Una proposta: restaurare e attrezzare il percorso che dalla Tacca

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Una proposta: restaurare e attrezzare il percorso che dalla Tacca
Una proposta: restaurare e attrezzare il percorso che dalla Tacca Bianca porta al Vaso Tondo
ALLE CAVE MERIDIONALI DELL’ALTISSIMO
di PIETRO ICHINO
pubblicato su VersiliaOggi – marzo 2001
Abbiamo detto il mese scorso dei tanti modi in cui si può salire ad Azzano o scenderne. Ma
Azzano può anche costituire a sua volta il punto di partenza per un’altra gita, unica nel suo genere:
quella che risale la parete sud dell’Altissimo per ottocento metri di dislivello, fino alla famosissima
cava della Tacca Bianca (m. 1250 s.l.m.).
Il punto di partenza è quello in cui, circa 2,5 chilometri oltre Azzano, dalla strada asfaltata si
diparte verso destra una strada sterrata, che porta alla località La Polla (m. 600) e da qui prosegue
verso le cave soprastanti. Se si escludono alcuni brevi tratti troppo ripidi, i primi 3,5 chilometri di
questa strada possono essere interamente percorsi sui pedali offrendo al mountain-biker un’ottima
occasione di sperimentazione delle sue doti tecniche e atletiche (per salire sui pedali lungo le strade
come questa non basta la forza fisica: occorre anche e soprattutto la capacità di scegliere metro per
metro il percorso più adatto per evitare lo slittamento della ruota posteriore e di seguirlo nel modo
più lineare possibile, senza strappi, tanto più lentamente quanto maggiore è la pendenza,
mantenendo l’equilibrio con movimenti millimetrici della testa e delle ginocchia). La strada in certi
punti taglia letteralmente la parete di marmo; per un tratto la incide orizzontalmente, col risultato
che si procede sotto una tettoia di marmo larga quanto la carreggiata. Man mano che si sale si
aprono vedute più ampie sulla costa e sul mare.
A quota 800 circa si trova la grande cava, detta (non so con quanto fondamento) “di
Michelangelo”, oggi data dalla Henraux in subconcessione a un’altra impresa. Per cento metri la
strada la attraversa su di una larga cengia di marmo liscissimo, che taglia a mezza altezza il grande
anfiteatro costituito da una serie di terrazzamenti, anch’essi perfettamente squadrati e bianchi.
Oltre la cava, il fondo della strada, inciso dall’acqua e in gran parte invaso dall’erba, diventa
molto sconnesso e non si presta più a essere salito in bicicletta. Si prosegue pertanto a piedi, in
direzione sud-ovest, con una vista sempre più ravvicinata sulla bella cresta che dal Folgorito sale al
Carchio, scende alla foce del Pitone e risale al passo degli Uncini. La marmifera taglia con alcuni
zig zag la parete dell’Altissimo, conducendo alla cava dei Colonnoni, abbandonata dal 1971, con
una vista spettacolosa sul mare e sulla costa da Livorno al Forte. Un tempo da qui si poteva salire,
per mezzo dei “tavoloni” infissi nella parete di marmo verticale, al grande antro della cava della
Tacca Bianca (m. 1250 s.l.m.), proseguendo poi da qui verso est, con un sentiero assai
impressionante, per il Passo del Vaso Tondo (il caratteristico intaglio tondeggiante nella cresta
orientale dell’Altissimo, a quota 1450, che si vede da qualsiasi punto della marina versiliese), dal
quale la vetta (m. 1589) è agevolmente raggiungibile col sentiero che percorre tutta la cresta. Oggi
quest’ultima parte dell’itinerario – nella quale si apre un panorama spettacolare su tutta la costa
anche verso ovest, fino a Porto Venere - è resa assai pericolosa dallo stato di abbandono trentennale
della cava della Tacca Bianca e del sentiero che da questa porta al Vaso Tondo. Perché non
restaurarla e dotarla di quel minimo di attrezzatura fissa, che la renderebbe facile e sicura?
Mio fratello Andrea, come tanti altri valenti alpinisti, è tendenzialmente contrario alle vie
ferrate, che facilitano le cose ai meno esperti ma tolgono alla montagna il fascino della natura
intatta. Io sono dell’idea che la scelta debba essere compiuta con prudenza caso per caso, senza
preclusioni preconcette, tenendosi conto dei costi e dei benefici effettivi. Attrezzare con scale fisse e
corrimano il percorso che dalla cava dei Colonnoni porta alla Tacca Bianca e al Vaso Tondo non
toglierebbe alla montagna una verginità che l’estrazione del marmo le ha ormai tolto da secoli.
Consentirebbe invece a migliaia di persone di salire all’Altissimo per una via che non ha uguali per
interesse panoramico, naturalistico e di archeologia industriale.