Introduzione
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Introduzione
Introduzione Gli scambi comunicativi informali tra consumatori, che vanno sotto il nome di passaparola, o word-of-mouth (d’ora in avanti WOM) sono ormai considerati uno dei più potenti strumenti di comunicazione di marketing. Del resto, è infinito il numero di conversazioni su prodotti, marche o imprese che avvengono quotidianamente tra consumatori sparsi in ogni angolo del mondo. Studiosi e professionisti di marketing fanno a gara a fornire dati e statistiche circa l’importanza del passaparola in termini di influenza sulle decisioni di acquisto dei consumatori e di performance economico-finanziaria delle imprese. Tale importanza appare particolarmente chiara se si pensa all’effetto del passaparola sulla formazione e sullo sviluppo della reputazione delle imprese, ovvero di quel sistema di credenze circa un’impresa o i suoi prodotti e marche condiviso da una più o meno ampia cerchia sociale. Ma soprattutto se si considera la diffusione dei nuovi media sociali di comunicazione che, amplificando la trasmissione di informazioni sulle imprese, determinano un ampliamento della comunità di consumatori che condividono una certa credenza sull’impresa e, di conseguenza, un incremento nella portata dei benefici o dei danni associati allo sviluppo di una reputazione, rispettivamente, positiva o negativa. Sono queste le ragioni per cui si parla di vere e proprie «bolle reputazionali». In questo senso, il passaparola può essere considerato come l’unità di analisi fondamentale del più ampio fenomeno della formazione della reputazione d’impresa e del sempre più frequente sviluppo delle bolle reputazionali. In virtù dell’importanza assunta dal passaparola, specie nell’attuale contesto competitivo caratterizzato dalla proliferazione di piattaforme tecnologiche sulle quali le comunicazioni sociali tendono a moltiplicarsi per ampiezza e intensità, le imprese non possono più considerare tale fenomeno come un mero complemento della propria strategia di comunicazione tradizionale. Al contrario, alle imprese è richiesto uno sforzo di XI Bolle reputazionali comprensione delle dinamiche di diffusione della comunicazione sociale su prodotti e marche finalizzata sia a raccordare al meglio la strategia e la gestione operativa dei processi di comunicazione aziendale sia a veicolare valori e significati che siano percepiti come rilevanti e condivisi dalle comunità sociali di riferimento, creando relazioni fiduciarie con i propri clienti e facendo leva sulle motivazioni psicologiche e sociali alla base del passaparola. Al di là dei numeri che attestano la rilevanza del passaparola nell’attuale contesto competitivo e che saranno discussi ampiamente nel corso del volume, un esempio tratto da un’esperienza di vita quotidiana (successivamente divenuta di dominio pubblico) può servire a illustrare in modo efficace le potenzialità del passaparola e gli effetti dello sviluppo di una determinata reputazione d’impresa, specie nell’era dell’informatizzazione dei canali di comunicazione. Nel 2008 una band di musicisti canadesi, Sons of Maxwells, si imbarcò su un volo della United Airlines da Halifax verso Omaha, Nebraska. Durante lo scalo all’aeroporto O’Hare di Chicago, il cantante Dave Carroll notò, dal finestrino dell’aereo, che due addetti allo spostamento dei bagagli si stavano lanciando l’un l’altro la chitarra e gli altri strumenti della band. L’effetto di questo comportamento irresponsabile fu che il manico della chitarra Taylor, dal valore di $3.500, venne irreparabilmente danneggiato. La reazione di Carroll fu la reazione che ogni altra persona avrebbe avuto: estrinsecare il proprio risentimento per quanto accaduto presentando un reclamo contro United Airlines attraverso i mezzi classici che le compagnie aeree mettono solitamente a disposizione dei clienti, ovvero email e call center. I reclami di Dave, proseguiti per circa un anno, furono tuttavia ignorati dalla compagnia. A questo punto, Dave decise di passare da una reazione del tipo «complain» a una reazione del tipo «voice», ovvero diede voce al suo malcontento per la disavventura incidendo una canzone, disinteressata e sdolcinata, in stile country e folk, dal testo irrisorio: «You broke it you should should fix it, you’re liable just admit it, I should have flown with someone else» («L’avete rotta, perciò dovreste ripararla, siete responsabili, ammettetelo, avrei dovuto volare con un’altra compagnia»). La canzone, e il video a essa associato, fece rapidamente il boom su Youtube e iTunes e, in conseguenza di ciò, United Airlines decise di contattare Dave Carroll offrendogli di riparare la chitarra e ammettendo che il video era effettivamente riuscito bene. L’esempio della disavventura occorsa a Dave Carroll e al suo gruppo testimonia due cose fondamentali. La prima è che i consumatori hanno un ruolo chiave nel determinare i successi e gli insuccessi delle imprese. Essi, infatti, hanno a disposizione tre classici strumenti di reazione a fronte di esperienze negative. Il primo, e più immediato, è rappresentato dalla XII Introduzione decisione di troncare la relazione con l’impresa (exit). Il secondo è dato dalla possibilità di lamentarsi con l’impresa per il disservizio (complain). Il terzo, infine, è costituito dalla decisione di condividere con altri consumatori la propria esperienza (voice). Se le prime due reazioni, benché altamente deleterie per le imprese, tendono ad avere effetti abbastanza circoscritti, in quanto si esauriscono nella valutazione negativa dell’impresa da parte del consumatore che ha ricevuto un prodotto o un servizio insoddisfacente, la terza tende a danneggiare l’impresa in modo ben più serio e duraturo, in quanto il consumatore diffonde ad altri consumatori reali e potenziali la propria esperienza negativa e, quindi, contribuisce a creare una reputazione negativa dell’impresa attraverso la condivisione della propria esperienza. L’esempio della United Airlines è emblematico di tale effetto potenzialmente devastante del passaparola sulla reputazione dell’impresa, in quanto la condivisione dell’esperienza negativa da parte di Dave Carroll è avvenuta su un mezzo, come Youtube, accessibile a un numero indefinito di utenti, determinando la formazione di una vera e propria bolla reputazionale. La seconda lezione che è possibile trarre dall’esperienza descritta è che le imprese hanno a disposizione degli strumenti molto efficaci per incidere sul passaparola. Se è vero che i disservizi sono frequenti, è altrettanto vero che una buona gestione del disservizio rappresenta un passaggio essenziale al fine di prevenire il diffondersi virale di una reputazione negativa delle imprese coinvolte. L’esempio della United Airlines dimostra come l’impresa non sia stata efficace nella gestione del disservizio, non adottando azioni volte a prevenire il diffondersi di passaparola negativo. È solo a seguito della canzone di accusa all'azienda che questa ha formalmente deciso di intervenire per riparare al disservizio. Benché nessuno, anche in passato, abbia negato le potenzialità del passaparola nel creare e consolidare la reputazione delle imprese e dei prodotti, l'argomento è stato tradizionalmente affrontato con un certo scetticismo circa la possibilità di analizzare e gestire con metodo e rigore i processi organizzativi necessari ad amplificare il passaparola positivo e a ovattare quello negativo. Per molto tempo, infatti, studiosi e operatori di marketing hanno creduto che in fondo il passaparola fosse da un lato un fenomeno interessante e comune nella vita di molte persone, dall’altro un divertente diversivo rispetto agli strumenti classici di comunicazione utilizzati dalle imprese, come la pubblicità, la vendita diretta, le promozioni o le public relation. Di conseguenza, è mancato un approccio scientifico allo studio dei diversi aspetti connessi allo sviluppo dei flussi di passaparola e alla diffusione della reputazione. E nella migliore delle ipotesi alcuni economisti ne hanno considerato gli effetti come un «dato», senza preoccuparsi di identificare le determinanti né più di tanto di misurarne le conseguenze. XIII Bolle reputazionali Negli ultimi due decenni, e negli ultimi cinque anni in modo particolare, il passaparola ha suscitato un intenso interesse da parte degli studiosi di marketing e di comportamento del consumatore. Decine di articoli stanno popolando le più prestigiose riviste scientifiche internazionali, come Journal of Marketing, Journal of Consumer Research e Journal of Marketing Research, per citarne alcune. Numerosi autori si sono focalizzati su aspetti chiave del passaparola, come, per esempio, le forme che tale fenomeno può assumere, i suoi antecedenti e le sue conseguenze. Se da un lato, il rapido progresso della conoscenza scientifica sul tema ha portato evidenti benefici in termini di una migliore comprensione degli elementi essenziali del passaparola, dall’altro ha fatto emergere in modo netto la complessità e la multiforme natura di questo fenomeno. Tale complessità richiama la necessità di valutare lo stato dell’arte della conoscenza sul tema e sulle sue implicazioni manageriali. Ed è proprio a tal fine che questo volume propone un ampio esame del fenomeno passaparola, un processo multiforme e dagli effetti potenzialmente esaltanti piuttosto che devastanti per le imprese. Il volume esamina il fenomeno nella più generale prospettiva delle comunicazioni sociali su prodotti e marche, concentrandosi su aspetti quali la natura e il ruolo del passaparola, le diverse tipologie proposte dalla letteratura e costruite in funzione di aspetti come la valenza, gli stadi, le forme, i contenuti, gli antecedenti e le conseguenze che esso può generare. Il metodo con cui l’analisi viene sviluppata è quello della sistematizzazione della conoscenza, condotta tramite un’estensiva disamina e classificazione dei risultati delle ricerche pubblicate sul tema. Visto il proliferare della ricerca sul passaparola e sulle sue implicazioni per la reputazione e la performance delle imprese e dei prodotti, è apparso necessario fornire indicazioni su alcune azioni che le imprese potrebbero porre in essere per trarre un reale vantaggio dalla comprensione e dalla gestione del passaparola. La sistematizzazione appare utile sia per riflettere sullo stato di avanzamento della conoscenza sia per identificare gli ambiti di ulteriore approfondimento che possono rappresentare, quindi, opportunità di nuova ricerca e sperimentazione. Partendo dalle definizioni di passaparola e bolla reputazionale, il primo capitolo fornisce una panoramica alla luce degli avanzamenti tecnologici registrati nell’ultimo decennio, che hanno reso il passaparola strumento principe nell'ambito dei cosiddetti mezzi di comunicazione personali. In particolare, sulla frequenza e sull’impatto del passaparola nell’attuale contesto di mercato vengono forniti dati tratti dalla letteratura e dalla pratica manageriale, affiancati da un modello concettuale, come il WOM equity, teso a stimare il valore economico del passaparola. Su tali elementi sono pure forniti dati disaggregati per tipo di prodotto, XIV Introduzione soffermandosi sulla capacità del passaparola di condurre alla formazione e allo sviluppo della reputazione e delle bolle reputazionali. Segue l’esame dell’evoluzione del passaparola attraverso l’analisi del modello teorico presentato da Kozinets, de Valck, Wojnicki e Wilner (2010) secondo i quali la teoria e la pratica del passaparola si sono gradualmente evolute dal modello delle influenze organiche al modello della co-produzione nei network passando per il modello delle influenze lineari. Infine, in una linea di continuità ideale con il tema dell’evoluzione del passaparola, si procede all’analisi del passaparola che avviene online, l'eWOM, focalizzandosi sulle potenzialità offerte dalle nuove piattaforme tecnologiche sia ai consumatori sia alle imprese nella loro attività di analisi e gestione delle dinamiche del passaparola. Nel secondo capitolo, vengono analizzate le diverse tipologie di passaparola basate su caratteristiche quali: la valenza (passaparola positivo o negativo); gli stadi ai quali il passaparola può svolgersi (stadio della «generazione», nel quale i consumatori parlano ad altri delle loro esperienze di consumo, o stadio della «trasmissione», nel quale i consumatori parlano ad altri di esperienze di consumo accadute a terzi); la forma assunta dai messaggi scambiati dai consumatori nelle loro conversazioni (opinioni o raccomandazioni); e, infine, il contenuto, in termini di tendenza dei consumatori a privilegiare i contenuti in funzione dei differenti contesti. Le domande a cui si cercherà di rispondere nel seondo capitolo sono le seguenti: è maggiormente diffuso il passaparola positivo o il passaparola negativo nelle conversazioni tra consumatori? Quali forme può assumere il passaparola e sotto quali condizioni una certa forma (per esempio, le opinioni) è più efficace di un’altra (per esempio, le raccomandazioni)? È possibile identificare diversi stadi (o fasi) del passaparola? Di che cosa parlano i consumatori nel passaparola e che cosa influenza il contenuto del passaparola? Nel terzo capitolo, vengono analizzate le cause del passaparola, che sono a loro volta raggruppate in quattro categorie concettuali: antecedenti transazionali (come la soddisfazione post-consumo, la qualità e il valore percepito); antecedenti relazionali (come la fiducia, l'impegno e la fedeltà tra emittente e ricevente); antecedenti interpersonali (come, per esempio, la forza del legame, anche affettivo, tra emittente e ricevente); e, infine, antecedenti individuali (suddivisi a loro volta in antecedenti cognitivi ed emozionali). Le domande a cui si cercherà di rispondere in questo capitolo sono le seguenti: quali sono le categorie di antecedenti del passaparola? Che tipo di relazione esiste tra antecedenti e tipi di passaparola? Nel quarto capitolo, infine, vengono analizzate le conseguenze del passaparola su una serie di variabili, come, per esempio, i giudizi su prodotti e marche, l’adozione di nuovi prodotti o le dinamiche finanziarie XV Bolle reputazionali dell’impresa. Le domande a cui si cercherà di rispondere in questo capitolo sono le seguenti: quali sono le categorie di conseguenze del passaparola? È possibile distinguere tra effetti del passaparola sulla performance delle imprese (per esempio, acquisizione di nuovi clienti o vendite) ed effetti sul comportamento dei clienti? Sotto quali condizioni il passaparola può avere un effetto più consistente su entrambi questi tipi di conseguenze? Il volume si conclude con l'evidenza dei principali risultati raggiunti dalle ricerche sperimentali, con l'indicazione delle più promettenti direzioni di ricerca future e, infine, con la discussione delle implicazioni manageriali e delle raccomandazioni per i practitioner. XVI