ChiDOPPIADIFESA
Transcript
ChiDOPPIADIFESA
ChiDOPPIADIFESA MICHELLE HUNZIKER GIULIA BONGIORNO I n questi giorni ho visto al telegiornale immagini spaventose della rivolta in Iran. Ho notato che tra i manifestanti c’erano moltissime donne e mi è sembrato inconsueto, visto che solitamente nei Paesi musulmani le donne vivono in una condizione di subalternità e comunque, tranne alcune clamorose eccezioni, sono tenute ai margini della vita politica. Che cosa ne pensate? Maria Rosa Il regime iraniano sta cercando in tutti i modi di minimizzare, se non addirittura di far passare sotto silenzio, i fatti gravissimi che si stanno verificando nel Paese in seguito ai brogli elettorali e, più in generale, per effetto del clima di repressione in cui è costretta a vivere la popolazione; ma contrastare la potenza dei moderni mezzi di informazione è davvero difficile, e così tutti noi stiamo seguendo da vicino le vicende di Teheran. Lasciamo agli esperti di politica mediorientale l’analisi di questa rivolta, ma, come tu hai giustamente rilevato, c’è un aspetto legato alla condizione femminile che è importante sottolineare. Le gravi limitazioni alla libertà delle donne nella società musulmana affondano le loro radici in un fraintendimento e in un’interpretazione distorta del testo sacro dell’Islam, il Corano: nella religione islamica la figlia del profeta Maometto, Fatima, riveste un’importanza paragonabile a quella di Maria nel mondo cristiano e ne UNA FINESTRA SULLA REALTÀ DI QUANTI OGNI GIORNO SUBISCONO VIOLENZE E SOPRAFFAZIONI. UN DIALOGO APERTO CON I LETTORI DI “CHI” LA LETTERA UNA DONNA SPERANZA DELL’IRAN consegue che la donna, nella cultura musulmana, rimane sempre “figlia”. Per i fondamentalisti, cioè per quanti vivono in maniera estrema e radicale i dettami della religione, senza esercitare lo spirito critico e sconfinando dunque nel fanatismo, il passo dalla “protezione” delle donne alla loro oppressione è davvero molto breve, come se le donne fossero sempre figlie a cui non si può, non si deve, consentire di pensare e decidere autonomamente. Ma adesso il regime di Teheran comincia a temere le donne: per la prima volta nella storia del Paese, in occasione di queste ultime elezioni mogli e figlie di uomini politici hanno partecipato alla campagna elettorale. Per esempio, la moglie del moderato Mou- savi ha parlato di parità tra uomini e donne ed è apparsa in pubblico con il capo coperto da veli colorati, anziché dal classico velo nero (gesti che, in un Paese come l’Iran, in cui la parità uomo-donna è un’utopia e in cui le donne godono di una libertà molto limitata, sono addirittura rivoluzionari). Probabilmente è stato anche per questo che la morte di Neda Soltani – la ragazza uccisa a Teheran nel corso di una manifestazione di protesta – ha destato un’eco straordinaria. Di certo ha influito anche il fatto che, casualmente, qualcuno ha ripreso gli ultimi momenti di vita di Neda Soltani, che aveva soltanto 16 anni e stava prendendo parte a una protesta pacifica, e le ha poi messe in rete, facendole circolare in tutto il AVETE UNA STORIA DA RACCONTARE? [email protected] OPPURE AL SITO INTERNET: www.doppiadifesa.it SCRIVETE A: mondo. Attraverso queste immagini, oltretutto, si è ricostruito che la ragazza non è stata uccisa da una pallottola vagante, ma da qualcuno che ha accuratamente preso la mira. Sono immagini forti, non soltanto perché cruente, ma anche per il loro straordinario valore simbolico: Neda Soltani è riversa sull’asfalto con il viso coperto di sangue, e il vestito nero, che si è aperto nella caduta, lascia vedere i jeans e le scarpe da ginnastica. Anche per questi particolari, di fortissimo impatto visivo, Neda è diventata il simbolo della speranza di cambiamento che anima il popolo iraniano in queste tragiche settimane di lotta per affermare la libertà e i diritti negati. E in una situazione come quella che abbiamo cercato di delineare più sopra, uccidere una figlia che sta camminando accanto al padre diventa un gesto carico di un significato particolare, suona come un minaccioso avvertimento agli uomini iraniani: se non tenete a bada le vostre donne, ci penseremo noi a fermarle. Non è un caso, inoltre, se il governo aveva vietato la celebrazione dei funerali: ma nemmeno le minacce di rappresaglia dei pasdaran (i cosiddetti “guardiani della rivoluzione”) hanno impedito la manifestazione spontanea – e pacifica – per ricordare Neda Soltani, con candele e nastri verdi (il colore dell’Islam). Riuscirà la morte di questa giovane donna a insinuare il dubbio nella mente dei fondamentalisti? È quello che tutto il mondo si augura. 15