imbellire
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continua ancora a restituire al Signore quella radiosa e operosa volontà di un popolo che vuole appartenergli, nonostante gli errori e le spregiudicatezze, che vengono compiute per inadeguate volontà di intendimento. Così sia. Per Gesù e Maria. 3. - Il Signore, ancora una volta, ha servito la comunità con la parola che scende dall’alto. Ringraziamo il Signore. Ringraziamo il suo Spirito. Ringraziamo la Chiesa e ringraziamo tutti, tutti coloro che, in questo momento, hanno offerto la loro presenza, il loro cuore, la loro mente all’ascolto di una parola, che, discendendo dall’alto, irriga il cuore di ognuno di noi, augurando, per sempre, a tutti, il Natale dell’oblìo del tempo antico, per l’incontro con il nuovo tempo, che il cielo manderà presto in mezzo a noi. Così sia. (Sbob. 130111) 1. - Consolate, consolate il Figlio mio. Abbiate misericordia per la sua presenza, qui sulla terra. Abbiate la virtù dell’accoglienza. Abbiate la conoscenza della sua grandiosa bontà. Il cielo lo ha inviato perché potesse costituirsi il regno tanto desiderato dal Padre. Ed, ora, è qui con voi, piccolo, piccolissimo, legato al suo cestello di vimini, incollato là in mezzo alla polvere del fieno, semplice ed umile, legato alla presenza di uomini che, vivendo in mezzo alle pecore e al bestiame lurido, portavano pelli di capre, di pecore, ancora appena sgozzate. E’ l’uomo nuovo che il Signore ha inviato sulla terra, perché disciplinasse gli antichi costumi del Re Davide e degli altri discendenti suoi, perché ricostituisse il Regno di Davide e appianasse le montagne e riempisse gli scavi delle fosse e delle valli. Io sono la Madre di Dio, sono Maria, venuta a costituire insieme a voi la piccola greppia dove è stato deposto il Figlio mio, Gesù Bambino. E’ il Santo dei Santi, ricoverato nel seno di una Madre chiamata a vivere, insieme a lui, tutti gli scempi del tempo presente. Gesù continua a vivere la sua vita di uomo-Dio, in mezzo a questa grande congerìe di uomini, portatori di pace e, in gran parte, legati, invece, alla dissoluzione e alla violenza. Per questo, vi supplico, una preghiera sia rivolta principalmente al Padre, perché possa condurre gli uomini al silenzio operante della Chiesa, portatrice di pace e di amore. Il vostro connubio con Dio è Gesù, il Figlio mio, adorato dai pastori e relegato nella isola di Sicilia, da questo piccolo gregge che vuole essere il segno principalmente legato al suo Cuore, affinché tutta quanta la Chiesa possa disciplinare se stessa e rinnovare gli uomini che la costituiscono. Il rinnovo deve essere lento, ma continuo, percepibile appena, perché il ruolo di queste creature nuove, non sia perseguitato ed anche rinnegato. Bisogna agire con silenziosa partecipazione, vivere at- traverso la povertà e la solitudine, ascoltare col Cuore di Cristo il proprio cuore senza avere altri contatti. Cristo è, il suo Regno è, la sua Misericordia è. Voi siete, perché lui è e nel suo cuore sono tutti coloro che vogliono essere partecipi di questo rinnovamento e di questa Ecclesìa nuova, una nuova disciplina, nella quale ogni uomo sia ricondotto alla sua origine, che è quella della divinità, costituita nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, la Triade perpetua e perfetta, nella quale ognuno può riconoscere se stesso, insieme a chi il Signore ha voluto comporre nella sua semplice umile comunione. Vi esorto, figlie e figli della divina Misericordia, ad agire con molta cautela, con molta perspicacia, con il silenziatore, perché l’auscultazione non è sempre gradita. Il segno fondamentale è quello della povertà e della semplicità. Chi vive con Cristo rimane povero e vive da solo, nella solitudine di Dio, e vuole costituire, in tal modo, il suo Regno nella utile completezza dello Spirito o anche del cuore. Figli miei, adorate questo Cuore divino che vuole appartenere al popolo di Dio comunicando ad esso la Divinità di un Padre, che è, al tempo stesso, soave compagno di viaggio di tutti coloro che hanno detto di sì alla chiamata. Perdonate, se volete essere perdonati. Il giorno del Natale si commemora solamente un fatto molto importante, la sua nascita, ma questa nascita ha bisogno di continuare la sua evoluzione nella creazione umana, nella quale ci sono molte dissipazioni e molte difficoltà. Una fra tutte la formazione antiquata della Chiesa, la quale dovrà essere rinnovata e trasferita in un settore nuovo, quello dello Spirito. Ahimé! Quale grande trasformazione dovrà esserci, perché sato e abbia ad intendere la presente mia venuta come mezzo fondamentale per potere ricostruire tutto ciò che il nemico di Dio ha cercato di deragliare e di distruggere per mezzo di sottigliezze inutili. E’ il ricovero santo dello Spirito al quale tutti noi vi chiamiamo, che importa, soprattutto, riconoscere, apprezzare e rendere presente nel proprio cuore. Lo Spirito Santo, che necessita possedere il cuore dell’uomo, ha una sola maniera per essere accolto, la preghiera silenziosa, ritmata dalle ore del giorno, attraverso le lodi del mattino, del mezzodì e del vespro. Amate, perciò, questo silenzio. Operate nel silenzio. Amate il Bambino, ricostruendo, per Lui, l’antico culto della venerazione nascosta degli antichi Padri, degli antichi Profeti, degli uomini che vissero per servire il Signore, senza capire che cosa venisse loro dato di compiere, poiché questo è veramente amore: fidarsi di Dio senza discussioni, senza timori, senza capire, senza conoscere, perché si sa che Dio è amore, che nulla può avvenire dall’amore, se non sempre amore e solamente amore. Così vi lascio. Così vi chiedo di ritrovarvi all’appuntamento del prossimo venticinquesimo giorno del nuovo anno, perché il vostro cuore, fortificato da questo privazioni, da questi silenzi, da queste amaritudini possa sentirsi prontamente costruito nella volontà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amatevi l’un l’altro. Riconoscetevi fratelli, proprio perché amanti di Dio, del Figlio suo e dello Spirito Santo. Così sia. 2. - La Vergine degli angeli, operosamente rivolta agli uomini, costruisce il suo stuolo angelico per ritornare presso il Padre, accanto al suo Trono di amore e ringrazia il popolo santo di Dio che, nonostante tante difficoltà e tante amaritudini, Io sono Maria. Io sono la Madre di quel Cristo che ha voluto immolare se stesso, perché si compisse la volontà del Padre. Gli uomini avevano bisogno di conoscerlo, avevano bisogno di capire, avevano la necessità di intendere, perché non si sbagliasse più il significato nuovo di questa pista che ebbe a indicare, nel Figlio mio, l’Agnello di Dio, avevano bisogno di comprendere che cosa significasse ‘sei tu che dovevi venire oppure un altro?’. Questo io chiedo, ora, a voi. Siete voi quelli che il Signore ha inviato per potere compiere le sue meravigliose imprese oppure sono altri? A questa domanda la vostra risposta. Ed io l’attendo. Per questo esonero ognuno di voi da conversazioni inutili, da sentimentalismi strani, da impoverimenti del cuore e dalla povertà assurda di un silenzio, che non è silenzio, ma solamente una forma di opportunità per conoscere, scoprire, avere, possedere. Nessun possesso. La povertà è nella completa rinuncia a tutto ciò che può essere possesso. Ed è in questo modo che vi chiedo di appartenere alla povertà di san Francesco e di tanti altri santi, che lo hanno accompagnato, che hanno seguito la sua strada. E’ questo, dunque, figli e figlie, che la Madre santa ha depositato, questa sera, nel piccolo fienile per voi, il Figlio suo Gesù, una parola ancora uguale a quella degli anni precedenti, ma rinnovata da una formula nuova, che è legata alla sottomissione del silenzio e della opportunità di accogliere senza cercare di impartire, di scoprire e soprattutto di imbellire e di infarcire, tutto ciò che appartiene a Dio, con costruzioni negative del presente umano. Io vi chiedo che, per carità di Cristo, ci sia finalmente silenzio in mezzo a voi. Vi chiedo, per carità di questo Bambino, ognuno di voi abbia a comprendere l’errore compiuto nel pas- gli uomini, che sono addetti alla santa Parola e alla comunicazione di essa e alla diffusione dei frutti dello Spirito Santo, per mezzo dei Sacramenti, dovranno aderire a numerose trasformazioni e cambiamenti. Per questo necessitano anime che si immolino alla trasformazione della Chiesa e che chiedano a Dio la fortezza e nello stesso tempo la semplicità del cuore. Voi avete avuto arringhe di ordine diverso. Siete stati testimoni di parole, non di facile interpretazione, e la vostra è stata una interpretazione estremamente difficile da accogliersi e da accettare. Per questo è stato fermato il loquire, perché tutto ciò che viene da Dio non può assolutamente imporsi con le modalità della terra. Sono tutte innovazioni che vengono consumate nello Spirito e che, attraverso lo Spirito, dovranno costituire i piloni portanti della nuova Chiesa. Per questo, abbasso alle interpretazioni e alle chiarificazioni, poiché a nessuno è data la possibilità di interpretare e comprendere il parlare divino. E a questa maniera di parlare che bisogna sottrarsi e da questa maniera di interpretare, di chiarire, di informarsi, di appurare, che bisogna allontanarsi, perché il Signore è solamente accolto di un mistero che esiste solo in lui e che va svelato o viene svelato solo a quanti a lui interessano. La cosa fondamentale che ci siano attorno a coloro che hanno il compito di portare avanti le cose volute da Dio, ci siano anime oranti che votino la propria esistenza all’accoglienza del nuovo piano del Signore. Per questo, siete chiamate alla preghiera e all’ascolto di tale comunicazione, alla quale ognuno di voi è chiamato con la semplicità dell’antico, grande profeta Isaia, Ezechiele, Giovanni Battista e tantissimi altri, che, pur essendo grandi spiriti di conoscenza, non ebbero mai palesemente la volontà di volere in- terpretare e comprendere ciò che dall’alto veniva loro inviato. Questo è un compito che dovrà essere da voi compreso, eseguito attentamente, poiché è necessario che la Parola, così come a voi viene depositata dalle ali degli angeli, rimanga sospesa fra cielo e terra, legata al mistero divino che vuole costantemente aleggiare nel cuore della sua Chiesa e quindi dei suoi uomini. Per questo, vi chiedo, e lo faccio inginocchiandomi dinanzi a voi, per carità di Dio, smettetela con interpretazioni sbagliate, con idee disumane, con conoscenze impareggiabili e con discussioni inaccessibili. Il vostro cuore sia (nell’innocenza dei fanciulli, anzi correggo) nell’innocenza del Fanciullo, perché solamente in questo modo sarà possibile al Signore confidare in voi la sua insistente richiesta di preghiera. Voi avete chiamato me, che sono la Mamma di Gesù e la Mamma di tutti voi, a partecipare a questa preghiera, nel giorno divino della Natività di Cristo. Ed io sono accorsa, felice, ad accogliere la vostra richiesta, ma, per carità di Dio, non lasciate che nessuna di queste parole sia soggetta a falsa e personale interpretazione. Sarà la Chiesa che interpreterà, al momento opportuno, ciò che è stato dettato e comunicato nell’intero tragitto consumato dalla Voce. La richiesta del silenzio, la richiesta della povertà, la richiesta dell’isolamento, sono tutti mezzi che servono a conservare questo misterioso parlare di Cristo, che dovrà essere contenuto nel cuore dell’uomo, silenziosamente, aspettando il momento in cui il Signore vorrà palesare la sua volontà. Si tratta di una volontà potente, la volontà di Dio, una volontà serena, una volontà benefica, una volontà portatrice di grande ausilio. Perché dunque tormentarvi? Perché accedere a discorsi sbagliati? Perché assurgere a interpretazioni falsificanti? Il Signore ama i poveri, ama i semplici, ama coloro che, con serenità, si avvicendano al suo cospetto, offrendo il proprio cuore e tutta la propria vita, perché lui abbia a compierne ciò che lui vuole. E’ questo il passaggio inesorabile, indispensabile, perché, ognuno di voi, diventi da ascoltatrice o ascoltatore, creatrice o creatore di una nuova Chiesa, che, prima che fuori, dovrà sorgere nel proprio cuore, una Chiesa silenziosa, misterica, che nasconde, nel proprio intimo, la grandiosa bellezza della Divinità di Cristo, del Padre e dello Spirito Santo. Perché di no, figli miei cari. Ancora una volta, a voi mi presento a piedi nudi, scalza, libera da tutto ciò che può essere contaminato dalla faciloneria della terricola formazione. Io non poso i miei piedini sulla terra, non perché questa possa demolire o denigrare la mia presenza, ma perché a voi sia manifesta la potenza della Parola aereata, alata, che non posa neppure qui né posa dove ho scelto di apparire e di parlare con voi. Perché questo? Perché ogni parola dovrà rimanere salda, priva di quelle posizioni delle quali si serve ogni uomo per potere procedere in avanti o indietro sul suolo terreno. Questo, figli miei, affido a voi, nel giorno del santo Natale, augurando, a ciascuno di voi, una nascita nello Spirito, che è indispensabile per potere continuare a vivere accanto a questa istituzionalizzazione alla quale il Signore vuole concedere la sua volontà e la sua presenza. Il potere sta in Dio. A voi è dato solamente l’ascolto, il silenzio e l’intervento umano, attraverso la preghiera, l’obbedienza e l’amore vicendevole. Cosa vorresti più di tutto questo? Cosa potreste fare, se non ascoltare, conservare nel proprio cuore il mistero racchiuso all’intero del cuore di Dio, così come avviene per il nettare, che si trova all’interno di una rosa o di un fiore, che ha raccolto tutto il suo dolcissimo miele, ricevendolo nell’alveolo coperto di petali.