ANTICO EGITTO DI ISIDE LE TEOLOGIE di
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ANTICO EGITTO DI ISIDE LE TEOLOGIE di
ANTICO EGITTO DI ISIDE LE TEOLOGIE di Sabrina Bologni BENBEN Introduzione Per comprendere nel modo migliore la cultura e il pensiero dell’uomo nell’Antico Egitto, è necessario conoscere e capire la religione che, strettamente legata ad ogni forma di arte, era sempre presente nella vita sociale Analizzeremo con parole semplice e chiare che siano alla portata di tutti, le quattro teologie più importanti, con approfondimenti sulla creazione, i testi sacri, le caratteristiche degli dei, con particolare attenzione al mito di Osiride. Le quattro teologie sono: ELIOPOLITANA MENFITA TEBANA ERMOPOLITANA Per non creare confusione esamineremo una teologia alla volta, iniziando con quella Eliopolitana. TEOLOGIA ELIOPOLITANA Eliopoli capitale del XIII nomo del Basso Egitto era il più grande centro religioso del culto solare dell’Egitto; Heliopolis, “La città del Sole” dedicata all’astro splendente, per gli egizi fu Iunu, dalla quale nacque l’antica teologia eliopolitana precedente all’unificazione dell’Egitto. Secondo questa teologia l’Universo era immerso nel Caos liquido, le acque dell’oceano primordiale, e fu da questa massa liquida, Nun, che Atum (in seguito identificato con Ra) sorgendo illuminò l’oceano creando la prima terra ferma. Da Nun, l’Oceano primigenio, Atum fece emergere la prima terra solida, la “Collina primordiale, un luogo carico di energia vitale strettamente legato alla divinità. Qui si trovava il primo pezzo di sostanza solida creata da Atum: la pietra Benben, formata da una goccia del seme del Dio, nata dalla masturbazione di Atum e caduta nelle acque primordiali. La forma conica della pietra Benben fu in seguito stilizzata per poter essere impiegata nell’architettura assumendo la forma di una piccola piramide; da qui il nome “piramidion” che, ricoperta da una foglia d’oro, era fissata sulla cima degli obelischi. Un passaggio del Testo delle Piramidi descrive i primi avvenimenti della creazione: ”Atum-Khepri, tu eri alto come la collina, tu risplendevi come Benben nel tempio Benben di Eliopoli. Tu sputerai Shu, tu vomiti Tefnet, tu metti le tue braccia attorno a loro con il tuo ka, così il tuo ka fu in essi.”. Atum, il demiurgo, generò la prima coppia di divinità, Shu e Tefnet, da cui nacquero Geb e Nut che a loro volta generarono Iside e Osiride, Nefthi e Seth. L’unione di un dio demiurgo e di quattro coppie di divinità, formò la Grande Enneade di Eliopoli, altre divinità importanti come Anubi, Horus, Maat e Thot andarono a formare una “piccola Enneade”. L’ideologia eliopolitana aveva una duplice finalità: sul piano spirituale cercava con la logica di risolvere la confusa materia della creazione, mentre su quello pratico, con la supremazia del culto solare, i sacerdoti potevano giustificare la loro supremazia. Tomba di Nefertari – Atum e Osiride Com’era il mondo egizio prima della creazione? Buio, profondo, senza spazio e senza tempo, celato nel Caos, un’enorme massa liquida non inerte immersa nell’oscurità, una materia liquida che racchiudeva la sorgente della vita, l’elemento attivo e creatore. I teologi egizi inserendo il Caos, considerato non esistente, nella creazione con il Nun hanno evitato l’inerzia che avrebbe impedito al diosole di potersi rigenerare. Il Nun, l’Oceano primigenio, dal quale Atum fece emergere la prima terra solida, era parte integrante del mondo creato e della Duat, l’oltretomba, ed aveva un duplice aspetto: quello ostile costituito dalle forze che tentavano di penetrare nel mondo creato rappresentato dai popoli nemici e dai peccatori che dovevano essere eliminati dal faraone o dagli dei e gettati nel luogo della Distruzione, e l’altro rigenerante determinato dalla rinascita e dalla risalita del sole, purificato e rigenerato. Il Caos, avendo un’evoluzione diversa del tempo, aveva la capacità di regredire, quindi anche Ra regrediva nelle sue acque rinnovandosi ed attingendo nuova energia proprio da esso. L’alba era la creazione ripetuta del mondo, ogni giorno dal Nun nasceva il sole dal luogo in cui “era uscito la prima volta”.Ra moriva nelle acque del Nun unendosi ad Osiride, ed era in quel momento e in quel luogo che la nuova vita nasceva. LE ENNEIDI ELIOPOLITANE ”Sono l’Uno che si trasforma in Due, sono il Due che si trasforma in quattro, sono il quattro che si trasforma in Otto e dopo ciò sono l’Uno” (Sarcofago di Petamon) L’Enneade di Eliopoli o i “Nove di Eliopoli”, termine greco che traduce la parola egiziana pésédjet, "gruppo di nove", era composta da Atum, il Demiurgo creatore, Shu, Tefnet, Nut, Geb, Iside, Osiride, Nefthi e Seth. Grande Enneade di Eliopoli ATUM SHU <--------> TEFNET NUT <--------> ISIDE<-------- >OSIRIDE GEB NEFTHI<------->SETH Atum, attraverso la masturbazione, fu il portatore del “ primo fuoco invisibile e immanifesto” assimilabile al sue seme, attraverso questo atto di auto creazione, emerse dal Nun e fu quindi la causa della prima definizione di sé stesso, da lui presero vita gli otto Netheru della prima generazione che avrebbero dato un ordine al divenire della prima creazione e a quelle delle generazioni successive. Il dio Shu fu creato dal respiro di Atum e rappresentava il primo oggetto della creazione: l’umidità dell’aria, il soffio vitale che animava le creature. Fu il soffio vitale che, uscito dal naso di Atum, fece battere il cuore di Shu risvegliandolo. Generato insieme alla sorella Tefnet formarono la prima coppia divina assimilata al sole e alla luna. Da Shu e Tefnet nacque Nut, dea del cielo, sorella e sposa di Geb, il dio-terra, che a loro volta generarono la seconda e la terza coppia divina: Iside e Osiride, Nefthi e Seth. Iside e Osiride governavano il regno egizio ma, Seth geloso del loro amore e della supremazia divina, mise in atto un piano per eliminare il fratello. Astutamente ordinò di preparare un ricco scrigno con le misure esatte di Osiride, quindi promise in dono il prezioso manufatto a chiunque entrandovi lo occupasse interamente con il proprio corpo. Osiride cadde nella trappola entrò nello scrigno e Seth, serrato il coperchio, lo gettò nel sacro Nilo. Ebbero inizio le peregrinazioni di Iside alla ricerca del corpo di Osiride, finché durante uno dei suoi viaggi venne a sapere che lo scrigno, trascinato dalla corrente, era giunto sino a Biblo arenandosi vicino ad un cespuglio che magicamente si era trasformato in una splendida acacia racchiudendolo al suo interno. Il re di Biblo, estasiato da tale bellezza fece tagliare l’acacia ricavandone una colonna per il suo palazzo straziando così il cuore di Iside che ogni notte si trasformava in una rondine e volando intorno alla colonna lanciava grida disperate alle quali, però, nessuno faceva caso. L’indomita dea non si diede per vinta, divenne governante del figlioletto del re e riuscì ad avere in dono l’amato scrigno, lo aprì cercando invano di ridare vita ad Osiride. Fallito ogni tentativo Iside si tramutò in falco e sbattendo le ali ricopri il corpo senza vita di Osiride rimanendone fecondata, quindi nascose la bara in un luogo segreto; Seth riuscì a ritrovarla, la aprì e smembrò il corpo di Osiride in quattordici pezzi che poi disperse. La dea Iside, nuovamente parti alla ricerca delle parti del cadavere dello sposo che furono tutte recuperate ad eccezione del membro virile, mangiato dall’ossirinco un grosso pesce che viveva nel Nilo. Ricomposto il corpo di Osiride, Iside tentò nuovamente di ridargli vita, il tentativo riuscì solo a metà e Osiride iniziò a regnare non più sulla terra, ma sul “Sito che è oltre l’Occidente”: l’oltretomba. La terza coppia divina era formata da Seth e da Nefthi sposa non innamorata e madre di Anubi. Sempre secondo il mito osiriaco, Seth, rubata una veste di Iside e grazie alla somiglianza con Iside, convinse Nefthi a giacere con Osiride; quando il dio, si addormentò Seth ne approfittò per ucciderlo. Nefhti pentita per la complicità data a Seth, aiutò Iside nella ricerca delle membra disperse di Osiride. Questa dea non ebbe mai un ruolo importante e probabilmente fu creata dai teologi di Eliopoli per stabilire un parallelismo tra le due coppie dell’Enneade. Seth infine fu associato, proprio per il suo carattere malvagio, alla negatività e al male, personificazione divina della violenza e dell’inganno. Alla grande Enneade i teologi, in seguito, ne aggiunsero altre due secondarie, sicuramente una mossa politica in modo che Eliopoli non fosse soltanto la città originaria degli dei, ma anche la detentrice del potere civile. SECONDA ENNEADE DI ELIOPOLI La seconda Enneade comprendeva Horus, figlio di Iside e Osiride. A lui il compito di vendicare il padre in un’epica battaglia nella quale, dopo aver provocato Seth che reagì strappandogli un occhio, lo evirò riprendendosi l’occhio che diventò uno dei simboli più conosciuti del culto egizio. Anhur, in seguito identificato con Shu. Anubi al quale fu attribuita l’invenzione della mummificazione (nel mito osiriano Ra lo inviava presso Osiride per rendergli gli onori funebri e sottoporlo a mummificazione). Khons. L’Horo di Edfu. Amon, in seguito assimilato dal clero tebano con Ra, in modo da conferire ad Amon il titolo di divinità cosmica, da ciò il nuovo nome “Amon-Ra”, una nuova figura che si aggiungeva ai due dei Amon e Ra. Thot, signore della luna, ebbe un ruolo molto importante nel mito di Osiride, curò i feriti, restituendo a Horus il suo occhio e ai Seth i testicoli. TERZA ENNEADE DI ELIOPOLI A questa Enneade ne succedette una terza composta dai quattro figli di Horus: Imset, Hapy, Duamutef e Qebesennuf e un nuovo Horus, Khent Kheti (raffigurazione del sole che si levava ad est) e i suoi quattro figli. I quattro figli di Horus, che collaborano con Anubi alla mummificazione di Osiride, proteggevano gli organi interni dopo la mummificazione: Imset era posto sopra il vaso canopo che conteneva il fegato, Hapy su quello che conteneva i polmoni, Duamutef proteggeva lo stomaco e Qubesennuf gli intestini. Le divinità eliopolitane non si limitavano a governare dal cielo, ciascuna Enneade si configurava come una dinastia che, prima di essere elevata ai troni celesti, aveva regnato sulla terra. Le notizie che possediamo sulle Enneadi ci giungono dal papiro di Torino, da Manetone, dai “Testi delle Piramidi” e ci offrono prove sicure che nell’Antico Regno si ammetteva la possibilità di un’esistenza terrena dei membri della Grande Enneade. In seguito l’Enneide diverrà una persona divina le cui membra, una per una, conserveranno un’esistenza distinta formando nove persone in una. La religione nell’Antico Egitto Testi sacri Gli dei Gli scritti sono condivisibili purchè non venga modificato il testo, il nome del sito, dell'autrice e i link.