di Cambio a Reggio Calabria e a
Chieti. A seguito della spedizione dei Mille di Garibaldi nel 1860, Francesco II lasciò Napoli per ripiegare poi sulla linea del
Volturno e quindi nella fortezza di Gaeta, con i resti dell’esercito borbonico a lui ancora fedele, poco più di 20.000 uomini,
che venne posta sotto assedio a metà novembre dall’esercito sardo-piemontese Per circa tre mesi le piazzeforti, lacittadella
e le batterie della fortezza vennero fatte segno dall’artiglieria piemontese sia da terra che dal mare, ma nonostante la
notevole resistenza delle truppe borboniche, colpite anche da focolai di colera, la roccaforte capitolò ed il 13 febbraio 1861
Francesco II firmò la resa. La capitolazione di Gaeta segnò la fine del regno borbonico nell’Italia meridionale. Nel forte, e
durante tutto il periodo dell’assedio, al fianco del re di Napoli ci fu sempre la moglie Maria Sofia che, per il suo leggendario
coraggio nell’incitare i soldati e nel soccorrere i feriti, in seguito venne definita da Marcel Prous “la regina soldato sui
bastioni di Gaeta”. Esiliato, Francesco II e la moglie furono accolti da prima da Pio IX a Roma, dove vi rimasero fino alla
presa della città nel 1870 da parte dell’esercito italiano, per trasferirsi successivamente a Parigi. Francesco II morì ad Arco,
nel Trentino allora austriaco durante uno dei suoi viaggi per cure termali, il 27 dicembre 1894. Maria Sophie Amalie, che
continuò anche in esilio a portare avanti l’utopico progetto di una restaurazione borbonica, in contrapposizione alla
monarchia sabauda, morì a Monaco di Baviera il 18 gennaio 1925. Le spoglie di Francesco II, di Maria Sofia e della loro
figlia Maria Cristina, nata durante l’esilio romano e morta dopo pochi mesi, riunite dopo varie vicissitudini, riposano oggi
nella Basilica di Santa Chiara a Napoli
5 FEBBRAIO
Dal Faro ci si fa conoscere essere colà giunto ordine di congedare tutti gli
artiglieri addetti a quelle batterie in quindici giorni e che si è emanato ordine
per tutti coloro che vogliono ingaggiarsi per Genova riceveranno ducati 60 di
anticipo e 4 carlini al giorno fino al termine della guerra.
Sono giunte le solite messaggerie francesi.
Quelle che vengono da Marsiglia e passano per Civitavecchia ci assicurano
che a Gaeta
poco fuoco si fa dal nemico; che il Colonnello La Grange si avanza negli
Abruzzi aumentando sempre le sue masse ove trovansi molti esteri di tutte le
Nazioni. Ma quello che non sembra troppo probabile, per ora, si è che tutti i
piemontesi hanno ricevuto ordine da Torino di evacuare tutto il Regno delle
Due Sicilie; solite chiacchiere!
Verso la mezzanotte una pattuglia piemontese, essendosi molto inoltrata
verso il nostro avamposto alla Pagliara e non avendo voluto retrocedere alla
voce delle sentinelle, ha ricevuto una scarica di una diecina di fucilate e così
si è allontanata senza rispostare; non sappiamo se vi sia stato qualche ferito.
Si è chiamato "all'armi" e tutto il presidio in un momento ha preso le armi;
assicurato essere incidente di niun rilievo, la truppa è rientrata alle proprie
caserme.
Vi sono molti affissi in Messina che avvisano tutti gli Ufffiziali che hanno
abbandonato il nostro Esercito o vi hanno disertato e preso servizio nel nuovo
regime di Vittorio Emanuele o Garibaldi, per il giorno 16 del corrente mese
debbono trovarsi a Genova; quelli che non raggiungono detta destinazione
s'intendono licenziati. Un quale imbarazzo debbono trovarsi tanti Uffiziali
casati! Per altro è il giusto compenso per chi ha tradito l'onore, ed il
giuramento dato.
6 FEBBRAIO
Ieri partì il vapore che ci portò i viveri e con esso è partito un nostro Uffiziale
di Stato Maggiore stante che il giorno prima il Console Ellenico fece
conoscere al Sig.Maresciallo Fergola che S.A.R. il Conte di Trapani gli
ordinava di far partire col detto legno un Uffiziale di questo presidio.
Questa mattina si sono mandati all'ospedale 20 rotoli di zuccaro di quello
inviato da S.M. e si è distribuito una carafa di rhum ad ogni Uffiziale.
Il Generale piemontese Chiabrera, militare di merito, giorni fa scrisse al
nostro Maresciallo Fergola dicendogli che gli veniva richiesto un calabrese e
che sarebbe stato nella sua bontà di mandarlo oppur no. Il detto Maresciallo
incaricò il suo Capo di Stato Maggiore di fare una risposta negativa; questi
scrisse in modo molto villano persuadendo, poi, il Maresciallo che usando tali
termini sarebbe stato temuto e si sarebbe imposto al nemico.
Tale lettera di risposta fu portata dal Colonnello di artiglieria Vallo al Generale
Chiabrera il quale, con sangue freddo, restituì la lettera al Colonnello
dicendogli che comprendeva bene che il Capo dello Stato Maggiore Del
Matto, di poca esperienza, aveva scritto quell'ufficio, ma che il
Sig.Maresciallo si fusse compiaciuto leggere gli uffici prima di firmarli e che
perciò restituiva la lettera per rifarla, stante che avendo egli fatta la guerra in
Crimea anche i Russi scrivevano con quei principi i di educazione e decenza
che erano del tutto ignorati del detto Capo di Stato Maggiore; anche tra
nemici si usano maniere e gentilezze, meno che in combattimento. Nel
ricevere il Maresciallo tale imbasciata e la lettera, dopo averla letta e riletta,
impallidì e quindi si accinse a correggerla, ma trovando ciò difficoltoso disse:
"Ce la spedirò domani corretta!" - Povera Gerusalemme!!!
Il giorno appresso gli si è spedito l'ufficio non scevro di umiliazione. Ecco lo
Stato Maggiore della Cittadella assediata!
Signore...non peggio!!!
Verso le ore 24 il Sig.Maresciallo si è divertito fare col suo Stato Maggiore la
pesca nei fossi bagnati della Fortezza, cioè di quelli di S.Teresa, S.Stefano e
Lunetta Carolina; mi sono rinunciato intervenire. La pesca era col lume e
lanciatoio; disgraziatamente non si è preso nemmeno un cefalo.- In Messina
vi esiste un certo Puddo Picciulitto, uomo feroce che il solo braccio dritto ed è
il primo famigerato camorrista della Città; or questo serve di spia al
Maresciallo la di cui bontà è tale che crede tante coglionerie che gli rapporta,
accordandogli tutta la sua confidenza con permettergli che entri e sorta dalla
Fortezza. Ora a questi, ieri sera, gli permise di pescare anche lui nei fossi
bagnati di Porta di Grazia e siccome di nulla me ne pervenne avviso, qual
Comandante della Cittadella avrei potuto fargli fuoco addosso dalle
sentinelle, cosa che non ha praticato per evitare un allarme ed un
contenzioso con la Città.
Il buon Maresciallo, nei giorni che si sono sbarcati i viveri da bordo, ha
veramente travagliato come un facchino restando sempre allo sbarcatoio di
S.Teresa per indicare su qual carretto doveva trasportarsi tale o tal'altro
oggetto.
Eppure nella Cittadella vi sono due Commessari di Guerra responsabili della
consegna di tale generi, 100 uomini di corvé con 4 Uffiziali di Corpo, un
Capitano ed un Uffiziale di Piazza per la vigilanza e trasporto dei detti viveri
nei magazzini di riserva; ad onta di ciò il buon Maresciallo, facendo andare a
spasso i signori Commessari, lui stesso, figurando da capo corvé, si è
incaricato di tutto senza avere riguardo dell'eminente posto di Generale
Supremo che occupa.
7 FEBBRAIO
Riceviamo tali notizie contraddittorie: da Messina ci si assicura che i
Reggimenti piemontesi vanno a partire per l'Italia Centrale e che qui vi
resterebbe la debole forza dei carabinieri, quasi tutti siciliani, e la Guardia
Nazionale; il foglio francese "L'Opinion National" dice che il Generale Statella
e La Grange siano stati fucilati negli Abruzzi; altro foglio "la forbice" dice che il
Bosco trovasi alla testa delle masse negli Abruzzi e che il Generale Cialdini vi
abbia spedito truppa distogliendola dall'assedio di Gaeta per reprimere quelle
bande. Infine, non è possibile conoscere la verità di quel che passa e
restiamo sempre all'oscuro di tutto(notizie date dal camorrista Puddo).
Si crede per certo che gli eccellenti viveri che abbiamo ricevuto sia stato un
regalo fatto dai legittimisti francesi e dal Duca Del Gallo che trovasi a
Marsiglia.
8 FEBBRAIO
Questa notte nelle montagne di Aspromonte, in Calabria rimpetto a noi, vi
sobno stati dei falò con dei fuochi alla bengala e corrisposti nello stesso
modo dalle montagne di Dennamare di Messina con fuochi parimenti alla
bengala, ma senza falò. Alla punta di giorno si è battuto la "generale"; tutta la
truppa in un momento si è portata ai posti prescritti dalle istruzioni ate e dopo
di essere stato tutto verificato dal Sig.Maresciallo e da me, si è battuta la
chiamata e tutti sono rientrati nelle rispettive caserme. Dopo di che si è data
una razione di rhum a tutto il presidio. Alle 2 p.m. si è di nuovo battuta la
"generale" e dopo un'ora la truppa si è ritirata ricevendo mezza razione di
pane e di formaggio per gratificazione.
La truppa seguita giornalmente a ricevere i viveri della riserva fino a che non
abbiamo soccorso di denaro che si spera riceverlo alla venuta dell'Uffiziale di
Stato Maggiore da qui partito. Oggi si è distribuito pesce salato e riso.
Trovandosi in questa sala d'armi 600 carabine rigate, queste sono state
distribuite ai tre reggimenti di linea, cioè il 3° e 5° e 7° (200 per ognuno), per
così formare un battaglione di cacciatori di cui ne siamo privi. Tutti i giorni si
esercitano.
9 FEBBRAIO
Ieri sera col vapore venuto da Napoli sono venute quantità di famiglie a
raggiungere i loro mariti, Uffiziali, sottouffiziali e soldati. Queste donne ci
apportano tante notizie tristi dalla Capitale, che da molti si credono poter
apportare vantaggio alla causa del Re.
francesi arrestati che dovevano sbarcare in Calabria per effettuare un'azione
in favore di Francesco II e sottoposti a giudizio dal nuovo regime, si sono
imbarcati per essere condotti in Francia.
10 FEBBRAIO (ultima domenica di carnevale)
Mi si rapporta che alle ore 10 a.m. è giunto nel porto un vapore carico di feriti
e che da ora stesso che sono le 11, da Messina è giunto ordine ai venditori
che sono al Lazzaretto di ritirarsi subito con le loro merci sotto pena di severa
punizione. Avendo mandato a verificare questa seconda pena da un mio
sottouffiziale di ordinanza, questi mi assicura che tutti i venditori sono di già
partiti. Non saprei da ove deriva tal novità e quale sia lo scopo dell'autorità
nemica in Messina, sia civile che militare.- Si è spedito il Colonnello Vallo al
Generale piemontese Chiabrera per domandare se per suo ordine i venditori
si fussero ritirati dal Lazzaretto, ma detto Generale ha risposto di nulla
saperne ed essere molto dispiaciuto che sia successo un tale inconveniente
stante che che desidera che sia scrupolosamente rispettata la convenzione
da ambo le parti.
In effetto, ho scritto subito al Governatore molto risentito pregandolo nel
contempo che avesse subito ordinato che i venditori fussero ritornati al
Lazzaretto. Questa lettera è stata portata al Governatore dallo stesso
Colonnello Vallo il quale gli ha domandato la causa di avere richiamato i
venditori dal Lazzaretto. Il Governatore, vedendosi confuso, ha addotto la
ragione che essendo tutti i venditori siciliani in questi ultimi giorni dediti al vino
più del solito, per evitare qualche sinistro tra i soldati aveva creduto regolare
dare tale disposizione, ma che dietro l'ordine del Sig.Generale avrebbe subito
dato disposizione che i venditori ritornassero al Lazzaretto. In effetto, la vera
ragione è che in Messina vi è la vera anarchia per cui tutti comandano.
Molti vapori piemontesi vanno e vengono, ma nulla conosciamo circa le lodo
destinazioni. Oggi alle ore 20 fino alla ritirata vi sono state nella Fortezza
molte maschere di soldati e sottouffiziali. Alle ore 24 è battuta la ritirata; la
truppa, giusta il consueto, si è portata alla S.Benedizione. Le feste da ballo
che dovevano darsi giovedì e questa sera dai Sigg.Generali ed Uffiziali non
hanno avuto più luogo. Pare che la mia lettera scritta al Sig.Maresciallo il
giorno 4 abbia fatto il suo effetto.
11 FEBBRAIO
Questa notte sono stati sorpresi due soldati del 5° di Linea, Floriano De
Gregorio e Nicola Notarelli, ad impastare circa tre rotoli di farina involata dai
magazzini della riserva; si è rimesso tutto nelle mani del Commissario del Re
la guarnigione, Maggiore Morabito, per l'azione penale.- Oggi si è distribuito
pesce salato e riso.
Alla punta di giorno, giusta il consueto, sono venuti tutti i venditori al
Lazzaretto apportando ancora quantità di dolci e rosolii per gli ultimi due
giorni di Carnevale. Il Generale piemontese Chiabrera disse ieri al Colonnello
Vallo di aver ricevuto avviso che un altro battaglione, partito da Genova,
verrebbe ad aumentare la sua forza in Messina. Ciò sembra contraddittorio
se vogliamo prestar fede e credito a tante notizie che corrono a noi
vantaggiose.
Si crede che i feriti sbarcati ieri siano stati inviati per per maggiormente
irritare i siciliani contro i realisti, per ciò richiamarono i venditori dal
Lazzaretto. Intanto per Messina dicesi che un proclama di Vittorio Emanuele
chiama "traditori" i Napoletani perche, dopo averlo chiamato, giornalmente
fanno delle reazioni e dimostrazioni che tanto disgustano il suo Real Animo.
Con la messaggeria venuta da Malta sono sbarcati un sergente e due
compagni d'armi, che seguirono il Maresciallo Clary in Napoli, i quali si
rifugiarono a Malta ove sono stati per molti mesi e ci hanno assicurato della
grande simpatia che Francesco II gode presso tutte le Nazioni, massime dai
Maltesi. Ci hanno portato molti fogli da Malta, tutti legittimisti, da ove si
osservano i veri fatti di Gaeta e la perdita sofferta dai piemontesi di legni e
uomini. Per le voci che corrono a Malta, il nostro Sovrano avrebbe a se
assoldati, tra le guarnigioni di Gaeta, Cittadella di Messina, Civitella del
Tronto, le masse di Calabria e quelle Abbruzzesi, circa 90mila uomini. Il
tempo di dirà la verità. Certo è che le cose sembrano andare alla peggio! Ci
si fa sapere che S.Em.il Cardinale Antonelli sia entrato nelle nostre frontiere
per prendere alle spalle la truppa piemontese che assedia Gaeta e che il
Generale Cialdini siasi ritirato con la più parte delle sue truppe a 20 miglia da
Gaeta, ossia verso Sessa e Cascanò. Speria che sia vero...ciò giova
crederlo! Quest'oggi è entrata nel porto una fregata francese che ha salutato
con tiri di cannone la fregata americana e non la fregata inglese. È entrato nel
porto anche un vapore mercantile francese.
Annoiati dall'ozio di un lungo assedio ci occupiamo a guardare dai nostri
baluardi il Faro, la sua corrente che ogni 6 ore entra e sorte ed i legni che
entrano nel porto.- Alla parata della guardia (ore 22) i due soldati del 5° di
Linea che questa notte hanno involato circa 3 rotoli di farina dal magazzino
viveri della riserva, hanno sofferto la punizione di 30 legnate per ciascuno.
Maria Sofia di Wittelsbac (Possenhofen 1841 - Monaco di
Baviera 1925). Regina del Regno delle Due Sicilie dal 22 maggio
del 1859 al 13 febbraio 1861; moglie di Francesco II di Borbone.
Sorella dell'imperatrice Elisabetta d'Austria (Sissi).
12 FEBBRAIO (ultimo giorno di Carnevale)
La truppa ha ricevuto per l'ordinario pasta lunga, ventresca di porco salata,
pesce salato e vino.
È voce generale in Messina che un Principe Reale va a venire nella
Cittadella; alcuni dicono sia S.A.R.D.Francesco di Paola, altri, invece,
S.A.R.D.Luigi, fratello di S.M.- Sembrami impossibile. Siamo in attenzione,
dato che è martedì, della messaggeria francese che deve giungere;
disgraziatamente sono le ore 10 a.m. e non ancora si vede nel Faro.
Un soldato del 5° di Linea ha sofferto 30 legnate per aver involato un tocco di
lardo. La fregata a vapore francese verso le 22 è partita.
In Città vi sono state molte mascherate di paesani e piemontesi; i nostri
soldati e marinari nella Cittadella hanno fatto lo stesso portando anche
Carnevale moribondo su di un carretto ed i"pulcinelli" che lo piangono.
Questa mattina si è presentato al Generale Fergola il 1° sergente Gizzi del
Battaglione delle Alpi al servizio di Vittorio Emanuele; per quanto lui dice,
veniva da Genova con un permesso per Messina. Egli è figlio del Capitano
Gizzi che trovasi in Napoli come prigioniero di Capua. Lo stesso dice che
apparteneva al 14° Cacciatori ed essendo stato fatto prigioniero prese
servizio in qual battaglione e fu fatto 1° sergente. Egli è stato riconosciuto da
un Capitano del 7° di Linea che asserisce che lo Gizzi era 2° sergente. Come
tale è stato piazzato al 7° di Linea.
Tenente Colonnello D.Patrizio Guillamat
13 FEBBRAIO
Di buon mattino è giunta la messageria, che doveva venire ieri, in ritardo per i
cattivi tempi di mare. Si è mandato subito a bordo per conoscere se fusse
giunto il nostro Uffiziale di Stato Maggiore da qui spedito perché richiesto da
S.A.R.D.Francesco di Paola a Civitavecchia per dargli denaro per questo
presidio.
Giunto il nostro Uffiziale alla messaggeria, dalla Sanità si voleva impedire che
vi fusse montato, ma avendo insistito con minacce vi è salito. Vestito da
pagano gli si è avvicinato il Tenente Colonnello D.Patrizio Guillamat,
Direttore di Artiglieria, che si porta in questa per occupare il suo posto.
Siccome non si voleva permettere che nessun passeggiero fusse calato nella
Cittadella, si sono spediti 24 soldati armati con ordine di far fuoco in caso di
resistenza o che non volessero far sbarcare il detto Tenente Colonnello.
Nel mentre il nostro Uffiziale è calato nella Cittadella per prendersi la forza
dei 24 soldati, sulla messaggeria sono montati 12 carabinieri(forse spediti
dalla Sanità), i quali, appena visto le due nostre barche con i soldati che
uscivano dalla Cittadella, si sono subito imbarcati e ritornati in Città. Dopo di
che il ripetuto Ten.Colonnello è sbarcato ed è venuto in Cittadella.- Egli ha
portato varii pieghi di corrispondenza e molti fogli di Gaeta, come pure un
quadro della Madonna dell'Addolorata che Pio IX manda a questa
guarnigione con ampie facoltà che conferisce a questi Regii Cappellani.
Son sicuro ch il Generale Chiabrera, che comanda le truppe piemontesi in
Messina, sia rimasto molto male e dispiaciuto di ciò che è successo sulla
messaggeria, stante che essendo militare di onore ed essendo suo volere
che la convenzione sia esattamente osservata da ambo le parti e che il
commercio sia libero, la Sanità si sia permesso mandare i suoi soldati colà di
guardia per impedire lo sbarco e quindi l'entrata nella Cittadella ad un
Uffiziale al servizio del Re di Napoli. Quante anomalie e cose strane
avvengono in questa guerra così strana che simile no si legge nella storia:
nella messaggeria viaggiano due nemici o due opposti partiti, un generale
piemontese del quale non si conosce la sua missione e che sbarca in
Messina ove i piemontesi sono di guarnigione, ed un Direttore di Artiglieria
che sbarca in questa Cittadella che è sempre pronta a far fuoco se il nemico
fa qualche atto ostile da Messina!!! Cosa che il tempo ne svilupperà il
risultato!
Il detto Guillamat ci assicura della perfetta salute del Re e della Regina e ciò
forma il massimo del nostro piacere. Molte consolanti notizie ci arreca, tra cui
quella che tra giorni ritornerà il nostro Uffiziale di Stato Maggiore con denaro
e viveri.
Ferdinando Beneventano del Bosco (Palermo 1813 Napoli 1881). Appartenente ad una antica famiglia siracusana
entrò a corte nel 1821 come paggio di re Ferdinando I.
Nel 1829 uscì dalla scuola militare della Nunziatella.
Durante l'impresa dei Mille, al comando di una colonna composta
da tre battaglioni cacciatori, fu inviato a Milazzo,
ultimo avamposto napoletano, col compito di difenderlo.
Nonostante la sconfitta, dovuta alle impari forze in campo,
la sua eroica impresa lo trasformò in un eroe della
guerra borbonica.
14 FEBBRAIO
Questa notte una piccola barca proveniente dalla Calabria si è avvicinata ai
nostri avamposti dalla parte del Lanternino; all'intimazione del "Chi va là" e di
allontanansi è stato risposto: "Viva Francesco II". Il Capo posto, dopo aver
messo la guardia sotto le armi, ha inviato la barca ad avvicinarsi e dalla quale
è sbarcato un gentiluomo di nome D.Paolo Genovese. Questi è venuto a
ricoverarsi qui perché perseguitato come reazionario; ci ha dato notizie
vantaggiose per le rivolte e reazioni in Calabria in favore del Re, asserendo
che per muoversi tutti in massa basterebbe un sol battaglione per veder tutto
terminato.
Alla punta di giorno si è presentato ai nostri avamposti un
parlamentario(L'Aiutante di Campo del Generale Chiabrera in gran tenuta)
apportatore di una lettera al Maresciallo per la resa della Cittadella ed
annunciando la resa di Gaeta verificatasi dopo un'esplosione avvenuta in
quella Piazza; che la guarnigione si era resa prigioniera di guerra fino a che
non avessero cedute la Cittadella e Civitella del Tronto e che perciò se la
Cittadella avesse bonariamente ceduto molti vantaggi avrebbero goduto tutti
gli Uffiziali e Truppa altrimenti sarebbero tutti trattati in modo dispiacevole.
Dopo aver fatto attendere per più di un'ora il detto parlamentario, il nuovo
Capo di Stato Maggiore Ten.Colonnello D.Patrizio Guillamat è andato a dargli
la risposta a voce dicendogli che la Cittadella di Messina nulla aveva a che
fare con Gaeta. Il parlamentario insisteva di parlare col Maresciallo, ma gli è
stato risposto che era sufficiente la presenza del suo Capo di Stato Maggiore.
Nel mentre il parlamentario attendeva , immensa quantità di popolo era
ammassata da lontano allo sbocco di Terranova; la lunga attesa
aveva fatto lusingare la popolazione che si stavano redigendo gli articoli della
capitolazione stante che è certa della resa di Gaeta.
Questa mattina i soliti 4 marinari sono sbarcati in Messina per prendere
l'acqua alla fontana del Leone per l'ospedale; tra di essi sono stati
arrestati(uno ferito e due molto malmenati) ed il quarto è riuscito a scappare.
Si è subito scritto la Generale Chiabrera che in giornata avesse restituito i
marinari e puniti i manchevoli non supponendosi affatto essere ciò accaduto
su sua disposizione perché sarebbe lo stesso che rompere la convenzione; in
caso contrario questo Maresciallo si crederebbe in diritto si agire
militarmente.
Sono le 2 p.m. e non ancora si è ricevuta risposta, anzi sono le 2 ½ p.m. è
mentre scrivo termina una salva reale di tutti i legni piemontesi che sono nel
porto con bandiere issate per la presa di Gaeta e le campane della Città che
suonano a gloria da stordire la gente. Attendiamo quindi con pazienza il
risultato; la Cittadella per altro è ben preparata e tutti attendiamo l'ora di
essere attaccati per non annoiarci più nella monotonia in cui viviamo da circa
7 mesi con tante notizie vaghe ed incerte, raramente conoscendo la verità!
Ma io credo vera la resa di Gaeta! Verso le ore 22 si riceve decentissimo
riscontro dal Generale Chiabrera dicendo che verso sera ci saranno restituiti i
marinari trovandosi la popolazione molto irritata per non volersi cedere la
Cittadella; nelle lettere vi sono, infine, tante espressioni dalle quali rilevasi
che, pur mostrandosi militarmente, sembra che non molto può imporre alla
sfrenata popolazione.
Oggi è giunto nel porto un vapore carico di truppe piemontesi che sono
sbarcate in Messina; questa sera osserviamo tutta la Città illuminata, bande
che girano per le strade, feste, allegria per la presa di Gaeta. Preciso che il
Tenente Colonnello Guillamat è venuto nella Cittadella come Capo di Stato
Maggiore e come Direttore di Artiglieria.
Il Colonnello di Artiglieria Vallo è stato esonerato dal Maresciallo dall'incarico
di portarsi in Città con suo permesso per le varie commissioni o per riceversi
il materiale che esce dai Castelli Consagra e Castellaccio perché un
calabrese compromesso ha detto al Maresciallo che il detto Colonnello
faceva noto al Generale piemontese Chiabrera quanto succedeva nella
Cittadella professandogli molta amicizia. É stato sostituito dal Capitano di
Artiglieria De Gennaro il quale non è stato accettato dal Chiabrera che ha
detto che avrebbe atteso il ristabilimento in salute del Colonnello Vallo per
riprendere i contatti. Non vi è un palmo di netto, nè fidarsi di chicchessia! È
stata venduta altra vaccina per far fronte alle spese e carne del nostro
ospedale giacché ci troviamo perfettamente privi di denaro. Delle 18 vaccine
rimaste, sei di esse hanno partorito.
Verso la mezzanotte si è chiamato "all'armi"; tutta la truppa in un momento si
è portata ai posti assegnati; ciò è dipeso da due colpi di fucile tirati da due
nostre sentinelle del Forte D.Blasco. Data la irrilevanza dell'incidente,la
truppa è stata fatta ritirare.
15 FEBBRAIO
Dal nostro interprete ci si fa conoscere i continuati segnali che fa il telegrafo
ad osta del nemico, ma si rimarca una differenza di tempo dalla Capitolazione
di Gaeta e dell'imbarco del nostro Re sul legno francese "La Muette". A tutti
noi ci sorprende tale resa e non la crediamo affatto; intanto, feste e
allegrezze di tutti gli abitanti, tiri di salve a Reggio, al Faro e da per tutto.
Questa mattina dal Generale Chiabrera ci sono stati rimandati i marinari che
la popolazione arrestò e maltrattò.
Verso mezzogiorno, per un parlamentario, il Generale Chiabrera ha rimesso
al nostro Maresciallo Fergola una lettera piemontese con la quale, con
lusinghiere espressioni, la pregava di cedere la Cittadella stante che aveva
arringata la popolazione di non mostrarsi ostile verso di noi e che avendola
persuasa saressimo stati trattati come fratelli; citava, inoltre, la resa di Gaeta
e lo stato di prigionia sofferto da quella guarnigione fino alla resa della
Cittadella e la sorte degli Uffiziali che avrebbero migliorato il loro avvenire. Gli
si è risposto ringraziandolo e dicendogli che tutta la guarnigione è devota al
giuramento dato e si atterrà sempre a quanto i regolamenti prescrivono. Per
altro, suppongo che il Generale Chiabrera si troverà non molto bene tra una
popolazione in anarchia ed il dovere di comandare truppe non sufficiente di
poterla reprimere per cui è obbligato fare alcuni passi non troppo militari.
Egli conosce benissimo l'entusiasmo di questa guarnigione, l'attaccamento ai
propri doveri tanto del Maresciallo Fergola che degli altri Generali ed Uffiziali
di questo presidio, per cui sembra puerile intimarci una resa nel modo cui si è
servito.
Suppongo che sia stato obbligato a così praticare.
Siccome da due giorni non viene trasportato il materiale dai due Forti
Consagra e Castellaccio, si è scritto dal Maresciallo al Chiabrera che ciò era
contrario alla convenzione, stante che quanto esiste in detti Forti a spese del
Comune doveva trasportarsi nella Cittadella. Egli volutamente ha riscontrato
che erano stati da lui dati gli ordini sul proposito e che non si era potuto
effettuare per mancanza di facchini e che avrebbe replicato l'ordine per
l'esecuzione.
Ora, se la resa di Gaeta fusse vera, mi sembra che non avrebbe cos'
decentemente risposto; d'altra parte, non combina il voler la cessione della
Cittadella e poi farvi trasportare il materiale dai Castelli ceduti...
Oggi dalle Autorità civili e militari di Messina si è fatto partire un vapore;
alcuni dicono per conoscere se Gaeta effettivamente ha capitolato (perché
molti non vi prestano fede), altri per portare la notizia a Napoli che la
Cittadella ha capitolato. Ecco come si passa la vita in un lungo assedio,
vivendo sempre nelle incertezze. Reggio ha replicato le salve, altra ne ha
replicato una fregata piemontese nell'entrare quest'oggi nel porto tutta
paventata; Villa S.Giovanni replica le illuminazioni; questa sera fuochi alla
bengala su di un legno piemontese facendo molti segnali; immensa
popolazione alla marina per osservarli; gridi immensi di "Viva Vittorio
Emanuele , Viva l'Italia Riunita". Grandi e diversi modi come raccontano la
presa di Gaeta e così si divertono e passano il tempo fra loro; intanto molti
non ci credono.
Un marinaro di un vapore partito ieri da Napoli e qui giunto ci dice che colà
nulla si conosce della presa di Gaeta. Bisogna attendere ulteriori notizie;
sono sicuro che tanto la presa della Cittadella che la capitolazione di Gaeta
sia già pervenuta a Torino affinchè Cavour con tutta facilità possa
manifestare nel Parlamento l'annessione dell'Italia unica il giorno 18 corrente
nell'aprirsi le Camere.
Maria Sofia di Borbone
16 FEBBRAIO
Questa notte dal Forte D.Blasco sono disertati tre artiglieri di guardia(Michele
Ventriglia, Raffaele Quarto e Santo Petrillo).
Le notizie che riceviamo da Messina sono che il popolo minaccia il Governo
dicendo che se non si verifica la presa di Gaeta dopo fatte tante feste e olio
consumato per le illuminazioni faranno scorrere molto sangue, tanto più che
hanno osservato questa mattina che i materiali dei Castelli ceduti vengono
ancora trasportati nella Cittadella come prescritto dalla convenzione di luglio.
Il presidio sta in molta allegria per molte lettere ricevute che ci pervengono da
Napoli con la data del 14 corrente e nulla parlano della resa di Gaeta; molti la
credevano vera per le tante feste e dimostrazioni fatte in Messina, a Reggio e
per la intimazione fatta alla Cittadella di rendersi. Le lettere ci sono pervenute
col vapore "Roma". Vane speranze!
17 FEBBRAIO
Verso le 8 a.m. è giunto nel porto il vapore "Maria Antonietta" proveniente da
Napoli; un marinaro dice che era falsa la notizia della presa di Gaeta; altro
marinaro dice che a Napoli vi erano stati tre giorni di illuminazione ma che
nessuno credeva alla presa di Gaeta; altri parlavano pure della resa della
Cittadella. Verso le ore 4 a.m. è entrato nel porto un legno piemontese
proveniente da Napoli; gran quantità di barche si sono avvicinate per
domandare notizie, forse, della presa di Gaeta, ma dai nostri baluardi
abbiamo osservato abbiamo osseravto che la gente se ne è tornata non
molto allegra. Alcuni vogliono che questo vapore sia venuto per accertarsi se
effettivamente la Cittadella aveva capitolato come si credeva in Napoli.
Intanto noi dobbiamo tutto ascoltare e nel buon senso credere solo quello che
vediamo effettuato. Molte madri di soldati calabresi sono sbarcate al
Lazzaretto per conoscere se i loro figli rientravano in famiglia oppure
partivano per Genova o Torino perché si era pubblicato ieri per la Calabrie
che la Cittadella aveva capitolato e perché tutte le guardie nazionali hanno
fatto feste ed il Castello di Reggio ha fatto la salva tanto per la presa di Gaeta
che per la capitolazione della Cittadella.
18 FEBBRAIO
Ieri, verso le 23, si ricevè un piego dal Generale Chiabrera intimando la resa
della Cittadella ordinata dal Generale Cialdini da Mola di Gaeta; rimetteva
copia di detto ufficio e copia della capitolazione di Gaeta, composta di 23
articoli; in uno di essi si dice che la guarnigione di Gaeta resterà prigioniera di
guerra fino alla resa della Cittadella di Messina e Civitella del Tronto.
In essa capitolazione non si nomina affatto il Re e la Famiglia Reale ed è
firmata dal Tenente Generale Milon come Comandante la
Piazza, in vece del Tenente Generale Ritucci che lo è effettivamente; come
pure, invece di Bertolini, Capo di Stato Maggiore, è firmato Antonelli. Or
queste cose ci hanno fatto supporre un inganno dal nemico per cui questa
mattina si è risposto al Generale Chiabrera che domani sarà riscontrato; ciò
nella previsione che domani arriverà la messaggeria francese che passa per
Civitavecchia da ove dovrebbesi imbarcare il nostro Uffiziale di Stato
Maggiore Gaeta che, giusta la promessa, ci dovrebbe portare denaro, di cui
difettiamo immensamente, e dallo stesso conoscere la verità delle cose che
succedono.
Il detto Generale Chiabrera fa conoscere parimenti che S.E.Cialdini aveva
inviato col vapore stesso un Maggiore, suo Aiutante di Campo, per conferire
col Maresciallo Fergola o con chi meglio credesse per stabilire gli articoli di
una capitolazione o la sua risposta, stante che nella lettera di Cialdini si dice
se la Cittadella si ostina nella sua resistenza, manderà truppa e cannoni e
questa guarnigione sarebbe trattata non come quella di Gaeta, ma con una
resa a discrezione!
La lettera al Generale Chiabrera gliel'ha portata un nostro Uffiziale, al quale
ha detto: "Comprendo benissimo che il Maresciallo Fergola vuol attendere
domani per sapere dalla messaggeria se sia verità la presa di Gaeta, ma può
dirgli che, per abbreviar tempo, ho un vapore a mia disposizione e glielo offro
potendovi fare imbarcare quanti Uffiziali desidera che saranno trasportati a
Gaeta per assicurarsi della capitolazione colà fatta e ciò sotto qualunque
garanzia desidera."- Questa imbasciata ci fa persuadere che Gaeta è
perduta, tanto più che a voce il Generale piemontese ha detto all'Uffiziale che
tale capitolazione è avvenuta così subitanea per effetto di aver preso fuoco
due polveriste ed essere saltati in aria molte centinaia di soldati ed un
Generale.
Tale dispiacevole notizia ci ha fatto stare in moto per prepararci sempre più a
valida difesa perché essendo molto vantaggioso per il Re questo punto in
Sicilia, sicuramente non ordinerà di cederlo e siccome giusta i regolamenti
non può cedersi una piazza se non dietro ordine scritto dalla propria mano
del Sovrano e quindi ben contestata e riconosciuta la firma, siamo sicuri che
presto verrà truppa, cannoni e vapori piemontesi per ben bloccarci ed
assediarci finalmente con fuochi per mare e per terra. Mi ricorderò dell'altro
assedio qui sofferto nel 1848 e 49.
19 FEBBRAIO
Questa notte dal cancello del Forte D.Blasco è disertato l'artigliere Oliviero.
Verso le ore 9 a.m. è giunta nel porto la solita messaggeria francese ed è
sbarcato il nostro Uffiziale di Stato Maggiore Gaeta proveniente da Roma e
Civitavecchia ove si è imbarcato. Egli ci ha portato 30mila ducati in oro
ricevuti dal Re in Roma per questo
presidio. Ci ha confermato la dolorosa notizia della resa e capitolazione di
Gaeta. Per l'effetto di 5 riserve di polvere saltate in aria con la morte di
centinaia di uomini e deterioramento delle batterie.
Ma S.M.(D.G.) era ilare assicurando che il mese venturo tutto terminerà in
suo favore e perciò la guarnigione della Cittadella stesse ferma e resistesse
fino agli estremi.
Ha anche detto che i 30mila ducati sono un acconto ed in seguito vi sarà
rimesso viveri e danaro; i 30mila ducati,pertanto, fussero così distribuiti:
1.pagare ad Uffiziali e truppa quanto avevano improntato alla Cassa di
Campagna;
2.acconto al Maresciallo pel suo soldo mese di gennaio ducati 60
acconto ai Brigadieri pel soldo del mese di gennaio ducati 40
acconto ai Colonnelli pel soldo del mese di gennaio ducati 30
acconto ai Ten.Colonnelli pel soldo mese di gennaio ducati 25
acconto ai Maggiori pel soldo del mese di gennaio ducati 20
acconto Capitani e Chirurghi soldo del mese di gennaio ducati 18
acconto 2° Chirurghi e Guardie del Genio telegrafisti
Uff.subalterni pel soldo del mese di gennaio ducati 15
acconto Guardiani ed Artiglieria e Cappellani
della Cittadella pel soldo del mese di gennaio ducati 9
I Sigg.Uffiziali, seguitando a ricevere la razione, riceveranno quanto sopra è
detto in acconto del mese di gennaio; la truppa giornalmente ricevrà la
razione di 5 grane.
Molte buone notizie l'Uffiziale Gaeta ci ha arrecato; speriamo siano vere.
Quest'oggi si è risposto al Generale Chiabrera di aver appreso la resa di
Messina e che non avendo ricevuto ordine dal nostro Sovrano Francesco II
per la Cittadella questa si difenderebbe fino agli estremi. Credo che tra pochi
giorni saremo assediati e verrà rotto ogni commercio con Messina. Meglio
così, finirà la monotonia in cui viviamo da circa 7 mesi.- La notte passata 6
omicidi si sono commessi in Messina. Questa sera grande illuminazione in
Città per essersi sparsa la voce che tutte le truppe che assediavano Gaeta si
stavano imbarcando per venire a battere la Cittadella per terra e per mare.
Il vapore postale proveniente dalla Siria aveva a bordo il Maresciallo Afan De
Rivera e suo figlio; egli non è sbarcato. Oggi stesso il vapore è partito ed il
Maresciallo Fergola ha fatto portare a bordo vari uffici per Roma o
Civitavecchia.
20 FEBBRAIO
Nessuna novità; fino alle ore 4 p.m. le solite barche con i venditori sono
venute al Lazzaretto. Nella Cittadella si prepara tutto per un pronto attacco; il
nostro ospedale passa nel Maschio abbandonando il Lazzaretto perché non è
casamattato e perché è privo di acqua ed i feriti che potremmo avere
dovrebbero fare molto cammino per giungervi. Si è mandato al Forte
SS.Salvatore una pompa e si è disposto per quanti medicinali si possono
occorrere. Tutto l'archivio del Comando della Piazza e Provincia di Messina,
che si ripose in una stanza del mio appartamento, si è fatto situare nelle
casematte non essendo la mia abitazione casamattata per cui prese fuoco
nel 1848. Tutto è disposto!
Si sono a me presentati verso le ore 2 a.m. il Colonnello D.Emanuele Moleti
del 3° di Linea ed il Colonnello del 5° di Linea D.Raffaele Ferrara, molto
sbigottiti, dicendo di aver appreso che si era deciso da noi di non voler
cedere la Cittadella, ma che per fare ciò era necessario riunire un Consiglio di
difesa per sentire il parere di tutti i Capi di Corpo. Con sangue freddo ho ad
essi risposto che mi sorprendeva che essendo Capi di Corpo non
conoscevano le nostre ordinanze le quali prescrivono che era nella volontà
del Generale Supremo soltanto convocare il Consiglio di Difesa se voleva,
ma ciò negli ultimi estremi se si doveva cedere la Fortezza oppure seguitare
la resistenza, ma che sempre si sarebbe dovuto attenere al parere il più
energico della resistenza, se il Generale Supremo così opinava. Essi mi
hanno replicato che vi era uno sgomento tra gli Uffiziali e che tutti
giudicavano inutile la difesa ed io ho loro risposto che questo scoramento
l'avrei fatto subito cessare perché al cominciare le ostilità le prime parole
equivoche e sovversive che avrei inteso da un Uffiziale di qualunque grado
l'avrei fatto fucilare col consenso del Generale Supremo. Ho proseguito
dicendo: "Per altro, Voi Signori Colonnelli che dovreste promuovere il morale
del soldato ed incoraggiarlo alla difesa di questi baluardi, che dopo Gaeta
sono l'ammirazione d'Europa, mi venite a fare delle proposizioni così vili e
degradanti! Ho perduto per voi tutta l'opinione che ne avrei potuto concepire!
Chiamate a voi i Signori Uffiziali e sappiateli parlare e che sappiano che darò
dei tristi esempi!"
Ma qual fu la mia sorpresa allorchè a notte avanzata mi si fece conoscere
che questi due vili Colonnelli erano stati nel Forte SS.Salvatore per
persuadere il Generale Anguissola, il Colonnello Sforza ed il Tenente
Colonnello Recca ad insistere a non fare resistenza e cedersi la Cittadella
non essendovi alcuno scopo o vantaggio da parte nostra ed assicurando loro
che io ero dello stesso parere.
Al che il Generale Anguissola ha detto loro: "Se il Generale de Martino è di
questo parere che me lo scriva ed io che ho tanta fidanza in lui come tutti
nella Cittadella, annuiremo ai suoi voleri."-Quanto può la malattia del cuore
(la paura) sul fisico ed il morale degli uomini! Nessuna disposizione ho voluto
dare oggi stesso per meglio informarmi e calcolar le cose, perché il letto dà
consigli. Ho scritto al Generale Anguissola come doveasi e che fidavo sul suo
onore e su quello dei Comandanti del Forte SS.Salvatore di cui ne vivevo
sicuro.
21 FEBBRAIO
Questa mattina alla punta di giorno mi è stato riferito che ieri sera nella
Casina Militare una quindicina di Uffiziali discorrevano di voler fare una
dimostrazione, di non volersi battere per una causa perduta; ma poi decisero
che questa mattina, verso mezzogiorno l'avrebbero eseguita. Il più
scandaloso si fu che questo discorso accadde in presenza di un certo
Generale (Cobianchi). Ognuno può supporre qual sentimento di onore e
coraggio questi vili possono ispirare ai loro dipendenti ed ai soldati. Mi sono
portato dal Maresciallo pieno di buon cuore, ha deciso che i due Colonnelli
Moleti e Ferrara, il Capitano Torricelli, Capitano Zannetti ed il 2° Tenente
Forte fussero cacciati dalla Cittadella come vili e traditori, essendosi così
manifestato all'ordine di oggi.
Alle ore 23 di oggi si è loro mandato in Messina i rispettivi equipaggi ed averi
per via di mare.
Or, mentre si stava eseguendo una tale operazione, il Colonnello Vallo di
Artiglieria si è disertato(paura che fa perdere l'onore).
Verso le ore 23, l'Uffiziale di guardia dell'avamposto Pagliara, Alfredo Candia,
del 3° di Linea, abbandonando il posto, si è anche disertato.
Lo spirito della truppa è buono; sarebbe eccellente se avesse Capi di Corpo e
buoni Uffiziali. Ecco disgraziatamente di ciò che manca la nostra Armata.
Nelle presenti infelici circostanze si sono trovati Capi di Corpo e Generali che
presso altre Nazioni non varrebbero per caporali.
22 FEBBRAIO
Ieri il Consulente 1° Chirurgo operatore venne ad espormi la sua triste
posizione per la sua famiglia che non aveva mezzi e come fare ad essa
pervenire mezzi si sussistenza; io cercai di confortarlo dicendogli che non era
il solo che trovavasi in simile posizione e che potrebbe darsi che le cose di
guerra non tarderebbero di molto a decidersi. Ma quando il dottore cominciò
a dirmi che la nostra resistenza era inutile, che il nemico aveva cannoni di
maggior portata e che andressimo tutti a sicura morte, pacatamente gli
risposi che l'onor militare non doveva investigare tante cose che potevano
essere assurde e lo prevenni che se un simile discorso l'avesse profferito
avanti più di un individuo del presidio, ovunque trovavasi, l'avrei fatto fucilare
e perciò lo consigliavo astenersi oppure si fusse portato dal Maresciallo per
ottenere di andarsene conoscendo la sua viltà. Brutta cosa è la paura!Questa mattina il detto Dottore Conte si è portato dal Maresciallo chiedendo
la sua dimissione o un permesso; siccome in nessun modo lo si è potuto
persuadere, forse per qualche parola mal considerata, il Capo dello Stato
Maggiore lo ha preso a calci ed urtoni e da un Uffiziale di Stato Maggiore e 4
uomini di guardia lo ha fatto scortare fino al Lazzaretto per mandarlo via in
Messina ove meglio accrescere il numero dei vili che sicuramente
spaccieranno notizie contro gli Uomini d'Onore che difendono questi baluardi.
Sono certo che il nemico, avendo più buon senso, calcolerà più noi che i vili
che disertano.
Questa mattina si è inaugurato il quadro della SS.Vergine Addolorata che il
Santo Padre ha fatto dono a questo presidio con Messa cantata, sermone e
Benedizione e con le bande dei Reggimenti.
Questa mattina con tutta la truppa del presidio si sono riconosciuti quale
comandante del 3° di Linea il Maggiore Milano e del 5° di Linea il Tenente
Colonnello Diversi, in sostituzione dei due Colonnelli Moleti e Ferarra, espulsi
come vili.
Il più triste per me si è che dopo l'intimazione della resa della Cittadella non
ricevo più fogli esteri e sono privo di quanto succede nel mondo politico
essendo quasi interrotta la comunicazione con Messina se non quella
attraverso i parlametarii; intanto le barche dei venditori seguitano a venire,
massime ora che si sono distribuiti ai soldati circa 9mila ducati.
23 FEBBRAIO
Questa mattina sono stati espulsi dalla Cittadella due Cappellani Militari
(D.Enrico Vigliena e D.Giuseppe De Simone) i quali esponendo le loro
malattie per l'aria della Cittadella e par la forte paura che avevano, per non
far scoraggiare gli altri si sono cacciati via. Il 1° Medico dei Pionieri
esponendo lo stesso, si è posto agli arresti di rigore nella sua abitazione con
l'ordine che se sorte dagli arresti impostigli sarà giudicato e fucilato. È tempo
di fermezza perché l'Europa tutta ci guarda!
Stamane il nemico ci fa pervenire una carta stampata per scoraggiare la
guarnigione in dove osservasi una lettera che comincia così: "Il piemontese
Generale Cialdini per ordine del Ministro di Guerra di Napoli al Generale
Chiabrera in Messina" in cui gli impone che se la guarnigione della Cittadella
non si arrende al primo invito saranno tutti trattati come arresi a discrezione e
gli Uffiziali Generali tutti fucilati! Bella cosa se potessero conseguirlo; qui
siamo preparati quali uomini di onore ed attendiamo di essere attaccati, ma
ciò, per ora, non di è verificato. Puol darsi però che le circostanze cambiano...
stiamo agli eventi. Tutto è dubbio ed il militare di onore sta fermo al suo posto
ed al suo giuramento fino a che il Sovrano, esse stesso, non ordina di
cedere. Per altro, il nemico deve ben pensare di attaccare uomini decisi e
pieni di sentimenti di onore!
Si sono aumentati quantità di cannoni da per tutto e da ogni dove ove può
supporsi una scalata si sono situati molti marrazzi; intanto, ad onta di tante
minacce, i venditori seguitano a venire al Lazzaretto e provvederci di quanto
ci bisogna ed acquistare in Città quanto da noi si desidera; essi dicono che
venendo Cialdini saremo tutti passati per le armi. Sono stati congedati vari
soldati inutili ai quali si è dato due razioni di viveri ed 8 giorni di prest.
Sentiamo triste notizie da Napoli, ma che fare? La rivoluzione è in trono: si
vuole la repubblica; meglio così! Repubblica e Sovranità sono due estremità
che si toccano e questo scisma può giovare al nostro ottimo Sovrano. Il detto
di Napoleone I era: "on ne fait pas Republique avec des vieilles Manorchie."
Mi perviene notizia da Messina che la Comune della Città abbia esposto al
Generale Chiabrera che la Città stessa era valutata a 170 milioni di fabbricati
e che perciò fino a che Vittorio Emanuele non avesse garentita tal somma
con firme di negozianti accreditati la Città non avrebbe mai permesso che si
attaccasse la Cittadella la quale potrebbe fulminare tutta la Città. A mio
credere tale protesta è stata intempestiva stante che fino al momento che
non si riuniscono qui 15mila uomini, grosse artiglierie ed una sufficiente
armata navale, la Cittadella non può essere seriamente investita; ma ciò
dipende dalla paura che, come ha invaso alcuni nostri commilitoni espulsi o
disertati, così ha prodotto nei pagani e proprietari di Messina. Da un foglio di
Messina del 20 corr. si apprende che, all'apertura del Parlamento di Torino il
giorno 18, Vittorio Emanuele ha dichiarato l'Italia "unica e sola", manifestando
che se l'Imperatore dei Francesi ha stimato richiamare il suo inviato, con suo
rammarico, esso non alterò i sentimenti della sua gratitudine nè la fiducia del
suo affetto alla causa italiana.
Verso le ore 23 il Maggiore Comandante l'Artiglieria D.Achille De Michele, nel
montare di ispezione gli avamposti; si è presentato al Capitano di guardia
della Sperlungata avendo in mano un plico e dicendo – per essere aperto il
cancello – di doversi portare come parlamntario all'avamposto nemico e
ricevere riscontro al plico.
Ho chiesto un caporale e due uomini per inoltrarsi, giusta il consueto,
all'avamposto nemico ed ordinando all'Alfiere di guardi Cosentino, del 3° di
Linea, di seguirlo. Giunto a poca distanza dal nemico ha licenziato la scorta e
vilmente ha disertato. Che tristi tempi sono questi ed in quale infelice
posizione ci troviamo dopo 7 mesi di assedio! Il veder disertare Colonnelli,
Uffiziali Superiori, Capitani, Subalterni, Dottori, Cappellani, Impiegati del
Telegrafo, è cosa che fa raccapricciare! Tanto più ciò ha fatto nascere la
giusta diffidenza nella truppa verso i loro Superiori che difficilmente potranno
ridursi nello stato normale perché i soldati credono di essere traditi o venduti.
Faccia Iddio!
24 FEBBRAIO
Questa mattina la popolazione di Messina ha impedito ai venditori di venire
con le barche al Lazzaretto, per cui siamo stati privi di carne fresca e altro;
ma saputosi ciò dal Generale Chiabrera, che sta perfettamente alla
convenzione, o perché gli stessi venditori hanno portato i loro reclami al
Municipio perché non hanno altri mezzi di sussistenza, dopo mezzogiorno è
venuta la gran quantità di viveri giusta il consueto.
25 FEBBRAIO
Il nostro interprete telegrafico ha rilevato dal telegrafo nemico che Cialdini
ordina da Napoli al Generale Chiabrera di sospendere il lavoro perché
sarebbe venuto di persona.
Vi sono affissi in Città con cui si avvisa che ogni carretto deve pagarsi per
affitto 3 carlini senza poter sortire dalle catene che sono a qualche miglio
dalla Città; intanto si impedisce alle porte della Città di poterne uscire e ciò
per non far spopolare e per non far mancare i viveri. Il Generale Chiabrera ha
dato ordine di poter far venire in Cittadella 200 fascine che il Municipio non
voleva supponendo che potevano servire di spalleggiamento alle
fortificazioni.
Sappiamo dai venditori essere partiti per Napoli i nostri Uffiziali disertati o
espulsi, ad eccezione del Colonnello Vallo ed il Chirurgo operatore Conte. Si
suppone che questa notte saremo attaccati alla parte di mare, ciò non
sarebbe per noi una sorpresa perché l'altra notte, senza che il nemico avesse
potuto osservare, si sono fatti caricare tutti i pezzi del fronte di mare.
Questa mattina ha ancorato fuori del porto una fregata Sarda; alcuni dicono
che vi è imbarcato il Tenente Generale Cialdini, ma non ne siamo sicuri.
Corre voce parimenti che un gran numero di soldati piemontesi è sbarcato a
Milazzo, a circa 25 miglia da Messina; non saprei perché dovrebbero
defaticare la truppa mentre possono sbarcare nelle vicinanze di Messina fuori
il tiro di cannone della Cittadella, senza imbarazzarsi del trasporto di
equipaggi o altro che porta seco una truppa, mentre Milazzo manca molto di
mezzi di trasporto e di animali.
Sono 7 ore di notte, tira vento orribile e, quindi, impossibile che i legni nemici
potrebbero restare nel Faro agitato per bombardare la Cittadella per cui
possiamo riposare tranquillamente fin che dura il vento.
26 FEBBRAIO
Tutta la notte la maggior parte del presidio ha travagliato ai lavori di terra e si
seguita con energia; il tutto diretto dall'infaticabile ed esperto Direttore di
Artiglieria D.Patrizio Guillamat il quale aumenta cannoni, mortai,
spalleggiamenti con la massima intelligenza.
Alla punta di giorno è giunta una corvetta armata con bandiera piemontese e
si è situata al fianco della fregata giunta ieri.
Il nostro interprete rileva dal telegrafo nemico che da Napoli si segnala alle
Autorità della Sicilia di sorvegliare attentamente su tutti i punti del litorale
dell'Isola.
Le notizie che ci pervengono da Messina sono:
•
che sia giunto ordine al Console di Francia di bassare le armi;
•
che Cialdini sia stato richiamato con premura a Torino;
•
che i piemontesi vanno a partire.
Queste notizie le apprendiamo dai venditori che vengono al Lazzaretto e
delle quali teniamo il conto che si conviene, abbenchè molti di essi siano
legittimisti. Sarebbe ottimo, per altro, se ciò si verifica.
Dicesi pure che il nostro Colonnello Vallo, disertato da noi, il giorno 20 abbia
fatto un progetto al Generale Chiabrera di formare un Reggimento di volontari
o fare una coscrizione per marciare contro Venezia; Al che il Municipio gli ha
fatto sapere che d'intrigasse dei fatti suoi e che a nulla badasse della Città di
Messina e di non far progetti di fortificazioni perché la Città non desidera
affatto che si faccia fuoco contro la Cittadella per non correre il rischio di
essere bruciata. È giunta la messaggeria francese; si è mandato a bordo il
nostro Uffiziale dal Comandante gli è stato detto che S.M. Francesco II era
ancora a Roma ma che sin porterà forse altrove; che in Civitavecchia vi era
un vapore che sta per venire qui alla Cittadella con dispacci e ordini del Re,
portando soccorsi di più viveri e denaro. Gli ha detto ancora che tra pochi
giorni tutto sarà a nostro favore. Viviamo nei dubbi e nella speranza...
Per quanto ci si assicura, il Tenente Generale Cialdini, che ci dissero essere
arrivato ieri in Messina, è ripartito e sia rimasto qui in Città l'Ammiraglio
Persano. Ciò è tutto in dubbio ed a verificarsi. Certo è che la popolazione non
si mostra molto ostile verso di noi come nei giorni passati. La corvetta giunta
stamane, verso mezzogiorno è partita e portatasi fuori tiro si è piazzata di
fronte il Forte Lanterna ove è rimasta per circa 2 ore esaminando tutte le
fortificazioni della Cittadella, quindi è partita verso Napoli.
Verso le ore 23 riceviamo notizie contraddittorie, cioè non essere Cialdini
quello venuto a Messina, bensì il Generale Della Rocca e che sulla fregata
qui rimasta vi è l'Ammiraglio Persano; che i Generali piemontesi nel visitare i
siti per piazzare le loro artiglierie per battere la Cittadella ed i Forti dipendenti
abbiano avuto delle osservazioni dalla Cittadinanza che non vuole sia
bombardata e che perciò abbiano deciso formare numerose batterie di mortai
e cannoni cavalli dalla parte di S.Nicolicchio sulle alture ed alla parte dei
Moselli. La guarnigione a sangue freddo tutto ascolta ed attende gli eventi.
In giornata si è aumentata una batteria di 5 columbrine dalla parte di mare
grosso, alla diritta del Forte Lanterna; tra queste vi è quella denominata "del
Diavolo", dalla quale un proiettile può arrivare fino a Reggio. Si è parimenti
situato un filo elettrico tra la Cittadella e Forte SS.Salvatore.
27 FEBBRAIO
Tra la notte e la punta di giorno di oggi; dai nostri avamposti si sono disertati
insieme: il Maggiore D.Salvatore Papa, l'Alfiere D.Salvatore Randazzo(il
primo d'ispezione il secondo di guardia) nonchè il 2° sergente Pitocchi, il
musicante Giuseppe Di Giovanni ed il 2° sergente Andrea Serra. Su di essi la
guardia ha fatto fuoco e, per quanto sappiamo, il Maggiore Papa è stato
ferito.
Riceviamo lettera da una nostra spia in Messina che ieri i Generali
piemontesi, avendo fatta una ricognizione sulle alture di Messina, hanno
deciso di piazzare le loro batterie sugli stessi siti ove erano nel 1848, cioè:
Noviziato – Torre Vittoria – Moselli ed altri e che hanno interessato il
Colonnello Vallo di far subito l'esatta pianta della Cittadella per così scegliere
i migliori punti per dirigere i colpi tutti ad una polverista qualunque.
Suppongo che il detto disertore Vallo avrà ben informato il nemico che
ognuna delle nostre 3 polveriste contiene 1.000 cantaia di polvere.
Nel nostro arsenale si sono confezionate gran numero di palle di piombo che
sono più efficaci per l'attacco di mare.
Nell'aprirsi le casse dei medicinali venuti dalla Francia con la gran quantità di
viveri vi sono trovate molte cassettine di tavolette di consumè per far brodo ai
malati e molti involti di sfile e compresse di finissima tela; ogni involto ha
sopra scritto il nome di chi per simpatia li ha rimessi, Duchessa del Gallo,
Conte Molino, ed altre Dame francesi.
Ogni momento riceviamo notizie contraddittorie che disgraziatamente non
siamo in condizione di verificare.
La corvetta sarda si è rientrata questa mattina e si è situata vicino alla fregata
ove trovavasi prima di partire. Siamo stati assicurati che sulla fregata vi è
l'Ammiraglio piemontese Persano e che l'altra sera, in incognito, si portò al
teatro e che, essendo stato riconosciuto e si preparavano a fargli ovazioni, di
ciò accortosi, sortì subito dal teatro. Ci pervengono tante notizie dalla Città
forse per intimorire la guarnigione per le tante batterie che il nemico stabilisce
con cannoni, cavalli, mortai ed altre macchine come quelle che hanno
conquassato Gaeta; ciò è a credersi perché il nemico sicuramente sarà
irritato che in tutto il Regno delle Due Sicilie nella sola Cittadella sventola
ancora la bandiera del Re Francesco II e che, ad onta che questo sia sortito
dal Regno, la sua guarnigione si ostina alla resistenza e non intende affatto
cedere, abbenchè molti vili uffiziali superiori siensi disertati, massime i Capi
dell'Artiglieria. Intanto con i nostri cannocchiali nulla si scorge, a meno che
non costruiscono batterie mascherate. Noi pure ci prepariamo a più non
posso aumentando pezzi, spalleggiamenti, lavori di terra e quanto può idearsi
per una valida ed ostinata resistenza e difesa, tanto più che abbiamo viveri
per più di altri due mesi. Ma la differenza delle armi...
28 FEBBRAIO
Questa notte sono giunti molti legni sardi con truppa e immenso materiale e
polvere che hanno sbarcato verso Real Alto e Salvatore dei Greci; altri legni
sono poi entrati nel porto e siccome il Maresciallo è stato avvertito che varie
batterie di notte si stanno costruendo con immenso materiale che vi si
trasporta, ha scritto subito al Tenente Generale Cialdini che essendosi
contravvenuto alla convenzione stipulata del mese di luglio tra il Maresciallo
Clary ed il Generale Medici si vedeva suo malgrado prendere le difese della
Cittadella e cominciare le ostilità. Si è parimenti scritto a tutti i 16 Consoli
delle varie Nazioni di far sgombrare il porto dai legni che appartengono alle
rispettive nazioni e di salvare i propri connazionali ed i loro interessi perché la
Fortezza andava ad agire ostilmente contro il nemico.
Questi uffici si sono mandati sui legni da guerra francese per farli pervenire
alle destinazioni.
Or siccome si sono provocate da noi le ostilità, che possono cominciarsi
anche subito, bello è vedere, da buon militare, quale attività si è sviluppata in
un momento in questo presidio ove 4.300 uomini sono in movimento per
operare lavori di terra per spalleggiamenti, blinde, ripari maggiori per
polveriste, cose la più temibile avendo il nemico cannoni cavalli che noi non
abbiamo e che tirano a circa tre miglia di distanza con proietti di immensa
mole, ma noi, decisi, con le granate e la fermezza di vecchi soldati ci
batteremo ed il nostro onore sarà salvo; se soccombiamo sarà con onore!
Mentre scrivo, l'infaticabile Capo di Stato Maggiore raddoppia i pezzi e dà
energiche disposizioni. Sono le 3 ¼ p.m., il nostro Uffiziale che ha portato gli
uffici ai Comandanti dei legni da guerra inglese e francese, per farli
consapevoli delle determinazioni ostili prese dalla Cittadella, ha riferito che
sono rimasti molto dispiaciuti perché tale decisione apportava loro molto
imbarazzo in quanto nessun preparativo era stato fatto in quanto fidavano
sulla parola del Generale Cialdini che li aveva assicurato che non avrebbe
tirato nemmeno un colpo contro la Cittadella perché era in attenzione che un
ordine sarebbe giunto al Comandante della Cittadella da Francesco II di
cedere la Fortezza. I due Comandanti, per altro, male giudicano il modo di
procedere del Generale Cialdini!
A questo punto si riceve rapporto che dalla parte dei Moselli una barca
cannoniera sarda sta sbarcando proietti e pazzi per formare una batteria; si
scrive subito a Cialdini(non avendo ancora ricevuto riscontro all'ufficio di un
ora fa) che se la barca cannoniera non si allontana si farà fuoco. Cialdini ha
risposto insolentemente che se non si cede la Cittadella saremo passati a pil
di spada essendo Vittorio Emanuele riconosciuto Re d'Italia; aggiunge altre
minacce da far paura ai paesani. Finisce col dire che se volevamo tirare sul
legno che stava scaricando l'avessimo pure fatto; intanto questo legno ha
alzato bandiera inglese.
È giunto parimenti un vascello inglese il quale per proteggere lo sbarco di
uomini e proietti e materiali da guerra dei legni piemontesi si è posto avanti
agli stessi per impedire che potessimo tirarli. Ecco la protezione inglese per il
Piemonte; intanto i legni da guerra piemontesi si sono allontanati dal porto.
Verso le ore 23 sono venuti con bandiera parlamentaria al posto S.Teresa
tutti i Consoli ed i Comandanti dei legni da guerra francese ed inglese
intercedendo per la infelice Città a scopo umanitario ed anche per non
attirare su di noi l'odio di tutta l'Europa col devastare una così bella Città e
con l'effusione di sangue. Io ha ad essi risposto che ciò non dipendeva dai
Generali della Cittadella ma che, attaccandoci e minacciandoci il Generale
Cialdini, sicuramente non dobbiamo cedere da vili e, quindi, è attribuibile a lui
il danno. Ma essi mi hanno prospettato – e volevano la mia adesione – di
voler proporre al Generale Cialdini di rendere neutrale la Città e che i tiri a noi
diretti potrebbero essere fatti dai lati della Città e per via di mare.
Ho loro risposto che questa soluzione era impossibile stante che il nemico
riceve tutte le risorse dalla Città e questa pertanto ne pagherà il fio, nè, d'altra
parte, il Maresciallo Fergola addiverrebbe ad una simile soluzione. Alle loro
insistenze, ho detto: "Questa cosa potreste consigliarla a Cialdini, che ci
scriva e discuteremo." Ed essi: "Cialdini è altero e noi non possiamo
avanzargli la proposta senza la vostra anticipata adesione perché mal
soffrirebbe una negativa."
Infine, facendo appello alla filantropia, alla generosità ed alla umanità, mi
hanno pregato di consultare il Maresciallo e mi hanno chiesto il permesso di
ritornare domani alle ore 9 a.m. Il comandante il legno inglese mi consiglia di
non farsi nemica l'Inghilterra stante che domani vanno a venire 3 vascelli
inglesi i cui Comandanti non apprenderebbero bene che la Cità di Messina va
ad essere bombardata essendovi migliaia di sudditi inglesi proprietari e
negozianti. Gli ho risposto che avendo prevenuto 24 ore prima tutti avevo
adempiuto a quanto prescritto dal diritto internazionale e che perciò domani
alle ore 4 p.m. doveva trovarsi col suo legno fuori dal porto; lo stesso ho detto
al Comandante del legno francese. Infine, annoiato da tanti discorsi, ho detto
a tutti: "Signori, essendo l'ora di alzare i ponti e chiudere la Fortezza, ho
l'onore di salutarvi!" Tutti mi hanno risposto: "Ci vedremo domani alle 9 a.m."
Sono le 11 p.m. ed osserviamo i grandi lavori che si stanno eseguendo dal
nemico con immensa calca di popolo che offre la mano d'opera. Fatto sta che
si sono formate delle batterie molto lontane perché Cialdini è molto
provveduto di cannoni cavalli che tirano a circa 3 miglia e dei quali noi siamo
sprovvisti. Basta, cercheremo aiutarci con le granate! L'altro nostro impaccio
è la grande quantità di polvere che abbiamo nella Cittadella, polvere
pervenutaci dai castelli ceduti Consagra e Castellaccio, da Trapani, Milazzo
da Palermo ed altri siti e tutta venne qui immagazzinata in siti non molto
sicuri. Siamo in mezzo ad un vulcano, facile a saltare tutti in aria. Faccia
Iddio!
1° MARZO
Cosa curiosa! Questa mattina dalla Città ci pervengono le solite barche di
viveri ed abbenchè la truppa di nulla abbisogna perché abbiamo viveri a
sufficienza, pure i nostri soldati spendono lo stesso il prest. Questa mattina i
Signori Uffiziali ricevono il soldo di febbraio, cioè una parte, stante che i
Generali non percepiscono che 40 ducati.
Alle ore 9 a.m. sono giunti agli avamposti i Consoli e, dalla parte di mare, il
Colonnello della Stato Maggiore Aiutante di Campo Cialdini. Ho chiesto ai
Consoli di parlamentare prima col detto Uffiziale il quale a voce mi ha detto
che se il Maresciallo Fergola desiderava qualcosa da lui avesse messo per
iscritto direttamente perché nulla avrebbe ricevuto ed ascoltato per il tramite
dei Consoli esteri stante che tra italiani potevamo ben intenderci. Ho risposto
che ciò era ben inteso e non sapevo cosa pretendevano i detti Consoli. Egli,
inoltre, mi ha portato un ufficio del suo Generale col quale viene dichiarata
rotta la tregua domani a mezzogiorno e, pertanto, a tale ore sarebbero
cominciate le ostilità. Al che si è risposto che da parte le ostilità sarebbero
cominciate questa sera alle ore 5 p.m. avendo di tanto avvertito tutti i Consoli
onde facessero tutti i legni dal porto.
Parlando in seguito ai Consoli, tutti mi hanno dimostrato la loro dispiacenza
nel trovare il Generale Cialdini così burbero e inconciliabile; mi hanno
ringraziato delle buone maniere usate e che tutta la colpa ricadrà sul
Generale Cialdini per la ruina della Città di Messina e dei suoi abitanti. Mi
hanno pregato, parimenti, di non tirare sui legni se per caso questi per le 5
p.m. non fussero ancora usciti dal porto stante che i rispettivi Comandanti
erano stati tardivamente avvertiti perché si lusingavano che il Cialdini avesse
annuito alle loro preghiere. Ho loro detto che tanto la Città quanto i legni
saranno risparmiati nei limiti del possibile; la necessità di rispondere ad un
bombardamento non consente di poter promettere sicuramente cosa alcuna.
Infine, ho loro ribadito che per le ore 5 p.m. il porto deve essere sgombro di
tutti i legni, qualunque sia la nazionalità.
Il gran numero di donne e ragazzi che sono in Cittadella si è fatto ammassare
in una casamatta; si sono date tutte le disposizioni per un attacco immediato.
Alle ore 3 ½ p.m. dalla batteria del Forte D.Blasco si è fatta tirare una
cannonata verso le batterie nemiche che si faranno ai Moselli; il nemico non
ha risposto.
Abbiamo ricevuto una lettera di una spia di Messina(speriamo che sia l'ultima
perché poca fede vi presto) dalla quale si apprende le diverse batterie che il
nemico sta costruendo, come pure i grandi approvvisionamenti che si fanno a
Torre di Faro da una
Armata Navale Australiana o Bavarese che sta per venire in nostro soccorso,
nientemeno che di 60mila uomini...Bùm!
I Generali e lo Stato Maggiore si sono ritirati nelle casematte.
Ferdinando II
2 MARZO
Alle ore 10 ½ a.m. sono giunti in direzione della Cittadella due vapori sardi
rimorchiando altre barche da trasporto con truppa e munizioni per sbarcare a
Contessa o ai Moselli ove il nemico fa grandi lavori; nell'attraversare il Faro, i
detti legni hanno avuto tirati vari colpi di cannone dalla Lanterna e dal Forte
D.Blasco, senza però offenderli.
Il porto è sgombro dei numerosi legni di commercio ad eccezione delle due
fregate francesi ed americane le quali ci hanno fatto sapere che abbiamo
fatto benissimo tirare sui legni sardi e che non ancora sono sortite dal porto
perché sono sicure che in giornata il nemico non farà fuoco.
I venditori non sono venuti ma abbiamo ancora l'acqua dalla Città che non è
stata tolta; la provvista di acqua che abbiamo è sufficiente per circa due mesi,
se piove ne avremo di più.
Per tutto il giorno il nemico ha innalzato forti batterie anche dalla parte dei
capannoni lunghi ai Gazzi; nulla dalla parte di S.Nicolicchio.
Francesco II
3 MARZO
Il nemico tutta la notte ha travagliato alle sue batterie ma ci ha lasciato
tranquilli senza attaccare; forse in giornata lo saremo e ci troverà ben
preparati per riceverlo.
Tutti ricevono la razione, anche i ragazzi e le donne.
Alle ore 11 ½ a.m. è giunto il vascello "Il Monarca" e 3 vascelli inglesi; si sono
ancorati al di là delle grotte. Sta per giungere il vapore postale francese da
Costantinopoli. Il nemico segue con attenzione i suoi lavori e non facciamo
altrettanto; i nostri lavori di terra e di blindaggio sono quasi al termine. Si è
tolta la baracca situata sulla spiaggia tra le lunette S.Francesco ed i pazze
situati sul parapetto della falzebraga S.Diego; si è raddoppiata forza e
cannoni sulle lunette S.Francesco.
Il Comandante la corvetta americana che trovasi nel porto, questa mattina ha
inviato una lettera al nostro Generale Supremo Fergola offrendosi a far
giungere un nostro piego al Re Francesco II perché essendo noi uomini di
onore ci preparavamo a valida resistenza e non avendo mezzi come
corrispondere con S.M. si offriva per l'oggetto in parola onde S.M. avesse
conosciuto la nostra posizione e quella dell'infelice Città di Messina ove si
contengono gli interessi di tante Nazioni, oltre il sangue che andrebbe a
spargersi .
Dopo un Consiglio di Difesa, si è deciso di scrivere a S.M. facendogli
conoscere le molteplici batterie che l'inimico sta costruendo senza poterlo
impedire perché la nostra artiglieria non vi giunge e che ne siamo attaccati,
avendo il nemico cannoni rigati, obici e cannoni cavalli che hanno quasi
doppia gittata, certamente ci bombardano facendo tacere i nostri quattrocento
e più cannoni che non hanno la loro gittata; più che S.M. desidera si tener
fermo ancora che trovassi i mezzi come far partire da qui 600 donne e
ragazzi che sono un positivo ostacolo per la difesa; si è detto parimenti che
siamo molto ingombri di polvere che sono riposte in locali poco sicuri e che le
donne sono ammassate in locali perfettamente stivate.
Questa lettera parte domani; credo, per altro, che il Generale Cialdini sappia
quanto
ha praticato il Comandante americano forse per i reclami dei messinesi che
non desiderano soffrire un bombardamento.
Un vascello inglese quest'oggi è entrato nel porto, centinaia di legni mercantili
sono tutti usciti restandovi solo la corvetta americana, altra inglese ed il detto
vascello. A parer mio, restando tutti questi legni nel porto, certamente non
saremo attaccati in giornata.
4 MARZO
Questa notte dagli avamposti si è disertato un 2° Sergente ed un soldato del
3° di Linea.
Questa mane si è mandato un nostro Uffiziale per mandare il piego al
Comandante Commodoro americano che ieri si era offerto di farlo pervenire a
S.M. in Roma; in riscontro, ha restituito il piego dicendo che ciò poteva
disgustare l'Ammiraglio Piemontese Persano potendolo supporre una
infrazione ai diritti di guerra. Nello stesso tempo due Uffiziali americani si
sono approdati al posto Pagliara ove sono andato a parlamentare. Questi,
adducendo la stessa scusa per parte del Commodoro, mi hanno detto che si
fusse fatta altra busta diretta al Console Americano promettendo sulla sua
parola che il plico sarebbe giunto nelle mani di S.M. Così si è fatto. Intanto io
opino che questo plico, invece di andare nelle mani del Re, andrà in quelle
dell'Ammiraglio Persano o Cialdini.
La corvetta americana è sortita dal porto ed ha preso la rotta verso il Nord; il
vascello francese, un'ora dopo, anche è sortito dal porto e si è ancorato verso
il Salvatore dei Greci.
Si è supposto qualche complotto di pochi uffiziali forse per quella tale malattia
del cuore(paura), ma sembra sventato. Si sono chiamati anche i Capi di
Corpo a cui si è parlato militarmente, quindi tutti i primi sergenti.
Le circostanze sono veramente critiche: capi di corpo deboli, uffiziali tutti
casati, circa 600 tra donne e ragazzi, grosse batterie che l'inimico innalza,
cannoni rigati che tirano a quasi tre miglia, cannoni cavalli con straordinari
proietti ecc. Tutto ciò ha in qualche modo sgomentato specie gli uffiziali
casati, ma io quest'oggi ho ad essi parlato come vecchio soldato e mi auguro
che ne profittano se il punto di onore è loro caro, qualunque siano le
circostanze.
Un'ora prima della mezzanotte è entrato nel porto un vapore che non si
riesce a conoscere a qual nazione appartiene perché notte oscura; il solo che
ci è ancorato in questo vasto porto.
Sono le ore 5 ½ di notte ed entra nel porto un altro vapore e non si scorge se
sia da guerra e a qual nazione sia perché la notte è molto fonda.
5 MARZO
I vapori entrati nel porto questa notte ne sono sortiti dopo qualche ora.
Sono le ore 6 ½ a.m. ricevo rapporto che 5 sentinelle questa notte si sono
disertate dagli avamposti; sono del 3° di Linea.
Il Direttore di Artiglieria Guillamat, Capo dello Stato Maggiore, ha costruito
due batterie nella falzabraga S.Stefano; i cannoni sono situati con la culatta a
terra e senza affusti con l'elevazione di 40 gradi per così prolungare la
parabola per tentare tutti i mezzi onde poter giungere più a portata delle
batterie nemiche. La prima di queste batterie ha 8 pezzi da 80 e chiamasi
"Batteria Fergola", la seconda ne ha 12 da 36 e chiamasi "Batteria de
Martino".
Fa gran tempesta di mare; infiniti legni piemontesi da guerra vanno e
vengono dal Faro, da Reggio e le Grotte; altri si allontanano dalla spiaggia
dei Moselli ove costruiscono batterie. Noi siamo parati a ricevere un forte
bombardamento e adoperare tutti i mezzi per una valida resistenza da Uomini
di Onore. Salvato questo, la vita è nulla!
Stamane è stato distribuito alla truppa rhum e tabacco; agli uffiziali zuccaro e
caffè. Siamo privi però di carne fresca e verdura, non per questo i Generali e
Stato Maggiore siamo privi di pasticceria per il latte che producono le 6
vacche sgravate, le quali, aon le altre 20 vaccine, si conservano per
l'ospedale.
Sono le 4 p.m., ricevo rapporto dalla Caponiera che un soldato del 3° ed altro
del 5° di Linea, profittando della forte pioggia, hanno abbandonato gli
avamposti e si sono disertati al nemico il quale con arte ha fatto circolare
nelle guarnigione la lettera scritta al Maresciallo Fergola ove c'è scritto che
saremo trattati da briganti se non ci fossimo arresi prima che di cominciare il
fuoco. Ciò aumenta le nostre angustie perché essendo i tutti soldati di fresca
data temono in maniera straordinaria quanto si spaccia dal nemico, massime
da parte degli uffiziali che vedono compromettere i loro gradi. Ed è perciò che
desidero che si cominci l'attacco !
Verso le ore 23 ½ un vapore francese ha attraversato il Faro accostandosi
sotto la protezione della Cittadella, ma essendosi spinto altro vapore, ad una
certa distanza, dalla Cittadella si è tirato un colpo di cannone per obbligarlo
ad issare bandiera; questi ha issato bandiera piemontese e dalla cinta
principale gli sono stati tirati altri 3 colpi di cannone, ma senza effetto. Il
vapore francese, poi, radendo il circuito del Forte Lanterna e Forte
SS.Salvatore, si è ancorato fuori del porto ove sono tutti gli altri legni.
Si sono rinchiusi agli arresti di rigore il Comandante del 3° Reggimento di
Linea, Maggiore Conte Milano ed il Capitano Messina , dello stesso Corpo,
per aver manifestato al Corpo ed alle Compagnia proposizioni sovversive, vili
e degradanti per militari d'onore. Essi sono sotto chiave e senza
corrispondenza.
Avevano, nientemeno, proposto di uccidere i Generali ed il Capo di Stato
Maggiore per cedere la Cittadella. Speriamo che con tale fermezza si possa
giungere allo scopo di terminare questo assedio con onore...ma temo difficile.
Mancanza di Uffiziali, niente avvezzi alla guerra, tutti ammogliati e pieni di
miseria temono la perdita dei loro gradi. Questi sono gli effetti
dell'organizzazione della nostra Armata.
Maria Sofia
6 MARZO
Questa notte dagli avamposti e Forte D.Blasco si sono disertati un sergente,
3 soldati di fanteria e 5 artiglieri.
Sono le 6 ½ a.m. fò segnalare per l'elettrico al Forte SS.Salvatore che dalla
Cittadella si veggono soldati che calano con la fune della bandiera sulla
banchina del Forte e che se ne veggono di già 3 colà nascosti. Mentre scrivo
ricevo rapporto che manca altro artigliere al Forte SS.Salvatore. Verso le ore
23 è comparso all'entrata del Faro un vapore da guerra prussiano il quale ci
ha riempiti di speranza; verso le ore 24 ha ancorato fuori il porto, ha calato
una lancia con il Comandante dirigendosi dirimpetto al Banco forse per
andare dal Console Prussiano. Si è fatto notte e nulla più abbiamo saputo.
Tutta la popolazione ha seguito il Comandante del vapore; forse domani
sapremo qualcosa. Sul fronte di mare le 3 batterie di S.Stefano proseguono a
tirare contro la squadra e contro Contessa sulle batterie nemiche di cannoni
rigati.
7 MARZO
Sono le ore 11 ½ a.m., nessuna notizia o ufficio ci è pervenuta dal legno
prussiano.
Essendosi osservato che dalla parte della Città si costruiscono batterie contro
la Cittadella, il Maresciallo, con ufficio, ha avvertito tutti i Comandanti le
stazioni marittime che se non desistevano di lavorare su tali batterie avrebbe
fatto fuoco per impedirlo e, suo malgrado, la Città ne avrebbe sofferto. Mentre
scrivo vi è grande riunione di Comandanti le stazioni marittime di varie
Potenze sul vascello inglese ancorato nella vicinanza del Salvatore dei Greci.
La forza navale che esiste nel Faro è composta dal "Monarca", vascello, la
fregata "Borbone", il "Ruggero" ed altri vapori che appartenevano a
Francesco II; il resto degli 11 legni da guerra sono piemontesi. Oltre a questi,
pronti al bombardamento della Cittadella allorchè le batterie nemiche di terra
e dei Moselli saranno terminate, vi sono molti legni da guerra esteri: 3 vascelli
inglesi, la fregata americana "Brick", una francese ed altri. Questi legni sono
qui per spiare o conoscere quanto avviene o per godere del micidiale
spettacolo di una fortezza attaccata per mare e per terra. Noi attendiamo a
sangue freddo augurandosi che le due nuove batterie costruite dal nostro
Direttore di Artiglieria riescano a centrare come calcolo matematico fatto, cioè
che possono giungere alla distanza ove sono piazzati i cannoni cavalli del
nemico, ovverosia a due miglia e mezzo. Mi sembra impossibile!
8 MARZO
Verso la mezzanotte è entrato nel Faro altro vascello inglese e un "avvisos",
ossia piccolo legno da guerra francese; sono rimasti nel Faro.
Alle ore 9 ½ a.m. il Comandante il posto D.Blasco, Capitano di Artiglieria
Valestra, è sortito verso i Giardini con altro soldato di artiglieria, per fare
osservazioni col cannocchiale dalla parte ove il nemico sta formando batterie;
dopo di essersi colà aggirato per qualche tempo, giunto ad un muro, è sparito
dandosi, con l'artigliere, al nemico. Divulgatosi tal notizia nella Cittadella la
moglie, che qui si trova, ha fatto tenere al Maresciallo una lettera del detto
Capitano in dove gli dice che si è allontanato non per tradire ma disgustato
dalle cattive maniere che il Maresciallo aveva usato verso di lui e di avergli
fatto togliere le pistole che portava per sua difesa. Altra lettera ha diretta al
Cappellano per farsi raggiungere a Messina dalla moglie, famigli ed
equipaggio.
Sono le ore 20; ricevo rapporto che dal Forte D.Blasco, l'artigliere che era di
sentinella con un "pezzo", scalando le mura si è disertato.
Queste diserzioni, massime nell'artiglieria, aumentano le nostre angustie ed è
perciò che desideriamo di essere attaccati per dimostrare ai Piemontesi qual
truppa hanno a combattere. Le altre angustie sono, per altro, di essere privi di
ogni notizie, senza fogli e senza per nulla sapere di quanto passa; in tutti i
casi questa guarnigione resisterà fino agli estremi limiti. Noi giornalmente
aumentiamo i "pezzi" e "affusti" di rimpiazzo alle nostre batterie, come pratica
il nemico da parte sua. Oggi si compiono 11 mesi che si incominciò a far
fuoco da questa guarnigione contro la presente rivoluzione e che la truppa
dorme sulla nuda terra.
9 MARZO
La batteria formata da nemico sul "Noviziato" ha 10 "pezzi" rivolti sul Forte
D.Blasco e 5 verso Pagliara. Per quanto osserviamo col cannocchiale ed
anche ad occhio nudo, si scorgono le cannoniere già costruite con i rispettivi
gabbioni, ma non ancora (finoalle ore 10) vi sono piazzati i "pezzi",
operazione che sarà eseguita nella notte. Ora stesso si scritto al Generale
Cialdini che se non desiste dai lavori intrapresi, alle ore 14 la Cittadella
comincerà il fuoco, e siccome dal suo ufficio si prometteva di risparmiare la
bella Città di Messina, dovendo la Cittadella tirare sul Noviziato, la Città
stessa molto ne soffrirebbe e tutto andrebbe ad imputarsi a sua colpa.
Le operazioni del nemico alla loro prima parallela progrediscono a Contessa
e ai Moselli.
Alle ore 11 ½ a.m. è entrata nel porto una barca con bandiera parlamentaria;
sono uscito con altra barca parlamentaria per conoscere il motivo.
É un Capitano di Marina dello Stato Maggiore dell'Ammiraglio piemontese
Persano, latore della ricevuta del Comandante il legno francese a cui si diede
avviso che la Cittadella farebbe fuoco se non cessassero le opere di
fortificazione che il nemico stava costruendo sul Noviziato. Suppongo che ciò
sia stato un pretesto, ma la vera ragione è per far sentire a voce al Generale
Supremo ed a tutti che l'Ammiraglio Persano si offriva per tutto quanto poteva
occorrerci, interessandoci di cedere questa Fortezza, che per quanto sia
lodata la nostra fermezza, altrettanto siamo biasimati da tutta Europa,
battendoci per una causa ingiusta essendo stato riconosciuto Vittorio
Emanuele Re d'Italia unica e sola e che sembra crudele far spargere tanto
sangue con la ruina di tante famiglie di Uffiziali.
Dopo questo lungo discorso, gli ho risposto che di quanto aveva detto, tutto è
a noi ignoto stante che dopo la resa di Gaeta non avevamo avuto commercio
o corrispondenza con chicchessìa, per cui non potevamo nulla risolvere se
non batterci fino agli estremi, e che, se ridotti senza risorsa, avrei dato fuoco
alle polveriste per saltare Cittadella e Città. Egli mi ha detto che non era
necessario ridursi a tanto, ma io gli ho risposto che come Militari di Onore
dobbiamo resistere fino a quando il Re Francesco II non ci ordinava il
contrario essendo queste le nostre ordinanze .
Mille graziose espressioni mi ha rivolto lodando il nostro coraggio e la nostra
fermezza aggiungendo che essendo il Re sortito dal Regno, da parte nostra
ci si batteva per una causa ingiusta. "Tutto ciò sarà – ho replicato – ma come
Uomini di Onore non conviene fare altrimenti". Mi ha detto pure che i
prigionieri di Gaeta fanno pietà sull'Isola d'Ischia perché, giusta la
capitolazione, non possono essere messi in libertà se non si arrende la
Cittadella. "Sarà per essi una disgrazia – ho detto – ma nulla a che fare che
avendo viveri, denaro e 500 cannoni non abbiamo altro da fare che batterci".
L'ho prevenuto; ancora, che mentre egli veniva da noi, si era spedito un plico
al Generale Cialdini col quale si avvertiva che se non desisteva dalle
fortificazioni cominciate al Noviziato, alle ore 2 p.m. la Cittadella avrebbe
cominciato a fare fuoco. Dietro quanto sopra, disgraziatamente il Generale
Supremo Maresciallo Fergola trovasi da tre giorni a letto infermo.
Si scovre dai nostri baluardi altra batteria formata dal nemico sull'altura di
Monte Santo al numero di 20 "pezzi"; la disuguaglianza dei "pezzi"
permetterà facilmente al nemico di bombardarci e noi...staremo a guardarlo!
Alla nostra lettera, Cialdini ha risposto che potevamo cominciare il fuoco e
tirare a nostro piacere; in effetti, alle ore 2 p.m. è cominciato il fuoco dal
Cavaliere della Bandiera, dal SS.Salvatore e dalle due nuove batterie a
S.Stefano, cioè quelle montate con cannoni a terra con 40 gradi di
elevazione, che hanno sicuramente fatto sorpresa al nemico perché i tiri
hanno oltrepassato la loro portata di due miglia e mezzo abbenchè non siano
rigati o cavalli, tanto che i legni a vapore che erano vicini alle loro batterie ai
Moselli si sono subito allontanati.
Il fuoco è durato circa 4 ore, molto ben nutrito e ben diretto; il nemico per
nulla ha tirato
perché forse non ha situato ancora tutti i "pezzi" in batteria. I nostri cannoni
che hanno tirato granate hanno dato fuoco al quartiere "Noviziato" ed a
qualche abitazione. Abbiamo osservato che portavano a rimorchio anche
qualche legno che sicuramente è stato danneggiato da qualche nostro
proiettile. Nel farsi fuoco dalle nostre nuove batterie è avvenuta una disgrazia
per poca accortezza di un artigliere per cui è rimasto ucciso un 2° sergente
del 5° di Linea ed un artigliere e 5 soldati gravemente feriti. Sono le 6 ½ p.m.,
si è ordinato che le batterie che hanno tirato contro i lavori del nemico, di
tanto in tanto, durante la notte,tirassero qualche colpo ed anche qualche palla
illuminaria per osservare le operazioni del nemico stesso, massime dalla
parte del Forte D.Blasco.
Quest'oggi si sono tirate circa 500 cannonate di ogni calibro.
Son sicuro che il nemico appena avrà posto tutti i "pezzi" in batteria ci
regalerà 5 o 6mila bombe.
La famiglia Reale
10 MARZO
In tutta la notte, ogni quarto d'ora, si è tirato sulle opere che il nemico sta
costruendo; il nemico per nulla ha tirato.
Ieri il Generale Cialdini scrisse al Maresciallo Fergola che poteva ben tirare
sulle sue artiglierie ma che restava fermo di quanto gli pervenne con la prima
intimazione che aveva a lui fatta, cioè che in caso di resistenza saressimo
stati trattati come ribelli e reazionari e condannati da un giudizio, massime i
Generali. Questa mattina gli si è risposto che trovandoci in questa Fortezza
affidataci da Francesco II, legittimo Sovrano del Regno delle Due Sicilie, male
si addiceva ad una coraggiosa guarnigione gli appellativi di "reazionari" o
"ribelli", stante che dell'annessione d'Italia, unica e sola, riconosciuta da tutte
le Potenze, non è affatto a nostra conoscenza e che stando ancora gli
Ambasciatori esteri accreditati ancora presso Francesco II, riconoscevamo
sempre questo per nostro Sovrano per cui da parte nostra si adempiva ai
nostri doveri. Gli si è scritto parimenti che avremmo tirato anche sui suoi legni
da guerra se avessimo avuto cannoni adeguati. Suppongo che restò sorpreso
ieri al giorno nel veder danneggiata una fregata della sua squadra dai nostri
proietti che trovavasi a più di due miglia e mezzo lontana dalla Cittadella.
Sono le 10 a.m., ricevo rapporto dall'avamposto Sperlungata di essere stati
feriti due soldati dai "zucchetti" delle palle tirate dalle lunette S.Francesco
perché la guardia trovavasi sotto le armi per la sortita fatta dai soldati di
guardia a Forte D.Blasco contro un attruppamento di pagani che
minacciavano e che sono stati vigorosamente respinti. Ho mandato i due
individui all'ospedale ed il rimpiazzo.
È l'Una p.m., dai nostri baluardi e dal Forte D.Blasco si fa continuato fuoco
senza che il nemico risponde perché le sue batterie non sono ancora tutte in
ordine e bastantemente danneggiate dalla nostra artiglieria, ma ad onta di ciò
piemontesi sono indefessi al lavoro. Essi sono molto esposti ai tiri della
nostra artiglieria che valentemente conoscono le distanze e sono diretti tutti
dall'infaticabile Capo di Stato Maggiore Guillamat. Però il fuoco così vivo e
continuato ha fatto deteriorare vari affusti che, malgrado la sollecitudine, si
rimpiazzano a stento.
Il Generale in Capo Cialdini ha risposto obbligantemente alla lettera che gli si
è mandata questa mattina dicendo che la sua prima lettera era dipesa da un
malinteso, ma che lui agirebbe militarmente e si sarebbe intesi come vecchi
ed onorati soldati.
La lettera è piena di cerimonie e cose obbliganti, dando anche l'Eccellenza al
Generale Fergola, nel mentre la prima lettera che diresse fu così insultante
che trattava tutta la guarnigione da "briganti" e "reazionari" dicendo anche
che come tali saressimo stati giudicati e confiscati i nostri beni. Ora questa
lettera sgomentò molti, specie quelli poco pratici degli affari di guerra e che io
ho persuaso dicendo che queste proposizioni somigliavano a quelle che
S.A.R. D.Leopoldo nel 1825 scriveva al Generale Begoni (o Begani) e al
Colonnello Lubrano mentre difendevano la Piazza di Gaeta, i quali dopo 5
mesi si arresero con onorevole capitolazione; ed il Colonnello Lubrano, il
giorno appresso fu incaricato della formazione di un Reggimento al servizio di
Ferdinando IV perché gli Uomini di Onore da per tutto sono stimati.
Intanto una lettera così obbligante e decente del Generale Cialdini dè molto a
riflettere, sia che il nemico abbia ricevuto qualche notizia che i Tedeschi
abbiano passato il Mincio, o il discorso di Napoleone del giorno 4 corrente
all'apertura delle Camere non favorevole all'annessione, oppure nel vedere
gli effetti delle nostra artiglieria che tra ieri e oggi, smantellando le batterie
che sta costruendo nel Noviziato, non ha loro permesso situare alcun pezzo
tirando noi, fino alle ore 24 di oggi, giusta il rapporto ricevuto, circa 3.000(la
batteria situata dal nemico al Noviziato è la sola ove giungono le palle dei
nostri cannoni), o finalmente dal mio parlar fermo e deciso con l'Uffiziale di
Stato Maggiore venuto ieri, inviato dall'Ammiraglio Persano con aspetto
filantropico, dicendomi mille cose da persuadere una "recluta" e non un
vecchio ed onorato Soldato.- Intanto sono stato di parere di non fidare sulla
gentile lettera del Generale Cialdini e che i cannoni seguitassero a tuonare
notte e giorno, come stanno praticando mentre scrivo(sono le ore 7 di notte),
tanto più che si stanno costruendo altre batterie contro la Cittadella.
Ammiraglio Persano
11 MARZO
Il vivo fuoco praticato durante la notte ha smantellato la costruzione delle
batterie che il nemico costruiva sul Noviziato e sembra, a quanto vediamo,
che vuole desistere di più travagliarvi; questa posizione del Noviziato domina
molto la Cittadella.
Questa notte si è disertato un soldato dal posto Pagliara che, a quanto mi si
rapporta, pare sia stato ucciso dagli stessi piemontesi credendolo una spia o
per profittare di 50 ducati che aveva rubati al sergente della Compagnia.
Il nemico travaglia con molta premura alle batterie a Monte Santo, posizione
dominante il Forte D.Blasco do ove ora si tira senza posa; per quanto pare,
l'opera che il nemico sta costruendo ha bisogno di qualche giorno di travaglio.
Verso le ore 11, mentre mi trovavo sulla lunetta Carolina, le due batterie
infossate a S.Stefano (Fergola e de Martino) che facevano fuoco, ho
osservato che una palla ha colpito una cannoniera nemica producendole
qualche danno; intanto i vapori nemici fanno fuoco contro il Forte D.Blasco e
contro le lunette S.Francesco a più di due miglia e mezzo di distanza. Dui dei
loro proietti cavalli sono stati presi da noi, uno nel piano di Terranova e l'altro
alla lunetta S.Francesco. Essi sono conici e d'immensa mole e chiamansi
"scialaplen"; quello che ha preso il muro S.Francesco lo ha perforato
violentemente da una parte all'altra. L'apertura che ha prodotto è molto
grande; i nostri proietti giungono alla distanza dei vapori, ma i nostri "pezzi",
essendo infossati per avere 40 gradi di elevazione, non possono essere
agevolmente diretti per correggere i tiri. Si sta costruendo da noi altra
batteria, della stessa maniera, con altra direzione per i vapori. Sono le ore 23,
quasi tutto il presidio travaglia per spalleggiamenti, sacchi a terra, trasporto di
proietti e pel ricambio degli affusti che si sono rotti; ciononpertanto noi si
cessa di fare fuoco contro i legni nemici e le loro batterie che si premurano
costruire. I vari proietti finora da essi tirati, di grossa mole, non hanno
arrecato nessuna perdita di uomini.
Alle ore 24 si è ordinato vuotarsi tutti i padiglioni o alloggi degli Uffiziali di tutta
la mobilia o materiale accensibile, come sedie, tavoli o altro, che possono
situarsi in mezzo al Maschio o ove meglio si può, stante che supponendosi
questa notte un forte bombardamento, se si incendia qualche padiglione ,
aumenterebbero le fiamme con tutto ciò che può esservi dentro.
I Generali, Uffiziali e famiglie sono nelle casemette ristretti alla meglio fin dal
momento che ha cominciato il blocco e lo stretto assedio.
Si suppone un bombardamento questa notte per via di mare, perché avendo
noi smantellato le due batterie che il nemico costituiva dalla parte di terra ed
essendosi riunita tutta la squadra nel canale, per la superiorità dei loro tiri è
facilissimo che più tardi cominci il bombardamento; bastanti "scialaplen" sono
venuti a visitarci dalla via di mare, molti vi sono giunti, altri sono crepati in
aria.
Non sappiamo se il nemico ha costruito batterie nascoste sulle alture che
dominano questa Fortezza, ed allora il bombardamento sarà completo per
mare e per terra; bombardamento che noi a sangue freddo attendiamo ad
onta che ci battiamo con armi disuguali. Ma i
vecchi ed onorati soldati nulla temono, basta che si salvi l'onore!
12 MARZO
La squadra nessun movimento ostile ha fatto questa notte, come minacciò
ieri verso sera; si suppone che il nemico vuole chiamare la nostra attenzione
verso il mare affinchè si desista dal tirare sulle opere che stanno costruendo
a terra; ma ciò non si verifica avendo noi in batteria circa 500 cannoni e
situati a resistere da tutti i lati. In effetti tutta questa notte si è tirato sulle di
loro opere di terra ed ora che sono le 6 ½ a.m. un vivo fuoco si sta
eseguendo con mortai columbrine e cannoni.
Sono le ore 8 a.m., la squadra si è alquanto allontanata perché il vento non le
permette restare in canale.
Un artigliere ed un pioniere, ora stesso, sono stati feriti nei giardini delle
Moselle dai colpi di fucile; le ferite sono pericolose; questi si sono molto
allontanati dai loro posto asserendo di inseguire paesani armati, ma la verità
e che si sono portati in quei giardini per cogliere verdura ed altro, ed i pagani
hanno tirato loro addosso.
Sono le 11 a.m., la flotta si è avvicinata e la fregata, tirando un colpo, ha
annunciato di attaccare. Il colpo ha dovuto colpire molti pesci perché caduto
in mare a molta distanza dal Forte D.Blasco ove era diretto; ma il vivo fuco
delle due batterie "Fergola" e "de Martino", avendo tirato consecutivamente e
senza interruzione, ha costretto la flotta ad allontanarsi. Ad onta del fuoco
vivo di questa notte, la batteria nemica del Noviziato da noi smantellato si è in
qualche modo riparata, ma finora vi sono stati ancora situati "pezzi".
Sono le ore 12 ½ p.m., il nemico ha scoverto varie batterie nascoste; siamo
bombardati da molti punti; cominciano le fabbriche a diroccarsi; due riservette
sono andate in aria; i colossali proietti che cadono sono più che sufficienti per
far arrendere una guarnigione di una Fortezza, ma noi restiamo ancora fermi
al nostro posto.
Sono le ore 3 p.m., il bombardamento seguita; vari nostri affusti sono stati
smontati; parte degli artiglieri sono sgomentati; il Forte D.Blasco, nostra
opera avanzata, è stato abbandonato per la pioggia dei proietti dei cannoni
rigati da 40 che l'hanno oppresso. Secondo il calcolo, in due ore e mezzo, il
nemico ci ha regalato 1.200 tiri; il cordone a Terranieri che era nella
Caponeria si è ritirato nel Forte Lanterna per l'immensità dei tiri a cui era
esposto. Per quanto può, questo presidio seguita la sua resistenza. Sono le 4
p.m., il bombardamento seguita con alacrità – molti edifici della Cittadella
bruciano. Molti proietti nemici sono tutti diretti e feriscono le nostre polveriste
ognuna delle quali contiene mille cantaja di polvere.- I nostri posti avanzati
sono obbligati a ritirarsi per l'immensità dei "scialaplen" e bombe che piovono
da tutte le batterie nemiche dalla parte di terra e dalle barche cannoniere
ferrate dalla via di mare, tutte provvedute di "pezzi" cavalli e rigati che hanno
smontato vari nostri "pezzi".- Sono le 5 p.m., tutti gli edifici della Cittadella
sono in fiamme, da per tutto feriti immensi, le polveriste vicine a prender
fuoco per il 4° padiglione che si sta incendiando – Circa 80 proietti per
minuto, la più parte che incendiano, ci piombano nel Maschio della Cittadella
e sulle batterie.
Le opere esterne abbandonate.- Non avendo più risorse e per evitare una
generale ruina, il Consiglio di Difesa ha disposto di alzare bandiera bianca
per domandare una tregua.-Sortito agli avamposti di Terranova un nostro
Capitano di Stato Maggiore ed incontratosi con l'Aiutante di Campo del
Generale Cialdini, lo stesso gli ha detto che il prelato Generale desiderava
parlare con il Generale della Cittadella. Ricevuto tal risposta, sono sortito con
bandiera parlamentaria ed essendomi avvicinato al Generale Cialdini mi ha
detto: "Voi siete il Generale de Martino? Io non posso accordarvi tregua
perché conosco la vostra posizione e veggo che la Cittadella fumica da per
tutto e nelle prossimità delle polveriste, per cui non posso accordarvi che
arrendervi a discrezione.
La risposta me la farete sapere alle ore 9 ½ di questa sera e se per le ore 10
non ricevo l'affermativa, incominciarò il fuoco di bel nuovo per via di mare e
per terra".- Per quanto gli abbia potuto dire non è stato possibile rimuoverlo,
ed allora gli ho detto: "Alle 9 ½ riceverà risposta".- Ritornato in Cittadella, in
dove porti sfondati, sfabricini sparsi da non poter camminare, incendii da per
tutto, a stento ho potuto accedere nella casamatta del Generale Supremo in
dove, riunitosi il Consiglio di Difesa, considerata impossibile ogni ulteriore
difesa, si è convenuto di arrendersi a discrezione.
Si è mandato per la risposta il Sig.Colonnello del Genio De Nunzio, il quale –
sono le ore 22 p.m. - non è ancora rientrato.
Il detto Colonnello è rientrato all'Una ed ha portato una lettera di Cialdini in
cui promette garantita la vita, i beni e gli equipaggi e che tutto il presidio alle
ore 7 a.m. di domani deve trovarsi formato fuori Terranieri, in colonna, con
sacchi e senz'armi; i Sigg.Uffiziali con spada ed equipaggio.
Gli edifici seguitano a bruciare ed a stento si arriva con le pompe ad
estinguere l'incendio. La mia abitazione è tutto in fumo!
13 MARZO
Alle ore 7 a.m. tutto il presidio è fuori Terranieri.
Fà pietà vedere disarmati circa 4.000 persone; il quadro affliggente di circa
600 fra ragazzi e donne rimaste nella Cittadella senza sapere la sorte dei loro
mariti. Uno squallore in tutto!
Venuto il Generale Cialdini con immenso Stato Maggiore, carabinieri e
truppa, e occupata la Cittadella, ha passato in rivista tutta la truppa, quindi ha
destinato 300 soldati, promiscuamente, passassero subito al Castello
Consagra e 200 al Castellaccio; 1.000 a Milazzo, 500 a Scilla e 1.000 a
Reggio; 500 al Lazzaretto e 500 al SS.Salvatore. Ha disposto inoltre che gli
Uffiziali tutti alloggiassero in Cittadella, come pure l'immenso numero di
donne e ragazzi. Quindi ha riunito tutti e 4 i Generali e con molta decenza ci
ha detto: "Se volete alloggiare in Città, è a vostra disposizione, ma io temo
della popolazione che è molto irritata contro di voi ed io vorrei evitare
sconcerti, del resto è a vostra scelta. Tutto ciò che potete desiderare, se
volete accomodarvi nella Cittadella, potete scriverne al Generale Chiabrera
che vi fornirà di quanto bisognate: stoviglie, piatti, farvi venire commestibili
ecc."-Lo abbiamo ringraziato, tanto più che ci offriva di non andare in Città. Ci
ha detto che questo nostro stato precario durerebbe pochi giorni avendoci
raccomandato al Re Vittorio Emanuele la di cui risposta verrebbe subito.
Intanto ha fatto arrestare il Capo dello Stato Maggiore Guillamat, il Capitano
dello Stato Maggiore Cavaliere, il Tenente Gaeta, il Tenente di Piazza Brath,
il Capitano di Aiutante Maggiore Grilli, il Tenente Falduti, il Caporale Siga ed
altri 3 individui di truppa, il 1° sergente Morra e due pagani calabresi che si
trovano nelle nostre file. Intanto tutti gli Uffiziali, dopo di avere distribuita la
truppa, ci siamo ritirati in Cittadella inondata da piemontesi e ci siamo
ammassati nelle casematte non incendiate in attesa di nuove disposizioni.
Sono due ore di notte, il Generale De Stefanis ed io non abbiamo finora
mangiato che pane e formaggio con una bottiglia di champagne che si era
salvata e con molta pena si è potuto avere un bicchiere per berla. Domani
staremo meglio, cesserà la confusione di oggi.
Io ho dovuto seguire il Generale Cialdini perché il nostro buon Maresciallo,
nel camminare per Terranieri, l'orribile vento l'ha buttato a mare e Dio sà
come si è salvato; la sua gracile salute lo tiene molto avvilito.
Fortuna che ho potuto avere l'occorrente per scrivere per marcare la dolorosa
fine che tutta la Piazza ha subito, massime poi quando ha dovuto combattere
con armi disuguali, essere distrutti con 80 tiri al minuto con proietti d'immensa
mole, senza poterli ribattere è cosa veramente dolorosa. Stiamo agli eventi!
Si è issata la bandiera piemontese sui baluardi di questa Cittadella con
infinito sparo di cannoni e con gran suono di campane nella Città.
14 MARZO
In una stanza al 1° padiglione meno danneggiato siamo alloggiati il Generale
De Stefanis, io, il mio cameriere e 6 trabanti; alla stanza appresso, vi sono
Uffiziali di artiglieria piemontesi i quali con molta cortesia ci hanno inviato il
loro cuciniere offrendoci di quanto desideriamo comprare in Città; abbiamo
accettato l'offerta e mercé due piastre abbiamo avuto carne di vitella, uova,
pane, arance, carbone, fichi secchi, doppia razione di biscotti, lardo, vino e
riso.
In Cittadella vi sono rimasti circa 1.000 uomini della nostra truppa, tra
Generali, Uffiziali, ordinanze e ammogliati, oltre l'immenso numero di famiglie,
donne e ragazzi.
Questa mattina il Generale Chiabrera è venuto in Cittadella ed ha parlato col
nostro Capo di Stato Maggiore e col Capitano Cavaliere che trovansi in
arresto con sentinelle alla porta. Ad alcuno è convenuto informarsi quali
domande siano loro state fatte.
A mezzogiorno hanno tuonato quanti cannoni sono rimasti in istato di far
fuoco tanto alla Cittadella che al SS.Salvatore in occasione della nascita del
Re Vittorio Emanuele.
Il Comandante di Piazza della Cittadella è il Maggiore Bisogni il quale si è a
me offerto di quanto poteva bisognarmi, come pure se delle donne messinesi
che hanno per mariti uffiziali o soldati desiderano andare in Città che le
avessi a lui dirette per aver rilasciato un "passo".
Come prigionieri di guerra finora non possiamo di nulla lamentarci. Speriamo
che presto finisca questo stato precario!
RIFLESSIONI
Si potrà dire da qualcuno: "perché tanta ostinazione a sostenere una Piazza
che non poteva reggere per l'incontrastabile ragione
della diversità delle armi, tanto più dopo l'espugnazione della rinomata Piazza
di Gaeta?"
Si risponde:
•
in primo luogo: per la cieca obbedienza al nostro Sovrano che dopo la
espugnazione di Gaeta ci ha fatto tenere a dovizia
viveri e denaro;
•
secondo: per essere conzentanei al prescritto delle nostre ordinanze militari;
•
terzo: tutte le notizie trasmesseci facevano supporre una politica in favore di
Francesco II e degli altri Principi Italiani facendoci tener certo un'imminente e
prossimo soccorso straniero in modo che dal tempo poggiava l'ultima
speranza di un felice risultato.
Pieni, quindi, la mente di tali speranze, fu stretto l'assedio e rimanemmo per
più giorni pienamente all'oscuro di quanto passava in Europa in questo
frattempo, giunto fuori dal porto un legno prussiano, per mezzo del quale si
seppe che gli Abbruzzi erano tutti in sommossa e che Francesco II andava a
dirigerli alla testa di molta truppa estera, incoraggiandoci quindi a sostenerci,
potendosi da un momento all'altro cambiare la posizione delle cose, per cui,
giocando sempre sul fattore "tempo", ci siamo sostenuti tanto da dimostrare
col fatto che anche l'ultima speranza poggiata era benanche "sparita", stante
che se altra ora di fuoco la Cittadella avesse sofferto sarebbe totalmente
sparita insieme con la Città di Messina perché le polveriste e due casematte
cariche di 7mila cantaja di polvere erano troppo minacciate dalla immensità
dei fuochi di ogni genere, sciaraplen, bombe incendiarie e razzi.- Ciò posto, il
prolungare di più la cessione senza poterci difendere per la disparità delle
armi sarebbe stata una stoltezza del tutto incompatibile senza arrecare alcun
vantaggio alla causa di Francesco II.
D'altronde, da noi si era compiuto ogni atto devoluto alle leggi ed all'onore
militare, al che non potea dirsi del tutto adempiuto se non fussimo giunti a tali
estremi. Ecco come si spiega l'ostinazione sopra obiettata.
Nel farsi la salva a mezzogiorno, tutti i legni esteri hanno corrisposto
innalzando la bandiera dei Savoia.
Generale Cialdini
15 MARZO
Abbiamo appreso esservi qualche cattivo umore tra la Città ed il Generale
Cialdini perché si pretendeva che la guardia nazionale avesse preso
possesso della Cittadella, cosa che somme disgrazie avrebbero prodotte
stante che il massimo irritamento esiste tra i Siciliani e questa guarnigione;
ma il Generale Cialdini, qual vecchio soldato, non ha voluto affatto accedere
alla domanda della Città.
Questa mattina nel venire il fratello del Parroco della Cittadella ci ha detto che
ieri furono uccisi 5 dei nostri soldati di quelli che si mandarono sui Forti
Castellaccio e Consagra che impudentemente isolati calarono in Città e dai
messinesi uccisi.
Le batterie che hanno battuto la Cittadella sono "Noviziato"(20 pezzi rigati),
Carrobara sotto Monte Santo, Fondo Gemelli, Santa Cecilia o Moselli, Gazzi.
In tutto 80 pezzi rigati da 40, 12 mortai e razzi alla congreve, più un vascello,
una fregata e 11 legni da guerra con pezzi di grossa mole.
Alle ore 10 il Comandante di Piazza Maggiore Bisogni ha passato in
rassegna tutti gli individui di tutte le Armi rimasti nella Cittadella, Lazzaretto,
SS.Salvatore e Forte Lanterna per averne un esatto notamento onde far
prestare servizio disarmato per pulire la Cittadella dai rottami delle fabbriche
e dei padiglioni incendiati da circa 12mila e più proietti.
Questa mattina la Cittadella è stata inondata da quanti Uffiziali esteri di
marina si sono trovati spettatori del bombardamento stranizzandosi della
nostra ostinazione, dicendo che avremmo dovuto cedere tutt'al più dopo
un'ora di bombardamento e non già dopo 5 ore allorchè tutti gli edifizi erano
in fiamme e prossimo il fuoco alle grandi polveriste, parte delle quali molto
danneggiate dalle bombe incendiarie e razzi nemici tirati da siti ove la nostra
artiglieria non potea offendere. Abbenchè il Comandante le truppe in Messina
abbia disposto che i trabanti degli Uffiziali prigionieri fussero scortati dai
soldati piemontesi per fare la spesa in Messina e comprare di ciò che ci
bisogna, pure la insolenza e ferocia dei siciliani è stata tale che si sono
permessi di insultarli in malo modo che sono stati obbligati a ritirarsi, dopo di
che si è disposto che di qualunque cosa bisogniamo se ne darà commissione
ad un certo numero di soldati piemontesi che sono alla Gran Guardia che si
premureranno di acquistarcelo. Se i siciliani fussero entrati nella Cittadella in
una alla truppa piemontese sarebbe avvenuto un vero flagello.
Si dice, per altro, che un nostro soldato, imprudentemente portatosi solo e
senza scorta in Messina essendo stato insultato da un pagano lo ha ucciso;
di ciò non ne siamo ancora sicuri. Sono le ore 5 1/1 p.m., ricevo notizia da un
Uffiziale di Piazza che il Comandante la Piazza e la Cittadella abbia detto di
annunziare a tutti gli Uffiziali prigionieri che S.M. Vittorio Emanuele ha
ordinato che dovranno portarsi in Napoli che avranno un mese di soldo,
subiranno uno scrutinio per i loro gradi nel caso che vogliano prendere
servizio.
Certo è che non è stata condannevole la nostra resistenza e per nulla siamo
stati trattati come arresi a discrezione, ma piuttosto come Uomini di onore.
Certo è, ancora, che con quanti Uffiziali piemontesi abbiamo parlato, con
vituperio trattano i nostri Uffiziali disertori e con parole di lode chi ha
sostenuto la Cittadella. Son sicuro che la notizia propagata dal Comandante
la Piazza sia veritiera.
Alle ore 9 ½ p.m. giunge un ufficio del Generale Chiabrera col quale ci si
comunica che domani, alle ore 10 a.m., i Generali e 200 uomini che hanno
terminato 5 anni di servizio, debbono imbarcarsi sul vapore "Lo Stromboli"
per portarsi a Napoli.
16 MARZO
Alle ore 11 a.m. i Generali Fergola, de Martino, Cobianchi, De Stefanis,
Anguissola ed il graduato Begani ci siamo imbarcati sul vapore da guerra "La
Sirena", comandato dal Capitano di Vascello Caso; parimenti si sono
imbarcati 154 dei nostri soldati che hanno terminato il loro impegno. E mentre
si preparava il legno alla partenza, è montato a bordo l'Ammiraglio
piemontese Persano il quale con molte gentili espressioni ci ha augurato il
buon viaggio felicitandoci dell'onorevole condotta da noi tenuta per la difesa
della Cittadella con quel coraggio e fedeltà che i regolamenti prescrivono e
che ci terranno in stima ed onore per tutta l'Europa. Suppongo che abbia dato
disposizione al Comandante il vascello di ben trattarci stante che nei due
pranzi e dejuné siamo stati lautamente trattati con bordeaux, champagne e
marsala.
Nel partire il Commessario di Guerra piemontese a tutti i Generali ci ha dato
35 piastre per ciascuno; la truppa ha ricevuto 2 giorni di viveri e 6 giorni di
prest. Nel mentre di già si sono levate le ancore, viene a bordo il Maresciallo
Clary, sbarcando da un legno francese "La Muette", apportatore dell'ordine
del Re Francesco II di cedere la Cittadella bonariamente; gli si è detto di darle
uno sguardo per vederla ancora in fumo e che è stata ceduta per la forza
della disparità delle armi e con più onore che non cederla bonariamente, ma
dopo 5 giorni di combattimento ed un bombardamento continuato di circa 5
ore. Quindi ci siamo posti in rotta per Napoli.
Eravamo sortiti da Torre di Faro, ma sopraggiunta una forte burrasca siamo
rientrati nel canale ed abbiamo ancorato alle Grotte a circa 3 miglia da
Messina. La notte si è passata tranquillamente.
17 MARZO
Siamo partiti dalle Grotte alle ore 5 ½ a.m. e siamo giunti con buonissimo
tempo nel porto di Napoli il giorno 18 marzo alle ore 3 ½ a.m.
18 MARZO
Nel giungere nel porto di Napoli è venuto a bordo il Capitano di Stato
Maggiore del Generale della Piazza, Sig.Generale Ricotta, il quale ci ha detto
che potevamo sbarcare ed andare nelle nostre abitazioni potendo condurre i
nostri trabanti e le ordinanze ed ordinando al posto di Dogana di non visitare
affatto i nostri equipaggi. La truppa è stata inviata ai Granili.
Lo stesso Capitano Cava ha preso notamento dei nostri alloggi dicendoci che
in caso di novità ci avrebbe fatto avvertire e che se nella giornata avessimo
voluto vedere il Generale Comandante la Piazza potevamo portarci alla
Piazza alle ore 11 a.m., come abbiamo praticato.
Il detto Generale ci ha molto ben ricevuti, ci ha offerto trabanti e ordinanze e
ci ha detto che provvisoriamente avremmo ricevuto 6 franchi al giorno. Lo
abbiamo ringraziato avvertendolo che a Messina avevamo già ricevuto 35
piastre; ci ha detto di riposarci poichè era in attenzione di superiori ordini che
ci sarebbero stati manifestati.
L'ordine di Francesco II per cedersi bonariamente la Cittadella era così
concepito:
"Roma, 10 Marzo 1861 – Al Generale della Piazza di Messina.L'onore dell'Armata napoletana essendo stato salvato per
l'eroica difesa di Gaeta e pel contegno della guarnigione di
Messina, io credo inutile prolungare la resistenza di cotesta
Cittadella, resistenza che potrebbe cagionare grandi danni con
tanta costanza in cotesta parte del Faro la bandiera Reale.
Animato dallo stesso sentimento che mi fece sospendere il
bombardamento di Palermo e lasciar Napoli, io credo essere
mio dovere preservare a qualunque costo il mercato della
Sicilia.
In quanto a Voi Generale Fergola che avete dato un sì nobile
esempio di attaccamento, di fermezza e di coraggio, io vi affido
la cura di discutere col nemico le condizioni della resa. Fate in
modo ch'esse riescano onorevoli e vantaggiose per la
guarnigione.
Io voglio risparmiare il sangue dei miei soldati, ma voglio in
pari tempo tutelare il loro onore e assicurare il loro avvenire.
f.to Francesco II"
CAPITOLAZIONE DELLA RESA DELLA CITTADELLA DI MESSINA
AVVENUTA IL 12 MARZO 1861 MENTRE DA TUTTE LE PARTI ERA
INCENDIATA. BATTERIE E OPERE ABBATTUTE ALLE ORE 9 ½ p.m.
1.Domani, giorno 13, alle ore 7 a.m., la guarnigione della Cittadella e tutti
compresi con essa usciranno dalla Piazza senz'armi, meno i Sigg. Uffiziali cui
lascio la spada.
2.La guarnigione si formerà in colonna sul piano Sarranieri. In quel mentre
dal piano Terranova il 35° Reggimento entrerà nella Cittadella e prenderà
possesso della Piazza.
3.Perciò S.E. il Maresciallo Fergola lascerà il cancello esterno una
Commissione per consegnare la Piazza, indicare le differenti batterie,
magazzini a polvere, il numero dei "pezzi", magazzini di viveri ecc. e
consegnare le armi.
4.S.E. il Maresciallo Fergola mi sarà responsabile di tutti i "pezzi" inchiodati
che si trovassero e di tutte le mine che non fossero anticipatamente
dichiarate.
5.Si provvederà alle famiglie come e quando si potrà.
6.L guarnigione resa a discrezione sarà dal Generale Cialdini raccomandata
alla Clemenza Sovrana.
7.Le vite, gli averi e le persone saranno rispettate e restano sotto la
salvaguardia della Bandiera del Re Vittorio Emanuele.
Firmato: Errico Cialdini
Dopo sbarcati, reduci dalla Cittadella di Messina, diedi la mia adesione pel
nuovo Governo, ma senza giuramento e nello stesso tempo domandando il
mio ritiro a cui avevo diritto ed in effetti il 29 aprile ricevei a far tempo del 1°
maggio 1861.
La notte, poi, dal 7 all'8 agosto, e circa 3 mesi dopo la Capitolazione fatta col
Generale Cialdini, fui arrestato in unione di altri Generali ed Uffiziali e
condotto al Forte del Carmine senza poter parlare e conferire con persone di
famiglia e con i nostri domestici.
Gli arrestati fummo:
Tenenti Generali: Salzano e Sigrist
Marescialli di Campo:Rodriguez, Tabacchi, Afan De Rivera e Fergola
Generali di Brigata: de Martino, Marullo, Polizzi, Liguori,Antonelli, Colucci,
Dorgemont, Echariz, Palumbo, Luverà
Colonnelli: Afan de Rivera
Tenente Colonnell: Guillamat
Maggiore: Guantel
Capitano: Afan De Rivera (che trovavasi al servizio di Vittorio Emanuele e
collocato all'opificio di Pietrarsa) Dupuy, Sigrist, e
Tenente Sigrist (figlio del suddetto Tenente Generale).
Verso le ore 23 del giorno 8 di agosto fummo condotti in un altro locale dello
stesso Forte, composto di varie stanze, fornite di letti di soldati con paglioni
nuovi.
Dopo mezz'ora giunse a noi un Capitano della Stato Maggiore della Piazza
annunciandoci che il domani saressimo stati imbarcati su di un vapore
francese e trasferiti nella Piazza di Alessandria.
L'imbarco era previsto per le ore 8 a.m.- Nessuno di noi era provvisto di
equipaggio o valigia, ma grazie a due Uffiziali dei Veterani, con i soli che
potevamo aver parola, uno dei quali chiamato Mascia, furono da noi spediti
alle famiglie per avere delle valigie col più necessario e danaro che
fortunatamente tutto ci pervenne a notte avanzata dai soldati piemontesi di
guardi al Forte non potendo, come ho detto, aver parola nè coi parenti o
domestici.
La mattina dell'8, mentre eravamo a mangiare un indecentissimo pranzo che
la compiacenza dell'Uffiziale di guardia permise ci fusse portato dalla trattoria
sita di rimpetto alla strada ferrata, il Generale Fergola fu chiamato e messo in
libertà.
Incerti di nostra sorte, la notte non dormì molto bene, passate le ore 8 a.m.
eravamo in palpiti perché non vi era disposizione alcuna per imbarcarci, cosa
che desideravamo conoscendo le infami pretenzioni dei Comitati a cui il
Generale Cialdini annuiva spesso, ma con tutto ciò pensammo di mangiare
qualcosa e mercé la bontà di un sergente dei Veterani, avemmo pane, vino,
prosciutto, frutta e neve.
I parenti, amici e domestici, buttati fuori la porta del Forte fin dalla notte, non
vedendo nè sapendo il momento della nostra partenza o se fussimo restati
nel Forte per lungo tempo oppure sospesa la nostra partenza, si ritirarono.
Immenso popolo stava gremito avanti il Forte, avanti la darsena e alla
Marinella desiderosi di vederci passare, ma verso le ore 4 p.m. del giorno 9
un sottouffiziale venne a dirci che 6 carrozze ci attendevano alla porta del
Forte; in effetti dopo qualche munito vennero degli Uffiziali di Piazza che,
scortatici a 4 per volta, ci fecero piazzare nelle vetture. Intanto eravamo
perplessi nel vedere tanta moltitudine di popolo avanti la porta del Forte
temendo gli insulti che avessimo potuto ricevere, ma ci rallegrammo nel
vederci compianti.
Nel portarsi ad imbarcarci restarono nel Forte i Generali Echaniz, Luverà,
senza da noi conoscerne la causa. Giunti alla darsena ci imbarcammo sul
vapore francese "La Ville de Lion" ove fummo molto trattati per il déjiuné,
pranzo ed occupando i migliori posti del legno; dopo 45 ore di felicissima
traversata giungemmo a Genova il giorno 11.
Intanto le Autorità di Genova nulla conoscevano del nostro arrivo colà per
non aver ricevuto prevenzione alcuna, nè dal Governo Centrale di Torino nè
da Napoli, Vedendo sbarcare alcuni soldati e passeggeri domandammo al
Comandante del legno quali istruzioni aveva sul nostro destino e se non ne
aveva che che si fusse presentato a qualche autorità onde avessimo potuto
sbarcare essendoci ciò impedito da un picchetto di Cacciatori che trovavasi a
bordo per custodirci. Essendosi portato il detto Comandante dall'Ammiraglio,
questi gli disse: "Dite ai Signori Generali Borbonici che pazientassero per una
mezz'ora perché si era in movimento per preparare ad essi locali, ma non
posso permettere che calino a terra." Supponiamo subito che saressimo stati
rinchiusi in un Castello o inviati ad Alessandria, come fu il primo avviso
annunciatoci in Napoli. Trascorse varie ore e non vedendo risultato alcuno,
sapemmo che per via telegrafica si era segnalato a Torino sul nostro conto
ma il riscontro non venne che il giorno dopo, per cui restammo nel legno altre
23 ore. Verso le ore 10 a.m. del giorno 12 di agosto venne sul legno un
Capitano di Stato Maggiore il quale, dopo aver fatto tutti i nostri nomi e
cognomi e gradi, ci disse che eravamo in piena libertà di sbarcare.
Il Generale Afan De Rivera si portò dal Questore di Genova per conoscere
con precisione a che dovevamo attenerci e come dovevamo regolarci in caso
di bisogno. Il detto Generale fu ricevuto dal Questore con la massima
affabilità assicurandolo che nulla di criminoso vi era sul nostro conto e che
perciò eravamo nella nostra piena libertà di alloggiare ove meglio fusse a noi
piacente e che se non eravamo contenti potevamo andare ove meglio fusse a
noi conveniente domandandone il permesso. Si compiacque ancora dargli un
Impiegato della Questura per dirigerci alle locande che più ci convenivano ed
un altro Impiegato affinché nello sbarco ci aiutasse a portare le valigie alla
Dogana e quindi alle locande non avessimo pagato più del giusto ai facchini
che sogliono abusare della bontà dei forestieri.
La Dogana per nulla visitò le nostre valigie, bastando semplicemente di aver
dichiarato che non contenevano oggetti di contrabbando.
Nello sbarcare ci incontrammo col Generale Echaniz che il giorno dopo la
nostra parenza da Napoli fu imbarcato su di un altro vapore per essere
condotto a Genova e seguire il nostro destino e che aveva rimasto nel Forte
del Carmine il Generale Luverà.
13 AGOSTO
Dietro loro domande, sono partiti per la Svizzera il Generale Sigrist ed i suoi
due figli. Parimenti sono partiti per Torino il Tenente Generale Salzano e suo
genero Generale De Liguori per poi trasferirsi a Parigi.
Nello sbarcare mi alloggiai alla locanda inglese "Smith"; per la stanza, 2
franchi e mezzo e 2 franchi e 60 centesimi per la tavola rotonda, mezzo
franco per il cameriere e 60 centesimi per il lume.
Si vive carissimo. Il déjiuné nei caffè, la tavola rotonda alle 5 p.m.
18 AGOSTO
È giunto in Genova anche il Generale Del Balzo con 11 persone di famiglia la
moglie gravida di 6 mesi, insomma tra figli persone di servizio: 11 persone.
19 AGOSTO
Il Generale De Liguori che partì da Genova il giorno 13 per Torino col
suocero Ten.Generale Salzano oggi è giunto a Genova per imbarcarsi per
Napoli. Quante incomprensibili anomalie! Il suocero e il genero hanno sempre
appartenuto all'Arma di Gendarmeria!
21 AGOSTO
Dietro loro domande, sono partiti per Marsiglia il Colonnello dimissionario
Afan De Rivera, il Tenente Colonnello del Genio Guillamat ed il Maggiore del
Genio Quantel; per Torino, il Generale Polizzi Vincenzo. Tutti i generali
abbiamo inoltrato domanda al Ministro dell'Interno Minghetti chiedendo
conoscere la causa del nostro esilio e l'indecente arresto sofferto a Napoli.
Detta domanda, per mezzo del Questore, ha avuto corso. Essendosi
domandato un'udienza perché un Generale parlasse a nome di tutti, è stato
subito riscontrato per telegrafo che il Generale Marulli(da noi delegato) si
fusse presentato venerdì all'udienza del Ministro dell'Interno a Torino alle ore
11 a.m.-Da Genova a Torino, per la strada ferrata, si impiegano ore 6 in
modo che si percorre tal cammino due volte al giorno una per l'andata ed una
per il ritorno.
24 AGOSTO
Essendo rientrato da Torino il Generale Conte Marulli, questi ci ha detto che
all'udienza del Ministro degli Interni Minghetti, al quale espose quanto
conteneva la domanda inoltrata pel Questore di Genova, lo stesso gli rispose
come qui appresso:
"Dai rapporti venuti da Napoli dal Generale Cialdini niente vi è sul conto si voi
tutti; se cosa vi fosse stata, sareste stati giudicati o sarebbe stato giudicato
colui sul quale cadeva qualche colpa con le speditezza che la legge vuole.
Questa misura di allontanarvi da Napoli si è presa per due cause: la prima,
perché, come persone influenti, essendo stati Generali Borbonici, atteso le
opere della reazione, avreste potuto prendere parte in essa o avversare con
la vostra influenza l'azione del Governo. La seconda: standovi in Napoli
varietà di partiti, quella parte esaltata, in qualche momento di grande
commovimento, avrebbe potuto sgfogare il suo impeto e cattivo umore su di
voi. Epperò, per evitare tutte le due cose, è stato passo prudentissimo di
Cialdini allontanarvi da Napoli. Attendete altri 15 o 20 giorni nelle quali
l'energia di Cialdini verrà a capo della reazione e allora vi metterete alla
vostra posizione regolare e potrete ritornare in Patria. Io ho schiettamente
lodato l'operare di voi tutti con l'aver ben difesa la causa del passato Governo
e siate sicuri che se non si fusse parlato di reazione non sareste stati
arrestati.
Ferdinando II
3 SETTEMBRE
Il Generale Echaniz, premurato dalla moglie da Napoli che trovasi inferma, ha
creduto portarsi oggi a Torino(dietro permesso) per pietosire il suo ritorno a
Napoli, ma dopo due giorni è ritornato senza nulla ottenere.
6 SETTEMBRE
Tutti i Generali domiciliati a Genova abbiamo avuto ufficio dal Questore di
presentarci da lui per comunicarci cosa che ci riguarda. Essendoci presentati
alla detta autorità, la stessa ci ha letto una ministeriale firmata dal Presidente
dei Ministri Ricasoli che diceva quanto appresso: "Ho ricevuto il suo foglio
con cui Ella mi trasmette un ricorso dei Generali Napoletani presentemente a
Genova. Senza entrare nel merito delle osservazioni nel ricorso contenute,
debbo però dichiararLe che strettissime esigenze di ordine pubblico vietano
assolutamente che quei Generali siano per ora lasciati liberi di ritornare a
Napoli, ove il loro arrivo potrebbe essere causa di discordie e di grave
perturbamento nella pubblica opinione.
La autorizzo a partecipare questo riscontro ai ricorrenti soggiungendo loro
che il Governo desidera più che ogni altro che il perfetto ristabilimento
dell'ordine delle Provincie Napoletane permette la cessazione di una misura
che per quanto increscevole ella sia, reputa assolutamente necessaria."
12 SETTEMBRE
I due Capitani D.Andrea Dupuy e D.Achille Afan De Rivera, che con i
Generali furono arrestati la notte dell'8 Agosto c.a., questa mattina sono
partiti per Torino ove sono stati adibiti a servire nell'Arma di Artiglieria, cui
appartengono.
19 OTTOBRE
Questa mattina il Generle Colucci, dietro sua domanda, è partito per
Alessandria per restare colà con sua figlia casata col Maggiore del Genio in
servizio in detta Piazza. Costui è fratello al Generale Echaniz.
28 OTTOBRE
Questa mattina è partito per Torino il Generale Afan De Rivera per vedere
suo figlio Achille, Capitano di Artiglieria colà in servizio e per parlare con
qualche Ministro, in nome di tutti i Generali, per il nostro rimpatrio.
Egli è rientrato oggi
2 NOVEMBRE
e ci dice di essere stato assicurato che tra breve saressimo stati autorizzati a
rientrare in Napoli, però a uno o due alla volte. Il Generale di Artiglieria
D.Emanuele Palumbo è stato autorizzato a rimpatriare.
Abbiamo saputo che il Generale Polizzi Vincenzo, da Parigi ove domandò di
andare, sia passato a Roma.
18 NOVEMBRE 1861
I Generali Rodriguez, Afan De Rivera e Antonelli sono stati autorizzati a
rimpatriare ed il giorno 10 sono partiti per Napoli.
20 NOVEMBRE
Il Generale Echaniz è partito per Torino per premurare il suo ritorno a Napoli.
24 NOVEMBRE
È ritornato da Torino il Generale Echaniz senza nulla ottenere.
19 GENNAIO 1862
Il giorno 15 corrente il Generale Echaniz partì di bel nuovo per Torino
rientrando oggi a Genova senza ottenere altro che promesse per il rimpatrio.
Appena cominciato l'inverno, l'aria di Genova mi ha sottomesso in modo
orribile. Medici, medicine, chirurgi, due operazioni sofferte mi hanno fatto
soffrire immensamente per lo spazio di circa 4 mesi con ingenti spese, stando
in locanda inglese in cui mi trovo fin dal mio giungere a Genova.
26 FEBBRAIO
Ricevo un ufficio del Questore di presentarmi a lui per essere comunicato
cosa che mi riguarda. Nello stato deplorevole di salute in cui mi trovo, prego il
Generale Conte Marulli di portarsi dal Questore e fargli conoscere che mi
trovo fortemente infermo da non poter in nessun caso sortire dal letto. In
effetti il detto Generale mi porta trascritta la ministeriale così concepita:
"In considerazione del favorevole avviso del Sig.Prefetto di Napoli, questo
Ministro permette ai Generali Napoletani Sig. De Martino Nicola ed Echaniz
Antonio che faccino ritorno in Patria.
Piaccia alla SV. Di darne comunicazione di detta determinazione ai suddetti
Generali per loro norma."
Troppo doloroso fu per me il veder partire il mio collega Generale Echaniz da
solo e non poter partire insieme perché 3 giorni a numero avevo subito la
prima operazione ai genitali dopo l'applicazione di 15 mignatte alla borza.
Intanto l'inappetenza, lo spossamento di forze, lo stare sempre al letto mi
avevano reso un cadavere, senza potermi muovere se non con l'aiuto di un
eccellente e fidato cameriere che pagavo con 80 franchi al mese e che
dormiva nella mia stanza, stante che ogni due ore doveva accendere il fuoco
per applicarmi i cataplasmi, tanto di giorno che di notte. Ad onta, però, di
tante cure e di un medico consulente che mi visitava una o due volte al
giorno, nel mese di marzo mi si formò un deposito di pus dal testicolo destro
fino all'ano, per cui dovetti subire altra dolorosa e larga operazione restando
a letto per quasi un mese nella stessa posizione in cui mi aveva piazzato il
chirurgo. Seguitando l'inappetenza e di conseguenza lo spossamento di
forze, avevo quasi perduto la ragione. Intanto, al principio di aprile, fui
assalito da una profonda sonnolenza in modo che il cameriere impressionato
andò subito a chiamare il medico prima che giungesse l'ora in cui era solito
venire; mi diede una pozione che non conosco perché quasi senza sensi.
Fortunatamente trovavasi da me il Generale Conte Marulli(per quanto dopo
seppi) al quale il medico disse che ero minacciato da moto apoplettico e che
all'indomani mi avrebbe fatto somministrare i sacramenti e, pertanto, credeva
regolare che avesse scritto ai miei parenti onde qualcuno di essi venisse a
Genova per quello che avesse potuto succedere.
Ciò fu puntualmente eseguito dal Conte Marulli che scrisse subito a mio
nipote D.Francesco, Canonico della Cattedrale di Napoli, il quale, nel ricevere
la lettera si imbarcò subito con il mio cameriere Gaetano sul grande vapore
"Garibaldi" giungendo a Genova il giorno 23 aprile.
Or siccome lo stesso medico continuatamente mi diceva che se rimanevo
altro tempo a Genova vi avrei lasciato la vita essendo quell'aria perfettamente
a me contraria, così nello stato deplorabile di salute in cui mi trovavo mi
risolsi a partire il giorno 25 aprile 1862, facendomi trasportare da 4 persone a
bordo dello stesso vapore "Garibaldi" sul di cui cassero presi una cabina per
noi soli pel prezzo di 400 franchi giungendo a Napoli dopo due giorni, e cioè il
27.
Appena salito a bordo cominciai ad appetire qualcosa da mangiare , cosa che
per circa 4 mesi mi aveva sempre disgustato non essendomi nutrito di altro
che di liquidi, come caffè, aranciate, acqua ed amarena e qualche tazza di
brodo di pollo che era sempre preparata, ma che difficilmente ne facevo uso
per la forte inappetenza che avevo.
Il Conte Marulli si compiacque portarsi alla Questura per ritirare il mio "foglio
di via" così scritto:
"Regio Governo della Provincia di Genova – Questura di Pubblica Sicurezza
– Carta di Passo – Partendo da questa Città per recarsi a Napoli dietro
l'autorizzazione del Ministro dell'Interno contenuta in sua nota del 22 febbraio
1862 n° 942. Gab. Direzione Generale di P.S.: Sig. de Martino Nicola –
condizione Generale.- Genova 24 aprile 1862 – il Questore: F.to: Gulloi.
Si pregano le Autorità civili e militari a lasciarlo liberamente passare ed
accordargli protezione in caso di bisogno.- La presente è valevole per la sola
destinazione."
Nel partite da Genova, tutti i Generali erano rientrati a Napoli, ad eccezione
del Conte Marulli e del Conte Del Balzo, che rimpatriarono successivamente.
I primati del Regno delle Due Sicilie
1735: Prima Cattedra
d’Astronomia, in
Italia, affidata a
Napoli a Pietro De
Martino
1754: Prima Cattedra
d’Economia, nel
mondo, affidata a
Napoli ad Antonio
Genovesi
1762: Accademia d’Architettura, una delle
prime e più prestigiose in Europa
1763: Primo Cimitero italiano per poveri (il
"Cimitero delle 366 fosse", nei pressi di
Poggioreale a Napoli, su disegno di
Ferdinando Fuga)
1781: Primo Codice Marittimo nel mondo
(opera di Michele Jorio)
1782: Primo intervento in Italia di Profilassi
Anti-tubercolare
1783: Primo Cimitero in Europa ad uso di tutte
le classi sociali (Palermo)
1789: Prima assegnazione di "Case Popolari"
in Italia (San Leucio presso Caserta).
1792: Primo Atlante Marittimo nel mondo:
Atlante Marittimo delle Due Sicilie. (vol. I)
elaborato dalla prestigiosa Scuola di
Cartografia napoletana)
1801: Primo Museo Mineralogico del mondo
1807: Primo "Orto Botanico" in Italia a Napoli
di concezione moderna.
1812: Prima Scuola di Ballo in Italia, annessa
al San Carlo
1813: Primo Ospedale Psichiatrico italiano
(Reale Morotrofio d’Aversa)
1818: Prima nave a vapore nel mediterraneo
"Ferdinando I"
1819: Primo Osservatorio Astronomico in
Italia a Capodimonte
1832: Primo Ponte sospeso (il Ponte "Real
Ferdinando" sul Garigliano), in ferro, in
Europa continentale
1833: Prima Nave da crociera in Europa
"Francesco I"
1835: Primo istituto italiano per sordomuti
1836: Prima Compagnia di Navigazione a
vapore nel Mediterraneo
1839: Prima Ferrovia italiana, tratto NapoliPortici, poi prolungata sino a Salerno e a
Caserta e Capua.
1840: Prima Fabbrica Metalmeccanica d'Italia
per numero d’operai (1050) a Pietrarsa presso
Napoli
1841: Primo Centro Sismologico in Italia
presso il Vesuvio.
1842: Primo sistema a fari lenticolari a luce
costante in Italia
1843: Prima Nave da guerra a vapore d'Italia
(pirofregata "Ercole"), varata a
Castellammare.
1844: Illuminazione a gas della città di Napoli
1845: Prima Locomotiva a Vapore costruita in
Italia a Pietrarsa.
1845: Congresso degli scienziati italiani
1845: Primo Osservatorio Meteorologico
italiano (alle falde del Vesuvio)
1848: Primo esperimento d’illuminazione a
luce elettrica d'Italia a Lecce, per opera di
mons. Giuseppe Candido. Illuminazione
dell'intera piazza in occasione della festa
patronale.
1852: Primo Telegrafo Elettrico in Italia
(inaugurato il 31 Luglio).
1852: Bacino di carenaggio
1853: Primo Piroscafo nel Mediterraneo per
l'America (Il "Sicilia" della Società Sicula)
1856: Primo Premio Internazionale per la
Produzione di Pasta (Mostra Industriale di
Parigi).
1859: Primo Stato Italiano in Europa
produzione di Guanti (700.000 dozzine di paia
ogni anno)
Nel 1860: Prima Flotta Mercantile e prima
Flotta Militare d'Italia (seconda nel mondo).
Prima istituzione d’assistenza sanitaria gratuita
(San Leucio)
Prima Illuminazione a Gas di una città italiana
(terza in Europa dopo Londra e Parigi) con 350
lampade
Primo Bacino di Carenaggio in muratura in
Italia (nel porto di Napoli).
Più grande Industria Navale d'Italia per operai
(Castellammare di Stabia 2000 operai)
La più alta percentuale di medici per abitanti in
Italia.
Prima città d'Italia per numero di Teatri e
Conservatori Musicali (Napoli)
Prima città d'Italia per numero di Tipografie
(113, in Napoli).
Prima città d'Italia per numero di pubblicazioni
di Giornali e Riviste.
Il Minore carico Tributario Erariale in Europa.
Maggior quantità di Lire-oro nei Banchi
Nazionali (dei 668 milioni di Lire-oro,
patrimonio di tutti gli Stati italiani messi
insieme, 443 milioni erano del regno delle Due
Sicilie).