Interessati 44 giacimenti e 90 piattaforme in mare
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Interessati 44 giacimenti e 90 piattaforme in mare
17-04-2016 Data Pagina Foglio domenica24 24 casa24 24 moda24 24 food24 24 motori24 24 job24 24 stream24 viaggi24 24 salute24 shopping24 radio24 24 altri 1 / 2 Accedi Cerca How To Spend It Domenica • 17 Aprile 2016 • Aggiornato alle 10:43 HOME ITALIA MONDO NORME & TRIBUTI FINANZA & MERCATI Referendum 17 Aprile IMPRESA & TERRITORI LE NOTIZIE NOVA24 TECH PLUS24 RISPARMIO NEW! IL Magazine Business School ed eventi NEW! 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Il referendum chiede se allo scadere andranno stoppate le concessioni dei 44 giacimenti, 90 piattaforme, che estraggono metano e in qualche caso petrolio nei mari italiani entro 12 miglia dalla costa. Il referendum non riguarda i giacimenti in terraferma né quelli in alto mare. Se vincerà l’astensione dal voto, o nell’improbabile caso di vittoria dei “no” alla chiusura delle piattaforme, tutto resterà come prima. Ma se vincerà il “sì” alla fermata delle piattaforme, entro fine anno - entro il 31 dicembre prossimo - spariranno per sempre 12 concessioni in mare, 44 impianti, 207 pozzi e l’Italia dal 1° gennaio prossimo dovrà importare 562 milioni di metri cubi di metano in più. Di anno in anno, finché PANICO MA NESSUNA CONSEGUENZA Codice abbonamento: Quante sono le famiglie, quali le professionalità, quante le aziende coinvolte dall’esito del referendum “sulle trivelle”? Le stime divergono. Nei giorni di campagna referendaria si sono sentite cifre diversissime, a seconda della fonte, se è contro o a favore delle installazioni in mare. Una stima verosimile è quella dei tre sindacati di chimici ed energia, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, i quali affermano che l’esito del referendum di oggi potrebbe coinvolgere circa 500 aziende, 5mila lavoratori diretti e 15mila dell’indotto. Data 17-04-2016 Pagina Foglio scadranno le concessioni, si arriverà a rinunciare a 1,9 miliardi di metri cubi di metano nazionale, a vantaggio delle importazioni, chiudendo le 90 piattaforme. I 5mila lavoratori diretti stimati dai sindacati sono quelli che lavorano con quelle 90 piattaforme, impianti dell’Eni e dell’Edison. Ci sono gli equipaggi di bordo che vivono sulle piattaforme: operai, elettricisti, chimici, installatori, ingegneri, impiantisti, addetti alla manutenzione. Ci sono quelli impegnati nelle attività di un impianto produttivo, per esempio che governano la sala controllo, e in quelle tipiche di una nave che non galleggia ma sta con i piedi posati sul fondo, come il marconista nella sala radio e i cuochi di bordo. Con le piattaforme lavora anche personale di terra, per esempio gli addetti alla logistica o del commerciale. 2 / 2 L’ASSEMBLEA DEL COMPARTO Turismo, Franceschini: si prefigura un 2016 molto positivo SENSI AL MASTER IN MANAGEMENT POLITICO SOLELUISS La lezione di @nomfup: «Un tweet vale una conferenza stampa» di Nicoletta Cottone SHOPPING2 4 Una stima dell’Università di Brescia («Indotto socio-economico della presenza di Eni a Ravenna», Sergio Vergalli, 2015) dice che nel solo polo di Ravenna, uno dei più importanti al mondo, lavorano 553 dipendenti dell’Eni e 7.120 contrattisti delle aziende di fornitura. Montatori, addetti alle pulizie, piloti di elicottero, marinai, geologi, ruspisti e così via. Secondo lo studio, ciò genera per la Romagna ricadute sui 700 milioni l'anno. Fanno parte dell’indotto le aziende di altissima specializzazione che lavorano per i giacimenti di metano o di petrolio. Un nome per tutti, chiamato in tutto il mondo a fare impianti, è la Rosetti Marino di Ravenna. In Emilia, fra Parma e Piacenza, c'è il polo delle imprese dell’ingegneria, come per esempio la Bonatti che lavora dal Kazakhstan al Messico. Un polo dell’indotto dei giacimenti è a Trieste, dove spicca la Wärtsilä con la produzione di grandi motori per le installazioni gasiere e petrolifere. Un altro centro di imprese attive per i giacimenti italiani è a Genova. Ci sono le software house che forniscono l’informatica e ci sono decine di studi di geologia che compiono le ecografie del sottosuolo alla ricerca dei giacimenti. L’industria di settore stima, in modo forse generoso, che l’impiantistica sviluppi un valore sui 120 miliardi di euro l’anno e occupi circa 100mila addetti. Ci sono anche casi di indotto scientifico. Accade con il colossale centro di calcolo Cineca di Casalecchio di Reno (Bologna), invidiato in tutto il mondo. Per mesi al largo del delta del Nilo erano passate tutte le più potenti compagnie del mondo senza vedere nulla, ma quando l’Eni ha passato ai matematici e agli informatici del Cineca i dati del sottosuolo è stato scoperto un giacimento di gas così colossale, il giacimento Zohr, da cambiare il rating dell’Eni e i rapporti fra Italia ed Egitto. Ora il Cineca sta costruendo un centro di calcolo ancora più potente a Piacenza. Nell’indotto più allargato si possono contare le attività del turismo collegate alla presenza degli impianti. A Ravenna vi sono per esempio piccolissime compagnie di navigazione che offrono ai turisti le gite in battello fino alle installazioni petrolifere. Un indotto molto allargato è quello della pesca, che ha raccolte più generose (fonte: Rie 2013) nelle aree in cui le zampe delle piattaforme proteggono la riproduzione del pesce. DAI NOSTRI ARCHIVI ULTIME NOTIZIE RADIOCOR PLUS 20:58 Wall Street: viaggia in moderato ribasso a un'ora dalla chiusura 20:58 Telecom: Vivendi ha venduto lo 0,2% lo scorso 24 marzo 20:49 Petrolio: chiude a NY -2,75% a quota 40,36 dollari al barile 20:48 ***Petrolio: chiude a NY -2,75% a quota 40,36 dollari al barile (RCOP) articoli CLICCA PER CONDIVIDERE COMMENTA LA NOTIZIA Leggi e scrivi Interessati 44 giacimenti e 90 piattaforme in mare Referendum trivelle, battaglia sul quorum Partiti e trivelle, la mappa del voto Energia e piattaforme, i «conti» del referendum Renzi: sulle trivelle quesito bufala ALTRI DOSSIER RACCOMANDATI DA CARICARE Codice abbonamento: 042782 Permalink