Costruzione di centrali nucleari
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Costruzione di centrali nucleari
PROVINCIA DI LECCE Gruppo consiliare Partito Democratico Lecce, 18/03/2011 Sig. Presidente del Consiglio provinciale Sede Oggetto: trasmissione O.d.G.. I sottoscritti Consiglieri provinciali, con la presente, chiedono che nella seduta del prossimo Consiglio provinciale venga discusso l'allegato O.d.G.. Cordialità. I CONSIGLIERI Cosimo Durante Alfonso Rampino Gabriele Caputo Roberto Schiavone Loredana Capone Costruzione di centrali nucleari IL CONSIGLIO PROVINCIALE Premesso che • con il referendum abrogativo del novembre 1987 l’Italia ha sancito l’abbandono del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico; • il Parlamento, con legge n.99 del 23 luglio 2009 “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, ha disposto il ritorno alla produzione di energia elettrica nucleare e ha delegato il Governo ad adottare una serie di decreti legislativi in materia; • la Corte Costituzionale, con sentenza n.33 del 26 gennaio 2011, ha dichiarato illegittimo l’art.4 del Dlgs 15 febbraio 2010 n.31 nella parte in cui non prevede che la Regione, anteriormente all’intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere (se pure non vincolante) sul rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari; • il 12 giugno 2011 il popolo italiano è chiamato ad esprimersi, con un nuovo referendum, sul ritorno alla produzione di energia da combustibile nucleare; • la Provincia di Lecce, con un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Provinciale in data 22 settembre 2003, ha espresso la sua contrarietà allo stoccaggio di rifiuti radioattivi nel Salento e nella Regione Puglia; • ad oggi sono ancora del tutto irrisolti i problemi della sicurezza (quello accaduto in questi giorni in Giappone è l’ultimo episodio), dello stoccaggio delle scorie, dello smaltimento dei materiali radioattivi a fine ciclo produttivo degli impianti (l’Italia non ha ancora risolto i problemi dei materiali radioattivi delle centrali disattivate), degli alti costi di realizzazione delle centrali e dell’energia prodotta (considerato il ciclo completo di gestione dei rifiuti), dei lunghi tempi di costruzione di una centrale (10-15 anni); • il nucleare non ci libera dalla dipendenza delle forniture di combustibile dall’estero (l’uranio necessario per il funzionamento delle centrali deve essere importato, perché l’Italia è sprovvista di riserve), non ci libera dalla dipendenza energetica, non ci garantisce una disponibilità di uranio nel tempo superiore ai 70 anni (secondo stime recenti); • l’Italia può meglio contrastare i cambiamenti climatici e risolvere o contenere la dipendenza dall’estero, sia per quanto riguarda combustibili, che fornitura di energia, puntando su un sistema energetico fondato sulle fonti rinnovabili, sul risparmio e sull’efficienza energetica; Visto che • l’Italia, secondo la Commissione europea, rientra tra i Paesi dell’Ue a più alto rischio sismico (terremoti oltre i 7 gradi della scala Richter) e dovrà rispettare quindi criteri di sicurezza più rigorosi nella eventuale costruzione di centrali nucleari nel proprio territorio; • la Regione Puglia ed in particolare il Salento, a causa di alcune centrali elettriche fortemente impattanti presenti sul territorio e di numerosi impianti realizzati di grossa taglia da fonti rinnovabili, ha già dato e continua a dare in termini di produzione di energia elettrica, di danni all’ambientale, di danni alla salute e di danni al paesaggio. Considerato che • l’Italia è in ritardo a livello di pianificazione energetica, di investimenti nella ricerca della produzione di energia sostenibile e di tecnologie idonee nell’immagazzinamento dell’energia pulita (uno dei maggiori limiti delle energie rinnovabili), di una strategia a lungo termine per assicurare agli operatori garanzie e stabilità nel tempo; • il programma di investimenti avviato dal Governo sulla promozione delle fonti rinnovabili è l’unica garanzia sicura per una produzione di energia sostenibile, diffusa nel territorio, capace di creare una struttura imprenditoriale a macchia di leopardo e assicurare molti posti di lavoro; • il dirottamento delle risorse economiche attuali verso il nucleare significa la morte delle rinnovabili e l’insuccesso sicuro degli obiettivi inerenti l’efficienza energetica nell’edilizia; • i prezzi dell’elettricità del nucleare cono in crescita mentre quelli delle rinnovabili sono in costante calo; • il nostro Governo, unico in Europa, anche davanti a eventi così tragici come quelli del Giappone, non ha inteso recedere dall’obiettivo di attuazione delle centrali nucleari, né intende fermarsi a riflette sulla opportunità o meno di andare avanti. ESPRIME per le ragioni, le riflessione e le considerazioni su esposte un fermo NO alla realizzazione di centrali nucleari nel Salento, in Puglia e nell’intero territorio nazionale; IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA 1) a manifestare nei confronti del popolo giapponese colpito dai tragici eventi la massima solidarietà da parte dei Consiglieri e ad attivare delle iniziative a sostegno; 2) a chiedere ai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente la sospensione del programma nucleare; 3) a chiedere al Governo di proseguire sulle politiche di promozione delle fonti rinnovabili, orientando l’azione degli incentivi verso un sistema diffuso di piccoli impianti basati sull’autoconsumo, al fine rendere tutte le strutture private e pubbliche luoghi di fonti di energia.