Il Mostro di Casalecchio

Transcript

Il Mostro di Casalecchio
Il Mostro di Casalecchio
Una storia italiana
Nicola Focci
http://www.nicolafocci.com
Copyright © 2011 Nicola Focci
Pagina 1
Negli anni ’50 del secolo scorso, i Padri Passionisti di Bologna ebbero
l’idea di realizzare un moderno collegio per giovani religiosi poco fuori il
capoluogo emiliano.
A tale scopo disponevano di un vasto terreno su una collinetta
prospiciente l’abitato di Casalecchio di Reno. Si trattava di una
posizione invidiabile: verde: tranquilla, e comunque vicina all’animata
città felsinea.
Il progetto fu affidato ad un architetto di pregio: Glauco Gresleri, che
aveva già firmato (e firmerà) altre opere religiose importanti a Bologna
e provincia.
Il “Villaggio del fanciullo” (questo il nome prescelto) avrebbe avuto un
aspetto imponente: cinque piani, e 100 metri di lunghezza. Sarebbe
diventata una colossale fucina di giovani vocazioni religiose.
A dimostrazione di quanto fosse ambizioso il progetto, fu prevista anche
la costruzione di una casa più piccola nelle vicinanze, destinata ad
Copyright © 2011 Nicola Focci
Pagina 2
ospitare i genitori che volevano far visita ai ragazzi durante l’anno
scolastico.
Ottenuti i finanziamenti dal governo centrale, i lavori ebbero inizio nel
1964.
Ma si interruppero subito dopo il completamento del primo lotto.
In quegli anni, infatti, cominciò l’inarrestabile crollo delle vocazioni
sacerdotali. "Dio è morto" cantava Francesco Guccini; che avesse
ragione o meno, una certezza c’era: Dio era più solo, perché atri ideali si
facevano largo nelle menti dei giovani, e un numero sempre inferiore di
essi optava per il seminario.
Anche i Padri Passionisti dovettero prenderne atto: una struttura
elefantiaca di quelle dimensioni, era purtroppo del tutto sproporzionata
alle nuove esigenze di un'epoca cambiata.
L’interesse per il “Villaggio” si spense definitivamente.
L’edificio più piccolo, invece, fu ultimato e riconvertito a “Casa
Religiosa” per i membri della comunità. A tutt’oggi espleta tale
funzione.
Copyright © 2011 Nicola Focci
Pagina 3
Ancorché incompleta, l’imponente struttura del “Villaggio” ormai era
ormai lì, con le sue tonnellate di cemento armato e i suoi cinque piani.
E lì è rimasta... sino ad oggi.
Nel corso degli anni, per la gente della zona - che vede tutt’ora ergersi la
sua mole grigiastra dalla collina sopra l’abitato - il “Villaggio” si è
inevitabilmente trasformato ne “il Mostro”.
Col tempo, il “Mostro” è diventato albergo per ben altro da ciò per cui
era stato inizialmente destinato: graffittari, guerriglieri urbani di
softair, e (ironia delle ironie) adepti di sette pseudosataniche.
Al posto dei rosari, le bombolette di vernice spray. Al posto dei breviari,
i fucili ad aria compressa. Le croci, rovesciate di 180 gradi.
Questi “ospiti” hanno trasformato il Mostro in quello che è oggi: luogo di
calcinacci, ambienti enormi e sventrati, scale vertiginose, vividi disegni
tracciati da bombolette spray.
Nel Mostro non c’è un solo centimetro quadrato che non sia distrutto o
ricoperto da disegni.
Salendo alla terrazza panoramica, l’aspetto di desolazione è ancora più
inquietante: ci si sente in cima ad un rudere circondati dal nulla. C’è
Copyright © 2011 Nicola Focci
Pagina 4
una grande quiete e la vista è bella... ma si viene presi dalla voglia di
scendere e scappare via.
Impossibile non pensare che siamo di fronte alla ennesima cattedrale
nel deserto.
Con una differenza però: nessuno se ne preoccupa, nessuno se ne
lamenta, nessuno vorrebbe disfarsene... e il Mostro resta lì, cibandosi di
questo disinteresse e di questa ignavia.
Era costruito bene, il Mostro... e lo dimostra il fatto che, a distanza di 50
anni, è ancora in piedi - nonostante le devastazioni, le pareti abbattute,
le ringhiere divelte.
Forse, demolirlo del tutto costerebbe troppo.
Sta di fatto che il fabbricato e l’area sono stati venduti dai Padri
Passionisti all’inizio degli anni ’80, ma le cose sono rimaste tal quali.
E chissà per quanto tempo ancora.
Copyright © 2011 Nicola Focci
Pagina 5