Energia-legno Svizzera Bolletino No 24, maggio 08

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Energia-legno Svizzera Bolletino No 24, maggio 08
Energia-legno Svizzera
Bolletino No 24, maggio 08
L’uomo sulla luna, il cippato nelle case
anziani
Editoriale
Il 20 luglio 1969 tutto il mondo guardava ansiosamente verso la luna, dove
Neil Armstrong faceva «un piccolo passo per un uomo ma un grande passoper l’umanità». Da allora non solo sono trascorsi quasi 40 anni ma siamo
diventati anche un po’ più intelligenti. Per questo motivo, oggi è chiaro
a tutti che il più grande evento storico di tutti i tempi non sarà stato quello legato alle goffe passeggiate lunari del signor Armstrong ma piuttosto
all’aumento degli impianti di riscaldamento a cippato.
(ak) Tutto è partito dall’industria del legno. Già nel 1962, la ditta di impiallacciatura di
Regensdorf installò una caldaia a cippato di 4 000 kW di potenza, che garantì in modo
affidabile il riscaldamento sino al 1994. Una seconda caldaia, installata nel 1966,
funzionò sino alla chiusura dell’azienda, nel 2002. Il primo impianto di riscaldamento
a cippato al di fuori di aziende di lavorazione del legno fu quello installato nel 1968
nell’allora nuova casa patriziale di Berna. Il successo definitivo di questa tecnologia si
ebbe con la crisi del petrolio della prima metà degli anni settanta. I luoghi preferiti per
questo tipo di impianto furono inizialmente soprattutto scuole, ospedali e case per anziani. All’inizio degli anni ottanta il prezzo del petrolio salì sino ai vertiginosi 35 dollari
a barile. Questo motivò ulteriormente i proprietari immobiliari ad installare impianti
a cippato, che furono inizialmente impiegati per il riscaldamento di singoli edifici.
Alla fine degli anni ottanta iniziò l’era delle grandi reti di teleriscaldamento a legna.
Grazie ai contributi della Confederazione (Energia 2000) e di numerosi cantoni, negli
anni novanta furono realizzati diversi grandi impianti. Questi erano quasi solamente
realizzazioni di «pionieri ed idealisti». Visti i bassi prezzi del petrolio, l’idealismo era la
motivazione principale anche per i proprietari immobiliari che decidevano di allacciare
il proprio edificio alla rete di teleriscaldamento. Coloro che consideravano solamente
gli aspetti economici scaldavano ancora a nafta. Questa situazione cambiò nel 2004,
quando il prezzo del petrolio si alzò repentinamente. Coloro che oggi considerano prettamente gli aspetti economici, sono sempre più attratti dall’utilizzo delle legna quale
vettore energetico. I gestori di reti di teleriscaldamento, che prima dovevano lottare
per l’allacciamento di ogni singolo utente, vengono oggi bombardati da richieste di
proprietari immobiliari che vorrebbero allacciarsi e possono quindi permettersi di scegliere gli edifici che migliorano la redditività dell’impianto. Questa nuova situazione
rappresenta una grossa opportunità. Quegli stessi impianti che per anni hanno potuto
funzionare solo grazie all’idealismo sia dei realizzatori che degli utenti del calore, grazie a queste nuove condizioni possono contare oggi su nuove basi dal punto di vista
tecnico, economico e gestionale. La nuova concorrenzialità concede a questi impianti
un maggior grado di libertà. La grande sfida dei prossimi anni consisterà nell’utilizzare
questa libertà nel modo migliore possibile.
Sino a poco tempo fa, una
delle principali attività di Energia legno Svizzera consisteva nel contribuire a far sì
che venissero realizzati molti
nuovi impianti a legna, “costi
quel che costi”. Questa priorità si è di recente aperta e
ampliata. Oggi molti grandi
impianti a cippato hanno raggiunto un’età di 15 anni e più.
Le caldaie della prima generazione sono giunte alla fine del
loro percorso e devono fare
posto a quelle della seconda,
le «secondas». Questo è anche il momento di applicare le
nuove norme OIAt, di potenziare gli impianti, di verificarne
la gestione ed in ogni caso di
adattare la struttura tariffale – in breve: di garantire un
buon funzionamento degli
impianti per almeno i prossimi 20 anni. Questo bollettino
è proprio dedicato a queste
«secondas».
Andreas Keel
«Secondas» - i problemi principali e le possibili soluzioni
Quando ci si occupa di grandi impianti a
cippato che devono ormai essere sostituiti, a venire a galla sono sempre gli stessi
problemi e le stesse domande. Queste
possono essere riassunte come segue:
«Medesimo trattamento» per gli utenti del calore vecchi e quelli nuovi
Gli utenti della rete di teleriscaldamento
per anni hanno pagato – più per idealismo
che per altro – un prezzo del calore piuttosto elevato rispetto agli altri. Per coloro
che solo ora hanno deciso di allacciarsi,
la variante della rete di teleriscaldamento è spesso la più conveniente. Questo
può portare a delle incomprensioni.
Prezzi del calore mai adattati
Nella maggior parte dei casi, negli anni i
prezzi del calore non sono mai stati adattati
nonostante i contratti di fornitura prevedessero questa possibilità. Viste le attuali esigenze di risanamento (sostituzione
della caldaia, filtri per le polveri fini, ecc.)
è improvvisamente necessario fare degli
investimenti che possono essere finanziati
solo attraverso un aumento dei prezzi del
calore. Anche quando quest’ultimo è possibile senza troppi problemi dal punto di
vista giuridico, è comunque necessario prestare molta attenzione all’informazione.
Contracting – si o no?
15 o 20 anni di esperienza nella gestione
di reti di teleriscaldamento hanno spesso
condotto i Comuni alla consapevolezza che
la produzione e la vendita di calore non devono per forza fare parte delle competenze
di un Comune. Da questa consapevolezza
nasce il desiderio di cedere le gestione
dell’impianto per i prossimi 20 anni ad un
contractor – con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ciò comporta. Anche in questo
caso è necessario informare bene e globalmente la popolazione, che vuole sapere e
capire esattamente quali siano i pregi ed
i difetti derivanti dall’avere un contractor.
Nell’odierna situazione economica i dubbi che cedere la gestione dell’impianto ad
un contractor significhi perdere la «gallina
dalle uova d’oro» non sono più una rarità.
«Secondas»
All’inizio degli anni novanta, in molti Comuni della Svizzera e
in condizioni molto diverse furono realizzati grandi impianti
a cippato, che necessitano oggi di un risanamento globale. In
quest’ambito sono molte le considerazioni da fare ed i problemi da affrontare, come anche le possibili soluzioni.
Situazione iniziale
medie dimensioni sono in funzione, dall’autunno 1991, due caldaie
a cippato con una potenza di 450 kW e 360 kW che alimentano una
rete di teleriscaldamento. Oltre alla scuola elementare, sono allacciati
anche la scuola media, l’asilo, la biblioteca, la chiesa con il vecchio
asilo, il magazzino, il vecchio edificio scolastico,un museo ed un edificio privato. La manutenzione richiede di 240 ore all’anno, una durata
sopra la media. La regolazione dell’impianto è basata su un circuito
con relais e nell’ambito del risanamento dovrà deve essere completamente rinnovata. L’impegnativa manutenzione è stata comunque
utile. Negli ultimi 16 anni l’impianto ha funzionato senza problemi
o grandi disturbi. Le due caldaie e cippato sono ancora in buono
stato. Il materiale refrattario non è mai stato rinnovato. Vista l’età
delle caldaie, nei prossimi anni sarà comunque necessaria una sostituzione. In quest’ambito sarà necessario considerare diverse necessità
e nuove condizioni: la scuola ed il Comune vorrebbero installare un
filtro per le polveri fini anche se – a dipendenza del concetto scelto
– non è necessariamente obbligatorio. Il gestore dell’impianto vorrebbe comunque avere due caldaie, perché ciò consente di adattare
in modo ottimale la produzione dell’impianto al fabbisogno di calore
degli utenti che,sia durante la giornata che durante l’arco dell’anno, è
soggetto a forti variazioni. Se venisse installato un filtro per le polveri
fini non rimarrebbe spazio a sufficienza per una seconda caldaia. È
inoltre pianificato un ampliamento della rete di teleriscaldamento e
l’allacciamento di altri utenti del calore: caserma dei pompieri, sala
comunale, protezione civile, privati. Sia la caldaia che le tubazioni della rete dispongono della capacità necessaria per far fronte a questo
ampliamento.
Punto critico: gestore e promotore
La scuola elementare gestisce l’impianto, dell’amministrazione si
occupa invece il Comune. Il consumo di calore della scuola elementare non viene fatturato. Tutti gli altri utenti del calore ricevono una fattura da parte del Comune. Il budget viene gestito dalla
scuola elementare. Vi sono dei contratti di approvvigionamento
di calore, che però non sono mai stati firmati. In base al tariffario
ed al regolamento, il gestore, malgrado non l’abbia mai fatto,
può decidere di aumentare i prezzi. Perciò non stupisce che il
calore sia sinora stato venduto ad un prezzo inferiore rispetto al
dovuto. Il prezzo del calore ammonta a 9.5 centesimi per kWh.
Non è mai stata riscossa una tassa base. I costi di allacciamento
sono stati coperti con un’unica tassa. Al momento sono in corso
ristrutturazioni profonde. In particolare, entro il 2009 la gestione
dell’impianto non sarà più compito delle scuole elementari. Il comune vorrebbe che per allora la rete di teleriscaldamento fosse
risanata, in modo da poter offrire al nuovo gestore un impianto
come nuovo.
Citazioni
Sguardo nella centrale termica di un tipico impianto a cippato degli anni novanta.
Possibili soluzioni
Le autorità scolastiche e comunali sono d’accordo: le scuole non si occuperanno
più della gestione dell’impianto, che potrà essere ripresa dal Comune. Pensabile e possibile sarebbe anche un totale scorporo dalle proprietà comunali e la
cessione ad un’azienda comunale o ad un contractor. Mentre queste discussioni
sono ancora in atto, arriva l’offerta di un contractor, disponibile a rilevare la rete
di teleriscaldamento. Per gli utenti di calore allacciati, questo significherebbe un
aumento del prezzo del calore da 9.5 a 17 centesimi per kWh – da un giorno
all’altro! È chiaro a tutti che questa non può essere la soluzione. Quale alternativa si considera la possibilità di fondare una nuova organizzazione che gestisca
l’impianto. In essa dovranno essere rappresentati tutti i partner sinora coinvolti
nel progetto. Questa scelta non permetterà tuttavia di evitare un aumento del
prezzo del calore, ma lo renderà meno brusco e soprattutto più giustificabile
agli occhi degli utenti. Il girare, cambiare e ricalcolare tutto non aiuta molto: se
nei successivi dieci anni saranno necessari degli interventi di risanamento, sarà
comunque necessario aumentare il prezzo del calore sino a 15 centesimi a kWh.
Questo soprattutto perché vi sono ancora dei piccoli accantonamenti. In ogni
caso oggi – se si calcola in modo corretto e completo - anche un chilowattora
di calore prodotto con nafta o gas costa circa 15 centesimi. Visto l’improvviso
aumento di circa il 60 % dei costi per gli utenti del calore della rete, si tratta di
una magra consolazione. Nelle situazioni difficili si è tuttavia grati anche di queste piccole consolazioni. Questi paragoni numerici sono inoltre ottimi argomenti
da contrapporre alla immancabile brutta reazione dei coinvolti. In questo caso
ci si è serviti anche di un piccolo trucco psicologico. Per compensare un po’ gli
effetti di inverni sempre più caldi sulle entrate dei gestori della rete di teleriscaldamento, è infatti stata definita una nuova tassa base indipendente dai consumi di 96 franchi per kW di potenza allacciata. In questo modo sarà possibile
mantenere il prezzo del calore a 9.5 centesimi per kWh. La cosa più importante
sono la trasparenza e la buona informazione agli utenti. A questo scopo è assolutamente indispensabile che i numeri alla base dell’adattamento del prezzo del
calore siano totalmente affidabili e vengano verificati accuratamente. Questo
aspetto è stato chiaro sin dall’inizio. La serata informativa tenutasi nel Comune si è protratta sino alle 23 ed è stata un’occasione per rispondere a tutte le
possibili domande. La decisione definitiva concernente la gestione dell’impianto
non è ancora stata presa. Quale primo passo verrà probabilmente fondata una
nuova società.
«Quando si desidera frenare
con efficacia un mercato in
pieno sviluppo, ci sono almeno un paio di possibilità: non
occuparsi del mondo esterno, non prestare attenzione
ai clienti, generare insicurezza
e farlo coinvolgendo anche i
media, coltivare l’immagine
dell’imprevedibilità ed impedire
sin dall’inizio un’ulteriore miglioramento!»
Manfred Faustmann, direttore della
Windhager Zentralheizung, Seekirchen (A) sul mercato del pellet.
Dal mondo
Italia: interesse in crescita
Anche in Italia l’energia dal legno guadagna d’importanza.
A fine febbraio gli esperti del
settore del Trentino si sono informati in Svizzera interna e
nei Grigioni riguardo alle nuove tecnologie. L’Europa vuole
che in futuro almeno il 20%
dell’energia provenga da fonti energetiche rinnovabili ed il
Trentino, con più del 60% di
superficie boschiva, non vuole
certo restare indietro. Così gli
esperti del Trentino hanno motivato il proprio interesse per gli
esempi svizzeri. Sempre più importanti sono una tecnica efficiente per la raccolta della legna
e soprattutto l’ottimizzazione
dei costi per il personale. Gli
esperti italiani sono stati particolarmente impressionati da un
macchina per la fascinatura dei
rami proveniente dalla Finlandia e ulteriormente sviluppata
in Svizzera.
Energia-legno: l‘enigma!
Cosa rappresenta questa immagine?
La soluzione deve essere spedita entro il 5 giugno 2008 a
Energia legno Svizzera, Neugasse 6, 8005 Zürich, oppure per mail a
[email protected]
Soluzione dell'enigma del Bollettino N° 23: Carburatore installato dietro un auto.
Agenda
6 giugno 2008
Riunione generale da Energia-legno Svizzera a Biel, alle ore 14.00, Berner Fachhochschulen, Architettura, legno e costruzione
30 giugno - 4 luglio 2008
Lucerne Fuel Cell Forum, Lucerna
www.efcf.com
In breve
Gli hotel vogliono la legna
Diversi luoghi turistici dell’
Oberland bernese si stanno
preparando ad allacciarsi a
grandi reti di teleriscaldamento. A Grindelwald 25 dei 30
hotel che si trovano in una
zona approvvigionata da una
rete di teleriscaldamento hanno firmato una dichiarazione
di intenti: se l’impianto a cippato dovesse essere in funzione entro il 2010, essi si allacceranno e spegneranno le caldaie
a olio. In questo modo potranno essere risparmiate 4 000
tonnellate di anidride carbonica o 1.5 milioni di litri di olio
da riscaldamento. Accanto alle
55 abitazioni private anche sei
hotel di Gstaad hanno accettato di allacciarsi ad una rete
di teleriscaldamento. Gli investitori del progetto per l’hotel
«Alpenbad» ad Adelboden
hanno posto l’allacciamento
alla rete quale condizione per
la realizzazione. Lì nel 2011
dovrebbe essere in funzione
un impianto di 15 MW di potenza. A Wengen è invece in
sospeso un progetto. La costruzione di un impianto da 2
MW deve attendere, poiché i
gestori degli hotel hanno timore che i prezzi siano troppo elevati. Converrebbe loro
bussare alla porta del canton
Berna: questo finanzia infatti i
nuovi impianti a legna con 75
franchi a MWh e con ulteriori
50 franchi a MWh per le reti di
teleriscaldamento.
Energia-legno Svizzera
Bollettino indipendente – No 24
Tiratura italiana: 300 pezzi
La versione elettronica puo essere ordinata presso:
Energia-legno Svizzera, Neugasse 6,
8005 Zurigo, Tel. 044 250 88 11, info@
energia-legno.ch, www.energia-legno.ch
Testi
Andreas Keel (ak)
Traduzione
Michela Sormani/Claudio Caccia
Immagini
Energia legno Svizzera
Stampa
Marty Druckmedien AG, Tagelswangen