Le mani delle cosche sui lavori all`Ucciardone

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Le mani delle cosche sui lavori all`Ucciardone
IL RETROSCENA
Le mani delle cosche sui lavori all'Ucciardone
Venerdì 13 Dicembre 2013 - 12:34 di Claudio Reale
Secondo gli investigatori un funzionario dell'amministrazione
penitenziaria avrebbe ricevuto tangenti per "chiudere un
occhio" sui ritardi delle aziende di Michele Mazzara.
PALERMO - Una mano dentro l'Ucciardone. Per gestire la manutenzione ordinaria e la
costruzione di una cucina provvisoria per i detenuti. Per un appalto che vale oltre mezzo milione di
euro. Dai retroscena dell'inchiesta emerge la capacità dei boss di infiltrarsi dentro la pubblica
amministrazione: secondo l'accusa, infatti, la “Spefra srl”, azienda riconducibile all'imprenditore
Michele Mazzara, considerato vicino alla cosca di Mazara, avrebbe versato una tangente a Giuseppe
Marino, funzionario del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria, perché
all'azienda non fosse addebitata una penale per il ritardo nei lavori.
A incastrare Marino sono le intercettazioni. È il 9 agosto 2011 e Francesco Spezia, ritenuto dagli
investigatori un prestanome di Mazzara, incontra Marino alla stazione Notarbartolo e, ancora
secondo i magistrati, parla di un accordo precedente: “Vabbeh – dice mentre le microspie lo
registrano – ce li pago direttamente. Mi sto venendo a scusarmi di persona... per quel ragazzo era
una cosa normale in quanto non sa come funziona...io gli dico come funziona troviamo un punto
d’incontro così la cosa finisce così...”. Poi si sente un fruscio, un rumore di carta. E Spezia fa il
conto: “Ca ci sono 25, niatri solo questo dobiamo fare”.
Poi, però, i lavori vanno a rilento. E Marino ne parla col capo, Salvatore Torcivia, a sua volta
accusato di aver turbato due appalti per un totale di 81 mila euro a favore della Spefra:
MARINO: Eh... tu sei andato l’altro ieri... martedì sei andato all’Ucciardone?
TORCI VIA: Martedì?... martedì sì...
MARINO: Ma com’era...
TORO I VIA: Ma sono indietro stanno finendo di piastrellare la cucina...
MARINO: Infatti loro finiscono il 10 ottobre...
TORCI VIA: E a me non me ne fotte niente... io gli applico una penale che... di trenta giorni... non è
che posso fare diversamente... va bene?
Una settimana dopo, Marino ne parla con Giuseppe Pilato, geometra della Spefra.
MARINO: Praticamente voi siete partiti molto bene.., ora sembra che non vorrei che vi “faceste
schifiare... alla fine.., ora che vuoi dire... Iona...
PILATO: Sì...
MARINO: Mi chiama un giorno si e un giorno pure perchò gli servono questi benedetti documenti
per fare il contratto... io vi ho difeso... gli ho detto: “Possibilmente la ditta ha discorsi di altri
lavori.., ha problemi di soldi... è distratta da altre cose”.
Insomma, dice Marino, il rischio è che “uno poi si ricorda le cose brutte e non le cose belle”.
Così, il 13 ottobre, viene fissato un altro appuntamento: “Al solito”, cioè alla stazione Notarbartolo.
Come sia andata, secondo gli inquirenti, lo spiega lo stesso Spezia intercettato: “'Io te l’ho detto...
questo... con questo lavoro lì ci rimetto le penne... se tu mi garantisci che penale non me ne fai
pagare neanche un giorno... prendo 3.000 euro e te li do'... dice: 'E se paghi tutti e 60.000 euro di
penale?'. Gli ho detto: 'Non credo che fai questo'”. Ma Marino non si sarebbe accontentato:
“Minchia quello a Palermo 10 mila... dice.... se io faccio con due mani? Gli ho detto. 'Ingegnere io
faccio con una mano'... dice: 'Allora niente'... mi ha battuto in una spalla.., gli ho detto: 'Ingegnere
veda che io glielo dico per l’ultima volta... io faccio con una mano... io ho una bambina a casa...
veda che il pane qua è duro... gli ho detto... io credo che con una mano... gli ho detto... io queste
cose non le ho fatte mai... questa è la prima volta che... gli ho detto... mi succede... per essere
riconoscente.., non perchè lei ha pressato mai a noi per queste cose...(incomprensibile)... è giusto?...
non te lo scordare'... ma tu le sai meglio di me queste cose... dice: 'Ma io vorrei fare con due mani'...
gli ho detto: 'Io purtroppo non lo posso fare... gli ho detto... in questo lavoro... ho perso solo soldi
perchè la fretta di finirlo.., non abbiamo mai avuto gli sconti con le aziende'... dice: 'Questo me ne
rendo conto'... gli ho detto: 'Allora facciamo una cosa mi faccia comandare a me questa volta,.,
faccia decidere me questa volta.., se ci sarà un proseguimento dei lavori che lei... e siamo nelle
condizioni.., se le cose andranno meglio e le cose cambieranno in meglio perchè no?”.